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A SCUOLA NELLA LESTRA.

ISTRUIRSI IN TERRA PONTINA PRIMA DELLA BONIFICA


ELEONORA GUGLIELMAN

La vita nelle Paludi pontine nei primi del 900


Novembre 1921: alla presenza dellonorevole Corbino, ministro della Pubblica Istruzione, inaugurato ledificio della scuola di Casal delle Palme, a pochi chilometri da Cisterna, nel territorio delle Paludi pontine; la scuola sorge lungo la via Appia, l dove nel 1911 era stata istituita in una capanna di legno la prima scuola delle Paludi. Al suo interno adorna dei dipinti murali di Duilio Cambellotti: ledificio, infatti, stato disegnato per assolvere alla duplice funzione di luogo distruzione e di tempio commemorativo, per tramandare ai posteri la figura delliniziatore dellopera educativa in quelle zone impervie e devastate dalla malaria. Davanti al ministro i rappresentanti dellistituzione Scuole per i contadini dellAgro romano e delle Paludi Pontine scoprono una lapide in marmo recante liscrizione:
Perch il contadino del Lazio salisse dalla miseria della sua vita alla dignit di cittadino e di libero coltivatore redimendo con s la sua bella e ferace terra asservita nel latifondo flagellata dalla malaria GIOVANNI CENA percorse queste campagne diffondendo la luce dellalfabeto e per al nome benedetto di LUI sintitola questa Casa della Scuola sorta per volere e concorso di popolo qui dove umile nel MCMXI saperse la prima Scuola per i Contadini delle Paludi Pontine1.

Oggi della scuola di Casal delle Palme restano soltanto le macerie2. A testimonianza dellopera di Cena e dei suoi amici e collaboratori che animarono lassociazione educatrice
* Saggio gi pubblicato nel volume collettaneo Da un secolo allaltro. Contributi per una storia A. Marcucci, La Casa della Scuola, Roma, ed. Le Scuole per i Contadini dellAgro Romano, 1925, p. 26. 2 I dipinti di Cambellotti sono conservati nel Museo Storico della Didattica di Roma. Il Museo fu istituito per la prima volta nel 1873 come Museo Pedagogico dal ministro della Pubblica Istruzione Ruggero Bonghi, allo scopo di fornire materiale di studio a coloro che attendevano allistruzione pubblica. Lattuale Museo conserva il materiale documentario dellEnte Scuole per i Contadini dellAgro romano e delle Paludi pontine, avendone acquisito il fondo il 18 marzo 1986; ci nonostante i materiali darchivio non sono visionabili: fotografie, epistolari, verbali, registri e documenti scolastici rimangono accatastati nei magazzini o risultano irreperibili, e alla richiesta di poterli visionare sono opposti imbarazzati dinieghi. La deplorevole situazione della mancata consegna del fondo dellEnte allArchivio di Stato di Latina, denunciata gi da Paolo Cardoni nel 1986, tanto pi grave se si considera che il fondo contiene informazioni sulle scuole non reperibili altrove, come confermano i dirigenti dellArchivio di Stato di Latina, e come abbiamo avuto modo di appurare personalmente
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2 rimasta la scuola elementare di Lestra di Cocuzza, situata in quella che allora era la Selva di Terracina, oggi Parco nazionale del Circeo: nelledificio, fedelmente restaurato, ha sede un museo che documenta lattivit dellEnte Scuole per i Contadini e dellIstituto Nazionale Antimalarico per il Risanamento della Regione Pontina. Lassociazione Scuole per i contadini dellAgro romano e delle Paludi Pontine era nata nel 1908 ad opera di Giovanni Cena, letterato e poeta e fondatore, nel 1906, della prima scuola rurale dellAgro romano, del maestro Alessandro Marcucci e del malariologo di fama Angelo Celli, impegnato assieme alla moglie Anna in unopera educativa e sanitaria nel tentativo di debellare la malaria dalle zone paludose dellAgro romano e pontino3. Nelle scuole rurali era impartita uneducazione sanitaria sulla prevenzione e la cura della malaria, nel tentativo di scoraggiare il ricorso a rimedi casalinghi inutili quanto impropri; medici, maestri, parroci, societ operaie e cooperative di lavoratori si prodigavano nella propaganda antimalarica. Lattivit contro lanalfabetismo nelle zone rurali si giovava, in quegli anni, dellimpegno filantropico e umanitario di associazioni private, la cui crescente presenza nel campo educativo convinse il governo ad intervenire, facendosi coordinatore delle iniziative sempre pi numerose. Si fece dunque strada lidea di istituire un organo autonomo, ma controllato e finanziato dallo Stato, che regolasse e incoraggiasse lattivit delle varie associazioni; il ministro della Pubblica Istruzione Baccelli segn un primo passo con la legge 2 settembre 1919, che istituiva lEnte per listruzione degli adulti, mai divenuto operante; in seguito il suo successore Corbino, con la legge 28 agosto 1921, diede vita allOpera contro lAnalfabetismo, che raggruppava le associazioni, elevate nel frattempo a dignit di enti morali e dava loro mandato di aprire scuole diurne, oltre che serali e festive. LOpera era diretta e amministrata da un comitato di otto membri, quattro di nomina ministeriale e quattro in rappresentanza delle associazioni. Queste ultime erano LAssociazione Nazionale
consultando, dopo ripetute insistenze, lelenco dei documenti del fondo conservati nel Museo. Cfr. P. Cardoni, La scuola dellAgro Pontino dal primo 900 ad oggi, in Scuola e Citt, 30 giugno 1986, pp. 193-208. 3 Trasformare la terra, s, ma trasformare di conserva i costumi, e per ci gli animi: allinsegna di questo proposito si svolse lattivit nelle scuole rurali di Marcucci e dei suoi accoliti, che interpretavano cos la necessit di educare e istruire i contadini: Ricordiamoci di due fatti essenziali che si verificano presso le primitive popolazioni a cui la scuola rurale rivolge le sue cure; i contadini, e in genere tutti gli altri lavoratori del braccio, guidati da un senso elementare di economia del tempo, vogliono imparare presto cose tangibili ed utili; la vita semplice, e bene spesso primitiva, che essi conducono, riduce a poco, in un primo stadio della loro trasformazione interiore, le esigenze e le necessit del sapere fondamentale; usi, abitudini, modo di vita, aspirazioni, destini, sono per ora limitati e ben definiti per essi. [...] Ricordiamoci che quando il nostro contadino sa leggere, ha fatto sulla via del sapere un passo assai pi lungo di quello del cittadino. Il programma didattico, dalla Relazione sulle Scuole per i contadini dellAgro romano e delle Paludi pontine di Alessandro Marcucci, Roma, Le Scuole per i contadini dellAgro romano, 1925, p. 7. LAssociazione inizi a operare nel 1905, come iniziativa di una sezione dellUnione Femminile Italiana presieduta da Anna Celli.

3 per gli Interessi nel Mezzogiorno (ANIMI), con delega per Calabria, Sicilia, Basilicata e Sardegna; le Scuole per i Contadini dellAgro Romano e delle Paludi Pontine, con delega per Toscana meridionale, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo; il Consorzio Nazionale Emigrazione e Lavoro, con delega per Campania e Molise, e la Societ Umanitaria, con delega per le Puglie. La zona delle Paludi si estendeva per buona parte del Lazio meridionale, dai monti Lepini e Ausoni alla riva del mare, nella zona litoranea dei comuni di Cisterna, Sezze, Piperno, San Felice Circeo, Sermoneta e Terracina. La popolazione era formata quasi esclusivamente da avventizi, che scendevano dalle zone montane limitrofe in autunno per praticarvi le attivit di caccia e pesca, raccolta di legna e carbone, pastorizia, allevamento di bestiame, qualche coltivazione l dove il terreno lo permetteva; alcuni, come falciatori, mietitori e trebbiatori, scendevano in occasione del raccolto e si trattenevano per poche settimane. Con i primi caldi e il sopraggiungere delle zanzare gli avventizi abbandonavano le paludi, nelle quali la malaria che imperversava non permetteva la sopravvivenza. La forma di malaria detta perniciosa, in particolare, era quasi sempre mortale e mieteva ogni anno migliaia di vittime, e la stessa popolazione nomade non ne era risparmiata; nel 1927 la popolazione stanziale nel territorio pontino era di 937 unit, mentre gli altri, gli avventizi, scendevano nelle paludi durante le stagioni invernali4. Oltre la malaria, nelle paludi vi erano condizioni di vita assai arretrate, analfabetismo, metodi di lavoro arcaici e unestrema assenza digiene; prima dellopera di Celli e Marcucci nella palude non vi erano n chiese, n scuole, n medici. Gli avventizi per sei-otto mesi lanno vivevano nelle lestre: cos erano chiamate le radure recintate, senza alberi, che emergevano dalle zone acquitrinose delle selve, in cui venivano costruite le caratteristiche capanne di legno (o paglia) e fango, con una sola apertura sul tetto per far entrare laria e far uscire il fumo del fuoco che vi si accendeva allinterno, e potevano ospitare in un unico ambiente parecchie persone. Nel 1925 nella selva marittima di Terracina furono censite 63 lestre: quella di Cocuzza, grande venti ettari, ospitava sedici famiglie per un totale di 72 persone, ed era una delle pi estese5.
La malaria, la malaria, cera dappertutto, perci destate la gente sfollava, saliva da qui e se ne andava nei paesi di montagna. Massimo alla fine di maggio, met giugno, la gente se ne andava e tornava a fine settembreottobre, diciamo, e dopo un po di giorni che
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Il museo La malaria e la sua storia a Pontinia (LT) raccoglie le tavole originali esposte dal Comitato Provinciale Antimalarico di Littoria nella Mostra Nazionale delle Bonifiche del 1938, grafici, manifesti, mappe e fotografie, oltre a una raccolta documentaria di articoli di giornali; sul posto inoltre possibile visionare alcuni filmati depoca, tra cui La Zanzara, del 1935; Anopheles, del 1950; Dallacquitrino alle giornate di Littoria, del 1934. 5 A. Folchi, LAgro Pontino 1900-1934, Roma, Regione Lazio, 1994, p. 55n.

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stavamo qui iniziavamo la scuola. Io la malaria lho avuta due volte, mi curavano con le iniezioni di chinino, sono stato ricoverato allospedale di Sabaudia, avevo 13 anni. Poi lho ripresa unaltra volta nel 45. Ma non era la perniciosa...era la malaria che di giorno ti veniva la febbre alle due, fino alle due del giorno dopo, quando a quellora staccava...durava, durava molto, e poi iniziava sempre a freddo. Mi ricordo quella volta stavamo a cacciare la legna l lungo la Medianaera agosto, mi ricordo faceva un caldomi prese un freddo, credevo di morire! Avevi voglia di bere acqua perch quando sentivi quel calore, cio il calore che faceva durante il caldo, poi dopo questo freddo qua, era un macellopoi dopo ti passava quando la febbre sera messa a livello, allora il freddo ti passava per durava dodici ore6.

Linsediamento della Croce Rossa, nel 1906, permise la costituzione di tre ambulatori sulla via Appia e delle prime scuole contadine. Il chinino, fabbricato dallo Stato, era distribuito senza ricetta medica, a costi contenuti, e gratuitamente ai poveri e ai coloni e operai che lavoravano nelle paludi; al tempo stesso venivano studiati altri rimedi, come lintroduzione della gambusie, i minuscoli pesci di origine australiana che si nutrono di larve di zanzare. A Nettuno fu istituita, nel 1918, la Scuola di malaria, dove si istruivano istruiti medici, infermieri e maestri elementari7. Nel 1921 era sorto lIstituto Nazionale Antimalarico per il risanamento della Regione Pontina, finanziato dalla Societ Bonifiche Pontine, dal Banco di Roma e dalla Societ Agricola Italiana; lanno successivo lIstituto, elevato ad ente morale, inizi la sua attivit aprendo le due stazioni sanitarie di Quadrato (dove alcuni anni dopo sarebbe sorta la citt di Littoria, lodierna Latina) e di Colonia Elena; dal 1933 lintero servizio sanitario pass sotto la direzione della Croce Rossa. I primi tentativi di bonifica dellAgro pontino risalivano allepoca romana, quando fu iniziata unopera di prosciugamento della zona limitrofa allAppia antica, e furono ripresi solo dallo Stato pontificio, sotto il pontificato di Leone X (1513-1521), con un progetto di Leonardo da Vinci, la cui realizzazione non venne condotta a termine, e con i suoi successori, in particolare Sisto V, Pio VI e Pio IX8. Nel 1899 fu promulgata la Legge sulle bonifiche, che divideva in due categorie le opere di bonifica, a seconda dellurgenza dellintervento: le paludi pontine furono incluse nella prima, e per il risanamento furono stanziati 3 milioni e
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Testimonianza di Umberto Pagliaroli, nato nel 1921, alunno della scuola elementare di Lestra di Cocuzza alla fine degli anni20, intervistato nellaprile 2000. Lintervista si svolta nei locali della ex scuola di Lestra di Cocuzza nellambito delle attivit di un seminario su Scuola e fascismo nellAgro pontino, organizzato nella.a. 1999-2000 dalla I Cattedra di Pedagogia Generale dellUniversit La Sapienza di Roma, Dipartimento di Ricerche Storico-filosofiche e Pedagogiche, e coordinato da Eleonora Guglielman e Paolo Finn con Fausto Benedetti e Marco Guspini. Il video, disponibile presso il Laboratorio di Pedagogia della cattedra, comprendeva anche la testimonianza del fratello di Umberto, Francesco, nato pochi anni dopo (1924) e anche lui allievo della scuola quando era gi stata edificata in muratura. 7 A. Folchi, LAgro Pontino 1900-1934, cit., p. 62. 8 Liceo Scientifico A. Meucci, Aprilia. Alla ricerca delle radici, Formia, Amministrazione Provinciale di Latina, 1989, pp. 19-22.

5 mezzo di lire9. Si succedettero cos una serie di iniziative destinate a non avere seguito, fra cui il progetto Intze, mai realizzato, proposto da un professore berlinese che intendeva procedere allopera di bonifica integrata con il miglioramento agrario tramite luso poderoso di fertilizzanti chimici. Nel 1918 lo Stato liberale intervenne nei tentativi di bonifica istituendo la Societ per le Bonifiche Pontine, che annoverava tra i suoi soci Guido Clerici, la famiglia Caetani, il Banco di Roma, il tecnico Angelo Omodeo, i funzionari Carlo Petrocchi ed Eliseo Dandolo e si prefiggeva lo scopo di effettuare la bonifica e sistemazione idraulica e la redenzione igienica, in collaborazione con lIstituto antimalarico. Il progetto non fu mai tradotto in pratica e la Societ fu liquidata nel 1931 e i suoi terreni assegnato allOpera Nazionale Combattenti (ONC).

La lotta alla malaria e allanalfabetismo


Se si dicesse, a proposito della Scuola rurale, che il benessere e la prosperit della nostra Patria dipendono dal grado distruzione dei contadini, cio della grande maggioranza dei cittadini italiani, e che per questo ai maestri italiani, e in special modo quelli delle scuole rurali, affidato un compito importante ed elevato nella vita nazionale, si direbbe una grande verit che, ormai, cos ripetuta, rischia di sembrare un luogo comune10.

La legge Casati (1859) distingueva tra scuole urbane e scuole rurali e tra scuole di I, II e III categoria; il corso inferiore era di due anni, a cui si aggiungeva un altro biennio di corso superiore nei Comuni con pi di 4000 abitanti o in cui vi fosse una scuola media. Le scuole che non rientravano nelle categorie succitate erano denominate scuole non classificate, e in esse rientravano le scuole comunali dei comuni o borgate con meno di 500 abitanti e scuole aperte solo una parte dellanno. Ogni scuola poteva raggiungere un tetto massimo di 70 allievi, e vi era la possibilit di formare una scuola di grado inferiore, almeno per una parte dellanno, fra comuni limitrofi in borgate o frazioni di Comuni distanti dalle scuole comunali, purch vi si iscrivessero almeno 50 alunni11.

F. Vochting, La bonifica della pianura pontina, Roma, Sintesi, 1990, pp. 10-11. A. Marcucci, La scuola rurale e il suo maestro. Relazione al I Convegno dei Maestri dAbruzzo Aquila 16-18 novembre 1923, Aquila, Officine Grafiche Vecchioni, 1924, p. 3. 11 La differenziazione tra scuole determinava una disuguaglianza fra gli stipendi dei maestri: nel corso inferiore delle scuole aperte per sdoppiamento della principale, la quale aveva superato i 70 alunni, erano previsti i sottomaestri, R.D. 13 novembre 1859, n. 3725.
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6 Nelle Paludi Pontine fino al 1911 non esistevano scuole. I maestri che per primi giunsero in palude erano quasi dei missionari, che vivevano nelle capanne dei lestraioli e li seguivano nei loro spostamenti. Angelo Celli era convinto che la lotta alla malaria iniziasse dallopera di alfabetizzazione, e che combattendo i pregiudizi e lignoranza si potessero migliorare le condizioni sociali, oltre che igieniche, dei lestraioli12. Una vasta opera di edilizia scolastica contraddistingueva lattivit dellEnte, nelle cui Relazioni si biasimava lo stato degli edifici scolastici rurali, spesso sudici e indecorosi, a volte adattati da stalle e locali in disuso che offrivano al visitatore uno spettacolo di desolazione e abbandono:
[...] La Casa della Scuola deve adattarsi ed adeguarsi, da luogo a luogo, al vivere civile delle popolazioni rurali; deve a grado a grado ampliarsi, abbellirsi, perfezionarsi, secondo il progressivo elevarsi di tono delle condizioni locali, iniziando la sua vita con quel minimo indispensabile e possibile di igiene, di decoro, di grazia, di comodit, ch lecito chiedere ed ottenere dovunque13.

Nelle scuole dellEnte ligiene e lordine erano osservati con grande scrupolo, al punto da indurre Marcucci, nel Programma didattico, a caldeggiare il licenziamento degli insegnanti che avessero trascurato tali regole e non avessero educato i propri allievi alla pulizia, ancorch il risultato didattico fosse soddisfacente14. Gli insegnanti nelle scuole dellAgro (in maggioranza donne) erano tutti volontari, la maggior parte dei quali lavorava la mattina nelle scuole urbane e la sera e i giorni festivi nelle rurali, con retribuzioni assai modeste: gli stipendi erano inferiori a quelli dei maestri delle scuole urbane, e in pi, in base alle divisione delle scuole in categorie, quelle rurali erano considerate non classificate, denominazione usata per le sedi povere e disagiate aperte in comuni o borgate con meno di 500 abitanti o funzionanti per una sola parte dellanno scolastico. Nel 1923 le scuole non classificate, giudicate di scarso rendimento, furono affidate agli Enti Delegati, che dovettero farsene carico. Malgrado ci gli insegnanti non mancavano: scelti e nominati dallEnte Scuole per i Contadini, venivano incaricati per tre anni, dopo i quali acquisivano la titolarit. La militanza nellEnte costituiva per loro una sorta di tirocinio, poich dopo 5 anni
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Nel 1923 a Fara Sabina, nella colonia permanente della Croce Rossa, si svolse un incontro fra i medici e i maestri delle Scuole per i contadini dellAgro romano e delle Paludi pontine; in quelloccasione si deliber la costruzione di una serie di ambulatori accanto alle scuole. 13 La casa della Scuola, dalla Relazione sulle Scuole per i contadini dellAgro romano e delle Paludi pontine di Alessandro Marcucci, Roma, Le Scuole per i contadini dellAgro romano, 1925, p. 7 (corsivo nel testo). 14 Il programma didattico, cit., pp. 68-69. Le istruzioni raccomandavano di spolverare, spazzare, lavare vetri e pavimenti con frequenza giornaliera e settimanale, mantenere in buono stato gli arredi, abbellire laula con fiori sempre freschi, tenere in bellordine i materiali scolastici e quelli usati per i lavori di giardinaggio, ecc. (ivi, pp. 69-73).

7 di servizio quanti di loro partecipavano ai concorsi pubblici magistrali avevano la sicurezza di poter contare sulla met dei posti messi a concorso, che veniva riservata a loro di diritto; gli anni di servizio nellEnte, inoltre, valevano come anzianit15. A partire dal 1924 la preparazione degli insegnanti si svolse in corsi estivi della durata di 45 giorni; i programmi includevano le materie di agraria, igiene dellinfanzia e pronto soccorso, applicazioni didattiche, religione, cultura fascista, e si organizzavano convegni didattici e gite di istruzione magistrale. I corsi di perfezionamento si svolgevano presso la Scuola agraria femminile di Niguarda (Milano), quella della Cascine (Firenze), e, dopo il 1928, la Scuola agraria femminile fascista di S. Alessio, nellAgro romano. Linsegnante rurale, affermava Marcucci, doveva possedere delle nozioni di agraria e igiene, in particolare infantile, ed essere in grado di sopperire alla mancanza del presidio medico somministrando cure elementari nei casi urgenti e praticando una profilassi di base nei confronti di malattie che imperversavano nelle campagne, quali la malaria e la tubercolosi, e le malattie infettive16. LEnte gestiva anche degli asili dinfanzia rurali, il primo dei quali istituito nel 1910 a San Cesareo, nellAgro romano, presto seguito da altri asili nella zona delle Paludi. In essi si distribuivano una refezione calda, i grembiuli e a volte gli indumenti per i bambini, medicine e ricostituenti; i bambini erano periodicamente sottoposti a visite mediche e, se occorreva, mandati alla colonia elioterapica di Terracina per le cure marine. Gran parte degli asili seguivano il Metodo Montessori. La prima scuola nelle Paludi Pontine, istituita a Casal delle Palme, ospitava inizialmente solo dei corsi serali per adulti analfabeti. Nel 1912 le scuole nel territorio erano gi divenute diciotto; nel 1929 si contavano 46 scuole dellEnte nellAgro Romano e 34 nellAgro Pontino17.
Lorario era dalle otto alluna. Cera mezzora di ricreazione al giorno; qua fuori al giardino a giocare, poi si rientrava a scuola. Il maestro era severo, aveva la bacchetta: mettevamo le mani cos e certe briscole dava O in ginocchio dietro alla lavagnaa scuola si sa com Usavamo il materiale che ci davano a scuola, libri, quaderni, penne, ci portavamo la roba a casa; per mangiare ci portavamo un paninetto, poi il giorno uscivamo fuori qui Avevamo i grembiuli, per naturalmente i genitori nostri, le mamme pensavano loro a mandarci per bene a scuola puliti. Tutti gli anni facevamo un esame, cerano le insegnanti che stavano qui sul posto, dopo venivano quelle di Colonia Elena e quelle della Nespola e il direttore La prova
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A. Marcucci, La scuola di Giovanni Cena, Torino, Paravia, 1951, pp. 116-117, 123. A. Marcucci, La scuola rurale e il suo maestro, cit., p. 5. 17 Le Scuole per i Contadini dellAgro Romano e delle Paludi Pontine, Relazione (1913-1928), Roma, 1929, p. 16.

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scritta, la lettura, la storiatutto l era... uninterrogazione... la ginnastica la facevamo pure, s qualcosa... avevamo il pallone di stoffa, qua fuori pureallora non si capiva nientegiocavamo cos, per. Si era obbligati ad andare a scuola: anche se tanti ragazzi, come gi i genitori nostri, non potevano, non ce li mandavano a scuola perch servivano per lavorareperla scuola era importante, anche allora i genitori che avevano un po di cervello, diciamo, cercavano di mandare i figli a scuola anche se loro erano analfabeti. 18.

La scuola di Cocuzza
La scuola a Lestra di Cocuzza fu attivata nel 1914. Inizialmente era una capanna come le altre, adibita a scuola, in cui si svolgevano le lezioni per i bambini e i corsi serali e festivi per gli adulti. Spesso i maestri dovevano percorrere parecchi chilometri per raggiungere le scuole che si trovavano situate nelle selve o nelle campagne isolate; a volte, come era il caso di Cocuzza, abitavano in una capanna nella lestra o nella scuola stessa. I pi disagiati erano senza dubbio i piccoli allievi, che percorrevano chilometri a piedi, ogni mattina, per recarsi a scuola.
Sono stato l alla capanna un anno, era il 28, perch dopo, il 29, siamo passati nelledificio. Avevo tredici anni, dopo ho finito perch feci la terza e ho passato in quarta, ho finito l. Nella capanna cerano la lavagna, i banchi; poi quando siamo venuti qua, nelledificio, era tutto nuovotutta una cosa diversa. Dentro la capanna era cos, faceva freschetto, ma eravamo in parecchi, cera la paglia, non era tanto freddo, si stava bene, con tanti ragazzi, diciamo, si manteneva abbastanza calda. Nella scuola non cera la luce elettrica, noi sempre di giorno venivamo a scuola. Nella capanna mi ricordo cera lacetilene a carburo. I bagni, i servizi igienici, erano molto rudimentali, diciamo per andare al bagno si doveva uscire fuori19.

La costruzione delle scuole rurali godeva di diversi tipi di sovvenzionamento: a volte era a totale carico dellEnte, altre volte dei proprietari dei terreni e degli abitanti della zona che si autotassavano; poteva essere sussidiata dallo Stato o usufruire di altri tipi di finanziamenti. La scuola di Lestra di Cocuzza fu istituita in un piano di generale incremento delle scuole dellEnte con sussidi da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, Ministero dellAgricoltura, Comune di Roma, Provincia di Roma, Banca dItalia 20. Nella seduta del 29 ottobre 1920 Marcucci dichiarava aperte 16 scuole a corso diurno, tra cui la scuola di Lestra

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Testimonianza di Umberto Pagliaroli, cit. Testimonianza di Umberto Pagliaroli, cit. 20 Nel biennio 1913-15 furono stanziate complessivamente L. 464 per la costruzione delle capanne di Rivo, S. Donato, Cocuzza e delledificio di Concordia. Museo della Didattica, Bilanci del Comitato per le Scuole dei contadini, 1913-1915.

9 di Cocuzza, con maestra Lina Berbieri21; nel 1926 lIstituto Nazionale Antimalarico per il Risanamento della Regione Pontina promosse la fondazione di una scuola con annesso ambulatorio nella selva di Terracina. La capanna fu cos sostituita da un edificio in muratura, progettato dallingegnere P. Bellini, alla cui costruzione contribuirono la Prefettura e la Provincia di Roma, nonch il Comune di Terracina, che dava un contributo annuo per lambulatorio22. La scuola, assieme ad altre tre, da principio dipendeva dallambulatorio della Colonia Elena23, successivamente dallIstituto Antimalarico pontino24 , e veniva coordinata didatticamente dallEnte Scuola per i Contadini. La documentazione dellIstituto Antimalarico del 1932 ci informa che a Lestra di Cocuzza vi erano un cursore, un cavallo, un calesse e una bicicletta; il cursore, una sorta di ufficiale sanitario che si limitava a dispensare il chinino e fornire assistenza di primo soccorso ai malati di malaria e in altre evenienze, risiedeva nellambulatorio e possedeva una particolare istruzione sulla malaria e sulle cure mediche di urgenza; se nellambulatorio era presente anche il medico, il cursore si limitava ad effettuare i prelievi di sangue presso le abitazioni dei malati25.
Cera un infermiere, abitava qui con la moglie. Da solo gestiva linfermeria e il dottore veniva saltuariamente. Perch il dottore abitava a Colonia Elena, l cera un ospedaletto, e lui abitava l, per spesso veniva con la motociclettala city-car, veniva qui... passava in mezzo al bosco. Curava a noi della scuola, per linfermiere aveva il dovere di passare per le case, e distribuiva il chinino per paura della malaria. Se cera qualcuno malato lo portavano a Colonia Elena dove cera il medico, oppure a Terracina. La Croce Rossa veniva qui a scuola, ci visitavanoveniva il dottor Maronci, ci visitava, dava delle cosedelle pasticche, chinino era chiamato. Ce lo dava la mattina linfermiere qui alla scuola... e olio di merluzzo26

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Archivio di Stato di Latina, Verbali del Comitato delle scuole dei contadini. Nella Relazione del Direttore tecnico dellIstituto antimalarico G. Sanarelli al Medico provinciale L. Sirleo (Roma, 19 maggio 1926) veniva evidenziata la necessit di aprire e rendere efficienti i nuovi ambulatori: S. Donato, in funzione da Febbraio 1926; Caronte, in funzione da Giugno 1926; Lestra di Cocuzza, uno dei massimi agglomerati di capanne della Selva di Terracina; questo posto sanitario richiede la costruzione di uno speciale edificio che si ritiene potr essere pronto per il 1 Dicembre del corrente anno. Archivio di Stato di Latina, documentazione del Consorzio della Bonifica di Latina. 23 Cos risulta nella Relazione sanitaria del Direttore dellAmbulatorio di Colonia Elena, Gustavo Fo (periodo marzo 1925 - aprile 1926); le altre scuole erano Colonia Elena, Scafa di Ponte e Lestra Arduino. Archivio di Stato di Latina, documentazione del Consorzio della Bonifica di Latina. 24 Le Scuole per i Contadini dellAgro Romano e delle Paludi Pontine, Relazione (1929-1931), Roma, 1931, p. 29. NellArchivio di Stato di Latina sono conservati alcuni documenti relativi ai bilanci degli anni dal 1929 al 1932, in cui sono registrate le spese per i lavori di sistemazione delledificio adibito a scuola e ambulatorio di Lestra di Cocuzza; dai bilanci desumiamo linformazione che nelledificio vi erano, nel maggio 1931, sette ricoverati. Il Bilancio del 1929 mostra che i maggiori sussidi venivano dal Ministero dellEducazione nazionale (L. 49.005,95), seguiti da quelli del Ministero dellAgricoltura (L. 30.000) e del Comune di Terracina (L. 20.000). 25 Archivio di Stato di Latina, documentazione del Consorzio della Bonifica di Latina. 26 Testimonianza di Umberto Pagliaroli, cit.

10 La scuola fu edificata in muratura nel 1927, con il patrocinio del Prefetto e del Presidente della Provincia di Roma, e un contributo annuo da parte del Comune di Terracina; liniziativa, sostenuta dallIstituto Nazionale Antimalarico per il risanamento della Palude Pontina, fu attuata grazie alla spesa sostenuta dal Consorzio della Bonifica di Piscinara27. Nelledificio scolastico era attivo un presidio antimalarico28, dipendente dalla direzione sanitaria di Colonia Elena. La stanza pi grande era adibita ad aula, nella quale si svolgevano le lezioni che, almeno per i primi anni, erano pluriclassi; la maestra abitava nelledificio stesso, nel quale un paio di stanze erano adibite ad alloggio. Lambulatorio aveva un ingresso indipendente. Il fabbricato assomigliava a molte altre strutture simili che ospitavano scuole dellEnte, progettate su disegni di Cambellotti e replicate con poche varianti, con una svettante torretta da cui risuonava la campana a richiamare gli allievi allinizio delle lezioni. Il materiale didattico (libri, quaderni, matite, penne, ecc.) era fornito gratuitamente dallEnte. Con la costruzione di Sabaudia e listituzione del Parco Nazionale del Circeo la scuola di Cocuzza fu chiusa.

Il programma didattico per il contadinello


Nella scuola rurale si tendeva a dare un insegnamento strumentale, ossia le nozioni di base di leggere, scrivere e far di conto e quantaltro potesse occorrere nella vita quotidiana; il tutto nei tempi pi brevi possibili, tenendo conto che i bambini dovevano presto abbandonare ogni forma di istruzione e dedicarsi al lavoro nelle campagne. Questo malgrado la legge Orlando avesse, fin dal 1904, reso obbligatoria listruzione fino al dodicesimo anno di et, istituendo il corso popolare, ossia la V e la VI classe del corso elementare, nei comuni con pi di 4.000 abitanti; le scuole rurali continuavano a essere distinte da quelle urbane, avevano il solo biennio inferiore e godevano di programmi speciali abbreviati, e dopo il 1923 di un calendario scolastico adeguato alle esigenze stagionali del lavoro agricolo29. La riforma Gentile introdusse nella prima classe della scuola rurale quello che era definito periodo preparatorio, che aveva la durata di circa sessanta lezioni ed era giustificato dalla necessit di attutire il brusco passaggio del fanciullo dalla vita libera e allaperto a un

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A. Folchi, LAgro Pontino 1900-1934, cit. p. 100. Il Consorzio aveva istituito delle scuole, che nel 1931 ammontavano a cinque: Doganella, Sessano, Quadrato, Foce Verde, Casal dei Pini. 28 Molte altre scuole dellAgro Romano e Pontino in quegli anni erano provviste di un ambulatorio. 29 RD 1 ottobre 1923, n. 2185, artt. 14-15 e RD 31 dicembre 1923, n. 3126, art.18.

11 ambiente chiuso e controllato, con le giornate scandite da un orario scolastico, da compiti e disciplina. Linsegnante intratteneva gli allievi per non pi di tre ore al giorno, abituandoli al lavoro scolastico attraverso il canto, i giochi, la recitazione, la ginnastica e la preghiera. Listruzione religiosa, infatti, era stata reintrodotta nelle scuole elementari come fondamento e coronamento dellistruzione elementare, e precise norme sugli arredi scolastici imponevano di esporre in classe il crocefisso, assieme ai ritratti del re e del duce30.
Si parlava dellItalia pi che altro, di storia, parlavano della guerra, diciamo del 15 -18. Ci facevano fare anche delle recite... Poi la preghiera, la mattina il Padre Nostro, tutte le mattine si faceva. Si studiava tra cartina e lavagna, era rappresentata lItalia; cera il crocefisso. Nella stessa aula facevano prima, seconda e terza tutti insieme, tutti nella stessa stanza. Quelli della prima elementare seguivano anche le altre lezionisi trovavano avvantaggiati: bastava stare in silenzio, perch allora non era tutto questo baccano che fanno adesso bastava che la maestra dava il silenzio e non fiatava nessuno. Studiavamo matematica, aritmetica, geografia, storia...fuori cera il giardino, ogni tanto si sistemavano le piante, le piantine di garofani...31.

Il periodo preparatorio dava una forte prevalenza alleducazione sensoriale32 (colori, forme, grandezza, consistenza, temperatura, peso, suono) attraverso losservazione di oggetti ed eventi; si imparava a classificare le cose secondo il genere, ad acquisire il linguaggio corretto attraverso lascolto di racconti e letture del maestro, a cantare e recitare; si apprendevano le nozioni di igiene e pulizia, cura del corpo e movimento; si facevano esercizi sulle quantit, si disegnava, ci si dedicava allorticello scolastico33. Nel programma didattico pubblicato dalle Scuole per i contadini dellAgro romano troviamo le indicazioni che Marcucci dava ai suoi maestri. La prima raccomandazione era quella di avviare lalunno allordine, alla simmetria, allequilibrio poich il bambino di campagna non conosceva oggetti che lo potessero richiamare al senso geometrico delle cose (le stesse capanne non avevano linee rette) e il foglio del quaderno era il primo oggetto lindo e squadrato che gli capitava sotto gli occhi34. La motivazione doveva servire a giustificare le interminabili pagine di aste e cerchi che i bambini erano costretti a fare per i primi mesi dinsegnamento; in realt la funzione del periodo preparatorio era anche quella di
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RD 1 ottobre 1923, n. 2185, art. 3. Leducazione religiosa doveva essere impartita dai maestri e non da religiosi. 31 Testimonianza di Umberto Pagliaroli, cit. 32 Il programma didattico, elaborato da Giuseppe Lombardo Radice, succedeva ai programmi elementari del 1905, emenati dal ministro Orlando e compilati da Orestano; erano programmi improntati a un tentativo di conciliare le due tendenze pedagogiche pi importanti del periodo, il positivismo e lherbartismo. 33 Lorto scolastico fu istituito da Baccelli nel 1898. 34 Il programma didattico, cit., p. 25.

12 trasmettere un modello di comportamento fatto di pazienza e abituare a ottenere il sapere con fatica e tempi lunghi35: pazienza soprattutto raccomandava Marcucci, riferendosi alle inevitabili proteste dei familiari nel constatare che i loro figli impiegavano troppo tempo per impadronirsi dei segreti della lettura e della scrittura; attendano i genitori ignoranti o impazienti, e ricordino che la buona raccolta vuole il terreno ben preparato36. Di grande importanza era il dettato, fondamentale per imparare i vocaboli e la loro corretta pronuncia e correggere le espressioni dialettali; in questo caso si arrivava a consigliare la traduzione orale dal dialetto, su testi di qualche buon scrittore dialettale37 (e viene da domandarsi in quanti casi si poteva contare su una tale letteratura). Nella lettura, poi, si segnalava la difficolt di dover vincere liniziale ritrosia dei contadini a leggere ad alta voce; per facilitare il pi possibile la cosa, si raccomandava di assegnare letture nelle quali gli alunni ritrovassero le cognizioni che gi possedevano, poich lapprendimento di nuove cose richiedeva un processo mentale troppo difficile per il contadinello, che possiede poche cognizioni e pochi vocaboli38. La scelta dei soggetti doveva preferibilmente riguardare lambiente e la vita degli allievi, preferendo quelli di carattere geografico, sociale, agricolo, igienico39 con nozioni di base sullagraria, da applicarsi nella pratica del campiello scolastico. I contadini, inoltre, non leggevano libri, ma si limitavano a manoscritti e giornali: di qui la necessit di abituare i piccoli allievi alla lettura reciproca dei quaderni e farli esercitare su riviste e giornalini40. Un ruolo tuttaltro che marginale era riservato, come abbiamo visto, alla pratica delligiene (e se ne pu ben comprendere la ragione): quotidianamente si doveva spolverare, spazzare il pavimento, lavare, tenere pulito e in ordine il materiale, anche perch la scuola doveva fungere da buon esempio alla popolazione. Quanto alligiene e alla cura personale, si prescriveva tra laltro il taglio corto di capelli per i bambini e per le femmine capelli ravviati e sempre raccolti in trecce41.

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Come osserva acutamente Santoni Rugiu, il periodo preparatorio doveva insegnare che lacquisto del sapere sempre una cosa lenta e necessit soprattutto di sottomissione e fiducia nella cultura ufficiale, ossia nella classe dominante che concede la diffusione del sapere. A. Santoni Rugiu, Ideologia e programmi nelle scuole elementari e magistrali dal 1859 al 1955, Firenze, Manzuoli, 1980, pp. 63-64. 36 Il programma didattico, cit., p. 38. 37 Ivi, p. 27. 38 Ibidem. 39 Ivi, p. 29. 40 Ivi, p. 28 41 Ivi, p. 72.

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Ci insegnavano ligiene, limportanza che dovevamo essere sempre puliti, i capelli tagliati; le mani, le unghie dovevano essere pulite, le unghie guai se non erano pulite. Tante volte ci facevano mettere le mani sul tavolo cos quand che passavano cera il maestro colla bacchetta. E i vestiti quello che cera, per dovevano essere puliti. Ci stavano certi dentro quai genitori facevano i carbonari, venivano un po sporchi42.

La fascistizzazione della scuola rurale


Con lavvento del fascismo anche lEnte si adegu a condividere e sostenere la politica di Mussolini allineandosi al regime, come appare evidente dai toni celebrativi di Marcucci43 sulle pagine delle Relazioni del 1913-28 e del 1929-31. Nelle scuole rurali furono introdotte le iniziative fasciste: prestito nazionale, propaganda elettorale, formazione dei gruppi Balilla e Piccole Italiane. Pur se in ritardo e con maggiori difficolt economiche rispetto ai grandi centri abitati, i bambini furono quasi completamente irreggimentati nellorganizzazione fascista e inseriti nelle legioni rurali, per un totale di 27.671 iscritti dichiarati44 nel 1928. I quaderni dei piccoli scolari, orgogliosi di essere figli dun Italia palpitante della nuova vita che il Fascismo le ha dato45, grondavano di espressioni di lode al duce e al fascismo, cos come accadeva in tutte le scuole dItalia, e intere pagine di esercizi calligrafici ripetevano, luna accanto allaltra, le parole Dio e Duce. Nel 1932-33 il tesseramento allOpera Nazionale Balilla (ONB) divenne obbligatorio, e lanno successivo i tesserati erano l81% degli iscritti alle scuole dellEnte, ossia 35.000 alunni su un totale di 44.000; lEnte e i proprietari della zona fornivano ai pi poveri le divise46. Nel 1935 il Ministero dellEducazione Nazionale revoc le deleghe per le scuole rurali affidandole allONB: allEnte restavano solo 79 scuole nellAgro romano, fino al 1938, anno in cui tutte le deleghe furono definitivamente revocate.

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Testimonianza di Umberto Pagliaroli, cit. Epper queste scuole, allorch BENITO MUSSOLINI nel memorabile discorso dellascensione dellanno V segn con alta e lucida parola le mete da raggiungere dalla nostra gente rurale ridonata a dignit e prosperit di vita, quale fu un tempo, romanamente, provarono la pi intima gioia, considerando quella parola il vero, ambito premio allopera da esse instancabilmente e tacitamente fornita. E nel loro devoto fervore accostarono la voce del DUCE a quella che sempre sommessa risuona loro nel cuore, del Poeta canavesano, che present e prepar la redenzione del nostro contadino. A. Marcucci, Le Scuole per i Contadini dellAgro Romano e delle Paludi Pontine, Relazione (1913-1928), Roma, 1929, p. 16. 44 quanto risulta dalla succitata Relazione, p. 27. 45 Le Scuole per i Contadini dellAgro Romano e delle Paludi Pontine, Relazione (1929-1931), Roma, 1931, p. 51. 46 P. Cardoni, La scuola dellAgro Pontino dal primo 900 ad oggi, Scuola e Citt, n. 5/6, giugno 1986, p.202.

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Mi ricordo in quarta elementare a Sabaudia cera una maestra che il marito stava in Africa, era il periodo della guerra dellAfrica Orientale...1936.... noi sapevamo dalla A alla Zeta dellAfrica, gli spostamenti di suo marito, tutto il periodotutto. Ci spiegava che si trovavano ad Addis AbebaAmba Alagi, Amba Aradamtutti quei paesetti... insomma noi sapevamo a memoria tutto. La storia di Mussolini bisognava seguirla per forza, era il periodo di dittatura e del regime dicevano sempre beneguai se qualcuno si permetteva di dire una parola contraria. Io, specie da Giovane Fascista quando ho cominciato a Sabaudia, il sabato dovevamo fare listruzione al pre-militare, nel 34-35. Io ho cominciato da Avanguardista, poi da Giovane Fascista. Non esisteva il sabato Fascista in questa scuola [a Lestra di Cocuzza], poi una volta trasferiti a Sabaudia, allora allora hanno cominciato a venire su il sabato si doveva andare per forza a fare il pre-militare, cos lo chiamavano, e l funzionava pure abbastanza bene. Ci insegnavano a marciare, cera linaugurazione di Aprilia, si doveva andare allinaugurazione di Aprilia; poi quella di Pomeziasi doveva andare a Pomezia! La divisa era fornita dallOpera Nazionale Balilla, ma le scarpe no. Siccome a Sabaudia cera la scuola marinaretti, allora anzich da Balilla cera la divisa da marinaretti. La scuola stava dove c la scuola forestale adesso, cera la scuola marinaretti; poi addirittura un Istituto diventatoCantavamo le canzoni fasciste, solo quelle si cantavanole dovevamo cantare in ogni occasione, sempre. Alle inaugurazioni facevamo la sfilata Aprilia me la ricordo benecera il Duce che stava sul balcone e noi abbiamo fatto la sfilata sottopioveva pure, quella volta! 47

La bonifica integrale e la costruzione delle citt nuove


Con la legge 18 maggio 1924 il governo si impegnava a realizzare opere pubbliche e di bonifica agraria; quattro anni pi tardi la legge Mussolini stanziava sette miliardi di lire per il progetto della bonifica integrale, presentata dal regime come una poderosa opera per il risanamento dei territori malsani e la loro riconversione in zone agricole produttive. Lanno successivo fu istituito il Sottosegretariato della Bonifica Integrale, presieduto fino al 1935 da Arrigo Serpieri. I lavori iniziarono nel novembre 1931 e furono affidati allOpera Nazionale Combattenti (ONC), proprietaria di circa 10.000 ettari nella zona delle paludi, che espropri 15.000 ettari di terreno acquisendoli dallIstituto dei Fondi Turistici e dalla Societ delle Paludi Pontine. Furono impiegati sessantamila uomini, la maggior parte dei quali proveniva dalla pianura padana, ingaggiati con contratti temporanei; molti di loro perdevano la vita negli incidenti provocati dalle dure condizioni di lavoro, o si ammalavano di malaria ed erano costretti a tornare nei paesi di origine, ai quali la miseria e la disperazione li avevano strappati per accettare lemigrazione nelle zone malsane e acquitrinose. Prima che fosse ultimata la bonifica, lONC assunse lincarico della colonizzazione delle terre redente dellAgro Pontino: gi nellottobre 1932 i primi coloni, provenienti dal Veneto e
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Testimonianza di Umberto Pagliaroli, cit.

15 dal ferrarese, si insediavano nei poderi. Le famiglie erano selezionate dai sindacati fascisti dei lavoratori agricoli e dalle autorit locali, sotto il controllo del Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione interna, istituito nel 1931 per rilasciare le autorizzazioni per lavorare in luoghi diversi da quelli dorigine. Molti dei coloni erano antifascisti o persone non gradite al regime, che riteneva cos di poterle controllarle e renderle inoffensive estradandole dai luoghi dorigine48. Lappoderamento dellAgro Pontino rispondeva a una serie di obiettivi: oltre a debellare la malaria (che sarebbe stata definitivamente sconfitta solo nel secondo dopoguerra, grazie al DDT portato dagli americani) e migliorare la produttivit agricola del paese, avrebbe dato un impulso alle industrie agricole e meccaniche (macchine idrovore, fertilizzanti, ecc.) e il movimento della migrazione interna avrebbe portato rimedio alle sacche di disoccupazione che si erano create nellItalia del Nord49. Lopera di bonifica e di ruralizzazione intrapresa da Mussolina culmin nella costruzione delle citt nuove: Littoria (lodierna Latina) nel 1932, Sabaudia nel 1933, Pontinia nel 1935, Aprilia nel 1937, Pomezia nel 1939. La struttura urbanistica delle citt, dapprima pensata nei termini di villaggio colonico, assunse ben presto la forma di citt rurale, costruita attorno alla chiesa, il municipio, la scuola, il giardino dinfanzia, la caserma dei carabinieri, lufficio postale e gli altri servizi pubblici, i centri ricreativi e soprattutto la sezione del partito fascista e il distaccamento dellONC. La citt, insomma, diventava un centro di propaganda del regime, veicolo di cultura, centro direttivo e asse delleconomia50, con la caratteristica architettura monumentale e la piazza principale a dimensione di adunata.
La maestra che stava qui ci portava a Capodomo, che sarebbe qua lungo la strada, a vedere perch cerano gli operai che stavano facendo la bonifical cera un vallone, lavoravano con i carrelli, mettevano i binari, poi i carrelli caricavano la terra, la scaricavano, insomma perch non cerano mezzi meccanici. La maestra ci diceva, andiamo a vedere, poi magari ci faceva fare il riassuntoTutta la bonifica ce la spiegavano... Eh, s, s, poi noi altri abbiamo vissuto qua, la bonifica labbiamo seguita. Mussolini qua non mai venuto, questo dottore qua, Maronci, era un gerarca pure lui, quando veniva qua, veniva vestito da fascista La zona apparteneva tutta al Comune di Terracina, per pascolare le bestie noi pagavamo tanto a bestia, una somma... finch non entrata la bonifica, diciamoche non hanno bonificato non c stato nessun problema. Solo quandoci hanno mandato via
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Cfr. C. Rossetti, I ferraresi nella colonizzazione dellAgro pontino, Roma, Bulzoni, 1994. Cfr. N. Tranfaglia, La prima guerra mondiale e il fascismo, Milano, Tea, 1005, pp. 504-516. 50 F. Vchting, La bonifica della pianura pontina, cit., pp. 30-32. Vchting, economista tedesco, si rec nellAgro Pontino nel 1942, con il compito di studiare lopera mussoliniana di appoderamento e colonizzazione per capire se fosse applicabile alla realt tedesca. Il saggio, allepoca inedito in Italia, stato pubblicato nel 1990 a cura di A. Parisiella.

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cosdiciamo, la terra che noi occupavamo non ce lhanno considerata niente, come se noi non esistevamo affatto. Pap prima aveva le bestie, faceva lallevatore, poi quando giunta la Forestale lhanno chiamato a lavorare con le bestie e arare la terra per piantare le piante quitutte queste pinete che stanno qui sono state fatte tutte a quellepoca, per esempio: aravano la terra e seminavano i pinoli. Non si potevano pi tenere le bestie, prima avevamo solo due bovi, avevamo mucche, maiali e cavalli, non erano per da lavoro, erano branchi di cavalli che stavano in mezzo al bosco. Abbiamo tolto tutto perchtra la forestale e lOpera Combattenti siamo stati costretti a macellarle, a distruggerle, insomma. Mio padre a Via del Fonte portava 7-8 cavalli, quando allultimoun altro poco e doveva lasciargli i soldi lui51

Il tempo libero era organizzato in una serie di attivit: le riunioni dei giorni festivi, la proiezione di film, le gare sportive, i programmi radiofonici, le letture in biblioteca. LONC si assunse anche il compito di rieducare i coloni, molti dei quali erano completamente digiuni della vita agricola, istituendo corsi di agricoltura, di allevamento, lezioni su come usare i forni, ecc. Nel 1934 Littoria divenne capoluogo di provincia e le scuole rurali, affidate allONB, crebbero rapidamente di numero, arrivando a 112; successivamente nella citt sorsero listituto magistrale, lavviamento professionale agrario, il liceo classico, le scuole medie, listituto tecnico commerciale e listituto tecnico per geometri52. Si concludeva la parabola dellEnte Scuola per i Contadini, e lo stato fascista assumeva il controllo diretto delleducazione, con lobiettivo di consolidare il potere ed espandere il consenso.

Riferimenti bibliografici
Bacigalupi M., Fossati P., Da plebe a popolo. Leducazione popolare nei libri di scuola dallUnit di Italia alla Repubblica, Firenze, La Nuova Italia, 1986. Cardoni P., La scuola dellAgro Pontino dal primo 900 ad oggi, Scuola e Citt, n. 5/6, giugno 1986, pp.193-208. Folchi A., LAgro Pontino 1900-1934, Roma, Regione Lazio, 1994. Il programma didattico, dalla Relazione sulle Scuole per i contadini dellAgro romano e delle Paludi pontine di Alessandro Marcucci, Roma, Le Scuole per i contadini dellAgro romano, 1925.

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Testimonianza di Umberto Pagliaroli, cit. P. Cardoni, La scuola dellAgro Pontino dal primo 900ad oggi, cit., p. 203.

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La casa della Scuola, dalla Relazione sulle Scuole per i contadini dellAgro romano e delle Paludi pontine di Alessandro Marcucci, Roma, Le Scuole per i contadini dellAgro romano, 1925. Le Scuole per i Contadini dellAgro Romano e delle Paludi Pontine, Relazione (1913-1928), Roma, 1929. Le Scuole per i Contadini dellAgro Romano e delle Paludi Pontine, Relazione (1929-1931), Roma, 1931. Liceo Scientifico A. Meucci, Aprilia. Alla ricerca delle radici, Formia, Amministrazione Provinciale di Latina, 1989. Marcucci A., La scuola di Giovanni Cena, Torino, Paravia, 1951. Marcucci A., La scuola rurale e il suo maestro. Relazione al I Convegno dei Maestri dAbruzzo Aquila 16-18 novembre 1923, Aquila, Officine Grafiche Vecchioni, 1924. Pennacchi A., La Bonifica fascio comunista, Limes, n. 1, 2000, pp.289-303. Rossetti C., I ferraresi nella colonizzazione dellAgro pontino, Roma, Bulzoni, 1994. Tranfaglia N., Storia dItalia. DallUnit alla fine della Prima Repubblica, vol. III, La prima Guerra Mondiale e il fascismo, Milano, TEA, 1995. Vochting F., La bonifica della pianura pontina, Roma, Sintesi, 1990.

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