Sei sulla pagina 1di 39

1

CRITICA D’ARTE
SCIOLLA
CAP. I LA SCUOLA DI VIENNA
Scuola di Vienna: espressione coniata da von Schlosser; è caratterizzata
dall’attenzione rivolta al singolo oggetto e alle fonti documentarie
1852: viene istituita la prima cattedra di storia dell’arte a Vienna, ricoperta da
Eitelberg (Monumenti artistici degli stati imperiali,1850-60)
Thausing: successore di Eitelberg alla cattedra viennese, nel 1873 tiene la lezione
inaugurale “La posizione della storia dell’arte come scienza”; direttore dell’Albertina
Zimmermann: Storia dell’estetica come scienza filosofica, 1858; Estetica generale
come scienza della forma, 1865. Per lui la forma è strettamente riferita agli organi di
senso
Fiedler: elabora la teoria della pura visibilità in Scritti sull’arte (1896); l’artista tramite
la vista crea nuove forme, che sono sviluppo spirituale dell’attività visiva
Hildebrand: Il problema della forma, 1893; riprende la teoria della pura visibilità. La
visione ravvicinata è tattile (manca l’unità), quella a distanza è ottica
Annuario delle collezioni storico-artistiche: rivista viennese fondata nel 1883 da von
Leitner

Wickhoff
La genesi di Vienna: 1895, sostiene l’autonomia dell’arte romana per il valore
illusionistico-spaziale della rappresentazione, per il carattere pittorico-coloristico e
per il realismo della ritrattistica
Guido da Siena: 1889
Il mosaico absidale della Basilica di S. Felice a Nola: 1890
La figura d’amore nella fantasia del Medioevo Italiano: 1890
Catalogo dei disegni dell’Albertina di Vienna: 1891-92
Che cos’è il brutto?: conferenza del 15 maggio 1900 per difendere i dipinti di Klimt
dell’Aula magna dell’università di Vienna
2

Riegl e la teoria del Kunstwollen


Problemi di stile (Stilfragen): 1893; esamina l’evoluzione storica di alcune decorazioni
per dimostrare che le decorazioni analizzate derivano da un’evoluzione storica
ininterrotta, le cui varianti e innovazioni sono giustificate dal kunstwollen (volere
artistico; impulso impersonale che orienta l’insieme della produzione artistica delle
diverse epoche storiche). È in opposizione a Semper (Lo stile nelle arti tecniche e
tettoniche, 1861-63) che sostiene che l’evoluzione dipende dai materiali e dalle
tecniche usati
Storia dell’arte come storia universale: 1898
Industria artistica tardo-romana: 1901
Il ritratto di gruppo olandese: 1902, si concentra sul rapporto opera/spettatore
Il moderno culto dei monumenti: 1903; i valori di un monumento sono storico
(documento di un periodo) , artistico (estetica) d’uso(funzione pratica) e di novità
(aspetto esteriore che può deteriorarsi nel tempo)
L’origine dell’arte barocca a Roma:1908
Scritti brevi generali: 1927, postumo
Grammatica storica delle arti figurative: 1966, postumo

Dvorak
Per lui la storia dell’arte fa parte della “storia dello spirito” (Geistesgeschichte), è uno
sviluppo continuo di forme; l’indagine artistica è essenzialmente storica.
Influenze bizantine sulla miniatura del Trecento: 1900
I miniatori di Giovanni di Neumarkt: 1901
L’enigma dei fratelli Van Eyck: 1903
Idealismo e naturalismo nella pittura e scultura gotica: 1918
Sul Greco e il manierismo: 1924 (già conferenza del 1920)
Storia dell’arte italiana all’epoca del Rinascimento: 1927-28, postumo
Catechismo per la tutela dei monumenti: 1916
3

Tietze
Per lui la storia dell’arte si intende come scienza storica, e passa attraverso due fasi:
-narrativo-didattica
-didattico-genetica
La cosa specifica dell’arte è l’esperienza estetica; l’indagine iconografica è
fondamentale

Von Schlosser
Hofische Kunst: arte di corte, termine coniato da von Schlosser per indicare l’arte
internazionale che fiorì nelle corti tra fine Trecento e inizio Quattrocento
Raccolte d’arte e meraviglie del tardorinascimento: 1908
Storia dei ritratti scolpiti in cera: 1911
Letteratura artistica: 1924; nove capitoli (Medioevo, fonti prevasariane, primo
Cinquecento, Vasari, manierismo e controriforma, letteratura barocca, letteratura
artistica regionale, teoria artistica europea dei sec. XVII e XVIII
Storia dello stile e storia del linguaggio delle arti figurative: 1935
Xenia: 1938

CAP. II TENDENZE FORMALISTICHE E FILOLOGICHE NELLA CRITICA D’ARTE EUROPEA


DEL PRIMO NOVECENTO
Adolfo Venturi, Toesca e i conoscitori italiani
“Vedere e rivedere”: formula di A. Venturi per spiegare la tecnica dei conoscitori, che
consiste nel conoscere gli originali, la storia delle forme e dello stile e nell’attribuire
l’opera (Morelli, Cavalcaselle)
Riviste legare ad A. Venturi: Archivio storico dell’arte (fondato da Gnoli nel 1888,
diretto da A. Venturi), poi diventato L’arte, Gallerie nazionali italiane (fondata nel
1894)
Storia dell’arte italiana: 1901-1940, 25 tomi (cinque sul Medioevo, venti su
Quattrocento e Cinquecento)
4

Pietro Toesca: si forma a Torino e poi a Roma con Venturi; inizialmente si interessa al
Medioevo centromeridionale, poi a quello lombardo e piemontese (Pittura e
miniatura in Lombardia, 1912; Il Medioevo, 1913-27; Il Trecento, 1951)

Berenson
Per lui l’opera è un organismo vitale, ed è costituita da due tipi di elementi:
-decorativi (aspetti formali dell’opera, es. colore)
-illustrativi (contenuto dell’opera, es. iconografia)
Drawings of Florentine Painters: 1903, Berenson è un conoscitore e qui si vede, parte
da Morelli ma vuole migliorare il suo metodo
Aesthetics, Ethics and History in the Arts of Visual Rapresentation: 1930
Essays in Appreciation: 1958

Formalisti in Inghilterra
Roger Fry: Vision and Design, 1920; studia il problema formale da Signorelli a
Cezanne. È un conoscitore, scrive su “The Burlington Magazine”; è influenzato da
Berenson e Bell

Critica d’arte in Francia, Spagna e Germania a inizio del XX sec.


Francia
Emile Male: L’arte religiosa del XIII sec. in Francia, 1898; L’arte religiosa della fine
dell’Età Moderna in Francia; L’arte religiosa del XII sec. in Francia; L’arte religiosa
dopo il concilio di Trento, 1932
Andrè Michel: Storia dell’arte, 1905-1929
Elie Faure: Spirito delle forme, 1927
Spagna
Cossio: El Greco, 1908
Gomez Moreno: nel 1925 fondò la rivista “Archivio spagnolo di arte e archeologia”
5

Germania
Springer: Manuale di storia dell’arte, 1855
Von Schmarsow: lavorò a Lipsia, studiò le leggi della storia delle forme
Oriente o Roma: 1910, saggio di Strzygowski
Goldschmidt: Lavoroò a Berlino; Sculture in avorio, 1914-34
La storia dell’arte senza nomi di Wofflin
Rinascimento e Barocco: 1888, tre parti:
-caratteri stilistici del Rinascimento (regolarità delle forme, articolazione armonica,
proporzioni, assenza di contrasti chiaroscurali) e del Barocco (pittoresco,
monumentale, massiccio, senso del movimento)
-cause del Barocco
-tipologie architettoniche del XVI e XVII sec.
Introduzione a una psicologia dell’architettura: 1886, tesi di laurea di Wofflin
L’arte di Durer: 1905
Concetti fondamentali di storia dell’arte: 1915; vuole vedere come cambia il modo di
vedere le forme nel tempo. Cinque modi di vita:
1. Dalla visione lineare a quella pittorica
2. dalla v. in superficie a quella in profondità
3. dalla v. di forma chiusa a quella di forma aperta
4. dalla v. fondata sulla molteplicità a quella fondata sull’unità
5- dalla v. di chiarezza assoluta a quella di chiarezza relativa
La spiegazione dell’opera d’arte: 1921
Riflessioni sulla storia dell’arte: 1940

CAP. III WARBURG, PANOFSKY E IL METODO ICONOLOGICO


Warburg e l’Istituto di Amburgo
Nascita di Venere e Primavera di Botticelli: 1893
6

I costumi teatrali per gli intermezzi del 1859. I disegni di Bernardo Buontalenti e il
libro dei conti di Emilio de Cavalieri: 1895
Arte del ritratto e borghesia fiorentina: Ghirlandaio in S. Trinita: 1902
Arte fiamminga e primo Rinascimento fiorentino: 1902
Arte italiana e astrologia internazionale nel palazzo Schifanoia a Ferrara: 1912,
convegno internazionale di storia dell’arte organizzato a Roma da A. Venturi
Divinazione antica pagana in testi ed immagini dell’età di Lutero: 1920
Saxl e l’Istituto Warburg ad Amburgo e Londra
Saxl: assistente di Warburg dal 1913, saggi su Rembrandt; Ragioni della storia
dell’arte, conferenza del 1948; dal 1915 al 1953 si dedica al Catalogo dei manoscritti
astrologici e mitologici illustrati nel Medioevo; nel 1929 (fino al 1948) diventa
direttore della biblioteca e istituto di Warburg; Durer’s Melencolia I, 1923,
collaborazione con Panofsky; Zucchi e gli affreschi di Palazzo Rucellai a Roma, 1927;
Mithras, 1931; nel 1933 trasferisce l’Istituto Warburg a Londra (nel 1943 incorporato
all’Università di Londra)
Journal: rivista nata nel 1937 dell’Istituto Warburg
Mostre fotografiche dell’istituto: Quattro mostre:
-Introduzione visiva al mondo classico, 1939
-Arte indiana, 1940
-L’arte inglese e il Mediterraneo, 1941 (catalogo della mostra curato da Saxl e
Wittwoker, pubblicato nel 1948)
-Volto e carattere, 1943 (sul problema del rapporto tra artista e modello raffigurato)
Wittwoker: si concentra sulla migrazione dei simboli da Oriente a Occidente
Wind: assistente alla Biblioteca Warburg; Bellini’s fest of the gods, 1948; Giorgione’s
Tempesta, 1969; Misteri pagani del Rinascimento, 1958
Kurz: si forma a Vienna; La leggenda dell’artista, 1934; studio sul Libro dei disegni di
Vasari, 1937; si occupò di disegno antico e di contatti tra Oriente e Occidente
Panofsky e l’iconologia
Il problema dello stile nelle arti figurative: 1915
Il concetto di Kunstwollen: 1920
7

Scienza generale dell’arte (Allgemeine Kunstwissenschaft): è un movimento che


vuole dare un fondamento scientifico all’arte, che studia le questioni genetiche e
storiche delle forme e non l’aspetto estetico
La storia della teoria delle proporzioni come riflesso della storia degli stili: 1921
Durers Melencolia I: 1923, collaborazione con Saxl
Idea: 1924 (sul significato dell’idea del bello fino al Seicento)
La prospettiva come forma simbolica: 1927
Ercole al bivio e altre antiche rappresentazioni nell’arte nuova: 1930
Sul problema della descrizione e dell’interpretazione del contenuto di opere d’arte
figurativa: 1932
Studies in Iconology: 1939; scritto negli USA, definizione di:
-iconografia: descrizione e classificazione delle immagini
-iconologia: interpretazione del significato delle immagini che si fonda sulla sintesi
più che sull’analisi

Style and medium in the motion pictures: 1947, sul cinema


Gothic architecture and Scolasticism: 1951
8

Early Netherlandish Painters: its origins and characters: 1953


Renaissance and Renascences in Western Art: 1960
The ideological antecedents of the Rolls-Royce radiator: 1963, sul design
Le origini della storia dell’arte negli Stati Uniti
Tre momenti:
1. Da fine Ottocento a Prima Guerra Mondiale: studiosi colti, non c’è ancora il
metodo scientifico
2. Dalla Prima guerra mondiale agli anni Quaranta: problemi storici dell’arte
3. Dagli anni Quaranta al secondo dopoguerra: storici dell’arte europei emigrano
negli USA a causa del nazismo

CAP. IV PURA VISIBILITA’ E IDEALISMO CROCIANO NELLA CRITICA D’ARTE ITALIANA


FRA LE DUE GUERRE
Lionello Venturi e l’idealismo crociano
Le origini della pittura veneziana: 1907
Giorgione e il Giorgionismo: 1913
La critica e l’arte di Leonardo da Vinci: 1919
Quaderni critici: 1928
Gusto dei Primitivi: 1926
Storia della critica d’arte: 1936, pubblicato negli USA
Roberto Longhi da “La Voce” a “La critica d’arte”
1913-21 Longhi collabora con “L’arte”, dove nel 1914 scrive su Piero della Francesca
Breve ma veridica storia della pittura italiana: 1988, pubblicata postuma ma scritta
nel 1914
1912-14 scrive su “La voce” di Prezzolini
Vita artistica e Pinacotheca: riviste dirette da Longhi dal 1926-29 insieme a Emilio
Cecchi
Piero della Francesca: 1927
9

Officina ferrarese: 1934, commenta la pittura ferrarese del Quattrocento e


Cinquecento presentata alla mostra del 1933
Giudizio sul Duecento: 1948
Riviste di storia dell’arte in Italia
L’Arte: orientamento storico e filologico, vi scrivono Ortolani, Marangoni, e dalla fine
degli anni Venti fino al 1935 viene codiretta da Lionello Venturi; dal 1930 c’era la
rubrica “La pagina dell’artista” dove gli artisti esprimevano riflessioni personali
Dedalo: posizione negativa sull’arte contemporanea di Ojetti, Sarfatti e Papini
Vita artistica: fondata nel 1926 da Gramantieri, rilanciata nel 1927 da Longhi e Cecchi
(“Introibo” del primo numero)
La critica d’arte: fondata nel 1935 da Bianchi Bandinelli e Ragghianti, tra il 1938-40
partecipa Longhi
Le arti: a cura della Direzione generale delle belle arti, nasce nell’ambito del regime
fascista
Problemi di arte attuale: fondata nel 1927, diretta da Giolli che si accostò al regime
Architettura e arti decorative: diretta da Piacentini e Giovannoni
Domus: diretta dal 1928 da Persico, parlava dell’arredo e delle arti applicate

CAP V MOMENTI DELLA STORIOGRAFIA ARTISTICA IN FRANCIA E IN BELGIO TRA LE


DUE GUERRE
Focillon
Era figlio di un noto incisore che si era stabilito a Parigi; nel suo atelier ebbe modo di
fare pratica sulle arti tecniche e di conoscere artisti e letterati famosi, e per questo
nelle opere giovanili si occupa delle arti grafiche (Hokusai, 1914; Piranesi, 1918; e
altri saggi raccolti nel volume Maitres de l’estampe, 1930)
Tecnica e sentimento: 1919, la tecnica è fondamentale per cogliere l’essenza
dell’opera
La pittura tra il XIX e il XX secolo: 1926-28, due volumi sulle principali correnti
dell’arte europea tra 1848-1914
Dal 1925 insegna alla Sorbona come successore di Male, e si dedica all’arte del
Medioevo, che divide in romanica (tecnica guida architettura) e gotico
10

Vie des formes: 1934, le forme sono entità autonome, e ogni stile attraversa varie
fasi (arcaica ovvero sperimentale/ classica ovvero funzionale/ raffinamento ovvero
eleganza/ barocca ovvero equilibrio che si spezza ed espansione delle forme). Nella
seconda edizione compare l’appendice “Eloge de la main”
Studi storico-artistici in Francia e in Belgio
Porcher: specialista di storia del libro miniato in Francia nel Medioevo (esposizione
del 1955 sui manoscritti del XIII e XIV sec. In Francia)
Grabar: arte bizantina e arte cristiana d’Oriente, concezione dinamica
dell’iconografia (evolutiva)
In Belgio sono importanti Hulin de Loo, Laurent e Lavalleye

CAP. VI MOMENTI DELLA STORIOGRAFIA ARTISTICA IN AREA TEDESCA TRA LE DUE


GUERRE
Breve traccia sugli studi storico-artistici in Germania
Panosky nel 1925 pubblica Sul rapporto tra storia dell’arte e teoria dell’arte e nel
1927 Problemi di storia artistica
Nasce la “Kunstgeographie”, ovvero la geografia artistica, concetto introdotto per la
prima volta da Henninger in Atlante storico artistico delle città e delle residenze
dell’Impero
Pinder: si occupa del problema dello stile; nel 1926 pubblica “Il problema della
generazione nella storia dell’arte europea”
Frankl: si occupa di arte medievale, pubblica Il sistema della scienza artistica, 1938
Vos: conoscitore, nel 1920 pubblica i due volumi Pittura del tardorinascimento a
Roma e Firenze
Meier-Graefe: sostiene i postimpressionisti e l’Art Noveau
Pauli: Ricordi, 1936, genere dell’autobiografia dei critici d’arte che va molto di moda
in Germania
Il dibattito su Manierismo e Barocco
Weisbach: Il manierismo, 1919; secondo lui il Manierismo non è espressione della
Controriforma
11

Dvorak: Su El Greco e il Manierismo, 1921; secondo lui il Manierismo comincia con


Michelangelo e culmina con El Greco
Pevsner: Controriforma e Manierismo, 1925; individua parallelismo tra il Manierismo
e la Controriforma
Wittwoker: individua tre fasi nel processo di rivalutazione del Barocco da parte della
storiografia moderna:
1.Fase dei pioneri: dal 1887 alla Prima guerra mondiale (Gurlitt, Wofflin, Schmarsow
e Riegl)
2.Rinascimento degli studi barocchi (Voss, Weisbach, Marangoni, Pevsner)
3.Inizio della Seconda guerra mondiale, poco progresso
Schmarsow: Barocco e Rococò, 1897
La nuova scuola di Vienna
Sedlmayr: L’eredità di Max Dvorak, 1949; La quintessenza dell’insegnamento di Riegl,
1929; Il vedere formale, 1925; Su una rigorosa scienza dell’arte, 1931; Concetto di
analisi strutturale, 1932
Gestalt: psicologia della forma, i teorici principali sono WERTHEIMER, KOFFKA e
KOEHLER; formano una serie di leggi regolatrici dei processi percettivi (legge della
vicinanza, della somiglianza, della forma chiusa, del movimento solidale, della
pregnanza, dell’esperienza)
Otto Patch: influenzato da Riegl, nel 1936 fugge in Inghilterra per via delle leggi
razziali ; nel 1977 le sue lezioni vengono raccolte in “Metodo e prassi nella storia
dell’arte”
Alpatov e Kaufmann: fanno parte degli storici d’arte viennesi

CAP. VII STORIA SOCIALE DELL’ARTE


Ricerche in Inghilterra
Pevsner: Academies of Art. Past and Present, 1940, svolta in interessi in chiave
storico-sociale; Pioneers of the Modern Movement, 1936; An enquiry into Industrial
art in England, 1937
Read: Art and Industry, 1934; Art and Society, 1937
12

Klingender: Art and the Industrial revolution, 1947; affronta I problemi della
produzione, distribuzione e recezione
Antal: ungherese, si forma con Wofflin e Dvorak; Florentine painting and its social
background, 1948; Classicism and Romanticism, 1966; La pittura italiana tra
classicismo e manierismo, 1977 (appunti delle lezioni tenute tra 1934-37 a Londra);
Fuseli studies, 1956; Hogarth and his place in European art, 1962
Hauser: Storia sociale dell’arte, 1951, per lui l’arte è il prodotto di forze sociali e
origine di effetti sociali
Haskell: Patrons and Painters. A study in the relations between Italian art and Society
in the Age of Baroque, 1963; studia la committenza nell’Italia del Seicento;
Rediscoveries in Art, 1976; Taste and Antique, 1981, scritto con Penny
Baxandall: Giotto and Orators, 1971; Painting and experience in XV century Italy,
1972; The limewood sculptors of Renaissance Germany, 1980; Patterns of Intention:
on the Historical Explanation of pictures, 1985
Ricerche in Francia e in Italia
Francastel: Pittura e società. Dal Rinascimento al Cubismo, 1951, la concezione
spaziale secondo lui muta come struttura sociale
Il metodo di Antal in Francia fu molto criticato; in positivo l’ha ripreso Hadjinicolau
(Storia dell’arte e lotta di classe, 1973)
Corrado Maltese: scrive il saggio Materialismo e critica d’arte, 1956, in cui evidenzia i
limiti del metodo di Antal
Bianchi Bandinelli: per la sua formazione sono importanti la scuola di Vienna,
l’esperienza dell’arte di avanguardia e l’estetica crociana; dibattito sul metodo di
Antal nel 1954 sulle pagine del “Contemporaneo” con Maltese, Fortini e Gerratana;
Introduzione all’archeologia classica come storia della critica d’arte, 1976; si avverte
l’esigenza di storicismo, es. Storicità dell’arte classica, 1943; Il problema della
scultura romana del III e IV sec., 1952; Il ritratto tardoromano, 1957; Organicità e
astrazione, 1956; in Archeologia e cultura, 1961, suggerisce un piano metodologico
per la ricerca così articolato:
1.Analisi filologica e cronologica
2.Iconografia e stile epocale
3.Committenti
4.Giudizio storico-artistico
13

In Formazione e dissolvimento della koiné ellenistico romana, 1965, Arte plebea,


1967, Osservazioni sulla forma artistica in Oriente e Occidente, 1968, ripropone la
lettura sociale. Tra 1967-73 dirige l’Enciclopedia dell’arte antica
Tafuri: si inserisce nel filone degli studi di stampo marxista e sociologico nell’ambito
dell’architettura; teoria e storia dell’architettura, 1968; Progetto e Utopia, 1973

CAP. VIII RICERCHE PSICOANALITICHE E STORIA DELL’ARTE


Freud scrisse una monografia su Leonardo (1910, basata sul racconto di
Merezkovskij) e un saggio sul Mosè di Michelangelo (1913-14, pubblicato
anonimamente sulla rivista “Imago”)
Kris: risente della psicoanalisi di Freud, secondo lui il libro di Freud “Motto di spirito”
(1905) spiega ogni creazione artistica; nel 1927 si sposa con una psicoanalista figlia di
un amico di Freud; dirige la rivista “Imago”; nel 1934 collabora con Gombrich al
saggio “Sulla psicologia della caricatura”; nel 1936 scrive “Osservazioni sulle
immagini degli psicotici”

CAP. IX FORTUNA DEL METODO ICONOLOGICO


Le ricerche dell’istituto Warburg nel dopoguerra
Wittkower: Principles in the age of humanism, 1949; I disegni di Bernini, 1931,
scritto con Braun; System of Proportions, 1953; Brunelleschi’s proportion in
perspective, 1953; The chancing concept of proportion, 1960; Palladio and English
Palladianism, 1974; Art and architecture in Italy 1600 to 1750, 1958
Blunt: grande specialista del Barocco, lavorò con Wittkower e Wind al Journal of the
Warburg Institute; I disegni di Poussin, 1939-74, con Saxl e Friedlander, catologo
uscito nel 1979. Approccio storico e concreto ai fatti artistici
Frankfort: 1948-54 dirige il Warburg Institute
Yates: The art of memory, 1966; libri su tradizioni scientifiche, alchemiche, reazioni
psicologiche e delle mentalità
Gombrich: dall’icologia alla teoria della comunicazione
Gombrich: nel 1935 arriva all’istituto Warburg, si forma a Vienna con von Schlosser.
Fondamentale è l’incontro con Kris e le sue aperture alla psicoanalisi; insieme
14

collaborano a uno studio sulla caricatura. Story of Art, 1950; Art and Illusion, 1959;
Meditations on a Hobby Horse, 1963: The image and the eye, 1982
Arnheim: Art and visual perception, 1954; Visual Thinking
New look on perception: movimento operante negli USA, ne fanno parte Bruner,
Postman, Frenkel-Brunsswich, Ames, Cantul, Klein. Secondo loro la percezione è
condizionata dalla cultura del soggetto percepiente e dal suo complesso legame con
il mondo; criticano la psicologia della forma (Gestalt)
Per una mappa degli studi iconologici in Europa e negli USA
Francia: Chastel sostiene l’importanza di legger le opere in relazione al tempo
presente, e che le forme si trasformano semanticamente nel tempo; Arte e
umanismo al tempo di Lorenzo il Magnifico, 1956. Fonda le riviste Art de France
(1961-64) e Revue de l’art
Klein: collaboratore di Chastel; La forma e l’intellegibile, 1970
Olanda: Van de Waal si occupa dei problemi storico-artistici sotto il profilo
antropologico e culturale; Va Gelder e Emmens; Simioulus, rivista di indirizzo
iconologico fondata ad Utrecht nel 1966
Polonia: Bialostocki, attenzione all’iconografia (Stile e iconografia. Studi sulla scienza
dell’arte, 1966, parla di “Rahmenthemen”, temi cornice, sono immagini di lunga
durata che di volta in volta si riempiono di contenuti nuovi
Italia: Farinelli nel 1928 tenne una conferenza su “Dante e le stelle” nella Biblioteca
Warburg di Amburgo; Anna Maria Brizio dirige “L’ Arte” occupandosi delle
problematiche del momento
Argan: fonda la rivista “La storia dell’arte”; è influenzato da Lionello Venturi, si forma
su Croce e poi su Warburg, concepisce la città come opera d’arte
Psicon: rivista internazionale di architettura, fondata nel 1974 da Bardeschi, Fagiolo e
Battisti
USA: Meiss pubblica nel 1951 Pittura a Firenze e Siena dopo la peste nera,
individuando mutamenti di stile, cambiamenti dei soggetti iconografici, cause a
monte di queste variazioni linguistiche
Schapiro: tra gli anni Trenta e Quaranta si occupa di arte romanica, poi studia l’arte
astratta (1937); Style, 1953; Words and pictures, 1973
Krautheimer: studia l’architettura senza isolarla dal contesto storico e culturale; nel
1956 scrive una monografia su Ghiberti insieme alla moglie Trude Hess
15

Ackerman: specialista del Rinascimento, si occupa di architettura rinascimentale, del


rapporto tra arti visive e scienza nell’Italia del Quattrocento, e del significato della
critica d’arte e della metodologia nella ricerca storico-artistica
Lavin: Bernini e la sintesi delle arti, 1980; dimostra che un’opera d’arte è una forma
di comunicazione che ha una sua unicità

CAP. X RICERCHE STORICHE E FILOLOGICHE NEL DOPOGUERRA


Situazione italiana
Paragone-Arte: 1950, fondata da Longhi; nel primo numero (Proposte per una critica
d’arte) Longhi si dichiara contrario a una critica d’arte come storia delle dottrine
filosofiche o estetiche; nel saggio del 1952 Omaggio a Croce Longhi ribadisce la
convinzione dell’unità delle tre arti. Con la rivista collaborano Arcangeli, Bologna,
Briganti e Zeri
Mostra su Caravaggio: 1951, a Milano
Ragghianti: nel 1935 fonda “La critica d’arte” (ristrutturata nel 1954 con la
collaborazione di Licia Collobi) e nel 1952 “Sele-arte”, con finalità educativa ai valori
dell’arte. Per lui l’espressione artistica è impulso divenuto forma e linguaggio,
ricostruisce la biografia del fare artistico. In carcere scrive Profilo della critica d’arte
in Italia, 1942
Situazione europea
Francia: Grodecki (studioso del Gotico); Sterling (arte moderna)
Germania: Badt (applica il concetto di spazio-avvenimento alla forma artistica,
ovvero Ort-Ereignis); von Einem; Belting (interessato all’aspetto iconografico)
Austria: Demus (allievo di Strzygowski), Wagner-Rieger; Frodl-Kraft
Inghilterra: sono importanti le riviste “The Burlington Magazine” e “Apollo”; Popham
fu un grande conoscitore del British Museum; Beckwith (importante per l’arte
medievale)
Olanda: ci sono due filoni:
1.conoscitori: de Groot, Bredius, Lugt
2.prospettiva storico-culturale: Van Gelder
16

CAP. XI STORIA DELL’ARTE, STRUTTURALISMO E SEMIOTICA


Strutturalismo e semiotica dell’architettura
Brandi: Struttura e architettura, 1967, parla di “astanza” dell’opera (particolare
presenza che la coscienza prova di fronte alla realtà pura dell’arte)
De Fusco: Segni, storia e progetto dell’architettura, 1973; per lui l’architettura non è
linguaggio
Semiotica dell’urbanistica
De Fusco: in Segni, storia e progetto dell’architettura (1973) accenna anche al
problema segnico dell’impianto urbanistico
Strutturalismo e semiotica della pittura
Uspenskij: studia le icone russe come esempio per i procedimenti espressivi
Marin: parla della definizione metalinguistica dell’oggetto della pittura e del suo
sistema
Damish: fa l’analisi semiotica della nuvola nella pittura rinascimentale e barocca
Schefer: fa una trascrizione dell’icona in codice linguistico analizzando il dipinto di
Bordon “Partita a scacchi”

CAP. XII CULTURA MATERIALE, BENI CULTURALI E TERRITORIO. ANTROPOLOGIA E


STORIA DELL’ARTE
Cultura materiale: si sviluppa a partire dagli anni Venti per influenza degli studi
marxisti, riguarda la produzione materiale non simbolica degli uomini; privilegia le
masse a scapito dell’élite
Bene culturale: definizione adottata dalla Convenzione dell’Aia nel 1954. È “ogni
testimonianza avente valore di civiltà”
Territorio: punto di riferimento spaziale, geografico e ambientale entro cui si svolge
la produzione umana

Cultura materiale e archeologica


17

Carandini: in Archeologia e cultura medievale (1973) propone una rifondazione


dell’archeologia classica alla luce di questa specifica metodologia, legando il
patrimonio al territorio e alla cultura di appartenenza
Gramsci: tra il 1930-33 scrive sull’architettura (Architettura funzionale; Il
razionalismo dell’architettura; L’architettura nuova)
Ricerche storico-artistiche sul territorio
Carta del restauro: Brandi, 1972, contiene le “Istruzioni per la tutela dei centri
storici”
La storia delle cose di George Kubler
Kubler: storico dell’arte americano specializzato in storia dell’architettura in epoca
coloniale; in The shape of Time (1962) propone la storia dell’arte come storia di cose
o oggetti. Antitetica a una storia di artisti

CAP. XIII IL DIBATTITO DEGLI ANNI NOVANTA


La crisi della storia dell’arte tradizionale
Zerner: nell’editoriale di “Art Journal” del 1982 evidenzia il disagio dei ricercatori nei
confronti della metodologia tradizionale, e suggerisce di abbandonare gli stretti
confini imposti dalla storiografia tradizionale
Belting: Fine della storia dell’arte o la libertà dell’arte, 1983, saggio in cui Belting dice
che non esiste più una teoria storica integrale. Secondo lui si deve partire dallo
studio della forma artistica (forma storica), che si esprime tramite uno stile
iconografico
Nuovi campi e modelli d’indagine
Bialostocki: polacco, al XXIV Congresso internazionale dell’arte tenutosi a Bologna
nel 1982 intervenne con “A comparative history of world art is it possible?”, in cui
poneva la questione della possibilità dell’allargamento dei confini dello studio della
storia dell’arte per la costruzione di una storia dell’arte mondiale e comparata
Nordhagen: al XXVII Congresso internazionale di Strasburgo nel 1992 ribadì
l’importanza di rivolgersi alle verifiche empiriche e tecniche come mezzo per uscire
dalla crisi metodologica, invitando a tornare a una visione scientifica della storia
dell’arte
18

Sherman: Only connect…Art and spectator in the Italian Renaissance, 1992, analizza
le modalità di ricezione dello spettatore rinascimentale

KULTERMANN
CAP. I INTRODUZIONE
Senocrate di Atene: è il padre della storia dell’arte secondo Schweitzer, si colloca
all’inizio dell’indagine teorica e sistematica sull’arte
Pausania: nel II sec. d.C. descrisse le città più importanti della Grecia per i turisti
Plinio il Vecchio: nella Naturalis Historia, libri 34-36, presenta le opere di artisti
famosi dell’epoca (V e IV sec.); pubblicata completa nel 1473, curata da Landino
Villard de Honnecourt: nel XIII sec. scrisse il Livre de portraiture, libro molto famoso
di regole
Cennino Cennini: nel 1400 c. scrisse il Trattato della Pittura
Alberti: nel 1436 pubblica il De pictura (dedicato a Brunelleschi); nel 1452 scrisse il
De re aedificatoria (pubblicato nel 1485) nel quale indica in Vitruvio il modello da
seguire
Ghiberti: I Commentarii, tre libri:
1.Autori antichi
2.3Valutazione degli artisti del XIV sec.
3.Trattazione dei fondamenti teorici della sua teoria artistica
Durer: importante è il suo diario di viaggio nei Paesi Bassi, dove descrive anche le
opere portate da Cortés dall’America
Neodorfer: pubblicò nel 1547 Notizie di artisti e artigiani
Butzbach: nel 1505 pubblicò Libellus de praeclaris picturae professoribus
Scheurl: nel 1506 pubblicò De laudibus Germaniae, sugli artisti di Norimberga
Varchi: nel 1546 organizzò un sondaggio tra gli artisti fiorentini per vedere quale arte
dovesse essere più stimata tra pittura e scultura; Cellini rispose scultura, Vasari
pittura, Michelangelo entrambe, Aretino si rifiutò di rispondere
Pietro Aretino: amico di Vasari, nato ad Arezzo visse dal 1527 a Venezia, dove morì,
amico di Tiziano e Sansovino. Nel 1537 scrisse una lettera a Michelangelo dandogli
19

consigli sul Giudizio universale della Sistina, rifiutati, e definì poi scandaloso l’affresco
finale

CAP. II LA STORIA DEGLI ARTISTI


Predecessori del Vasari: Manetti pubblicò una biografia su Brunelleschi; Billi pubblicò
il Libro, che tratta soprattutto artisti fiorentini a partire da Cimabue; l’Anonimo
Magliebechiano provò a rappresentare l’evoluzione artistica a partire dall’antichità
nel 1540 c.; nel 549 Biondo pubblicò Della nobilissima pittura; nel 1577 Giovio
pubblicò Musacei Jioviani Imagines, catalogo del suo museo nei pressi di Como
Vasari: ne 1547 spedisce uno stralcio delle Vite a Caro; nel 1550 uscì la prima
edizione delle Vite, che non trattava i contemporanei ad eccezione di Michelangelo,
ed era divisa in:
-PRIMA EPOCA: fino al Trecento
-SECONDA EPOCA: artisti del Quattrocento
-TERZA EPOCA: artisti del Cinquecento, culmina con Michelangelo
Nel 1568 esce la seconda edizione (“con l’aggiunta delle vite dei vivi e dei morti
dall’anno 1550 sino al 1567”), con ampliamenti, ritratti degli artisti, aggiunta dei
contemporanei e della biografia di Vasari stesso. Nel 1759 esce l’edizione curata da
Bottari
Gelli: dopo il 1550 scrisse una trattazione sugli artisti fiorentini, pubblicata solo nel
1896
Condivi: scultore, scrisse una vita di Michelangelo, da cui Vasari trasse informazioni
per la seconda edizione
Francisco de Hollanda: portoghese trasferitosi a Roma, scrisse Quattro dialoghi sulla
pittura tenuti a Roma nel 1538, sulle opinioni di Michelangelo e Vittoria Colonna
Raffaello Borghini: Il riposo, contiene dialoghi su pittura e scultura e trattazioni dei
pittori e scultori più celebri
Lodovico Dolce: nel 1577 pubblica Dialogo della pittura intitolato l’Aretino; indaga chi
meriti il primato tra Michelangelo, Raffaello e Tiziano
20

Fischart: poeta tedesco, nel 1573 pubblicò Una lode di 28 papi, nella cui
introduzione fa riferimento a Vasari spiegando che l’ha ispirato a redigere il catalogo
dei pittori tedeschi
Van Mander: scrisse lo Schilderboek (Libro dei pittori), prima edizione del 1604,
parla anche dei suoi contemporanei
Pacheco: nel 1649 viene pubblicato il suo Sull’arte della pittura, incentrati sugli
spagnoli
Armerini: Dei veri precetti della pittura, 1587
Baglione: Le vite dei pittori, scultori…, 1642
Bellori: Vite dei pittori, scultori e architetti moderni, 1672; nel 1664 tenne il discorso
L’idea del pittore dello scultore e del architetto davanti all’Accademia di S. Luca a
Roma. Fu il primo ad affermare che l’antichità greca è l’apice dell’evoluzione artistica;
rientra nella cerchia di Poussin
Baldinucci: Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua, 1681; Vita di
Bernini, 1682
Von Sandrart: nel 1675 pubblica L’Accademia tedesca dell’architettura, scultura e
pittura; era un pittore e consulente artistico di Francoforte, raccoglie biografie di
artisti tedeschi e stranieri
Houbraken: Grande teatro dei pittori olandesi, considerato da lui stesso una
continuazione del lavoro di Van Mander, valuta positivamente Rembrandt
Palomino: Museo Pictorico, 1715 e 1724, raggruppa gli artisti in base al contenuto
delle loro opere (come Félibien prima di lui)
CAP. III POUSSIN E L’ACCADEMIA FRANCESE
Lomazzo: nel 1584 pubblica a Milano il Trattato dell’arte della pittura, in cui
articolare il mondo dell’arte in sette ambiti, come i setti pianeti; nel 1590 pubblica
l’Idea del tempio della pittura
Federico Zuccari: nel 1607 pubblica Idea dei scultori, pittori e architetti, in cui critica
le Vite di Vasari. Fu il primo presidente dell’Accademia romana
Fréart de Chambray: nel 1662 pubblica Idee de la perfection de la peinture, era un
matematico e cercò di applicare le leggi matematiche all’arte; il libro finisce con un
inno a Poussin
21

Felibien: Intrattenimenti, come Palamino non va in ordine cronologico ma in base al


contenuto delle opere
De Piles: Abregè de la vie des peintres avec des reflexions sur leurs ouvrages, 1699;
Le balance des peintres, 1708, assegna ad ogni pittore massimo 20 punti (nessuno
arriva al massimo), valuta in base al colore e infatti Rubens è molto in alto
Monier: Historie des arts qui ont rapport aux dessins, 1698
CAP. IV LA CONCEZIONE ARTISTICA DELL’ILLUMINISMO
Lord Shaftesbury: The Moralist, 1709; definisce tre tipi di bellezza:
1. Delle forme morte
2. Delle forme che vengono create ma non sanno creare altra bellezza
3. Bellezza somma che anima il mondo dall’interno
Richardson senior e junior: padre e figlio, nel 1719 pubblicano Essay on the art of
criticism. Erano pittori e vissero in Italia, nel 1772 venne pubblicata la loro
descrizione delle opere italiane
Hogarth: The analysis of Beauty, 1753, attribuisce un ruolo decisive all’individualità
del genio
Reynolds: nel 1768 nacque l’Accademia reale di Londra, ci cui lui fu l’anima; secondo
lui solo attraverso l’imitazione degli antichi si può raggiungere una creatività
autonoma
Du Bos: abate, nel 1719 pubblica Riflessioni sulla poesia e sulla pittura, sottolineava
la forma del sentimento rispetto alla gerarchia delle opinioni accademiche prefissate
Conte D’Argens: nel 1792 pubblicò Riflessioni critiche sulle differenti scuole di
pittura, nazionalistico verso la Francia (Venuti nel 1755 pubblicò uno scritto polemico
contro il nazionalismo)
Conte Caylus: Recuiel d’Antiquites, 1752-67; visione diretta delle opere dopo viaggi
in Grecia e in Asia Minore
Diderot: Dal 1759 al 1781 critica le opere del Salon; si impegna per l’arte del proprio
tempo, nel 1765 pubblica Essais sur la peinture (polemica con Goethe che era
sorpreso dal fatto che Diderot fosse contrario allo studio accademico del nudo e al
manierismo che ne derivava)
Falconet: scultore francese, diceva che l’arte poteva essere ammirata:
1. Dal punto di vista dell’osservatore (come documento)
22

2. Dal punto di vista dell’amatore (come espressione)


3. Dal punto di vista dell’artista (come fattura tecnica)
Resta: Parnaso dei pittori, 1707, è una storia illustrata dei pittori
Lanzi: Storia pittorica dell’Italia, 1789, articola gli artisti secondo scuole d’arte e non
singolarmente
Fischer von Erlach: Progetto di un’architettura storica
Friedich Christ: Indicazione e interpretazione dei monogrammi, 1747
Von Hagerdorn: Lettre a un amateur de la Peinture, 1755
Fiorillo: Storia delle arti grafiche dalla loro rinascita fino ai tempi moderni, 1798-
1808, otto volumi. Fondatore dello studio delle fonti

CAP. V LA DISPUTA DEL LAOCOONTE


Il 14 gennaio 1506 venne scoperto il Laocoonte (dal 1797 al 1815 fu a Parigi; prima
descrizione completa fatta da Richardson). Winckelmann in Pensieri sull’imitazione
delle opere greche in pittura e scultura, 1755, scrive che l’opera è simbolo dell’ideale
di “nobile semplicità e quieta grandezza”, perché non urla e la sua è una sofferenza
silenziosa. Nel 1764 pubblica Storia dell’arte nell’antichità dove ripete che dal volto
di Laocoonte si sprigiona un gemito, non un lamento. Nel 1766 Lessing pubblica
Laocoonte o sui confini fra la pittura e la poesia, in cui difende Virgilio che fa gridare
Laocoonte perché la sua è poesia e non scultura o pittura, dove è importante
scegliere un momento di transizione.
Heinse: polemizza contro Lessing e Winckelmann, dicendo che il Laocoonte è brutto;
stessa cosa dicono Heyne e Hirt
Goethe: nel 1798 pubblica il saggio “Su Laocoonte”, sulla rivista tedesca Propylaen,
in cui dice che il Laocoonte è esempio perfetto di simmetria e molteplicità, di quiete
e movimento
Schopenhauer: polemizza con Lessing e Winckelmann
Carl Justi: biografia di Winckelmann, in una conferenza a Francoforte del 1864 disse
che il Laocoonte venne giudicato di volta in volta in base a confronti con l’arte coeva

CAP. VI LA RIVOLUZIONE DI WINCKELMANN


23

Nacque a Stendal in estrema povertà, poi studiò a Berlino, nel 1738 andò
all’università di Halle per studiare teologia. Dal 1748 lavorò come bibliotecario a
Dresda, capitale artistica della Germania. Nel 1753 scrisse Brevi pensieri sulla
galleria. Importante per la sua formazione è il pittore Oeser, che avviava i suoi allievi
all’arte degli antichi. Non visitò mai la Grecia, e morì a Trieste nel 1768
Pensieri sull’imitazione dell’arte greca nella pittura e nella scultura: 1755, per
pubblicità scrisse un testo anonimo in cui attaccava il suo stesso scritto, e nel 1756
uno di difesa (Spiegazione dei pensieri sull’imitazione dell’arte greca e risposta alla
lettera su questi pensieri)
Nel 1755 arrivò a Roma, dove divenne amico di Mengs. I due si influenzarono a
vicenda (Mengs, Pensieri sulla bellezza e sul gusto nella pittura). Mengs articolava
l’arte pittorica in stile elevato, stile bello, stile attraente, significativo, oppure
espressivo e naturale.
La storia dell’arte nell’antichità: 1764, ne esistono quattro stesure (primo abbozzo
nel 1756), dedicato a Mengs. Il libro aveva errori nella parte storica, criticati da
Heyne. Schlegel disse che Winckelmann era il fondatore della storia dell’arte, Goethe
nel 1805 scrisse nel saggio “Winckelmann e il suo secolo” che era un lavoro unico.
Anche Madame de Stael disse che Winckelmann è stato il primo a tentare un lavoro
simile

CAP. VII IN CAMMINO VERSO UNA SCIENZA STORICA


Hegel: nelle lezioni di estetica dice che l’arte forma una realtà nuova, dispiega la
verità, e che ogni periodo contiene già quello che lo succederà (antitesi e sintesi)
Denon: fondò il Museo Napoleon di Parigi, dove per la prima volta si cercò di
ordinare opere di epoche e popoli diversi secondo epoche e scuole
Ennio Quirino Visconti: Napoleone lo portò in Francia come conoscitore, a Roma
fondò con il padre il più antico museo d’antichità di Roma
Lord Elgin: portò le sculture del Partenone in Inghilterra, che vi arrivarono solo nel
1812
Quatremere de Quincy: nel 1791 pubblicò Consideration sur les arts du dessin en
France, dove proponeva un0’accademia pubblica centrale per le arti grafiche in
Francia, comprendendo pittura, scultura e architettura. Pensò prima di Denon a un
museo che raccogliesse opere di periodi diversi. Nel 1824 esce Storia della vita di
24

Raffaello, nel 1832 Dizionario storico dell’architettura, nel 1834 un volume su Canova
e nel 1835 su Michelangelo
Forster: L’arte e l’epoca, 1789; Le vedute del basso Reno, 1790, nate da un viaggio in
Renania, Paesi Bassi, Inghilterra e Francia. Fu il primo a lodare il duomo di Colonia
Von Fernow: Studi romani, 1806-09
Cicognara: ammiratore di Winckelmann e Canova; Storia della scultura dal suo
risorgimento in Italia fino al secolo di Canova per servire di continuazione alle opere
di Winckelmann e di d’Agincourt, 1813-18
Milizia: nel 1768 pubblicò Le vite dei più celebri architetti di ogni nazione e di ogni
tempo; nel 1781 uscì Dell’arte di vedere nelle belle arti di disegno, dove confronta
l’arte del suo tempo (che culmina secondo lui con Mengs) con quella del passato
(che ne esce perdente); Dizionario delle arti del disegno, estratte in gran parte
dall’enciclopedia metodica, 1797

CAP. VIII GOETHE STORICO DELL’ARTE


Nel 1772 uscì anonima Dell’architettura tedesca, dove si riconosce l’armonia del
gotico (Gotico nella Teoria generale delle belle arti di Sulzer: “usato per indicare un
gusto barbarico”
Terzo pellegrinaggio alla tomba di Erwin nel luglio 1775: 1775, Goethe si esprime
nuovamente sulla cattedrale di Strasburgo
Da Falconet su Falconet: difende la tradizione di trasporre storie sacre nelle vesti del
proprio tempo
Nel 1786 arrivò a Roma. Nel saggio del 1789 Semplice imitazione della natura, della
maniera e dello stile riassume la sua esperienza in Italia e dice che la più alta
manifestazione del fare artistico per lui è lo stile. In Italia conosce il pittore Meyer,
insieme al quale dirige poi l’Accademia di Weymar
Antichi dipinti veneziani: 1790, espone la pittura veneziana
Propilei: 1799, sono stati pubblicati solo i primi tre volumi
Winckelmann e il suo secolo: 1805

CAPI. IX LA STORIA DELL’ARTE DEL ROMANTICISMO


25

Gothic architecture, improved by rules and proportions: Batty e Langley, 1747


Walpole: Anecdotes in Painting, 1762. Anche I suoi romanzi influenzarono il
neogotico in Inghilterra, es. Il castello di Otranto del 1765
Hamann: il genio per lui assume una nuova connotazione etico-religiosa. In Scuola
preparatoria all’estetica del 1804 sostiene che l’artista non è soggetto a nessuna
regola; Briciole, 1758; Aesthetica in nuce, 1761-62, l’arte e la natura sono linguaggio
di Dio
Heinse: Lettere dalla galleria dei dipinti di Dusseldorf, 1776-77, si concentra su
Rubens; utopia estetica nel romanzo del 1787 Ardinghello e le isole beate
Wackenroder: Illusioni del cuore di un monaco amante dell’arte, 1797, positivo sul
Medioevo. Per lui il prototipo dell’artista era Durer
Novalis: positivo sul Medioevo, per lui è la cellula germinale della cultura europea
(La cristianità ossia l’Europa, 1800)
Fratelli Schlegel: Friedich scrisse Lineamenti di architettura gotica, un diario di
viaggio dei Paesi Bassi, Renania, Svizzera e parte della Francia
Fratelli Boisserée: collezionisti, videro affreschi gotici a Colonia prima che venissero
distrutti per via della spoliazione degli edifici religiosi del 1803 e li descrissero
D’Agincourt: svrive la prima enciclopedia di storia dell’arte medievale, pubblicata dal
1811 al 1823:
-vol. 1: arte greca
-vol. 2: scultura e pittura
-vol.3: elenchi delle tavole con spiegazioni
-vol. 4: tavole delle immagini
Montalbert: Dissertazione sulla pittura dell’età moderna…, 1812, influenzato da
d’Agincourt
Montor: Considerazioni sull’età della pittura…, 1808 (terza edizione nel 1840,
intitolata Pittori primitivi), influenzato da d’Agincourt
De Chateaubriand: Il genio del cristianesimo, 1802, entusiasmo per il Medioevo
Lenoir: nel 1795 apre il Museo dei monumenti francesi
Passavant: nel 1820 pubblica Vedute sulle arti figurative ed esposizione del cammino
delle stesse in Toscana; Viaggio artistico attraverso l’Inghilterra e il Belgio, 1833;
26

Raffaello di Urbino e suo padre Giovanni Santi, 1839-58; Peregrinazioni nella galleria
dei dipinti, 1855; Le peintre-graveur, 1860-64
Ruskin: Modern painters, 1843-60, cinque volume, giustifica Turner (titolo originale
era Turner e gli antichi); tra il 13 e il 30 maggio 1851 difende i Preraffaelliti sulle
pagine del Times; The seven lamps of architecture, 1849; The stones of Venice,
1851-53; Giotto and his work (1853-60); Mornings in Florence, 1875-77. Nel 1860
pubblica sul Cornhill Magazine saggi che criticano la struttura sociale inglese. Nel
1854 fondò la Società per la conservazione degli edifici antichi, nel 1869 divenne
professore di storia dell’arte ad Oxford

CAP. X RUMOHR E LA SCUOLA BERLINESE DI STORIA DELL’ARTE


Von Rumohr: Manuale di arte culinaria, 1822; Ricerche italiane, 1827. Parte da
rigorose conoscenze critiche, si attiene rigorosamente alle fonti (no aneddoti),
profonda interpretazione dell’opera d’arte. Si occupò in particolare dei pittori Horny
e Nerly
Kugler: Sull’arte come oggetto dell’amministrazione statale; Storia di Federico il
Grande (illustrata da Menzel); Manuale di pittura, 1837; Manuale di storia dell’arte,
1842; Sul pauperismo anche nell’arte, 1842; Brevi scritti e studi di storia dell’arte,
1853-54
Waagen: Manuale delle scuole pittoriche e neerlandesi, 1862
Hotho: Dal 1829 tenne lezioni universitarie su argomenti di estetica e storia artistica
e letteraria; Studi preliminari di vita e arte, 1835; Storia della pittura tedesca e
neerlandese, 1842-43
Schnaase: La storia delle arti figurative, otto volumi, incompiuta alla sua morte nel
1875; Lettere dai Paesi Bassi, 1834

CAP. XI BURCKHARDT E IL RINASCIMENTO


Storiografo, attivo come giornalista presso la “Basler Zeitung”, voleva rivolgersi in
bello stile a tutti, non solo agli specialisti.
L’epoca di Costantino il Grande, 1852, transizione dall’arte antica a quella cristiana
Cicerone. Una guida al godimento delle opere d’arte italiane: 1855, scritto dopo aver
perso il lavoro come insegnante a Basilea e dopo un viaggio in italia
27

La cultura del Rinascimento in Italia, 1860, riassume tutto il sapere del suo tempo
Storia del Rinascimento in Italia, 1867, espone solo l’architettura, doveva essere
completata con pittura e scultura

CAP. XII LA REALTA’ E IL METODO


Storia dell’arte del realismo: influenzata dalle scienze della natura (es. Elementi di
estetica di Fechner, 1876)
Taine: cercò di applicare le modalità osservative delle discipline scientifiche anche a
quelle umanistiche; Filosofia dell’arte, due volumi
Viollet le Duc: Dizionario dell’architettura, 1854-68; L’entretien sur l’architecture,
1863-72
Semper: Lo stile nelle questioni tecniche e tettoniche, 1861-63, due volumi;
conferenza del 1853 a Londra intitolata Architecture and Civilisation, dove disse che
l’arte andrebbe spiegata a partire dai fatti che condizionano le singole opere;
Scienza, industria e arte, 1853
Fergusson: A History fo Architecture, 1865-67, prima trattazione complessiva di
architettura redatta in lingua inglese
Morelli: medico, apparve in un primo tempo con l pseudonimo IVAN LERMOLIEFF, e
fece credere che i suoi libri fossero stati tradotti dal russo al tedesco da un certo
dottor Johannes Schwarze. Il suo metodo per la storia dell’arte è rigorosamente
scientifico: identificava forme misurabili che si possono imparare a memoria come
connotati caratteristici dei singoli artisti (solitamente mani o orecchie). Friedlander e
von Bode sono critici con questo metodo perché non era affidabile nei risultati.
Morelli era consapevole che serviva solo a distinguere l’opera di un maestro da
quella di un allievo. Le sue opere sono: Perugino o Raffaello? Alcune parole di rifiuto,
1881; La formazione giovanile di Raffaello, 1882; Ancora una volta il taccuino
veneziano dei disegni di Lermolieff, 1887; Studi di critica d’arte sulla pittura italiana,
le gallerie Borghese e Doria Pamphilj a Roma, 1890; Studi di critica d’arte sulla
pittura italiana, le gallerie di Monaco e Dresda, 1891; Disegni a mano libera dei
maestri italiani nelle fotografie di Braun e Co. a Dornach, 1891-93. In Studi di critica
d’arte su pitture italiane- La galleria di Berlino, 1893, c’è una biografia di Morelli
scritta da Frizzoni (Morelli era morto nel 1891)
Cavalcaselle: quando crollò la Repubblica romana fuggì in Inghilterra; tradusse le
opere di Crowe, altro conoscitore con cui lavorò a The early Netherlands Painters,
28

1856; New History of Painting in Italy, primo volume nel 1864; Libro su Tiziano, 1877;
Raffaello, la sua vita e le sue opere, 1883-85
Kinkel: Storia delle arti figurative nei popoli cristiani dall’inizio dell’era cristiana fino
ai giorni nostri, 1845; nel 1855 fondò a Londra il giornale tedesco Hermann; I dipinti
di van der Weyden nel municipio di Bruxelles e le loro copie negli arazzi borgognoni
di Berna
Koloff: nel 1840 pubblicò L’evoluzione dell’arte moderna dall’epoca antica fino al
Rinascimento; si espresse contro la considerazione dominante che vedeva
Rembrandt come un artista minore in Vita e opere di Rembrandt, 1853

Thoré: fu uno dei primi a riconoscere l’importanza di Manet dopo l’esposizione a


Parigi del 1868
Champfleury: rivalutò l’opera di El Greco; aveva la rivista Realisme
Fromentin: Mary Pittalunga lo considera il fondatore della critica d’arte moderna. Les
maitres d’autrefois, 1876, sul suo viaggio in Olanda e Belgio; autore di romanzi, si
occupò della pittura fiamminga e neerlandese primitiva
Springer: Immagini della storia dell’arte moderna, poscritto intitolato Conoscitori
d’arte e storici dell’arte in cui spiega che per lui la storia dell’arte deve descrivere
anche l’atmosfera respirata dagli artisti; Le nostre mire di pace, discorso tenuto a
Bonn nel 1871

CAP. XIII LA STORIA DELL’ARTE IN GERMANIA ALL’EPOCA DELL’UNITA’ NAZIONALE


Herman Grimm: La via di Raffaello, 1872
Carl Justi: Winckelmann e i suoi contemporanei, 1866-72; Diego Velazquez e il suo
tempo, 1888; Michelangelo, due volumi usciti nel 1900 e nel 1909
Langbehn: Rembrandt educatore, 1890, lo usa per il pensiero pedagogico e
nazionalistico che voleva trasmettere al popolo
Von Bode: Rembrandt e i suoi contemporanei, 1906; ebbe un’influenza incredibile
sulle gallerie d’arte reali e sulle collezioni principesche, riorganizzò i musei di Berlino
e finanziò numerose collezioni private; saggio Verso una nuova arte? Dove parla di
degenerazione dell’arte moderna
29

Muther: L’illustrazione tedesca a stampa nel Gotico e nel primo Rinascimento, 1884;
Storia della pittura nell’Ottocento, 1893-94. Conia il concetto di “arte per vecchi
guardoni” riguardo alle scene erotiche
Thode: Francesco d’Assisi e gli inizi dell’arte rinascimentale, 1885; dal 1884 pubblicò
con von Tschudi la rivista “Repertorium fur Kunstwissenschaft”
Gurlitt: riscoperta del Barocco, in La critica d’arte contemporanea presenta è il primo
a rivalutarlo; L’ornamento barocco e rococò in Germania, 1883
Schmarsow: Barocco e rococò, 1897
Dehio: Dottrina del metodo della storia dell’arte, 1924; Architettura ecclesiastica
dell’Occidente, scritto con von Bezold; fece l’inventario dei monumenti tedeschi

CAP. XIV LA DISPUTA DI DRESDA SU HOLBEIN


Ci sono due copie della Madonna del borgomastro Meyer di Holbein il Giovane, una
a Dresda e una a Darmstadt. Il 5 settembre 1871 venne organizzato un dibattito per
stabilire quale fosse l’originale.
Nel 1526 Holbein conobbe il borgomastro di Basilea e dipinse per lui due ritratti
(Meyer e sua moglie). Nel 1526 Meyer gli commissionò un’immagine votiva per la
cappella privata del suo castello di Gundeldingen. Due anni dopo Holbein apportò
delle modifiche al dipinto, che nel 1606 venne venduto a Iselin, poi al mercante
d’arte Le Blond e nel 1638 a Lossert. Le Blond si era però fatto fare una copia che
vendette a Maria de Medici spacciandola per originale. Questa copia arrivò nelle
collezioni di Dresda, dove veniva considerata originale. Nacque allora un confronto
tra gli storici dell’arte per capire quale dei due dipinti, in cui si concluse che
l’originale era quello di Darmstrat e quello di Dresda una copia. Venne poi fatto un
referendum pubblico a Dresda dove la popolazione votò quello di Dresda come
originale, restia a pensarlo una copia. Nel 1871 Fechner pubblicò Sulla questione
dell’autenticità della Madonna di Holbein, senza nascondere che lui riteneva quella
di Dresda originale; Hirt credeva che entrambi i dipinti fossero di Holbein, come
Hubner, direttore della galleria di Dresda; Kugler nel 1844 manifestò dubi
sull’autenticità di quello di Dresda; Forster in Storia dell’arte (1852) riteneva quello di
Dresda originale; von Zahn disse che erano entrambi di Holbein, e che quello di
Darmstrat era stato fatto prima.
30

I conoscitori riconobbero in quello di Darmstrat l’originale (Wornum, Mundler,


Crowe), e alla fine si stabilì come si era già detto nel 1871 che quello di Darmstrat era
l’originale di Holbein, e quello di Dresda la copia venduta a Maria de Medici.

CAP. XV L’IMPRESSIONISMO E LA SUA VISIONE DELL’ARTE


Hamann: L’impressionismo nella vita e nell’arte
Fratelli Goncourt: L’arte del XVIII sec., tre volumi, 1906; erano anche pittori
Pater: Studi sulla storia del Rinascimento, 1873; Marius, the Epicurean, 1885, due
volumi, romanzo. Grazie a lui gli impressionisti francesi furono introdotti in
Inghilterra
Robert Vischer: Sulla sensazione ottica della forma. Un contributo all’estetica, 1873;
fondazione della storia dell’arte come disciplina scientifica; Storia dell’arte e
umanismo. Contributi per un chiarimento, dice che lo storico dell’arte deve
abbracciare una totalità; Studi di storia dell’arte, 1886; Rubens. Un libretto per amici
dell’arte non corporativa, 1904
Meier-Graefe: studiò storia dell’arte a Berlino con Herman Grimm e scrisse romanzi;
nel 1894 fondò la rivista Pan; nel 1895 si trasferì a Parigi, dove fondò con van de
Velde la Maison moderne; nel 1896 fondò la rivista Dekorative Kunst; nel 1897-98
uscì Manet e l’impressionismo; Il caso Bocklin e la dottrina delle unità, 1905; Renoir,
1911; Manet, 1912; Delacroix, 1913; Cezanne e la sua cerchia, 1918; Degas, 1920;
Vincent, 1922; La doppia curva, 1924 (raccolta di saggi)

CAP. XVI LA SCUOLA VIENNESE DI STORIA DELL’ARTE


Alla fine del XIX sec. a Vienna gli storici dell’arte uniscono la componente storica a
quella artistica; in La scuola viennese di storia dell’arte- Retrospettiva su un secolo di
erudizione tedesca in terra austriaca, von Schlosser ha diviso le fasi della scuola di
Vienna in:
-LA PREISTORIA: Heider, interessato a scoprire oggettivamente il proprio passato
culturale, dal 1856 pubblicò “Bollettino e annuario della R.R. commissione centrale
per la ricerca e la conservazione dei monumenti storici e artistici
-L’ANTENATO: Eitelberger, nel 1846 fece una grande esposizione di opere antiche
allestite in chiave storica; La riforma dell’insegnamento artistico e il metodo didattico
del professor Waldmuller, 1848, contro l’insegnamento di Waldmuller, direttore
31

dell’Accademia di Vienna. Dal 1850 insegnò storia delle arti figurative all’Accademia,
lezione inaugurale intitolata Le istituzioni per la formazione degli artisti e la loro
evoluzione storica; le sue lezioni erano basate sull’osservazione diretta degli oggetti
dei musei. Nel 1864 fondò il Museo delle arti industriali; Monumenti d’arte dello
Stato imperiale austriaco, 1858-60, due volumi
-IL MEDIOEVO: Thausing lavorava con Eitelberger, divenne direttore dell’Albertina;
incontrò Morelli e si influenzarono a vicenda
-L’ETA’ DELLA RINASCENZA: Wickoff, ha applicato e rinnovato il metodo di Morelli;
Genesi viennese, 1895; Sull’unitarietà storica dell’intero corso dell’arte, 1898; nel
1900 pubblicò un saggio sull’arte dell’Asia orientale e su come questa avesse
preceduto i movimenti di arte moderna europei
-RIEGL: è considerato il fondatore della Scuola viennese; dal 1887-97 fu direttore
della sezione dei manufatti tessili nel Museo austriaco per l’arte e l’industria (ruolo
precedentemente di Wickoff). Per lui tutto si basava su criteri oggettivi (“Il miglior
storico dell’arte è quello privo di qualsiasi gusto personale”- Dvorak); Questioni di
stile, 1893, basato sullo studio dei tappeti orientali, matura il concetto di
Kunstwollen , principio spirituale della volontà propria di ciascuna epoca;
Grammatica storica delle arti figurative, 1897-98; Industria artistica tardoromana,
1901, approfondisce il Barocco e divide in qualità tattili e tangibili (colore e luce). Per
lui sono importanti quattro pilastri:
1.La nuova visione degli antichi di Winckelmann
2.Rinascimento italiano
3.Medioevo
4.Stili pittorici
-ESPLORAZIONE DI AMBITI NUOVI: momento di crisi dopo la morte di Riegl e
Wickoff, Strzygowski e Dvorak occuparono due cattedre in contemporanea, litigando
tra loro anche sul piano personale. Nel 1907 Strzygowski fu chiamato a redigere il
settimo Congresso internazionale degli storici dell’arte tenuto a Darmstadt e
pubblicò il libro L’arte figurativa del presente. Un libretto per chiunque; La crisi delle
scienze umane, 1923. Nel 1913 enunciò tre principi basilari per un istituto di ricerca
delle arti figurative:
1.rivolgere lo sguardo a tutti i fenomeni artistici del mondo
2.ricerca nel campo dell’arte figurativa come parte della storia della cultura
32

3.indagine sistematica come elemento di raccordo fra il materiale storico, le scienze


limitrofe e l’insieme delle ricerche culturali
-STORIA DELL’ARTE COME STORIA DELLO SPIRITO: Dvorak scrisse La storia dell’arte
come storia dello spirito; L’enigma dell’arte dei fratelli van Eyck, 1904; Idealismo e
naturalismo nella pittura e nella scultura gotiche; viene considerato il padre
spirituale dell’Espressionismo
Von Schlosser: occupa la cattedra di Dvorak dopo la sua morte; tradusse in tedesco
le opere di Croce
Tietze: Il metodo della storia dell’arte, 1913
Sedlmayr: successore di Schlosser alla cattedra; La nascita delle cattedrali, 1950

CAP. XVII LA SCOPERTA DELLA FORMA


Fiedler: per lui l’arte era un confronto dell’artista con la realtà; Sul giudizio delle
opere d’arte figurativa, 1876; Osservazioni sull’essenza e la storia dell’architettura,
1878; Sull’origine del fare artistico, 1887. Per Fiedler l’arte era autonoma e andava
trattata con metodi specifici; con lui si superano definitivamente il lo storicismo e il
soggettivismo nell’osservazione dell’arte, e si crea una base per l’osservazione
oggettiva dell’arte
Schmarsow: Il nostro rapporto con le arti figurative, 1903 (conferenze di Lipsia sul
tema arte ed educazione); Concetti fondamentali di critica d’arte, 1905, confronto
critico con la scuola di Vienna, parte dal Medioevo e cerca di elaborare un
sistematica concettuale; La storia dell’arte nei nostri istituti superiori, 1891, precisa
la sua visione della storia dell’arte come scienza
Benedetto Croce: Estetica, 1900; secondo lui l’arte è intuizione, e l’intuizione è
individualità, per cui non esistono contestualizzazioni storiche; fu in polemica con
Wofflin, definendolo un narratore della favola delle linee e dei colori
Wofflin: Prolegomeni a una psicologia dell’architettura, tesi di laurea; Rinascimento e
barocco, 1888; nel 1893 prese la cattedra di storia dell’arte appartenuta a Buckhardt
a Basilea; L’arte classica, 1899; Jacob Buckhardt e la storia dell’arte sistematica; L’arte
di Albrecht Durer, 1905; Concetti fondamentali di storia dell’arte, 1915, introduce il
concetto di “storia dell’arte senza nomi”; A giustificazione dei miei concetti
fondamentali di storia dell’arte, 1920. Dal 1912 al 1924 insegnò a Monaco
Roger Fry: Vision and design, 1919; Transformations, 1926; Flemish Art, 1927. Nel
1933 divenne professore a Cambridge, conferenza inaugurale su Art history as an
33

academic subject. Le altre conferenze a Cambridge furono raccolte da Clark in The


last lectures, 1939
Bell: Art, 1914, sulla forma significante
Focillon: importante per la storia dell’arte basata sulla forma in Francia
Hetzer: Le opere di Durer e la loro grandezza, 1939; introdusse i concetti di figura
iconografica (bildfigur) e motivo iconografico (Bildmotiv) e diede grande importanza
al colore

CAP. XVIII LA STORIA DELL’ARTE INTORNO AL 1900


Lasteyrie-Dusaillant: Cours d’antiquité monumentales, 1836, sei volumi;
Delaborde: pittore allievo di Delaroche; Studi sulle belle arti in Francia e in Italia,
1864, due volumi; Ingres, 1870; Raimondi, 1887
André Michel: Storia dell’arte, 1905-29, 17 volumi
Male: L’arte religiosa del XIII sec. in Francia, 1898
Reinach: Miti, culti e religioni, 1905-12; Apollo-storia generale delle arti antiche,
1904; L’arte e la magia, 1903
Adolfo Venturi: Storia dell’arte italiana, 1901-40, 25 volumi; Raffaello, 1920;
Correggio, 1926; Giovanni Pisano, 1928
Corrado Ricci: L’arte nell’Italia settentrionale
Pietro Toesca: La pittura e la miniatura in Lombardia, 1912; Il Medioevo, 1927; Il
Trecento, 1951
Berenson: prese il dottorato ad Harvard nel 1887, fu in contatto con i miliardari
americani, in particolare con la signora Gardner; Sui disegni dei pittori fiorentini,
1903; Estetica, etica e storia nelle arti della rappresentazione visiva, 1948
Dogson: Durer, 1926; biografia su Cranach, 1900;
Tikkanen: finlandese, Illustrazione dei salteri medievali, 1895-1900; Le posizioni delle
gambe nella storia dell’arte, 1912
Roosval: fondatore della storia dell’arte svedese; Le chiese del Gotland, 1911; Gli
scultori del Gotland, 1918
Alpatov: Monumenti della pittura di icone, 1925, scritto con Wulff
34

Goldschmidt: Il salterio Albani di Hildesheim e i suoi rapporti con le sculture


ecclesiastiche del XII sec.; nel 1912 venne chiamato ad occupare la cattedra di
Wolfflin a Berlino; conferenza all’istituto Warburg, Enciclopedie illustrate dell’alto
Medioevo, 1921
Voge: Una scuola pittorica tedesca al volgere del primo millennio, 1891; Gli esordi
dello stile monumentale nel Medioevo; Raffaello e Donatello, 1896; Scultori del
Medioevo (nuova edizione nel 1958)

CAP. XIX LA STORIA DELL’ARTE DELL’ESPRESSIONISMO


Von Sydow: L’arte dei popoli primitivi e della preistoria, 1923; Arte e religione dei
popoli primitivi, 1926
Hartlaub: Il genio del bambino, 1922
Riscoperta di El Greco: il primo a valutarlo positivamente fu Delacroix, poi lo storico
dell’arte spagnolo Cossio che nel 1908 pubblicò un libro in due individuava due fasi
italiane e tre spagnole dell’artista; Carl Justi pronunciò un giudizio stroncante sul
pittore, parlando di degenerazione pittorica, ripreso poi da Rosenberg. In
Espressionismo (1920) Bahr colloca El Greco accanto a Botticelli; la svolta si ebbe con
Dvorak e Mayer scrisse El Greco come figura del manierismo, 1939
Worringer: si laureò con Wofflin nel 1907, tesi su Astrazione e empatia. Un
contributo alla psicologia dello stile; nell’appendice Trascendenza e immanenza
nell’arte si occupò dell’opposizione tra estetica e storia dell’arte
Porter: Romanesque sculpture of the Pilgrimage Roads, 1923, si tratta di geografia
artistica; The crosses and culture of Ireland, 1931
Burger: Storia dei monumenti funebri fiorentini fino a Michelangelo, 1904. Nel 1903
si laureò ad Heidelberg senza avere il diploma, che dovette prendere in seguito;
Manuale di critica d’arte, 1913, 32 volumi; Cezanne e Hodler, 1912
Heidrich: Pittura fiamminga, 1913; discorso inaugurale all’università di Strasburgo su
Gli inizi della nuova storiografia artistica, lavoro preparatorio al libro Contributi alla
storia e metodo della storia dell’arte, pubblicato postumo nel 1917
Rintelen: Giotto e gli apocrifi di Giotto, 1912, voleva mettere in luce l’intensità della
materia
Hetzer: allievo di Rintelen, continuatore del suo metodo
35

Jantzen: Scultori tedeschi del Duecento, 1925; Lo spazio delle chiese gotiche, 1927,
formulò il concetto di “struttura diafana della parete”; Scultura tedesca nel
Duecento, 1941; Arte ottoniana, 1947, Arte gotica, 1957. Nel 1913 distinse tra
“valore autonomo” e “valore figurativo” del colore. Conferenza ad Amburgo del 1950
Tradizione e stile dell’arte occidentale, cercò di offrire una visione d’insieme dell’arte
europea
Pinder: Il problema della generazione nella storia dell’arte europea, 1926; Scienza,
lavoro e compito dei tedeschi, 1938
Brinckmann: Piazza e monumento, 1908; Urbanistica tedesca del passato, 1911

CAP. XX LA FONDAZIONE DELL’ICONOLOGIA


Aby Warburg: fondatore dell’iconologia, termine introdotto per la prima volta nella
sua opera nel 1912. Coniò la pathosformel (formula del pathos). La Nascita di Venere
e la Primavera di Botticelli. Un’indagine sulle rappresentazioni dell’antichità nel
primo Rinascimento italiano, 1893. Nel 1901 tornò ad Amburgo dopo dieci anni in
Italia e fondò la sua biblioteca, spostata nel 1933 a Londra da Saxl; Arte italiana e
astrologia internazionale nel Palazzo Schifanoia di Ferrara, 1912; La ritrattistica e la
broghesia fiorentina, 1902
Saxl: Durers Melencolia I, 1923, scritto con Panofsky; Mitra, 1931; British art and the
Mediterranean, 1948, con Wittwoker, e Saturn e Melancholy scritto con Klibansky
Wind: Bellini’s Feast of the Gods, 1948; Pagan Mysteries in the Renassaince, 1948;
Art and Anarchy, 1964. Per il suo metodo iconologico era importante l’eccezionale,
non il particolare
Friedlander: La sezione mahavrata del Cankhayana-Aranyana, 1900; Nicolas Poussin,
1912; Claude Lorrain, 1921; La nascita dello stile anticlassico nella pittura italiana
intorno al 1520, 1925; The drawings of Nicolas Poussin, 1953, scritto con Blunt;
Caravaggio studies, 1955
Krautheimer: le sue ricerche furono rivolte principalmente all’iconografia
dell’architettura, soprattutto di Roma; The beginnings of art historical writing in Italy
Panofsky: insegnò ad Amburgo, nel 1933 si trasferì negli USA; Sulla teoria artistica di
Durer, 1914; Il problema dello stile nelle arti figurative, 1915; Il concetto di
Kunstwollen, 1920; Idea, 1924; Studies in Iconology, 1939
36

Wittwoker: Sulla cupola di S. Pietro di Michelangelo, 1933; La biblioteca laurenziana


di Michelangelo, 1934; Principi architettonici nell’età dell’Umanesimo, 1949; Born
under Saturn, 1963, scritto con Margot Wittwoker
Baltrusaitis: nato in Lituania, si è occupato delle forme simboliche dell’arte cristiana;
Storia generale dell’arte, 1934 e 1949, due volumi; Il Medioevo fantastico, 1955
Chastel: Marsilio Ficino e l’arte, 1954; L’Europa della Rinascenza: l’età
dell’umanesimo, 1963, scritto con Klein
Bialostocki: Poussin e la critica d’arte del classicismo, 1953; Caravaggio, 1955;
Brueghel, 1956; Studi iconografici sull’opera di Rembrandt, 1957; Cinque secoli di
pensieri sull’arte, 1959; L’arte del Rinascimento nell’Europa dell’Est, 1976; Il tardo
Medioevo e l’inizio del moderno, 1972
Gombrich: Storia dell’arte, 1950; Madonna della seggiola di Raffaello, 1954; Art and
scholarship, 1957; Art and illusion, 1960; Meditation on a hobby horse and other
essays on the theory of art, 1963; Norm and Form, 1966; Symbolic Image, 1972; The
sense of order, 1979

CAP. XXI LA STORIA DELL’ARTE OGGI


Gli USA sono il nuovo centro della storia dell’arte contemporanea. Importanti sono la
NY University e Princeton
Janson: La scultura di Donatello, 1957-63
Kubler: L’architettura religiosa in Nuovo Messico, 1938, tesi di laurea; The shape of
time: remarks on the history of things
Shapiro: unisce ricercar simbolica e analisi formale; On the humanity of abstract
painting, 1960; Two slips of Leonardo and a slip of Freud, 1955-56
La generazione intermedia: Steinberg (The sexuality of Christ in Renaissance art and
in modern oblivion, 1984; Rosenblum (Trasformazioni nell’arte del tardo XVIII sec.,
1967); Lippard, Nochlin, Garrard, Alpers, storiche dell’arte per una storia dell’arte
femminista
Clark: assistente di Berenson a Firenze; Civilisation, 1969
Blunt: Art and Morality, 1924, pubblicato sulla rivista The Heretic
Baxandall: Painting and Experience in XV century Italy, 1972
37

Sedlmayr: Per una critica d’arte rigorosa, 1936


Badt: L’arte di Cezanne, 1956; La dottrina dei colori di van Gogh, 1961; Il pittore e il
suo modello in Vermeer, 1961; L’arte di Poussin, 1969; Una dottrina della scienza
della storia dell’arte, 1971
Kauffmann: fu insegnante, un allievo famoso è Bandmann
Hofmann: IL paradiso terrestre, 1960
Belting: La fine della storia dell’arte, 1983
Reinle: Il ritratto vicario, 1984

CAP. XXII LA STORIA DELL’ARTE IN ITALIA NEL DOPOGUERRA


Si creano due linee:
-STORICO-FILOSOFICA: Longhi
-STORICO-CULTURALE: Lionello Venturi e Argan
Longhi: Breve ma veridica storia della pittura italiana, pubblicata postuma nel 1980;
Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana, 1914; Piero della
Francesca, 1927; Officina ferrarese, 1934; La pittura del Trecento nell’Italia
settentrionale, 1935; Giudizio del Duecento, 1938-39; I pittori della realtà in
Lombardia, 1953; Arte lombarda dai Visconti agli Sforza, 1958. Fanno parte della
scuola longhiana Arcangeli, Volpe, Briganti, Testori, Previtali (ha fondato e diretto la
rivista Prospettiva, 1957)
Lionello Venturi: Le origini della pittura veneziana, 1907; Giorgione e il giorgionismo,
1913; La critica e l’arte di Leonardo da Vinci, 1919; Gusto dei primitivi, 1926,
concetto di gusto (preferenze nel mondo dell’arte da parte di un artista o gruppo di
artisti); Cezanne, 1936; Gli archivi dell’Impressionismo, 1939; Pissarro, 1940
Ragghianti: Impressionismo, 1944; Profilo della critica d’arte in Italia, 1948; L’arte e la
critica, 1951
Argan: Palladio, 1930; Sebastiano Serlio, 1932; Architettura protocristiana,
preromanica e romanica in Italia, 1936; nel 1968 fonda la rivista Storia dell’arte
Brandi: Teoria e restauro, 1963; Le due vite, 1966; Struttura e architettura, 1967;
Teoria generale della critica, 1974
Roberto Pane: ha proposto la distinzione tra architettura ed edilizia
38

Zevi: Verso un’architettura organica, 1945; Saper vedere l’architettura, 1948, Storia
dell’architettura, 1950; Il linguaggio moderno dell’architettura, 1973
Tafuri: Teorie e storia dell’architettura, 1968; Progetto e utopia, 1973; L’architettura
del Manierismo nel Cinquecento europeo, 1966; Ricerca del Rinascimento, 1992; De
Fusco fu suo allievo, ha diretto e fondato la rivista “Op. Cit.”
Bettini: si è occupato di arte bizantina e pittura medievale in Veneto
Battisti: L’Antirinascimento. I fatti e le idee, 1962
Federico Zeri: allievo di Toesca, criticò Longhi perché parlava solo di froma senza
considerare la storia; Pittura e Controriforma. L’arte senza tempo di Scipione da
Gaeta, 1957; Due dipinti, la filologia e un nome. Il Maestro delle Tavole Barberini,
1916; Rinascimento e Pseudo-Rinascimento, 1983; Dietro l’immagine, 1987; La
natura morta in Italia, 1989
39

Potrebbero piacerti anche