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Neoclassicismo

è una tendenza culturale


sviluppatasi in Europa tra la
metà del XVIII secolo e il 1815
(Congresso di Vienna)

Antonio Canova, Venere italica, 1804-1812,


Marmo di Carrara, 172 cm, Galleria Palatina,
Firenze
I Gran Tour
• Il sito di Ercolano riemerse
casualmente a seguito degli scavi
per la realizzazione di un pozzo
nel 1709/1711. Le prime indagini
archeologiche sistematiche
cominciarono nel 1738.
• I primi scavi nell'area pompeiana
Incisione del XVIII secolo che raffigura i si ebbero a partire dal 1748, per
primi scavi archeologici di Pompei. volere di Carlo III di Borbone a
seguito del successo dei
ritrovamenti di Ercolano.

Piranesi, Giovanni Battista - Veduta del


Tempio detto della Concordia, 1774,
incisione
Adopera la camera ottica
Il secolo dei Lumi
• Denis Diderot curò le voci
Arte, Bello, Imitazione;
• Montesquieu scrisse la voce
Gusto;
• Voltaire si occupò del lemma
Immaginazione.

Encyclopédie, pubblicato a Parigi a partire


dal 1751
Alexander Gottlieb Baumgarten pubblica la sua opera
principale Aesthetica [1750-1758]
«L'estetica (teoria delle arti liberali, gnoseologia inferiore, arte
del pensare in modo bello, arte dell'analogo della ragione) è
scienza della conoscenza sensibile.»
Tra il 1756 e il 1763 il cardinale
Alessandro Albani fa costruire la sua
villa-museo, Villa Albani.
Dopo il 1756 la gestione della
biblioteca del cardinale passò nelle
mani di Johann Joachim
Winckelmann (1717 –1768).

Anton
Raphael
Mengs,
Parnaso,
1761,
affresco,
313 × 580 cm,
villa Albani,
Roma
Winckelmann pubblicò nel
1763 la
Geschichte der Kunst des
Altertums
- Storia dell'arte
nell'antichità –
Storia delle arti del
disegno presso gli antichi

Concetti chiave:
• Bellezza ideale;
L’artista deve saper «intingere il pennello nell’intelletto»

• Imitazione
Dell’arte greca «l’unica via per noi di diventare gradi, anzi, se possibile,
inimitabili, è l’imitazione degli antichi»

• Ideale della «nobile semplicità» e «quieta grandezza»


Leocares, Apollo del Belvedere, 350 a.C. circa, (copia romana di un bronzo) marmo
bianco, 224 cm, Musei Vaticani, Città del Vaticano

Da «Storia dell’Arte dell’antichità»


«Fra tutte le opere dell’antichità scampate
alla rovina la statua di Apollo esprime il
sommo ideale artistico. L’autore ha creato
quest’opera seguendo fedelmente l’ideale,
utilizzando la materia solo per quanto gli
era indispensabile a rendere concreta e
visibile la sua ispirazione.
Questa statua di Apollo sopravanza ogni
altra raffigurazione della divinità così
come l’Apollo di Omero s’innalza sopra
quello cantato dai poeti che gli sono
succeduti. Il suo corpo eccelle a confronto
di quello umano e dalla sua posa traspare
la grandezza che lo pervade. Come nei
Campi Elisi, un’eterna primavera
ammanta di dolce giovinezza la sua piena
e seducente virilità e delicatamente
ingentilisce le sue membra
maestosamente conformate.»
“Infine, la generale e principale caratteristica dei capolavori greci è una nobile
semplicità e una quieta grandezza, sia nella posizione che nell'espressione.
Come la profondità del mare che resta sempre immobile per quanto agitata ne
sia la superficie, l'espressione delle figure greche, per quanto agitate da
passioni, mostra sempre un'anima grande e posata. Quest'anima, nonostante
le più atroci sofferenze, si palesa nel volto del Laocoonte, e non nel volto solo.
Il dolore che si mostra in ogni muscolo e
in ogni tendine del corpo e che al solo
guardare il ventre convulsamente
contratto, senza badare né al viso né ad
altre parti, quasi crediamo di sentire in noi
stessi, questo dolore, dico, non si esprime
affatto con segni di rabbia nel volto o
nell'atteggiamento[...]. Il dolore del corpo e
la grandezza dell'anima sono distribuiti
con eguale misura per tutto il corpo e
sembrano tenersi in equilibrio. Laocoonte
soffre e il suo patire ci tocca il cuore, ma
noi desidereremmo poter sopportare il
dolore come quest'uomo sublime lo
sopporta.
Agesandro, Atanadoro, Polidoro, Laocoonte e i
suoi due figli lottano, I secolo, Museo Pio-
Clementino, musei Vaticani

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