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ARTE NUCLEARE

ERA ATOMICA: UN NUOVO TERMINE

Fu il giornalista del New York Times William L.


Laurence a coniare l'espressione "Atomic Age"
Il termine fu ripreso in un romanzo di
(era atomica). Lo fece dopo aver partecipato
Wilbur M. Smith nel suo libro "This
come osservatore all'esplosione della
atomic age and the word of God"
prima bomba atomica, avvenuta il 16 luglio
(1948)
1945 ad Alamogordo nel deserto del Nuovo
Messico (test Trinity)
LA CRONOLOGIA DEGLI EVENTI

1946 1948 ARTE CONCRETA 1950 ORIGINE 1951 MOVIMENTO


SPAZIALISMO NUCLEARE
MILANO CAPITALE DELLE SPERIMENTAZIONI ARTISTICHE

Numerose mostre Galleria Bergamini 1945 – collettiva di artisti astratto-concreti che portò alla
fondazione nel 1948 del MOVIMENTO PER L’ARTE CONCRETA o MAC. I
dedicate fondatori furono Gillo Dorfles, Gianni Monnet, Atanasio Soldati, Bruno Munari.
all’Informale furono Galleria del Naviglio – punto di ritrovo deli Spazialisti organizza mostre dedicate a
Pllock, Hunterwasser, Capogrossi, Turcato.
organizzate a Centro San Fedele – I nucleari organizzano rassegne internazionali di Informali.
Milano. In diverse Galleria San Fedele 1951 – Enrico Baj e Sergio Dangelo esposero una serie di opere
gallerie milanesi ispirate alla nuova realtà dell’atomo nella quale emerge un’arte segnica e materica.
Nasce il MOVIMENTO NUCLEARE.
nascono movimenti Galleria del Naviglio 1952 – Prima collettiva del MOVIMENTO SPAZIALE
artistici di carattere anticipata dal Manifesto dell’arte spaziale redatto, tra gli altri, da Lucio Fontana.
informale. Galleria dell’Annunciata Milano 1952 – Bruno Munari espone oggetti «d’arte totale» e
le sue prime Macchina a movimento irregolare.
Galleria Schettini 1955 – mostra intitolata «Il gesto. Rassegna internazionale delle
forme libere» con opere di L. Fontana e E. Baj.
Galleria San Fedele di Milano 1957 – ultima mostra dedicata all’arte nucleare con
opere di P. Manzoni, Arnaldo e Gio Pomodoro.
OBIETTIVI DEL GRUPPO

 Opere ispirate alla nuova realtà dell’atomo


Le forme si disintegrano: le nuove forme dell’uomo sono quelle
dell’universo atomico.
Movimento Coinvolgere gli artisti e l’arte in una nuova consapevolezza
dell’era postatomica.
nucleare La materia diventa energia che si riproduce indefinitivamente
ARTISTI: Enrico Baj, Sergio Dangelo, Joe Colombo, Leonardo
Mariani, Antonino Tullier, Enzo Preda, Ettore Sordini, Angelo Verga. 
IL MANIFESTO DELL’ARTE NUCLEARE
(1950)
 «i Nucleari vogliono abbattere tutti gli "ismi" di una pittura che cade inevitabilmente
nell'accademismo, qualunque sia la sua genesi. Essi vogliono e possono reinventare
la Pittura. Le forme si disintegrano: le nuove forme dell'uomo sono quelle
dell'universo atomico. Le forze sono le cariche elettriche. La bellezza ideale non
appartiene più ad una casta di stupidi eroi, né ai robot. Ma coincide con la
rappresentazione dell'uomo nucleare e del suo spazio. [...] La verità non vi
appartiene: è dentro l'atomo. La pittura nucleare documenta la ricerca di questa
verità.»
INFLUENZE

ESPRESSIO
AUTOMA
NISMO
ARTE
TISMO
SURREAL
ASTRATTO NUCLE
AMERICAN
ISTA O ARE
Nel 1950 viene organizzata
una mostra su Pollock alla
Galleria del Naviglio di
Milano
EAISMO 1948
 Nel 1948 a Livorno un gruppo di artisti (Voltolino Fontani, Angelo Sirio Pellegrini,
Marcello Landi, Guido Favati, Aldo Neri) aveva già fondato il movimento Eaismo.
Il loro manifesto anticipava alcuni concetti che ritroviamo nel movimento dell’arte
nucleare:

 «... la scoperta dell'energia atomica è riguardata dagli EAISTI come l'acquisizione di


un principio capace di rivoluzionare la nostra concezione dell'universo, e quindi di
alterare quell'equilibrio sentimentale morale che in essa trovava il suo appoggio e la
sua giustificazione e capace perciò di metterci di fronte a problemi di incalcolabile
portata, quali quelli posti dall'inadeguatezza e sconcordanza oggi esistenti fra la
verità e libertà raggiunte dal pensiero scientifico e il tono retrivo e tradizionale della
nostra vita sentimentale e morale.»
Obiettivi Eaismo
Framm Scomp
scom entazio osizion
posiz ne e fisica
della moleco
ione materia lare
V. Fontani, Dinamica di assestamento e mancata stasi, 1948, cm 160x120

L'opera di Fontani "Dinamica di assestamento e mancata stasi", 1948, in cui


si raffigurano radiazioni atomiche appena dopo una esplosione nucleare,
testimonia l'affinità delle tematiche eaiste con quelle del movimento milanese
Baj crea i suoi Paesaggi nucleari utilizzando procedimenti come il tachisme
(colore steso a macchie), il frottage, la pittua a olio emulaionata. Erano
tecniche mutuate dal Surrealismo e in particolare da Mx Ernst.
E. Baj, Agitatevi, pietre e montagne, 1958, Milano, Civico Museo d’Arte
Contemporanea

Si tratta di un olio e collage su tela, segno dell’stremo sperimentalismo e


dell’assenza di regole che caratterizza l’arte dei Nucleari. Baj ci presenta
grumi di forme microrganiche e molecolari che rappresetano il caos e la forza
della materia.
E. Baj, Paesaggio atomizzato, 1957, Tecnica mista, 80x 90 cm, Milano,
Civico Museo d’arte contemporanea, Collezione Boschi

In quest’opera Baj utilizzat una tecnica inventata da Maz


Ernst e usata anche da Polloch che ribattezza “acqua
pesante”. Sciogliendo il pigmento attraverso una serie di
solventi, il pittore ne deriva un’emulsione di acqua e vernice
che, spruzzata sulla superficie della tela, dà luogo a strane
striature, simili a una superficie butterata. Ecco che un gesto
casuale, come lo spruzzare della vernice sulla tela, diventa
strumento per creare una superficie pittorica.
Roberto Crippa, Spirale su grigio, 1953, olio su tela, 100 x 100 cm, Museo
Civico d’Arte Contemporanea….
S. Dalì, Dematerializzazione del naso di Nerone, 1947, olio su tela,
76,5 x 46 cm, Figueres, Fundacio Gala-Salvador Dalì
S. Dalì, Il cammino dell’enigma (Seconda versione), 1981, olio su tela,
140 x 94 cm, Figueres, Fundacio Gala-Salvador Dalì

Dalì negli anni ‘50 approfondisce lo stretto legame tra arte e scienza, che perdura per
tutti gli anni Settanta e Ottanta sottol’influsso del nuclearismo. Scriveva il pittore
catalano nel 1953, in occasione di una mostra alla Carstairs Gallery di New York: “C’era
Seurat, con il suo Divisionismo, che , senza saperlo ha introdotto la fisica nucleare; e
c’era anche il Cubismo, e in particolare il grande futurista Boccioni, che però si esprime
in temrini di velocità, automobili, aviazione. […] Tutti avevano però previsto qualcosa
che sarebbe diventata la grande, incommensurabile innovazione categorica del nostro
tempo, una nuova concezione della materia, quella della fisica nucleare” (Dalì 1953).
Nella prima versione del Cammino dell’enigma realizzata nel 1981 e conservata a Madrid
l’enigma messo in scena è il mistero della vita, l’eterna ricerca di un dimensione altra, la
quadta dimensione che ossessiona le sue ricerche negli ultimi anni della vita, e che già
da tempo crede di poter raggiungere grazie soprattutto alle sue capacità intuitive: “Io
voglio conoscere e capire le forze e le leggi segrete delle cose, per poterle dominare, io
ho la facoltà geniale di disporre di un’arma eccezionale, che mi consente di arrivare al
nucleo della realtà: il misticismo, cioè l’intuizione profonda di ciò che è la
comunicazione diretta con il tutto…Facendo rivivere il misticismo spagnolo, io Dalì, con
la mia opera proverò l’unità dell’universo, dimostrando la spiritualità di ogni sostanza. Il
cammino dell’enigma rappresenta proprio questo percorso verso la compresione totale
dell’universo, simboleggiato da quel sole dalla luminosità lunare che campeggia al
centro della fuga prospettica. I sacchi sospesi sono particelle che contengono in se
stesse ognuna l’intero mondo, secondo le teorie olistiche che tanto affascinano Dalì:
“Quando venni a sapere che un atomo di emulsione olografica contiene l’intera
immagine tridimensionale, esclamai all’istante: io voglio mandare!”
S. Dalì, Il cammino dell’enigma (Seconda versione), 1981, olio su tela,
140 x 94 cm, Figueres, Fundacio Gala-Salvador Dalì

Dalì negli anni ‘50 approfondisce lo stretto legame tra arte e scienza, che perdura per tutti gli anni Settanta e Ottanta
sottol’influsso del nuclearismo. Scriveva il pittore catalano nel 1953, in occasione di una mostra alla Carstairs Gallery
di New York: “C’era Seurat, con il suo Divisionismo, che , senza saperlo ha introdotto la fisica nucleare; e c’era anche
il Cubismo, e in particolare il grande futurista Boccioni, che però si esprime in temrini di velocità, automobili,
aviazione. […] Tutti avevano però previsto qualcosa che sarebbe diventata la grande, incommensurabile innovazione
categorica del nostro tempo, una nuova concezione della materia, quella della fisica nucleare” (Dalì 1953).
S. Dalì, Idillio atomico e uranico melanconico, 1945, olio su tela, 65 x 85 cm,
Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia

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