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9 agosto 2022 - 09:41 > Versione online

Dalla Toscana alle Marche con “L’Arte in


fuga da Hitler”

Con il patrocinio di numerosi Enti, tra i quali la Regione Toscana, i Club per l’Unesco
di Firenze,Toscana, Arezzo; la Provincia di Arezzo, la Regione Marche, l’Università
degli Studi Carlo Bo di Urbino, l’Associazione “I Figli della Schoah”, l’Enit ed anche
“Visit Sestino”, il 7 agosto si è svolto a Piobbico nel Castello dei Brancaleoni la
conferenza internazionale “L’Arte in fuga da Hitler”. La furia della censura nazista
sfociò con la mostra “Arte degenerata” nel 1937, nella quale furono esposte gran parte
delle opere di tutti gli artisti contrari al regime.
A portare i saluti alla affollata assemblea il vicepresidente dell ‘UNPLI Pesaro e Urbino
Matteo Martinelli e moderatore il Presidente della Provincia Giuseppe Paolini.
Questo incontro di Piobbico - è emerso - ha rappresentato un momento importante
per riflettere non solo sull’arte e gli artisti che sono stati tra i primi a risentire delle
persecuzioni nazifasciste, ma anche per portare testimonianza e il ricordo di quei
momenti tragici per l’intera umanità, come hanno voluto sostenere con la loro adesione
anche la Comunità Ebraica di Ancona e l’Associazione “I Figli della Shoah”.
La prima parte dell’ incontro ha visto come relatore il dr. Marco Renzi, di Sestino, autore
di vari volumi sulle stragi nazifasciste del secondo conflitto mondiale in area
appenninica, parlando della resistenza nel Montefeltro. Resistenza ma anche una terra
dove si nascosero e si salvarono capolavori dell’arte italiana a Carpegna e a
Sassocorvaro, sottratti alla ricerca dei tedeschi per impossessarsene e ai pericoli dei
bombardamenti, come ricorda da anni il “Premio Rotondi”.
Nella seconda parte si è invece svolta la presentazione in prima mondiale di un’opera
pittorica di grande fascino e simbolismo magnetico di un maestro del ‘900, bollato dal
regime nazista. E’ intervenuta la scrittrice e studiosa internazionale d’arte Annalisa Di
Maria, considerata tra i massimi esperti di Leonardo da Vinci e del Rinascimento
neoplatonico e consigliera del direttivo del Club UNESCO di Firenze. Essa ha presentato
in prima mondiale un’opera pittorica che testimonia l’orrore nazista. E’ seguito
l’intervento del Perito Calligrafico Forense Stefano Fortunati. Le analisi scientifiche e gli
studi multispettrali sono stati riportati dal dr. Andrea da Montefeltro, ricercatore e scultore
con opere nei maggiori musei internazionali, che ha affrontato anche il grande studio

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9 agosto 2022 - 09:41 > Versione online

simbolico presente nell’opera. Il dipinto raffigurante il volto del dittatore nazista,


costituisce una delle opere più interessanti di rappresentazione critica e sarcastica di
Hitler, creato da uno dei più grandi maestri del ‘900. Gli esperti ritengono possa trattarsi
di un’opera di tributo dedicata all’artista Paul Klee, perseguitato e censurato dal regime
nazista; l’autore dell’opera avrebbe infatti rappresentato nel dipinto Paul Klee nei panni
di Hitler, inserendovi tutta una serie di oggetti e contenuti che erano vietati o non tollerati
dal Furher, come la pipa, il rossetto rosso e il trucco in viso. L’arte ha sempre svolto un
avamposto di critica nei diversi periodi storici, rappresentando dunque un campanello
d’allarme qualora si manifestino situazioni di crisi sociale.
L’esperta d’arte Annalisa Di Maria, alla luce di tutti i risultati ottenuti, è concorde con gli
altri esperti che l’opera possa non essere mai stata catalogata e dispersa, frutto di un
dono personale compiuto da uno dei più grandi artisti del ‘900 a Paul Klee in seguito ad
un loro incontro. L’esperta catalogherebbe il dipinto forse alla mano di Pablo Picasso,
perché molti elementi porterebbero a lui. Dalle parole della Di Maria: “Ovviamente al
momento non ci sono certezze che possa essere Pablo Picasso, essendo un’opera
difficoltosa nello studio e nell’analisi si è rivelato anche un rifacimento del bordo esterno
a causa probabilmente di usura; forse lì, poteva essere presente qualche testimonianza
di una firma autografa. L’opera merita di essere conosciuta e studiata ancora e
visionata da altri esperti per poterne apprezzare l’importanza; sicuramente rappresenta
una delle opere più importanti del ‘900 come critica al nazismo e come testimonianza del
dissenso e portatrice di verità di quegli orrori compiuti da uno dei dittatori più sanguinari
della storia. Solo un genio e un maestro dell’espressionismo con un profondo senso
dell’ironia pungente poteva aver creato un dipinto di questo genere”.
La manifestazione è continuata all’insegna della memoria con la consegna di sculture
come premio “La resistenza nell’Arte” all’A.N.PI., alla Comunità Ebraica di Ancona e alla
associazione “ I Figli della Shoah” ,di cui la Senatrice Liliana Segre è Presidente
Onoraria, con i saluti portati dalla presidente Daniela Dana Tedeschi e dalla
Vicepresidente Susanna Barki. Le opere sono state realizzate dall’artista “Premio della
pace nell’arte”, Andrea da Montefeltro: uno scultore che nella prima età artistica ha
esposto a Sestino e collaborato a molte attività locali, portando al pubblico le forme e gli
spazi della cripta della Pieve di S. Pancrazio.
Riassumendo - ha poi commentato Annalisa Di Maria – l’arte si fa testimone di verità,
attraverso alcuni grandi artisti del ‘900. L’arte contro Hitler, contro il suo regime. Una
giornata, questa di Piobbico, in cui si è discusso della resistenza vista attraverso gli
occhi dell’Arte: la Resistenza vera vive attraverso la memoria”.
Un lungo viaggio, dalla Toscana alle Marche, nel quale i confini geografici si danno la
mano appunto “per non dimenticare”.
(a cura di Giancarlo Renzi)

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