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Lino Severi, Cronistoria futurista dell’Agro Pontino 1929-1935, disegni pubblicati per «Il Popolo d’Italia»
1 maggio 1932
s.d.
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Lino Severi, Cronistoria futurista dell’Agro Pontino 1929-1935, disegni pubblicati per «Il Popolo d’Italia»
29 luglio 1933
24 dicembre 1932
10 agosto 1933
19 dicembre 1933
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Lino Severi, Cronistoria futurista dell’Agro Pontino 1929-1935, disegni pubblicati per «Il Popolo d’Italia»
3 maggio 1934
12 luglio 1934
4 agosto 1934
18 dicembre 1934
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Lino Severi, Cronistoria futurista dell’Agro Pontino 1929-1935, disegni pubblicati per «Il Popolo d’Italia»
19 dicembre 1934
5 febbraio 1935
19 dicembre 1935
26 ottobre 1935
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MItOPOIetICA FUtUrIStA e AGrO PONtINO
Massimiliano Vittori
bene oliati».3
Secondo Prampolini, la macchina, divenuta simbolo tutelare del dinami- ca, 18 marzo 1914, in LUCIANO De MArIA [a
geometrico e meccanico e la sensibilità numeri-
Sanzin aeropoeta, Latina, Novecento, 2004. ne di avere in una mano trieste e nell’altra Udine».9
Ma accanto all’esigenza di rappresentare «i nuovi misteri creati dalle
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9 FILIPPO tOMMASO MArINettI, L’estetica della
macchina, in «Sile futurista», II, n. 6-7, marzo macchine» si pone il problema non secondario di affermare l’aeroplano quale
simbolo dominante della modernità, per sintetizzare «lo spirito di un’epoca».
La concatenazione degli elementi teorici futuristi con le realizzazioni
della bonifica integrale e la costruzione delle città nuove contribuirono alla
creazione di una mitopoietica futurista per l’Agro Pontino, intrisa di sugge-
stioni liriche e di affermazioni dottrinarie, ma sostanziata anche da realizza-
zioni architettoniche e importanti eventi artistico-letterari.
è Marinetti che, con la sua presenza a Littoria il giorno dell’inaugurazio-
ne della città, come sempre traccia il solco. La sua presenza sull’arengo della
torre civica suggella l’impresa pontina con i postulati del Futurismo e lo stes- ruggero Alfredo Michahelles, I figli della
lupa, olio esposto alla Seconda Quadrien-
so Marinetti ne palesa l’imprimatur il giorno seguente dalle pagine della
nale d’arte nel 1935, donato alla Pinacoteca
«Gazzetta del popolo» quando sottolinea il «meraviglioso ritmo accelerato e di Littoria (disperso)
instancabile» della bonifica che ha permesso in soli sei mesi la nascita della
prima città di fondazione, la consegna di cinquecentoventicinque case colo-
niche, la costruzione di strade e canali, la sconfitta della malaria, mentre
poche righe dopo rimarca perentorio «sono le macchine che dominano la
natura».10
L’elemento dinamico e l’elemento macchinista dei lavori sono dunque i
concetti principali che Marinetti coglie e trasmette in questo suo celebre arti-
colo. Ma l’imprimatur futurista alla vicenda pontina non si circoscrive solo
all’elemento teorico, si materializza soprattutto nelle architetture mazzonia-
ne11 della ricevitoria postelegrafonica e della stazione ferroviaria di Littoria,
caratterizzate dalle «grandi alte grate semicilindriche di difesa contro le zan-
zare malariche», che costituiscono «una trovata costruttiva a scopo funziona-
le» e diventano il «superamento futurista del semplice razionalismo». In 10 FILIPPO tOMMASO MArINettI, Ritmo eroico,
questo modo la partecipazione del Futurismo alla modernità della bonifica è in «Gazzetta del popolo», 18 dicembre 1932.
11 L’adesione di Angiolo Mazzoni al Futuri-
completata, l’elemento teorico e la realizzazione pratica diventano l’ulteriore smo, nonostante l’articolo di Marinetti, ritar-
affermazione della poliespressività del movimento. derà di qualche mese. Quando Mazzoni
Marinetti rafforza alcuni pensieri, un paio di anni più tardi, in occasione entrerà a far parte del Movimento, nel
dell’inaugurazione di Sabaudia per ribadire e amplificare i concetti già trat- maggio del 1933 dalle pagine della rivista
«Sant’elia», la sua affermazione non lascia
tati. La narrazione questa volta appare leggermente diversificata nella forma adito a dubbi: «Materialmente entro ora nel
e più vicina ai postulati dell’aeropoesia, allorché il fluire elastico delle parole Futurismo. Moralmente appartenevo a
in libertà sembra dirigersi a esaltare la compenetrazione degli stati d’animo: questo movimento dal millenovecentoquin-
«questo nostro tempo fascista perfezionatore e costruttore di città ha un rit- dici, quando, chiedendo il consenso a me
solo, mi proclamavo seguace di Sant’elia».
mo accelerato che mescola il ricordo, la presenza e la speranza in una simul- Cfr. ezIO GODOLI, Il Futurismo, guide all’ar-
taneità inebriante insieme e indecifrabile».12 e il paesaggio ora scandito dalle chitettura moderna, roma-bari, Laterza, 1983,
linee continue delle strade e dei canali preannuncia la visione dell’immensa p. 99.
città futura «a linee continue da ammirare in volo».13 12 FILIPPO tOMMASO MArINettI, Sabaudia, in
Sintesi, velocità, compenetrazione, sono i concetti riassunti in questo se- «Gazzetta del popolo», 17 aprile 1934.
13 FILIPPO tOMMASO MArINettI, ANGIOLO
condo volo letterario sull’Agro bonificato, che dalla carlinga della torre civica MAzzONI e MINO SOMeNzI, Manifesto futurista
di Sabaudia Marinetti imprime sulla carta di un quotidiano con la sua prosa
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dell’architettura aerea, in «Sant’elia», a. II, n. 3,
metallizzata e dinamica. Anche a Sabaudia domina e brilla l’architettura del roma, 1 febbraio 1934.
Alcuni fotogrammi dell’inaugurazione di
Littoria in cui si riconosce Marinetti sull’a- Prima pagina del quotidiano «Gazzetta del popolo» del 19 dicembre 1932
rengo del Comune (foto Istituto Luce) con l’articolo di Marinetti Ritmo Eroico
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Da «Stile futurista. rivista mensile d’arte -
Prima pagina del quotidiano «Gazzetta del popolo» del 17 aprile 1934 vita - architettura - plastica murale - arti
con l’articolo di Marinetti Sabaudia decorative - poesia - musica», settembre 1935
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palazzo postale di Angiolo Mazzoni, questa volta rivestito di ceramica blu-
Savoia per esaltare pittoricamente il lirismo della geometria.
Dunque, la bonifica è consegnata definitivamente al suo naturale ruolo di
modernità, da quel momento in poi agli artisti, ai poeti e ai letterati futuristi
non resta che magnificare l’opera compiuta. Cosa che avviene con una
sorprendente abbondanza di opere alla Seconda Quadriennale nazionale
d’arte del 1935.
Le visioni delle città nuove con il fervore dei loro cantieri, l’ordinata
geometria dei campi arati, «le forme cubiche delle architetture di energie»
sono rappresentate nelle aeropitture di Armando Dal bianco (Aeropittura -
Duce - Cielo), Gerardo Dottori (Polittico fascista), enrico Prampolini (Cuore aper-
to di contadino bonificatore), Alessandro bruschetti (Trisintesi di vita fascista),
Marisa Mori (Ritorno dalle colonie estive), tato (Sorvolando Sabaudia e S55 su
Ostia), Nello Voltolina (Palude da 1000 metri) con linguaggi differenziati, ma
convergenti. Marinetti nella presentazione delle sale futuriste sul catalogo
ufficiale ne distingue diverse tendenze: quella del «verismo sintetico docu-
mentario visto dall’alto», quella «trasfiguratrice, lirica spaziale», quella
Armando Dal bianco, Aeropittura-Duce-Cielo, «essenziale, mistica, ascensionale simbolica», quella «stratosferica, cosmica,
opera esposta alla Seconda Quadriennale biochimica».14 Queste differenziazioni puntano a dimostrare come il Futuri-
nel 1935
smo non sia facilmente riconducibile a una unitarietà di intenti e di correnti e
come la creatività dei suoi esponenti sia continuamente in fibrillazione,
puntando a contaminare, nel nome del panestetismo futurista, ogni manife-
stazione dell’espressione artistica d’avanguardia.
In verità non deve nemmeno meravigliare il fatto che nella stessa manife-
stazione artistica anche esponenti di scuole pittoriche diverse dal Futurismo,
quali Novecento o la Scuola romana abbiano rappresentato temi legati alla
bonifica pontina, alla nascita delle nuove città o più in generale alla raffigu-
razione della vita contadina, con un linguaggio stilisticamente antitetico a
quello futurista, verificandosi una straordinaria koinè artistica che non trove-
rà eguali in nessun’altra manifestazione d’arte di quegli anni. Corrado Cagli
nella rotonda d’ingresso aveva realizzato una Protasi e tre Cronache del tempo,
ispirate alla redenzione delle Paludi Pontine, esaltandone la rinascita con la
creazione di nuovi miti intesi come «primordio», preludio di una nuova era
e nella sua sala personale aveva esposto I Sabaudiesi e I Neofiti, come ulteriore
Anonimo, Primo raduno automobilistico,
Sabaudia XIII E.F., tempera su cartoncino affermazione del suo credo pittorico, strettamente connesso ai grandi pan-
(coll. privata Latina) nelli della rotonda.
Legata al mito della rinascita appare anche la grande composizione di
Arnaldo Carpanetti di evidente ascendenza novecentista, Le tre semine, nella
quale vengono esaltati i postulati del fascismo: guerra, rivoluzione, ricostru-
14 FILIPPO tOMMASO MArINettI, Presentazione
il libro Dalle Paludi a Littoria. Diario di un medico, fa il suo esordio il gruppo driennale, in «La conquista della terra»,
rassegna dell’Opera Nazionale Combattenti,
futurista di Littoria, composto da Dario Di Gese e Pierluigi bossi, che, poten-
gennaio 1935.
za di Marinetti, esporrà sia alla seconda mostra di Plastica murale ai Mercati Per una corretta e attenta disanima degli
traianei nel novembre del 1936, sia alla XXI biennale di Venezia del 1938. I artisti e dei movimenti artistici nell’Italia
due artisti allestiscono due sale (II e III) esplicitamente definite futuriste nel degli anni trenta si rimanda al volume
eLeNA PONtIGGIA e CArLO FAbrIzIO CArLI [a
catalogo con l’esposizione di 24 opere in totale di cui 4 dipinte in collabora-
zione tra loro. In quella occasione fu presentato, tra gli altri, il dipinto La
cura di], La Grande Quadriennale. 1935 la
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grande bonifica che fa bella mostra di sé nella copertina di questo catalogo.
Durante la visita alle sale della mostra, inaugurata alle 10,30 del mattino
(come riportano le cronache), Marinetti ribattezzò Pierluigi bossi con l’appel-
lativo di Sibó futurista. Da registrare, sempre nella stessa esposizione tra i
futuristi la presenza di Gino Gonni (sala del bianco e nero) con Sintesi nottur-
na della Nollendorf, Giacomo balla (sala A) con il dipinto La figlia del sole (ritrat-
to di benedetta Cappa) mentre Luce balla era presente con due dipinti, Il
Circeo e Pianura di Littoria, nella stessa sala del padre Giacomo, a fianco ad un
olio di Amedeo bocchi: La grande bonifica.
La mostra nel complesso comprendeva 154 opere divise in 10 sale e
proponeva accanto agli artisti maggiormente rappresentativi della nuova
provincia anche maestri già affermati a livello nazionale. tra i visitatori spic-
cava la presenza di Dino Alfieri, da lì a un mese futuro Ministro per la stam-
pa e propaganda (dal 1937 dicastero della Cultura Popolare) e di Filippo
tommaso Marinetti (accompagnato dalla moglie benedetta e dalla figlia
Vittoria) che tenne un caloroso discorso nel teatro comunale, stipato di artisti,
rappresentanti del sindacato, autorità locali e personalità della cultura.
Sempre nel 1936, il 31 maggio, si inaugurava a Milano la VI Triennale, che
annoverava tra i partecipanti l’Opera Nazionale Combattenti, impegnata
nella edificazione di Aprilia. Lo spazio dell’ONC era al primo piano del
in Africa, manifesto firmato, tra gli altri, dai
Palazzo dell’arte, dove veniva presentata in anteprima la sala podestarile
Plastica murale per l’edilizia fascista in Italia e
futuristi di Littoria Sibó e Di Gese (recto) della nuova città il cui allestimento era stato affidato a enrico Prampolini
affiancato da altri artisti del movimento futurista quali renato Di bosso,
Mino rosso, Gerardo Dottori, Alfredo Ambrosi, Cesare Andreoni. A ben
vedere si trattò dell’unico intervento futurista di arredamento di uno spazio
civico nell’ambito della plastica murale intesa secondo i dettami del celebre
Manifesto polemico pubblicato nelle pagine della rivista «Stile futurista»,
«come superamento della decorazione murale con le tecniche fin ora cono-
sciute […] per arrivare a dei mezzi espressivi strettamente legati al nuovo
spirito estetico e costruttivo, in diretta armonia con la moderna architettu-
ra»16 e in linea con i dettami del manifesto prampoliniano Al di là della pittura
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verso i polimaterici pubblicato nella rivista «Stile futurista», agosto 1934.
polemico, in «Stile futurista, estetica della Sono quelli gli anni del dibattito sulla pittura murale, della funzione
La Plastica murale futurista, un manifesto
macchina, rivista mensile d’artevita», dicem- sociale dell’arte, dell’opera collettiva con funzione pedagogica. All’appello di
bre 1934, p. 3. Il Manifesto porta la firma di Cagli Muri ai pittori su «Quadrante» del maggio 1933 aveva fatto seguito il
Marinetti, Ambrosi, Andreoni, benedetta,
Depero, Dottori, Fillia, Oriani, Munari Pram- celebre Manifesto di Sironi, Carrà, Campigli e Funi su «La Colonna» nel
polini, Mino rosso, tato. dicembre dello stesso anno. Per ricomporre il mosaico variegato di idee e
17 reALe ACCADeMIA D’ItALIA, FONDAzIONe
movimenti artistici dal 25 al 31 ottobre del 1936 fu indetto dall’Accademia
ALeSSANDrO VOLtA, Convegno di Arti. Rappor- d’Italia il Convegno di arti, dal tema: rapporti dell’architettura con le arti figurati-
28 ti dell’architettura con le arti figurative, 25-31
ve, cui parteciparono i più famosi artisti, intellettuali e architetti del tempo,
italiani e stranieri. Ad ogni seduta corrispondeva un ordine del giorno a
seconda del tema trattato.17 Marinetti, presente come relatore alla prima
giornata, declamò il Manifesto della plastica murale futurista, oggetto di una
violenta polemica con Carlo Carrà: «Che poi i futuristi non siano nemmeno
novatori e anticipatori ma ritardatari, lo prova l’ambiente da essi allestito alla
VI triennale tutt’ora aperta, dove sono dei bassorilievi che ricordano Cam-
bellotti di quarant’anni fa […] il Futurismo è un cadavere che attende di esse-
re seppellito». Concludendo che «il Futurismo è finito allo scoppio della
guerra». La replica di Marinetti alquanto sprezzante, si può sintetizzare in
queste parole: «la vitalità del Futurismo resa meno clamorosa dalle sue
numerose vittorie e dalla squisita facilità di svilupparsi senza contrasti è tale
da terrorizzare definitivamente i suoi presunti becchini», rivolte al Carrà.18
Il 28 ottobre del 1936, quasi in concomitanza con i lavori del Convegno
Volta, si apre a roma ai mercati di traiano la seconda Mostra nazionale di
plastica murale per l’edilizia fascista in Italia e in Africa, organizzata dal
movimento futurista. Il comunicato dell’agenzia A.L.A. affermava: «un
concetto unitario presiede infatti agli scopi che la mostra si propone: non si
vogliono promuovere individualismi dilettanteschi ed evasioni più o meno
gratuite dall’ambiente in cui si vive, ma si pretende anzi che lo sforzo creato-
re dell’artista si concreti in opere che si inquadrino nel piano sociale del
nostro tempo». Sul catalogo viene pubblicato l’omonimo manifesto firmato,
in Africa, manifesto firmato, tra gli altri, dai
Plastica murale per l’edilizia fascista in Italia e
tra gli altri, dai due futuristi di Littoria Dario Di Gese e Sibó, che espongono, futuristi di Littoria Sibó e Di Gese (verso)
a firma comune, due bozzetti: La Guerra in A.O. e L’Assedio economico. Il
lavoro realizzato per la II Mostra della plastica murale dedicato alla guerra
in Africa viene utilizzato qualche mese più tardi da Sibó e Di Gese a Littoria.
Nella loro città di adozione i due pittori allestiscono tre sale dell’albergo
Littoria dedicate all’opera di bonifica delle Paludi Pontine, alla rivoluzione
delle camicie nere ed alla conquista dell’impero.
L’opportunità si concretizza grazie al gruppo rionale «Gattuso» che orga-
nizza una festa nei locali dell’Albergo Littoria a totale beneficio dell’erigenda
Casa del fascio (l’attuale Palazzo emme): «Legni, tanta faesite, fotografie,
alluminio e altro materiale leggero e di veloce installazione che doveva essere
poi distrutto alla fine della festa», Sibó e Di Gese portano a termine i lavori
seguiti anche dalla stampa che non perde occasione per elogiare gli eventi 18 Ibidem, p. 43 e segg.
della nuova città. Si legge sul «Messaggero»: «I camerati Di Gese e bossi 19
secondo la loro estrosa genialità futurista vi han lavorato attorno con abilità domani sera, in «Il Messaggero», 3 febbraio
Vita e opere di Littoria. La grandiosa festa di
Duce trebbia il primo grano di Littoria, Le strade dell’Agro Pontino; Farfa: Tenerezze
cento in Provincia di Latina, presenze e testimo-
nianze, latina, edizioni artistiche agro, 1994.
Sabaudia 3 maggio 1936, I Mostra d’arte della provincia di Littoria. Marinetti con la figlia Vittoria tra i visitatori
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fresatorie; Carta: Lynotipe politiche 937, Manifesto di Stato n. 1; Masnata, Inciden-
te stradale. Il violinista Carlo brizzi eseguì alcune sintesi musicali: Accensioni
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cultura e costume, Firenze, Loggia dei Leoni,
Anni Tenta, ritratto di un decennio tra politica,
Filippo tommaso Marinetti in una cartolina fotodinamica di Anton Giulio bragaglia ernesto Michahelles thayaht, Targa antisan-
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thayaht (ernesto Michahelles), cartolina Damiano Damiani, Il bonificatore, disegno pubblicato sulla
postale, 1929 «rivista illustrata del popolo d’Italia», gennaio 1933
34
b. buzzi, Il solco fascista, disegno pubblicato sulla Gerardo Dottori, Sala delle realizzazioni alla
«rivista illustrata del popolo d’Italia», marzo 1934 Mostra della rivoluzione fascista, 1932
35
ritaglio di stampa da «II Messaggero», 2 maggio 1936
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ritaglio di stampa da «II Messaggero», 5 maggio 1936
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Pierluigi bossi, Sabaudia, olio esposto alla I
Mostra d’arte della provincia di Littoria, Fausto Maria Caruso, particolare della Sala di Littoria alla I Mostra d’arte
maggio 1936 (foto Istituto Luce) della provincia di Littoria, maggio 1936 (foto Istituto Luce)
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Giacomo balla, Figlia del sole, olio esposto
Sabaudia 3 maggio 1936, I Mostra d’arte della provincia di Littoria, alla I Mostra d’arte della provincia di Litto-
Marinetti davanti al dipinto di Giacomo balla Figlia del sole (ritratto di benedetta) ria, maggio 1936
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ritaglio di stampa da «II giornale d’Italia», 18 maggio 1937
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Premio letterario «Sabaudia», II Mostra d’arte della Provincia di Littoria, Copertina del catalogo della II Mostra d’ar-
regolamento per l’ammissione, 1937 te della Provincia di Littoria, 1937
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La sala dell’albergo Littoria dedicata alla Littoria febbraio 1937, Sibó a destra sulla scala durante l’allestimento di una sala
Conquista dell’Impero (foto eredi bossi) dell’albergo Littoria dedicata alla Marcia su roma (foto eredi bossi)
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Littoria febbraio 1937, Dario Di Gese, al centro sull’impalcatura, durante l’allestimento di una sala Dario Di Gese, Ritratto del pittore
dell’albergo Littoria dedicata alla Conquista dell’Impero, Sibó è il primo in basso a destra (foto eredi bossi) futurista Sibó, olio su compensato
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