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Nel periodo che va dalla pace di Cateau-Cambresis (1559) alla pace di Vervins
(1598), la Francia dovette affrontare le “guerre di religione”. Per comprendere gli
eventi accaduti in questo periodo (eventi non solo riguardanti l’ambito religioso, ma
anche il campo politico e civile in generale), si deve tener conto di alcune situazioni:
la crisi dinastica, dopo la morte del re Enrico II di Valois (1559);
la divisione del paese in ugonotti (calvinisti francesi) e cattolici;
il nesso tra lotta politica e lotta religiosa e la sua influenza su partiti e fazioni nella
lotta per il potere;
i condizionamenti internazionali quali le battaglie del tempo (Lepanto, Invincibile
Armata) e la politica matrimoniale (il matrimonio tra Francesco II di Valois e Maria
Stuart fece sperare i francesi di poter avere il controllo dell’Inghilterra, ma il sovrano
francese morì giovanissimo).
Nel 1559 moriva Enrico II lasciando 3 principi minorenni. La reggenza passava alla
vedova di Enrico II Caterina de Medici, dotata di notevoli capacità politiche la regina
però era straniera e doveva affrontare numerosi problemi: la crisi finanziaria e
l’aumento del debito pubblico, la diffusione dell’eresia calvinista nel suo territorio.
Il potere centrale era debole e doveva fare i conti con una nobiltà forte, divisa in
partiti per la conquista del potere. La divisione tra questi partiti rispecchiava anche
la forte contrapposizione religiosa. Il leader del partito cattolico era guidato da
Francesco di Guisa nelle cui file vi erano i nobili delle regioni settentrionali. Antonio
di Borbone, re di Navarra, era il leader invece del partito ugonotto nelle cui file
militavano i nobili delle regioni meridionali. Alla morte di Enrico II Caterina adottò
una linea di mediazione per non far aumentare il potere dei Guisa, quindi fece al
partito ugonotto varie concessioni emanando nel 1562 l’editto di Saint Germain che
concedeva libertà di culto agli ugonotti, obbligati però a risiedere fuori dalle mura
della città. I cattolici reagiscono all’editto con la strage di Vassy, in cui circa 70
ugonotti vengono massacrati. E da qui iniziano le guerre di religione.
Nella prima fase Caterina consentì solo alla nobiltà di praticare la religione
protestante nelle proprie terre e ne limitò il culto nelle città. Gli ugonotti non sono
soddisfatti delle concessioni e si scontrano violentemente con i cattolici sia in
campagna che in città.
Per via delle pressioni esercitate dagli ugonotti, Caterina è costretta a promulgare il
secondo editto di Saint Germain (1570): e così venne riconosciuta agli ugonotti la
piena libertà di culto.
Nel corso di una lunga guerra civile la Francia rischiò di perdere la propria unità
politica infatti gli ugonotti stavano acquistando in Francia un forte potere e decisi a
combattere gli spagnoli. La Spagna, il Papa e Filippo II appoggiarono il partito
economico di Francesco di Guisa, anche Caterina sostenne il Guisa e nella notte di s
San Bartolomeo (Agosto 1572) migliaia di ugonotti vennero uccisi.
La guerra aumentava con la Spagna che sosteneva De Guisa e l’Inghilterra affianco di
Antonio di Borbone.
La guerra si risolse quando Enrico III prima di morire indicò Enrico di Borbone come
suo successore al trono. Quest’ultimo era stato il capo degli ugonotti, egli capì che
per essere accettato come re e porre fine alla guerra civile doveva rinunciare alla
propria religione quindi si convertì al cattolicesimo e nel 1594 fu incoronato re di
Francia con il nome di Enrico IV, poi nel 1598 emanò l’editto di Nantes con il quale
concedeva agli ugonotti il diritto di esercitare il loro culto in tutte le città del regno
tranne alcune tra le quali Parigi.
Gli ugonotti mantennero anche le proprie piazze forti cioè delle fortificazioni
occupate da soldati. Quest’editto garantiva una libertà di culto agli ugonotti e
dimostrava la necessità da parte del re di mettersi al di sopra dei conflitti religiosi.