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Afterlife del laocoonte di lessing

Riconsiderare il laocoonte di lessing

A conferma di quanto viene detto tale raccolta è uno dei più recenti di ben otto volumi colletanei dedicati al
laokoon di lessing e alla sua fortuna usciti- tra europa e stati uniti- negli ultimi quarantanni, di cui gli altri 7
sono:

1984 das laokoon- projekt: plane einer semiontiscken astetik, a cura di g.gebauer, stuttgart

1989

1999

2000

2013

2014

2017

Inoltr dal 2000, a prescindere dagli innumerevoli articoli e libri dedicati a vari aspetti della produzione di
lessing pubblicata nuova edizione nel 2013

I curatori del primo volume affermano che abbia avuto un un key role in recalibriting modern aesthtics e
che si tratta di “a liminal text that has helped define ‘modernity’ against an ‘ancient’ alter ego”.

Laocoonte importanza per l’estetica

Analogalmente, nella sua biografia nisbet nota come laocoonte avesse avuto una parte importante nella
rise of german hellenism and eighteenth- century neoclassicism”. Nisbet accenna inoltre a come dal
settecento in qua l opera di lessing abbia.

Pochi testi che si occupa di estetica

Lifschitz e squire accennano anche al” multifarious recourse” che si è fatto ad esso in epoca contemporanea

Più in particolare, in un suo libro intitolato lessing s laocoon semiotics and aesthetics in the age of reson
(1984) il filologo americano david e. wellbery sostenne che il laocoonte costituisse la dichiarazione dell
illuminista più completa circa la semiotica della poesia e delle arti figurative.

Mentre un libro sulle teorie del simbolo di poco precedente il filosofo francese di origine bulgara, tzetevan
todorov, aveva riconosciuto in lessing che i segni della poetry sono arbitrari aveva inoltre dichiarato che
lessing è il primo ad integrare che la teoria dell’arte in una riflessione generale sul segno e ciascun arte è
radicata nel proprio materiale. E quindi nel linguaggio immateriale.

Sempre secondo lifschitz e squire il testo stesso viene utilizzato come mezzo di dibattito conflitto in una
discussione che verte sulla differnza tra i media visivi e quelli verbali.

A tal proposito è interessante ricordare il critico michael fried e il suo saggio la “invention of the modern
concept of an artistic medium”

Mentre per il critico e teorico belga thierry du duve l utilizzo da parte dello stesso fried, nel fortunato saggio
art and objecthood (1967), del concetto di presentness lo riveava essere “but the last in a long line of
aestheticians who , from lessing to clemet greenberg through heinrich wolfflin, sought in the instantaneous
spatiality of painting the specific essence of plastic art”( citato in fried 1998, 45)
In quanto rimane della presente lezione propongo di ricordare alcune tappe significative dell’ampia, varia e
duratura fortuna di questo testo- quella che wellbery (2017,59) ha chiamto la sua robust afterlife.

Secondo nisbet i reseconti più intelligenti furono quelli del filosofo christisn garve (1742- 1798), sull’
Algemeine Deutsche Bibliothek (rivista edita da nicolai), e di jhoann gottfried dei cui Kritische walder (selve
critiche) (1769) fu dedicato esclusivamente al laocoonte. Molti spunti nel testo di lessing esempio non
molto interessato all’ architettura e pittura anzi entra più in dettaglio nei simboli pittura bidimensione e
scultura.

Dal canto suo, nella propria autobiografia il poeta, romanziere, scienziato e funzionario statale, johann
Wolfgang Goethe (1749- 1832), ricordò l impatto del laocoonte di lessing quale un “raggio di luce” che
trasportò il giovane lettore “agli spazi liberi del pensiero”. Il detto ut pictura poesis così a lungo frainteso

Del resto nel 1798, goethe avrebbe pubblicato un proprio saggio sul gruppo del vatican, sul laocoonte(uber
laokoon), mostra mostra diverse reminescenze lessinghiane. Goethe non solo afferma che il grupo soddisfa
tutte le condizioni che si esigono dalle massime opere d’arte.ma anche che essa sia estremamente
importante proprio per la rappresentazione dell’attimo. Perché un’opera d arte figurativa si animi
veramente dinanzi agli occhi…

Laocoonte si potrebbe inoltre considerare quale una delle premesse storiche necessarie delle teorie
estetiche di georg friedrich wilhelm hegel (1770- 1831 secondo le quali l arte sarebbe la presentazione ai
sensi dell’idea, e tende, concettualmente e storicamente, verso la più perfetta tra questa e la sua
configurazione esteriore…

Nel secondo ottocento tali stadi sarebbero stati ripercorsi, con chiari accenti lessinghiani, dal critico inglese
walter pater (1839- 1894), in un suo saggio su winckelmann (1867): tutte le arti hanno sensuos element,
colour, form, sound certe arti hanno importanza maggiore.

Nel successivo, celebre saggio su la scuola di giorgione, inoltre, pater cita il fondamentale contributo di
lessing- la sua “ analysis of the spheres of sculpture and responsabilities to its material” dell’opera d’arte,
delle “essentially pictorial qualities” nel caso di un dipinto, ecc- per poi insistere che di riconoscere un’ altra
possibilita trascendentale delle arti e dei materiali e tutte le arti tendono alla musica.

Come ha notato welbery, theodor meyer, in un libro del 1901 (das stilgesetz der poesie), che avrebbbe
molto influenzato i formalisti russi…

Altro esempio Adrian Stokes (1902- 1972) rivisitò a sua volta l analisi di lessing (ma senza invocarlo
esplicitamente) utilizzando i concetti di tempo, musica e movimento da un lato e presenza, istantaneità a
totalità dell’altro, non per distinguere un’arte dalle altre, ma , alll’interno di una stessa arte- scultura,
pittura, architettura o danz- tra opere qualitativamente distinte, alla luce di criteri i cui nomi- carviling,
modelling si riferiscono sia alla scultura ma anche ad altre arti.

In un saggio del 1945 – spatial form in modern litterature definito “groundbreaking” da welbery e seminal
da mitchell lo studioso americano joseph frank (1918-2013) dichiarò che il grande contributo di lessing era
stato “ a new approach to aesthetic form).

Succesivamente, il fenomenologo francese mikel dufrenn, fece propria la distinzione lessinghiana tra le arti
temporali e arti apaziali come passo iniziale in un tentativo di scoprire degli elementi strutturali comuni a
tutte le opere d arte: si evolve nel tempo.
E negli anni settanta il filosofo inglese, in uno dei più importanti studi di estetica del secondo novecento, art
and its objects, affrontando la questione “whether represented movement is directly perceptible, or
wheter movement can be depicted”

Dove wollheilm rimanda, oltre che al laocoonte. Alla notion the historical….

The new laokoon nuovo manifesto umanista

Non menzionano ma non va dimenticato, lo storico dell’arte e psicologo tedesco rudolph arnheim (1904
2007) che nel 38 pubblicò un saggio importante il nuovo laooconte.

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