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ARTE CINETICA

L'arte cinetica, talvolta detta anche programmata, è una corrente


artistica nata in Europa durante gli anni sessanta e settanta del
ventesimo secolo.
DESCRIZIONE: L'arte cinetica comprende una serie di
ricerche artistiche che mirano a studiare e sperimentare i fenomeni
della percezione visiva e del movimento, cercando di suscitarne
l'idea sia nelle opere che nella percezione dell’osservatore. Per
questa ragione alcuni critici hanno cercato di suddividere questo
movimento artistico in diverse categorie, parlandone in termini di
arte cinetica, arte programmata, nuova tendenza o ancora op art. Gli
esponenti dell'arte cinetica programmano il risultato estetico
dell'opera attraverso una costruzione scientifica e razionale del loro lavoro, opponendo alla figura
dell'artista che interpreta soggettivamente la realtà quella di un tecnico che procede con
accertamenti metodici nel campo dei fenomeni visivi. Il movimento introdotto nelle opere può
essere tanto reale quanto virtuale, ottenuto cioè dallo spostamento del punto di vista
dell'osservatore. Spesso gli esponenti dell’arte programmata svolgevano la propria attività in
collettivo, teorizzando la superiorità del lavoro di gruppo, rifiutando culto della personalità e
preferendo l’anonimato.
STORIA: L'arte cinetica trae origine alcune esperienze delle avanguardie storiche, tra cui i
Rotoreliefs di Marcel Duchamp, il Modulatore di Luce-Spazio di László Moholy-Nagy, la
Costruzione spaziale cinetica di Naum Gabo. Nel 1952 Bruno Munari scrive il Manifesto del
macchinismo, in cui si paragonano le macchine ad esseri viventi, teorizzando che in futuro l’uomo
possa diventare loro schiavo e che l'unica salvezza per il genere umano sarebbero stati solo gli
artisti . Il cinetismo è consacrato come movimento dalla mostra Le Mouvement tenutasi nel 1955 a
Parigi alla Galleria Denise René, che presentava opere di Yaacov Agam, Pol Bury, Alexander
Calder, Marcel Duchamp, Robert Jacobsen, Jesús-Rafael Soto, Jean Tinguely e Victor
Vasarely. Nel 1960 si tiene al Kunstgewerbemuseum di Zurigo la mostra Kinetische Kunst, dove
viene coniato il termine arte cinetica.
Nel 1961 lo Stedelijk Museum di Amsterdam organizza la mostra Moving Movement che, con il
titolo di Movement in Art, proseguirà al Moderna Museet di Stoccolma e al Louisiana Museum di
Copenhagen . Il critico Marko Mestrovic e Getulio Alviani presentano i lavori dei principali gruppi
nel frattempo sorti in Europa, tra cui il Gruppo T (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni
Colombo, Gabriele Devecchi, Grazia Varisco) ed il Gruppo N (Alberto Biasi, Toni Costa, Ennio
Chiggio, Edoardo Landi, Manfredo Massironi).
Munari e Giorgio Soavi organizzarono nel 1962 per conto della Olivetti una mostra dallo stesso
nome e corredata da un catalogo firmato da Umberto Eco. Gli artisti presenti alla prima esposizione
di Milano erano Bruno Munari, Enzo Mari, il Gruppo T ed il Gruppo N. Nelle successive edizioni si
aggiunsero Getulio Alviani ed il gruppo francese GRAV.
Nel 1965 viene organizzata la più importante mostra dedicata all'arte cinetica e programmata per
dimensioni e successo di pubblico, The Responsive Eye al MoMA di New York con 123 opere e
180'000 visitatori. Molti lavori esposti, fra cui una superficie a testura vibratile di Alviani ed una
dinamica visuale di Costa, vennero acquistate dal museo stesso entrando a far parte della collezione
permanente. Il raggiungimento del successo internazionale corrisponde però anche all'inizio della
parabola discendente dell'arte cinetica. 
La critica d'arte Lea Vergine afferma che proprio la sua fama è stata la causa della sua fine, poiché
l’arte cinetica era diventata troppo famosa e quindi troppo banalizzata. L'esordio di nuovi
movimenti come la Pop Art e l'Arte Povera ne ridussero la visibilità. Diversi critici
americani, inoltre, considerarono le opere di questo movimento non arte, ma semplici illusioni
ottiche o trucchi visivi. In Italia è stata in particolare la Gnam di Roma a organizzare la mostra
«Arte programmata e cinetica» nel 2012.

ALEXANDER CALDER
Alexander Calder nasce a Lawnton, Pennsylvania (USA), il 22 luglio
1898. Nel 1919 si laurea in ingegneria allo Stevens Institute of
Technology di Hoboken, New Jersey; dal 1923 al 1925 frequenta la Art
Students League di New York, studiando per un breve periodo con
Boardman Robinson e John Sloan. Nel 1925, su incarico della “National
Police Gazette” trascorre due settimane in un circo, durante le quali fa
degli schizzi e sviluppa un particolare interesse per quel mondo. Sempre
nel 1925 realizza la prima scultura in filo di ferro, e l'anno successivo
diverse costruzioni di figure e animali in fil di ferro e legno.
Nel 1926 tiene la prima mostra di dipinti all'Artist's Gallery di New York.
Nello stesso anno si reca a Parigi, dove frequenta l'Académie de la Grande
Chaumière, incontra Stanley William Hayter, espone al Salon des
Indépendants e inizia gli spettacoli del suo circo in miniatura. Nel 1928 tiene alla Weyhe Gallery di
New York la prima mostra di caricature e animali in fil di ferro; nello stesso anno conosce Joan
Miró, dando inizio a un'amicizia che durerà per tutta la vita. In seguito divide il suo tempo tra la
Francia e gli Stati Uniti. Nel 1929 la Galerie Billiet organizza la sua prima personale a Parigi.
L’anno dopo conosce Fernand Léger, Frederick Kiesler, Theo van Doesburg e visita l'atelier di Piet
Mondrian. In questo periodo esegue le prime sculture astratte e nel 1931-32 introduce nelle sue
opere elementi mobili: tali sculture vengono chiamate mobile, mentre quelle fisse verranno invece
chiamate stabile.
Nel 1933 espone a Parigi con il gruppo Abstraction-Création. Nel 1943 il Museum of Modern Art
di New York allestisce una sua retrospettiva. Negli anni cinquanta viaggia molto e
realizza Towersmobile da muro e Gong (mobile sonori). Vince il Premio per la scultura alla
Biennale di Venezia del 1952. Verso la fine degli anni cinquanta dipinge molto a guazzo e, a partire
da questo periodo, riceve diverse importanti commissioni pubbliche. Nel 1964-65 il Museo
Solomon R.Guggenheim di New York allestisce un’importante retrospettiva della sua opera. Nel
1966 inizia i Totem e nel 1971 gli Animobile, variazioni dei mobile. Nel 1976 tiene un'importante
mostra al Whitney Museum of American Art di New York. Calder muore a New York l'11
novembre dello stesso anno.
IL TEODELAPIO: Il Teodelapio si trova fuori dal centro
storico, di fronte la stazione Ferroviaria di Spoleto. Prima scultura
monumentale in Italia,  dell'artista americano Alexander Calder fu
realizzata nel 1962 per la mostra "Sculture nella città"  in occasione del
V Festival dei Due Mondi, mostra ideata da Gianni Carandente e
rimasta nella storia dell'arte contemporanea. Lo scultore americano
Alexander Calder (1898-1976) è noto per le sue meravigliose macchine
aeree snodate e colorate,  i cosiddetti mobiles che, appesi a fili
sottilissimi, si muovono con leggerezza per un calcolato sistema di
equilibri. Alcuni mobiles sono conservati nel Museo di Palazzo
Collicola.
La scultura in acciaio verniciato è alta 18 metri.
Costituita da un assemblaggio di forme diverse ritagliate ed imbullonate
nel metallo, ha aspetto zoomorfo e ricorda in parte una corona - Calder
non aveva ancora deciso il nome della scultura quando, durante il soggiorno a Spoleto (primavera
1962), vide nella hall del suo albergo una stampa raffigurante il duca Teodelapio (prima metà del
VII secolo) con una corona a punte e decise di chiamare così la sua opera.
Il bozzetto, alcune lettere e disegni preparatori sono conservati all'interno della Galleria Civica
d'Arte Moderna di Spoleto.
FLOATING CLOUDS: Floating Clouds  è
un'opera d'arte dello scultore americano Alexander
Calder , situata nell'Aula Magna della città
universitaria di Caracas in Venezuela . L'opera del
1953 comprende molti pannelli "a nuvola" che sono
rinomati sia dal punto di vista artistico che
acustico. L'opera è considerata "una delle opere più
veramente monumentali di Calder" e il primo esempio
della teoria urbano-artistica dell'architetto del
campus Carlos Raúl Villanueva .
Originariamente intesi solo come un'opera d'arte, i
pannelli sono stati spostati all'interno dell'Aula Magna
per risolvere la scarsa acustica causata dal progetto
della sala; da allora si dice che la sala abbia una delle
migliori acustiche del mondo. I pannelli vengono posizionati tenendo conto dell'angolo e delle
dimensioni; alcuni assorbono il suono, altri lo proiettano e altri lo ingrandiscono. Come intendeva
Calder, le nuvole combinano tecnologia e arte; tuttavia, Calder voleva anche che le nuvole fossero
mobili, in modo che potessero creare esperienze acustiche diverse, ma non lo sono.Tuttavia, la sala
può avere due diversi formati di ottimizzazione acustica; questo ha lo scopo di ridurre l'eco e il
tempo di trasferimento del suono, ottimizzando l'acustica del parlato.
FLYING DRAGON: Questa scultura è stata la prima ad essere aggiunta al giardino nord
dell'Art Institute dopo che l'architetto paesaggista Laurie
Olin ha ridisegnato l'area nel 1991. È opera del celebre
artista americano Alexander Calder.
Flying Dragon, che Calder eseguì nel 1975, è
considerato uno stabile. A differenza dei famosi cellulari
cinetici di Calder, i suoi stabilizzatori sono sculture fisse
fatte di elementi fissi, sebbene siano dinamici e animati
nel loro aspetto. L'artista ha rivestito il drago volante in
acciaio inossidabile nel suo caratteristico colore rosso-
arancio, che ha utilizzato anche per il suo fenicottero
gigante nella Federal Court Plaza di Chicago. Il lavoro di
Calder è durato circa cinquant'anni. Oltre a molte sculture pubbliche monumentali risalenti alla fine
della carriera di Calder, diversi pezzi che rappresentano ampiamente la portata completa del suo
lavoro possono essere visti a Chicago nella collezione del Museum of Contemporary Art. Si pensa
che Flying Dragon sia l'ultimo stabile che Calder ha creato personalmente. Completato nel 1975,
l'artista morì meno di un anno dopo all'età di settantotto anni. Un dono del signor e della signora
Sidney L. Port ha reso possibile questa acquisizione per l'Art Institute di Chicago.

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