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Il Pulpito del Duomo di Siena risale al 1266-69 ed è stato realizzato da Nicola

Pisano con la collaborazione dei suoi allievi, tra cui il figlio Giovanni Pisano e
Arnolfo di Cambio.
Nell'insieme ricorda il Pulpito del Battistero di Pisa, ma rispetto ad esso mostra
un'importante evoluzione stilistica.

La pianta è ottagonale e sugli spigoli della cassa presenta figure scolpite ad


altorilievo anzichè colonnine.
Nelle sette lastre della cassa, i rilievi ripropongono gli stessi temi dell'altro
pulpito ma con composizioni più ricche e animate.

La mutazione stilistica di Nicola comporta:

- figure di minori proporzioni, più fitte e numerose, non più idealizzate, ma


caratterizzate, con una più libera espressione delle emozioni e movimenti più
decisi;

-I volumi e le masse si sciolgono nel ritmo incalzante dei gesti concatenati in un


maggiore dinamismo.

- una più decisa insistenza sugli accenti patetici o drammatici;

- un approfondimento e una chiara padronanza delle componenti culturali:


quella classica-ellenistica che lo porta a composizioni più affollate e con effetti
coloristici, e quella gotica attraverso l'accentuazione espressionistica, l'asprezza
drammatica, un più forte dinamismo e una più profonda indagine delle
esperienze e sentimenti umani.

- L'insieme della composizione è più unitaria e anche nella disposizione dei temi
comprende più episodi idealmente collegati: Visitazione, Annunciazione,
Natività , Presentazione al Tempio, Fuga in Egitto, Crocifissione, Giudizio
Universale.

- La linea si fa più energica, dinamica e continuamente mossa e spezzata


sottolinea lo scatto dei movimenti, aumenta la forza espressiva dei visi.
Il Giudizio ha un'importanza maggiore rispetto alle altre scene: occupa due lati
con la figura di Cristo Giudice al centro, che separa gli eletti dai dannati.
Non c'è più separazione architettonica tra le storie, le colonnine separatrici
sono sostituite da figure di Evangelisti, Dottori della Chiesa, la Madonna col
Bambino, Cristo Giudice. In questo pannello è probabile un intervento di
Giovanni per via delle figure molto studiate nell'espresione individuale.

La scena della Crocifissione rivela un maggiore effetto drammatico rispetto a


quella pisana, specialmente nel gruppo delle Tre Marie, attribuite ad Arnolfo.
Dal 1265 al 1268, Nicola Pisano si occupa della realizzazione del pulpito del
Duomo di Siena. Con lui collaborarono altri artisti, fra cui anche Arnolfo da
Cambio. Nonostante l’intervento di altre mani, per altro sempre riconoscibili,
l’opera mostra, comunque, una grande unitarietà di stile.
Il progetto è simile a quello del pulpito del Battistero di Pisa: il pulpito è isolato,
è sostenuto da piccole colonne e sul parapetto sono scolpiti avvenimenti che si
collegano alla vita di Gesù Cristo. Tuttavia, poiché Nicola Pisano non si ripete
mai, qui individuiamo una forte differenza: mentre nel Duomo di Pisa le scene
sono statiche, in quello di Siena prevale il movimento.

Il pulpito ha una forma ottagonale e quindi è più vicino a un impianto circolare; i


pannelli sono pertanto accostati con angoli più convessi e sono separati
soltanto da statuette. Nei singoli pannelli, invece di poche immagini, troviamo
molte piccole figure per cui si possono notare brevi zone d’ombra che si
alternano a brevi zone di luce. Quest’aspetto crea un ritmo molto concitato,
sottolineato anche da gesti più animati e dalle espressioni più corrucciate dei
personaggi rappresentati. I pannelli sono di marmo e le colonnine di sostegno in
granito africano; esse provengono da alcuni scavi e furono sostituite nel 1329. Il
pulpito è sostenuto da leoni stilòfori in movimento, sui cui capitelli poggiano
degli archi trilobati, e da una colonna centrale il cui basamento riporta la
scultura delle arti liberali. Per capire la differenza fra i due pulpiti possiamo
analizzare la scena della Crocifissione. Il Cristo ha le braccia sollevate e,
intorno a lui, c’è una zona vuota che lo isola e lo potenzia. Egli non è collocato
al centro della composizione ma spostato verso destra. In questo modo egli dà
l’impressione di voler schiacciare i sacerdoti ebrei che, collocati a destra, si
voltano a guardarlo e fuggono verso il basso, come fossero terrorizzati. Invece,
a sinistra, viene lasciato molto spazio alla presenza dei fedeli, presi da un forte
dolore. Anche nella scena del Giudizio Universale si avverte il terrore che coglie
i dannati.
Ci possiamo chiedere quale sia la causa che nello spazio di pochi anni ha
determinato questa evoluzione dell’arte di Nicola Pisano, dal pergamo del
Battistero di Pisa a quello del Duomo di Siena. Senz’altro è la conoscenza della
scultura gotica francese (come quella presente nella cattedrale di Reims) con
cui lo scultore è entrato in contatto, non direttamente, ma attraverso le opere
francesi portatili che circolavano in Europa a seguito dei pellegrini che si
dirigevano verso Roma. Ma altre possono esserne la causa come la presenza
dei monaci cistercensi che hanno avuto un notevole peso nel diffondere l’arte
gotica nell’ambito senese. Inoltre, soprattutto, bisogna tener presente che i due
pulpiti sono stati progettati in funzione di due luoghi, di due culture e di due
tradizioni diverse. La differenza fondamentale fra le due opere sta
nell’ispirazione che a Siena è più gotica, mentre a Pisa è molto più
classicheggiante.

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