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Lezione 3 – Storia della musica

POLIFONIA. E’ la sovrapposizione simultanea di più melodie diverse e ognuna di esse è


rappresentativa di un’identità particolare, ma nello stesso tempo è parte di un tutto organico nel quale ogni
componente si armonizza bene. In polifonia le varie componenti vengono chiamate voci, e quindi ogni
melodia è affidata ad una voce differente. La voce in polifonia però non è una parte necessariamente vocale,
ma può anche essere definito per la musica strumentale. Un esempio di polifonia è Evolution of Music dei
Pentatonix, qui si può comprendere come tutte le voci e tutte le parti hanno lo stesso valore e la stessa
importanza e non ve né una che domani costantemente sull’altra, perché coesiste un equilibrio tra tutte le
parti.
La polifonia è una scrittura antica e naturale, presentate anche nelle musiche tradizionali popolari, ha avuto
un’esplosione di interesse in certi periodi storici. Possiamo affermare che la polifonia scritta nasce nel
medioevo per poi “esplodere” nel Rinascimento, arrivando a influenzare i compositori fino a Bach, per poi
morire e risorgere dopo 50 anni. Molte volte la polifonia viene affiancata alla musica sacra, ma molte
canzoni non sacre presentano la polifonia o dei passaggi polifonici, gli esempi principali sono i Queen.
LA FORMA DELLA MUSICA. E’ l’architettura di un brano, ossia come un compositore calcola i
parti interni di un suo brano. La forma più comune della musica è la musica tripartita, ogni sezione viene
definita con delle lettere e generalmente si presentano due sezioni uguale, una iniziale e una finale (la finale,
Sezione A’, ha delle minime differenze rispetto alla sezione A) e poi al centro abbiamo una terza sezione,
Sezione B, completamente differente dalle due. Quindi con forma ci riferiamo all’architettura interna della
musica.
Fantaisie-impromptu di Chopin presenta due sezioni: la sezione A e A’ sono velocissime e non è cantabile, a
differenza della sezione B e B’. La forma sarebbe: A-B-A’-B’.
Esistono diversi livelli di forma, abbiamo una macroforma (che caratterizza la canzone) e una microforma.

BAROCCO MUSICALE.
Il barocco musicale è il periodo nel quale la musica si scrive, si suona e si trasmette tra 6 e 700 e si codifica il
linguaggio tonale\la tonalità, allontanandosi dalle modalità, ossia la scrittura precedente che non creava la
tensione presente nella tonalità. Ci sono tre stili fondamentali nel barocco musicale:
- Lo stile tedesco: pieghe verso l’infinito, giochi di specchio, la polifonia e l’austerità esteriore
(musica che all’aspetto può sembrare di difficile ascolto ma poi si arricchisce);
- Lo stile francese: buon gusto (dai francesi definito misura), riferimento semantico alla danza (anche
quando non è musica da ballare si riempie di ritmi da danza, come le suite che sono successioni di
danze strumentali e quindi non sono state scritte come accompagnamento al ballo), l’imitazione dalla
natura;
- Lo stile italiano: caratterizzata in ambito strumentale e in ambito vocale (specialmente) dal
virtuosismo, ossia la spettacolarità esteriore che ci stupisce per l’aspetto della performance, meno
carichi di contenuti ma appariscenti dal punto di vista esterno vocalmente (specialmente durante il
periodo dei castrati, ossia persone a cui venivano rimosse le gonadi maschili, permettendo così di
raggiungere note molto alte); lo stile concertante; una scarsa intenzione per la polifonia.
LA PIEGA. La piega è una visione fondamentale all’interno del barocco musicale tedesco. Questa
visione viene spiegata dal filosofo tedesco Gottfrid Wilhelm Leibniz (1646-1716), il teorico delle monadi (le
sostante indivisibili, tutto ciò che è un’identità che non si può scomporre all’interno del mondo fenomenico:
monadi minerali, monadi vegetali, monadi naturali, tra quest’ultimo vi è anche l’uomo che si divide in due
parti, una parte esteriore – corpo – e una parte di interiorità – anima). Leibniz per poter spiegare il rapporto
tra esteriorità e interiorità usa l’esempio della casa barocca: secondo Leibniz tutte le monadi, specialmente
l’uomo, è suddiviso in due parti rappresentabili dai due piani della casa barocca. Secondo questa visione il
piano terra rappresenterebbe il corpo con 5 aperture, ossia i 5 sensi, dalle quali entrano le vibrazioni del
mondo esterno, entrano nell’edificio, si proiettano sul soffitto del piano terra e lo mettono in vibrazioni, le
quali si riflettono sul piano superiore, che non ha una finestra e quindi non ha una via di uscita, sbattono
contro le pareti e creano una “superficie marmorizzata”, dove le linee si uniscono e si intrecciano e si
piegano. Secondo Leibniz questa spiegazione rappresenta perfettamente la differenza tra corpo e anima e
come entrano in rapporto con gli elementi esterni.
La definizione di Leibniz, la “superficie marmorizzata” o piega, è perfetta per spiegare tutte le forme d’arte
che sono presenti nell’800, un esempio:
- Estasi di Santa Teresa di Bernini, dove le linee dorate (dio) colpiscono la dea per ripiegarsi su se
stessa (il corpo dell’essere umano);
- I tessuti barocchi che sono pieni di linee attorcigliate e ghirigori.
- Nelle chiese barocche, da fuori la superficie è lineare e austera, non presentando moltissime
decorazioni, a differenza dell’interno dove troviamo dettagli che invadono ogni singola minima parte
della chiesa.
Anche nella musica barocca tedesca viene presentata questa visione delle pieghe di Leibniz: dall’esterno al
primo ascolto ci sembra essere poco austera, a differenza della musica italiana o francese, ma dall’interno
possiamo notare come questa melodia è una melodia piena di intrecci, riccioli e increspature. Tutte queste
pieghe, essendo anche rappresentazioni dell’anima, sono rappresentazione delle tensioni dei compositori
verso una dimensione superiore e molte volte sembra che queste pieghe aumentino verso la fine,
specialmente nella composizione bachiana. Si va oltre l’infinito, perché nella composizione bachiana la piega
e le vibrazioni tendono verso il trascendente, verso dio.
La visione di questa musica che unisce l’infinito con l’infinito è perfettamente rappresentata dalla visione del
labirinto: il quale dall’esterno ha una dimensione precisa e dei limiti geometrici, ma all’interno del labirinto
io posso prendere infinite strade non lineare ma ripiegati su sé stessi. Il labirinto è una metafora che ci
permette di capire la musica tedesca barocca per diverse ragioni:
- È una metafora della polifonia, l’intreccio delle melodie al suo interno può essere molto denso,
facendoci “perdere l’orientamento”, perché posso scegliere su quale parte concentrarmi;
- Lunghe divagazioni solistiche che presenta le sue contorsioni melodiche che ci fanno sentire come se
perdessimo l’orientamento, permettendoci di osservarla da tanti punti diversi.
GOCHI DI SPECCHI. Generalmente nel barocco nelle regge gli specchi vengono messi davanti o a delle
finestre, in questo modo una superfice finita (lo specchio) può riflettere una superfice infinita (il cielo), o
davanti ad un altro specchio, permettendoci così di creare quasi un universo illusorio nella quale la nostra
immagine si riflette all’infinito.
La visione dello specchio nel barocco non viene presentata solo all’interno dell’architettura e delle regge ma
anche nella musica, principalmente tedesca, dove abbiamo delle imitazioni tra le varie parti: una precisa
figura si rispecchia con un’altra, come Invenzione a due voci n.1 di Bach.
DIO. La musica barocca tedesca è collegata quasi sempre a dio, anche quando è musica strumentale
da eseguire da concerto. L’esempio principalmente collegato a ciò è il cono, il cui punto nel quale
confluiscono i due lati sono sempre rivolti verso l’alto e quindi verso l’entità superiore dio. La musica
barocca ci sembra essere molto varia ma è sempre tenuto insieme da qualcosa (un codice genetico molto
piccolo generalmente): unità nella varietà.

MUSICA FRANCESE. Nella musica francese ci sono due elementi essenziali:


- La danza;
- L’imitazione della natura. Come usare le analogie tra musica e natura: Bisogna concludere che se le
Arti sono imitatrici della Natura; questa deve essere un’imitazione saggia e illuminata, che non la
copi in maniera servile; ma che scegliendo gli oggetti e i tratti, li presenti con tutta la perfezione di
cui sono suscettibili. In una sola parola, una imitazione dove si vedere la Natura non tale e quale è in
se stessa, ma tale e quale essa può essere (Le arti ridotte a uno stesso principio, Charles Batteux).
Nella produzione clavicembalistica francese del barocco ci sono moltissimi compositori che creano musiche
che imitano la natura, due delle figure principali sono Couperin e Rameau. Esempi di loro opere realizzate
con il clavicembalo che imitano la musica sono Les Papillons di Couperin (che rimanda alle farfalle in modo
miniaturistico e del saltellio delle farfalle e la leggerezza delle loro ali), L’Anguille di Couperin, La Poule di
Rameau (dove si imita il canto delle galline) o La Tenebreuse di Couperin (che però non ha nulla di
spaventoso, in quanto per la musica francese bisognava rimanere sempre nella “giusta misura”).

SISTEMA PRODUTTIVO BAROCCO. Ci troviamo in un periodo aristocratico, dove a corte vi è un


compositore fisso che ha l’incarico di scrivere musica per le varie occasioni della mondanità della corte.
Nella prima fase del 700 il sistema produttivo inizia a presentare anche una sorta di sistema imprenditoriale,
aprendo così le porte anche al pubblico. Figure centrali di questo cambiamento sono gli inglesi, dove nasce la
vendita attraverso i biglietti, abbonamenti e alla concorrenza. Anche se secondo moltissimi filosofi del 900
ciò morta all’abbassamento della qualità della cultura che ora arriva a essere realizzata solo per denaro e
inoltre bisogna rispettare le aspettative (poco raffinate) del pubblico.
A Parigi la situazione è al confine tra i due sistemi: Luigi XIV voleva controllare la musica che veniva
composta a Parigi o delle musiche straniere sul suo territorio, l’unico periodo nel quale la musica non veniva
realizzata nel modo consueto era la Quaresima, quando venivano chiusi i teatri, centro della mondanità
borghese del periodo, è durante la Quaresima che il re che concede di far fare musica meno mondana nella
città, presentando però una musica strumentale opposta rispetto a quella presentata a corte. Questa situazione
apre il repertorio, permettendo di importare moltissimi compositori e musicisti stranieri, tra di questi una
delle figure centrali è Vivaldi (anche grazie a delle tipologie di scrittura molto vicini alle caratteristiche
francesi).
Nella cultura tedesca un esempio perfetto della sistema produttivo musicale barocco è una stampa di Lipsia
del 1736: al fondo vediamo la chiesa di San Tommaso, luogo dove veniva prodotta musica religiosa; in
primo piano invece troviamo i caffè, luoghi di intrattenimento dove si produceva musica d’intrattenimento.
Molte volte il compositore lavorava in entrambi i posti, l’esempio più famoso è Bach, che scriveva musica
liturgica per la chiesa di San Tommaso ma anche per i bar.
In Italia vige ancora musica aristocratica e sacra, ma nascono a Venezia gli ospedali (una delle figure
principali è Vivaldi), ossia degli orfanotrofi femminili che avevano l’obiettivo di raccogliere per strada tutte
le orfanelle della città ed educarle alla musica. Oltre a Venezia, altre città fondamentali erano Bologna e
Roma, quest’ultima principalmente legata alla musica liturgica.

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