Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La fonte del mito è da ritrovare quasi sicuramente in una delle Stanze del poeta
Poliziano, a sua volta ispirata a Ovidio e altri classici latini e greci. Il titolo
dell’opera è da considerarsi inesatto poiché il quadro non rappresenta la nascita
della dea, ma il suo approdo sull’isola di Cipro.
Come il David di Michelangelo rappresenta l’ideale di bellezza maschile, la
Venere di Botticelli è divenuta il canone universale della bellezza femminile.
L’opera nasconde un’allegoria della filosofia neoplatonica basata sul concetto di
amore come energia vivificatrice, come una forza che fa muovere la natura. La
nudità della dea rappresenta la la purezza, la semplicità e la nobiltà dell’anima,
insomma una bellezza spirituale più che esteriore. Non a caso è stato fatto un
parallelismo tra Venere e l’anima cristiana, che nasce dalle acque del battesimo.
A differenza della Primavera, dipinta su tavola, per la Venere è stata usata la tela
di lino, un supporto estremamente insolito nella Firenze del Quattrocento: sono
infatti stati cuciti insieme due teli sui quali è stata stesa una base di gesso tinto con
un po’ di blu, in modo da dare il particolare tono azzurrato a tutto il dipinto.
La luminosità del quadro è data anche dalla pittura a tempera magra (colori
sciolti in colle animali e vegetali). I colori chiari e nitidi immergono le figure nella
luce e fanno risaltare la purezza penetrante della bellezza. Abbondante è anche
l’uso dell’oro per le lumeggiature dei capelli di Venere e dei tronchi e delle foglie
degli alberi.
La composizione è estremamente bilanciata e simmetrica: il soffio dei due venti e
la ninfa che porge il mantello sono i due lati ideali di un triangolo al vertice del
quale si trova Venere. Ciò può anche sottintendere la necessità di equilibrio
nell’esperienza amorosa, tra passione fisica e purezza spirituale, tra esaltazione
dei sensi e elevazione dell’animo. Il disegno è armonico, le linee sono eleganti e
creano un’impressione di movimento in tutta la composizione: le figura in realtà
sembrano ferme, ma tutto intorno a loro è vibrante. Il disegno non è mai
puramente decorativo, ma tende a costruire una solida volumetria delle forme e a
rendere la realtà dei vari materiali, soprattutto nelle leggerissime vesti.