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BAROCCO MUSICALE.
Il barocco musicale è il periodo nel quale la musica si scrive, si suona e si trasmette tra 6 e 700 e si codifica il
linguaggio tonale\la tonalità, allontanandosi dalle modalità, ossia la scrittura precedente che non creava la
tensione presente nella tonalità. Ci sono tre stili fondamentali nel barocco musicale:
- Lo stile tedesco: pieghe verso l’infinito, giochi di specchio, la polifonia e l’austerità esteriore
(musica che all’aspetto può sembrare di difficile ascolto ma poi si arricchisce);
- Lo stile francese: buon gusto (dai francesi definito misura), riferimento semantico alla danza (anche
quando non è musica da ballare si riempie di ritmi da danza, come le suite che sono successioni di
danze strumentali e quindi non sono state scritte come accompagnamento al ballo), l’imitazione dalla
natura;
- Lo stile italiano: caratterizzata in ambito strumentale e in ambito vocale (specialmente) dal
virtuosismo, ossia la spettacolarità esteriore che ci stupisce per l’aspetto della performance, meno
carichi di contenuti ma appariscenti dal punto di vista esterno vocalmente (specialmente durante il
periodo dei castrati, ossia persone a cui venivano rimosse le gonadi maschili, permettendo così di
raggiungere note molto alte); lo stile concertante; una scarsa intenzione per la polifonia.
LA PIEGA. La piega è una visione fondamentale all’interno del barocco musicale tedesco. Questa
visione viene spiegata dal filosofo tedesco Gottfrid Wilhelm Leibniz (1646-1716), il teorico delle monadi (le
sostante indivisibili, tutto ciò che è un’identità che non si può scomporre all’interno del mondo fenomenico:
monadi minerali, monadi vegetali, monadi naturali, tra quest’ultimo vi è anche l’uomo che si divide in due
parti, una parte esteriore – corpo – e una parte di interiorità – anima). Leibniz per poter spiegare il rapporto
tra esteriorità e interiorità usa l’esempio della casa barocca: secondo Leibniz tutte le monadi, specialmente
l’uomo, è suddiviso in due parti rappresentabili dai due piani della casa barocca. Secondo questa visione il
piano terra rappresenterebbe il corpo con 5 aperture, ossia i 5 sensi, dalle quali entrano le vibrazioni del
mondo esterno, entrano nell’edificio, si proiettano sul soffitto del piano terra e lo mettono in vibrazioni, le
quali si riflettono sul piano superiore, che non ha una finestra e quindi non ha una via di uscita, sbattono
contro le pareti e creano una “superficie marmorizzata”, dove le linee si uniscono e si intrecciano e si
piegano. Secondo Leibniz questa spiegazione rappresenta perfettamente la differenza tra corpo e anima e
come entrano in rapporto con gli elementi esterni.
La definizione di Leibniz, la “superficie marmorizzata” o piega, è perfetta per spiegare tutte le forme d’arte
che sono presenti nell’800, un esempio:
- Estasi di Santa Teresa di Bernini, dove le linee dorate (dio) colpiscono la dea per ripiegarsi su se
stessa (il corpo dell’essere umano);
- I tessuti barocchi che sono pieni di linee attorcigliate e ghirigori.
- Nelle chiese barocche, da fuori la superficie è lineare e austera, non presentando moltissime
decorazioni, a differenza dell’interno dove troviamo dettagli che invadono ogni singola minima parte
della chiesa.
Anche nella musica barocca tedesca viene presentata questa visione delle pieghe di Leibniz: dall’esterno al
primo ascolto ci sembra essere poco austera, a differenza della musica italiana o francese, ma dall’interno
possiamo notare come questa melodia è una melodia piena di intrecci, riccioli e increspature. Tutte queste
pieghe, essendo anche rappresentazioni dell’anima, sono rappresentazione delle tensioni dei compositori
verso una dimensione superiore e molte volte sembra che queste pieghe aumentino verso la fine,
specialmente nella composizione bachiana. Si va oltre l’infinito, perché nella composizione bachiana la piega
e le vibrazioni tendono verso il trascendente, verso dio.
La visione di questa musica che unisce l’infinito con l’infinito è perfettamente rappresentata dalla visione del
labirinto: il quale dall’esterno ha una dimensione precisa e dei limiti geometrici, ma all’interno del labirinto
io posso prendere infinite strade non lineare ma ripiegati su sé stessi. Il labirinto è una metafora che ci
permette di capire la musica tedesca barocca per diverse ragioni:
- È una metafora della polifonia, l’intreccio delle melodie al suo interno può essere molto denso,
facendoci “perdere l’orientamento”, perché posso scegliere su quale parte concentrarmi;
- Lunghe divagazioni solistiche che presenta le sue contorsioni melodiche che ci fanno sentire come se
perdessimo l’orientamento, permettendoci di osservarla da tanti punti diversi.
GOCHI DI SPECCHI. Generalmente nel barocco nelle regge gli specchi vengono messi davanti o a delle
finestre, in questo modo una superfice finita (lo specchio) può riflettere una superfice infinita (il cielo), o
davanti ad un altro specchio, permettendoci così di creare quasi un universo illusorio nella quale la nostra
immagine si riflette all’infinito.
La visione dello specchio nel barocco non viene presentata solo all’interno dell’architettura e delle regge ma
anche nella musica, principalmente tedesca, dove abbiamo delle imitazioni tra le varie parti: una precisa
figura si rispecchia con un’altra, come Invenzione a due voci n.1 di Bach.
DIO. La musica barocca tedesca è collegata quasi sempre a dio, anche quando è musica strumentale
da eseguire da concerto. L’esempio principalmente collegato a ciò è il cono, il cui punto nel quale
confluiscono i due lati sono sempre rivolti verso l’alto e quindi verso l’entità superiore dio. La musica
barocca ci sembra essere molto varia ma è sempre tenuto insieme da qualcosa (un codice genetico molto
piccolo generalmente): unità nella varietà.