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L’ARTE ELLENISTICA GRECA

ARTE ELLENISTICA
Lo sviluppo dell’arte
Sviluppata nel periodo compreso ellenistica si può
tra la morte di Alessandro dividere in tre fasi:
Magno (323 a.C.) e la battaglia di 1°: età post-classica
Azio (31 a.C.) anno in cui i (vengono ereditate
romani conquistano l’ultimo le forme classiche);
regno, quello tolemaico, sorto 2°: età barocca
dall’impero di Alessandro: (grandiosità, effetti

31 a.C. fino al
l’Egitto. Dopo la morte di scenografici e

II sec. d. C. II sec. d. C.
Alessandro si aprì una lotta tra i drammatici);
suoi generali per contendersi 3°: età del recupero
l’Impero che sarà diviso in 4 di forme classiche.
regni: Antigonidi in Macedonia,
Attalidi di Pergamo, Seleucidi in

31 a.C. fino al
Asia e Tolomei in Egitto.

323 a.C.
• Stati monarchici (re assoluti)
VII sec.

Inurbamento delle antiche città,


• Edonismo e estetica prima ARTE ELLENISTICA
edificazione di nuove (Pergamo,
dei valori morali; Alessandria, Antiochia che adottano il
• Esaltazione della ricchezza e modello di Ippodamo con isolati
della monumentalità; regolari rettangolari). Nuova classe
• Ordine ionico e corinzio; sociale: commercianti, imprenditori.
• Genere ritrattistico > classismo. L’agorà diventa il luogo
(personaggi reali) degli scambi e dei commerci.
• Ricerca della naturalità e L’accentramento del potere ai sovrani
della vitalità figurativa porta alla monumentalizzazione.
L’ALTARE DI PERGAMO (altare di Zeus e Atena), 170 a.C.
marmo, ora a Berlino

Pergamo era la capitale del regno


ellenistico degli Attalidi, oggi
distrutta era situata nell’odierna
Turchia tra Aliaga e Balikesir.
Voluto da Eumene II per l’acropoli di
Pergamo assieme a molti altri edifici
pubblici. Collocato sopra una terrazza
poggiante su un piedistallo l’architettura
non ha precedenti. La lunga scalinata,
delimitata da due corpi colonnati protesi
in avanti consegna un aspetto solenne e
monumentale alla struttura. Il
basamento presentava un fregio
continuo, oggi mutilo, conservato,
insieme al resto della ricostruzione a
Berlino. Il fregio ha come tema la
Gigantomachia, la lotta tra Divinità e
Giganti, allusione alla vittoria dei Greci
dell’Asia Minore sui Galati (Celti) e
anche ai miti fondativi della città (Telèfo,
figlio di Eracle, l’eroe che sconfisse i
giganti).
Si rifiuta armonia e compostezza a favore di tensioni e
dinamismo. I corpi intrecciati e aggrovigliati generano un
forte contrasto di luci e ombre (altorilievo). I personaggi
invadono lo spazio reale, creano una forte sensazione di
coinvolgimento. Nell’immagine a destra è rappresentata
Atena contro il gigante Alcioneo, da notare l’espressività
del volto.
LE CARATTERISTICHE
Legata al nuovo clima culturale, l’arte statuaria ellenistica volge attenzione all’uomo,
prima ancora che alla divinità e all’idea, al valore che avrebbe dovuto veicolare.
La scultura Realismo maggiore e naturalismo più accentuato. L’ideale è sostituito dal
ellenistica caratteristico, dai tratti peculiari. Si indaga l’aspetto psicologico, svelando aspetti
immediati e intimi. Nasce in questo periodo il genere del ritratto: motivo per cui i
soggetti rappresentati variano a seconda della committenza.

I PROTAGONISTI
I 3 più importanti scultori dell’arte ellenistica:
• Prassitele, sensualismo naturalistico;
• Skòpas, pathos (passionalità, concitazione, grandezza, nonché
la capacità di suscitare un’intensa emozione e una totale
partecipazione sul piano estetico e affettivo);
• Lisippo, interprete delle emozioni.

Tra IV e I secolo la scultura si può suddividere in 3 FASI:


1° fase: età post-classica (vengono ereditate le forme classiche);
2° fase: età barocca (grandiosità, effetti scenografici e
drammatici);
3° fase: età del recupero di forme classiche.
↓ Afrodite Cnidia

Primo nudo femminile integrale dell’arte

PRASSìTELE greca, commissionata dagli abitanti di Cnido


in Asia Minore. La copia romana è
parzialmente mutila (testa non originale e
mani aggiunte in epoca Controriformistica).
Fosse fedele all’originale la mano destra
alluderebbe alla pudicizia della Dea ma
anche alla sensualità. Contrasto tra corpo
flessuoso, rilassato e volto pensoso. C’è
Atene nel 400-395 a.C. ricerca psicologica e espressiva: è
Periodo di attività: probabilmente un ritratto dal vero (Frine).
375 - 330 a.C.

IV secolo. Sculture in
marmo. Ricerca la ↑ Apollo sauroctono
↑ Hermes con Dioniso bambino
perfezione formale (uso «uccisore del rettile»
di cere colorate). Vuole Una delle ultime opere di Prassitele.
raggiungere l’effetto Il Dio è raffigurato come uomo,
Hermes, messaggero degli dei, è colto
emozionale motivo per rappresentato mentre compie
nell’atto di cogliere un grappolo d’uva per
cui spesso i suoi soggetti un’azione quotidiana, tipica di quel
Dioniso, il fratellino che tiene in braccio.
sono rappresentati in processo di scoperta del mondo che
Hermes fu infatti incaricato dal padre di
pose dolci e sensuali e caratterizza l’età infantile. Apollo pare
custodire il figlio illegittimo (l’ennesimo). La
volti malinconici. non essere troppo diverso da noi,
posa è simile a quella di Apollo tuttavia, per
persone comuni. Oggi possediamo la
rispettare il principio di equilibrio, la
copia romana. Nota la posa chiastica
sinuosità è maggiormente evidenziata.
e la linea sinuosa che caratterizza lo
Soggetto non è il Dio-uomo, ma il gesto.
sviluppo verticale dell’opera.
PRASSìTELE,
apollo sauroctono
Secondo alcuni critici dell’arte la
scultura di Prassitele fu utilizzata
da Alessandro di Antiochia per
PRASSìTELE,
realizzare uno tra i più importanti
Afrodite cnidia capolavori dell’arte greca
ellenistica: la Venere di Milo (→),
appartenente alla terza fase.
PRASSìTELE,
Hermes e dioniso
PRASSìTELE,
Hermes e dioniso
Replica romana. «Menade»
significa «invasa dal furore», con
questo nome si chiamavano le
SKOPAS seguaci del culto di Dioniso in
compagnia di satiri e sileni.
Drammatizzazione estrema della
figura umana resa tramite la
flessione innaturale del corpo. Da
ciò che resta della testa è possibile
Contemporaneo di immaginare quanto fosse intensa
Prassitele. Prese Fidia l’espressività e quanto fosse
quale suo modello. essenziale il pathos in Skopas.
Decorò il Tempio di
Artemide a Efeso e al Nota il contrasto tra veste e pelle
Mausoleo di nuda e come la veste si scosti dal
Alicarnasso. corpo scoprendone le parti intime
Periodo di attività: donando un senso di movimento e
375 - 330 a.C. realismo, poche volte raggiunto
prima nel panneggio.
Dall’arte classica: canone
proporzionale e armonia
compositiva.
Elementi di novità: È forse rappresentazione simbolica e assoluta della danza come arte?
passionalità
concitazione
(Pathos)
Nella ritrattistica emerge la
caratterizzazione e l’attinenza al vero, così
come l’indagine di sfumature psicologiche
ed emotive. Sarà modello per il «ritratto
LISIPPO aulico» romano. Nel ritratto di Aristotele (a
sinistra) le caratteristiche del volto sono
elementi tipologici che alludono ai caratteri
del filosofo pensoso e malinconico.

Nato nel Peloponneso,


nel 390/385 morì
dopo il 306 a.C.
Autodidatta. Lavorò
soprattutto il bronzo.
ERACLE FARNESE

Può essere definito il Rinvenuto nel 1546 nelle terme di Caracalla a Roma,
primo ARTISTA DI CORTE, rinvenimenti questi che, sommati all’enorme successo
ricevette infatti molte di Michelangelo Buonarroti indussero l’arte italiana
commissioni di opere
celebrative. Ricevette rinascimentale a progredire in quel movimento
commissioni anche da culturale che prenderà il nome di «Manierismo»
Alessandro Magno. (muscolatura ipertrofica). Eracle, superate le fatiche, è
ritratto pensoso e in atto di riflessione con
un’espressione malinconica.
LISIPPO
Oggi conservata nei Musei Vaticani utilizzò come
modelli: Policleto (Doriforo) per la posizione a
LISIPPO,
contrapposto, l’uso del chiasmo e Skopas per la
apoxyómenos dinamica e l’instabilità (ricorda che la statua
originale era in bronzo).

La verticalità della figura pare contraddire ogni


novità della scultura di Lisippo, nonostante ciò è
l’opera più importante dell’artista, quella con cui
abbandona tutti i principi dell’arte classica.

La postura del personaggio («colui che si deterge»)


dilata lo spazio occupato dalla figura, irrompendo
nello spazio dello spettatore con il braccio destro
proteso in avanti e l’altro sapientemente flesso
mette in ombra una parte del corpo.
Tridimensionalità. È progettata per essere
osservata da tutti i lati. Il movimento
rappresentato crea una rottura nel tradizionale
concetto di «mascolinità»: c’è la possanza del
corpo ma anche la dolcezza femminea della
postura. Interessa la dimensione dello spettacolo.
Copia in marmo (da originale bronzeo)
oggi al Museo del Louvre. La statua fu
Lisippo, realizzata da Lisippo probabilmente
Hermes che si slaccia intorno al 320 a.C.. Ci è arrivato grazie a
un sandalo copie mutile, restaurate senza attinenza
all’originale.

Certo è il tema e l’atto in cui il Dio è stato


raffigurato da Lisippo: il giovane è colto
nell’istante in cui, dopo l’affanno della corsa, si
riposa togliendosi i calzari. Un gesto, questo, che
ancora una volta umanizza la divinità. Hermes ha
proporzioni slanciate e asciutte e seguono il
nuovo canone. La statua si sviluppa in tutta la
sua tridimensionalità grazie a rotazioni, flessioni,
incurvamenti e torsioni che sviluppano l’opera in
più direzioni.
L’opera greca che più di altre ha
influenzato l’arte di tutti i tempi: scoperto
Leochares, dal futuro papa mecenate, fondamentale
per il Rinascimento romano, Giuliano
Apollo del belvedere
della Rovere alla fine del Quattrocento fu
descritta da Winckelmann, ammirata da
Canova, trafugata da Napoleone e
contesa tra quest’ultimo e lo Stato della
Chiesa.

Leochares, scultore ateniese realizzò questa statua


nel 330 a.C.. Colto mentre ha appena scagliato una
freccia la testa di Apollo è ruotata di 90° in linea con
il braccio sinistro. Il volto è imperturbabile, il corpo
levigato e reso misuratamente dinamico dallo
slancio della gamba sinistra, appena piegata, e
dall’apertura degli arti superiori. Alla rigida
applicazione del chiasmo, Leochares preferisce
conferire alla divinità un potente senso di
leggerezza.
1° fase:
età post-classica

Rielaborazione dei temi e


dei modelli del passato.
“Lo spinario”
Opere espressive e
drammatiche ma anche
languide e sentimentali. Appartenente al primo periodo
ellenistico. Posa disarticolata, virtuosismo
Oltre alla statuaria aulica
e «ufficiale» e alla e esibizione della propria abilità tecnica.
statuaria appartenente al La scena scelta per la raffigurazione
genere del ritratto hanno dimostra una tensione verso il reale, una
fortuna anche temi
realistici e quotidiani,
pressione anticlassica: si esalta la
dove i soggetti sono colti semplicità antieroica e antidrammatica
nella loro intimità. del festo. Sarà molto ammirata nel
Rinascimento.
2° fase:
barocca

Forme disarticolate,
inquiete, teatrali e
scenografiche, d’effetto. Nel 230 a.C. il Regno di Pergamo, sotto la guida di
I temi:
Attalo I sconfigge il popolo dei Galati. A seguito di
Sofferenza, disperazione, questa importante vittoria viene fatto innalzare il
morte, retorica eroica e Donario sull’acropoli della città per celebrare questo
bellica, scene di genere
trionfo. Il modo con cui questo viene affrontato
(personaggi e gesti tratti
dalla vita di ogni giorno). dall’artista, Epigono, è una dimostrazione della
cultura greca! L’attenzione non è rivolta verso
l’esaltazione del vincitore ma sulla dignità del vinto.
Conservato nei Musei Capitolini a Roma. La morte del Galata viene
restituita in tutta la sua dignità, nella sua eroica grandezza. Questo
Epigono: ossequio nei confronti del vinto lo deduciamo dagli oggetti posti
Galata morente accanto all’eroe sconfitto: spada, tromba di battaglia, scudo ovale. Il
gesto rappresentato è reale, come se stesse esalando l’ultimo respiro
abbandonando le tensioni del corpo.
Epigono:
Galata suicida

Segnato dalla retorica


dell’atto eroico: il suicidio era
considerato un atto di onore,
così come il sacrificio della
compagna. La donna non è
abbandonata nemmeno in
punto di morte, nonostante
fosse già esanime. Il gesto
patetico dell’eroe è
l’elemento più commovente
del gruppo scultoreo.
NIKE DI
SAMOTRACIA

Oggi conservata al Louvre, originariamente


era posta sulla sommità di una terrazza
collocata su un basamento di pietra a
forma di prua di una nave posta nel
santuario votivo di Samotracia. Realizzato
per la vittoria di Rodi e Pergamo contro
Antioco III di Siria. Il braccio destro
sollevato in saluto, presenta il classico
panneggio fidiaco (effetto bagnato e
chiaroscurale), il dinamismo espressivo di
Skopas, la tridimensionalità di Lisippo.
L’impressione di movimento nello spazio ne
ha fatto un modello artistico per correnti
anche molto recenti (futurismo)
NIKE DI
SAMOTRACIA
← Eugène Delacroix
La libertà che guida il
popolo, 1830, Louvre,
(Romanticismo).

Umberto Boccioni →
Forme uniche della
continuità dello spazio,
1913 (futurismo).
Fase caratterizzata da eclettismo: le opere
perdono una connotazione temporale,
3° fase: facendo riferimento a canoni provenienti da
diversi periodi dell’arte greca. È diffusa tuttavia
classicismo una certa nostalgia dell’arte classica.
Favorendo una intenzionale e consapevole
imitazione dei grandi classici dell’arte greca.
Oggi conservata al Louvre, modellata
sull’Afrodite Cnidia di Prassitele per la
frontalità e la delicatezza
dell’espressione. Presenta una maggiore
Venere di milo flessuosità, un’incurvatura del busto
esasperata che ne esalta la sensualità.
L’avvitarsi della figura e lo sviluppo
verticale a «S» molto pronunciata è
forse dedotta dallo studio dell’Apollo
sauroctono. Ebbe una sconfinata
fortuna nell’arte di tutti i tempi.

↑Eugène Delacroix
La libertà che guida il popolo, 1830
Salvador Dalì→
Venere di Milo con cassetti, 1936.
SCUOLA DI RODI,
LAOCOONTE

Scuola di Rodi: Agesandro, Polidoro,


Atenodoro. Rappresenta l’episodio tratto
dall’Iliade di Omero in cui il sacerdote troiano
e i figli vengono uccisi da serpenti marini
inviati da Apollo, sostenitore degli Achei, per
convincere i troiani a condurre il cavallo dentro
le mura di Troia. Come Giuliano da Sangallo
riuscì a convalidare, trattasi della stessa opera
descritta dal trattatista e storico romano Plinio
il Vecchio, vissuto nel primo secolo d.C. L’opera
fu scoperta nel 1506, una data che le offrì la
possibilità di condizionare in maniera decisiva
la produzione artistica di epoca
Rinascimentale, fu d’ispirazione per uno tra gli
stili più duraturi dell’arte di ogni secolo: quello
michelangiolesco della Cappella Sistina.
La posizione dei
componenti del gruppo è
impostata sulla reazione
all’attacco dei serpenti:
torsione del busto,
piegamento della gamba
sinistra. Uniscono inoltre
nella sofferenza i
soggetti, rappresentati
con volti tanto espressivi
da esercitare un’angoscia
quasi insostenibile in chi
osserva, specie alla luce
dell’episodio narrato.

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