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90 Domenico Giannetta

§11.7 Ritardo della fondamentale al basso

Quando il suono ritardato al basso è la fondamentale dell’accordo, occorre fare molta attenzione in
quanto, poiché il suono ritardato non può mai essere raddoppiato nelle voci superiori, diventa
indispensabile raddoppiare la terza o la quinta.
Se poi il suono ritardato è la tonica, si presenta un problema di non poco conto: poiché per ritardare
la tonica al basso è necessario il II grado, e poiché questo grado quando precede il I si armonizza
sempre con un rivolto (di triade o di settima di dominante) che contiene la sensibile, ne consegue
che la sensibile non potrà risolvere sulla tonica, altrimenti si produrrebbe un raddoppio del suono
ritardato. In questi casi, e soltanto in questi casi, la sensibile sarà eccezionalmente “costretta” ad
effettuare un salto di 4a ascendente risolvendo sulla terza della triade di tonica.

In §12.8 vedremo come rimediare, almeno in parte, a questo salto melodico “anomalo” che
impedisce alla sensibile di risolvere sulla tonica.

§11.8 Errori di moto retto

Se nel collegamento fra due accordi si generano degli errori di quinte e ottave reali, tali errori non
vengono affatto annullati con l’uso dei ritardi: pur venendo meno la concomitanza del secondo
intervallo vietato, infatti, la sensazione delle quinte e/o delle ottave permane ugualmente, anche
perché non si verifica un cambiamento di armonia, ma solo la presentazione posticipata di un suono
facente comunque parte dell’accordo.
Prima di introdurre un ritardo, quindi, è necessario verificare che non si formino tali errori nella
concatenazione armonica.
Elementi di armonia e analisi musicale 91

ESERCIZI

11.1 – Armonizzare il basso seguente inserendo dei ritardi su tutti i suoni che occupano due tempi di battuta:
[§11.2]

11.2 – Armonizzare il basso seguente tenendo conto dei ritardi indicati e inserendone altri ovunque sia possibile, anche
nei rivolti:
[§11.3–5]

11.3 – Armonizzare il basso seguente con i ritardi al basso che interessano armonie in stato di rivolto:
[§11.6]

11.4 – Armonizzare il basso seguente con i ritardi al basso che interessano anche armonie in stato fondamentale:
[§11.7]
LEZIONE XII

FIORITURE MELODICHE

§12.1 Suoni estranei all’armonia

Per rendere più interessante il fluire della musica dal punto di vista melodico, è possibile introdurre
di tanto in tanto dei suoni non compresi negli accordi utilizzati.
Nella precedente Lezione abbiamo già esaminato i ritardi, che però vanno considerati elaborazioni
di tipo armonico, ed in quanto tali possono essere adoperati unicamente tramite la preparazione.
Le fioriture melodiche, invece, consistono in suoni inseriti senza preparazione, purché vengano
utilizzati nelle suddivisioni o sui tempi deboli della battuta: si tratta pertanto di suoni “estranei” che
non alterano la sostanza armonica della successione accordale.

§12.2 Note di passaggio

Posto che vengono definite note reali quelle che fanno parte di un determinato accordo, sono
considerate invece note di passaggio i suoni, estranei all’accordo, inseriti fra due note reali
appartenenti al medesimo accordo, oppure poste tra due accordi consecutivi, che vanno a “riempire”
un salto di 3a o di 4a con un movimento per gradi congiunti.
È indispensabile che le note di passaggio muovano sempre per grado congiunto e che siano
collocate, su un tempo debole e/o in una suddivisione, fra due note reali. Nell’esempio seguente
proponiamo tre situazioni che possono essere “fiorite” con note di passaggio, e indichiamo queste
ultime con la lettera P.

§12.3 Note di volta

Sono molto simili alle note di passaggio, con l’unica differenza che sono inserite fra due note reali
poste alla medesima altezza. Possono essere superiori o inferiori: queste ultime spesso vengono
alterate in senso ascendente per avere una distanza di semitono dalla nota reale. Anch’esse possono
essere utilizzate solo sul tempo debole o in suddivisione, e solo per grado congiunto.
L’esempio seguente mostra in che modo possono essere “fioriti” dei suoni tenuti, anche se collocati
tra due accordi differenti, con note di volta (indicate con la lettera V).
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§12.4 Settima di passaggio

La settima di passaggio può essere considerata un particolare tipo di nota di passaggio: si forma
quando la settima di un accordo, invece di essere presentata simultaneamente agli altri suoni, viene
collocata sul tempo debole o sulla suddivisione, nell’ambito di un movimento per gradi congiunti.
Può essere utilizzata sia in alternativa agli accordi di settima che siamo soliti adoperare (di
dominante e di sopratonica), sia in qualunque altra circostanza simile. Inoltre, poiché la settima di
passaggio, essendo una fioritura melodica, non necessita di preparazione, essa si rivela molto utile
in tutti i casi in cui, volendo utilizzare una settima artificiale, non sia possibile avere la
preparazione della settima.
Nell’esempio seguente presentiamo in sequenza alcune settime di passaggio (indicate con il 7 tra
parentesi) che o sostituiscono la settima di dominante, oppure vengono usate al posto delle settime
artificiali di sopratonica e di tonica.

§12.5 Fioritura dell’unisono

Occorre fare molta attenzione nell’introdurre note di passaggio o di volta che interessano suoni
raddoppiati all’unisono: in questi casi si possono usare solo note di passaggio che, partendo
dall’unisono, si allontanano da esso (movimento divergente), mentre è da evitare la figurazione
opposta (movimento convergente verso l’unisono), come pure l’inserimento di una nota di volta. È
opportuno evitare di procedere in modo convergente verso l’unisono anche nel caso in cui l’altra
voce si muova in un secondo momento, evitando di fatto la simultaneità dell’unisono.
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§12.6 Interpretazione armonica del basso fiorito

Anche il basso può essere interessato dall’uso delle fioriture melodiche: in questi casi diventa di
fondamentale importanza effettuare una corretta interpretazione armonica allo scopo di distinguere
le note reali, che andranno effettivamente armonizzate, dalle note di passaggio e di volta.

Talvolta possono apparire al basso figurazioni melodiche più complesse, costituite da 4 o più suoni,
in cui si combinano fra loro più note reali e fioriture melodiche. Spesso, in questi casi, l’intero
raggruppamento di suoni va armonizzato con un unico accordo che comprende sia il primo suono
della figurazione, ovviamente, sia tutti gli eventuali altri suoni preceduti o seguiti da un salto
melodico, i quali devono sempre essere considerati note reali (indicate con R nell’esempio) dato
che le fioriture melodiche, come abbiamo detto, possono muoversi solo per grado congiunto.

§12.7 Errori di moto retto

Gli errori di moto retto (quinte e ottave reali) non vengono annullati con l’uso delle fioriture
melodiche: anzi, queste ultime sono molto pericolose in questo senso, perché possono trasformare
delle quinte e ottave nascoste, comunemente consentite, in errori di moto retto.
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Per evitare questi problemi, frequenti specialmente nel caso in cui il basso presenti numerose
fioriture melodiche, è indispensabile effettuare uno scambio delle parti simile a quello già
esaminato in §4.6. Al posto dello scambio delle parti asimmetrico si può anche utilizzare una
figurazione melodica simile a quella del basso, ma trasposta una 3a sopra, mentre laddove avremmo
utilizzato uno scambio delle parti simmetrico e speculare possiamo rispondere con una figurazione
melodica che coinvolge le medesime note, ma con gli intervalli invertiti.

§12.8 Fioritura di un ritardo

I ritardi si prestano molto bene ad essere fioriti tramite l’inserimento di una nota di volta superiore
nella fase dell’urto dissonante, purché la fioritura non vada a “scontrarsi” con un suono tenuto nella
voce immediatamente superiore (cfr. §12.5).

È anche possibile risolvere “in anticipo” il ritardo ricorrendo ad una figurazione melodica che si
completa con la nota di volta inferiore del suono ritardato.
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Per quanto riguarda il ritardo al basso della tonica (cfr. §11.7), che abbiamo visto richiedere la
risoluzione della sensibile con un salto di 4a ascendente, possiamo adesso “riempire” questo salto
con delle note di passaggio, che peraltro consentono alla sensibile di risolvere comunque sulla
tonica, seppure “in anticipo” rispetto al previsto.

Quando, infine, il basso è interessato da una fioritura melodica, occorre fare molta attenzione
nell’inserire un ritardo nelle voci superiori: è preferibile che la risoluzione del ritardo non entri in
conflitto con la linea del basso generando un’ulteriore dissonanza. Anche nel caso in cui si voglia
“fiorire” il ritardo, inoltre, la figurazione melodica deve “sposarsi” bene con l’eventuale fioritura
melodica del basso.

§12.9 Altre fioriture melodiche

Esiste poi tutta una serie di fioriture melodiche il cui uso non è normalmente ammesso nell’armonia
scolastica, ma che comunque passiamo brevemente in rassegna:
1. nota di sfuggita: è simile ad una nota di volta superiore, con l’unica differenza che il
secondo suono reale, quello su cui dovrebbe “ritornare” la nota di volta, viene sostituito con
un altro suono in modo tale che la nota di sfuggita prosegua con un salto di 3a discendente;
2. nota di aggancio: viene usata solitamente per fiorire un ritardo e consiste nel far seguire al
suono che provoca l’urto dissonante il suono posto una 3a sotto, il quale poi risolverà con un
movimento per grado congiunto ascendente verso il suono ritardato;
3. nota cambiata: è, di fatto, una nota di passaggio che prosegue di salto, ma senza cambiare
direzione;
4. anticipazione: è una nota, collocata sul tempo debole o sulla suddivisione, che anticipa la
nota reale, presentata nella medesima voce, dell’accordo successivo.

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