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R. Biondi/ V.

Naldi “Parole e Musica”


Appunti S.Caturelli
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Guida all’impiego di appoggiature.


E’ opportuno a questo punto approfondire i vari aspetti riguardanti l’impiego di
appoggiature nell’accompagnamento pianistico. Mentre l’uso delle altre note ornamentali
(note di passaggio, note di volta, ecc.) risulta piuttosto semplice e non produce in genere
grandi cambiamenti nella struttura armonica del brano, l’uso di appoggiature dal punto di
vista melodico-armonico è più complesso ed è da considerarsi basilare nella realizzazione
del lavoro. Innanzi tutto è utile precisare che ogni suono ha teoricamente quattro diverse
appoggiature disponibili; si tratta dei suoni che si trovano rispetto ad esso un semitono o
un tono sopra e sotto. Ad esempio il SOL ha come potenziali appoggiature il FA, il FA#, il
LA e il LAb; la scelta dell’una o dell’altra dipenderà dalla tonalità in corso e da scelte
acustiche individuali; si noti che le appoggiature a distanza di semitono hanno maggiore
forza attrattiva verso i suoni reali su cui vanno a risolvere. L’appoggiatura prescelta dovrà
essere posta sulla parte forte del tempo o della suddivisione e risolvere salendo (se si
tratta di appoggiatura inferiore) o scendendo (se si tratta di appoggiatura superiore) per
grado congiunto, sul suono reale di destinazione che andrà a trovarsi sulla parte debole
del tempo o della suddivisione. Un’appoggiatura sarà definita rispetto al suono
dell’accordo cui è applicata e quindi si parlerà, ad esempio in una triade, dell’uso di
appoggiature superiori o inferiori, diatoniche o cromatiche, della fondamentale, della 3a o
della 5a.

L’osservanza delle tre norme che seguono renderà la realizzazione pianistica


interessante e articolata, sortendo due scopi importantissimi:
- arricchimento dell’armonia: verticalmente si creeranno di fatto ad esempio accordi
con 9a aggiunta, accordi sus4, accordi di 7a, di 13a, o anche insiemi accordali
difficilmente rappresentabili con le sigle, là dove invece sono indicate semplici triadi;
- creazione all’interno dell’accompagnamento pianistico di linee melodiche orizzontali
che, una volta individuate, potranno nella prosecuzione degli studi poi essere
affidate agli strumenti dell’orchestra.

Veniamo adesso alle tre norme di cui sopra:

1)- Quando nella melodia sono presenti appoggiature è di buon effetto che le stesse
siano poste anche nell’accompagnamento (cioè raddoppiate) in unisono o in 8a, per
aumentarne l’efficacia.

2)- Si possono inserire appoggiature ulteriori in concomitanza con le appoggiature che


raddoppiano quelle della melodia, creando doppie e anche triple appoggiature. È di buon
effetto creare orizzontalmente tra le due voci che realizzano le appoggiature doppie e le
loro risoluzioni, movimenti armonici paralleli per terze o per seste.

3)- Per quanto riguarda l’uso auspicabile di appoggiature nell’accompagnamento, si


tenga presente che se ne possono eventualmente inserire nei punti in cui nella melodia si
trovano suoni reali, seguendo queste due regole:
- le appoggiature da inserire nell’accompagnamento non si dovranno mai applicare ai
suoni reali presenti nello stesso momento nella melodia;
- le appoggiature da inserire nell’accompagnamento non si dovranno mai applicare ai
suoni reali presenti nello stesso momento nel basso, con un’unica eccezione: nel caso in
cui l’accordo si trovi in stato fondamentale, si potrà applicare nell’accompagnamento
un’appoggiatura della fondamentale che verrà a trovarsi almeno una 9a (nel caso di
appoggiatura superiore) o una 7a (nel caso di appoggiatura inferiore) sopra la nota del
basso. La prima di queste due possibilità è di impiego molto comune.
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Il prospetto schematico che segue mostra a valori grandi (del tutto teorici) i 27 casi
esistenti di appoggiatura di un suono in una triade, a seconda del suono che si trova alla
melodia e di quello che si trova al basso. Viene fatta la distinzione tra quelle possibili e
quelle da evitare, sulla base delle regole indicate in precedenza. Si tenga ben presente
che l’appoggiatura proposta negli esempi è sempre, per motivi di brevità, quella diatonica
superiore. Si ricordi che questa è solo una delle quattro possibili. Nella prima casella, ad
esempio, si mostra nella parte pianistica il RE, appoggiatura superiore diatonica del DO. Al
posto del RE potrebbero trovarsi un Reb, un SI o un SIb.

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