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La Spagna di Filippo II
Dopo l’abdicazione dell’imperatore Carlo V nel 1556, il regno di Spagna passo a suo figlio Filippo
II. Questi governò attraverso un complesso apparato burocratico. I suoi possedimenti erano divisi
in province e regni affidati a viceré o governatori. Quindi la politica della monarchia era tracciata
dai consigli, una sorta di “ministeri”. Il Consiglio di Stato, il più importante, definiva la strategia
politica generale ed estera, mentre quella economica era affidata al Consiglio del Tesoro e delle
Finanze. I funzionari acquistavano i ruoli politici pagavano somme proporzionate all’importanza
del loro incarico.
Inoltre si prefisse l’obiettivo di unire nella fede cattolica tutti i suoi domini (fu infatti sostenitore
delle iniziative dell’inquisizione contro l’eresia e soprattutto contro i moriscos e i conversos).
La Spagna dovette la propria prosperità ai metalli preziosi provenienti dalle colonie americane da
questa conquistate. Tuttavia manca una borghesia in grado di far fruttare questa fonte di ricchezza
e cresceva la mentalità parassitaria (basata su frutti altrui , in questo caso le importazioni dall’
america). Durante il regno di Filippo II per tre volte fu dichiarata bancarotta dello Stato.
Filippo Secondo attuò una forte politica estera che lo impegnò nei fronti del Mediterraneo (contro
gli ottomani nela battaglia di Lepanto), I Paesi Bassi (protestanti), l’Inghilterra (con la quale vi
erano motivi di contrasto sul piano religioso e per il controllo dei mari), le colonie americane, e il
Portogallo.
L’ Inghilterra Elisabettiana
Il 1553 vede l’Inghilterra troneggia data da Maria Tufor, che pur restaurando il cattolicesimo,
attirò l’opposizione protestante. Alla sua morte le candidate al trono erano Elisabetta Tudor (Nata
dal matrimonio tra Enrico VIII e Anna Bolena) e Maria Stuart (Cattolica, regina di Scozia e sposata
col sovrano francese). Per paura di dipendere dalla Francia, il parlamento inglese incoronò
Elisabetta nel 1558.
Il regno di Elisabetta (soprannominata età elisabettiana) fu uno dei periodi più prosperi per la
storia inglese. Ella avvia un processo di modernizzazione del paese, Che favorì uno ricrescita
economica in tutti settori (l’Inghilterra nella seconda metà del cinquecento era più arretrata
rispetto alle altre potenze europee quali Francia Spagna). In particolare intervenne nell’economia
secondo i principi del mercantilismo (riserva della moneta, promozione dell’economia nazionale,
unificazione delle condizioni dell’economia nazionale) E attuando un forte controllo sul
commercio internazionale(compagnie privilegiate e corsari per depredare i vascelli spagnoli
portoghesi). Dal punto di vista religioso Ella scienze protestantesimo ma non perseguire cattolici,
favorendo un clima di pace.
Nel 1561 Maria Stuart ritornò in Scozia. Per via di numerosi tentativi per ristabilire il
cattolicesimo nel 1567 esplose la rivolta protestante e Maria fu costretta a fuggire presso la corte
di Elisabetta, la quale la giustiziò nel 1587 per aver preso parte a dei complotti contro la regina
(nel frattempo scomunicata nel 1570).
La morte di Maria Stuart diede inizio ad una guerra che vide inizialmente la vittoria degli inglesi
contro l’invincibile armata spagnola nel 1588 e culminata nelle 1604. Nel frattempo entrambi
sovrani morirono. Elisabetta non aveva discendenti, e il trono di Inghilterra la sua morte nel
1603passo a Giacomo Stuart, figlio di Maria, il quale unificò il regno di Scozia con quello
d’Inghilterra.