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il rinascimento (capitolo 9)

umanesimo: la parola deriva da umanista ed è il processo di rinnovamento culturale che


iniziò a manifestarsi in Italia alla fine del 300,alla base della sua formazione intellettuale si
trova la cultura classica romana e greca,con questo movimento essa divenne la fonte per
la rottura intellettuale con l’eredità del Medioevo,in particolare con il primato della religione e
della Chiesa cattolica. Nell’umanesimo si può dire che diventi un modello di vita che
prescrive dei comportamenti in ogni ambito sociale. Era uno strumento per realizzare la
dignità dell’uomo. Il primo a proporre la necessità di un ritorno allo studio degli autori antichi
fu Petrarca.Coluccio Salutati,allievo del poeta,riscoprì testi importanti di Cicerone mentre
Poggio Bracciolini esplorò monasteri svizzeri,francesi e tedeschi ritrovando opere
preziosissime tra cui altre orazioni di Cicerone.
filologia: nacque in questo periodo,è la scienza che consente di restituire testi il più
possibile vicino agli originali, ‘’restaurando’’ l’opera. Il fondatore di questa scienza è Lorenzo
Valla.
L’umanesimo è strettamente legato alla borghesia cittadina ma il suo messaggio è
universale,sarebbe l’affermazione della dignità dell’uomo come valore universale
dell’umanità. Ciò è il motivo della sua rapida diffusione in Europa. Si può dire quindi che
questo movimento abbia 2 temi principali ovvero la dignità dell’uomo e la libertà di esso.
L’umanesimo abbandona gli ideali medievali della rinuncia e della povertà,mette in
discussione l’idea della salvezza eterna. Rivaluta l’impegno civile e l’operosità in ogni
campo. Con questo movimento l’uomo celebrava se stesso. L’immagine umanistica si fonda
sulla laicizzazione ovvero il ripudio di ogni forma di religiosità e l’affermazione
dell’autosufficienza. Con l’umanesimo nacque la pedagogia che mirava a plasmare le
capacità critiche e dialettiche attraverso un confronto con i maestri e la lettura delle opere
più importanti di ogni campo del sapere. Con questo si cercava di suscitare e potenziare la
creatività degli studenti e si abbandonarono persino i metodi repressivi come castighi tipici
del medioevo. Questo tipo di istruzione era dedicato ai ragazzi in quanto le donne ne erano
escluse a meno che non si trovassero in monastero. Le poche donne istruite facevano parte
di una élite ristretta e privilegiata.L’umanesimo è accompagnato dal
rinascimento: indica una rinascita dopo il periodo medievale di cui l’uomo era consapevole,i
pensatori di questo periodo sapevano perfettamente che il loro tempo era completamente
distaccato dalla media aetas ovvero l’età tra la cultura classica e il loro periodo,in poche
parole,il medioevo. In Italia questo periodo fu caratterizzato da una straordinaria
concentrazione di ingegni come Raffaello,Michelangelo,Masaccio,Tiziano. In questo periodo
per quanto riguarda l’arte si affermano il busto-ritratto,la statua equestre,il madrigale
(musica),la natura morta. Nacque anche la prospettiva con Filippo Brunelleschi e la
rappresentazione dello spazio tridimensionale. Rinacquero le commedie e le tragedie. La
nascita del rinascimento fu favorita da;
-intensa urbanizzazione
-libertà comunale che favorì l’inventiva e la creatività
-alta concentrazione di attività artigianali,poiché gli artisti erano per la maggior parte
artigiani più artigiani c’erano più la possibilità che uno di questi fosse un’artista era alta.
-l’appoggio della committenza pubblica e privata che investivano in edifici e opere d’arte per
testimoniare la loro ricchezza
-lo studio del diritto romano
-le biblioteche le quali permettevano lo studio degli autori antichi attraverso copie
manoscritte delle loro opere.Ciò ovviamente facilitò lo studio della cultura classica.

La popolazione era composta per la maggior parte da contadini analfabeti motivo per cui gli
artisti e i colti facevano parte di un gruppo élite che non contava più di mille persone. La
maggior parte di queste proveniva dalla Lombardia,dal Veneto, dalla Toscana e dai
territori pontifici questi erano la maggior parte delle volte figli di artigiani e bottegai o di
nobili,mercanti e professionisti. Gli artisti erano vittime di due pregiudizi: il loro lavoro era
manuale come quello dell’artigiano, l’arte era meccanica e quindi indegna di un individuo di
condizione elevata. Inoltre il fatto che vendeva le sue opere lo rendeva simile al venditore.
Con il rinascimento il lavoro dell’artista inizia ad essere riconosciuto come creativo e
intellettuale. Le opere erano ammirate da moltissimi nobili che non esitavano a pagare alti
prezzi per esse. La condizione sociale degli artisti inoltre si evolse positivamente come
dimostra il brevetto che assicurava all’ideatore di un’invenzione i diritti di essa.

Il fallimento della politica e l’invasione dell’Italia portarono a un profondo pessimismo


che portò pensatori come Machiavelli e Guicciardini a un’indagine sui moventi che portano
gli uomini in politica. Guicciardini è convinto che gli uomini sono inevitabilmente preda del
male e che i loro comportamenti sono dovuti a motivazioni non ragionevoli. Per lui la realtà
umana non è interpretabile in base a regole generali poiché il carattere umano è una
perenne mutevolezza. Machiavelli invece presenta la nascita della concezione laica e
moderna della politica. Individua leggi immutabili che secondo lui governano la storia
umana e sostiene che gli uomini in politica sono guidati soltanto dal loro interesse. Le azioni
dell’uomo non dipendono da nessun intervento divino e gli storici e i politici devono prendere
atto di ciò senza però smettere di lottare, il politico deve mirare soltanto al bene dello Stato e
dei suoi cittadini tenendo conto delle leggi. La virtù del politico dunque consiste nella
comprensione dei comportamenti umani che è ciò che gli permette di prevalere anticipando
le azioni altrui. Con questa riflessione Machiavelli evidenzia l'assenza di regole morali nelle
leggi politiche che può essere trovata nella sua opera ‘’Il principe’’ in cui il principe è
presentato come la forma di potere più adatta per assicurare il miglior svolgimento della vita
associata. Egli era impegnato ad assicurare il bene dello Stato. Il pensatore fu anche molto
critico nei confronti della chiesa che rimproverò per aver ostacolato le organizzazioni unitarie
in Italia (era favorevole al paganesimo).
scienza: Con il Rinascimento si affermarono Andrea Vesalio e Niccolò Copernico. Vesalio
portò l’innovazione della dissezione anatomica che lui stesso effettuava durante le sue
lezioni. Egli unì per la prima volta la teoria alla prassi. Copernico invece,riprendendo teorie
già elaborate in antichità, propose un nuovo modello cosmologico eliocentrico fondato sul
movimento della terra attorno al sole. Tuttavia nella sua teoria c’erano varie imprecisioni e
contraddizioni che gli non riuscì a spiegare. La sua teoria era testimone della
modernizzazione del pensiero scientifico motivo per cui si può dire che la rivoluzione
copernicana sia stata anche filosofica e mentale. Questa teoria fu molto contestata.

Per quanto riguarda la religione il rinascimento non fu né ateo né pagano in quanto


nessuno voleva rinunciare alle proprie credenze.Erasmo da Rotterdam affermò la necessità
della lettura dei testi sacri in lingua originale e non soltanto in traduzione latina. La sua
attività era basata sulla ricerca di una religiosità e di una moralità profonda e intensa. Il suo
pensiero fu condiviso nel libro Utopia di Tommaso Moro il quale descrive una città introvabile
che vive nella fantasia e nelle aspirazioni degli intellettuali. All’interno di questa gli uomini
vivono modestamente nell’età dell’oro. Essa è uno specchio rovesciato del disordine e della
corruzione che la ragione umanistica non accetta.

Il rinascimento fu anche una rivoluzione culturale. Durante questo fu inventata la stampa a


caratteri mobili da Johann Gutenberg durante la metà del 400. Egli incise le lettere
dell’alfabeto su piccoli blocchi di legno per poter comporre rapidamente le pagine dei libri.
Grazie a lui si realizzò la Bibbia in latino nel 1457 circa. Grazie a questa invenzione aumentò
la produzione di libri e diminuì il loro costo. Nacquero anche vere e proprie imprese
tipografiche finanziate da grandi investitori e la figura del mercante librario che aiutò
particolarmente l'industria del libro. Grazie alla stampa furono ridotti i numerosi errori che
venivano fatti dagli amanuensi e furono limitati i danneggiamenti delle opere. Un’altra
importante conseguenza fu la standardizzazione ovvero la diffusione di copie di libri
identiche di uno stesso libro. Ciò permise agli studiosi di lavorare e discutere su copie di
opere uguali tra di loro.
Durante il rinascimento il numero di università crebbe e le libertà universitarie subirono
drastiche limitazioni. Principi e signori acquisirono un controllo maggiore su queste e
ridussero la loro autonomia. Le università inoltre assunsero una fisionomia meno
internazionale rispetto agli anni precedenti quando accoglievano studenti provenienti da
numerose città diverse. Gli studenti avevano meno potere e il corpo insegnante si
aristocraticizzò quindi il reclutamento divenne ereditario e i docenti iniziarono a condurre un
vita da nobili.L’umanesimo era volto a cambiare le istituzioni motivo per cui si crearono
polemiche all’interno di questi gruppi.

Tra il XV e il XVI la corte divenne centro di elaborazione culturale. I nobili si circondarono


di artisti ai quali garantirono protezione per dare prestigio alla propria casata e allo stato. La
corte fu inoltre luogo di consumo della cultura. Il pubblico di essa era composto
principalmente da cortigiani. Le corti più prestigiose erano quelle di Firenze con Lorenzo dei
Medici,Milano con Ludovico Moro, Roma,Mantova e Ferrara con Isabella d’Este e Lucrezia
Borgia,queste ultime due corti divennero centri propulsori della musica polifonica. In questo
periodo si svilupparono anche le accademie ovvero cenacoli dove si incontravano vari
studiosi per conversare e discutere. Furono poste sotto la protezione dei nobili e aiutarono
particolarmente la cultura umanistica. La protezione dei signori non era dovuta solo alla
necessità di mostrare il prestigio della propria casata ma anche all’esigenza di controllare gli
intellettuali. L’accademia era priva di finalità pratiche e si differenziava dall’università per la
mancanza di corsi rigidamente regolati. Durante il XVI secolo divenne un’istituzione ufficiale.

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