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L’età cortese

Società e cultura

Il contesto sociale

I presupposti culturali e sociali della letteratura in volgare


Perché si passi a usare il volgare in letteratura occorreva che un nuovo gruppo sociale “laico” senta il
bisogno di esprimere la propria visione della vita e che ci sia un pubblico “laico”. Queste condizioni si
verificarono nella Romània francese verso la fine dell’XI secolo. Il ceto dominante, composto da
un’aristocrazia di origine guerriera, fu lentamente affiancato dalla cavalleria. È per opera di questo ceto che
si forma l’ideale cavalleresco. I valori fondamentali sono:
 la prodezza, il valore nell’esercizio delle armi, il coraggio e lo sprezzo del pericolo;
 il senso dell’onore, da tutelare ad ogni costo;
 la lealtà, il rispetto dell’avversario;
 la generosità con i vinti;
 il rispetto della parola data;
 la fedeltà al signore o al sovrano;
 l’idea che la vera nobiltà è quella dell’animo, non quella esteriore.

L’evoluzione del codice cavalleresco e le canzoni di gesta


La Chiesa tenta di operare una mediazione tra la concezione guerresca e quella cristiana. Gli originali valori
cavallereschi vengono mitigati: il cavaliere deve mettere la sua prodezza a servizio dei deboli e degli
oppressi, in particolare in difesa delle donne. Nasce il concetto di “guerra santa” e vengono organizzate le
prime crociate. In concomitanza nascono in Francia le canzoni di gesta, poemi epici che esaltano le imprese
eroiche dei cavalieri in difesa della fede.

Gli ideali della società cortese


I valori cavallereschi trapassano nell’ideale cortese (così chiamato perché i centri della vita associata sono
le corti dei grandi signori feudali), che rappresenta la visione più matura della civiltà feudale. Alle virtù
militaresche si aggiungono altre “civili”:
 la liberalità: il disprezzo dall’attaccamento al materiale e la generosità nel donare,
 la magnanimità: la capacità di compiere gesti di rinuncia;
 il culto della misura: il sapiente dominio di sé.
La cortesia è un ideale di un’élite chiusa, tutti coloro che non ne fanno parte sono sprezzantemente definiti
“villani”: la “villa”, la campagna abitata dai contadini, è ritenuta il luogo per eccellenza della rozzezza. In
questa concezione acquista un rilievo primario la donna, il cui culto diviene il tema dominante della
letteratura di questo periodo, e si traduce in una particolare concezione dell’amore.

L’amor cortese

Il codice dell’amore cortese


L’amor cortese appare per la prima volta nella poesia lirica dei trovatori provenzali, nella Francia
meridionale. Si possono riconoscere alcuni aspetti basilari:
 la donna è vista come un essere sublime e irraggiungibile, degno di venerazione. L’uomo dunque si
pone in un atteggiamento di inferiorità. Di essa può innamorarsi pur non avendola mai vista;
 l’amore è inappagato e non chiede nulla in cambio. Esso non è mai destinato a concretizzarsi;
 l’esercizio di devozione purifica l’animo da ogni rozzezza: l’amore si identifica infatti con ”cortesia”;
 si tratta di un amore adultero, che si svolge al di fuori del vincolo coniugale. Questo carattere esige
il segreto: alla donna si può alludere solo tramite uno pseudonimo (senhal);
 l’amore è una passione esclusiva dinanzi a cui tutto si svaluta, nasce così un conflitto tra amore e
religione.

Storia della lingua e fenomeni letterari

Le tendenze generali della produzione letteraria e i generi principali

Il costituirsi delle lingue volgari dà luogo alle nuove letterature romanze, che si distinguono in tre gruppi:

L’epica
Le canzoni di gesta celebravano le imprese degli antichi eroi appartenenti alle casate nobiliari. Ad esempio
la Chanson de Roland, scritta in lingua d’oil, narra le gesta del celebre paladino di Carlo Magno. Il costituirsi
delle nuove nazionalità dà origine a nuovi cicli epici: il cantare germanico dei Nibelunghi, con l’eroe
Sigfrido, e quello spagnolo del Cid, in cui il campione combatte vittoriosamente contro i Mori.

Il romanzo
L’emergere di più complesse esigenze culturali segnano il passaggio al romanzo, detto “cavalleresco” o
“cortese”, perché nasce tra le corti feudali. Il tema dominante è l’amore; prevalgono i duelli, in cui i
campioni si battono in difesa delle donne e dei deboli. SI afferma anche l’elemento magico, non più
giustificato dal divino. Diffusa è la “materia bretone”, con re Artù e i suoi cavalieri della Tavola Rotonda, tra
cui Lancillotto. Enorme diffusione ebbe anche la storia di Tristano e Isotta. Accanto alla materia di Bretagna
compare anche la materia classica, dove, per la mancanza di ogni senso di prospettiva storica, i personaggi
antichi sono presentati come cavalieri cortesi.

La lirica provenzale
Composta in lingua d’oc, si afferma in Provenza, da dove si diffonderà poi anche in Italia. Questi poeti, i
trovatori, accompagnano con la musica i loro componimenti.

I generi minori

In Francia si diffondono i lais, poemetti in versi, che approfondiscono l’espressione del sentimento e della
sofferenza amorosa. Successo ebbe anche il romanzo allegorico, ricco di personificazioni e simboli. Un
esempio è il Roman de la rose che racconta di un sogno in cui l’innamorato cerca di entrare nel giardino di
Amore per ottenere i favori della donna amata. Si diffondono anche i fabliaux, brevi racconti in versi dal
tono ironico che descrivono quadretti comici e popolari con un linguaggio libero e disinibito. Intenti satirici
si ritrovano anche nei racconti degli animali parlanti che costituiscono il Roman de Renart, dal nome
proprio della volpe.

Le forme della letteratura cortese

Le canzoni di Gesta

Le origini del genere


Tratta imprese di guerra e eroi nel volgare della Francia del Nord (lingua d’oil). Chansons perché i testi
venivano cantati, geste perché raccontava di imprese. Molte di queste erano incentrate su Carlo Magno e i
conti palatini, poi chiamati paladini. Nelle vicende del passato vengono proiettate mentalità e usanze del
presente. Introducono inconsapevolmente lo spirito delle crociate: il poeta non immaginava che i rapporti
tra cristiani e musulmani avessero mai potuto essere diversi.

Principali caratteristiche delle canzoni di gesta


La trasmissione di questi testi era orale: venivano cantati dinanzi ad un uditorio, su una semplice melodia,
con accompagnamento di uno strumento musicale. Per questo presentavano molte ripetizioni. Erano in
versi decasillabi, raggruppati in lasse, strofe di lunghezza disuguale. I versi erano legati da assonanze, cioè
dal ricorrere, nelle parole finali, delle stesse vocali. Si delinea una nuova figura intellettuale: il giullare.
Poteva essere un giocoliere o un mimo, che girava in piazza per divertire il pubblico, oppure un poeta
fornito di cultura, accolto nelle corti e nelle grandi abbazie. La nascita delle canzoni di gesta è associata ai
monasteri, posti che conservavano ricordi degli eroi popolari e li condividevano con i giullari.

La diffusione del genere


Queste canzoni ebbero grande popolarità al di fuori della Francia; in Italia si diffusero soprattutto al nord.
La vita del ciclo carolingio fu molto lunga: alimentò le narrazioni dei canterini, poeti che intrattenevano le
folle sulle piazze. La più famosa è la Chanson de Roland. Componimenti epici europei affini alle chansons
sono: il Cantare del Cid (sul territorio spagnolo), la Canzone dei Nibelunghi (in area germanica) e il Cantare
delle gesta di Igor (in Russia).

L’epica francese e la Chanson de Roland


“Il monumento letterario più popolare del Medioevo francese” si diffonde in Francia nel XII secolo. Ci sono
state tramandate diverse redazioni; la più antica è del manoscritto di Oxford in anglo-normanno. C’è chi
crede sia opera di un unico autore e chi pensa che sia una fusione di diverse leggende. La canzone di circa
4000 decasillabi, in lasse assonanzate, narra le avventure di Orlando e degli altri undici paladini di Carlo
Magno in guerra contro i musulmani di Spagna. Compaiono dunque due temi: la guerra santa e la
celebrazione del rapporto di onore e fedeltà.

Il romanzo cortese cavalleresco

Le caratteristiche del genere


L’amore cortese trovò espressione nel nord della Francia in forme narrative in lingua d’oil e nel sud in
forme liriche in lingua d’oc. L’amore come protagonista porta all’importanza centrale dei personaggi
femminili. Dalla presenza di un meraviglioso di tipo fantastico e fiabesco percepiamo il carattere profano
delle opere. Nel romanzo i cavalieri partono alla ricerca di una donna o di un oggetto (il Santo Graal, una
coppa…) compiendo numerose avventure. Il romanzo, che usa l’ottonario e la rima baciata, ha una
struttura aperta, in cui le avventure possono susseguirsi all’infinito in modo imprevisto, dinamico.

Il pubblico e gli autori


Tutto ciò ci rivela che queste opere sono destinate all’intrattenimento di una società elegante e raffinata, la
società di corte. Spesso nella narrazione viene data una rappresentazione idealizzata della vita di questa
società. Gli autori sono chierici colti, che vivono nelle corti feudali sotto la protezione dei grandi signori. Le
loro opere nascono subito per la lettura (pubblica o “mentale”), simbolo di una società più evoluta.
La genesi del romanzo
La materia è tratta prevalentemente da antiche leggende bretoni: esse si incentravano sul mitico re
britannico, Arthur, e i cavalieri (Lancillotto, Ivano, Galvano, Perceval) che si riunivano intorno alla Tavola
Rotonda, partendo alla ricerca di avventure.

Gli autori e i cicli più diffusi


L’autore più significativo è Chretien de Troyes che, originario della Champagne, operò alla corte di Troyes,
un centro a nord-est di Parigi. Compose una serie di romanzi dedicati ai Cavalieri della Tavola Rotonda, fitti
di avventure e di eventi magico-meravigliosi. Tradusse inoltre l’Ars amandi (“Arte di amare”) di Ovidio.
Un’altra famosissima leggenda è quella di Tristano e Isotta, che narra della passione invincibile che lega i
due a causa di un filtro magico.

Il Roman de la rose e i fabliaux

Il Roman de la Rose
Ci è giunto in due parti distinte, opera di diversi autori. La prima parte fu composta nel 1230 da un chierico,
conta 4000 versi, ottonari a rima baciata. È il racconto di un sogno, in cui l’amante entra nel giardino
inaccessibile di Amore per cogliere la rosa, custodita da Vergogna, Paura, Pericolo e Maldicenza. Viene
accompagnato da Bell’Accoglienza e consigliato dalla signora Ragione. Ne risulta una sorta di arte d’amare.
La seconda parte è stata scritta dopo quarant’anni da un altro chierico: all’amore cortese si sostituisce un
amore fisico, più sensuale. L’opera ha avuto una traduzione parziale in volgare fiorentino (Il fiore) costituita
da 232 sonetti. Sebbene anonima, è stata attribuita a Dante.

I fabliaux
Destinati ai ceti più bassi, raccontano vicende comiche e popolari irridendo e contestando le forme
dell’ideologia ufficiale. Il linguaggio appare libero e disinibito, spingendosi fino all’oscenità.

La lirica provenzale

Gli autori
Nel corso del XII secolo l’ideale cortese fu elaborato soprattutto nelle corti del Sud della Francia, la
Provenza, in lingua d’oc. La poesia veniva cantata nelle corti feudali con accompagnamento di musica. I
poeti, i trovatori (da trobar, “comporre musica”), erano coloro che componevano testi e musica. Quando
non erano loro ad eseguire le loro composizioni davanti al pubblico, erano i giullari, cantori professionisti.
Secondo la tradizione, il primo dei trovatori fu Guglielmo IX d’Aquitania, un grande signore feudale amante
della guerra e dei piaceri. Tra i poeti più noti troviamo Bertran de Born, Jaufré Rudel, Bernart de Ventadorn,
Arnaut Daniel.

Temi e forme poetiche


Il tema centrale è l’amore, trattato secondo i canoni cortesi. Esso è proclamato come fonte di ogni bontà,
bellezza, gentilezza d’animo. Per il timore che i “malparlieri” possano attentare all’onore della donna, viene
indicata con un soprannome fittizio (senhal). Ma i trovatori trattano anche temi politici, guerreschi, morali,
satirici. I generi sono:
 la canzone d’amore, dal complesso sistema metrico;
 il sirventese, lunga canzone di argomento morale, politico o polemico, collegata ad un fatto esterno
o contemporaneo;
 il compianto, un sirventese dedicato a piangere un personaggio famoso;
 la tenzone, una discussione tra più poeti;
 la pastorella, in cui un cavaliere cerca di sedurre una contadina;
 l’alba, un lamento dell’amante o della donna, addolorati perché l’alba li separa;
 il plazer, un’enumerazione di cose piacevoli;
 l’enueg, un’enumerazione di cose sgradevoli;
Si delinenano anche diverse tendenze di stile: il trobar clus, uno stile elaboratissimo, artificioso ed oscuro
ed il trobar leu, più limpido ed aggraziato.

L’eredità della lirica provenzale


All’inizio del XIII secolo papa Innocenzo III scatenò una guerra che distrusse la potenza dei signori provenzali
e la cultura sviluppatasi nelle loro corti. L’eredità di questa cultura sopravvisse in alcune corti del Nord della
Francia dove si sviluppò anche una poesia in lingua d’oil, grazie ai trovieri. I trovatori si dispersero nei paesi
confinanti, come Spagna e Italia. Ricordiamo Raimbaut de Vaqueiras e Uc di Saint Circ. I trovatori si
spinsero anche al sud, alla corte di Federico II, dove si sviluppò la scuola siciliana.

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