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Numerose mostre Galleria Bergamini 1945 – collettiva di artisti astratto-concreti che portò alla
fondazione nel 1948 del MOVIMENTO PER L’ARTE CONCRETA o MAC. I
dedicate fondatori furono Gillo Dorfles, Gianni Monnet, Atanasio Soldati, Bruno Munari.
all’Informale furono Galleria del Naviglio – punto di ritrovo deli Spazialisti organizza mostre dedicate a
Pllock, Hunterwasser, Capogrossi, Turcato.
organizzate a Centro San Fedele – I nucleari organizzano rassegne internazionali di Informali.
Milano. In diverse Galleria San Fedele 1951 – Enrico Baj e Sergio Dangelo esposero una serie di opere
gallerie milanesi ispirate alla nuova realtà dell’atomo nella quale emerge un’arte segnica e materica.
Nasce il MOVIMENTO NUCLEARE.
nascono movimenti Galleria del Naviglio 1952 – Prima collettiva del MOVIMENTO SPAZIALE
artistici di carattere anticipata dal Manifesto dell’arte spaziale redatto, tra gli altri, da Lucio Fontana.
informale. Galleria dell’Annunciata Milano 1952 – Bruno Munari espone oggetti «d’arte totale» e
le sue prime Macchina a movimento irregolare.
Galleria Schettini 1955 – mostra intitolata «Il gesto. Rassegna internazionale delle
forme libere» con opere di L. Fontana e E. Baj.
Galleria San Fedele di Milano 1957 – ultima mostra dedicata all’arte nucleare con
opere di P. Manzoni, Arnaldo e Gio Pomodoro.
OBIETTIVI DEL GRUPPO
ESPRESSIO
AUTOMA
NISMO
ARTE
TISMO
SURREAL
ASTRATTO NUCLE
AMERICAN
ISTA O ARE
Nel 1950 viene organizzata
una mostra su Pollock alla
Galleria del Naviglio di
Milano
EAISMO 1948
Nel 1948 a Livorno un gruppo di artisti (Voltolino Fontani, Angelo Sirio Pellegrini,
Marcello Landi, Guido Favati, Aldo Neri) aveva già fondato il movimento Eaismo.
Il loro manifesto anticipava alcuni concetti che ritroviamo nel movimento dell’arte
nucleare:
Dalì negli anni ‘50 approfondisce lo stretto legame tra arte e scienza, che perdura per
tutti gli anni Settanta e Ottanta sottol’influsso del nuclearismo. Scriveva il pittore
catalano nel 1953, in occasione di una mostra alla Carstairs Gallery di New York: “C’era
Seurat, con il suo Divisionismo, che , senza saperlo ha introdotto la fisica nucleare; e
c’era anche il Cubismo, e in particolare il grande futurista Boccioni, che però si esprime
in temrini di velocità, automobili, aviazione. […] Tutti avevano però previsto qualcosa
che sarebbe diventata la grande, incommensurabile innovazione categorica del nostro
tempo, una nuova concezione della materia, quella della fisica nucleare” (Dalì 1953).
Nella prima versione del Cammino dell’enigma realizzata nel 1981 e conservata a Madrid
l’enigma messo in scena è il mistero della vita, l’eterna ricerca di un dimensione altra, la
quadta dimensione che ossessiona le sue ricerche negli ultimi anni della vita, e che già
da tempo crede di poter raggiungere grazie soprattutto alle sue capacità intuitive: “Io
voglio conoscere e capire le forze e le leggi segrete delle cose, per poterle dominare, io
ho la facoltà geniale di disporre di un’arma eccezionale, che mi consente di arrivare al
nucleo della realtà: il misticismo, cioè l’intuizione profonda di ciò che è la
comunicazione diretta con il tutto…Facendo rivivere il misticismo spagnolo, io Dalì, con
la mia opera proverò l’unità dell’universo, dimostrando la spiritualità di ogni sostanza. Il
cammino dell’enigma rappresenta proprio questo percorso verso la compresione totale
dell’universo, simboleggiato da quel sole dalla luminosità lunare che campeggia al
centro della fuga prospettica. I sacchi sospesi sono particelle che contengono in se
stesse ognuna l’intero mondo, secondo le teorie olistiche che tanto affascinano Dalì:
“Quando venni a sapere che un atomo di emulsione olografica contiene l’intera
immagine tridimensionale, esclamai all’istante: io voglio mandare!”
S. Dalì, Il cammino dell’enigma (Seconda versione), 1981, olio su tela,
140 x 94 cm, Figueres, Fundacio Gala-Salvador Dalì
Dalì negli anni ‘50 approfondisce lo stretto legame tra arte e scienza, che perdura per tutti gli anni Settanta e Ottanta
sottol’influsso del nuclearismo. Scriveva il pittore catalano nel 1953, in occasione di una mostra alla Carstairs Gallery
di New York: “C’era Seurat, con il suo Divisionismo, che , senza saperlo ha introdotto la fisica nucleare; e c’era anche
il Cubismo, e in particolare il grande futurista Boccioni, che però si esprime in temrini di velocità, automobili,
aviazione. […] Tutti avevano però previsto qualcosa che sarebbe diventata la grande, incommensurabile innovazione
categorica del nostro tempo, una nuova concezione della materia, quella della fisica nucleare” (Dalì 1953).
S. Dalì, Idillio atomico e uranico melanconico, 1945, olio su tela, 65 x 85 cm,
Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia