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lindamenin@hotmail.it
1510-1511 circa
Dimensioni: 200x165 cm
Tecnica: olio su tela
Collocazione: Chiesa di San Giovanni Crisstomo, Venezia
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COMMITTENTI:
La pala di San Giovanni Crisstomo una delle prime opere note di Sebastiano
del Piombo considerata una tra le pi importanti. Realizzata molto probabilmente tra
il 1510-11, la pala fu commissionata per testamento da Caterina Contarini Morosini ,
il 13 aprile 1509 in onore del marito Nicol Morosini che sarebbe morto lanno
successivo .
Caterina infatti scrive nel suo testamento: Dimitto e lego ducatos viginti
ecclesie Sancti Joannis Crisostomi profabrica palle altaris magni post mortem dicti
domini Nicolai mariti mei (Lascio in legato venti ducati alla chiesa di San Giovanni
Crisstomo per lesecuzione della pala dellaltare maggiore dopo la morte di mio
marito Nicol).
La pala, che venne realizzata e portata a termine solo dopo la morte di
entrambe i coniugi, si trova quindi in quella che la sua ubicazione originale, la
chiesa di San Giovanni Crisstomo, luogo nella quale doveva essere sepolto appunto
Nicol Morosini e viene conclusa probabilmente nel maggio 1510 sotto la
supervisione del parroco Alvise Talenti, responsabile della ricostruzione e
ridecorazione della chiesa.
La chiesa che venne fondata nel 1080 e intitolata a Santa Cecilia, fu
completamente ricostruita tra 1485 e 1494 ad opera dellarchitetto Mauro Codussi,
ultimata dal figlio Domenico. Questa venne intitolata a San Giovanni Crisstomo per
una reliquia del Patriarca, trasportata dallOriente per essere venerata in questo
luogo. Allinterno della chiesa oltre ovviamente alla pala di Sebastiano del Pimbo
possiamo trovare altre opere importanti come la pala con i Santi Girolamo, Cristoforo
ed Agostino, di Giovanni Bellini o ancora un bassorilievo raffigurante lIncoronazione
della Vergine tra gli apostoli di Tullio Lombardo.
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intatta anche dopo il restauro successivo del 1955 ad opera di Pelliccioli. Nel 1978 la
pala viene conservata per un breve periodo alle Gallerie dellAccademia per un
intervento conservativo. Ad oggi la superficie pittorica non si presenta in condizioni
ottimali, visto il grosso intervento di ridipintura dellottocento che ha alterato il
tessuto cromatico originale.
Inizialmente Vasari nella prima edizione delle Vite (1550) attribuisce lopera
della pala di San Giovanni Crisstomo a Giorgione, successivamente invece nella
seconda edizione (diciotto anni dopo) laffida ad una realizzazione di Sebastiano del
Piombo. Francesco Sansovino non sapendo come interpretare questi continui cambi
di paternit, combina insieme le due opinioni dicendola opera di Giorgione ma
terminata da Sebastiano, teoria appoggiata da alcuni studiosi fra cui Richter (1937) e
Settis (1978) (A lui infatti sarebbero riconducibili due figure, il San Liberale e il San
Giovanni Battista sulla destra). Altri studiosi come Morassi e Hrnig vedono invece
nellopera il disegno di Giorgione ma la completa realizzazione di Sebastiano.
Restano comunque le convinzioni della maggior parte dei studiosi di una completa
realizzazione da parte di Sebastiano del Piombo (Longhi, Pallucchini, Ballarin,). La
difficolt nellaffidare questa pala ad una realizzazione di Giorgione sta
principalmente nella mancanza di altri termini di paragone, ad eccezione della pala
di Castelfranco che comunque risulta distante rispetto allevoluzione del pittore.
Calvesi fa anche unaltra supposizione per la quale Giorgione sarebbe ebreo e per
questo escluso per motivi religiosi dalla realizzazione di pale daltare (anche se ci
rendiamo conto che una supposizione alquanto incerta).
STILE DELLOPERA:
Opera di qualit notevole, segna una tappa decisiva del rinascimento e
soprattutto nello sviluppo tipologico della pala daltare veneziana, oltre che nel
percorso personale dellautore, sia per le soluzioni iconografiche sia per le scelte di
ordine compositivo e strutturale, ricercando una pienezza volumetrica e allo stesso
tempo unessenzialit plastico-luministica. Le fisionomie sono ancora tipiche del
momento storico ovvero contornate da una forte ombra per quanto riguarda gli
uomini e tornite e fisse per le donne. Temporalmente e stilisticamente, questa pala
potrebbe inserirsi a met fra la pala di Castelfranco di Giorgione e la pala Pesaro di
Tiziano. Molto probabilmente proprio alla prima pala che Sebastiano del Piombo fa
riferimento per la realizzazione dello sfondo aperto sula campagna novit molto
importante che sostituisce lo sfondo uniforme e soprattutto interno ad uno sfondo
aperto sul reale. I panneggi sono dati da una compattezza formale grazie alluso di
colori e note cromatiche che diventeranno poi costanti nella pittura sebastianesca. I
colori utilizzati infatti sono tipici della cultura veneziana, carichi e squillanti, danno
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BIOGRAFIA DELLARTISTA:
Sebastiano Luciani, meglio conosciuto come Sebastiano del Piombo nasce
quasi certamente a Venezia nel 1485, data che viene calcolata sulla base dei
documenti lasciati da Vasari dove scrive della sua morte a Roma il 21 giugno 1547
allet di 62 anni. Egli deve il suo nome alla nomina di piombatore pontificio. Nel
1531 infatti, alla morte di Fra Mariano Fetti, Sebastiano ottenne da Clemente VII il
titolo di addetto allufficio del Piombo, occupandosi della piombatura dei brevi
papali (sigillatura delle bolle e altri importanti documenti pontifici). Tale carica
comportava lobbligo di indossare la tonaca, infatti dandone notizia a Michelangelo
scrive in modo ironico :io sono il pi bel fratazo di Roma.
Si potrebbe ipotizzare che Sebastiano provenisse da una famiglia di
condizione sociale ed economica abbastanza agiata visto che in primo momento gli
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delle lunette alla Lungara, meglio conosciuta come Farnesina. Le lunette, decorate
con la tecnica ad affresco, prevedevano la rappresentazione delle Metamorfosi di
Ovidio ispirate unitamente al tema dellaria. Conclusasi nel 1512 la decorazione della
Farnesina vedeva uninedita immediatezza disegnativa e chiarezza del colorito,
caratteristica sviluppata durante il soggiorno romano. Qui Sebastiano ha la possibilit
di esprimere liberamente la sua personalit e si inserisce i quello che e un ambiente
diverso da quello in cui si era formato.
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stesso
la Trasfigurazione della
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Nativit della Vergine e la decorazione del coro di Santa Maria della Pace. Lultimo
periodo della sua vita lartista lo trascorre inoperoso in quanto prefer, almeno
secondo le Vite di Vasari, attendere allesercizio del frate, cio di quel suo uffizio, e
fare buona vita.
Sebastiano mor a Roma nella sua abitazione nei pressi di Santa Maria del Popolo, il
21 giugno 1547.
CONCLUSIONI PERSONALI:
La scelta dellopera non si pu definire del tutto casuale, quanto legata,
piuttosto, ad un colpo di fulmine. Sono rimasta infatti particolarmente
colpita da questa pala durante la visita a Venezia sia per la sua collocazione in
una chiesa tanto bella quanto intima, sia per bellezza della pala stessa. Non
ho sempre avuto una particolare passione per Sebastiano del Piombo in
quanto (erroneamente) lho sempre considerato come un artista minore, alle
spalle dei grandi come Michelangelo e Raffaello, non considerando, per, che
parte della formazione di questi ultimi doveva essere basata sulle opere di
Sebastiano. Ho colto cos la sfida e ho realizzato questo lavoro sia per ridare
dignit a Sebastiano del Piombo inserendolo nella mia scala gerarchica degli
Artisti con la A maiuscola, sia per informarmi e documentarmi su quella
grande pala che si trova in San Giovanni Crisstomo. Pala che mi ha colpito
sia per la struttura compositiva ma soprattutto per il rapporto che questa
riesce a creare con lo spettatore. Si veda in particolare la figura di Maria
Maddalena, che volge il viso verso di noi, con lo sguardi fisso, quasi a volerci
raccontare ci che sta accadendo in quel momento. Altra cosa che mi ha
colpito particolarmente la tonalit dei colori, che in questo caso non
rappresentano al meglio il cromatismo usato da Sebastiano, ma ci danno
comunque un idea di quello che doveva essere il territorio veneto durante il
500, con colori sgargianti e carichi, che definiscono i corpi dando volumetria.
Lopera di Sebastiano del Piombo si pu inserire in quello che e un
percorso di evoluzione della pala veneziana, sia dal punto di vista della
composizione che diventa informale, non pi basata su uno schema fisso, sia
per levoluzione nelluso dei colori che inserisce lartista nel grande gruppo
degli artisti veneti.
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BIBLIOGRAFIA:
- Lopera completa di Sebastiano del Piombo, Classici dellarte Rizzoli di C. Volpe e M.
Lucco
- I Maestri del Colore, Sebastiano del Piombo, Fratelli Fabbri editori
- Itinerario nellarte, G. Cricco e F.P. di Teodoro, Zanichelli
- Arte nel Tempo, P. de Vecchi ed E. Cerchiari
- pdf. Sebastiano del Piombo e il Rinascimento italiano, C. Strinati
- www.treccani.it/enciclopedia/luciani-sebastiano-detto-sebastiano-del-piombo
- altri siti minori