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Società e cultura
Il contesto sociale
L’amor cortese
Il costituirsi delle lingue volgari dà luogo alle nuove letterature romanze, che si distinguono in tre gruppi:
L’epica
Le canzoni di gesta celebravano le imprese degli antichi eroi appartenenti alle casate nobiliari. Ad esempio
la Chanson de Roland, scritta in lingua d’oil, narra le gesta del celebre paladino di Carlo Magno. Il costituirsi
delle nuove nazionalità dà origine a nuovi cicli epici: il cantare germanico dei Nibelunghi, con l’eroe
Sigfrido, e quello spagnolo del Cid, in cui il campione combatte vittoriosamente contro i Mori.
Il romanzo
L’emergere di più complesse esigenze culturali segnano il passaggio al romanzo, detto “cavalleresco” o
“cortese”, perché nasce tra le corti feudali. Il tema dominante è l’amore; prevalgono i duelli, in cui i
campioni si battono in difesa delle donne e dei deboli. SI afferma anche l’elemento magico, non più
giustificato dal divino. Diffusa è la “materia bretone”, con re Artù e i suoi cavalieri della Tavola Rotonda, tra
cui Lancillotto. Enorme diffusione ebbe anche la storia di Tristano e Isotta. Accanto alla materia di Bretagna
compare anche la materia classica, dove, per la mancanza di ogni senso di prospettiva storica, i personaggi
antichi sono presentati come cavalieri cortesi.
La lirica provenzale
Composta in lingua d’oc, si afferma in Provenza, da dove si diffonderà poi anche in Italia. Questi poeti, i
trovatori, accompagnano con la musica i loro componimenti.
I generi minori
In Francia si diffondono i lais, poemetti in versi, che approfondiscono l’espressione del sentimento e della
sofferenza amorosa. Successo ebbe anche il romanzo allegorico, ricco di personificazioni e simboli. Un
esempio è il Roman de la rose che racconta di un sogno in cui l’innamorato cerca di entrare nel giardino di
Amore per ottenere i favori della donna amata. Si diffondono anche i fabliaux, brevi racconti in versi dal
tono ironico che descrivono quadretti comici e popolari con un linguaggio libero e disinibito. Intenti satirici
si ritrovano anche nei racconti degli animali parlanti che costituiscono il Roman de Renart, dal nome
proprio della volpe.
Le canzoni di Gesta
Il Roman de la Rose
Ci è giunto in due parti distinte, opera di diversi autori. La prima parte fu composta nel 1230 da un chierico,
conta 4000 versi, ottonari a rima baciata. È il racconto di un sogno, in cui l’amante entra nel giardino
inaccessibile di Amore per cogliere la rosa, custodita da Vergogna, Paura, Pericolo e Maldicenza. Viene
accompagnato da Bell’Accoglienza e consigliato dalla signora Ragione. Ne risulta una sorta di arte d’amare.
La seconda parte è stata scritta dopo quarant’anni da un altro chierico: all’amore cortese si sostituisce un
amore fisico, più sensuale. L’opera ha avuto una traduzione parziale in volgare fiorentino (Il fiore) costituita
da 232 sonetti. Sebbene anonima, è stata attribuita a Dante.
I fabliaux
Destinati ai ceti più bassi, raccontano vicende comiche e popolari irridendo e contestando le forme
dell’ideologia ufficiale. Il linguaggio appare libero e disinibito, spingendosi fino all’oscenità.
La lirica provenzale
Gli autori
Nel corso del XII secolo l’ideale cortese fu elaborato soprattutto nelle corti del Sud della Francia, la
Provenza, in lingua d’oc. La poesia veniva cantata nelle corti feudali con accompagnamento di musica. I
poeti, i trovatori (da trobar, “comporre musica”), erano coloro che componevano testi e musica. Quando
non erano loro ad eseguire le loro composizioni davanti al pubblico, erano i giullari, cantori professionisti.
Secondo la tradizione, il primo dei trovatori fu Guglielmo IX d’Aquitania, un grande signore feudale amante
della guerra e dei piaceri. Tra i poeti più noti troviamo Bertran de Born, Jaufré Rudel, Bernart de Ventadorn,
Arnaut Daniel.