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CULTURA INGLESE 1 - ESAME

La prosa medievale
L’origine della lingua inglese avviene con le invasioni delle popolazioni germaniche ancora non
cristianizzate, Angli, Sassoni e Iuti, importano nuova cultura, civiltà ed anche una nuova lingua,
l’Old English e successivamente si evolverà in Middle English.
All’inizio del 9 secolo la promozione della cultura inglese e prerogativa dei centri monastici a ne
teologico e la lingua usata è il latino. Nell’865 i Vichinghi sbarcano da Oriente e conquistano vari
regni: solo la monarchia del Wessex resiste e a erma la sua egemonia sotto il dominio di Alfredo
il Grande, riuscendo poi alla riuni cazione dell’Inghilterra Anglosassone. Per recuperare la cultura
inglese, Alfredo il Grande instaura un preciso programma educativo che consisteva nello studio
del latino per i futuri ecclesiastici e il mettere a disposizione dei giovani i testi tradotti dal latino al
volgare inglese.
Non meno signi cativo è l’avvio della compilazione annalistica volgare della Anglo-Saxon
Chroniche del 891 che ci consente di stabilire l’inizio dello sviluppo della prosa letteraria inglese.
Intorno al 10 secolo risale la compilazione dei 4 manoscritti che contengono quasi la totalità del
patrimonio anglosassone, tra cui il manoscritto di Beowulf.

La prosa religiosa
Un esempio di poesia religiosa è la Historia Ecclesiastica di Beda che rimanda al primo poeta
cristiano dell’Inghilterra Caedmon (tardo 7 secolo), egli fu un umile servitore illitterato, che ha
ricevuto il dono dell’ispirazione poetica direttamente da Dio ed ha composto un Inno al Creatore
ed anche una serie di componimenti su temi tratti dall’Antino e Nuovo Testamento.
Tra l’8/9 secolo si colloca Cynewulf, tra cui la sua opera più importante fu The Dream of the
Rood nel quale vi trova la leggende della Croce salvata dalla madre dell’imperatore Costantino,
questo fu il primo poema-sogno della tradizione poetica volgare inglese, in cui si ha una duplice
struttura narrativa a, in prima persona: la voce del sognatore riferisce proprio il sogno che fa da
cornice al racconto della Croce.

La poesia eroica
Il più grande esempio è il Beowulf (un principe), il più antico poema scritto in una delle lingue del
volgare europeo e proveniente dalla letteratura germanica vissuta nelle isole britanniche. Le
caratteristiche di questo poema sono: il misto dialettale che non permettere di capire la sua
provenienza, si tratta di una copia di chissà quante altre copie e in ne non si conosce il suo reale
autore nè è possibile stabilire la sua datazione, l’unica certezza è che si tratta di un epoca
cristiana. Il poema è ambientato nelle regioni della Danimarca e della Scandinavia meridionale, vi
sono 3 nuclei narrativi incentrati sul combattimento tra mostro ed eroe. I personaggi sono: il Re
Hrothgar, Grendel (orco), Beowulf (eroe), Re Hygelac di Scandinavia e Wiglaf (nipote di Beowulf).
Nel poema possiamo notare il pessimismo tragico della visione del mondo tipico della cultura
germanica e che ha una metrica tradizionale in cui l’allitterazione è usata come mezzo di
collegamento sul piano semantico, poi l’utilizzo del kenning ( frasi che mettono in rilievo una
qualità di una persona o soggetto). Il poema si apre con il rito funebre di Scyld (capostipite della
stirpe di Hrothgam e con ciò per rispettare il ciclo narrativo, il poema si chiuderà con un funerale
di Beowulf, in ne si ha fa contrapposizione tra il bene ed il male (il mostro e l’eroe).

La poesia elegiaca
Le elegie sono componimenti in versi in cui è presente un senso di desolazione e alienazione
provocato dalla perdita di un passato che rappresentava stabilità e sicurezza. Ed esempio:
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La letteratura medioinglese dalla conquista normanna al 15° secolo.
Nel 1066 Guglielmo di Normandia scon gge ad Hastings l’esercito di Harold, ultimo Re
anglosassone. Nell’Inghilterra normanna si parlano 3 lingue:
- Il volgare, parlato dalla gente comune
- Il normalo, parlato dal potere politico
- Il latino, parlato dalla Chiesa
La testimonia della più antica opera letteraria scritta in volgare è la continuazione dell’Anglo-
Saxon Chronicle, ovvero il Peterborought Chronicle, interrotta nel 1155. La produzione
letteraria inglese è di natura devozione.

Letteratura omiletica e mistica


Verso la ne del 12° secolo si possono trovare i primi esempi di testi omiletici in versi ed in prosa,
in cui quest’ultima era più adeguata alla nalità didascaliche e dottrinali. Da qui abbiamo il primo
capolavoro, Ancrene Riwle, scritto per tre sorelle decise ad entrare in religione diventando
recluse. Questo trattato è diviso in 8 sezioni: la prima e l’ultima o rono consigli sugli aspetti della
vita, le altre sezioni parlano della vita delle recluse, in cui il momento fondamentale è il momento
della confessione.
Nel 14° secolo, il volgare inglese si espande anche nei ceti bassi (in cui troviamo Chouser) e la
cultura si laicizza.
Nel 15° secolo, grazie ai francescani ed ai domenicani, nasce una narrativa basata sulla
predicazione, dove lo scopo moralizzatore viene equilibrato da un linguaggio semplice.

Produzione comica e lirica


La produzione comica (12°/13° secolo) mostra:
- The Own and the Nightingale (il gufo e l’usignolo) dove vi sono associazioni simboliche tra
questi due animali, uno gioioso e spensierato, l’altro serio e solenne. Pregi e difetti vengono
descritti con imparzialità no a quando uno scricciolo non li porta da un saggio (che potrebbe
rappresentare l’autore stesso, che è sconosciuto) ma del quale il lettore non si saprà mai la sua
sentenza.
- The Fox and the Wolf (la volpe ed il lupo) dove la volpe astuta inganna il lupo par farsi liberare
dal fondo del pozzo.
- The Land of Cokaygne (il paese della cuccagna) in cui viene descritto un paese con conventi e
oche cotte che volano, ha un tema folkloristico e descrive un anti-paradiso fatto di piaceri
carnali.
- Dame Sirith (esempio di fabliaux, Francia) breve racconto in dialogo dove si raccontano gli
sforzi di un giovane che vuol conquistare una migliore trascurata dal marito.
Solo a partire dal tardo Trecento son registrate testimonianze di una produzione lirica in volgare
inglese con tema centrale l’amor cortese

La narrativa romanzesca
Il romance (romanzo cavalleresco) è nato nella Francia settentrionale nel 12° secolo grazie ad
Chrétien de Troyes. Arrivo in Inghilterra solo nel 14° secolo.
Esso aveva due loni principali:
1) Bretone: incentrato sulla gura di Re Artù (protagonista combattente e condottiero la cui
rovina sarà determinata dalla bramata frenata di conquista) e su i suoi cavalieri ed in esso vi
era anche il ciclo di racconti che parlavano del Re Marco di Cornovaglia.
2) Carolingio: ha carattere epico e narra le gesta di Carlo Magno e dei suoi paladini.

Il “Gawain-poet”
Sir Gawain and the Green Knight è un poema che rappresenta ai livelli più alti il genere
romanzesco non solo inglese, ma anche europeo. Nulla si conosce dell’autore, solo che ha
saputo rappresentare perfettamente la solennità dell’epoca anglosassone con l’eleganza della
narrativa cortese.
Il poema è diviso in due cicli narrativi:
- Primo ciclo narrativo: si incentra su Behading Game, la s da a giocare alla decapitazione. Il
personaggio primario dopo Gawain e il cavaliere verde, che si presenta a corte, riunita per le
feeste natalizie, per le feste natalizie brandendo un’ascia da guerra e un ramo di agrifoglio,
esibendo le sue virtù cavalleresche. Di fronte alla meraviglia, al fascino di questo cavaliere
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diventa addirittura normale la scena di quando dopo l’avventura decapitazione per mano del
protagonista Gawain, il cavaliere si alza e si allontana con la propria testa sotto il braccio.
- Secondo nucleo narrativo: si basa sull’esperienza erotica cortese in particolare sullo scambio
delle prede, scambio che viene pattuito da Gawain e Bertilak, signore del castello che ospita il
protagonista che è alla ricerca del cavaliere verde. L’episodio vede Gawain oggetto di un
triplice tentativo di seduzione da parte della castellana. A fare da contrappunto alle tre scene d
seduzione vi sono altrettante battute di caccia, metafora della situazione vissuta dall’eroe. La
quasi perfetta virtù mostrata in questo episodio da Gawain, che cede in ne alla avance, si
carica di signi cati di una spiritualità secolare.
Altro poesìma dello stesso autore è Pearl, il poema si apre con u giardino orito, dove il narratore-
sognatore-protagonista, che ha perduto una pietra preziosa,si addormenta sognando di trovarsi in
un luogo paradisiaco. Gli va incontro una bellissima donna, che pian piano riconosce come la
perla perduta, questa sta a signi care la perdita di una creatura umana, sicuramente identi cata
come la glia stessa del gioielliere, morta all’età di 2 anni.il padre vorrebbe ricongiungersi a lei,
che però si trova alla sfonda opposta del ume, e che è soprattutto trasformata perchè gli appare
come una regina addirittura sposa di cristo. Al sognatore sembra incomprensibile la sproporzione
di quello che era in vita e di quello che ora è diventata. Sostanza è il nodo teologico che si colloca
al centro del poem e che viene spiegato dall stessa Perla tramite la parabola evangelica dei
lavoratori della vigna. Al termine del dibattito, il sognatore non può non fare altro che accettare la
verità illustrata da Perla. All’interno scorge Cristo circondato da uomini e donne, alla visione
decide di saltare dall’altra sfonda del ume e invece si ritrova nel giardino dove si era
addormentato. Allo stesso autore vengono attribuiti anche Patience e Cleanners. In tutte e 4 le
opere troviamo il tema che della virtù va alla pazienza, alla purezza. Un mancato esercizio di
queste virtù provoca per l’uomo delle conseguenze negative: egli si trova sempre a confronto e
sempre scon tto da Dio, istanza superiore.

WILLIAM LANGLAND (1332-1386)


Scrive The vision of Piers Plowman (Piero l’Aratore), opera di impegno etico, religioso e sociale.
Composta in un dialetto suddoccidentale, vi sono dibuttute problematiche religiose che hanno
conferito una vasta popolarità al poema. Esistono probabilmente 4 redazioni dell’opera da parte
dell’autore (A,B,C,Z) ed il testo B è la versione più di usa. Il passus, che sono le tappe del viaggio
del protagonista, rappresentano l’azione drammatica . Will è il protagonista dell’opera, sognatore,
che coincide con l’io narrante. Si tratta di un poema scomponibile: il prologo e i primi 7 passus
formano un blocco narrativo distinto dei successivi 13 passus che formano l vita di Dowel,, Dobet
e Dobest. Il tema di fondo è quello della vita attiva dell’uomo in un mondo corrotto e del rapporto
di essa con il regno di Dio. Will ha un interrogativo lungo il corso del poema: “How i may i save my
soul?” , a cui il poema stesso cerca di rispondere. Il poema prende il nome da un personaggio,
Pietro l’Aratore, che compare nel secondo sogno di Will, che può essere identi cato come
l’incarnazione terrena di Cristo.

JOHN GOWER (1330-1408)


Tre sono le opere maggiori:
• Mirour de l’homme: parla dello stato di degenerazione morale che travaglia l’umanità, cui solo
l’intercessione di Maria può o rire speranza.
• Vox clamantis: versante politico, espressione di un animo terrorizzato dai disordini sociali della
rivolta dei contadini del 1381.
• Confessio Amantis: collezione di storie racchiuse da un cornice con protagonista Amans, alter
ego dell’autore
Gower ha un’umanità autoirnica che dimostra dipingendosi come un amante sfortunato che
rinuncia alle illusioni terrene per trovare rifugio in un amore più alto.

GEOFFREY CHAUCER (1343-1400)


Nato a Londra da un famiglia di ceto mercantile. Le sue opere più importanti sono:
• The Book of the Duchess: concepita per un destinatario aristocratico, John of Gaunt: il
feudatario più potente del regno. È un poema che vuole consolare John of Gaunt per la morte
prematura della moglie, Blanche of Lancaster.
• The legend of the Good Women: vi sono personaggi di rango reale. Per il resto il pubblico al
quale Chaucer si rivolge è un pubblico della piccola nobiltà di corte, alla quale lui apparteneva,
coloro che pensavano che il volgare inglese potesse diventare espressione letteraria elegante.
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• House of Fame: incontretà Dante in cui la forma del “poema-visione” diventerà
fantasmagorica e labirintica
• The Parliament of Fowls: poema onirico che ha come soggetto la natura dell’amore. È scritto
in rima reale (A-B-A-B-B-C-C) che consiste in 7 versi. L’autore si addentra in problemi di
poetica e loso a: (il narratore sogna) in cui l’allegoria centrale dominante è la Dea Natura,
che nel giorno di San Valentino interviene per placare una faid tra 3 aquile che scelgono la
stessa femmina per accoppiarsi, al che Natura lascia la scelta alle donne. In ne il canto degli
uccelli sveglierà il narratore.
• Troilus and Criseyde: (Troilo e Criseida), per scriverlo si rivolge all’opera Filpstato di
Boccaccio. Anche qui adotta la rima reale. Centrale è la funzione dell’esperienza amorosa:
infatti, la questione avventura coincide con la scoperta della natura di questa esperienza,
passaggio indispensabile per la formazione di una persona e in ne il suo superamento in una
prospettiva di più matura consapevolezza spirituale. Il percorso dell’azione è sempli cato
nell’immagine della Ruota della Fortuna: ascesa e caduta delle sorti dell’eroe, so erenza
dell’innamoramento e poi l’abbandono. Il lieto ne ribalta la prospettiva dell’opera da tragica a
comica. Troilo viene ucciso ed il suo spirito contempla la vanità del mondo partecipe di una
superiore saggezza. A di erenza dell’opera di Boccaccio, l’opera di Chaucer ha un’intensità di
sentimento amoroso e la passione della so erenza.
• The legend of Good Women: raccolta incompiuta di nove brevi racconti in cui le protagoniste
sono eroine di celebri vicende amorose.
• Canterbury Tales: (1386-1387) nell’opera è presente la società nella sua vastità e totslità:
l’aristocrazia, i religiosi, i lavoratori della terra, artigiani, piccoli borghesi. L’opera comprende un
Prologo generale e una conclusione, la Ritrattazione, dove egli rinnega, nominandole una per
una, tutte quelle sue opere che non abbiano un intento morale e devozionale, dichirando di
volersi dedicare, da allora in poi, alla salvezza della propria anima. C’è però una stato di caotica
incompiutezza: Chaucer, intento a ra gurare la verità della vita, prende anche quest’ultima
manca un disegno coerente. Oltre al Prologo ci sono 24 racconti, raggruppati in 10 frammenti
di dimensione disuguali, composti anche da un solo racconto. Come il Decameron di
Boccaccio, I Canterbury Tales prevedono una serie di racconti dei partecipanti ad una
pellegrinaggio verso il santuario del vescovo martire St. Thomas a Becket, a Canterbury. Un
giorno di aprile, una compagnia di di 29 persone si riunisce a Tabard Inn, locanda nei pressi di
Londra per intraprendere il cammino; e a loro si aggrega il pellegrino-narratore, mentre la guida
lancia l’idea dei racconti al ne di ingannare la noia. Inoltre, in molte delle descrizioni dei
pellegrini è possibile cogliere dei tratti della satira, che non li colpisce in quanto personalità
autonome, ma quali rappresentanti di determinate categorie: si parla di ironia chauceriana. Per
quanto riguarda i racconti sono per la maggior parte dei racconti comici, spesso basati sul
triangolo amoroso moglie-marito-amante.

LA GENERAZIONE POSTCHAUCERIANA
Dopo la morte di Chaucer, molti dei letterati che si proponevano come suoi discepoli si rivelarono
dei passivi imitatori. Il contributo più signi cativo non viene dall’Inghilterra ma dalla Scozia. Infatti,
il Re di Scozia, Giacomo I, attraverso una prigionia in Inghilterra, ebbe modo di assimilare la lingua
e la cultura degli ambienti della corte londinese, scrivendo The Kingis Quair (il libro del re), opera
che si avvicina molto alla penna i Chaucer. In The Testament of Cresseid la dipendenza da
Chaucer è proprio dichiarata: chauceriani sono la cornice onirica e lo spunto narrativo.

MALORY E LA PROSA DEL’400


L’uso della prosa volgare no al tardo 400 resta limitato alla produzione artistica. Ma per parlare di
vera e propria prosa in ambito romanzesco, bisogna parlare di Thomas Malory. Scrive la morte
Darthur, in cui Malory non fece altro che rimaneggiare testi preesistenti sia francesi che inglesi. Il
risultato fu una sequenza di 8 romanzi che seguon la leggende da re Artù dall’infanzia alla morte e
alla dissoluzione della Tavola Rotonda. Al suo interno troviamo storie come Tristano e Isotta o
Lancillotto, nel testo vi sono valori quali onore, fedeltà e nobiltà d’animo.

IL DRAMMA MEDIEVALE
Il dramma medievale nasce all’interno della chiesta, dall’intenso di trasmettere contenuti d ordine
istruttivo attraverso mezzi repressivi in modo da essere comprensibili anche ai meno colti. I cicli
plays mettono in scena momenti salienti dell’Antico e Nuovo Testamento, dalla creazione alla
resurrezione, sono collegati con l’istruzione della festività del Corpus Domini. Il primo ciclo del
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quale si abbia documentazione appartiene alla lingua celtica. Molto importanti sono i drammi di
Wake eld, noti come il “ciclo di Towneley” hanno al loro interno un gruppo di 5 o 6 testi di mano
dello stesso antico autore (il “Maestro di Wake eld”). The pride of Life è il più antico dramma
religioso integro e anche primo esempio di morality plays. Gli intrecci delle moralities si fondano
su due metafore: il combattimento e la vita intesa come viaggio, dalla nascita alla morte.
Everyman è la più rappresentativa delle moralities, la cui metafora principale è il viaggio di
ognuno verso la morte. Nel 1580 il sipario cala per l’ultima vota a causa della politica condotta
dalla chiesa inglese riformata, ostile alla messa in scena del sacro secondo modalità ritenute
inconciliabili con l’elevatezza del soggetto.
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