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Carl Orff nacque il 10 luglio del 1895 a Monaco da una famiglia bavarese
di militari dediti sia alla musica che agli studi storici; il nonno Carl
Koestler (1837-1924), amico del compositore Joseph Rheinberger, suonava il
pianoforte e fu tra i fondatori, nel 1866, dell'associazione orchestrale
dilettantesca Wilde Gung'l, ancora oggi esistente. Il padre, Heinrich
Maria Orff (1869-1949), "ufficiale con il corpo e con l'anima[1]", suonava
il contrabbasso nell'orchestra dei Wilde Gung'l e il pianoforte, mentre
sua madre, Paula Koestler (1872-1960), era un'ottima pianista, formatasi
sotto la guida di Joseph Giehrl, allievo a sua volta di Franz Liszt e
amico di Richard Strauss.
Dopo la guerra
Orff prestò servizio durante la prima guerra mondiale: ferito in trincea
sul fronte orientale, terminò il servizio militare, nel 1918, come
assistente Kapellmeister presso l'Opera di Mannheim, a fianco di Wilhelm
Furtwängler, e quella di Darmstadt. Tornato a Monaco nel 1919, dopo un
breve studio non particolarmente fruttuoso presso Heinrich Kaminski (1920-
21), si volse allo studio degli "alte Meister", degli "antichi maestri"
dei secoli XVI e XVII (Orlando di Lasso, William Byrd, Haßler, Dietrich
Buxtehude eccetera): determinante per la sua maturazione fu soprattutto lo
studio delle opere di Claudio Monteverdi, del quale allestì, a partire
dal 1923, importanti rielaborazioni (Orpheus, dalla "Favola di Orfeo",
Klage der Ariadne, dal "Lamento di Arianna", e Tanz der Spröden, da "Il
Ballo delle Ingrate", Ottavo Libro di Madrigali, 1608) I testi,
liberissime traduzioni degli originali, furono approntati da Dorothee
Günther, e per la Klage der Ariadne, dallo stesso Orff. Fu in particolare
l'etnomusicologo, organologo e storico della danza Curt Sachs, direttore
all'epoca della Staatliche Musikinstrumente-Sammlung di Berlino,
conosciuto da Orff nel 1925 in occasione di un concerto nel quale furono
presentati al pubblico i suoi "Werfel-Lieder", a stimolarlo ad
approfondire la conoscenza della musica del compositore cremonese: Orff
divenne così uno dei più importanti pionieri della Monteverdi-
Renaissance del XX secolo (lavorò fra l'altro anche a una rielaborazione
dell'"Incoronazione di Poppea", ma nessun impresario teatrale si mostrò
interessato a un allestimento che appariva all'epoca poco più che
un'operazione di archeologia musicale).