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21/02/2023

Architettura esclusa
Con l’espressione arte contemporanea, in ambito accademico, intendiamo qualcosa di
diverso da ciò che si intende in ambito non accademico per arte contemporanea.
Comprendere un periodo enorme che va dall’inizio dell’800 ad oggi, un periodo diverso in cui
si intende per arte contemporanea ciò che si avvicina al tempo presente. Fuori dai confini
italiani la concezione cambia, l’arte contemporanea, la Contemporary art è un'arte che non
arriva ad abbracciare l’800. Molti parlano dalle neoavanguardie degli anni ‘60 in avanti, altri
parlano di arte contemporanea per ciò che riguarda l’arte vivente, ciò che è prima è moderno.
In ambito anglosassone viene classificato come Modern and Contemporary art history.
Declaratorie: definizioni date dal ministero dell’istruzione dell’università, la storia dell’arte
contemporanea comprende, con attenzione al mondo europeo e nord-americano,
comprende gli studi sulle più attuali tendenze artistiche.
Periodo dal romanticismo ad oggi caratterizzato da esperienze molto diverse da loro, con
cambiamenti profondi che hanno travolto il mondo dell’arte. Momento di inizio ‘900
caratterizzato dall’esplosione delle avanguardie storiche. Nacque il collage, l’assemblaggio,
tecniche che non esistevano prima se non in maniera limitata e non centrale per il lavoro di
un artista e la possibilità si incollare oggetti ha fatto sì che si aprisse un mondo nuovo per gli
artisti. Nasce anche la fotografia e si afferma a tal punto da condizionare e spostare
l’attenzione degli artisti in direzioni fino a quel momento inesplorate, libera gli artisti dal
compito di rappresentare il reale. Gli artisti superano l’idea che l’opera d’arte debba tradursi
sempre in un oggetto che sia immagine, cambia il lavoro dell’artista nella parte concettuale
rispetto a quella manuale. La parte concettuale adesso prevale sulla parte visiva dell’pera,
accade che l’opera d’arte si può concretizzare anche in una scritta. Gli artisti lavorano anche
con opere complesse che vanno non ad occupare uno piccolo spazio della parete ma invadono
l’intero ambiente, definizioni e formule diverse, si può parlare di installazione (oggetti diversi
posti nello spazio, tanti elementi che vanno a trasformare lo spazio e a produrre un'esperienza
controllata dall’artista nel fruitore). Tutto ciò avviene in 150 anni di distanza. Problema del
susseguirsi degli avvenimenti, non siamo di fronte a cambiamenti lenti e poco documentati,
ma di fronte ad un gran numero di movimenti che vanno affiancandosi uno all’altro. Chi si
occupa di storia dell’arte ha un enorme quantità di documentazione.

22/02/2023
Pollock è l’inventore del dripping, consiste nel gocciolamento diretto, senza un contatto del
pennello sul supporto (tela) così che la materia pittorica si pone in maniera casuale sulla tela,
Pollock non lavora con cavalletto ma con la tela appoggiata a terra. Come Pollock è arrivato a
inventare in dripping? Come per gradi lo ha trasformato? Noi sappiamo queste cose, i fatti
contemporanei rispetto all’arte del passato. Esistono documenti fotografici. Esistono anche
altri documenti in arte contemporanea come i video. Allestisce all’esterno uno studio
all’esterno. Ricostruzione della vita di un oggetto -> studi di provenienza.
La zattera della medusa: fotografia di Thomas Strut, fotografo che ha lavorato su monumenti,
architettura e musei, documentando il modo anche in cui lo spazio del museo ospita da un
lato oggetti inanimati e da un altro delle presenze vive, i visitatori, creando una relazione tra
di loro, che spesso è condizionata dal modo in cui l’oggetto è costruito, l’oggetto sembra
proiettarsi nello spazio circostante. Opera di Theodore Gericault, protagonista del
romanticismo francese, 1791-1824. Nasce nella provincia a Rouenne nel 1791 da una famiglia
benestante, trasferitosi a Parigi abbandonò gli studi scolastici per dedicarsi alla pittura, a
Parigi, nei primi anni dell’800, i grandi maestri dell’accademie di belle arti erano tutti di scuola
davidiana, scuola di David che è stato un maestro della pittura neoclassica, esperienza che
precede direttamente il romanticismo e si intreccia. Uno studente di arte aveva due
possibilità: entrare nell’accademia di belle arti o negli atelier che avevano anche la funzione
di scuola. Gericault studia negli atelier, studiando presso alcuni allievi di David, tra cui Vernet,
Guerin e Gros. Durante il periodo di formazione, che arriva ai primi anni 10, studia molto l’arte
del passato, si impratichisce nella copia dall’antico nel Louvre. Nel 1812 Gericault apre un
proprio atelier e poi inizia a realizzare delle opere ambiziose, opere che fanno riferimenti a
fatti recenti della Francia e che si caratterizzano per una composizione molto dinamica,
energica (gioco di diagonali opposte che creano una tensione all’interno del quadro). Queste
opere resero Gericault note nella scena parigina perché vennero esposte nel Salon, mostra
che si teneva periodicamente a Parigi e che nel 1814 (restaurazione) fu realizzato e le opere
di Gericault vennero esposte Ufficiale dei cavalleggeri e Corazziere ferito, di grande formato,
mostra legata alle istituzioni ufficiali francesi ed era il principale appuntamento espositivo di
Parigi. I più grandi artisti venivano selezionati da una giuria e le opere distribuite nella mostra
rispettando anche i valori dell’artista e dei soggetti rappresentati. Nella Francia contavano
moltissimo i generi, quella vicina ai classici era genere di seria A, gli altri come i paesaggi,
natura morta, ecc. erano considerate di genere minore e di formato inferiore. Gericault porta
queste due opere che vengono apprezzate anche se dal punto di vista politico delicato, danno
una lettura non positiva anzi drammatica e pessimista della guerra e del destino della Francia
attraverso la natura. Attraverso un punto di vista espressivo Gericault si dimostrava legato al
suo maestro Gross che aveva inaugurato questo modo dinamico di cogliere un istante cruciale
di una scena di battaglia. Gericault nel 1815 compie un viaggio di studio in Italia, l’esperienza
di viaggio e di studi delle opere del passato costituiva una tappa importantissima per lo studio
degli artisti, Gericault si innamora anche della vita della città che cerca di rappresentare della
vita colorita in alcuni dipinti, elemento di forza e vivacità. Rientrato in Francia Gericault decide
di affrontare un’impresa pittorica di dimensioni gigantesca che espone nel Salon del 1819 con
il titolo Scena di un naufragio, il pubblico riconosce la rappresentazione un episodio di
cronaca, di storia contemporanea, il naufragio della zattera della Medusa, imbarcazione,
zattera di fortuna in cui furono ammassati circa 100 dei passeggeri che stavano navigando
verso l’Africa su una nave francese chiamata Medusa, il capitano era incapace e questa nave
fece delle operazioni scorrette, rischio di affondare e i passeggeri furono tratti in salvo con
metodi diversi, dapprima con nave più sicure e poi sulla zattera fu stivata una parte dei
passeggeri meno abbienti, la zattera navigò per giorni senza essere slavata, molti naufraghi
morirono e atti di cannibalismo. Uscì un libro sulle dichiarazioni e questo scandalo entrò
nell’opinione pubblica. La rappresentazione della storia contemporanea non era un fatto
inedito, Gross era diventato famoso per più opere di carattere contemporaneo riguardanti
Napoleone dove la morte era esposta, ma la presenza dell’imperatore come salvezza aveva
bilanciato la scena. Episodi di generosità dei sovrani durante la restaurazione. Il quadro che
anticipa e annuncia il lavoro di Gericault è il Napoleone a Eylau, tutto il primo piano è preso
da corpi morti dove l’artista si ferma in modo molto crudo. La zattera della Medusa, può dirsi
figlia di queste opere di Gross, è un'opera che documenta un avvenimento, primo
avvistamento da parte dei naufraghi della nave Argo le persone cercano di farsi vedere, ma le
persone continuano a morire. Tra il ritorno dei superstiti a Parigi e la pubblicazione dell’opera
(momento in cui Gericault prende il dipinto al Salon dove viene esposto). Vennero preparate
delle immagini, delle litografie (stampe realizzate con un procedimento seriale che permette
da tirare da un solo disegno tanti esemplari che potevano essere inserite all’interno di un
giornale o libro, tecnica che nel corso dell’800 esplode per importanza perché permetteva
altissime tirature). Le litografie sono una delle fonti di studio di Gericault.

24/02/2023
Quadro che presenta al suo interno elementi polemici e critici verso il potere politico post
restaurazione e del modo in cui la Francia id Luigi XVIII stava procedendo. Viene riconosciuto
presto dalla critica come una sorta di simbolo della crisi drammatica che la Francia stava
vivendo.
Origini del dipinto: immagini che vennero pubblicate intorno al 1817-18 sul naufragio di
questa zattera, una delle imbarcazioni su cui furono ammassati i naufraghi. Importanza delle
litografie. La diffusione delle immagini, prima della fotografia, era affidata alle pitture da
cavalletto (carattere mobile -> oggetti che potevano essere spostate), pitture murali (ibrida
insieme tecnica affresco e a secco, cioè interventi pittorici su muro già asciutto), due tra le
principali diffusioni di immagini. Per riprodurre più volte la stessa immagine le uniche tecniche
erano quelle dell’incisione, si basa sull’uso di una matrice (legno per la xilografia, o metallica,
sono delle lastre) che viene incisa da tecnici, in un secondo momento si inchiostra la parte
che si desidera e stampare attraverso la pressione di un torchio e passarlo sulla carta. Le
tecniche incisorie non permettevano tirature elevatissime. La litografia, nasce nel 1796,
aumenta la possibilità di stampa e quindi diffusione di immagini.
Lithograph | The Metropolitan Museum of Art (metmuseum.org)
Parigi nel 1817-18 viene sconvolta dalla pubblicazione delle testimonianze del naufrago di
questa nave, fatta naufragare da un militare regio come comandante di questa nave
nonostante non fosse in grado. Istant book, libro pubblicato da Savigny e Correard, libro del
naufragio con notizie e immagini, scioccò l’opinione pubblica. Sollevando un moto di rabbia
nei confronti del potere politico che aveva accettato che una nave piena di gente fosse
guidata da una persona incompetente. Il fatto più grave stava nell’avere abbandonato
persone francesi al loro destino per 13 giorni sulla zattera. Racconto duro che racconta gli
stenti e anche gli atti di cannibalismo per sopravvivere. Gericault, che aveva avuto il suo primo
successo con i due dipinti nel 1814, era appena rientrato a Parigi nel suo viaggio di studi in
Italia e decise di affrontare il tema del naufragio per realizzare un grande quadro di storia
contemporanea. Gericault, aveva 26 anni, intraprende un’avventura che lo impegna tra il
1817-18, inizia incontrando i superstiti Correard e Savigny ritraendoli pensando ad un dipinto
fedele ai fatti, e inizia a realizzare questo dipinto esemplare anche dal punto di vista della
composizione. Insistere di Gericault su alcune direttrici visive, diagonali, dipinto diviso in due
parti: una parte la drammaticità nel farsi vedere e dall’altra una scena di morte e abbandono.
Il dipinto vive di tensioni quasi opposte, elementi che creano drammaticità fin quasi
all’esagerazione perché convivono all’interno dell’opera elementi opposti, energia vitale delle
persone in verticale e quelli che si danno alla morte. La natura partecipa appieno nella
tensione del dramma, il cielo è nuvoloso, il sole al tramonto crea un effetto di controluce che
crea qualcosa di drammatico, corpi scolpi dalla luce, mare mosso sembra sul punto di
devastare una volta per tutte la zattera. Da un punto di vista compositivo si ha una doppia
piramide, giocando sulle diagonali, una piramide legata alla zattera che viene mezza d’angolo
rispetto allo spettatore, scatola spaziale che raccoglie quasi tuta la scena, da queta piramide
esce un’altra piramide, nucleo narrativo delle persone che si alzano in equilibrio per essere
salvati. Gericault per un anno e mezzo circa dovette lavorare molto da un punto di vista
progettuale per immaginare dapprima la composizione e poi per arrivare a mettere in risalto
i dettagli e come dovevano relazionarsi tra loro. Gli artisti hanno ripensamenti, Gericault
soltanto a quadro finito e a poche settimane dalla consegna si rese conto che il primo piano
era sguarnito e decise di aggiungere una figura sdraiata morta, importante per lo spettatore
perché quando vediamo un’opera d’arte i nostri occhi automaticamente iniziano a leggerla
dal basso, dal punto di vista più vicino al terreno dove teniamo i piedi. La figura ormai morto
sul punto di perdere contatto con la zattera, le gambe rimangono in contatto con la zattera.
Modalità operative: dopo aver studiato dei ritratti disegnati le testimonianze dei testimoni,
inizia con dei disegni su carta ad immaginare la composizione, Gericault pensò subito di
focalizzare l’attenzione su un evento drammatico, avvistamento della nave, sono già intuiti,
come il mare in burrasca. Attorno all’idea di una zattera che è sbattuta dalle onde e dal vento
Gericault immagina anche opzioni narrative diverse, in alcuni studi il tema è
dell’ammutinamento, scontro sulla zattera per la gestione delle poche risorse. In un altro
momento della fase inziale della progettazione Gericault pensò di rappresentare il
salvataggio. Altra ipotesi riguarda gli atti di cannibalismo, elaborato dal punto di vista tecnico,
Gericault era un abilissimo disegnatore. Uso del bianco di piombo nei disegni e che fin dal
‘400 veniva usato per mettere in risalto le parti di luce nel disegno. Da un certo momento in
avanti Gericault inizia a dedicarsi sull’avvistamento della nave Argo, lo schema compositivo
piramidale era stato già scelto, lavorò studiando individualmente le figure, le pose o il modo
in cui certi gruppi di figure andavo a combinarsi tra loro, Gericault trasse ispirazione da opere
che conosceva e che aveva studiato tra cui un’opera di Rubens, artisti di età moderna e di
area nordica che più aveva saputo caricare di pathos il classicismo del rinascimento italiano,
oltre a Rubens l’attenzione di Gericault fu toccata dal Giudizio universale di Michelangelo. Tra
le fonti visive che Gericault ha usato è Caravaggio, della cui deposizione di Cristo Gericault
aveva realizzato una piccola copia in occasione del suo viaggio in Italia, il modello
caravaggesco sta alla base di un dettaglio della scena della zattera della Medusa. Riferimento
a Caravaggio è anche la gestione del dato luminoso, fonte luminosa doppia, in maniera
teatrale. La luce ossessionò Gericault. Gericault prova a realizzare molti studi sull’uomo che
tiene il corpo morto del figlio, rifacendosi alla statuaria antica. La drammaticità quasi
espressionista di certe figure morte vengono ad abitare con uno sguardo molto moderno che
sembra anticipare la pittura di Egon Schiele e la pittura viennese di inizio ‘900. All'interno del
processo esecutivo di un'opera tanto rande rientra anche l’idea di realizzare dei dipinti di
composizione, dei test di restituire in forma pittorica, ma in piccola l’immagine per studiare
anche il colore, studio di composizione, fatto da Gericault prima di arrivare alla realizzazione
dell’opera. Idea di creare un gruppo che nella parte destra della zattera si eleva. La parte
progettuale del quadro si concentra sulla figura che sventola, Gericault fa riferimento all’arte
del passato, studio del torso di negro per la zattera, che sconvolse il pubblico, questa figura è
l’unica che sembra spendersi eroicamente per la salvezza dei naufraghi, mentre altre figure
sono annichilite dal dolore. Per fare questa figura Gericault fa riferimento a Michelangelo. A
sua volta Miche aveva fatto riferimento al torso del Belvedere e della scultura antica visibile
a Roma. L'opera vive di numerosissimi riferimenti all’antico, al museo, a Miche e a Caravaggio.
Due punti di massima elevazione dell’albero dell’imbarcazione e il disperato tentativo di
salvarsi facendosi vedere dalla nave. Coerenza della drammaticità della natura. Confronto
schiacciante tra uomo e natura, elementi tipici della pittura romantica. Può essere
considerato un capolavoro del romanticismo. Gericault investì molto nella produzione di
questa opera, anche economicamente perché dovette affittare degli atelier sufficientemente
grande. La zattera della Medusa non è solo un’opera romantica, ma è un’opera che anticipa
uno sguardo sulla natura e la realtà diretto, anche spietato, nel modo in cui Gericault racconta
la morte si fa anticipatore del realismo. Studiò a lungo all’interno degli obitori. Gli amici
accompagnarono Gericault e Delacroix si prestò a posare per la figura reversa in basso al
centro. Esposta nel Salon del 1818, Gericault sperava in una medaglia. Quando il dipinto
venne esposto non ricevette molti consensi, tra gli elementi di confusione era la centralità
della figura di colore, che inizialmente non fu intesa perché non si capiva per quale ragione,
una delle poche persone non francesi, fosse posta al centro dell’azione. Poi venne vista come
modello di rappresentazione simbolica della nazione francese. La lezione morale non fu colta
dalla critica e l’opera non ottenne premi, ma nel tempo venne riconosciuta come emblema di
uno spirito rivoluzionario nuovo, compattare la nazione francese in mezzo alle difficoltà. Il
dipinto non ottenne successo a Parigi, ma venne adottato da dei mercanti, critici inglesi, nel
1820 venne trasferito a Londra dove venne esposto. Il titolo originario è Scena di un naufragio.
Per il trasporto la tela fu smontata dal telaio e la tela arrotolata. Tradotta in litografia che
ebbero fama. Gericault muore nel 1824. Poco prima della sua morte uno dei suoi amici,
Delacroix, ebbe modo di rendere omaggio nell’opera Dante e Virgilio all’inferno, la scema
tratta dalla Commedia venne ambientata in maniera simile alla zattera della Medusa, simile
anche il modo di riferirsi all’antichità, si rifà a Rubens nelle figure di nudo a fondo immagine.
L'opera venne acquistata da un collezionista che poi lo donò allo stato francese e poi sposto
a Louvre. Gericault sperava che l’opera venisse comprata dallo stato francese perché venisse
destinata al museo del Luxembourg, inaugurato nel 1818, ed era un museo destinato all’arte
di artisti viventi, novità assoluta. Chia, Zattera temeraria, opera della transavanguardia,
gruppo di artisti italiani di cui Chia, si forma negli anni ‘60-’70 con l’idea di tornare alla pittura
riprendendo anche modelli del passato e Gericault era uno degli artisti di cui Chia teneva
conto. Il tema del naufragio è di assoluta contemporaneità, tanti temi di attualità legati alla
vista di storia contemporanea che interessano molto gli artisti, tra cui Ai weiwei. L'opera di
Gericault venne sempre più apprezzata nel tempo. Nel secondo ‘800 la Francia cercò di
ripensare se stessa e molti furono gli intellettuali che contribuirono alla costruzione della
storia moderna dell’arte francese, mossi dalla convinzione che l’arte e la cultura può dare
salvezza a un mondo e ad una realtà, riconoscendo in alcuni artisti di primo ‘800 dei maestri.
Le opere di Gericault furono oggetto di uno studio (gallica.fr) nel 1879, l’impressionismo stava
esplodendo, studio biografico e critico comprendendo il catalogo ragionato dell’artista, gli
studi storico-artistici su Gericault hanno preso forma.

7/03/2022
Molti artisti insistono sul discorso della natura.
James Turrell, Roden Crater, 1977-: opera non ancora terminata, che appartiene ad una
generazione, protagonista delle neoavanguardie (anni ‘60 in avanti). Esempio della centralità
del tema naturale nella ricerca artistica vicino a noi. Questo cratere non è stato costruito
dall’artista. Minimalismo e Landart (nuove avanguardie, americane, tra gli anni ‘60-’70).
Questo cratere è naturale, ma Turrel, che ha messo al centro della sua ricerca lo studio della
percezione ottica dei fenomeni naturali e della luce, ha deciso di progettare e poi costruire
una sorta di opera ambientale gigantesca e articolata, scavando la superficie di questo
vulcano spento e creando delle camere percorribili e abitabili attraverso le quali osservare i
fenomeni naturali. Turrel gioca spesso sull’idea di estraniamento, eccitazione visiva
dell’osservatore attraverso dei contrasti tra artificiale e naturale, giocando con l’azzurro del
cielo come fosse una superficie astratta colorata e lavorando spesso con una combinazione
di luce artificiale e naturale. Opere di carattere ambientale.
Olafur Eliasson è diventato famoso nei primi anni 2000, all’interno della Tate Modern di
Londra ha creato The Weather Project, 2000, ha inserito un disco artificiale con lampade ad
infrarossi che stravolgeva l’ambiente, sul soffitto era stata apposta una plastica riflettendo
per cui gli osservatori si trovavano all’interno di uno spazio ingigantito a dismisura, vapori per
rendere la nebbia, idea di trovarsi davanti ad un sole infuocato. Trasformazione del clima e gli
stravolgimenti naturali. Riverbed, 2014: greto (terreno) di un fiume ricostruito con sassi,
sporcizia, terra e acqua all’interno di uno spazio chiuso e artificiale, vive del contrasto tra
l’elemento naturale, con la casualità del disporsi delle pietre con il passaggio dei visitatori, e
l’idea del museo, dell’architettura, pareti bianchi, luce filtrata dai lucernari. Contrasto tra
naturale e artificiale. Il tema della natura è un tema di attualità strettissima.
Jean-Baptiste Camille Corot (1796-1875): padri della pittura moderna francese. Nato in
provincia da una famiglia agiata. Comincia a studiare, ma rapidamente si appassiona alla
natura, lunghissime passeggiate che faceva nei boschi. Questa passione per la natura si sposa
con la passione per la pittura, la famiglia non lo appoggia, ma la morte improvvisa della sorella
cambia la situazione, Corot chiede di essere appoggiato e la famiglia decide di assecondare i
desideri dell’artista. Inizia a studiare a Parigi da artisti di cultura classica interessati alla natura
e al paesaggio. Studente della scuola di Barbison (?), nella foresta di Fointanambleau, negli
anni ‘30 vede maturare un gruppo di artisti. Il ponte di Augusto a Narni, 1826, una delle opere
più importanti di Corot è questo paesaggio, si caratterizza per questa scrittura pittorica
abbreviata, trascinare la pennellate con una tavolozza ridotta, giocando su una gamma di
verdi e ocra (gialli-marroni), opera realizzata dal vero, en plein air, opera grande 34x48 cm,
dipinto non pensato per il Salon, ma di carattere privato di studio, ed è un olio su carta
applicato su tela.
Il ponte di Narni, di Corot, nel 1827, 86x94 cm: mandato al Salon del 1827. Corot inizia subito
a lavorare con un interesse per la natura, nella Francia di fine ‘700, inizio ‘800 la pittura, il
sistema dell’arte, vedeva la pittura organizzata per genere precisi, pittura di storia, carattere
religioso o pittura di temi di carattere mitologico, ritrattistica -> più nobile; paesaggio, natura
morta, scene di genere (vita quotidiana). La pittura di paesaggio all’inizio dell’800 stava
riscuotendo più interesse, anche da parte dei collezionisti, il mercato dell’arte inizia ad
organizzarsi in maniera diversa, nasce un collezionismo più ampio e articolato. Alla pittura di
paesaggio si inizia a dare grande credito, tanto che quasi ogni artista praticano la pittura di
paesaggio, come Gericault, Paesaggio classico, 1818, pittore di storia, pronto a te tare anche
la pittura di paesaggio perché andava molto di moda, paesaggio di composizione, paesaggio
che nasce in atelier attraverso la combinazione di elementi naturali ed architettonici studiati
in maniera isolata e poi ricombinati insieme, sorta di capriccio, fantasia; il titolo, Paesaggio
classico, ci fa capire come l’idea sia di quella di individuare un’idea di classicità attraverso la
combinazione di elementi naturali ed architettonici. Il paesaggio è di stampo classicista, che
trae le sue origini da esempi più antichi, dall’esperienza di Annibale Carracci, che tra fine ‘500
e inizio ‘600, aveva dedicato immagini dipinte a vedute con elementi architettonici
riconducibili all’antichità intorno ai quali la natura e l’uomo si trova ad abitare e vivere. Veduta
romana con fiume, castello e ponte di Carracci, 1580-1620, diagonale che ci porta lungo gli
elementi architettonici e in fondo monti, tutto regolato grazie ad un’esplorazione dei diversi
piani di profondità. Tutto questo ripreso da artisti francesi come Nicolas Poussin e Claude
Laurent, due maestri della tradizione pittorica francese (del XVII secolo) che i paesaggisti di
inizio ‘800 prendono a modello. Da qui nasce la ricerca del paesaggio e della natura che verrà
poi sviluppato dagli impressionisti. L'accademia di belle arti francese cercò di organizzare il
mondo e il percorso formativo dei pittori di paesaggio, Pier Henri de Valenciennes, professore
di accademia specializzato di paesaggio classico, fu il promotore dell’organizzazione della
pittura di paesaggio, pubblicò nel 1800 a Parigi un trattato, un testo di carattere teorico, come
creare un quadro da presentare al pubblico, tiene i conto delle regole che vediamo anche in
Carracci, composizione creata per nuclei narrativi e piani, suddivisi tra loro e per un modo di
condurre lo sguardo dello spettatore (gesto della donna che indica creando una diagonale, lo
sguardo dello spettatore va verso la luce nell’albero poi verso il tempietto e poi rimbalza nello
sfondo). Per lui gli studenti dovevano andare all’aperto e osservare attentamente la natura. I
pittori di paesaggio erano “obbligati” ad andare in viaggio di studio in Italia. Valenciennes si
fece promotore per una riforma e nel 1816 riuscì ad inaugurare all’interno dell'accademia un
premio, borsa di studio, per agevolare gli studenti a compiere un viaggio di studi in Italia,
questo premio esisteva di già per la pittura storica. Studi di natura privata di Valenciennes,
scoperta perché vennero ritrovati in un baule anni fa. Studiare lo stesso soggetto in momenti
diversi della giornata, per vedere la variazione. Il primo vincitore della borsa di studio è
Michallon, anche primo maestro di Corot rientrato dall’Italia, il catalogo delle opere realizzate
in Italia è animato da una serie di studi di matta su carta che poi sarebbero stati utilizzati in
immagini di composizione come Paesaggio ispirato dalla veduta di frascati. Corot inizia a
lavorare nella scuola di Michallon ed esplorando i luoghi che conosce. Nel 1840 nascono i
tubetti per i colori, prima si usavano le sacche di vesciche, che avevano il limite di far seccare
il colore nel giro di poco tempo, il colore costava soprattutto pensando di usarli per quadri
che non andavano al pubblico, per l’esterno si usavano fogli di carta, più semplici anche da
trasportare e maneggiare, occorreva un piano rigido per dipingere, offerto da delle tavolette
e assi che gli artisti si portavano dietro. L'industria dei materiali dell’arte si specializza e
vengono preparati dei kit per la pittura all’aperto, bloccando con dei chiodini (puntini) i fogli
di carta agli assi; quindi, se troviamo i fori nei fogli di carta abbiamo la sicurezza che fosse
pittura all’aperto. Corot fa il viaggio in Italia per proprio conto nel 1825 e si ferma per tre anni,
fino al 1828, poi tornerà altre due volte 1834 e 1843. Corot arrivato in Italia inizia a dipingere
immagini ben note delle rovine e dei monumenti di Roma e del paesaggio circostante. Corot
inizia a studiare monumenti visto da particolari punti di vista che erano già stati studiati da
maestri negli anni precedenti, Michallon incluso. Si era venuto a formare un catalogo dei punti
di osservazione e dei punti di vista delle vedute italiane. Corot va negli stessi luoghi e cerca di
recuperare delle immagini, soluzioni formali che aveva già visto adottare dai propri maestri,
la veduta del Colosseo cita la Veduta di Villa Medici di Michallon. La veduta del Colosseo viene
ripresa dallo stesso punto di vista di Valenciennes e di Michallon, molti elementi ritornano,
quasi identici, questo dipinto è realizzato dal vero, ma figlio di un’articolata serie di riflessioni
e studi che trovò espressione in disegni di mina di piombo, poi l’introduzione di matite
industriali andò scansando le tecniche di tradizione rinascimentale. Corot lavora dal vero ma
cerca già di comporre l’immagine dal vero, pone grande osservazione dei motivi naturali e di
composizione, torna a correggerli e perfezionarli più volte. Questi studi di piccole dimensioni
sarebbero stati esposti nel 1849 al Salon, ma rimangono studi di carattere privato. Queste
vedute, studi ci mostrano una grande cura nella gestione dello spazio, nel modo in cui le zone
di luce e di ombra vengono ad alternarsi entro la pagina pittorica, idea di omogeneità e unità
che Corot garantisce attraverso l’uso di una luce dorata calda, la luce della sera colora di rosso,
quasi mattone, le cupole e i palazzi romani, idea di una continuità dello sguardo all’interno
dello spazio è centrale in Corot. Lezione ed esempio di Claude, (ripreso da Corot) artista ben
noto ai giovan pittori francesi con vedute e paesaggi in cui la luce, con senso romantico e
travolgente dello spazio, invade ogni angolo e anima e drammatizza gli elementi narrativi e le
figure. La luce di Claude spesso è una luce calda che modella gli elementi architettonici
facendo quasi pulsare di vita lo spazio abitato e costruito. L'isola di San Bartolomeo: le
costruzioni bloccano lo sguardo, lo frenano, il cuore della scena sta al mezzo, dove si trova
questo nodo complesso di volumi architettonici tagliati da una luce calda che entra da sinistra
e crea dei contrasti forti di luce e ombra, sorta di geometrizzazione sintetica dell’immagine.
Corot non si scostò nella sua esistenza da questo tipo di pittura. Questa esplorazione della
natura, che sempre più va a insistere sul dato di luce, diventa sempre più aperta a scoperte e
riflessione di carattere di pittorico da parte di Corot con il passare del tempo. Sembra
anticipare Monet, Renoir e gli altri, sembra liberare lo sguardo pittorico per concentrarsi sul
violento contrasto di luce ed ombre che va a scrivere in maniera quasi astratta la roccia che
l’artista ha davanti agli occhi, sembra essere precursore degli studi impressionisti. La vera
rivoluzione introdotta da Corot è lavorare intensamente su questi studi dal vero che
diventano oggetti troppo complessi per essere meri esercizi di natura privata. Rientrato in
Francia Corot riprende a frequentante la foresta di Fontainebleau, zona in cui Rousseau,
Daubigny, ed altri artisti si trovano per alcuni decenni ad operare, opere che rappresentano
una delle facce della scuola di Barbison. La pratica della pittura all’aperto a partire da Corot si
trasforma e con i barbisonne arriviamo ad una libertà della pittura di paesaggio fino a quel
momento non possibile.

8/03/2023
Tema del primitivismo: tema che assume un grande valore per l’evoluzione storico-artistico.
Parola che sempre meno volentieri si usa oggi giorno, con primitivismo si intende una forma
di studio, di interesse da parte degli artisti verso ciò che è sentito come primitivo, lontano
dalla modernità, si afferma nel corso dell’800 con accezioni e significati anche lontani di caso
in caso, ma riferito a qualcosa di opposto, antitetico alla modernità. I primitivismi sono una
forma di rifiuto della modernità -> industrializzazione, trasformazione del tessuto urbano,
trasformazione del sistema sociale-economico), queste trasformazioni furono accompagnate
da una sorta di accelerazione di esasperazione dell’idea di cambiamento, non sempre questo
cambiamento entusiasmò scrittori, intellettuali e artisti. In reazione a queste trasformazioni
del 19esimo secolo, molti artisti cominciarono a volgersi altrove, a civiltà e culture di un
passato remoto o a civiltà e culture geograficamente remote. All'inizio dell’800 con arte
primitiva si intese l’arte delle origini della civiltà occidentale, arte precedente il rinascimento
e la modernità, nella seconda metà dell’800 particolari forme di primitivismo interessarono
la riscoperta di civiltà come quella dell’arte egiziana, indiana, azteca, polinesiana o quella
giapponese. All'inizio del ‘900 con primitivismo si intese arte tribale, l’arte dei “popoli
primitivi” intesi come selvaggi, mai i selvaggi, primitivi furono intesi come popolazioni
inferiori, da disprezzare, per gli artisti delle avanguardie studiare queste forme di arte tribale
significava abbeverarsi ad una fonte pura e incontaminata, libera da quel groviglio pesante di
norme ed esperienze culturali stratificate che questi artisti leggevano nel sistema occidentale.
Picasso considerava nobile, elevata, l’espressività che è nelle maschere tribali oceaniche,
guardava ad essi come dei veri e propri modelli. Oggi leggiamo in questa lettura del
primitivismo una sorta di colonialismo culturale che di fatto ha imbevuto tutta la civiltà
occidentale, questo modo di guardare dall’alto in basso non apparteneva a questi artisti. Tra
i primi artisti che si mossero in questa direzione sono alcuni pittori tedeschi chiamati
nazzareni, tra cui Overbeck, Italia e Germania, oggi parliamo di due confraternite: dei
nazzareni e dei preraffaelliti. Maturano come esperienza collettiva attraverso la necessità di
svolgere una vita comunitaria, assumendo anche un aspetto singolare che si volevano
opporre alla modernità, i nazzareni così chiamati perché avevano barba e capelli lunghi e
vestivano con tuniche come se fossero dei monaci, questo non accadde per i preraffaelliti,
lavorano principalmente a Londra. Amore, che questi artisti tedeschi avevano per l’arte antica
moderna, non c’è un rifiuto per l’arte del rinascimento italiano, recupero del linguaggio di
Raffaello. Franz Pforr e Friederich Overbeck sono i capi della confraternita dei nazzareni. Tutti
questi artisti avevano studiati nelle accademie di belle arti, il sistema accademico tedesco
dava scarsa attenzione all’individualità e alla libertà espressiva degli artisti, nel 1806 Pforr e
Overbeck si trovano all’accademia di Vienna si trovano e reagiscono ferocemente di fronte
alla modalità di insegnamento che vedono all’interno dell’accademia viennese, dove i
regolamenti didattici prevedono che i docenti possono essere ruotati anche in modo folle,
perché può dare solo un modello di insegnamento e non importa chi sia il docente a contatto
con gli allievi. Questo metodo li sconvolse che organizzarono a Vienna un primo nucleo di
artisti rivoltosi, tra il 1809 e il 1810 si forma dapprima la confraternita di San Luca e poi nel
1810 si trasferiscono a Roma e di fondare una sorta di comunità di artisti all’interno del
Convento di Sant'Isidoro e realizzare insieme opere d’arte. Passione per l’arte italiana del
passato, desiderio di scappare via dalle accademie di belle arti e desiderio di studiare testi e
immagini, scritto di Wackenroder che si chiamava Gli sfoghi del cuore di un monaco amante
dell’arte, 1796, testo in cui si professava un amore per l’arte del passato e in particolar modo
per l’arte italiana di Beato Angelico, artista che opera a Firenze nel ‘400 e di Durer. Incisioni
di traduzioni pubblicati dai fratelli Riepenhausen, incise con un segno netto, traducevano
attraverso le tecniche di stanza opere degli artisti del passato italiano (medievali e primi
rinascimentali) che erano sconosciute a questi artisti, centralità data al segno grafico che è
frutto del linguaggio scelto dei fratelli Riepenhausen per tradurre on incisione il linguaggio
pittorico indagato. Altro grande amore di Pforr e Overbeck è Raffaello Sanzio, che si fermano
a lungo ad Urbino in una sorta di pellegrinaggio, amore per l’arte italiana è innervato anche
da un sentimento religioso che questi artisti esprimono attraverso le proprie opere. Overbeck,
ritratto di Franz Pforr, va a ricomporre una scena non lontana, in quanto precisione del segno,
rapporto tra figura in primo piano e paesaggio sullo sfondo, dalla tradizione della ritrattistica
nordica del passato, come Durer. Pforr, L’entrata di Rodolfo d’Asburgo a Basilea, scena che ci
colpisce per questa girandola di colori brillanti usati, precisione del segno, idea quasi
orizzontale non gerarchica della scena, Rodolfo è considerato un uomo tra i tantissimi che si
vedono bello spazio, la sua figura spicca perché posto sul cavallo bruno al centro
dell’immagine, modo in cui ogni figura è delineata, ci fa capire l’importanza per Pforr di
aderire ad una cultura popolare ed antica, arazzi dei secoli passati, tradizione artistica
500esca. Al momento del loro arrivo a Roma questi artisti vivono isolati, non c’è un dibattito
artistico e comincia a sviluppare un linguaggio in cui si mette al centro l’arte del passato e
letta, idealizzata, sotto una visione religiosa. Disegno di Overbeck: Durer rende omaggio alla
personificazione dell’arte stringendo la mano a Raffaello che tiene in mano una sacra famiglia
incontro delle due civiltà nel nome sacro dell’arte. Pforr, Sulamith e Maria, sembra simulare i
polittici antichi, riferimenti all’arte antica, sia all’arte italiana che nordica, l’arte italiana è
raffigurata da Maria dentro una sala con pochi elementi, tipico del rinascimento italiano,
cultura figurativa del ‘500, mentre la precisione del segno e l’attenzione alla natura è dell’arte
nordica. L'arte italiana viene prima studiata attraverso disegni, (l’opera su carta è descritta in
mm, non in cm, la prima misura è l’altezza, la seconda e la lunghezza, axb) come per l’opera
di Overbeck, Italia e Germania, il segno di Raffaello è indagato e trasferito in questa immagine,
il punto saliente è composta dalla punta della piramide in cui i due volti si sfiorano, in cui le
due civiltà entrano in contatto, la gestualità di Raffaello e chiarezza compositiva dei grandi
maestri del rinascimento è esplicita. Dopo qualche anno che essi vivevano a Roma
cominciarono a ricevere attenzioni da persone importanti, fra queste fu il diplomatico
Bartholdy che commissionò un ciclo di pitture murarie inaugurando la stagione più matura
della vicenda dei pre-raffaelliti, la scoperta della pittura murale, affresco, segna il punto più
alto dei nazzareni, a capo del gruppo sono Overbeck e Peter Cornelius, perché Pforr è morto,
questo ciclo richiama la pittura italiana del ‘500. Altro ciclo decorativo parietale realizzato
sempre a Roma in questi anni, del Casino Massimo, dove scene letterarie, come l’incipit della
Commedia, sono raffigurate. Trionfo della religione nelle arti di Overbeck, grande dipinto di
formato quadrato (esterno), l’interno è un formato centinato, recupera una sorta di pala
d’altare, il soggetto vede insieme unite l’idea della religiosità e del trionfo della consacrazione
delle arti. L'esperienza die nazzareni è importante anche per l’arte italiana, perché apprezzata
dagli artisti italiani e il purismo prende forma anche attraverso lo studio dei risultati dei
nazzareni.
Confraternita dei pre-raffaelliti: a Londra e in un momento più tardo, 1848, legami con la
cultura romantica, sorta di appendice del movimento romantico e per altre costituisce un
punto di unione nei confronti di alcune espressioni di osservazioni diretta della realtà che
andarono maturando in tutta Europa, realismo. Londra ha subito una radicale trasformazione
in seguito alla rivoluzione industriale. I pre-raffaelliti reagiscono con forza a questa onda che
crea disorientamento e non dà indicazioni chiare ai movimenti artistici. Rossetti, Hunt e
Millais sono gli artisti principali del movimento. Questo gruppo nasce come espressione di un
diffuso interesse per l’arte del passato che era stato diffuso da uno scrittore, John Ruskin, che
aveva scritto Modern Painters, 1843, in cui si puntava l’attenzione sulla lezione del passato e
sul superare sul mito della tradizione rinascimentale, Ruskin considera la cultura artistica nata
con il rinascimento come un grande ostacolo verso la ricerca della purezza, della semplicità e
chiarezza espressiva, guardare oltre questo muro significa cercare di liberarsi dalla pesante
trama di insegnamenti che imbrigliano la libertà espressiva dell’artista. La confraternita dei
pre-raffaelliti nasce per un amore dell’arte del passato e della letteratura, Dante e
Shakespeare, e di un forte spirito religioso. La pittura di questi artisti prende origine da D.
Madox Brown, che aveva trovato un punto di equilibro tra le diverse istanze, letteratura delle
origini, chiarezza espressiva caratterizzata dall’adozione della centina e dal rifarsi a modelli
antichi, narrazione e descrizione dei dettagli, studio diretto della natura che questi artisti
traducono in una descrizione dettagliata dei particolari. Madox Borwn era consapevole della
lezione dei nazzareni. Opere di Dyce che precede le opere della confraternita, importanza
della pittura italiana del passato, Vergine col bambino, semplicità e purezza della
modellazione dei corpi e dei volumi, tratti dalla pittura fiorentina del ‘400 e riferimenti nel
modo di panneggiare di Filippo Lippi. Rossetti, Hunt e Millais studiano a Londra e si
confrontano con la cultura di grandi maestri moderni, tra cui Renold, e si oppongono e
rifiutano il linguaggio post-rinascimentale di questi artisti. Questi tre artisti sono più attratti
dallo studio del passato, cartella di incisione pubblicate nel 1812 da Carlo Lasinio e raffiguranti
le pitture ad affresco del campo santo di Pisa. Studio di queste immagini, il segno preciso e
forte affascina i pre-raffaelliti, la ricchezza dei dettagli vengono studiati dai pre-raffaelliti,
come emerge dalle prime opere di questi artisti. Dipinto su tela, Isabella, di Millais che venne
esposto alla Royal Academy, questa opera sconvolse per opporsi in maniera violenta al gusto
del tempo, contro al “fango” di Raynolds, Millais contrappone colori brillanti, al movimento e
dinamismo si contrappone la fissità, immagini di profilo come incise sulla tela, fissità di gusto
medievale, profili che ritroviamo nelle tavole ‘3-’400esche che iniziano ad entrare nella
National Gallery e quindi possono essere studiate. Elemento di studio importante è quello di
Crivelli che la National Gallery acquisì. Sorta di realismo esasperato, esasperata attenzione al
dettaglio, nel quadro di Millais, tutto è come studiato analiticamente, pittura che può essere
definita iperrealista, realismo quasi esasperato. PRB: Pre-Raphaelit Brotherhood.
Pubblicazione di una rivista: nel febbraio del 1850, “The Germ”, gestita direttamente dai pre-
raffaellita, testi, poesie e immagini vanno ad animare i fascicoli di questa rivista, la prima volta
che gli artisti si dotano di uno strumento per intervenire direttamente attraverso la propria
voce nel dibattito culturale del tempo. A strumenti analoghi faranno ricorso tanti movimenti
di avanguardia nei tempi successivi. The Germ può essere letta come una rivista militante,
arma con la quale difendersi attraverso difendersi dall’opinione pubblica e anche per
muoverla. Consapevolezza da parte degli artisti di muoversi autonomamente rispetto alle
istituzioni. Cristo nella casa dei genitori di Millais: venne stroncato dalla critica del tempo,
l’opera raffigura, senza alcun aggancio ai vangeli, Cristo nella casa dei genitori, Cristo è il
bambino dai capelli rossi che si è fatto male alla mano (stigmate) e che viene curato e
coccolato dai genitori, Giuseppe falegname scalzo. Critica per la sua libertà dai soggetti sacri,
per la sua esasperata attenzione e adesione al dato naturale, realismo esasperato del disegno,
critica che vide coinvolto anche Dickens.
10/03/2023

14/03/2023
Trilogia realista: quadri di Courbet. Segue il primo successo pubblico di Courbet, ottenuto con
Il dopocena di Ornans, che garantì a Courbet di entrare al Salon senza il giudizio della giuria
perché aveva ottenuto una medaglia. Nel Salon del 1850-51. Nel 1850 il mondo dell’arte vive
di appuntamenti, è scandito da una serie di mostre e incontri. Il calendario artistico parigino
ha nell’800 l’attenzione nel Salon, i grandi quadri vengono realizzati nell’autunno-inverno per
essere pronti in primavera per l’esposizione. Il Salon del 1850 venne a cadere alla fine
dell’anno per motivi politici, i giudizi caddero il 30 dicembre. Courbet portò le tre opere, Gli
spaccapietre, I contadini di Flaget (?), Il funerale a Ornans.
Funerale a Ornans, 1849-50, cm 311x668: destò maggiore scalpore. Il dipinto di figure umane
storia del funerale ad Ornans, vecchio titolo. Carattere di documento storico, oggettivo, di un
momento anonimo, un funerale, non sappiamo chi sia la persona deceduta. L'opera anche
per questo motivo confuse il pubblico e la critica, i commenti sui giornali furono durissimi, si
parlò di una bruttezza posta al centro, fu sottolineato il carattere rivoluzionario di
quest’opera. Un dipinto così grande si qualificava agli occhi del pubblico francese come un
dipinto di un genere elevato, in questa tela la magnificenza compositiva, enorme galleria di
ritratti in scala 1:1 rispetto al reale, guardare in maniera nuova rispetto alle convinzioni del
tempo, dipinto corale, dipinto che non ha una organizzazione gerarchica dello spazio o dei
fatti narrati, ma è impostato su un’idea di orizzontalità, giustapposizione di elementi ad altri,
una somma di figure su altre figure, la scena sul fondo è quella del paesaggio circostante
Ornans, dove Courbet era nato e cresciuto, fedeltà al dato naturale, nuovo cimitero di Ornans
che tutt’ora è il cimitero della cittadina. Il paesaggio caratterizzato da pereti di roccia calcarea
costituisce una sorta di anonimo fondale, cielo grigio, sobrietà quasi eccessiva rispetto al
formato della composizione, l’opera fu presto affiancata ad uno dei grandi quadri celebrativi
(quasi visto come una parodia), L’incoronazione di Napoleone di David, in questo caso il
racconto spinge i nostri occhi nel luogo illuminato della scena dove Napoleone si incorona,
racconto chiaro costruito secondo una scala gerarchica. Courbet lavora per lunghi mesi a
quest’opera, molti documenti anche di amici, lavora nel suo studio di Ornans e ritrae dal vero
oltre 40 compaesani, costruire il dipinto vicino alla società, elemento essenziale. Disegno
preparatorio: ci mostra l’immagini in condizioni simili ma non identiche, nel disegno Courbet
orienta tutte le persone verso sinistra, nel dipinto le persone sembrano ferme, Courbet nel
dipinto ha voluto eliminare anche quel minimo racconto. In questo dipinto l’occhio dello
spettatore è obbligato a vedere che la scena si sta svolgendo a pochi passi di distanza, il piede
destro del chierichetto e le zampe del cane finiscono a sfiorare il margine della tela. Vicinanza
all’osservatore, modo di comporre su un asse orizzontale senza elementi narrativi,
sottolineare l’assenza totale di un centro narrativo, saluto di una persona scomparsa e questo
saluto avviene al di là di qualsiasi idea sacra e religiosa della morte, ciò che interessa a Courbet
è una testimonianza molto semplice di un rituale che interessa una comunità intera, una
fotografia della società contemporanea nelle sue diverse forme priva di qualsiasi forma di
ideologia, funerale anonimo, la morte è letta esclusivamente per il suo valore laico, elementi
che rimandano ad un’idea di morte completamente desacralizzata, lo spettatore è coinvolto
in maniera forte e precisa da un’espediente che Courbet inserisce nell’opera ossia la fossa
aperta che è visibile solo in piccola parte perché esce fuori campo. Caravaggio è stato citato
come precedente di Courbet. Tra le fonti visive indicate dalla critica vi sono le stampe
popolari, stampe che alternando testo e immagine e spesso organizzando la scena su più
registri che vengono sommati l’uno all’altro, vengono raccontati fatti storici o attività
lavorative comuni con un linguaggio grafico, pittorico, semplice, ingenuo, primitivo. Stampe
che venivano prodotte in numero alto da alcune stamperie di province in particolar modo le
stamperie di Epinal, cittadina francese in cui avevano sede molte stamperie che producevano
queste immagini, avevano un costo irrisorio, una lrga diffusione e venivano ad essere quasi
l’unico elemento decorativo delle case più semplici, Courbet nell’ideare l’immagine come una
somma, un collage di figure diverse ebbe a mente le tecniche compositive delle stampe di
Epinal. Immagini delle vignette come quelle di Nadar che andavano pubblicando nei
quotidiani francesi. Sguardo dell’artista sulla natura senza presenza umana come in Vallata,
1849, senso di realtà restituita anche con una consistenza pittorica pastosa, blocchi di materia
pittorica che vanno a comporre un frammento di natura che sembra di toccare con mano. In
Un funerale ad Ornans, c’è anche un’indifferenza delle persone ritratte rispetto al fatto
celebrato ed anche rispetto all’osservatore, pochissimi i casi in cui noi riusciamo a rapportarci
con le figure che troviamo all’interno delle immagini, poche si voltano verso lo spettatore, la
scena per quanto vicina è distante. Il quadro ebbe tra le sue fonti visive certe immagini
collettive di gruppo tipiche della pittura olandese del ‘600, Van dei Helst, La compagnia del
capitano Bicker, 1639. Pittura di grandissimo formato di storia e raffigurazione della morte
nel dipinto di Napoleone in battaglia, cosa che manca in Courbet. Caricatura di Bertall, Il
funerale a Ornans di Courbet. Firma lunga mezzo metro che sconvolse il pubblico del tempo.
Il dipinto venne esposto da Courbet ad Ornans, poi a Besoinsonne in una mostra a pagamento
e a Digione (?); venne esposto anche a Francoforte e nel 1855 venne presentata
nell’esposizione universale di Parigi. Mostrare al mondo intero la propria forza attraverso una
mostra grandiosa che raccolse le opere dei più grandi maestri viventi, fra i quali spiccavano
Engre e Delacroix. Courbet cercò di rendere più spazio possibile, entrando in polemica con
chi, sotto Napoleone III, si occupavano di oggetti d’arte. L'opera a cui Courbet teneva di più
era L’Atelier del pittore, 1854-55. Courbet cercò di sfidare il ministro della cultura del tempo
e le autorità. Lettera del dicembre del 1854 ad Alfred …, amico del pittore. Capacità di
registrare la realtà e la società in cui l’artista si trovava a vivere, Courbet prepara la sua
partecipazione sfidando le autorità e muovendosi in totale indipendenza. Con le più
importanti opere Courbet organizza una mostra personale. Accoglie il nome di realista e lo
considera un'etichetta che segue il romanticismo che era stato usato negli anni ‘30. La poetica
del realismo è raccontare i riti, i costumi e così arrivare ad un’arte vivente. L'Atelier del pittore
cerca di condensare la poetica realista del pittore in un carattere allegorico, Courbet ritrae se
stesso al centro della scena, trasgredendo quella orizzontalità della scena, ma come in un
sogno si materializzano intorno all’artista una serie di figure che rendono la scena difficile da
comprendere, Courbet lascia volutamente il fondo della tela quasi non finito, la scena vuole
essere realistica, ma è una scena di invenzione. Lo spazio è quello dell’atelier, è rappresentato
Baudelaire e Napoleone III (che raffigura come bracconiere della repubblica francese). Il
dipinto è costruito in maniera curata, gioco di riflessi, dialogo con l’osservatore complesso,
paragonabile a Las meninas di Velazquez in cui il carattere politico e il grado elevato
dell’artista viene sottolineato dal dialogo di riflettersi di immagini e gioco di piani. Al lato
abbiamo i sostenitori e amici della pittura di Courbet e dall’altra parte gli sfruttatori e gli
sfruttati; invece, c’è chi ci vede gli eroi della storia moderna, tra cui Garibaldi, per Courbet la
parte sinistra è legata alla realtà. Modo in cui l’artista volge le spalle alla modella, vista come
emblema dell’accademia e della tradizione, per guardare la natura giocando vicino ad un
gatto che si agita ai suoi piedi e un bambino che lo guarda estasiato. Guardare la natura invece
che i modelli, carattere forte. Sul fondo giace dimenticato un manichino in veste di San
Sebastiano, che rappresenta la tradizione e l’accademia che viene lasciata in secondo ordine
in ombra sul fondo della scena. Sorta di manifesto programmatico, insiste sulla poetica del
realismo, Courbet dal 1855 in avanti assume un peso centrale nel panorama francese
divenendo un maestro.

15/03/2023
Origini dell’impressionismo: si fissa nel 1875 nell’occasione della mostra universale (stesso
anno della mostra di Courbet). Courbet come maestro di modernità. Signorine sulla riva della
senna. Determinarono un cambiamento di interessi nei giovani artisti, interessarsi all’arte
vivente lettura diretta e obiettiva della realtà che Courbet aveva teorizzato e che aveva messo
in pratica attraverso la realizzazione di alcune opere. Il realismo finisce il configurare una
situazione nuova, dei temi e dei soggetti che prima non esistevano o quasi, uno dei temi è
quello delle figure in un paesaggio, ossia ritrarre più personaggi, ritrarre delle figure in un
paesaggio significa dipingere una scena dove la natura e le figure umane dialogano senza che
vi sia un elemento narrativo prevalente, dipingere figure in un paesaggio, significa ritrarre
delle figure note in ambiti contemporanei che si muovono nella natura. Il tema è centrale
perché costituisce il punto di snodo del linguaggio dei pittori delle nuove generazioni nel corso
degli anni ‘60 e ‘70. Uno dei temi che scaturisce dalla poetica coubertiana del realismo. È
difficile tracciare una linea netta, gli impressionisti possono essere classificati come una
sottocategoria del realismo perché dipende dalle posizioni di Courbet. Il realismo prende
forma dopo il ‘55 e viene anche criticato e irriso dalla critica o come da Couture, Il realista e I
romani della decadenza (strizza l’occhio al rinascimento e al neoclassicismo), lontano dalla
poetica realista raffigura il pittore realista su una statua classica per concentrare la propria
attenzione non sulla testa antica, ma sulla testa di maiale posta sullo sgabello al pari da un
canone da seguire, l’artista realista guarda la realtà volgendo le spalle all’arte del passato.
Edouard Manet (1832-1883): primo allievo del realismo di Courbet. Anello di congiunzione tra
il realismo eroico di Courbet e la stagione in cui Monet, Renoir, ecc. lavorano. Il bevitore di
assenzio, 1856: opera realizzata da Manet quando aveva 24 anni, faticava a confrontarsi con
il mondo ufficiale dell’arte, questo dipinto venne rifiutato dal Salon del 1859 perché
considerato un dipinto lontano dai generi che ancora avevano la meglio all’interno dei Salon
e che la giuria, basata soltanto su professori di accademia, aveva più piacere di includere.
Ritratto di un uomo in abiti moderni che ha lasciato che questa sua passione per l’assenzio lo
stravolgesse troppo, nel complesso questa sorta di manto mezzo strappato e sgualcito ci fa
capire che questo uomo non si trova bene, l’ambiente che lo circonda è misero, un muto
sporco, un bicchiere pieno e la bottiglia vuota, la pittura gioca su brusche semplificazioni, le
ombre sembrano delle macchie informi, la luce che colpisce il volto dell’uomo è violenta e per
un attimo ci permette di cogliere l’espressione del volto e il modo in cui la figura occupa con
il proprio corpo la scatola spaziale del dipinto è estremamente abbreviato, un accenno di
passo, la gamba sinistra tesa, minuscola ombra nera che spunta sotto la scarpa, pochi colori,
nero, ocra e marrone a definire con poche pennellate la figura. Modo di lavorare sulla figura
umana in modo rapido, sono distinguibili le singole pennellate realizzate con un pennello
largo che non è stato nascosto da astuzie pittoriche, questo dipinto parla già di questa
scioltezza disegnativa di Manet, di questo suo modo di dipingere in modo rapida, fluente e
sciolta. Manet era un grande studioso delle opere che egli amava andare a conoscere
all’interno dei musei, viaggiò molto soprattutto in Spagna. Simile a Menippo di Velazquez, uso
di pennellate abbreviate e leggibili individualmente. Il gusto per la pittura spagnola del ‘600 e
della Sagna tutta travolge gli artisti di questi anni e Manet realizza molte opere sul tema
spagnolo, Il cantante spagnolo, modellare lo spazio attraverso l’uso del nero, contrasti forti
dovuti da questa luce che colpisce frontalmente, luce studiata e voluta come effetto da
Manet, la pittura gioca sui contrasti forti, realismo che Manet giovane presenta. Lo stesso
Courbet in questi anni si era addentrato nelle rappresentazioni di tematiche spagnoleggianti.
Nei primi anni ‘60 Manet guarda a Velazequez ed apre un altro canale di ricerca e che si lega
alla nuova iconografia che puta a rappresentare la vita moderna, contemporanea e la
dimensione urbana. Musica alle Tuileries, 1862, cm 76x118 gente che ascolta la musica nel
giardino delle Tuileries, la scena realizza uno strappo rispetto a quanto era stato fatto
precedentemente perché la rapidità di stesura di questo dipinto, che nasce da studio en plain
air ma poi realizzato in studio, è una rapidità mai vista in un dipinto tanto grande, Manet non
parteciperà mai alle mostre impressioniste (che si tengono dal 1874 al 1876 e sono 8 mostre
impressioniste), farà delle mostre indipendenti, prova a spedire al Salon a volte accettato.
Gallerie di ritratti di persone note nel dipinto, però realizzate con poche pennellate, rapidità
di scrittura, il dipinto è ricco di dettagli e di elementi, ritratto di Baudelaire con il cappello. Gli
artisti iniziano ad interessarsi all’epoca moderna tra cui Emile Zola. La colazione sull’erba,
1863, cm 213x269: la giuria del Salon bocciò un sacco di opere, divennero più selettivi. Questo
dipinto venne rifiutato, Manet non aveva una buona fama per questo aderire al realismo.
Donne nude che stanno insieme a due uomini vestiti, due donne e uomini moderni, la scena
sconvolse il pubblico. Sorta di protesta da parte degli artisti rifiutati allora il ministro della
cultura decise di fare un Salon delle opere rifiutate. Due parigini vanno fuori porta con due
prostitute e consumano una colazione, lo sappiamo dai resti rappresentati e vengono ritratti
dall’artista mentre chiacchierano. Colpì il soggetto, colpì il nudo non classico e non idealizzato,
nudo di donna spogliata, dimensione carnale, riferimenti alla sfera sessuale espliciti e
inaccettabili, la natura avvolge la scena finendo quasi per prevalere sull’elemento narrativo.
Manet fa citazioni all’antichità nel dipinto, riferimento al concerto campestre di Tiziano, ecc.
Manet elabora i modelli antichi e lavora sulla natura. La pesca, 1862-63, idea di natura, massa
verde di colore su cui vanno ad incastrarsi le figure, è molto simile all’idea di ammasso verde
messo fuori fuoco nella Colazione sull’erba.
Edgar Degas: ha una cultura classica alle spalle nel senso che compie degli studi non all’interno
dell’accademia ma improntato nello studio dell’antico ed adora la pittura di Ingres, la sua
formazione venne segnata da un episodio che lo vidi coinvolto da giovane, nel 1855 venne
fatto l’esposizione universale Ingres cercò di raccogliere le opere più importanti della sua vita
e non riuscì a convincere il collezionista Valpinçont di dargli La bagnante, Degas ventenne
riuscì a convincere il collezionista e quindi Ingres lo invitò ad un colloquio e gli consigliò di
disegnare, disegno come elemento espressivo di base rimase dentro l’orizzonte di Degas per
tutta la vita. Degas cerca di esplorare con il colore, Alle corse dei cavalli, immagine costruita
tutta, soprattutto in basso, di piccole pennellate, immagine di vita moderna in cui l’elemento
naturale prevale sull’elemento figurale, quadro più piccolo della Musica alle Tuileries, più
vicino al gusto dei parigini del tempo, vicino alla rappresentazione di genere per il modo in
cui gli abiti e gli atteggiamenti vanno componendosi. Donna seduta con un vaso di fiori, 1865:
i colori dei fiori vengono bilanciati da un uso della linea di contorno sapiente e deciso a cui
Degas fa ricorso per raffigurare la donna che guarda fuori campo, disegno, modernità dei
soggetti, novità e modernità del taglio compositivo, Degas taglia in maniera molto brusche le
figure, Degas denuncia questo suo complesso equilibrio di taglio e forme.
Fine anni ‘50 inizio anni ‘60 fa il suo esordio Monet, nato nel 1840, tutti gli impressionisti sono
coetanei di Monet. Cresce in provincia di famiglia pretestante che lo vuole indirizzare verso
un lavoro sicuro e borghese, la famiglia non approva il suo amore per l’arte. Monet 14enne
caricaturista ritrae i cittadini della città. Monet ha la fortuna di conoscere Boundin che aveva
preso a dipingere le coste marine fa scattare una scintilla in Monet per la pittura di paesaggio.
Idea di lavoro artistico come il sistema dell’arte voleva in un primo momento a Parigi, pittura
di genere che gli avrebbe potuto fruttare dei guadagni più sicuri, Trofeo di caccia, 1862, si rifà
a Chardin. Monet comincia a dipingere opere raffiguranti lo spazio naturale, le prime
testimonianze della pittura naturale di Monet è Corte di fattoria in Normandia che si rifà a
Doubigny, presenta elementi di novità, libertà rispetto al dato di natura che viene semplificato
liberamente, riduce la profondità dello spazio.

17/03/2023
Corte di fattoria in normandia
1683
Accentuare il valore della luce →aspetto della luminosità del cielo che arriva quasi a bruciare
i margini delle chiome degli alberi
semplificazione della parete della casa nell’albero è un motivo per evidenziare l’importanza
della luce
GLI IMPRESSIONISTI
tutti nati intorno al 1840
Pissarro → 1830 (eccezione)
Renoir → 1841
Bazille → 1841
Cezanne → 1839
Sisley→1839
Pissarro
Inizio anni 60 fa parte del mondo della pittura e si unisce sò gruppo dei più giovani
Sensibilità per il dato luminoso
amore per la natura e per il modo in cui l'uomo vive nella natura
Fu il più sensibile alle situazioni sociale e uno dei segnali per il riconoscimento più chiari per
pissarro è la presenza della figura umana (spesso contadini che lavorano )
-La riva della Marne in Inverno 1866
Idea di in impianti prospettico che la natura offre all’artista facilitando la misurazione e la
modellazione di uno spazio armonioso dove la figura umana è presente
l’impianto prospettico è un insieme di linee che si uniscono al punto di fuga a sx
Introduzione tema centrale per l’impressionismo
La partecipazione del gruppo alla vita comunità dei pittori din paesaggio nella foresta di
Fontainebleau
-La Pavé de Chailly Monet
Fortissima e eccessiva luminosità, la vegetazione e gli alberi finiscono per schiacciare i blocchi
fdi alberi che si aprono ai lati del viale
è un dipinto che si colloca singolarmente
le piccole dimensioni (42x59) non ci fanno capire se è stata fatta en plein air o meno
gli artisti che frequentavano la foresta anche di diverse correnti si incontrano e influenzano
Viene meno la lettura guidata tipica dei quadri classici, la luce eccessiva rimbalzano sul primo
piano e fa si che le ombre più forti e più dense sono in basso a dx
La luce rimane forte sul primo piano e Monet inizia a seguire il bisogni di dover restituire le
cos come sono veramente e si distacca dall’idea di paesaggio di composizione
Questi dipinti diventano veri e propri dipinti e non più a fine di studio
Bazille
Passeggio a Chailly 1865
Mano noto tra gli artisti perchè è protagonista nella prima fase ma muore nella guerra franco
prissiano
Uso violento del colore azzurro nel cielo e il verde sul fondo per gli alberi
sembra caricarsi di luce
Renoir
Uno dei più famosi
inizia con dipinti di personaggi
-Locanda di Merè Antony 1866
(recitazione del dopocena ad Ornans)
Courbet è un punto di riferimento per gli impressionisti
Il cane rozzo e brusco in Courbet, Renoir fa un cane più fine e morbido
La tavola spoglia di Courbet e la tavola più ricca di Renoir e partecipazione appassionata dei
personaggi
1865→ primo vero tentativo di andare al salone con un delle opere importante
Monet inizia a lavorare alla colazione sull'erba
Rimasti pochi frammenti
Monet smise di lavorare all’opera che finì in altre mani che Monet poi ricomprò isolò le parti
danneggiate e fa diventare l’opera in due opere diverse
Riferimento alla colazione sull'erba di Manet
Monet non aveva la necessità di mostrare nulla di provocatorio all’osservatore, la scena è
incentrata sull’incontro di parigini alla moda
Si ha una prova di composizione che co fa capire l’intento di Monet
I personaggi non sono nulla di scandaloso, non prostitute ma solo ragazzi che passano del
tempo insieme
Volontà di raccontare la vita moderna dei Parigini
Voleva lavorare sul grande formato per dare spazio alla natura e alla luce, non lama di luce
ma la luce è importante (bianco della coperta, le spalle dei personaggi che sembrano bruciare
per la luce)
Nel quadro finale vi è un ritratto di Courbet
Monet voleva portarla al Salon ma Courbet gli fece cambiare idea per via che rischiava di non
finirlo e Monet lo accantonò
Mentre Monet realizzò questo dipinto i giovani capirono che dovevano affacciarsi al mondo
dell’arte
Monet → stacco generazionale con i più giovani
Bazille→ davanti a questi quadri disse che l’opera rischia di cambiare tutto
Manet sta a Cimabue come Monet sta a Giotto
Monet durante la realizzazione della composizione si fa a
Pausa durante la caccia di Van Loo 1737
Monet aveva difficoltà economica, aveva una compagna che poi sposerà e avrà un figlio,
Monet è in cerca di successo per sopravvivere
I riferimenti alla moda e ai dipinti da musei vanno visti nell’andare incontro ai gusti dei critici
Nel 1866
si presenta al Salone con
Camille o donna con veste verde
Fatto in fretta a inizio anno
La modella è la futura moglie di Monet e fa riferimento ai magazzini di vestiti che venivano
pubblicizzati sempre
L’opera venne accettata e ebbe successo
alla critica malizioso dice che la pittura di Monet era legata alla pittura realista di Courbet e
alla vena spagnoleggiante di Manet
Piacque la sensazione dei materiali riprodotto (il vestito in seta ecc.)
Posa rispettosa
Manet si è indispettito perché il suo nome veniva paragonato a quello di Monet
Realizzò nei mesi successivi Femmes Au Jardin a Ville Avray
1866
256x208
è un'opera che realizza interamente en plein air perché capisce che per capire interamente la
natura ha bisogno di non frapporre tra l’incontro della natura il tempo e di registrare subito
tutto → no mediazione
Pe lavorare con una tela così grande fa costruire una carrucola e un fosso così da poter
regolare l’altezza
Courbet era irritato da questo metodo perché non concepiva che Monet stesse fermo giorni
perché la luce non era adatta
Il dipinto che non avrebbe avuto successo e respinto (delusione che rischiò di diventare
depressione)
Il dipinto si distacca dall’idea del Monet classico del passato
La moda e l’andare incontro alla critica
La luce che colpisce la parte bassa del dipinto cin modo violento che toglie l’dea di panneggio
alla donna
La spazialità del dipinto con una linea diagonale con un'ombra, gioco tra verticale degli alberi
e sembra che l'immagine abbia una spazialità profonda e
Monet inizia a ammirare la natura e gli spazi urbani
Saint-Germain-L'Auxerrois
Gli artisti dovranno chiedere l’autorizzazione per copiare i dipinti nei musei
Monet fa domanda e entra e guarda la città di Parigi dalle finestre
Nell’opera l’impatto luminoso è violento tanto da trasformare le case
Monet sempre più in difficoltà soprattutto economiche
Terrazza a Sainte-adresse 1867
Nonostante il momento che sta vivendo il dipinto è felice, una scena di vita quotidiana,
personaggi non vestiti si affacciano da una terrazza su una marina
L'orizzonte oltre il mare dove ci sono navi che sbuffano vapore che si unisce alle nuvole del
cielo
L’immagine è costruita sovrapponendo elementi che danno serenità
Le sedie vuote sono un invito a sedersi
si è ipotizzato che sia un segnale della speranza che Monet e Camille venga accettati in
famiglia
IMPORTANTE → esempio che le stampe giapponesi stavano arrivando anche gli
impressionanti
inizia il commercio dal Giappone
I nomi più noti e apprezzati erano un gruppo di incisori che facevano parte di un gruppo che
puntava a raccontare la vita comune attraverso uno stile derivante dallo stile antico con
composizioni semplici e linee di contorno usando spesso due piani lontani per creare
contrasti, colore puro e gamma ridotta e contrasti
Le stampe giapponesi invadono il mercato anche a basso prezzo
Prime testimonianze dell’amore del Giappone è Whistler, americano che fa avanti e indietro
-Sinfonia in Bianco n2
Il ramo di prugno rosso presente sia nel quadro di W sia in uno di Hiroshige
1867→esposizione universale dove il Giappone è molto presente abitata da Giapponesi per
mostrare la loro cultura
Il ritratto di Emile Zola è imp, perché fa capire come Manet abbi
Manet Olympia 1863
Riferimenti all'antico (Tiziano Goya, Velazquez)
Il nudo non è una venere ma una prostituta, carica di erotismo ma anche congelata, come
una bambola anche per via della luce che piomba sulla donna
La Prostituta riceve dei fiori da una donna mentre aspetta il prossimo cliente
La prostituta guarda noi che tirarci dentro con un atteggiamento inedito
Velasquez
I bevitori o il trionfo di bacco Il dio ubriaco sta incornando un ubriacone intorno a lui
è un quadro che si può definire realista
Lottatore di Sumo di Utagawa 1860
L’ispirazione del momento erano, realismo di Courbet, natura e stampe giapponesi
Tra 68-69
con questo inizia il vero e proprio impressionismo
La gazza 1868-69→ quasi intero en plain air (forse)
luve sulla parete innevata del terreno rende lil dipinto uno schermo retroilluminato e la luce
sembra schiacciare e colpirci con violenza, le ombre sono violette e il nero è quasi scomparso
Ombre colorate, una delle coperte degli impressionisti
Nel 69 Monet E Renoir vammi a lavorare alla Grenouille (una rotonda sulla senna) frequentato
io da parigini che danni il bagno
Fanno molte opere che inizialmente sembravano bozzetti ma poi vengono visti come opere
già fatte
Attenzione degli artisti dei riflessi in acqua, istantaneità del dato naturale che da movimento
ai riflessi
La pittura è prima di tutto una registrazione istantanea del dato naturale

21/03/2023
I macchiaioli di pongono tra gli anni ‘50-’70. La fortuna critica della pittura italiana di metà
‘800 ha avuto ali e bassi nel XX secolo e ancora moltissimo resta da studiare. Romanticismo
storico: connotare, marcare una prassi, quella di riflettere su fatti di storia antica medievale
con intenti politici, raccontare ciò che era lontano nel tempo e ciò che accadeva nella
contemporaneità ma lontano nello spazio, serviva agli artisti italiani, che vivevano sotto forze
straniere, a raccontare le gesta eroiche così a invogliare i propri connazionale ad accendersi
intorno ai problemi dell’indipendenza e libertà. Numerosi gli artisti, come Massimo D’Azeglio
e Hayez.
I profughi di Parga di Hayez, 1831: patriottismo
Il romanticismo storico è un fenomeno che occupa la prima metà dell’800, che si manifesta
attraverso dipinti da grande formato, legati a eventi di storia antica e contemporanea, in cui
al dato emotivo e l’interesse e il gusto della popolazione si va a sommare una motivazione
politica. Le vicende narrate all’interno di questi dipinti derivano da testi letterali o da storie.
La cacciata del duca di Atene di Stefano Ussi, 1859-61: vuole evocare attraverso la cacciata
del duca di Atene si vuole raccontare la liberazione di Firenze con la cacciata di Leopoldo II, la
luce porta l’attenzione sul centro della scena, il fondo la città lavora come una scenografia del
palco teatrale, sfondo che serve per contestualizzare la scena. Gli artisti avevano appreso un
modo di comunicare e la conquistata unità comportò un cambiamento profondo anche sul
piano deli obiettivi che gli artisti si dettero e vi fu una fase in cui si abbandonò rapidamente
questo modo di lavorare di esprime in maniera indiretta perché so era conquistata la libertà.
Contribuirono a trasformare il modo di raccontare i fatti della storia gli artisti della nuova
generazione, tra cui Giovanni Fattori, livornese del 1825 (?), cresciuto a Firenze ed aveva
esordito nel momento in cui Ussi stava preparando la cacciata di Atene.
Maria Stuarda nel campo di Crookstone di Fattori, 1858-61: tratta da un romanzo storico
“L’Abate” di Walter Scott, il padre del romanzo. L'entrata di Fattori si posiziona nell’uscita dal
romanticismo storico. Fattori si concentra su un episodio conclusivo della narrazione in cui
uno dei personaggi principali è morto e giace ai piedi della scena in primo piano e gli altri
protagonisti lo osservano mentre la battaglia va avanti nello sfondo, distante. Fattori si
concentra su una scena che sta ai margini nella narrazione, l’attenzione dell'osservatore è
attratta dai fumi e le polveri che si alzano sul fondo, cielo luminoso e paesaggio che i nostri
occhi sono forzati ad esplorare, la luce colpisce il gruppo in primo piano, ma la tempo stesso
le note di luce ed ombre improvvise dei gruppi di soldati sullo sfondo fa sì che quella stessa
luce che porta i nostri occhia di esplorare i piani ulteriori, non possiamo qualificare il
paesaggio dello sfondo come un elemento marginale di contesto. Punto di distacco dal
linguaggio del romanticismo storico. Fattori è ancora lontano a questa partecipazione piena
della vita più semplice quotidiana, gli unici elementi che ci permettono di istituire una
connessione tra le due opere (Ussi e Fattori) è il paesaggio.
Clarice Strozzi intima ad Alessandro e Ippolito de’ Medici di lasciare Firenze di Fattori: i
cittadini livornesi chiesero alla fine degli anni ‘50 a Fattori di realizzare un’opera di soggetto
mediceo per decorare uno dei più importanti palazzi pubblici della città, venne fatto una
raccolta fondi. Fattori era giovane, circa 30 anni, da poco uscito dall’accademia. Significativo
che l’ordine venisse fatto ad un artista trentenne. Fattori su sconvolto dal passaggio a Firenze
di un artista romano, Giovanni Costa detto Nino, artista di grande cultura internazionale, un
dipinto che portò a Firenze fu Donne che imbarcano legna a Porto d’Anzio, 1852: esposto
anche a Parigi e che folgorò Fattori, che in quel tempo stava studiando la verità di luce e
paesaggio, Costa convinse fattori a cancellare quel dipinto storico di soggetto mediceo e
sentiti i cittadini livornesi decise di proporre in cambio un’opera di storia contemporanea,
Fattori cancello il dipinto di Clarice ma per risparmiare materiale decise di creare il nuovo
dipinto sul retro del dipinto di Clarice, Carica di cavalleria a Montebello, 1862: la battaglia è
nel vivo dell’azione e si sta svolgendo di fronte ai nostri occhi, ma il nostro sguardo è portato
verso l’alto, sullo sfondo, Fattori viaggia e va a studiare dal vero i luoghi in cui i fatti si sono
svolti su taccuini e in studio vengono rielaborati, ma aderente il più possibile alla realtà. Modo
in cui i nostri occhi sono portati a mettere a fuoco solo alcune figure, il primo piano di soldati
sembra fuori fuoco. La polvere che si alza in cielo nasconde e confonde ciò che i nostri occhi
riesce a vedere. Fattori lavorerà più volte su temi di battaglie risorgimentali.
A questa data si è istituita attorno al Caffè Michelangelo il gruppo dei Macchiaioli, con due
generazioni diverse, quelli nati intorno alla metà degli anni ‘20, e un gruppo dei più giovani
tra cui Abbati e Sernesi, Telemaco Signorini promotore di scritti del gruppo e Diego Martelli,
letterato, seppe coagulare il gruppo dei macchiaioli, da un lato promuovendolo attraverso
degli scritti, dall’altro ospitandoli nella sua casa a Castiglioncello. Martelli fu colui che meglio
riuscì ad alzare lo sguardo oltre il panorama del territorio toscano, soggiornando a Parigi
seppe contestualizzare l’esperienza toscana avendo la possibilità di conoscere la pittura
francese di natura, celebre è una sua conferenza tenuta alla fine degli anni ‘70 a Livorno in cui
Martelli racconta l’importanza della pittura impressionista.
MACCHIAIOLI
Alcuni lettere e testi di carattere teorici in cui la definizione di macchia viene espresso, i pittori
toscani si concentrano sulla luminosità degli ambienti naturali e lavorano sulla resa immediata
degli effetti che la luce produce sui corpi, sugli spazi e sulla natura. Modo di scolpire e spezzare
le immagini che risultano in luce ed in ombra, contrasti luminosi sono i problemi che
interessano questi pittori, da un punto di vista teorico questa ricerca viene letta come una
ricerca sull’idea di macchia, forti contrasti tra aree di luce e di ombra.
Telemaco Signorini, Il merciaio della Spezia, 1858 e un secondo dipinto con lo stesso soggetto
nel 1859: il dipinto viene esposto alla Promotrice del 1859. Momento di commercio, modo
per osservare con semplicità lo svolgersi di attività quotidiane da parte della popolazione.
Fattori si concentrò spesso sul paesaggio puro o su immagini che documentano un fatto
storico, lavora su piccoli dipinti su cartone, le ombre ritmano la visione aiutano i nostri occhi
a leggere in profondità l’immagine o a concentrarsi su alcuni elementi. Altro elemento
importante è la pittura dal vero, passando gli anni gli artisti toscani dipingono all’aria aperta,
diverse attestazioni, sia nelle lettere, sia in altri scritti di macchiaioli e allievi, che ci
permettono di capire quanto seriamente gli artisti di questi gruppi lavorano all’aria aperta.
Disegno di Silvestro Lega dove il pittore si porta dietro un cavalletto, non leggero, all’aria
aperta. Fattori, Silvestro Lega dipinge sugli scogli, 1866. Lavori di veloce esecuzione, sorta di
rivoluzione visiva, Sernesi e Abbati realizzano queste immagini in maniera analoga a Signorini
pensando poi a tradurle in dipinti di più grande formato. Capacità di sintesi fedele al dato di
natura che deriva in grande parte dall’uso dle disegno, a differenza di quello che avviene in
Francia, della linea, elemento tipico dei macchiaioli e che finisce ad essere il fulcro attorno cui
il lavoro dei macchiaioli agisce, la linea che spinge Fattori a tracciare con grande efficacia i
cardini visivi dell’immagine, sottolineando lasse mediano del dipinto o creando una sorta di
griglia con gli alberi e l’orizzontalità della linea che scorgiamo in alto e che separa la terra dal
cielo: Alberi, 1860. Fattori lavora con il disegno, che sembra di derivazione classica,
rinascimentale, a tal punto da raggiungere quasi esiti di astrazione geometrica.
Geometrizzazione forte che deriva dall’osservazione della realtà, analitica indagine sugli
elementi strutturali della natura del paesaggio, la luce è funzionale alla costruzione di
immagini ordinate in modo chiaro. Immagini realizzate attorno alla casa di Martelli a
Castiglioncello, compiuti agli inizi degli anni ‘60, immersione totale nella natura e tagliare
geometricamente la scena in modo chiara, creando dei giochi visivi ottici tra primo piano e
sfondo, mettendo in parallelo le ombre dei buoi e la vegetazione sullo sfondo. Molte delle
opere die macchiaioli possono lette da un punto di vista formale e compositivo, in altre
occasioni l‘attenzione deli artisti è concentrata sull’elemento luminoso e cromatico. Altro
elemento è il rapporto tar città e campagna, Orti a Piagentino di Silvestro Lega, 1866:
immagine in cui raffigura le campagne attorno a Firenze, sorta di visione melanconica, triste
del modo in cui la vita contadina si svolge a pochi passi dai monumenti di Firenze e dal cuore
della città, siamo lontani dall’intender Firenze come grande metropoli, ma si era innovata,
questo rapporto tra città e natura sembra perdersi e indebolirsi in questa realtà storica. In
ambito francese Sisley, Montmartre dalla Citè des Fleurs a Batignolles, 1869: simile a Lega,
punti di contatto.
Il Mugnone alle Cure di Abbati, 1866: disegnato in maniera sapiente da Abbati, riflessi
nell’acqua, luminosità diffusa nel cielo, dosaggio di pieni e di vuoti, tutto contribuisce a
chiarire e semplificare questo angolo di città. I riflessi in acqua servono da un punto di vista
geometrico creare una geometria e simmetria dell’immagine. Alleggerimento della densità
della pittura nell’immagine riflessa, come se fosse meno reale.
Rotonda di Palmieri di Fattori, 1866: realizzata dopo aver studiato su carta la costa livornese
e dopo aver studiato nei dettagli le figure femminili che vanno a spendere il tempo negli
stabilimenti a Livorno. La rotonda di Palmieri era uno di questi luoghi attrezzati e Fattori era
solito studiare anche i propri concittadini e le persone che andavano a passare il tempo libero
sulla costa. Risultato finale di un processo di elaborazione complesso. Ci ricorda la Terrazza di
Monet e le Femmes au Jardin di Monet. Attenzione alla luce e ai contrasti luminosi e al
disegno di Fattori che si muove e lavora in un mondo diverso in cui il sistema dell’arte è più
semplice rispetto a quello francese. Confronto fisico tra i due dipinti.
22/03/2023
IMPRESSIONISMO
La biennale ha un’importanza mondiale, prima mostra impressionista in Italia, che
corrisponde al libro dell’impressionismo di Jhon Riwald (?). Longhi è uno studioso di arte
antica. Monet, Renoir e gli altri dopo aver sperimentato la pittura all’aria aperta, en plein air,
pittura che praticavano già Valenciennes però era funzionale al lavoro in studio, i pittori
impressionisti impostano il lavoro all’aria aperta in maniera diversa affidando al confronto
diretto con il motivo naturale la più parte dell’esecuzione dell’opera. L'opera viene elaborata
sul motivo cioè en plein air. Monet ed altri mettono lil cavalletto nella Grenouillere che
diventa il soggetto di alcune opere, attenzione ai riflessi dell’acqua, sensibilità nei confronti
della luce naturale che arriva a bruciare e saturare certe superfici rendendole quasi illeggibili,
a questo si aggiunge una rapidità di scrittura che Renoir e Monet avevano già colto
dall’esempio di Manet, apri pista nell’affrontare in questo modo il motivo naturale. Tra gli
anni ‘60-’70 abbiamo la guerra franco-prussiana, alcuni scappano, alcuni combattono e
muoiono, Monet e gli altri scappano da Parigi, Monet va in Inghilterra insieme a Sisley. Monet
in Ing nel 1870 conosce un signore che si chiama Paul Durand Ruel, mercante che trafficava i
dipinti della scuola di Barbizon, inizia ad acquistare i dipinti dell’impressionisti. Manet faceva
da capofila al gruppo. Ruel fa incetta dei dipinti di Monet, piano piano inizia ad acquistare i
dipinti degli altri artisti. Trovando in difficoltà questi artisti a passare il vaglio della giuria del
Salon e non essendo offerto altri Salon de refusee. Tra il ‘72 e il ‘74 questi artisti decidono di
organizzare per conto loro una mostra, gruppo che ha delle affinità importanti. La mostra si
inaugura il 15 aprile del 1874. La guerra fu uno shock terribile che portò anche una guerra
civile violenta, stravolse totalmente l’identità e la sicurezza di coloro che consideravano la
capitale francese uno die luoghi più importanti e moderni del mondo occidentale. Questi
artisti hanno viaggiato molto, subito uno shock. Svolta accompagnata dall’ingresso di un
mercante che appoggia questi pittori e la chiusura della giuria del Salon nei confronti di tutto
ciò che si distacca dalla cultura ufficiale.
Regate a Argenteuil di Monet, 1872, cm 48x75: Monet ha ormai un solo interesse, quello di
trasformarsi in u registratore ottico di ciò che accade nella realtà davanti ai suoi occhi. Monet
sacrifica la leggibilità dell’opera per cercare di far passare l’effetto della luce che rimbalza
nelle vele e attraverso pennellate mosse sulla superficie dell’acqua. Il paesaggio classico era
cardinato sull’idea che l’immagine dovesse essere letta grado a grado; invece, qui abbiamo
un'immagine ugualmente luminosa dal punto più alto al punto più basso, questa luce del
giorno tocca e satura tutto quanto. Idea di creare una mostra per proprio conto che vada
anche ad infastidire il calendario delle mostre parigino, quindi posto poco prima l’inizio del
Salon, prendono nome di società anonima. La mostra è di fondamentale importanza per più
motivi: gli artisti con questa scelta di organizzare la mostra per proprio conto producono uno
strappo nel sistema artistico francese, non è la mostra di un singolo artista che aveva discusso
con il Salon, questo è un gruppo di artisti che si organizza autonomamente, nello studio del
fotografo Nadar. Si danno il nome di società anonima, mettono in vendita il catalogo, vendono
biglietti per l’ingresso e i dipinti. Nel catalogo le opere non sono affiancate ad un prezzo.
Abbiamo diverse testimonianze, sappiamo che gli stessi artisti si erano occupati
dell’allestimento e i giovani pittori si occuparono di dare un carattere moderno anche
all’allestimento, lavorando nelle cornici. 1874-76-77-79-80-81-82-86: mostre impressioniste.
Si tengono otto mostre impressioniste. Il gruppo finisce per trasformare il modo di esporre le
opere arrivando ad usare cornici dipinte di bianco e non in oro (modo classico), cornici prive
di decorazioni, serviva a potenziare la luminosità dell’immagine contenuta all’interno della
cornice. Monet, Pissarro e Degas sono i principali, provano a coinvolgere Manet che si rifiuta,
non si vuol confondere, Manet non parteciperà MAI alle mostre impressioniste. Mary Cassatt
e Berthe Morisot, le due donne impressioniste. Il primo gruppo che si presenta alla mostra è
molto nutrito e con molte opere. Ci fu un gruppo protagonista, si riunivano al cafè Guerbois.
Cercano di coinvolgere altri artisti per dare a questa mostra il carattere di alternativa al Salon,
intenzione polemica molto forte. PAUL Cezanne attraversa l’esperienza impressionista, ma
poi ne uscirà e lavorerà autonomamente. Giuseppe De Nittis partecipa a questa mostra.
Quando la mostra si apre, lo scandalo è gradissimo. La critica si scandalizza e la mostra viene
stroncata da tutti, sui giornali si fa a gara a chi massacra con più forza la mostra. La reazione
della critica era da un lato prevedibile, dall’altro lato fa venire in luce una delle grandi
preoccupazioni degli artisti, ossia che questa iniziativa venisse percepita come il Salon de
Refusèe, soprattutto da Degas. Alcuni articoli fanno capire che i semi lanciati da questa mostra
stessero per attecchire. Recensione celebre di Luis Leroy uscita su un giornale satirico, Le
Charivari, si inventa di visitare la mostra con un vecchio paesaggista allievo di Berten (maestro
di Corot).
Gelèe blanche, di Pissarro, 1873: simile ad una stampa giapponese.
Impressione non era una parola nuove nell'arte, si usava per definire gli studi, bozzetti che i
paesaggisti facevano dal vero, chiamati impressioni, il termine usato qui per la prima volta ha
questa funzione. Gli impressionisti consideravano Corot loro padre.
Monet, Battelli da pesca che lasciano il porto di Le Havre, 1874: personaggi realizzati
velocemente, velocità di esecuzione.
Monet, Boulevard des Capucines, 1873: prudenza die tipici palazzi a sei piani nei boulevard,
sembra che Monet vada a forzare la visione dall'alto della città e ciò che sconvolge è il
brulicare di vita nel viale. Contrapposizione in queta immagine tra ciò che noi abbiamo vicino
e che è rappresentato volutamente fuori fuoco, balcone da cui l’artista si sta affacciando è
reso fuori fuoco, macchie rosa che Monet lascia per far capire che siamo all’interno di uno dei
palazzi moderni che si affacciano sulla strada, protagonisti perfettamente calati nella realtà
moderna. Contrasto tra vicino e lontano usato nelle stampe giapponesi è riprodotto da
Monet.
S. Lèpin, Bords de la Seine, 1869: artista più lontano dal metodo impressionista, ma all’interno
della mostra.
P. Cezanne, La casa dell’impiccato, 1873-74: uno dei quadri più sconvolgenti per la critica del
tempo. Cezanne, amico di Zolà, artista che era sbarcato a Parigi con l’intenzione di diventare
pittore e raccontare la vita moderna, stessa ossessione di Zolà, arrivato a Parigi dovette fare
i conti con lo studio dell’arte del passato e con la vita della metropoli, lontana dalla vita del
mezzogiorno francese. Cezanne per anni cercò di trovare un equilibrio tra le diverse tensioni.
Si concentrò su una delle grandi novità, il realismo di Courbet e l’uso dell'impasto pittorico
denso che Courbet era solito usare anche grazie all’uso della spatola, i suoi impasti sono alti,
la pittura è alta sembra quasi più plasmata e modellata. Rimaniamo sconvolti da questo
incrocio di linee. Cezanne lavora creando delle linee che prevalgono sulla leggibilità dello
spazio, creando dele superfici di corpi che vanno a saturare lo spazio, non c’è alcuna dolcezza
o voglia di accompagnare l’osservatore all’interno del quadro. Alcuni spunti sono le stampe
di Hiroshige, dove il bianco serve a creare schermi, superfici piane che servono a ritmare lo
spazio. In questa prima stagione è sensibile a inserire elementi di narrazione nei suoi dipinti,
anche attraverso i titoli. Cezanne amava la pittura veneta del ‘500.
Monet, Impressione. Levar del sole, 1872. Il gruppo finì con il presentarsi con il nome di
impressionisti. In una mostra si chiamarono intransigenti, vollero sottolineare che la loro
scelta di modernità era una scelta politicamente forte. Presero il nome dalla critica del
giornale.
Degas, La stiratrice, 1869: Degas si distanzia dagli altri artisti impressionisti per l’elemento che
non ama calarsi nella natura, ma nella vita moderna. Degas si distanzia da Monet perché
riteneva inutile dipingere direttamente all’aria aperta o davanti al motivo che si andava
studiando, per lui rimaneva essenziale il ruolo che la memoria svolgeva, grande osservatore
e frequentatore di cafè e botteghe. Degas non lavora dal vero, disegna ossessivamente e poi
lavora in atelier facendo sì che la memoria filtri e selezioni ciò di più importante egli abbia
avuto modo di esplorare. La restituzione dell’immagine arriva in maniera libera. La mano che
preme con forza il ferro sembra muoversi, non sembra bloccata, il viso invece è bloccato
disegnato con una linea che scolpisce e modella cosa che fa anche il colore. Dinamismo
dell’immagine. Libertà nel restituire la maniera pittorica, Degas affida tutta l’immagine alla
sovrapposizione di bianchi, alcuni puri e luminosi, altri più densi, altri sporchi macchiati e
lavorati per mezzo della spatola, creando una sovrapposizione di piani irrisolta nella scatola
spaziale.
Cezanne, Une moderne Olympia, 1872-73: modello di Manet, si riesce a vedere l’ambiente
che è carico di riferimenti all’antico.
Cezanne, Paesaggio a Auvers: opere che capovolgono il modo di intendere il paesaggio,
trucco giapponista delle fronde in alto degli alberi e serie di elementi che bloccano lo sguardo,
sguardo catturato da questo incastro di volumi. Cezanne spinge in un punto mai raggiunto la
geometrizzazione del paesaggio, tutto viene letto come se fosse generato da una sorta di
griglia geometrica, calcolo geometrico. Gli unici precedenti erano alcuni quadri di Corot, come
l’Isola di San Bartolomeo, geometrizzazione degli edifici.
Degas lavora sull’immagine attraverso la memoria concedendo il massimo credito nella
capacità di trasformare le forme da parte della luce artificiale che illumina il palcoscenico, la
cromia è completamente alterata, la dimensione dentro la quale le ballerine si muovono è
una dimensione convincente nonostante la cromia sfasata.
Tra le opere più importanti di Monet in questo momento è I papaveri, opera che segna un
capitolo nuovo nell’opera di Monet. Caratterizzati da una massa, verde, grigia quasi informi,
non c’è nessuna linea che ci fanno capire le colline, i papaveri si distribuiscono sulla metà
inferire del dipinto, la profondità del dipinto è garantita del ripetersi della coppia della madre
con il bambino. La mostra risulta un fallimento, anche economico.

24/03/2023
Mostra impressionista che si chiude in maniera fallimentare, vendite nulle, la critica stronca,
salvo rare eccezioni, l’arte di questi artisti, il gruppo si era indebitato ed è costretto ad
organizzare un'asta all’interno dell’hotel Drouot. Asta che ha dei risultati terrificanti, le opere
degli impressionisti vengono svendute, asta del 1875. Serve agli artisti per raccogliere soldi e
andare pari con le spese della mostra. Gli artisti più deboli del gruppo, tra cui Monet, entrano
in una crisi che sembra irreversibile. Subito dopo gli artisti del gruppo riuscirono a conquistare
qualche amicizia e sostegno importante, tra tutti Victor Choquet, che riconobbe gli artisti
all’asta ed entrò in contatto con Renoir e Cezanne e comprò loro alcune opere, ordinò a
Renoir un suo ritratto e divenne il sostenitore principale del gruppo. Monet non fu apprezzato
da questo signore, ma per sua fortuna ebbe la possibilità di incontrare un facoltoso pittore
dal nome Gustav Caillebotte, aveva avviato da poco il percorso da pittore e si stava
entusiasmando dei temi della tesi realista, di tutto ciò che movimentava la vita moderna, si
stava avvicinando alla pittura di paesaggio. Nel 1876 si ha la seconda mostra impressionista,
mostra di passaggio in cui gli artisti si presentano con opere importanti ma deboli, Cezanne
ha rinunciato a partecipare alla mostra, Degas si presenta con dipinti di ballerine importanti
ed esordisce con il gruppo Caillebotte. La mostra del 1876 è una mostra che va altrettanto
male, ma a questo punto il gruppo può beneficiare del sostegno del mercante, gli estimatori
crescono di numero e di Caillebotte che prende in mano la situazione, compra molti quadri,
soprattutto Monet e Renoir, fa quadri su Parigi e finanzia la terza mostra che si tiene nel 1877.
Si dimostra un abile promotore, tra la seconda e la terza mostra fa testamento e pubblica la
notizia su di esso, consiste una donazione allo stato francese di tutti i grandi risultati di questi
pittori a patto che lo stato francese musealizzi e opere del gruppo impressionista. Fece
discutere questa notizia. Caillebotte organizzò la terza mostra impressionista in una zona più
importante di Parigi nella primavera del 1877, sul catalogo si parla di pitture e dipinti non c’è
il nome impressionista; tuttavia, mentre la mostra apre viene pubblicata una rivista di nuova
creazione che si chiama “L’impressionniste”, questa rivista accompagna i visitatori e i
commentatori, offre spunti sui dipinti in mostra, contiene anche immagini oltre che testi e
costituisce una delle prima testimonianze di questo nomignolo affibbiato loro. La mostra
viene pubblicizzata tra le strade. Ebbe un grande successo. La mostra del 1877 è più
importante a livello di qualità di opere. Punto di non ritorno, il gruppo entra irreversibilmente
in crisi.
Monet, Arrivo di un treno dalla Normandia, gare Saint-Lazare, 1877: dipinti che Monet va
dipingendo tra l’inverno ‘76-’77 quando a modo di lavorare a Parigi con l’aiuto di Caillebotte,
che gli affitta un appartamento e gli compra gli strumenti. Soffitto in vetro, una delle stazioni
più moderne di Parigi, treni che venivano da Nord, riempiendo di vapori lo spazio semi-chiuso
della stazione, creando un ambiente che al meglio esprimeva la modernità, Monet piazza il
suo cavalletto alla base di dove arrivano i treni, documenta attraverso un gruppo di quadri
nutrito diversi fasi dei movimenti del treno e dei viaggiatori e diverse situazioni luminose e
atmosferiche, i dipinti della gare Saint-Lazare sono molto vicini tra loro, vapori che escono
dalle locomotive e punto di vista. Si può parlare di serie? La parola serie ha un valore preciso,
soprattutto per Monet, dove la serie sono alcuni quadri che hanno delle caratteristiche fisiche
uguali tra loro, questa della stazione non è una serie. Enorme libertà che Monet si prende dal
punto della composizione e gestione dello spazio, Monet finisce con il concedere all’occhio
tutto se stesso senza preoccuparsi di mantenere all’interno del dipinto una struttura spaziale
percorribile da parte degli osservatori, rifiuta quasi di immaginare lo spazio come uno spazio
profondo perché i suoi occhi lavorando en plein air, sono completamente travolti dai colori e
dalle luci che si spandono in tutto lo spazio attraverso queste nuvole solide di fumo e vapore
che di fatto saturano lo spazio e cancellano quasi tutti gli elementi che avrebbero potuto
garantire un’idea di profondità. Questo rendere la natura fa sì che gli stessi corpi delle persone
e degli edifici finiscono per perdere peso, volume, tridimensionalità, Monet è interessato a
restituire le tonalità violette che la luce del sole genera nelle nuvole. Parete dorata sullo
sfondo. La luce genera gli spazi e Monet dimentica di tracciare con forza quelle che sono le
direttrici principali dello spazio. Libertà espressiva rispetto al dato di natura che non iene pi
controllato in maniera rigorosa. Interessi identici anche fuori dalla stazione come in, Le signal,
1877: dove sembra perdere contatto con il motivo naturale, pennellate chiare, dense con cui
sono sagomate le nuvole che galleggiano nell’aria vicine ai binari, protagonisti sono i segnali
scuri che spiccano creano un ritmo visivo, sorta di ancora a cui l’osservatore può aggrapparsi,
senza questi ci troveremo in un dipinto privo di forma.
Renoir decide di prendere casa a Montmartre e prese a dipingere delle opere che guardavano
in maniera totale alla natura oppure che guardavano alla vita moderna.
Studio. Torso, effetto di sole, 1875-76: esposto alla seconda mostra espressionista del 1876.
All'ora sconvolse li osservatori per due motivi -> 1- modo in cui Renoir dipinge il fondo, questa
è una figura nuda seduta in mezzo alla natura, ma se noi togliessimo la figura ci ritroveremo
davanti ad un quadro astratto, pittura slegata lontana da qualsiasi tipo di pittura di paesaggio
che fosse disponibile in tutto il mondo occidentale, il modo in cui Renoir restituisce
un’immagine di fuori fuoco e lascia alla materia pittorica e alle pennellate e che vanno wet on
wet, l’artista non aspetta che il colore ad olio sia asciugato e va a sovrapporre nuove
pennellate su una materia pittorica ancora fresca, succede che le pennellate nuove vanno a
sporcarsi e confondersi con le pennellate precedenti che crea effetti di luce e colore e materia,
come l’effetto di fuori fuoco, magma vivo scosso dai raggi di sole che attraversano
faticosamente la copertura vegetale e la luce penetra faticosamente e colpisce la figura
classicheggiante e sensuale, ma è il fenomeno naturale che interessa Renoir.
L'Altalena, 1876: sciocco tutti. Questi punti rendono il dipinto non profondo. “Che blu che ha
trovato Renoir” cit.
Ballo al Moulin de la Galette a Montmartre, 1876: vita moderna dei parigini, idea che di una
società che si sta trovando e scoprendo all’interno di un mondo che non ha ancora
abbandonato la campagna e la natura, protagonista dell’immagine, mondo che è
scoppiettante, fatto di incontrai, di conoscenze, amori che tutte le arti stanno raccontando e
le opere/libri di Zolà possono essere affiancati a questi dipinti.
Caillebotte, Tempo di pioggia e il Pont de l’Europe, 1876: dipinti calati in maniera molto fredda
e mentale nella realtà cittadini che viene attentamente studiata. Lavora a poche decine di
metri da Monet. Si servì di camere ottiche e di strumenti per realizzare attentamente la realtà.
Effetto quasi disorientante nel Pont de l’Europe, ci sono due punti di fuga, uno sulla nuca del
personaggio e uno più in alto e c’è un incrocio di queste diagonali, luce impressionista,
stranezze come il cane che mostra l’ano a chi guarda mentre alza la coda e per gli abiti e la
situazione di vita che questo ponte aveva, palesemente un incontro tra prostituta e cliente.
La città sul fondo è una città moderna. Contraddizioni: figure che sembrano strappare l’idea
di una lettura unitaria del dipinto. Stessa cosa che accade in tempo di pioggia, dipinto
realizzato in studio calcolato, luminosità impressionista.
Gli impressionisti in questa mostra cercano di lavorare in grande proprio nelle dimensioni,
con dipinti che sembrano quasi da Salon. Il gruppo entra in crisi, andiamo per queta strada o
andiamo per la via del Salon? Alcuni artisti, tra cui Renoir, avevano cominciato ad ottenere
attenzione da facoltosi parigini che suggerirono a Renoir di addolcire le sue posizioni e così
Renoir tornò al Salon. La figura di Degas prende il sopravvento, riuscì a coinvolgere in questa
terza mostra diversi suoi amici, creando una sorta di gruppo legata a Degas, riuscì a imporre
una regola cioè che chi va al Salon non si può presentare alla mostra impressionista. Il distacco
della figura di Renoir crea una crisi immediata. Monet entra in depressione e aspetterà un
anno per tornare anche lui al Salon Degas gestisce per anni il gruppo che gestisce le mostre.
Dalla quarta mostra in poi le gestisce Degas. Entrano nel gruppo persone diverse, tra cui Zan
Domenichi (?). Il gruppo è completamente trasformato. Per Monet uno dei momenti decisivi
in questa fase di crisi fu segnata da una serie di avvenimenti personali che lo sconvolsero, era
stato protagonista di un’ultima fiammata di dipinti impressionisti che avevano spinto ancora
più avanti l’istantaneità della registrazione del dato naturale, La rue Saint-Denis durante la
festa del 30 giugno 1878, la Francia esce dalla guerra e in uno slancio nazionalistico si tengono
delle feste dove Monet registra il trionfo del tricolore. Monet entra in crisi perché la moglie si
ammala e presto muore, continua ancora la crisi economica. Monet, Camille sul letto di morte,
1879: mentre il corpo della moglie si sta irrigidendo e raffreddando lui prende tela e colori e
raffigura l’immagine. La cosa turbò tutte le cose più care a Monet che non capivano come si
fosse riusciti ad arrivare a questa perdita di sensibilità. La bellezza del bianco, viola e grigi
finisce con il sommergere ciò che resta del volto di Camille. Tra la fine degli anni ‘70 abbiamo
degli eventi che concludono l’esperienza impressionista, tra cui il viaggio in Italia di Renoir,
realizza delle opere che trasformano il suo linguaggio, riscopre l’arte del passato, la tradizione
classica, la monumentalità della figura. Renoir, Le bagnanti: riferimento all’antico che si
basano su opere che Renoir ebbe modo di conoscere, Raffaello, Domenichino e la carica
erotica e la gestualità, le figure che sono in armonia tra loro. Inizio degli anni ‘80 il gruppo
impressionista non esiste più, ma il mercante Rouelle (?) continua a comprare e riesce a
vendere le opere di questi artisti. Cambia lo stato economico di questi artisti ed è decisivo un
viaggio che il mercante fa in America nel 1885, pone le basi per un successo che sarà
importante per la diffusione dell’arte europea negli USA. 1886 Rouelle torna dagli USA e
rassicura gli impressionisti della diffusione negli USA, in questo anno esce il romanzo L’opera
di Zolà che sconvolge il mondo letterario e artistico della Parigi del tempo, atto di accusa ai
vecchi amici di Zolà, il protagonista è un pittore fallito, che raffigura un mix tra Renoir, Manet,
Monet e Cezanne. Monet aggredisce con una lettera l’opera dell’ex amico, rinfacciandoli di
aver sfruttato la loro amicizia e nell’opera Zolà accusa gli impressionisti di non essere stato in
grado di realizzare un vero e proprio capolavoro, una grande opera da portare al Salon per
rappresentare il mondo moderno. Zolà rivendicava in sé il vero rappresentante della società
moderna. Il 1886 è l’anno dell’ultima mostra impressionista e Degas e Pissarro, unici
superstiti, organizzano l’ultima mostra, ma Pissarro convince Degas e chi rimane dei vecchi
pittori ad accogliere un gruppo di giovani, tra cui Seurat e Signac, che si erano fatti notare per
uno stile nuovo, scientifico, dedicati alla poetica, tecnica punteggiata che insisteva sull’idea di
colore puro applicato sulla tela senza essere mescolato, ma così come veniva spremuto dal
tubetto. Seurat, Domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1884-86: apre la strada al
neo-impressionista, chiamato anche puntinismo, divisionismo francese, le opere di Seurat e
Signac derivano da una serie di studi di fisica ottica che vedono gli scienziati concentrarsi sulle
possibilità di combinazioni di colori diversi e che servono agli artisti per ottenere un grado di
luminosità più elevato. La loro apparizione crea la divisone finale del gruppo. Gauguin, amico
di Degas, aveva esposto in alcune mostre, nel 1886 Gauguin va in Bretagna dove dipinge
immagini di donne in costumi tradizionali, la scia Parigi per trovare un contato con una cultura
primitiva, allo stesso tempo dall’Olanda arriva un pittore dilettante che si chiama Van Gogh.

28/03/2023
DIVISIONISMO
Seurat sapeva di sfidare i suoi predecessori con questo quadro, la mostra venne letta dalla
critica come l’occasione di questo nuovo movimento di imporsi nella scena parigina, causa
principale della fine definitiva del gruppo. La tecnica divisionista, che viene poi adottata dagli
artisti italiani deriva dall’esempio di Seurat, che vuole essere innanzitutto scientifica. La
tecnica impiegata per realizzare questo dipinto si basa su un metodo dell’uso del colore puro,
non mescolato preventivamente sulla tavolozza, in piccoli punti di colori, questo metodo, che
pretende di essere scientifico, deriva da teorie fisiche-ottiche che alcuni scienziati vanno
pubblicando nei mesi precedenti. Signac e Seurat avevano iniziato come pittori alimentati
dalla scuola di Manet da un lato e la scuola di Monet dall’altro. Non è il loro primo esordio,
Seurat aveva fatto parlare di sé nella prima mostra del Salon degli artisti indipendenti. Queste
ricerche scientifiche derivano da alcuni studi condotti da C. Blanc e Chevreul (fisico-chimico,
che lavorava per le manifatture statali dei tessuti e aveva avviato una serie di ricerche sulla
luminosità dei colori e le combinazioni di colori per rendere più luminosa la superficie del
prodotto tessile). Chevreul aveva portato avanti una serie di ricerche teorizzate da Blanc,
lavorato sula possibilità di combinare i colori lavorando sul funzionamento dell'occhio e sul
modo di interazione con la materia artificiale. Questi scienziati si resero conto che il nostro
occhio erano in grado di ricomporre unità distinte di colore diverse da loro ad una certa
distanza, e alla massima luminosità cromatica, risulta più efficace di un colore mescolato e
miscelato. L'accostamento di tasselli di colore distinti sono da preferire all’uso di colori
mescolati insieme. Il risultato di questi studi si concretizzò con le opere di questi studi dall’84
all’86, pittura caratterizzata da punti di colore puro. Il risultato è una sorta di tappeto fatto di
tantissimi elementi che vibrano tra loro sulla superficie, che è sensibile alle variazioni di luce
e a cui esecuzione pittorica è il risultato di un lavoro lungo e attento.
Seurat, Domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1884-86: rapporto con
l’impressionismo -> i volumi sono più compatti rispetto a quelli impressionisti, fissità delle
figure in Seurat, ci sono dei corpi che si stanno muovendo ma sembrano congelati, movimento
astratto che non viene reso nella sua immediatezza e naturalezza, il tema è impressionista,
persone che si stanno riposando; l’impressionismo mettono dei tagli diagonali o figure molto
vicine e lontane per capire lo spazio, l’impressionisti non rifiutano l’idea di prospettiva, la
spazialità di questo dipinto è ricca di incongruenze che non è qualcosa che possiamo
assimilare all’impressionismo. Lo spazio è caratterizzato da elementi che vanno a scontrarsi
tra di loro da un punto di vista razionale. Le figure si possono leggere distintamente, non come
nella pittura impressionista. Le luci ed ombre le vediamo sul prato, la superficie verde è la
protagonista dello spazio, piano dove rimbalza la luce e i nostri occhi leggono l’immagine su
questa superficie erbosa, i nostri occhi vagano negli spazi vuoti tra le figure, dipinto misurato
e molto mentale e poco legato alla percezione visiva. Caillebotte può essere considerato un
anticipatore di questo tipo di composizione. Quadro che coniuga elementi impressionisti e
anti-impressionisti. Impressionista: rappresentazioni di donne moderne con vestiti
contemporanei, anti-impressionista: delineamento delle figure rendendole bidimensionali.
Certi volumi sono diversi per la monumentalità e la fissità dell’immagine rispetto alla pittura
impressionista, primi innamoramenti che gli artisti moderni provano per l’arte antica, volumi
puri che vengono a trasformare i corpi, forzature espressive che Seurat deriva dalla lettura
della pittura antica che ah modo di studiare al Louvre. Seurat inizia nell’84 a studiare al grande
dipinto, studia la luce, studi dal vero dipinti caratterizzati dalla tecnica puntinista, uso di
matite e pastelli arricchite di cere, morbidi e permettono di ottenere degli effetti chiaro-
scurali precisi, Seurat è uno dei primi artisti a utilizzare questi strumenti, sembrano quasi
astratti perché la facilità nel creare il chiaro-scuro. Seurat compie uno strappo terribile che
Monet e Renoir vivono con dolore e sofferenza sentendosi cavalcati e superati da una
posizione più moderna della loro. Applicazione di migliaia di piccoli punti di colore.
Seurat, Le Bec du Hoc, Grandcamp, 1885: omaggio a Monet, ma dà un’idea di luce diversa in
bilico tra impressionismo e anti-impressionismo. Sorta di quadro geometrico. Questo tipo di
linguaggio viene apprezzato da molti giovai artisti. La pittura divisionista viene conosciuta in
tutta europea e vengono a crearsi dei gruppi di artisti in linea con Seurat e Signac. Il gruppo
italiano è capitanato da Vittore Grubicy de Dragon, nato a Milano da famiglia ungherese, ha
avuto il merito alla metà degli anni ‘80 di intercettare le novità e portare in Italia. Grubicy era
fino all’85 non era un pittore, ma un mercante d’arte, in seguito ad una vicenda per cui li e il
fratello erano rimasti orfani, Grubicy si buttò nel mercato dell’arte, le gallerie private non
avevano all’ora un ruolo importante nel panorama delle arti, erano soprattutto mercanti che
si occupavano di antichità e commercianti che provavano a vendere opere di piccolo formato,
in Italia, come in Francia, resisteva l’idea di grandi mostre legate al panorama accademico.
Grubicy provò ad avviare una galleria d’arte di tipo moderno rifacendosi ad alcuni grandi
mercanti internazionali, come Guipille, riuscendo a vendere copie e dipinti. Diventa un
referente italiano per le gallerie internazionali. Entrò in contatto con artisti che avevano preso
a copiare Seurat e Signac. Gruppo di pittori che Grubicy mette sotto contratto attraverso la
propria galleria e li raccoglie in un gruppo, prende nome di Divisionismo. Nasce nel 1891
quando si presenta alla mostra di Brera, anche Grubicy ha iniziato a dipingere. Uno dei dipinti
è il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, costituisce il punto finale del divisionismo. Oltre a
soggetti di carattere storico e ritratti, soggetti di carattere religioso e nature morte, uno degli
ambiti più toccato dia pittori lombardi è una pittura che oscilla tra la pittura di genere e la
narrazione popolare con un pizzico di realismo. Lazzaro Pasini, Soccorso! Soccorso!, 1891: la
bambina cerca di rianimare la mamma, o sorella maggiore, pathos esasperato con punti di
realismo, questo tipo di dipinti affascinava il pubblico. Realismo che rendeva la durezza dei
campi, nel dipinto di Ferraguti la realtà dei campi diventa un posto in cui uomini e donne si
corteggiano e si presentano come al culmine della loro giovane età. Gaetano Previati,
Maternità, 1891: artista che al realismo smaltato di Ferraguti o al gustoso sbirciare dentro la
miseria di Pasini, contrappone una sorta di apparizione luminosa di natura simbolista. Previati
intende fissare l’idea di maternità, non è una madonna con bambino, la pittura (non?) è
rispettosa del dettato divisionista, in basso i fili d’erba, i fiori e le vesti bianche delle figure
angeliche sono caratterizzate da una tramatura allungata e libera rispetto alla struttura
disegnativa, al profilo delle forme che tendono ad accompagnare i gesti e la posizione delle
figure angeliche che si raccolgono intorno al gruppo centrale della madre con il bambino, la
parte della pelle scoperte sono le uniche parti disegnate con precisioni e si caratterizzano per
linee allungate e grazia del segno che sembra rimandare ad una pittura antica, come quella di
Privelli. Divisionismo che si mescola e tende alla rappresentazione di elementi simbolici.
Giovanni Segantini presenta Le due madri alla mostra di Brera, opera di carattere realista,
carica anche di simbolismo, maternità animale come la maternità dell’uomo. Il gruppo si
qualifica come gruppo divisionista, ma non tutte le opere sono divisioniste, Segantini è
lontano dalla tecnica divisionista. Segantini nell’86 circa fu il primo a raccogliere le indicazioni
di Grubicy, decise di replicare con la tecnica del colore diviso, cercò di replicare un quadro suo
fatto nel 1882, Ave Maria a trasbordo, il sole sta esplodendo davanti ai nostri occhi
travolgendo tutta la scena facendola diventare una sorta di miraggio. Segantini, Alpe di
Maggio, 1891: paesaggi di montagna, dove Segantini applica in maniera casuale la tecnica
divisionista, fitta trama di segni e colori. Uno dei pittori più importanti del divisionismo
italiano è Novellini, ricerca rigorosa in ambito divisionista. Uno dei primi dipinti di Novellini è
il Golfo di Genova, 1891, lavoro costellato da un puntinato fittissimo, che non copre tutta la
superficie. Importante in questa fase perché unisce la ricerca divisionista ad una sensibilità
per le tematiche sociali con Piazza Caricamento a Genova, 1891, documenta la vota dei
lavoratori del porto in una giornata qualsiasi. Emilio Longoni, L’oratore dello sciopero, 1890-
1891: opera censurata perché non era ammesso dalla legge arringare la folla in manifestazioni
pubbliche non autorizzate, scena esplicita che vede una folla eccitarsi al gesto della persona
sul palo in mezzo alla città d Milano, una delle prime rappresentazioni della Milano moderna,
precede le rappresentazioni di Milano del primo futurismo. Grubicy, la raccolta del fieno,
1889-1910: tema del lavoro dei campi si lega ad uno dei principali lavori tematici del realismo
che da Millet era arrivato in Italia attraverso Segantini. Morbelli, Alba, 1891: puntinato
divisionista nella parte alta del cielo. Morbelli era partito come artista del romanticismo
storico con immagini simili ad Hayez, Goethe morente. Nei primi anni ‘80 si era concentrato
sulla rappresentazione realista degli aspetti più bassi della società moderna e della realtà che
viveva, quella di Miano, Giorni... ultimi, 1892: fa parte di un ciclo di dipinti un gruppo enorme
di anziani sta passando il tema all’interno di un'aula vuota, privo di qualsiasi forma di
speranza, la figura che crolla sul banco in primo piano, ci fa sospettare qualcuno che abbia
avuto un malore. Galleria Vittorio Emanuele e Alla stazione centrale di Milano: dipinti sulla
città di Milano moderna, si avvicina all’esperienza di Caillebotte, realismo. Morbelli,
piemontese, torna all’inizio degli anni Novanta a dipingere nel suo luogo di origine e si
innamora della vita contadina. Alla metà degli anni ‘90 realizza i suoi dipinti divisionisti che
mantiene la tematica sociale e denuncia lo sfruttamento contadino e la durezza del lavoro si
contrappone con la bellezza del paesaggio, tecnica divisionista più elastico e fluido. Morbelli,
In risaia, 1898: mondine che lavorano; studia queste opere in dodo scientifico anche usando
vetri colorati per studiare la realtà e trovare la massima intensità dei colori.

29/03/2023
Pellizza da Volpedo (1868-1907): nato a Volpedo, parte come pittore operando tra
romanticismo e realismo. Viaggia molto durante il periodo iniziale della sua carriera,
soprattutto a Firenze, diventa amico di alcuni allievi di Fattori. Rimane per tutta la vita legato
alla casa-atelier (musealizzata), al suo interno si conservano molte opere e oggetti di vita
dell’artista, all’interno di questa abitazione fu realizzato il dipinto il Quarto stato. Passaggio
per la toscana che serve a Pellizza per chiarire la tavolozza, per giocare con forti contrasti
luminosi, con l’uso di macchia, in Pellizza si va definendo in questa fase una sorta di passione,
sensibilità per elementi geometrizzanti, per un disegno che va a tagliare e scolpire in maniera
netta i volumi delle case. Negli anni ‘90 Pelizza si converte al divisionismo. La processione:
fitto puntinato divisionista. Le opere di Pellizza hanno un legame forte con una dimensione
religiosa, una componente spirituale e simbolica. A pochi anni dalla fine del secolo Pellizza si
fa coinvolgere dal fine civile, influenzato dall’opera di Nomellini, Piazza Caricamento a
Genova. Dopo aver assistito ad uno sciopero di contadini animato, decise di affrontare il tema
di uno sciopero, di una manifestazione lettere che ci aiutano a capire il processo del quarto
stato, tutto inizia da disegni piccoli di taccuino in cui Pellizza ha registrato dal vero lo sciopero.
Intorno agli anni ‘90 Pellizza inizia a pensare all’idea di una massa che si muove verso lo
spettatore. La carta è quadrettata perché l’artista ha creato una griglia per poter trasferire il
disegno su un altro supporto su scala diversa. La quadrettatura implica che ci sia un cambio
di scala. A poco a poco l'artista ha sistemato la composizione del gruppo di lavoratori che
avanzano e si capisce dal disegno. Ad un certo punto Pellizza studia lo spazio della scena
attraverso dei dipinti e fotografie. Si appassiona alla fotografia e diventa un fotografo
dilettante. Ambasciatori della fame: Pellizza immagina una linea netta tra luce e ombra,
simbolicamente la funzione di rompere una sorta di barriera che separa la coscienza dei
cittadini sulla condizione die lavoratori. Diventa il bozzetto per Fiumana, fiumana di lavoratori
che vanno verso un futuro diverso. Intorno al ‘96 completa la prima versione del dipinto
Fiumana, che viene toccata per quanto riguarda il formato centinato, si trova alla pinacoteca
di Brera. Pellizza non si accontenta e porta avanti il lavoro, per elevare il suo messaggio deve
aumentare la monumentalità dell’opera; quindi, inizia ad elaborare studi che ricordano
l’antico e l’arte del passato e dalla tradizione Pellizza cerca di assorbire un carattere di
monumentalità, cita Raffaello, come i corpi sono mesi in relazione tra loro e la loro gestualità,
rifarsi ad un affresco di Raffaello per raccontare l’avanzata dei contadini e operai verso una
realtà che deve essere più giusta è un modo per aumentare la serietà. L'opera non verrà
approvata, cade in depressione e si suicida nel 1907.
VAN GOGH: nato in Olanda nel 1853. Inizia nel 1880 e si toglie la vita nel 1890, muore a 37
anni e arriva a dipingere che ne ha 27. Innamoramento per la tradizione realista di primo ‘800.
Van Gogh si lega all'inizio, travolto da una vita religiosa, poi entra in crisi e dopo aver
sperimentato il lavoro di mercante d’arte con il fratello Theo, inizia poi a dipingere con una
pittura realista ripresa da Millet, raffigurando la vita di coltivatori di patate. Mangiatori di
patate: documenta già un risultato maturo, rappresentazione asciutta e diretta della realtà,
cercando di trasformare la pittura e il linguaggio in maniera consapevole e il colore, cercando
di piegarlo, a quello che sono gli scopi ultimi del dipinto, visione anche un po’ simbolica del
colore viene ad animare questo dipinto. Opera più importante dal punto di vista dimensionale
che realizza prima di partire di Parigi. Arriva a Parigi per conoscere gli impressionisti, nell’86
si mette a studiare la città di Parigi nel momento in cui il gruppo degli impressionisti si sfascia.
La collina di Montmartre: l’adesione al dato reale è forte in Van Gogh. Dopo poche settimane,
entra in crisi perché gli impressionisti non ci sono più, capisce che Parigi ha molta vita, quindi,
fa la vita da bohemien tra i caffè. Agostina Segatori all’interno de Le Tambourin: donna che
frequenta e che possiede il caffè, sullo sfondo si vedono die quadri giapponesi. Van Gogh
organizza una mostra di stampe giapponesi di cui diventa un collezionista. Arrivato a Parigi si
era messo a studiare anche altre opere, tra cui quelle di Edgar Degas, si rifà alla Bevitrice di
assenzio, due figure perse nel vuoto soprattutto la signora, ingresso inaspettato alla scena da
un tavolo dove un posacenere e due portagiornali entrano nella scena molto vicino a noi con
un taglio compositivo che ricorda le stampe giapponesi e Van Gogh si ispira a questo. Dopo
aver studiato tutti gli artisti che aveva la possibilità di vedere in gallerie e mostre, Van Gogh
arriva a ritrarre Montmartre con colori più chiari, tratto della tecnica divisionista, tratto
puntinato. Passaggio violento del suo stile artistico. Comincia a usare le stampe giapponesi in
maniera diversa, combina elementi citati testualmente e trasposti senza nessun filtro dentro
la tela, Ritratto di pere Tanguy, preleva delle immagini dalle stampe giapponesi per creare il
fondale che schiaccia l’immagine, cambia la cromia inizia ad usare un colore forte, violento e
duro e antinaturalistico e irreale. La lettura delle stampe giapponesi si spinge oltre, diventa
quasi una reinterpretazione e riscrittura che vuole essere un esercizio per assimilare il più
possibile le novità e le modernità che riconosce nelle stampe di Hiroshige, Van Gogh
immagina di applicare la stampa su una parete verde su cui sono appesi anche dei cartigli,
Ponte della pioggia (da Hiroshige). La tecnica divisionista e l’uso di colore complementari
prevale sulla semplicità e chiarezza di immagine del mondo giapponese contadino che si trova
nella stampa di Hiroshige.
PAUL GAUGUIN: nasce nel 1848, viaggia moltissimo da piccolo, cresce in Perù, dopo un
periodo in Francia fa il giro del mondo, fa una famiglia, entra a lavorare in banca. Si appassiona
alla pittura ed entra in crisi. Inizia a partecipare alle mostre impressioniste e nel 1882 quando
il gruppo è in crisi fa litigare Degas con Monet e Renoir. Quando il gruppo si scioglie Gauguin
se ne va perché è preso in antipatia. Va a cercare i paesi incontaminati, la purezza al di fuori
di Parigi, si trasferisce in Bretagna dove dipinge dei quadri dedicati ai costumi popolari,
risultano dei quadri misteriosi per i parigini. Nell'87 Gauguin compie un viaggio in Martiniga
(?), e crea opere di una semplicità di immagini, linea di disegni, si appassiona alla vegetazione
del luogo e cerca di usare un colore arancione violento che entra nelle sue opere. Torna in
Francia e realizza la Visione dopo il sermone, scena della lotta dell’angelo con Giacobbe sullo
sfondo rosso antinaturalistico fatto avvenire dalle preghiere delle donne bretoni, studio della
miniatura medievale e della scena di Delacroix, Giacobbe e l’angelo. Incontra Theo Van Gogh
che lo apprezza molto, Gauguin si fa convince e decide di raggiungere Van Gogh ad Arle,
Vincet va a vivere nella casa gialla e voleva creare un gruppo di artisti e vivere in perfetta
comunione con la città. Van Gogh è entusiasta di accogliere Gauguin che aveva conosciuto a
Parigi. Il soggiorno ad Arle di Gauguin dura circa due mesi, importante perché il sodalizio dei
due e da subito si fa problematico perché anche quando gli artisti puntano il cavalletto nello
stesso punto le immagini che vanno producendo sono diversi. Van Gogh: tormento, colori
impressionisti, figure come nodi di pittura. In Gauguin è tutto più ordinato, il colore è più
vicino al dato di natura. Il rapporto peggiora anche in relazione con la città, Van Gogh non è
riuscito a ritrarre Madame Ginoux, ma Gauguin sì. Nel tempo in cui Gauguin fa il disegno della
signora Van Gogh fa un dipinto, velocità. Van Gogh crea in questo periodo i vasi di girasoli, ha
usato dei gialli che tendono ad imbrunirsi sempre di più. Gauguin, Ritratto di Van Gogh che
dipinge i girasoli, 1888: il viso sembra di un ebete, preso dal dipinto, Gauguin fece venir fuori
un ripulso per lui, visto questo quadro Van Gogh si innervosì ufficialmente. Gauguin torna a
Parigi e poi in Bretagna, dopo essere scappato dal progetto di vita in comune di Van Gogh,
lasciando Arle inizia ad assimilare degli elementi della pittura di Van Gogh, tra cui i colori, l’uso
del giallo e di colori accesi, Il cristo giallo. Gauguin inizia ad essere più sicuro a scegliere le
fonti, diventa il capofila di una forma di primitivismo. Cristo giallo: citazione precisa di un
cristo che sta a Tramalo, scultura di età moderna che Gauguin ha copiato e inserito nella scena
che ha carattere religioso e sembra parlare di qualcos’altro, superamento della realtà. La belle
Angèle, 1889: supera l’impressionismo, Gauguin ritrae una donna n costume bretone e
inserisce una descrizione che confonde lo spettatore e poi inserisce a fianco della donna una
scultura polinesiana che è di invenzione, ad arricchire una carta da parati piena di fiori e fogli.
Nel fare questo dipinto Gauguin cita alcune modalità compositive delle stampe giapponesi,
come La diavolessa che ride di Hokusai. Negli anni ‘90 si trasferisce in Polinesia, colonia
francese, Tahiti è stata trasformata dall’arrivo dei francesi, Gauguin entra a Tahiti e soggiorna
in diversi luoghi. Opere che raccontano l’ambiente e la natura polinesiana ma solo ad un
livello apparente, ci raccontano la posizione culturale di Gauguin, mescolatore di immagini e
fonte, le realizza pensando di esporle a Parigi. Inserisce all’interno di queste opere fonti
cristiane. Ta matete (il mercato), 1892: tratto da una pittura egiziana. Te Nave Nave Fenua :
paradiso terrestre, Eva peccatrice, il rilievo del Buddha viene citato uguale al fregio scolpito a
rilievo. Scrive un diario che doveva accompagnare le immagini, in copertina una sorta di
ramarro con le ali rosse (diavolo tentatore) che si avvicina alla donna. Torna a Parigi dove non
viene capito e torna in Polinesia. Riferimenti alle veneri e ai nudi femminili di pieno ‘800. La
pittura dell’ultimo periodo viene letta da Matisse. Apre ka strada ad un modo nuovo di fare
pittura che caratterizza le avanguardie di primo ‘900.

31/03/2023
LE AVANGUARIE STORICHE: movimenti che nascono in Europa, alcune esperienze hanno
sviluppi anche extraeuropee, statunitensi soprattutto, nascono e si sviluppano tra il 1905 e il
1924. La stagione delle avanguardie storiche va anche oltre il 1924, anno in cui nasce l’ultima
delle avanguardie storiche, ossia il surrealismo. Fase nella storia occidentale in cui una serie
di cambiamenti si manifestano tutti in una serie di anni e in aree specifiche, fase densa anche
di avvenimenti storici, Prima guerra mondiale, che segna anche i fatti della cultura. Stagione
caratterizzata da forti cambiamenti politici e sociali, rivoluzione in Russia. Fase in cui il modo
di fare le arti visive si trasformano rapidamente, cambia il ruolo dell’artista all’interno della
società. Tutto nasce nel 1905, parallelamente nascono i primi due gruppi che sono un gruppo
tedesco, che nasce a Dresda e poi si sposterà a Berlino, Ponte, Die Brucke e i Fauves a Parigi.
Fauves vuol dire belve, si forma a Parigi nel 1905 e battezzato così da un critico, compito di
rendere più duro il dibattuto intorno alla modernità dell’arte a Parigi. Nel 1907 nasce il
cubismo a Parigi. Tra il 1909-10 tra Parigi e Milano ha vita il futurismo, da Marinetti. A partire
dal 1910 nascono sempre più avanguardie, tra cui il Cavaliere Azzurro a Monaco, nel 1913
l’Orfismo a Parigi, a Mosca nel 1913 il Raggismo, nel 1914 a Londra il Vorticismo, nel 1915 il
suprematismo a San Pietroburgo, a Zurigo nel 1916 nasce il Dadaismo, che ha uno sviluppo in
Germania durante la guerra, nel 1917 prende forma un’articolazione newyorkese del
Dadaismo, nell’Olanda prende forma una avanguardia astratta, a Parigi nel 1924 nasce
l’avanguardia surrealista. Tutto il continente è toccato (tranne la penisola iberica), culla di
ricerche e sperimentazioni che nascono da cubismo e da gruppi astratti dadaisti. Caratteri
comuni dei movimenti d’avanguardia: hanno origini e obiettivi diversi rispetto a ciò che era
stato fino a quel momento, i gruppi di avanguardia nascono con l’idea di rompere un
equilibrio che si sente come insopportabile, sono costituiti da artisti che si muovono in
maniera autonoma rospetto alle accademie di belle arti, rispetto alle organizzazioni che
organizzano l’arte in maniera ufficiale. Secessioni: associazioni di artisti che agiscono contro i
modelli di insegnamento ufficiali e contestano proponendo dei metodi alternativi. Le
avanguardie cercano di imporsi attraverso delle operazioni che hanno delle caratteristiche
comuni, organizzare delle mostre in proprio in spazi autogestiti o in gallerie d’arte o ospitati
in mostre ufficiali, non si configurano come contrapposizione all’istituto accademico. I fauves
si presentano compatti in uno dei Salon, al pari degli arsiti indipendente, creano una sorta di
esplosione all'interno della manifestazione. Mostre di gruppo. Altra caratteristica: affiancati
e a volte coordinati da un’intellettuale o da più figure che si fanno capofila del gruppo.
Pubblicazione l’uso di uno strumento propagandistico di comunicazione, cioè il manifesto
programmatico, strumento di lotta. Il manifesto è un testo che viene sottoscritto dagli artisti
aderenti ad un gruppo all’interno del quale non ci si limita a dichiarare quelli che sono gli
obiettivi del gruppo, ma nella prima parte del manifesto si vanno ad elencare i bersagli
polemici, i nemici, che i gruppi di avanguardia vuole attaccare, abbattere e superare. Questo
atteggiamento aggressivo e bellicoso, ci permette di capire il nome avanguardia, dal lessico
militare, che indica aprire il fronte, spingere la linea di combattimento avanti rispetto a ciò
che è stato fino a quel momento. Affacciarsi attraverso mostre in autonomia rispetto alle
istituzioni, avere un coordinatore, capo fila, e i manifesti programmatici. L'atteggiamento
bellicoso fa sì che si vengano a creare delle contrapposizioni tra le avanguardie, tra gruppi
diversi si creano delle occasioni di scontro, confronto che rischia di esplodere. Alcuni artisti
transitano attraverso diversi movimenti di avanguardia. Die Brucke: gruppo di artisti tedeschi
che nasce in seguito a una serie di incontri e dibattiti e rende forma nel 1905 e poi dal 1906
in avanti attraverso mostre e un manifesto presentato in forma di xilografia, incisione su
matrice in legno. E i Fauves in Francia. Questi due forme di espressionismo vengono
contrapposte perché si parla di esse come se fossero due facce diverse della stessa medaglia.
Il termine espressionismo nasce più avanti dalla critica per riferirsi ad opere che insistono su
una libera espressività del colore, dell’immagine. Immediatezza e semplicità espressiva che si
esprime attraverso un disegno e poche pennellate, brusche ed elementari, pittura che si
mette allo scoperto, vediamo ogni pennellata, il colore è antinaturalistico, non aderente alla
realtà. Non attenzione alla luce rispetto al dato naturale, disinteresse della gestione
controllata fedele al modo in cui l’occhio dell’artista cresciuto secondo una educazione
accademica, tradurre in pittura la luce e le ombre nei corpi. Non c’è alcuna gradazione
chiaroscurale. Non si ha un interesse specifico della spazialità abitabile, abitabilità
dell’immagine. Allontanamento rispetto alla restituzione del dato naturale. Semplificazione
che risulta più astratta. Astrazione: processo di allontanamento dalla realtà. Lo sguardo
sembra aggredire l’osservatore, idea di coinvolgerlo e tirarlo dentro, idea di schiaffeggiare lo
spettatore accomuna i movimenti di avanguardia. Non esiste nessuna contrapposizione tra
l’espressionismo grafico e del colore. Entrambi i mvoimenti conquistano una espresisone
nuova attraverso elementi simili, come il colore antinaturalistico.
Il Die Brucke nasce nel 1905 da Kirchner, Heckel, Shmidt-Rottluff, Nolde (nato in area
prussiana, era più vecchio degli altri e ha svolto un percorso leggermente diverso dagli altri)
e Pechstein, costituiscono questo gruppo del Ponte con l’obiettivo di creare un ponte verso
l’arte del futuro, verso un linguaggio nuovo e diverso rispetto a quello compiuto fino a quel
momento. Kirchner, Strada di Dresda, 1908, sembra rimandare a Munch, artista norvegese
che è uno dei precursori dell’espressionismo, non ne fa parte, opera che anticipa elementi del
linguaggio espressionista, Munch nato in Norvegia, soggiornato per moto tempo a Parigi,
aveva studiato gli impressionisti che aveva conosciuto, nel corso degli anni ‘90 apre un ciclo,
il ciclo della vita, ciclo di opere in cui Munch fotografa in maniera allucinata, cupa, stravolta,
frammenti di realtà quotidiana spalancando lo sguardo su una profondità, questi dipinti
costituiscono una sorta di capitolo di cruciale importanza per lo svolgersi dell’arte nel nord-
Europa. I pittori del Die Brucke lo conoscono bene, grazie anche alla diffusione delle stampe.
Il colore è un colore che già in Munch è antinaturalistico, colore in cui l’artista sembra affidare
la centralità del messaggio, la sofferenza, tormenti che affliggono l’uomo moderno. Kirchner
e Heckel lavorano attraverso la tecnica xilografia, realizzano xilografie a colori, ma anche in
bianco e nero. La xilografia è una tecnica incisoria diretta che implica l’incisione sulla matrice,
poi messo sopra il colore. La xilografia è una delle tecniche più antiche di incisioni e ha forti
radici in area tedesca. Cerca di scoprire il linguaggio delle origini dell’arte nordica, nel farlo
attinge alla lezione anche di alcuni artisti del gruppo impressionista, tra cui Ensor, sorta di
surrealtà, sconfinamento, idea di oltrepassare l'idea di rappresentare la scena reale,
costituisce negli anni ‘90 il fulcro della ricerca di quest’artista che si muove in area belga,
opera che viene conosciuta in tutto il nord-Europa in maniera attenta. Anche Munch usa la
xilografia. Si riprende anche Gauguin, interesse e studio per le incisioni di Gauguin che aveva
realizzato nei soggiorni polinesiani. Le incisioni di Gauguin, dopo la sua morte, furono esposte
a Parigi e in altre città europee, e godettero di grande fortuna. Elemento che attrae gli artisti
del Ponte: idea di cercare le origini, cercare una purezza del linguaggio, dell'immagine.
L'esempio di Gauguin porta all’idea di una tendenza alla scoperta primitiva, intoccata, preso
a modello dagli artisti del Ponte, che cercano di riscoprire la purezza delle proprie origini
culturali e cercano di trasformare la propria esistenza e vita svolgendo parte delle proprie
attività in una dimensione comunitaria con anche immersione della natura che rimandano a
Gauguin. Per alcuni anni, tra il 1905 e il 1910, la pittura della Die Brucke è caratterizzata
dall’uso del colore e idea del segno, centrale nella produzione xilografica, è meno importante.
Pittura caratterizzata da un uso del colore antinaturalistico applicato da pennellate in termini
del tutto slegati da una precisa e fedele distribuzione dello spazio e delle luci. La pittura è
messa a nudo in maniera violenta. Modo di lasciarsi completamente al colore, deriva dalla
lezione di Van Gogh. Ricerca di purezza, portata avanti anche attraverso una vita
caratterizzata da un distacco dal mondo moderno, attraverso viaggio e una vita comune, si
rifugiano nelle campagne tedesche, lavorando nel documentare questo modo di vivere.
Ispirati da oggetti di cultura africana e giapponese.
I Fauves: la maggior parte nati tra il ‘75 e il ‘79, tranne Dearin. A capo c’è Matisse. Si forma
nella scuola di Gustav Moreau, professore di accademia presso cui studiano tutti.
Insegnamento che incide sull’opera di Matisse e di altri componenti del gruppo.
Insegnamento caratterizzato in una libertà di indirizzo e spinge Matisse lontano dal
simbolismo letterario di Moreau. Matisse inizia ad esplorare le novità del linguaggio post-
impressionista. Attento lettore dell’opera di Seurat e Signac. Signac in questi anni scrive un
libro in cui ricapitola le vicende del gruppo puntinista e inserisce il neoimpressionismo come
tappa conclusiva di un’esperienza moderna nata con Delacroix. Nell'arte francese c’è l’idea di
tradizione. Consapevolezza, che l’arte francese ha guidato la modernità, fa sì che le
avanguardie francesi nascano con la consapevolezza di avere questi padri nobili. Matisse si
classifica per la sua versatilità, spingere avanti la sua ricerca. Paul Cezanne, dopo la sua
apparizione nella prima mostra impressionista, partecipa anche nel ‘77 alla terza mostra e poi
deluso dei continui rifiuti della giuria del Salon, decide di tornare nel sud della Francia e lì si
ritira isolato a lavorare nella natura, realizzando nature morte, dipinti di figura e paesaggi.
Soltanto nel 1895 la figura di Cezanne esce fuori dal sud della Francia, quando un editore
importante Ambroise Vollard parte da Parigi e convince Cezanne ad aprire un rapporto di
collaborazione con la sua galleria, dal 1895 inizia ad organizzare mostre di Cezanne, il suo
nome riprende a circolare e diventa un punto di riferimento per gli artisti giovani che
frequentano la scena parigina. Tavolozza giocata su una gamma molto semplificata, ridotta a
tonalità che sono quelle degli azzurri e ocra, uso del segno nero che va a scavare l’interno dei
copri che va a potenziarne la plasticità, idea di intendere l’immagine naturale, l’immagine è
qualcosa di più solido e costruito in Cezanne, l’immagine è il risultato di un processo che non
passa esclusivamente dagli occhi, ma passa necessariamente dalla memoria e dalla
riorganizzazione nella mente dell’artista, fa sì che si creino delle singolari simmetrie, singolare
matematica, Cezanne è il punto principale nella Francia di inizio novecento.

04/04/2023
FUTURISMO
Unica vera avanguardia italiana. Il futurismo nasce a Milano, anche se la pubblicazione del
manifesto vene diffuso attraverso un quotidiano francese. Il futurismo si lega alla figura di
Filippo Tommaso Marinetti, scrittore e critico, uomo di cultura informato di come il dibattito
culturale si sta svolgendo nei principali centri europei, a Marinetti si deve l’elaborazione del
progetto futurista. Primo caso in cui un’avanguardia si fa trasversale, interdisciplinare,
attraverso Marinetti fu possibile coagulare attorno ad un nucleo di idee poeti, musicista,
architetti, pittori e scultori, è così che il futurismo può essere considerato l’unica vera
avanguardia capace di far interagire i diversi linguaggi. Il futurismo avrebbe avuto una lunga
storia che va oltre la stagione delle avanguardie di inizio secolo (1905-1924), il futurismo
arriva fino alla Seconda guerra mondiale. Uno degli strumenti principali è il manifesto
programmatico, un testo che attraverso parola cerca di chiarire le posizioni di un gruppo di
avanguardia e al tempo stesso individua i nemici e gli ostacoli che devono essere superati.
Nomi dei cinque artisti: Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), Giacomo Balla (1871-1958),
Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini -> firmatari del manifesto. Il
manifesto è del 1909, il gruppo dei pittori futuristi si forma nel 1910 ed hanno tutti 28-30
anni, tranne Balla che ne aveva 39. Artisti che hanno già maturato alcune esperienze e che
hanno finito il loro percorso formativo. Marinetti nei primi anni del ‘900 si era fatto spazio
nell’ambiente milanese, era uno dei protagonisti della rivista Poesia, legato al linguaggio
simbolista dove va sperimentando il proprio percorso e idee. Intorno al 1908 Marinetti
elabora e stende il manifesto del futurismo. Centralità della parola Futuro, le idee di Marinetti
e punta ad un rinnovamento della realtà e tutto teso ad abbandonare il passato e ad
avvicinare con entusiasmo ciò che ci si aspetta di incontrare nel futuro, movimento
incardinato dell’idea di modernità e trasformazione. Marinetti abile comunicatore prepara
questo manifesto, nel corso de 1908 dopo il terremoto di Messina, Marinetti bloccò i lavori
perché rischiava che la pubblicazione di questo manifesto non fosse efficace quanto volesse
e ufficializzò la nascita del manifesto solo nel 1909 sulla rivista Le Figarò. Il manifesto esce in
francese il 20 febbraio del 1909 e ripubblicato in simultaneo in Poesia. Tema del
nottambulismo, del notturno è già indicato dalle prime righe del manifesto. La morte, il
pericolo, il rischio, la potenza della macchina. Gusto quasi morboso del pericolo e della
violenza che la macchina, la modernità, di per sé produce, con cui parla dell’incidente. Futuro
contro il passato, che sa di museo, di cultura vecchia, energia e violenza forte. Questo
manifesto fece scalpore, non tanto in Francia dove fu recepito, insistenza in cui Marinetti si
riferisce all’Italia che da meno di 50 anni era indipendente e stava costruendo la sua identità
culturale indipendente, Marinetti cerca di dare forma un’identità nuova, libera, diversa,
opposta rispetto a ciò che l’Italia storicamente si portava dietro. Marinetti vuole dare forma
a un movimento nuovo in Italia. Oggi ritroviamo nella retorica Mussolini e il fascismo che ne
traggono ispirazione. È sbagliato identificare fascismo e futurismo, quando alla fine del
ventennio fascista furono promulgate le leggi razziali e fu accettato allinearsi alla criminale
politica nazista, in ambito culturale non furono molti quelli che cercarono di resistere, opporre
alla politica tedesca (?). Nel 1909 il manifesto viene pubblicato e presto ha un eco immediato
in Italia, spesso Marinetti si mise al centro della scena in senso letterale organizzando delle
serate, degli eventi che avevano lo scopo di diffondere il verbo del manifesto futurista e
insieme di far esplodere e scatenare un dibattito sul futurismo, confronto-scontro con il
pubblico tra il ‘09-’10. Serate create in teatri che finivano in rissa, con reazioni forti del
pubblico, con provocazioni forti da parte dei futuristi. A Milano, in questo momento, esistono
due punti di riferimento centrali: il simbolismo incarnato da Gaetano Previati, pittore
divisionista, Danza delle ore, colore diviso che è in funzione dell’idea chiarita dal titolo,
Previati era attento ad esplorare le soglie del mondo del fantastico, autore di una serie di
disegni e studi raffiguranti racconti di Edgar Allan Poe, indirizzare i pittori italiani in una tecnica
più moderna. L'altro punto di riferimento è il divisionismo di Pellizza da Volpedo e poi la
tematica del lavoro, sociale, l’opera, Il quarto stato, fu esposta nel 1902 in una mostra a
Torino, Balla lo vide, affermato già nella scena Roma e nel 1902 torna a Torino e si innamora
dell’opera. Balla iniziai ad affrontare sempre di più il tema del lavoro e della trasformazione
della città moderna -> Il lavoro: Balla fotografa, taglio fotografico, un angolo di una palizzata
di un cantiere illuminato da una lampada di notte, a destra intuiamo la presenza di
un’abitazione che può essere di nuova costruzione per gli operai. Fallimento: portone
sbarrato, avviso infilato nel portone, forse la chiusura di un'attività o abitazione, e poi
l’abbandono, trasformazione dell'architettura, i danni, lo sporco, gli sputi e qualsiasi cosa noi
siamo abituati a calpestare e vivere ogni giorno. Nel 1903-04 Balla realizza La giornata
dell’operaio (lavorano, mangiano e ritornano), dipinto che raffigura una giornata dell’operaio,
sorta di trittico, cornice in legno parzialmente dipinto e la parte esterna della pittura è fatta a
mattoncini che evoca il mondo dell’edilizia, il tipo di lavoro che viene raccontato da queste
immagini, edificio di periferia, i omenti della giornata sono tre, la prima è quando gli operai
lavorano, la seconda con il sole a picco con operai che non proiettano ombre mangiano
qualcosa sui muri dell’edificio, la terza introduce il tema del fascino per i lampioni e la luce
elettrica, la vita notturna. Balla torna a Roma e incontra Severini e Boccioni che diventano i
suoi allievi e si forma una sorta di terzetto. Boccioni aveva uno stile diverso, rispetto a quello
di Severini, ritrattista nella fase inziale ed era innamorato della tecnica pittorica di Balla. Nel
1906 Severini lascia Roma e se ne va a Parigi, ha una pittura molto legata al divisionismo, era
una persona molto studiosa e vuole andare a studiare le origini di questo linguaggio. Boccioni
comincia a fare diverse esperienze, tra cui un viaggio in Russia e poi si stabilisce a Milano e
crea dei quadri che si avvicinano al futurismo, Autoritratto del 1908, lega il tipo di pittura di
Balla al futurismo. A Milano stringe amicizia con Luigi Russolo e Carlo Carrà. Russolo era
imbevuto del movimento simbolista, gusto per il macabro, studia Munch. Carrà, vicino ai
gruppi anarchici, aveva preso ad illustrare riviste anarchiche, il linguaggio simbolista viene
piegato al fine politico. Intorno al 1908-09 Carrà dipinge la città di Milano con un colore
violento, quasi espressionista, dove il caos della città viene rappresentata attraverso impasti
di pittura densa. Carrà, Boccioni e Russolo si avvicinano a Marinetti e nel 1910 si incontrano
e decidono di costruire il futurismo in pittura e decidono di scrivere due documenti
programmatici: Il manifesto dei pittori futuristi (11 febbraio 1911) e La pittura futurista.
Manifesto tecnico (11 aprile 1910). Marinetti era un poeta futurista. Boccioni contatta
Severini, perché molti altri scappano impauriti dalla grande violenza, Severini e Balla poi
vengono convinti e quindi in un secondo momento entrano nel gruppo futurista. I raggi x
vengono inventati nel 1925. Complementarismo congenito: sorta di nuova versione del
divisionismo, la base da cui partono è il divisionismo a questo aggiungono temi importanti
che nascono dall’innamoramento per la scienza e la vita moderna. I lampi di Russolo: la luce
die lampi trovano una controparte di luce nei lampioni elettrici. Uscita dal teatro di Carrà: vita
notturna, l’uscita dal teatro, sul fondo si hanno delle luci che sono i lampioni elettrici delle
strade e al tempo stesso le luci del teatro, uscita di persone vestite per bene escono da teatro
mentre delle carrozze portano a casa dei visitatori. Boccioni, Rissa in galleria, 1910: temi della
vita notturna, il dinamismo e la violenza professata dal manifesto futurista nel 1910 riescono
a tradursi solo in una tecnica divisionista per ora, lampioni elettrici che illuminano, scoppia un
putiferio in basso, cappelli con i fiori tipici delle prostitute, turbinio di punti colorati. Il centro
della scena sembra essere la luce elettrica che anima il luogo. Quadro che risalgono all’anno
di fondazione del manifesto pittorico. Carrà, Funerali dell’anarchico Galli, 1910-11: dipinto
rimaneggiato e trasformato più avanti perché ha qualcosa di cubista che non torna con le
date. Boccioni, La città che sale, 1910-11: periferia sud di Milano, operai con cavalli bardati
per portare i materiali, alcuni cavalli iniziano ad agitarsi e imbizzarriti spingono, alcuni operai
cercano di trattenerli e contenere l’energia di questi cavalli, ce ne sono due in primo piano
uno rosso e uno bianco, ma ce ne sono altri uno rosso nello sfondo e uno a folle velocità punta
a destra fuori la scena, siamo in mezzo al cantiere, in cima a sinistra c’è una sorta di cavalcavia,
sulla destra una serie di bandirei, manifestazioni, una serie di ciminiere e cantieri e in alto uno
sbuffo di vapore, un treno. Dipinto estremamente complesso che cerca di fotografare
un'immagine potente legato alla modernità e alla trasformazione del mondo urbano, tecnica
divisionista fatto di una grande attenzione ai colori complementari. Al punto di vista
espressivo c’è una citazione di Previati in cui l’energia dei cavalli va a scuotere l’immagine.
Boccioni, L’idolo moderno, 1911: pallore di una donna che guarda la vetrina di un gioielliere,
Boccioni e gli altri cercano di inseguire le idee che avevano professato prima su carta. Il
futurismo vero e proprio nasce spinto dalle parole dei manifesti. Nel 1911 i futuristi
continuano a fare serate. Boccioni, La risata,1911: siamo al centro di un bar, il centro è la
risata della donna corpulenta che sta riversa ad una sedia all’indietro che si tiene il seno con
le mani ingioiellate, Boccioni raffigura l’interno di un caffè nella maniera più moderna e
destrutturata possibile. La donna è seduta con altre persone di cui noi vediamo solo le spalle
e il cappello, con una mano gesticola e con l’altra tiene un bicchiere di vino, un'altra donna si
porta la sigaretta alla bocca, intorno al tavolo ci stanno due persone corpulente. Incontro
galante con qualche possibilità di situazione equivoca, in fondo tavoli con bicchieri e bottiglie,
ciò che complica la lettura dell'opera e la luce che geometrizza le figure. La modernità del
soggetto e la compattezza del colore sono le caratteristiche del futurismo. A ottobre del 1911
i tre milanesi partono insieme a Marinetti per Parigi per fare un viaggio a Parigi.

05/04/2023
SEMINARIO di Cristina Antonelli.
Dalla memoria scritta all’opera dipinta. Gino Severini tra Divisionismo. Futurismo e Cubismo.
Autobiografia di Severini, scritta durante la Seconda guerra mondiale. Vicissitudini private e
l’avvicinamento della guerra per cui lui non ha lavorato, ma ha scritto molto. Mario de Luigi
lo assolda come vittima di un momento di protagonismo e non prende bene la notizia
dell’autobiografia. Severini tenta di giustificare questa scelta come una sorta di terapia, modo
di trarne sollievo e distrazione. Nato del 1883 a Cortona, Parigi sarà la città dove morirà.
Bisogno impellente di lasciare le tenute provinciali per cercare nuovi stimoli che fossero più
moderni possibili. Severini si trasferisce a Roma con la famiglia (?) all’inizio del 1900. Scenario
fangoso, a livello sociale e industriale non è paragonabile ad altre capitali europee. Riesce a
caparsi le lezioni di disegno presso Antonio Lancia e incontra grazie a Boccioni, Giacomo Balla.
Balla si trova a Parigi durante l’esposizione universale; interesse per il trattamento della luce
nel cambiare, ma soprattutto della luce artificiale, interesse anche per la matrice scientifica.
Balla torna a Roma e si trasferisce in un piccolo appartamento nei pressi di Villa Borghese, i
suoi quadri in questo momento influiscono i suoi allievi, Severini ne viene affascinato. Severini
si vede suoi dipinti di paesaggio, più che sugli autoritratti. Dipinto di matrice ‘800esca italiana
ha posto in una mostra degli amatori e cultori di Roma. Nel 1906 Severini si trasferisce a Parigi.
Mantiene sempre die contatti con l’Italia e soprattutto con Boccioni con cui si scrive molto.
Nel 1910 escono i manifesti futuristi, mentre Severini è in Francia. Severini lo considera l’anno
migliore. Mostra del 1912 dei futuristi a Parigi.
La testimonianza dell’artista è importante, ma da mettere sempre sotto critica.

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