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Noi deliberiamo, con ogni cura e diligenza, che – come la preziosa e vivificante Croce
– le venerande e sante immagini – in pittura, o in mosaico o in qualsiasi altra materia
– vengano esposte nelle sante chiese di Dio, sulle sacre suppellettili, sulle vesti, sulle
pareti e sulle tavole, nelle case e nelle strade, si tratti dell’immagine del Signore Dio
Salvatore nostro Gesù Cristo, o della Santa Madre di Dio, o degli angeli degni di
onore, o di tutti i santi e pii uomini. Infatti quanto più esse vengono viste nelle
immagini, tanto più coloro che le guardano sono portati al ricordo e al desiderio di
quelli che esse rappresentano e a tributare loro rispetto e venerazione. Non si tratta
certo, secondo la nostra fede, di un vero culto di adorazione, che è riservato solo alla
natura divina, ma di un culto simile a quelle che si rende all’immagine della preziosa
e vivificante croce, ai santi vangeli e agli altri oggetti sacri, onorandoli con l’offerta di
incenso e di lumi, come era uso presso gli antichi. L’onore reso all’immagine, infatti,
passa a colui che essa rappresenta e chi adora l’immagine, adora la sostanza di chi
in essa è riprodotto.
ICTHYS
RIFERIMENTI AL VANGELO
CRISTO TRIONFANTE
TELA APPLICATA AL
SUPPORTO DI LEGNO DI
CASTAGNO E RIVESTIMENTO
PROTETTIVO
COMMITTENTE raffigurato in basso
Autore: Giunta Pisano; Data:
1250-1254; Tecnica: tempera e
oro su tavola; Dimensioni:
336×285 cm; Ubicazione: basilica
di San Domenico, Bologna
Rappresentare il dolore
Cimabue, Data 1268 -
1271 circa, tempera e oro su
tavola, 336×267 cm, Chiesa di
San Domenico, Arezzo
ELEMENTI BIZANTINI
LA LINEA
LA LUCE
CIMABUE
La personalità di maggior spicco della
pittura fiorentina del Duecento è
Cenni di Pepo noto con il
soprannome di Cimabue. La leggenda
lo vorrebbe maestro di Giotto anche
se questa notizia non ha fondamento
storico. Egli nacqua a Firenze intorno
al 1240 ma fu attivo anche a Roma e
ad Assisi dove affrescò il transetto
della chiesa superiore della Basilica
di San Francesco. Morì a Pisa poco
dopo il 1302. La sua formazione è
ancora di tipo bizantina come si vede
anche nel crocifisso di Arezzo.
Questa influenza si deve anche agli
oggetti di oridine orientale che
venivano importati con continuità in
Occidente e Maestri bizantini che si
trasferirono in Italia per affrescare la
cupola del Battistero di Parma, i
mosaici di Venezia e di Sicilia.
LINEA PIU’ SFUMATA E MENO NETTA
DRAMMATICITA’ CONTENUTA
PACATEZZA E ACCETTAZIONE