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indagine esplorativa nel settore dei Beni e delle Attivit Culturali della Regione Lazio
Polo Formativo
per i Beni e le Attivit Culturali della Regione Lazio
SOMMARIO
PREMESSA............................................................................................................................................................... 4
PARTE I: QUADRO DI SFONDO.................................................................................................................................. 6
1. BENI CULTURALI: ALLA RICERCA DI UNA DEFINIZIONE COMUNE..................................................................................... 6
1.1 Premessa ........................................................................................................................................................6
1.2 Il concetto di bene culturale ............................................................................................................................7
1.3 Bene e cultura ...........................................................................................................................................8
1.4 Beni, attivit, patrimonio................................................................................................................................10
2. CLASSIFICAZIONI INTERNAZIONALI E NAZIONALI......................................................................................................... 14
2.1 Classificazioni da parte del diritto internazionale pubblico............................................................................14
2.2 Classificazione secondo il THESAURUS della Rete del Patrimonio Europeo Consiglio dEuropa.............15
2.3 Attivit del Programma Culture della Commissione Europea.....................................................................17
2.4 Classificazione secondo le aree di attivit del MIBAC ..................................................................................17
2.5 Ipotesi di classificazione riassuntiva .............................................................................................................19
3. L'EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI BENE CULTURALE DAL PUNTO DI VISTA LEGISLATIVO ................................................ 21
3.1 Lapproccio italiano ai Beni Culturali .............................................................................................................21
3.2 La nozione di bene culturale: evoluzione legislativa .....................................................................................23
3.3 L'evoluzione del concetto di bene culturale nella legislazione ......................................................................28
3.4 Ultimi sviluppi legislativi.................................................................................................................................30
4. LORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DEI BENI CULTURALI ............................................................................................ 32
4.1 Tutela ............................................................................................................................................................33
4.2 Valorizzazione...............................................................................................................................................34
4.3 Promozione ...................................................................................................................................................35
4.4 Gestione........................................................................................................................................................36
5 LUNIONE EUROPEA E I BENI CULTURALI ................................................................................................................... 38
5.1 Le azioni comunitarie per la tutela del patrimonio.........................................................................................38
5.2 Il patrimonio culturale come veicolo di identit culturale ...............................................................................38
5.3 Il patrimonio culturale come fattore di sviluppo economico...........................................................................39
5.4 La definizione di cultura e bene culturale: alcuni paesi a confronto..............................................................41
6. I BENI CULTURALI IN ITALIA E NEL LAZIO .................................................................................................................. 45
6.1 Il trend del consumo in Italia e nella Regione Lazio......................................................................................45
6.2 Le professioni dei beni culturali. Scenario socio-economico.........................................................................54
PARTE II: MAPPATURA DEI PROFILI PROFESSIONALI ........................................................................................ 59
1. LE PROFESSIONI DELLAREA DEI BENI E DELLE ATTIVIT CULTURALI ............................................................................ 59
2. IMPIANTO METODOLOGICO DELLA MAPPATURA ......................................................................................................... 65
3. MAPPATURA DEI PROFILI PROFESSIONALI PER AMBITI FUNZIONALI .............................................................................. 71
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
PREMESSA
Nel report vengono presentati i risultati della ricerca sui fabbisogni professionali nellarea dei Beni
e delle Attivit Culturali, delineandone il disegno, le impostazioni metodologiche, le scelte
strategiche e operative
Nellambito delle attivit del Polo Formativo per i Beni e le Attivit culturali della Regione Lazio
sono state previste quattro azioni di ricerca mirate a fornire informazioni sullo stato dellarte del
settore per la definizione e la progettazione degli interventi formativi. Nel corso del primo anno di
attivit sono state seguite quattro linee di ricerca:
Ricerca 1 rilevazione dei fabbisogni professionali nel territorio regionale nel settore dei Beni e
delle Attivit Culturali
Ricerca 2 mappatura e catalogazione dei siti di interesse presenti sul territorio
Ricerca 3 analisi dellofferta formativa del settore
Ricerca 4 analisi dei fabbisogni formativi nel territorio regionale nel settore dei Beni e delle
Attivit Culturali.
La Ricerca 1 (R1) si configura come una prima indagine esplorativa i cui obiettivi specifici sono i
seguenti:
1. individuare quali sono le figure professionali esistenti nel mercato dei Beni e delle Attivit
Culturali;
2. definire le caratteristiche di tali figure organizzandole in una mappa dei profili professionali
esistenti;
3. acquisire informazioni sulle figure professionali richieste dal mercato sul territorio;
4. analizzare e interpretare lo scarto tra i profili/competenze esistenti e i profili/competenze
richiesti dal mercato.
Le ricerche R1 e R4, esplorando due aspetti della a medesima realt, ha inteso rispondere ad
alcuni interrogativi:
1. per quali ambiti (settori di attivit e territori) necessario predisporre interventi formativi,
azioni di orientamento e azioni di raccordo tra domanda e offerta di lavoro;
2. quali sono le figure professionali di cui c bisogno in ciascuno degli ambiti settoriali e
territoriali individuati;
3. quali sono le competenze professionali che occorre formare per ciascuna figura
professionale.
Il team della ricerca R1 composto da: Paola Panarese, Emanuela Tumolo, Luisa Chiellino
(Facolt di Scienze della Comunicazione Sapienza, Universit di Roma); Eleonora Guglielman,
Laura Vettraino, Anna Feliziani, Giulio Beronia (Learning Community srl); Luciana Festa,
Annalisa Cipriani, Aldo Riggio (Italia Nostra).
La ricerca 1 stata articolata in due modalit: indagine on desk e indagine sul campo.
Nellindagine sul campo previsto sono state utilizzate una web survey e interviste in profondit a
testimoni privilegiati individuati nel settore dei Beni e delle Attivit Culturali. La metodologia di
ricerca di tipo descrittivo e quali-quantitativo; gli strumenti, costruiti ad hoc, sono descritti nei
paragrafi a seguire.
Il documento articolato come segue:
PARTE I- QUADRO DI SFONDO ricostruisce lo scenario dei Beni e delle Attivit Culturali nel
nostro Paese. A partire da una definizione dei concetti di cultura e bene culturale si richiamano
le classificazioni nazionali e internazionali, la normativa e gli ultimi sviluppi legislativi,
lorganizzazione e la gestione dei beni culturali; si inquadra sinteticamente la situazione europea,
mettendo a confronto le definizioni di beni culturali in alcuni degli Stati membri; si descrive la
situazione socioeconomica del settore dei Beni e delle Attivit Culturali in Italia e nel Lazio.
PARTE II MAPPATURA DEI PROFILI PROFESSIONALI delinea una mappa delle professioni
nel settore dei Beni e delle Attivit Culturali. Attraverso un confronto tra le diverse classificazioni
esistenti e lanalisi della letteratura si presenta unipotesi di mappa nella quale si sovrappongono
due dimensioni distinte, quella dellarticolazione per ambiti funzionali e quella dellarticolazione
per tipologie di figure pi o meno caratterizzanti.
PARTE III- INDAGINE SUI FABBISOGNI PROFESSIONALI illustra lindagine e i suoi risultati.
In questa parte sono descritti i presupposti teorici, le metodologie e gli strumenti di indagine per
lanalisi dei fabbisogni e gli strumenti di indagine (web survey, questionario, intervista immersiva);
PARTE IV: NORMATIVA E STRUMENTI riporta un repertorio normativo ragionato, una
bibliografia e una sitografia essenziale.
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1.1 Premessa
L'Italia un Paese che pu vantare come risultato di avere sul territorio migliaia di beni culturali
disseminati ai quali stato riconosciuto il fregio di ''Patrimonio dell'umanit'' dall'UNESCO. Poter
contare su questa rilevante ricchezza un forte aiuto sia per l'economia nazionale, che pu
beneficiare dei risultati connessi ad una razionale valorizzazione, sia per lo sviluppo locale, in
quanto essi sono importanti elementi di forza su cui puntare per potenziare la produttivit
territoriale.
Il legame che pu e dovrebbe esserci tra un territorio e il proprio patrimonio, la centralit che la
funzione di valorizzazione di un bene di natura culturale pu assumere nello sviluppo locale della
comunit che lo ospita strettamente connesso anche alle potenzialit di sviluppo occupazionale
Mettere in evidenza come il patrimonio culturale pu costituire unottima risorsa locale trova
ragion d'essere nell'integrazione all'interno delle dinamiche di sviluppo locale. Un ruolo primario
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in questo sviluppo lo hanno gli Enti Locali a cui spetta adottare tutte le strategie di sviluppo pi
idonee affinch un territorio possa crescere e rispondere alle sfide economiche globali.
Per poter spiegare il valore potenziale di sviluppo che un bene culturale pu avere per il territorio
di appartenenza opportuno esaminare cosa si intende per bene culturale. Dietro questo
termine sono racchiuse diverse dissertazioni nozionistiche in particolare, esistono tipologie e tratti
essenziali che la dottrina attribuisce a tale concetto e a cui nelle pagine seguenti viene dato
opportuno spazio.
il
patrimonio
storico,
artistico,
monumentale,
demo-etno-antropologico,
archeologico, archivistico e librario e gli altri che costituiscono testimonianza avente valore di
civilt.
Lassunto comune che individua nei musei, nei monumenti e nei reperti alcuni tratti caratteristici
del bene culturale legato ad alcune qualit specifiche di tali elementi, tra cui il fatto di essere
testimonianze del passato, di avere unimportanza artistica o un valore civile riconosciuto.
Si tratta di considerazioni che implicano le espressioni concettuali di patrimonio culturale o
eredit culturale, e che necessitano di un approfondimento ulteriore.
Cos infatti la cultura? La parola cultura deriva dal latino ed veniva usata per indicare la
coltivazione dei campi; dal XVI secolo inizia a suggerire anche la cultura personale, essere
coltivati,vuol dire ovvero dedicarsi a studio ed erudizione.
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Ai fini di una maggiore comprensione del problema terminologico risulta utile a questo punto
approfondire la dimensione semantica dei termini cultura e bene.
Figura a
In economia, per bene si intende qualsiasi oggetto disponibile in quantit limitata, reperibile ed
utile ovvero idoneo a soddisfare un bisogno (un bene limitato quando scarso rispetto al
fabbisogno umano, utile quando soddisfa un bisogno e deve essere reperibile sia per la
localizzazione, sia per il prezzo). Da un punto di vista pi generale col termine bene si indica
tutto ci che agli individui appare desiderabile. Spesso questo concetto etico di bene si identifica
con quello di azione buona ,fare del bene e compiere buone azioni.
Sinteticamente possibile distinguere il bene come una essenza tangibile o intangibile che ha
una connotazione positiva di carattere economico e/o morale.
Secondo Villa4 si possono distinguere due ipotesi di riferimento: la prima considera la possibilit
che i beni culturali facciano riferimento alla cultura cosiddetta alta5 la seconda interpreta i beni
culturali come quelli che fanno riferimento alla cultura antropologica
Secondo Caldo il termine bene culturale stato individuato in tempi recenti, entrando a far
parte delluso corrente e anche della normativa ufficiale, per tutelare un ampio arco di oggetti al di
l del solo interesse artistico e delle valutazioni puramente estetiche. Loggetto pu essere un
dipinto, un libro o un altro prodotto della cultura alta.7
Cfr. Dario Villa - materiale didattico della Cattedra di Economia e gestione dei beni culturali - Universit Cattolica del Sacro
Cuore A.A. 2007/2008 - http://egbc2008.wordpress.com/
5 Questa logica combacia con la descrizione istituzionale del d.lgs. 112/1998 - art. 148: quelli che compongono il patrimonio
storico, artistico, monumentale, demo-etno-antropologico, archeologico, archivistico e librario e gli altri che costituiscono
testimonianza avente valore di civilt. Ache il secondo punto di vista legato alla lettura antropologica sembra corrispondere. Si
pu intendere, infatti, per civilt, il complesso degli aspetti culturali, sociali e spirituali, spontanei e organizzati, relativi a una
collettivit, in una data epoca - Dizionario della lingua italiana Devoto Oli.
7 Cfr. Caldo C., Guarrasi V. (a cura), Beni culturali e geografia, Bologna, Patron, 1994.
4
Provando a stilare una lista di beni culturali, dovremmo quindi inserire oggetti darte (statue,
dipinti, ceramiche, gioielli, etc.), edifici di particolare pregio estetico (chiese, palazzi, ville, etc.), o
documenti e libri di particolare valore (codici miniati, prime edizioni di opere importanti, ecc.),8.
Lo stesso autore indica inoltre che: per introdurre un nuovo e pi ampio significato del concetto
di bene culturale necessario estendere il concetto di cultura al suo senso antropologico, un
valore globale che comprende i comportamenti di un gruppo, linsieme delle comunicazioni
interpersonali, le norme dellagire sociale e i prodotti di questo. In tal modo si arriva a identificare
con la cultura anche loggetto, inteso come segno della cultura stessa, che non solo prodotto
della cultura dotta9.
Possiamo dunque osservare che un oggetto deve diventare un simbolo culturale per poter essere
un bene culturale. Un bene diventa un simbolo quando riconosciuto dalla collettivit come
qualcosa di importante; loggetto non deve avere soltanto una funzione concreta ad esempio,
civile, religiosa, etc., ma anche la capacit di comunicare un significato intrinseco del proprio
valore semantico. Neanche lopera darte pi bella, infatti, sarebbe un bene culturale se nessuno
la conoscesse o le attribuisse un concreto valore simbolico.
Sono numerose le opere considerate beni culturali. Ma si pu riflettere se tali opere siano state gi create pensando che
dovessero diventare un bene culturale, oppure lo siano diventate a posteriori. Ad esempio in alcuni casi delle opere classiche
sono diventate un bene culturale solo quando la riscoperta e lesaltazione critica rinascimentale ne ha valorizzato i tratti;
altrettanto, esistono opere architettoniche antiche che nessuno esita a definire bene culturale, sebbene esistano edifici
altrettanto importanti (di zone forse anche pi frequentate) per cui tuttavia risulta per molti difficile parlare di bene culturale.
Sembra pertanto necessario contestualizzare leffettiva ricezione di unopera come bene culturale.
9 Cfr. Caldo C., Guarrasi V. (a cura), op.cit., 1994.
11 Cfr. Dario Villa - materiale didattico della Cattedra di Economia e gestione dei beni culturali - Universit Cattolica del Sacro
Cuore A.A. 2007/2008 - http://egbc2008.wordpress.com/
8
10
Figura b12
Figura c13
Sderstrm ricorda che: chiaro che i beni culturali costituiscono delle testimonianze del
passato; il lavoro di lettura di queste, per, lo fa benissimo lo storico o lo storico dellarte. Per il
geografo, invece, mi pare pi interessante il compito di considerare la maniera in cui gli attori
territoriali si muovono, al fine di far parlare i beni culturali, cio di analizzare come essi vengono
inseriti in trame progettuali14. In sostanza ci significa che qualsiasi oggetto potrebbe diventare
immagine tratta dal materiale didattico di D.Villa, op.cit.
immagine tratta dal materiale di didattico di D.Villa, op.cit.
14 Cfr. O. Sderstrm, I beni culturali come risorse sociali ai progetti territoriali, in Caldo C., Guarrasi V. (a cura), Beni culturali e
geografia, Bologna, Patron, 1994.
12
13
11
un bene culturale: ci dipende dalle modalit con cui esso esaminato. Sderstrm studia per
questo motivo il patrimonio banale: il suo obiettivo dimostrare che anche palazzi senza
particolare pregio artistico o storico possono diventare beni culturali, a patto che la comunit se
ne appropri e li percepisca come qualcosa di importante.
Come si visto il concetto di bene culturale assai pi esteso di quanto non sia lambito di ci
che tradizionalmente costituisce loggetto privilegiato dellEstetica, ossia lopera darte. Ma anche
lo strumento di analisi estetica va oltre questo limite.
Il campo danalisi dellestetica si estende ben oltre il limite delle opere darte, sia perch le nozioni
di immaginazione, bello, sublime sono gi oltre questi limiti, sia perch da decenni sono stati
messi in discussione la stessa identit dell'opera d'arte, il ruolo dell'artista-autore, i criteri di
valutazione legati allo stile. L'estetica si trova oggi intrecciata all'antropologia, all'etnologia,
all'interpretazione e tutela del paesaggio e dell'ambiente; grazie anche a una forte ripresa del
concetto di natura in ambito artistico ed estetico15. Il superamento delle barriere fra estetico e
non-estetico rispetto al complesso delle forme espressive16 ha prodotto anche nuove concezioni
museali
Per questo, come gi stato ricordato, il concetto di bene culturale sembra configurare leffetto
di una simbiosi fra un concetto economico, relativo al consumo e al turismo culturale e un
concetto etico di valore culturale: storico, documentario, artistico. Questultimo dovrebbe
dominare il primo, affinch avvenga la simbiosi. In realt il concetto di valore storico, culturale e
artistico divenuto il tratto dominante della cultura occidentale che abbandona lidea di istituire
gerarchie temporali, geografiche ed etniche.
La fine dellarte nellanalisi contemporanea che nota la fine dellidentificazione dellarte con la
tecnica, segnala lesaurimento di una concezione storica evolutiva e lineare, di un criterio
fortemente condiviso di giudizio su ci che sia arte e cosa sia non-arte, su che cosa abbia valore
documentario e ci che non lo ha17.
La riflessione di tipo estetico avvalora il modello di Villa esaminato precedentemente. In
particolare lesame che pu essere compiuto attraverso lanalisi del sistema dellarte
contemporanea in rapporto alle categorizzazioni fatte per i beni culturali evidenzia alcuni punti
fondamentali.
12
Come si avr occasione di approfondire successivamente, il Codice Urbani nella definizione data
allarticolo 10 di bene culturale non sembra contemplare le espressioni artistiche del nostro
tempo.
Il sistema dellarte contemporanea secondo Poli18 definibile come il risultato di un processo di
moltiplicazione delle espressioni artistiche e culturali proprie della nostra contemporaneit oltre
che di una accelerazione delle complessit e delle dinamiche dei vari movimenti artistici del
nostro tempo. Sembra perci difficile poter pensare di dare a qualcosa in continua evoluzione
l'appellativo di bene culturale. A sostegno di questa teoria si pu per citare Bowness19,
secondo il quale un artista, per essere definito tale, deve passare attraverso quattro fasi ideali
definite come cicli di riconoscimento. La prima fase data dal riconoscimento da parte dei
pari, la seconda il riconoscimento da parte della critica seguita dal riconoscimento da parte
di mercanti e collezionisti e da quello dato dal grande pubblico. Secondo Bowness tale ciclo ha
una durata di almeno venticinque anni dall'inizio dell'attivit dell'artista che, di conseguenza,
potrebbe essere definito come colui che riesce ad oltrepassare le barriere del tempo assumendo
valore e importanza storica.
Date queste considerazioni, il trascorrere di un certo lasso temporale sembrerebbe essere
necessario per far s che ci che viene definito cultura bassa si trasformi a poco a poco in
cultura alta e chi permette di compiere questa trasformazione sono gli attori stessi del sistema:
artisti, critici, mercanti, collezionisti e grande pubblico.
18
19
13
Materiali
i beni, mobili o immobili, di grande importanza per il patrimonio culturale dei popoli, come i
monumenti architettonici, di arte o di storia, religiosi o laici; i siti archeologici; i complessi di
costruzioni che, nel loro insieme, offrono un interesse storico o artistico; le opere d'arte;
manoscritti, libri e altri oggetti d'interesse artistico, storico o archeologico; nonch le collezioni
scientifiche e le collezioni di libri, di archivi o di riproduzioni dei beni sopra definiti;
gli edifici la cui destinazione principale ed effettiva di conservare o di esporre i beni culturali
mobili definiti sopra quali i musei, le grandi biblioteche, i depositi di archivi, come pure i rifugi
destinati a ricoverare, in caso di conflitto armato, i beni culturali mobili i centri comprendenti un
numero considerevole di beni culturalidetti centri monumentali.
20
Immateriali
Si veda la Convenzione sulla protezione dei beni culturali nei conflitti armati de L'Aja, 14 maggio 1954 e la Convenzione per la
salvaguardia del patrimonio culturale immateriale Parigi, 17 ottobre 2003.
14
gli esercizi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, le abilit cos come gli strumenti,
gli oggetti, gli artefatti e gli spazi culturali ad essi associati che comunit, gruppi e, in certi casi,
individui riconoscono come parte del loro patrimonio culturale. Questultimo trasmesso di
generazione in generazione, costantemente rigenerato da comunit e gruppi in risposta al loro
ambiente, alla loro interazione con la natura e la loro storia, e procura loro un senso di identit e
continuit, promuovendo cos rispetto per la diversit culturale e la creativit umana.
Il patrimonio culturale immateriale, sopra definito, si manifesta, fra l'altro, nei seguenti campi:
o tradizioni ed espressioni orali, inclusa la lingua quale veicolo del Patrimonio Culturale
immateriale;
o le arti rappresentative;
o le pratiche sociali, i rituali e gli eventi festivi;
o conoscenze e pratiche riguardanti la natura e l'universo;
o le abilit artistiche tradizionali.
2.2
Classificazione secondo il
THESAURUS della Rete del
Patrimonio Europeo Consiglio
dEuropa
Propriet culturale
propriet protette;
oggetti immobili;
attrezzature ed apparecchiature;
componenti architettonici;
elementi decorativi;
resti;
propriet storiche);
monumenti;
oggetti mobili;
Aree
15
aree boschive;
costruzioni;
luoghi rurali;
patrimonio culturale;
parchi e giardini;
documentario - bibliotecario;
panorami archeologici;
etno-antropologico;
luoghi di scoperta;
storico;
aree archeologiche;
industriale;
aree storiche;
intangibile;
intellettuale;
panoramico;
marittimo;
parchi archeologici);
militare;
movibile;
naturale;
parietale;
fotografico;
protetto;
etno-antropologico;
religioso;
archeologico;
rurale;
artistico;
scientifico;
culturale;
tecnico;
ecologico e botanico;
urbano;
folclore;
storico;
industriale;
panoramico;
paleontologico;
pittoresco;
scientifico;
regionale;
tecnico;
Patrimonio
archeologico;
monumentale - architettonico;
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16
Architettura;
Arti visive;
Danza;
Libri;
Musica;
Patrimonio Culturale;
Secondo l'art.10 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 42/2004 cosiddetto
decreto Urbani) sono beni culturali:
le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle Regioni, agli altri enti pubblici territoriali,
nonch ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro,
che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico.
Le aree di intervento del Ministero dei Beni e delle Attivit Culturali sono, secondo la disposizione
organizzativa dei diversi dipartimenti in cui si articola listituzione, i seguenti:
Beni archeologici;
17
Archivi;
Cinema;
18
19
Figura a
20
21
Anche la struttura organizzativa istituzionale correlata al tema dei beni culturali ha uno sviluppo
non immediato: la nascita del Ministero dedicato ai Beni Culturali piuttosto tardiva (1974), fino
ad allora il patrimonio culturale stato competenza del Ministero della Pubblica Istruzione. La
specializzazione dei contenuti a cui viene prestata attenzione si conseguentemente sviluppata,
infatti il succedersi di provvedimenti legislativi ha suddiviso quanto era originariamente unito: si
passati da una generica funzione di conservazione a quattro distinte funzioni (tutela,
valorizzazione, promozione, gestione). In relazione a questo, risultato evidente il progressivo
coinvolgimento di soggetti privati (dalla seconda met degli anni 90).
Accanto a queste evoluzioni, il riferimento alle attivit culturali, seppur legato a un ambito che
esula da quello strettamente relativo ai beni rappresenta unimportante presa di coscienza in
vista di una necessaria trasformazione culturale ed economica.
Ad un livello di maggiore dettaglio, possibile illustrare levoluzione dellattenzione normativa per
i beni culturali in Italia nel corso del tempo dove in Italia infatti, molto prima che in altri Stati, sono
nate legislazioni a difesa delle bellezze culturali e artistiche delle citt; per maggiore
approfondimento la tabella che segue21 riassume alcuni passaggi storico-normativi che sono
emersi a partire dal XIII secolo.:
21
Tratta dal materiale didattico di Dario Villa - docente di Economia e gestione dei beni culturali presso lUniversit Cattolica del
Sacro Cuore di Milano - A. A. 2007/2008 http://egbc2008.wordpress.com/
22
XIII secolo
XIV secolo
prevedeva che i governanti fossero primi difensori dei monumenti, delle opere darte e degli
Constituto del
Comune di Siena
(1309-1310)
edifici della citt e che si occupassero massimamente della protezione,tutela e difesa delle
bellezze della citt
nello Stato Pontificio era in vigore il vincolo fidecommissario, istituto giuridico volto a evitare la
frammentazione delle raccolte darte e di antichit - fatta salva la propriet, anche privata, dei
XV secolo
XVIII secolo
Accordo MediciLorena (1737)
XIX secolo
qualsiasi oggetto o opera darte; non tutel solo una collezione dinastica, ma lintero
patrimonio dello Stato della Chiesa, ponendosi quindi a difesa dellinteresse pubblico
introdusse inoltre la catalogazione di tutte le opere conservate (iniziativa presto adottata
anche da molti altri stati pre-unitari)
lideologia liberale della classe politica dominante guardava con diffidenza a qualsiasi
XIX secolo
instaurazione del
Regno dItalia (1861)
limitazione alla propriet privata, quindi anche alla tutela di beni privati considerati come
patrimonio storico, artistico, culturale lo Statuto Albertino del 1848 (mantenuto in Italia fino alla
trasformazione in Repubblica) definiva inviolabile qualsiasi propriet privata
legittim lespropriazione da parte dello Stato per i soli monumenti andati in rovina per colpa
XIX secolo
Legge 2359/1865
dellincuria dei loro proprietari tale Legge non entrava nel merito di vendite e donazioni, anche
nei confronti di Paesi stranieri: quel che si riscontr negli anni immediatamente successivi fu
unimmensa perdita di capolavori del patrimonio italiano
nel 1902, sotto il ministero Nasi, fu approvata la Legge n. 185/1902, alla quale segu il
regolamento n.431/1904 disciplina delle esportazioni i due provvedimenti disciplinarono le
esportazioni, vietate per opere dichiarate di sommo pregio e presenti nei cataloghi
Legge 386/1907 istituisce, allinterno del Ministero della Pubblica Istruzione, il Consiglio
Superiore delle Antichit e belle Arti (articolato nelle sezioni: antichit; arte medievale e
XX secolo
23
24
locali'' mentre l'altro il d.lgs. 29 ottobre 1999 n. 490, recante il ''Testo unico delle disposizioni
legislative in tema di beni culturali e ambientali'' - i cui articoli 2 e 3 elencano le categorie di beni
da considerare culturali.
Da ultimo, ma sicuramente di maggior rilievo, da menzionare il recente ''Codice dei beni
culturali e del paesaggio'' emanato con il d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, definito anche come
Codice Urbani.
Prima di approfondire i passaggi e le trasformazioni normative che si sono sviluppate nellultimo
secolo bene riassumere sinteticamente i documenti principali a cui fare riferimento, rispetto al
tema dei Beni Culturali.
Nel grafico seguente24 sono descritte in maniera sintetica i passaggi normativi pi rilevanti
dellultimo secolo di storia italiana:
Tabella 2
istituisce, allinterno del Ministero della Pubblica Istruzione, il Consiglio
Superiore delle Antichit e belle Arti (articolato nelle sezioni: antichit; arte
Legge 386/1907
24
25
Legge 310/1964
D.lgs. 657/1974
Legge 85/1995
introduce per la prima volta soggetti privati nei musei, con i servizi aggiuntivi a
pagamento - librerie e ristorazione e limpiego di volontari per prolungare gli
orari di apertura
amplia il numero e la tipologia dei servizi aggiuntivi, includendovi: guida e
assistenza didattica, fornitura di sussidi (catalografici, audiovisivi, informatici),
organizzazione di mostre.
nellart. 148 definisce i beni culturali come quelli che compongono il
patrimonio
storico,
artistico,
monumentale,
demo-etno-antropologico,
D.lgs. 368/1998
26
Legge 112/2002
beni immobili del Legge 112/2002 patrimonio dello Stato, nonch tutti i beni
del demanio questi beni possono essere ulteriormente trasferiti a Infrastrutture
S.p.A. (societ aperta anche al capitale privato), con lobiettivo di finanziare
opere pubbliche
il Codice dei beni culturali e del paesaggio intende essere strumento pi
operativo ai fini della tutela e della valorizzazione dei beni culturali e
regolamentare i rapporti in materia con le Regioni - lattuale riferimento
legislativo cerca di ricomporre la materia anche alla luce della riforma del
Capitolo V della Costituzione: prevede ampi margini di cooperazione
delle Regioni e degli enti territoriali riguardo la tutela e distingue
nettamente fruizione da valorizzazione specifica che: i beni del
patrimonio culturale di appartenenza pubblica sono destinati alla
fruizione della collettivit usa quindi per la prima volta il termine
patrimonio in specifica correlazione con laggettivo culturale
si conferma il modello consensuale fra Stato e Regioni riguardo la
27
L. Cost. 18 ottobre 2001, n. 3, di revisione del Titolo V, parte seconda, della Costituzione
Una delle principali vicende storiche che port all'evoluzione del concetto di bene culturale, fu sicuramente la Convenzione
dell'Aja del 14 maggio 1954, accompagnata da un Regolamento e da un Protocollo Aggiuntivo (I Protocollo), alla quale ha fatto
seguito un ulteriore Protocollo Aggiuntivo (II Protocollo) del 26 marzo 1999. Questi strumenti di diritto internazionale
costituiscono l'attuale fondamento della protezione Beni Culturali. Nella Convenzione dellAja, si sancisce che il
danneggiamento di beni culturali appartenenti a un qualsiasi popolo equivale a una perdita per il patrimonio comune dellintera
umanit La Convenzione Internazionale per la protezione dei beni culturali nellart. 1 quindi volta soprattutto a elencare le
diverse categorie di beni, prescindendo dalla loro origine e dalla loro propriet pubblica o privata. In questo documento compare
per la prima volta in assoluto in un contesto internazionale lespressione beni culturali
28
Con il decreto legislativo n.368 del 1998, sempre in attuazione della medesima legge, veniva
inoltre istituito il Ministero dei beni e delle attivit culturali, al quale erano devolute le attribuzioni
del precedente Ministero per i beni culturali e ambientali e quelle su spettacolo, sport e impianti
sportivi che precedentemente spettavano alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un elenco di
categorie di beni culturali era stato inoltre inserito nell'Allegato A (Categorie di beni) della legge
n.88 del 1998, riguardante le Norme sulla circolazione dei beni culturali.
La legge n.352 del 1997 Disposizioni sui beni culturali, delegava il Governo a raccogliere in un
decreto legislativo il testo unico delle disposizioni legislative vigenti per i beni culturali e
ambientali. Nel decreto legislativo in attuazione di tale legge (n.490 del 1999, Testo unico delle
disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, o Codice Urbani, articoli 2, 3 e
4) la definizione di bene culturale ricalca quelle offerte dai precedenti provvedimenti.
Un pi recente atto legislativo in materia il ''Codice dei beni culturali e del paesaggio'' emanato
con il d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42. Questo Codice, in omaggio al principio della semplificazione
normativa, ha avuto il complicato compito di fare una vera opera di razionalizzazione nella
vecchia ed infinita materia dei beni culturali eambientali.
Scorrendo il Codice inevitabile osservare che vengono considerate le varie questioni che
interessano un bene culturale a partire dalla sua tutela e dalla sua conservazione, attraverso la
partecipazione dei soggetti istituzionali interessati, la funzione della valorizzazione dei beni
culturali, e in particolare la distinzione tra tutela e valorizzazione operata dal legislatore,
attraverso le scelte effettuate a livello costituzionale. Accezione di valorizzazione che i compilatori
del Codice, dettandone la disciplina in due capi differenti, hanno tenuto distinta anche dalla
fruizione: quest'ultima considerata semplicemente un ambito della prima, poich assume i
connotati di una vera e propria funzione autonoma.
29
Pur rientrando la redazione del piano tra le competenze delle regioni, riconosciuta al Ministero dei beni culturali la
partecipazione obbligatoria alla elaborazione congiunta con le regioni di quelle parti del piano che riguardano beni
30
col nuovo Codice le Soprintendenze dovranno emettere un parere vincolante preventivo sulla
conformit dell'intervento ai piani paesaggistici e ai vincoli cos rafforzando la tutela del
paesaggio28. Inoltre, nel senso della semplificazione e della celerit del procedimento
amministrativo viene abbreviato il termine che le Soprintendenze hanno a disposizione per
emettere il parere. La delegabilit ai comuni del potere di autorizzazione limitata ai casi in cui
essi dispongano di adeguati uffici tecnici ed assicurino la separazione tra gli uffici che valutano gli
aspetti urbanistici e quelli che valutano gli aspetti paesaggistici. Tra le altre modifiche viene
introdotto l'obbligo di effettuare una revisione dei vincoli esistenti, allo scopo di specificare le
regole che devono essere osservate in virt del vincolo (inedificabilit assoluta, ovvero
edificabilit entro limiti e con prescrizioni precise e certe) ed in tema di demolizioni viene prevista
l'istituzione di un'apposita struttura tecnica presso il MIBAC incaricata di assistere i comuni e di
intervenire quando necessario direttamente, per la demolizione degli ecomostri.
paesaggistici). Ci dovrebbe servire a stabilire fin da principio delle regole certe e univoche dalle quali non possono sottrarsi gli
strumenti urbanistici e gli atti di autorizzazione alla realizzazione di interventi sul paesaggio. La finalit anche quella di
eliminare, data la certezza delle regole, un inutile e attualmente cospicuo contenzioso sulle autorizzazioni oggi richieste in base
all'insussistenza di regole.
28 Attualmente le Soprintendenze rivestono un ruolo marginale, essendo ad esse consentito un mero controllo di legittimit
successivo sull'autorizzazione rilasciata dai comuni.
31
Tabella 1
tutela
attivit
individuazione beni da tutelare
attribuzione dei poteri di controllo sui
beni
studi e ricerche
operazioni di recupero e restauro
nuove acquisizioni
sostegno alle attivit culturali
promozione
gestione
promozione
tutela e valorizzazione
Come si visto, il succedersi di provvedimenti legislativi ha suddiviso nel tempo quanto era
originariamente unito dal punto di vista organizzativo: si passati infatti da una generica funzione
di conservazione a 4 distinte funzioni (tutela, valorizzazione, promozione, gestione) nel d.lgs.
112/1998 attraverso il quale vengono definiti i 4 ambiti di riferimento per la gestione dei beni
culturali, sebbene sia opinione comune che tali ambiti restino tanto strettamente connessi da
rendere difficile la definizione di precisi confini fra essi.
32
Nonostante questo, utile provare a stabilire alcuni elementi specifici di riferimento per i quattro
ambiti, in relazione alle attivit ad essi connessi. possibile approfondire il significato e la
definizione dei diversi ambiti che sono stati individuati, attraverso alcune riflessioni condotte
ancora una volta da Villa29.
4.1 Tutela
Per quanto riguarda la tutela, sono distinguibili diversi approcci che le istituzioni di riferimento
accolgono come criteri di gestione e organizzazione dei beni culturali. I diversi tipi di approccio
alla tutela dei beni culturali sono quindi almeno 5:
Tabella 2
APPROCCIO
descrizione
nazional-patrimoniale
note
approccio italiano
cosmopolita
questo
lapproccio
sostenuto
29
Dario Villa - materiale didattico della Cattedra di Economia e gestione dei beni culturali - Universit Cattolica del Sacro Cuore
A.A. 2007/2008 reperibili allindirizzo web http://egbc2008.wordpress.com/
33
possibile
in
base
alla
convenienza economica
4.2 Valorizzazione
Per quanto riguarda la natura della valorizzazione dei beni culturali possibile attribuire nel
concetto il carattere di beneficio pubblico, ovvero come un diritto della cittadinanza alla cultura: la
domanda individuale infatti aumenta la valenza economica del bene culturale e il suo valore
duso (ne consegue che se la comunit non riconosce tali valori, ai fini di conservazione un bene
pu perdere di interesse).
A questo proposito, funzioni e compiti della valorizzazione dei beni culturali sono:
lorganizzazione di mostre;
34
Anche per quanto riguarda il tema della valorizzazione sono individuabili due tipologie di
approccio:
4.3 Promozione
La natura della promozione individua come attori principali lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali
che provvedono alla diffusione tramite cooperazioni funzionali.
I compiti della promozione sono infatti collegati allimplementazione attraverso:
ausili finanziari:
accrescimento di conoscenza / diffusione attivit culturali:
sviluppo di attivit culturali in aree territoriali:
integrazione attivit culturali con istruzione e formazione professionale:
nuove espressioni culturali e artistiche.
Sono identificabili due macroaree di attivit che afferiscono allasse della promozione:
le attivit di studio e ricerca
Ministero, Regioni, Enti pubblici regionali anche con la partecipazione di universit e di altri
soggetti pubblici e privati realizzano, promuovono e sostengono ricerche, studi e altre attivit
conoscitive.
35
le attivit di marketing
nella promozione rientra lattivit di comunicazione che pu essere perseguita attraverso
strumenti di marketing30.
4.4 Gestione
Il D.lgs. 42/ 2004 - Codice Urbani al Capo Secondo (valorizzazione) tocca il tema delle forme di
gestione dei beni culturali: le attivit di valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica
sono gestite in forma diretta o indiretta. In particolare:
per la gestione diretta si prevedono delle organizzazioni interne, infatti per gestione diretta
si intende unattivit ad iniziativa pubblica per mezzo di strutture organizzative interne di cui
sia salvaguardata lautonomia (scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile) e lidoneit
del personale tecnico;
per la gestione indiretta si fa riferimento a concessioni a terzi: fondazioni, associazioni,
consorzi, societ di capitali ed altri soggetti. La gestione indiretta necessita comunque di una
previa valutazione comparativa con diverse possibilit alternative, relativa a efficienza ed
efficacia di obiettivi, mezzi, metodi, tempi, finalizzati alla valorizzazione del bene culturale in
questione. Esiste un rapporto tra titolare e affidatario/concessionario, regolato da un contratto
di servizio che specifica i livelli qualitativi di erogazione del servizio, la professionalit degli
addetti, i poteri di controllo del titolare; i tipi di contratto distinguono tra affidamento (lente
pubblico affida direttamente, senza canone) e concessione (tramite gara pubblica).
Questa sezione di approfondimento delinea alcuni caratteri organizzativi e gestionali dei beni
culturali che possono chiarire la configurazione di questo ambito attraverso larchitettura
strutturale dellorganizzazione istituzionale che si interessa dei beni culturali in Italia. Nel tempo il
Ministero dedicato ai beni culturali ha riflettuto attraverso la sua composizione e il suo
organigramma i temi e gli ambiti di riferimento attraverso i quali sono definiti i confini e le
caratteristiche degli oggetti di indagine.
A seguire viene quindi riportato il diagramma funzionale attuale del MIBAC (aprile 2008 fine XVa
legislatura), grazie al quale possono essere individuate le aree principali di gestione e
organizzazione dei beni culturali.
30
la comunicazione funzionale alla creazione di un pubblico e quindi della domanda [] - ciascun museo deve scegliere, tra gli
strumenti di comunicazione disponibili, un mix adattabile ai propri obiettivi di pubblico e immagine.cfr Kotler N. - Kotler K., Il
marketing dei musei: obiettivi, traguardi, risorse, ed. Einaudi, Torino 2004
36
Sottolineiamo quindi tra le aree funzionali di riferimento per la gestione dei Beni e delle Attivit
Culturali le seguenti:
beni archeologici;
archivi;
beni librari;
cinema;
beni paesaggistici;
restauro.
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
37
38
Supporta i premi Italia Nostra, assegnati a progetti di restauro dei beni culturali. Con la
Risoluzione del 26 giugno 2000 il Consiglio Europeo ha sottolineato ulteriormente limportanza di
tutelare e potenziare il patrimonio cinematografico europeo, istituendo il programma MEDIA, a
sostegno dellindustria audiovisiva europea con il finanziamento di progetti che promuovono lo
sviluppo dei archivi digitali e la distribuzione di lavori audiovisivi. La tutela del patrimonio al
centro anche del Programma IST (Information Society Technologies) per quanto riguarda larea
di tutela e sviluppo del patrimonio culturale nellambito del 6 Programma Quadro.
Laccesso al patrimonio culturale una delle priorit dei programmi educativi dellUnione
Europea. Il programma Socrates sostiene progetti educativi nel campo dei beni culturali che
coinvolgono istituzioni come scuole e musei; il programma Leonardo da Vinci finanzia, tra le altre
cose, la formazione in settori come il restauro e lo sviluppo del patrimonio culturale. Sono
previste anche azioni per la promozione di lingue regionali e di minoranze etniche, come parte
integrante del patrimonio linguistico e culturale europeo.
LUnione Europea impegnata nello sforzo di informazione sul patrimonio culturale, con una
campagna lanciata nel 1999 dal Consiglio Europeo. Nellambito di questa campagna informativa
sono state sottoscritte 5 convenzioni e avviati diversi progetti riguardanti il patrimonio
cinematografico, le antiche universit europee, lartigianato e le tradizioni musicali. A partire dal
1991 il Consiglio dEuropa e lUnione Europea collaborano allorganizzazione delle giornate
europee del patrimonio culturale.
La tutela del patrimonio culturale si attua anche attraverso accordi con paesi terzi, come, ad
esempio, nel programma regionale EUROMED, che si concentra nellarea del Mediterraneo, e il
programma EUMEDIS, che lo promuove lo sviluppo di tecnologie digitali per lo sviluppo e la
promozione di siti culturali e turistici; il programma ASIA-URB, che sostiene progetti di sviluppo
urbano tra citt asiatiche ed europee.
39
40
41
politiche giovanili;
Le successive riforme hanno avuto effetto sulla cultura, in particolare per quanto riguarda il
trasferimento di nuove competenze culturali dallo stato alle comunit nel campo educativo,
specie per listruzione artistica, la pubblicit radio-televisiva e il supporto alla stampa.
DANIMARCA
In Danimarca a partire dal 1961 si possono distinguere 4 concetti di cultura:
FINLANDIA
Nelle politiche finlandesi non c una definizione ufficiale di cultura; questa, tuttavia, ha un
significato pi ristretto e un altro significato pi ampio nelle statistiche culturali. In senso stretto il
termine cultura comprende le arti creative e performative, il lavoro degli artisti individuali e le
filiere ad esso connesse (pubblicazione di romanzi, produzione cinematografica, registrazioni di
musica classica, industria discografica, trasmissioni radio, produzione video e multimediale) con
un livello culturale adeguato. Sempre in questa definizione pi ristretta troviamo i servizi culturali
(biblioteche pubbliche, programmi culturali delle istituzioni di educazione degli adulti), il
patrimonio culturale (monumenti storici, edifici, siti culturali, musei storici e artistici) e la
cooperazione culturale internazionale; mentre leducazione generale allarte inclusa, quella
professionale esclusa in quanto afferente allistruzione superiore e alle scienze.
La definizione pi ampia include invece tutte le industrie culturali a prescindere dai loro contenuti,
leducazione professionale nelle arti e nella cultura e musei, biblioteche scientifiche e archivi.
42
FRANCIA
Nelle politiche governative francesi la cultura definita in senso generale, secondo una visione
universale dei fenomeni culturali. Il ministero della cultura ha il compito di proteggere e sviluppare
tutti gli aspetti del patrimonio culturale, incoraggiando la creazione di lavori artistici e creativi e
favorendo lo sviluppo della formazione e delle attivit artistiche; non c per una definizione di
che cosa la cultura debba essere, che cosa contenga o quale forma abbia.
GERMANIA
In Germania non c una definizione vincolante di cultura alla base dei programmi e delle misure
culturali, n ci sono differenze significative a tutti i livelli governativi. Il concetto di cultura, che si
affermato a partire dagli anni 50 e 60, comprende sia le attivit artistiche e creative, entrambi
intese allinterno e allesterno delle istituzioni culturali tradizionali, sia la cultura della vita
quotidiana.
GRECIA
Nei documenti governativi non c una definizione ufficiale di cultura; malgrado ci la Costituzione
greca fa un riferimento indiretto alla cultura, nella quale riconosce la libert di espressione
artistica e determina che lo Stato ha lobbligo di supportare lo sviluppo e la promozione della
creativit artistica, proteggere i manufatti e i beni ambientali, compresi i monumenti, le regioni e
le vestigia del patrimonio. Il Ministero della cultura ha la responsabilit di proteggere e valorizzare
il patrimonio culturale (compresi i beni archeologici e la cultura popolare), i creatori di arti e lettere
(comprese le arti visuali, il teatro,l la danza, il cinema, la musica, la letteratura) e i loro diritti di
propriet intellettuale, le culture locali e le diversit culturali, gli scambi e la cooperazione
culturale, laccesso aperto a tutti alla produzione culturale.
IRLANDA
Anche in Irlanda non esiste una definizione specifica di cultura; le arti sono definite nellArts Act
del 2003 e comprendono ogni espressione creativa o interpretativa (tradizionale e
contemporanea) in qualsivoglia forma, incluse le arti visive, il teatro, la letteratura, la musica, la
danza, lopera, i film, il circo e larchitettura, pi i mezzi mediatici utilizzati per questi scopi.
43
PAESI BASSI
Nelle politiche culturali la cultura definita nel seguente modo:
arti (visive, design, architettura, film, arti performative, arti amatoriali ed educazione
artistica).
REGNO UNITO
Non c una definizione ufficiale di cultura; la cultura inglese, con le sue distinzioni tra nazionale,
regionale, linguistica e multi-culturale, non considerata unentit singola. Si preferisce piuttosto
riferirsi alle culture del Regno Unito, riflettendone cos le intrinseche diversit.
SPAGNA
Il concetto di cultura non definito nei documenti delle politiche culturali; come fa notare il
Ministero nellintroduzione di uno dei suoi report periodici, il concetto di cultura espresso nella
Costituzione del 1978 estremamente flessibile e vago. Si fa quindi riferimento agli standard
europei, nei quali sono definiti settori e sotto-settori che comprendono le biblioteche pubbliche, gli
archivi pubblici, le propriet artistiche e culturali, la pubblicazione di libri e giornali, le arti visive,
performative e musicali, la musica classica e le arti audiovisive.
SVEZIA
In Svezia non c una definizione ufficiale di cultura; nel Bill on Culture del 1974 la politica
culturale comprende le aree della lingua, del palcoscenico, delle immagini, dei suoni, dei media e
delle comunicazioni, oltre a includere anche alcuni aspetti delleducazione degli adulti e delle
attivit organizzative atte a preservare e creare il patrimonio culturale. La Commissione sulla
Cultura identifica la cultura come ci che concerne le arti, i media, la creativit popolare,
leducazione culturale e il patrimonio culturale. Il Ministero della Cultura inoltre responsabile
delle questioni riguardanti il design, le organizzazioni religiose e lo sport.
44
Sullo scenario delle politiche culturali hanno fatto irruzione negli ultimi decenni molteplici nuovi
soggetti, espressione di interessi locali, politici, economici e portatori di forme e linguaggi artistici
emergenti. Lesplosione delle industrie culturali, le trasformazioni del lavoro, degli stili di vita,
delle forme di aggregazione e comunicazione hanno ridefinito la ricerca artistica, le modalit di
fruizione, i luoghi e gli spazi della cultura.
A partire dagli anni Ottanta sono aumentate la visibilit e la spesa per arte e cultura; infatti in
questo periodo che si comincia a prendere coscienza del grande valore associato al patrimonio
culturale e si determina una componente economica tale da poter considerare i beni culturali
come beni economici in grado di rilanciare il processo di sviluppo del territorio31.
Contestualmente vengono sperimentate nuove forme di collaborazione tra i diversi livelli
amministrativi pubblici e privati; ad esempio il caso delle Fondazioni, sorte in Italia nel 1999
grazie a un progetto promosso dalla Fondazione Cariplo per favorire lo sviluppo delle attivit non
lucrative di utilit sociale a livello locale. Landamento non costante dei finanziamenti per la tutela
e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale ha generato negli ultimi due anni azioni delle
Pubbliche Amministrazioni che prevedono due principali fasi: innovazione e finanziaria, formule
gestionali, fund management e mix di fonti tradizionali e innovative a tale scopo.
Secondo il Rapporto pubblicato nel 2005 dallAssociazione per lEconomia della Cultura (cfr.
Graf. 1 e Tab. 1), negli anni Novanta landamento dei finanziamenti pubblici risultava molto pi
accentuato rispetto ai finanziamenti provenienti dal settore privato (+40% rispetto al +30%).
Allinterno della spesa pubblica per la cultura sono state le Province ad accrescere gli
stanziamenti (si rileva un raddoppiamento della quota) e i Comuni (+60%). Meno propensi
risultavano invece le Regioni e lo Stato. Nellambito della spesa privata si riscontrava una
crescita nelle erogazioni liberali32 e nelle sponsorizzazioni.
La scoperta del settore culturale come un potenziale settore trainante dello sviluppo economico locale pu essere attribuita al
Greater London Council che, negli anni settanta elabor la prima vera e propria strategia per lo sviluppo di questo settore
realizzando, a partire da questa, un insieme di interventi infrastrutturali che, dalla realizzazione del South Bank Centre alla
nuova sede della Tate Gallery, si sono sviluppati durante tutti questi decenni. P. Valentino, La cultura parte dai distretti, Re
SET-Rete per lo sviluppo delleconomia territoriale, 2007.
http://www.re-set.it/documenti/0/600/670/676/opinionedivalentino.html
32 Le erogazioni liberali possono essere definite come contributi, solitamente in denaro, elargiti da un soggetto, di norma
unimpresa, a favore di un altro soggetto, affinch siano destinati a una specifica finalit o funzione. Le erogazioni liberali
31
45
Graf. 1 Indici di variazione della spesa complessiva per la cultura, della spesa pubblica e
della spesa privata, (a lire costanti 2000)
160
132,6
130,1
140,2
140
120
100
100
100
100
80
60
40
20
0
Spesa complessiva
per la Cultura
Spesa Pubblica
1990
Spesa Privata
2000
Tab.1 - Spesa pubblica e spesa privata per la Cultura nel 1990 e 2000 (valori assoluti a lire 2000 e
variazione percentuale)
Spesa Pubblica
Spesa Privata
1990
2000
Var. %
Stato
4.823
6.278
30,2
Regioni
1.470
1.906
29,7
Provincie
184
398
116,3
Comuni
2.461
3.949
60,5
Totale
8.938
12.531
40,2
Consumi famiglie
17.080
18.806
10,1
Pubblicit
8.772
14.508
65,4
Sponsorizzazioni e mecenatismo
Totale
Totale generale
574
1.053
83,4
26.426
34.367
30,0
35.364
46.898
32,6
Fonte: AEC, 2000
vengono intraprese normalmente dal mondo imprenditoriale a favore di enti e istituzioni pubbliche, a richiesta dagli stessi
oppure in autonomia.
46
Nel 2007, secondo il V Rapporto di Federculture, i finanziamenti pubblici alla cultura sono
cresciuti dello 0,10% arrivando a 1,98 miliardi di euro anche se per gli altri ministeri la crescita
stata del 6,9%. In Italia, la cultura resta il settore in cui anche i privati investono meno: il 15%
contro il 63% nello sport e il 22% nella solidariet. Negli ultimi anni per la media dei
finanziamenti privati aumentata del 5%. Crescono sia le erogazioni liberali delle imprese, 33
milioni di euro, sia quelle delle persone fisiche, cittadini che decidono di investire in cultura (+70%
rispetto al 2006), anche se si delineano forti differenze territoriali, il 74% delle erogazioni liberali si
fermano al Centro Nord, mentre solo l'8% arriva nel Lazio, meno del 10% in tutto il Sud.
Secondo ledizione 2007 del Country Brand Index (cfr Tab. 2), curato da Future Brand, lItalia
risulta comunque al primo posto al mondo per il patrimonio artistico e culturale (nel 2006 risultano
presenti sul territorio italiano 400 istituti museali, di cui 195 musei e gallerie e 205 monumenti e
aree archeologiche33) e al secondo per quello storico.
Tab. 2 - Country Brand Index
HISTORY
1. (1) Egypt
1. (1) Italy
2. (2) Italy
2. (6) France
3. (8) China
3. (1) Egypt
4. (4) Greece
4. (4) India
5. (10) France
6. (4) Greece
7. Russian Federation
7. (8) China
8. (5) India
8. Russian Federation
9. Peru
9. (5) Japan
10. Spain
Fonte: Future Brand, 2007
Sebbene secondo i dati UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development) lItalia
sia leader al mondo nella produzione del design e seconda, dopo la Cina, per esportazione di
prodotti creativi34, sembra scarsa la consapevolezza della creativit e della cultura come forza
trainante delleconomia in termini di competitivit, innovazione e valore aggiunto. Rispetto alla
classifica mondiale del Giornale dellArte del marzo 2008 il museo italiano pi visitato dItalia si
trova al settimo posto e nella classifica delle mostre pi visitate (cfr. Tab. 3) lItalia occupa la 86
33
34
47
esima posizione (Brescia, Turner e gli impressionisti), al 104 esimo posto ci sono le Scuderie
del Quirinale (Cina, la nascita dellImpero), il Vittoriano (Chagall) e i Musei Capitolini.
Tab. 3 - Le mostre pi visitate nel Mondo - 2007
Order
Daily
Total
Exhibition
Venue
City
10,071
796,004
Tokyo
9,273
704,420
Tokyo
9,067
425,492
Tokyo
8,585
737,074
New York
7,268
574,207
Houston
6,856
493,886
Tokyo
6,239
482,179
Muse dOrsay
Paris
6,115
677,000
Neue Nationalgalerie
Berlin
5,375
1,290,000
Franklin Institute
Philadelphia
10
5,269
330,446
What is Painting?
New York
11
5,192
505,082
New York
12
4,824
490,002
Czanne to Picasso
New York
13
4,774
811,500
Bonn
14
4,771
1,044,743
Field Museum
Chicago
15
4,702
483,000
Budapest
16
4,625
1,110,044
Manet to Picasso
National Gallery
London
48
3,092
212.000
Louvre
Paris
86
2,365
352,41
Brescia
104
2,181
296,58
Rome
124
1,991
228,984
Rome
159
1,899
66,99
Musei Capitolini
Rome
Fonte: V Rapporto Annuale Federculture, elaborazione su dati Il Giornale dellArte n.189- Marzo 2008.
48
A livello territoriale, i capitali erogati dalle Regioni alla cultura seguono un andamento tuttaltro
che omogeneo. Negli anni Novanta si evidenzia una forte disuguaglianza nella distribuzione:
significativi interventi nelle regioni del Centro-Nord e una forte diminuzione si registra nelle
regioni del Sud dove anche lapporto di risorse messe a disposizione dai comuni, cos come
quelle delle fondazioni e delle imprese, risulta minimo35. Nel 2007 Sicilia e Campania risultano
essere le regioni che hanno speso di pi nel settore culturale, rispettivamente 432 e 161 milioni di
euro, contro il Trentino Alto Adige, 113 milioni di euro, il Piemonte e la Lombardia,
rispettivamente 90 e 85 milioni di euro. I dati Istat36 (cfr. Tab. 4) mostrano per come i livelli di
fruizione, nonostante laumento della spesa culturale da parte di alcune regioni meridionali,
risultano pi elevati al Centro-Nord mentre nel Mezzogiorno la quota di fruitori continua a
rimanere al di sotto della media nazionale: le regioni meridionali che spendono maggiormente in
cultura sono dunque le stesse in cui risulta esserci meno consumo.
35
36
Associazione per lEconomia della Cultura, Rapporto sullEconomia della Cultura in Italia 1999-2000.
Istat - Annuario statistico italiano 2007.
49
Tab. 4 Persone di 6 anni e oltre che hanno fruito nellultimo anno dei vari tipi di
intrattenimento per classe di et, sesso e regione Anno 2007 (per 100 persone della stessa
classe di et, sesso e zona)
ANNI
CLASSI DI ETA
REGIONI
Popolazion
e
residente di
riferimento
di
6 anni e
oltre
(migliaia)
Teatr Cinem
o
a
Musei
mostre
Concer
ti di
musica
classic
a
Altri
concer
ti di
musica
Spettacol
i
sportivi
Discoteche
e balere
Siti
archeologici
e monumenti
4.088
21,3
50,2
36,7
11,2
20,5
29,9
25,4
25,9
117
16,8
46,9
36,4
10,1
22,8
28,5
31,1
31,5
8.927
25,9
50,4
34,3
10,2
18,6
26,9
24,0
27,7
920
31,5
37,4
43,0
14,6
29,7
35,9
27,2
27,0
450
470
4.451
39,5
23,8
19,1
33,4
41,3
46,2
42,6
43,3
34,0
16,5
12,7
11,8
36,2
23,6
17,8
40,6
31,4
29,1
30,1
243,4
25,7
24,0
29,9
25,5
1.137
22,9
48,3
34,5
12,4
21,1
27,6
20,7
25,6
Lombardia
Trentino-AltoAdige
Bolzano/Bozen
Trento
Veneto
Friuli-Venezia
Giulia
Liguria
1.522
22,1
48,3
28,2
10,4
16,1
26,6
20,1
19,8
Emilia-Romagna
3.962
23,4
50,6
32,9
10,6
19,5
26,9
26,2
25,8
Toscana
3.427
19,6
50,0
29,8
8,1
14,9
26,3
22,0
23,7
Umbria
Marche
822
1.446
20,4
21,1
46,5
48,5
26,7
25,5
8,1
7,5
21,1
18,7
25,9
24,3
27,2
27,0
18,9
18,7
Lazio
5.132
27,5
54,0
30,6
11,1
20,7
24,9
22,9
25,4
Abruzzo
1.236
18,6
51,3
22,2
9,0
21,4
28,5
23,7
16,5
Molise
303
14,9
42,0
16,7
7,6
21,5
26,0
20,4
14,6
Campania
5.390
19,7
51,9
18,3
5,7
18,6
24,9
21,1
14,6
Puglia
Basilicata
3.819
558
15,0
13,9
46,9
43,2
16,0
22,0
7,4
9,0
19,2
22,7
24,7
28,5
24,5
21,0
11,9
17,7
Calabria
1.877
12,0
40,5
14,7
6,7
22,3
25,8
18,6
10,4
Sicilia
4.692
16,9
47,3
17,9
7,3
16,5
21,0
23,7
14,2
Sardegna
ITALIA
Nord
1.570
55.398
25.125
12,3
21,0
23,3
40,2
48,8
48,9
28,5
27,9
34,4
7,4
9,3
11,0
22,9
19,2
19,3
32,7
26,5
28,1
20,0
23,6
24,7
27,0
21,6
26,1
Centro
10.827
23,6
51,4
29,4
9,4
18,6
25,3
23,5
23,5
Mezzogiorno
19.447
16,4
47,3
18,6
7,0
19,3
25,0
22,2
14,8
Fonte: Istat Indagini multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, 2007.
50
Anche la modernizzazione tecnologica che oggi simpone a ritmi accelerati sui pi importanti
canali di comunicazione non ha fatto altro che contribuire a modificare profondamente gli schemi
cognitivi e i parametri socioculturali caratterizzanti la quotidianit dellindividuo. Unattenta analisi
della contemporaneit mostra una radicale evoluzione del ruolo e della funzione del consumo.
Nellambito del mercato culturale, il pubblico non pi unentit astratta, ma un attore
protagonista dellazione di fruizione e nello stesso tempo un agente economico coinvolto in una
relazione di mercato. Tali nuovi codici di consumo si riflettono inevitabilmente sui comportamenti
culturali. Secondo i dati Eurostat in Italia si spende il 6,8% del budget familiare per la cultura
contro il 9,4% della media europea e il 12,5% del Regno Unito (cfr. Graf. 2).
Graf. 2- Ricreazione e cultura - % sulla spesa totale della famiglia.
Nel 2007 il 64,2% della popolazione italiana ha fruito di almeno uno spettacolo o intrattenimento
fuori casa37. Considerando il trend dal 2001 al 2007, risulta stabile la parte di popolazione che si
dedica alle attivit culturali outdoor.
La Regione Lazio detiene il primato nazionale per numero di visitatori e introiti complessivi di
musei, monumenti e aree archeologiche38. Relativamente alla gestione in conto capitale, nel
2005 sono stati destinati alla Regione 75 milioni di euro, pari al 3,3% dalle Amministrazioni
51
Comunali, e 7,6 milioni pari al 1,9% degli impegni di spesa complessivi destinati agli investimenti
da quelle Provinciali, a fronte di quote del 2,7% e dell1,4% rispettivamente per i Comuni e per le
Province a livello nazionale.
Per quanto riguarda i musei, i monumenti e le aree archeologiche statali, il MiBAC ha censito
nel 2006 nel Lazio la presenza di 86 musei statali (pi di un sito statale su cinque presente in
Italia dunque localizzato nel Lazio), seguono la Campania (59 siti), la Toscana (55 siti) e
lEmilia Romagna (32). I musei sparsi sul territorio laziale hanno raccolto nel 2006 oltre 11 milioni
di visitatori (11.141.938), circa un terzo del totale nazionale.
Per quanto riguarda gli introiti, Roma a registrare la crescita maggiore rispetto al 2006 (+5,7%)
e ad incassare la quasi totalit degli introiti laziali (41.787.341 di euro). Frosinone e Viterbo
registrano un incremento nel numero dei visitatori, ma ci non corrisponde ad un aumento degli
introiti (Rieti non risulta censita dallindagine svolta dal Ministero). La classifica delle dieci mostre
pi visitate in Italia nel 2007 conferma la forte capacit della Regione Lazio di costruire una
politica valida relativa allofferta culturale. infatti nella Capitale che sono state presentate
quattro delle dieci mostre pi visitate dellanno: Cina. Nascita di un impero (3 posto con
296.580 visitatori), Chagall delle Meraviglie (6 posto e 218.894 visitatori), Matisse e Bonnard
(7 posto con 200.659 visitatori) e Paul Gauguin artista di mito e sogno (9 posto con 177.364
visitatori), per 900 mila visitatori complessivi.
Secondo i dati Cinetel39 (cfr. Graf. 3), la spesa per il cinema nel Lazio registra una crescita
dell11,1% nel 2007 (da 83.188.651 euro a 92.392.219 euro), leggermente inferiore a quella
rilevata a livello nazionale (+12,9%, passando da 547.136.578 euro a 617.855.130 euro con un
incremento di circa 70 milioni di euro). Lincremento registrato a livello regionale trova riscontro in
tutte le province, con la variazione pi elevata a Frosinone (+56%), seguita da Rieti (+29,2%),
Latina (+27,3%), Viterbo (+21,4%) e Roma (+9,6%). La spesa procapite destinata al cinema nella
Capitale pari a 22,6 euro, mentre negli altri comuni della provincia raggiunge 17,8 euro, seguita
da valori inferiori nella provincia Latina, Rieti, Viterbo e Frosinone.
39
Riportati in EURES Ricerche Economiche e Sociali, Rapporto 2008 sullo stato delle Province del Lazio.
52
Graf. 3 - Cinema spesa (in euro) media per abitante Anno 2006
25
20,2
20
15,8
15
9,4
10
8
4
2,5
1,2
0
Frosinone
Latina
Rieti
Roma
Viterbo
Lazio
Italia
Secondo i dati SIAE la spesa del pubblico nella Regione Lazio per le diverse rappresentazioni
che compongono la voce spettacoli (teatro, musica, cinema, abbonamenti radio-televisivi,
manifestazioni sportive e trattenimenti vari), nel primo semestre 2007, ammonta a oltre 181
milioni di euro (181.582.356), pari ad oltre 33 euro per abitante; disaggregando le spese per le
diverse tipologie di spettacolo emerge una sostanziale prevalenza per il cinema, seguita da
quella per il teatro (6,4 euro pro capite) mentre leggermente inferiore risulta la spesa per attivit
di ballo (34,8 milioni di euro). In netto aumento la spesa dei cittadini laziali per i concerti (+35,4%
con oltre 5 milioni di euro in pi rispetto al primo semestre 2006). I dati SIAE sui consumi culturali
dello spettacolo nel comune di Roma, relativi al primo semestre del 2007, rilevano un andamento
in forte crescita per quanto riguarda gli introiti relativi alle attivit concertistiche, che registrano un
incremento di oltre 5 milioni di euro (+36,8%), dovuto quasi interamente allaumento della spesa
per i concerti di musica leggera (da 10,3 milioni di euro nel 2006 a 15,5 milioni nel 2007) grazie a
veri e propri eventi musicali tenutisi nella Capitale nel corso del 2007; in crescita anche le spese
per le attivit teatrali (+2,3%).
Le importanti iniziative culturali sul territorio romano come il Festival del Cinema, il Festival della
Fiction, la Notte Bianca, la presenza di numerose infrastrutture culturali come lAuditorium, la
Casa del Jazz e del Cinema, il Teatro dellOpera, ma anche lavvio di progetti culturali di
particolare rilievo nelle varie province come il Sabina Mater a Rieti, il Tuscia Operafestival e il
Festival musicale Barocco in provincia di Viterbo o il Satricum Doc-Film Festival a Latina hanno
permesso di incrementare la capacit competitiva e attrattiva del Lazio, tant che la quota
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
53
mercato risulta in continua espansione, dal 2002 al 2006 passata dal 33,3% al 38,4%40. Il ricco
patrimonio della Regione si combina con una politica culturale strategica e di intervento, volta ad
intercettare la variegata domanda proveniente dagli utenti.
A partire dagli anni Ottanta entrato in crisi il modello di sviluppo che aveva garantito la crescita
economica e sociale del nostro Paese. Il problema delloccupazione si assommato a quello
delle modalit di intervento dello Stato e a un generalizzato processo di internazionalizzazione
delle economie e di unificazione dellEuropa. Tali mutamenti rendono ancora oggi necessario un
ripensamento della dimensione economica dei patrimoni storico-culturali: essi vanno intesi
come beni economici che producono, quindi, redditi e occupazione. Ci risulta necessario per
una gestione razionale delle risorse. Per secoli, infatti, la nostra cultura ha portato avanti la tesi di
una contrapposizione forte tra mondo di idee ed economia, fra arte e denaro42.
I cambiamenti istituzionali e di mercato avvenuti negli ultimi anni hanno determinato inevitabili
ricadute sugli assetti occupazionali e professionali. Allampiezza del patrimonio culturale si deve,
quindi, aggiungere la crescente complessit delle funzioni con le quali gli operatori sono chiamati
a confrontarsi: tutela e conservazione, valorizzazione e sostegno della fruizione. Le stesse
innovazioni tecnologiche e lICT nel settore dei beni culturali offrono possibilit di potenziamento
soprattutto per quanto riguarda archivi, musei e biblioteche.
Loccupazione e le professioni nei Beni Culturali in Italia esprimono, secondo alcuni esperti, un
paradosso del nostro Paese: pur essendo ricco il patrimonio culturale su tutto il territorio
nazionale non esiste un circolo virtuoso tra unoccupazione soddisfacente delle professioni
intellettuali e le attivit operative per i servizi della gestione e valorizzazione dei beni stessi.
Quello italiano uno tra i patrimoni pi ampi al mondo, la disponibilit di capitale artisticomonumentale del nostro Paese imponente: secondo il rapporto Isfol sul Repertorio delle
professioni, in Italia sarebbero 40.000 i castelli e le rocche, 95.000 le chiese, 30.000 le dimore
Unione Regionale delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura del Lazio, op.cit.
M. Trimarchi, Prefazione, in E. Cabasino, I mestieri del patrimonio. Professioni e mercato del lavoro nei beni culturali in Italia,
Franco Angeli, Milano, 2005, p.13.
42
www.civita.it/pubblicazioni/il_rapporto/la_storia_al_futuro_beni_culturali_specializzazione_del_territorio_e_nuova_
occupazione.
40
41
54
storiche, migliaia le biblioteche e gli archivi, circa 3.800 i musei e 2.000 i siti archeologici. In
particolare, il patrimonio museale risulta notevolmente accresciuto negli ultimi decenni: secondo
stime recenti sarebbero 4120 i musei, di cui circa il 70% di propriet pubblica, contro i 534 del
1950.43
Le attivit legate al patrimonio culturale e ambientale rappresentano per l'Italia una fonte
importante per il turismo e, di conseguenza, per l'economia nazionale. Nel 2004, infatti, i visitatori
sono stati pi di 32 milioni superando di quasi 2 milioni quelli del 2003 e le regioni preferite per il
grand tour sono state il Lazio, la Campania e la Toscana44.
Il settore dei Beni Culturali comprende, inoltre, attivit complesse e ha una tipologia di
organizzazioni ampia e in continua trasformazione. Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio,
introducendo il concetto di patrimonio culturale, ha posto le basi per la nascita della qualifica di
professionista del patrimonio, intendendo con lespressione tutti coloro che hanno per oggetto,
diretto e indiretto, il patrimonio culturale e ambientale. aumentato, in generale, il numero di
compiti e mansioni che possibile svolgere nei campi della tutela, della valorizzazione e della
gestione dei beni culturali.
Nonostante questi cambiamenti e la conseguente moltiplicazione degli ambiti di intervento e
interesse del settore, si registra una certa disattenzione rispetto alla professioni e ai mestieri dei
beni culturali, in quanto mancano una definizione univoca e riconosciuta delle professioni,
percorsi formativi da seguire per accedere alle professioni stesse e un raccordo tra domanda e
offerta di lavoro. La complessit del mondo dei beni culturali impone quindi una certa prudenza
nelle generalizzazioni riferite al lavoro e alle professioni.
Un segnale di cambiamento rispetto al passato pu essere letto, dunque, nella diversificazione
dei soggetti coinvolti: diminuita la domanda statale, o meglio, come specifica Emilio Cabasino45,
essa non pare saper rispondere allimponente offerta creatasi negli ultimi venti anni. Sono, di
contro, aumentate le possibilit di impiego presso imprese, agenzie e organizzazioni che offrono
servizi anche agli istituti pubblici statali. Nonostante questa tendenza, nella gestione delle attivit
predomina il ruolo pubblico con un progressivo passaggio, tuttavia, dalla gestione centrale a
quella locale - fatta eccezione per alcuni prestigiosi soggetti privati e per gli enti ecclesiastici.
Abbiamo scelto di utilizzare la Tab.1, proposta dallo stesso Cabasino, per avere un quadro
sintetico dei settori e delle istituzioni e organizzazioni che svolgono attivit nel settore. Nella Fig.1
si distinguono 4 aree principali di intervento: arte, paesaggio, archivi e biblioteche, allinterno
Cfr. A. Maresca Compagna (a cura di), Gestione e valorizzazione dei beni culturali nella legislazione regionale, in Quaderni del
Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, Roma, 1998.
44 http://www.innova.campania.it/newsletter/num12/n1.htm
45 Cfr. E. Cabasino, op. cit.
43
55
delle quali operano istituzioni tradizionali (come possono essere musei, organismi di ricerca,
archivi e biblioteche) e organizzazioni innovative (ossia societ di servizi specializzate nella
catalogazione, accoglienza, didattica, sorveglianza) che operano al fianco delle prime.
Tab. 1 Settori di intervento e tipologie di istituzioni e organizzazioni nei beni culturali
SETTORI
SOTTOSETTORI
ISTITUZIONI
ORGANIZZAZIONI
TRADIZIONALI
INNOVATIVE
Societ di servizi per attivit di:
- ricerca (e scavi archeologici)
Archeologia
Storia dellarte
Demoetnoantropologia
ARTI
Architettura
Architettura e arti
contemporanee
- catalogazione
Musei/aree archeologiche
- didattica
Musei/gallerie
- esposizione
Musei
- accoglienza
- servizi al pubblico
giardini storici
- comunicazione
- tecnologie applicate
- librerie
- sorveglianza
Organismi di ricerca
PAESAGGIO
Uffici di pianificazione
Uffici di tutela
Archivi privati
ARCHIVI
BIBLIOTECHE
Archivi di Stato
Soprintendenze artistiche
- ricerca
Biblioteche
- catalogazione
private/pubbliche
Uffici di tutela
- tecnologie applicate
- rapporti con il pubblico
Fonte: Cabasino, 2005
Uno studio recente voluto dalla Commissione Europea46 conferma la dimensione rilevante (dal
punto di vista economico e finanziario) del settore dei Beni e delle Attivit Culturali. Il fatturato del
settore culturale e creativo nel 2003 di 654 milioni di euro contro, ad esempio, i 271 milioni
dellindustria automobilistica; esso ha apportato, per lItalia, il principale contributo al PIL europeo
con il 2,3%, contro il 2,1% dovuto alla produzione di macchinari. Nel periodo 2002-2004, rispetto
46
Cfr. F. Palombo, I mestieri della valorizzazione della cultura, in C. Volpe (a cura di), I mestieri dellarte, Mondadori, Milano,
2007.
56
a una discesa complessiva del tasso di occupazione, nel settore considerato lo stesso indicatore
cresciuto dell1,85%.
Se proviamo a mettere in matrice i dati sul patrimonio con quelli sulloccupazione e la formazione
risulta evidente unanomalia: non esistono, infatti, serie storiche o dati oggettivi sui lavoratori del
settore. Le cause sono diverse, ad esempio potremmo ricordare che non stato mai definito un
repertorio completo delle attivit e dei profili professionali adottabile nelle rilevazioni statistiche.
Ci legato, come abbiamo visto, anche alla trasversalit di molte attivit afferenti al settore. Ci
sembra utile, a tal proposito, riportare alcuni dei dati contenuti nellultimo Rapporto Civita47
pubblicato nel 2007 e che ha indagato lofferta formativa universitaria e post-lauream in rapporto
al mercato del lavoro per le figure professionali (pi o meno tradizionali) destinate alla
valorizzazione e alla tutela del patrimonio culturale. In questo settore, che rappresenta solo una
parte del pi ampio settore della cultura, si registra uno strutturale "eccesso di domanda": i posti
di lavoro che annualmente si creano sono in grado di dare occupazione solo a una piccola parte
dei giovani laureati che nello stesso periodo vengono immessi sul mercato del lavoro. Secondo
alcune previsioni, nel prossimo futuro solo 16 laureati su 100 potranno lavorare nell'ambito della
tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio artistico. Ancora pi bassa la proporzione di
coloro i quali otterranno un impiego nelle amministrazioni pubbliche: solo 5 su 100 laureati. Ci si
trova di fronte come lo definisce Pietro Valentino, curatore del Rapporto a un gigante/nano
[]; lo scarto tra aspettative e realt molto ampio. Il settore, lo abbiamo detto, si
contraddistingue per lassenza di dati ufficiali, ci costringe a procedere per stime. Civita, ad
esempio, ha stimato la domanda di lavoro attivata dalle pubbliche amministrazioni e dalle
Fondazioni di origine bancaria in circa 56mila unit. Ancora pi difficile inquadrare gli occupati nel
settore privato. Se ci si limita ai cosiddetti servizi aggiuntivi di musei, siti archeologici, archivi e
biblioteche che, in virt della legge Ronchey48, negli ultimi dieci anni sono stati appaltati
all'esternosi pu, secondo Civita, stimare in 1,5-2mila unit l'occupazione indotta. Se si allarga
il tiro, si pu, sempre procedendo per stime, arrivare a valutare tra 10mila e 14mila le persone
reclutate dall'imprenditoria privata. L'occupazione complessiva del settore, sia quella indotta dal
pubblico sia quella attivata dal privato, oscilla tra 70mila e 75mila unit. Unindagine condotta nel
2002 dal Comune di Roma aveva rilevato, nella sola capitale49, un patrimonio complessivo di 158
beni culturali (22 strutture museali, 112 aree archeologiche, 21 ville e parchi naturali e 3 gallerie e
LAssociazione Civita che opera nel campo della valorizzazione e della tutela del patrimonio culturale, pubblica ogni anno un
Rapporto di approfondimento su un tema specifico. Nel testo abbiamo preso in riferimento La Formazione vale un patrimonio.
Beni culturali, saperi e occupazione.
48 Con la legge Ronchey n.4 del 14 gennaio 1993 stata data la possibilit a soggetti privati di gestire i cosiddetti servizi
aggiuntivi negli Istituti dArta e Antichit dello stato, servizi di accoglienza come didattica, biglietteria e bookshop, ma anche i
servizi di caffetteria.
49 http://www.romaeconomia.it/attachment/586417Rap.Econ.Sintesi.pdf
47
57
sedi espositive) che ospita 7 tra i 20 pi importanti istituti darte italiani, attirando
complessivamente circa 4 milioni di visitatori allanno. Secondo una stima dello stesso periodo il
numero di lavoratori del settore era pari a circa 8.400 unit.
Si tratta, in generale, di attivit in cui rilevante la presenza di rapporti di lavoro atipici i
Co.co.pro. rappresentano il 12,9% nel privato e il 7,7% nel pubblico, dato che spiega anche le
basse retribuzioni percepite: in media, un laureato in medicina guadagna al mese il 71% in pi di
un collega con il titolo in beni culturali. Ci determina, inevitabilmente, una precariet e
discontinuit nelle attivit del settore.
allo stesso modo disagevole inquadrare la domanda di lavoro. Tuttavia si pu valutare che il
numero di laureati, tra diplomi triennali e di secondo livello, oscilla ogni anno tra 2.800 e 3.200,
contro una domanda che varia tra 185 e 459 posti. In realt il settore soffre di uno scarto molto
ampio tra aspettative e reali possibilit. Corsi di laurea, di formazione e di aggiornamento sono
numerosi, ma senza che ai diplomati si possano offrire concrete opportunit di impiego.
I dati riportati dimostrano quanto sia difficile fotografare il settore senza un rigoroso e
irrinunciabile monitoraggio statistico. Quale lavoro per quale occupazione? si chiede
provocatoriamente Emilio Cabasino nel saggio contenuto nel volume I mestieri dellarte, curato
da Caterina Volpe. necessario, cio, rintracciare con precisione la committenza reale e
potenziale dellattivit professionale e le modalit di svolgimento di essa.
Saper decifrare i segnali della trasformazione in atto risulta quanto mai necessario per poter
intercettare domanda e offerta e per poter gestire il patrimonio culturale come una risorsa
strategica.
58
59
In relazioni alle suddette finalit le azioni degli operatori del settore sono cos classificate:
1. attivit di produzione di eventi artistico-culturali;
2. attivit di riproduzione di eventi artistico-culturali;
3. attivit di conservazione e studi sul patrimonio.
In Italia le azioni pi rilevanti sono quelle inerenti alla conservazione e alla valorizzazione, che a
loro volta si articolano in ulteriori tipologie; ad esse si aggiungono le funzioni di supporto, presenti
anche in altre aree occupazionali.
La seconda classificazione frutto di unelaborazione pi dettagliata e le funzioni sono articolate
in 4 macroaree:
A. tutela e conservazione, comprendente: catalogazione, documentazione e archiviazione,
restauro e recupero dei beni, altre attivit di manutenzione, tutela e conservazione;
B. valorizzazione, comprendente: valorizzazione di attivit culturali, attivit espositive, didattica,
promozione, marketing e comunicazione;
C. ricerca, comprendente: direzione scientifica e culturale, attivit di indagine e studio;
50
Grimaldi A., Taronna P. (a cura di), Repertorio delle professioni. Area occupazionale beni culturali, Roma, ISFOL, 2000.
60
51
52
Taronna P. (a cura di), Area occupazionale Beni culturali, Roma, ISFOL, 2006.
Cabasino E., I mestieri del patrimonio. Professioni e mercato del lavoro nei beni culturali in Italia, Milano, Franco Angeli, 2005,
pp. 77 ss.
61
Attivit commerciali;
Se Cabasino prende come riferimento la specificit della figura professionale rispetto allarea del
beni culturali, Bariletti e Causi distinguono tra le professioni caratterizzanti, legate ai beni culturali
come risorse irriproducibili, e le professioni di filiera, legate allindotto prodotto dai beni culturali in
quanto creatori di risorse riproducibili53. L dove le funzioni corrispondenti ai processi di
produzione e di lavoro sono cinque conoscenza, conservazione, tutela, valorizzazione e
gestione le filiere che compongono il settore integrato di attivit sono sette:
1. Filiera della ricerca applicata ai beni culturali (ricerca specialistica; ricerca e
sperimentazione sulle tecnologie di conservazione, di restauro e monitoraggio;
predisposizione degli strumenti di conoscenza);
2. Filiera delledilizia e artigianato per il restauro (conservazione e mantenimento del
patrimonio);
3. Filiera della progettazione e logistica per la conservazione e valorizzazione
(progettazione e organizzazione degli interventi di recupero e di restauro);
4. Filiera della formazione (formazione per la PA, per gli addetti delle imprese
specializzate);
5. Filiera della produzione di servizi culturali (produzione di materiali informativi e
risorse; editoria specializzata; organizzazione di eventi culturali; produzione di
oggettistica);
6. Filiera della attivit legate alla fruizione diretta del patrimonio (gestione di musei,
aree archeologiche, siti aperti al pubblico; gestione di laboratori didattici; gestione di
servizi e attivit culturali nei siti culturali; fornitura di servizi di supporto alla gestione
come visite guidate, comunicazione, promozione e marketing; fornitura di servizi di
prenotazione e biglietteria; fornitura di servizi non culturali nei siti culturali, come la
53
Bariletti A., Causi M., Risorse e occupazione nei beni culturali, in Accademia Nazionale dei Lincei, Sviluppo tecnologico e
disoccupazione: trasformazione della societ. Atto del convegno, Roma, 16-18 gennaio 1997, Roma, Accademia Nazionale dei
Lincei, 1998, pp. 493-530.
62
63
(sponsor, soggetti economici con cui avviare convenzioni); esperto della didattica; guida;
redattore di materiale informativo, didattico e per guide; progettista e tecnico per la produzione di
souvenir e oggettistica; addetto ai servizi di vendita.
Attivit espositive: coordinatore della progettazione e realizzazione degli allestimenti; esperto di
supporto ed attivit scientifiche degli allestimenti (illuminazione, creazione del contenitore
architettonico, trasporto oggetti, realizzazione di materiali anche commerciali legati
all'esposizione).
64
65
data professione e visto nella sua duplice dimensione del livello (skill level) e del campo delle
competenze (skill specialization).
Dalla collaborazione Isfol-Istat nata la Nomenclatura e classificazione delle unit professionali,
che rappresenta unevoluzione della Classificazione delle professioni del 2001. La Nomenclatura
e classificazione delle unit professionali costituisce lo strumento di raccordo tra i fabbisogni
professionali e i fabbisogni occupazionali, nell'ambito della costruzione di un sistema nazionale di
osservazione permanente dei fabbisogni, promosso e finanziato dalla Direzione Generale
Politiche Orientamento e Formazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel quadro
delle azioni di sistema del Fondo Sociale Europeo 2000-2006 (Piano di A.T. Azione 8
Progetto repertorio delle professioni P.O. 93000219).
La Nomenclatura si configura come un insieme di unit professionali definite a partire dalla
Classificazione ISTAT delle professioni con lutilizzo dei repertori delle figure professionali
scaturiti dalle indagini nazionali sui fabbisogni realizzate negli ultimi anni. Per ciascuna delle
categorie sono individuati uno o pi insiemi di professioni omogenee rispetto a conoscenze,
competenze, abilit e attivit lavorative svolte.
Rispetto alla Classificazione delle professioni, la Nomenclatura e classificazione delle unit
professionali, oltre ad aumentare il dettaglio della suddivisione, introduce una componente
descrittiva delle professioni definendo, per ogni livello, i criteri classificatori e i contenuti del lavoro
ad esso corrispondente.
Si riportano, a titolo informativo, le principali classificazioni delle professioni attualmente utilizzate
a livello regionale, nazionale ed europeo.
66
INTERNAZIONALE
LIVELLO EUROPEO
LIVELLO NAZIONALE
LIVELLO REGIONALE
Chirone2000
Mastermedia
Agriform
Repertorio dei Profili formativi per lApprendistato della Regione Lazio (contiene
al momento circa 80 Profili che aggregano centinaia di Qualifiche relative ai
contratti di apprendistato professionalizzante)
Repertorio nazionale delle figure per i percorsi IFTS (in fase di definizione
attraverso listituzione dei Poli Formativi IFTS)
67
Settore
A1.
CATALOGAZIONE
Descrizione
Compiti
ecc.
Compiti di raccordo tra le funzioni di tipo tecnico-scientifico
A2.
A.
TUTELA E
CONSERVAZIONE
DOCUMENTAZIONE
A3.
BENI
A4.
ALTRE ATTIVIT DI
MANUTENZIONE, TUTELA E
CONSERVAZIONE
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
B1.
VALORIZZAZIONE DI ATTIVIT
CULTURALI
ecc.)
B.
VALORIZZAZIONE
B2.
ATTIVIT ESPOSITIVE
B3.
DIDATTICA
B4. PROMOZIONE
B5. MARKETING
B6. COMUNICAZIONE
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
C1.
DIREZIONE SCIENTIFICA E
CULTURALE
C.
DIREZIONE
E RICERCA
raggruppamenti
D1.
DIREZIONE E GESTIONE
AMMINISTRATIVA
D.
FUNZIONI DI
SUPPORTO
D2.
CUSTODIA
D3.
SICUREZZA
ditte specializzate.
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
CATALOGAZIONE
Profilo professionale
Specializzazione
Archivista
(archivista storico-scientifico)
Archivi documentari
Archivi fotografici
A2.
Fotografie
Documenti
Audiovisivi
DOCUMENTAZIONE
Profilo professionale
Specializzazione
Archivista
Archivi documentari
Archivi fotografici
Bibliotecario
Addetto alle sale di lettura e consultazione
Fotografo dei beni culturali
A3.
Specializzazione
Metalli
Legno
Dipinti
Vetro
Mosaico
Terrecotte
Lapidei
Impasti edilizi
Carta
Materiali organici
Materiali inorganici
Tessili
Materiali artificiali
Artigiano edile
interviene:
restauratore)
Restauro conservativo
Recupero edilizio
Operaio specializzato
Responsabile della manutenzione periodica
A4.
Specializzazione
Archeologo
Architetto dei beni culturali
Paleontologo
72
B. VALORIZZAZIONE
B1.
Specializzazione
Addetto allaccoglienza
Organizzatore di eventi e manifestazioni culturali
Addetto alle visite guidate
Illuminotecnico (designer delle luci)
Esperto in applicazioni informatiche e web
Web designer
Specializzazione
Operatore museale
Esperto in applicazioni informatiche e web
Web designer
Conservatore-curatore
Registrar (addetto alla movimentazione delle opere
darte)
B3.
DIDATTICA
Profilo professionale
Specializzazione
PROMOZIONE
Profilo professionale
Specializzazione
73
MARKETING
Profilo professionale
Specializzazione
COMUNICAZIONE
Profilo professionale
Specializzazione
74
C. DIREZIONE E RICERCA
C1.
Specializzazione
Sito/parco archeologico
Monumento
Archivio storico
Istituzione/associazione/impresa culturale
Beni ecclesiastici
Museo
Raccolta/collezione fotografica
Raccolta/museo scientifico
Specializzazione
scientifico:
geologo,
fisico,
biologo,
75
D. FUNZIONI DI SUPPORTO
D1.
AMMINISTRAZIONE
Profilo professionale
Specializzazione
D2.
CUSTODIA
Profilo professionale
Specializzazione
Custode di sala
D3.
SICUREZZA
Profilo professionale
Specializzazione
76
77
Oltre alle lauree in archeolologia, storia dellarte, ecc., esistono dei corsi di catalogazione del
patrimonio culturale; lICCD possiede un ufficio dedicato alla didattica della catalogazione, presso
il quale gli studenti universitari possono effettuare dei tirocini per apprendere le tecniche e le
metodologie di catalogazione.
BIBLIOTECARIO
Il bibliotecario ha il compito di recuperare, organizzare, proteggere e valorizzare i beni e le
raccolte librarie e documentarie.
Tra le mansioni del bibliotecario troviamo: lorganizzazione di biblioteche e centri di
documentazione, linventario e la catalogazione di raccolte librarie, la predisposizione di interventi
di conservazione, prevenzione, conservazione e restauro delle opere, organizzazione delle
raccolte, attivit di ricerca scientifica, progettazione di mostre ed eventi.
Le competenze che deve possedere sono quelle relative alla gestione e conservazione dei beni
librari, competenze di biblioteconomia, padronanza delle metodologie di ricerca e consultazione
del patrimonio librario, gestione dei sistemi di catalogazione e inventariazione, nozioni di
archivistica, diritto amministrativo e contabilit, della normativa del settore, conoscenza del
marketing e della ricerca sociale, capacit di coordinamento e organizzazione, predisposizione ai
rapporti interpersonali, capacit comunicative.
Il bibliotecario deve essere in possesso di una laurea, e per accedere ai livelli superiori deve
essere in possesso di ulteriori titoli di specializzazione.
ADDETTO ALLE SALE DI LETTURA E CONSULTAZIONE
Laddetto alle sale di lettura e consultazione svolge compiti di predisposizione e gestione di
servizi per la fruizione e si occupa dei rapporti con il pubblico, della distribuzione e del prestito
delle opere, dellofferta di informazioni al pubblico.
Le competenze che deve possedere sono capacit di comunicazione con il pubblico, di
negoziazione e di problem solving, orientamento al cliente, conoscenza delle tecniche di base di
archiviazione e catalogazione, capacit di uso degli strumenti informatici e multimediali,
conoscenza delle lingue straniere.
Per accedere a questa professioni bisogna essere in possesso di una laurea o di un diploma di
scuola secondaria superiore.
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FOTOGRAFO
Il fotografo dei beni culturali svolge attivit di catalogazione, documentazione, studio ed
elaborazione delle immagini dei beni; si occupa di predisporre i set e i servizi fotografici e della
lavorazione dei processi intermedi che portano alla riproduzione dei soggetti ripresi.
Per svolgere questa attivit occorre possedere competenze tecnico-professionali in campo
fotografico, saper utilizzare gli strumenti e le tecnologie pi avanzate, conoscere lambito dei beni
su cui si va ad operare, avere capacit e senso artistico, conoscere le metodologie di
riproduzione su carta e digitali, essere predisposti agli spostamenti, conoscere la normativa del
settore.
Esistono corsi di fotografia a tutti i livelli; attualmente non esistono percorsi formativi specialistici
per la fotografia dei beni culturali.
RESTAURATORE
Il restauratore si occupa della progettazione e realizzazione di interventi di conservazione,
recupero, ricostruzione delle condizioni fisiche e ambientali di reperti e opere darte. Tra le
mansioni svolte figurano attivit di ricerca, documentazione e archiviazione, sopralluogo e analisi
dellopera e del contesto, progettazione e realizzazione di interventi di restauro e conservazione.
Il restauratore deve possedere competenze specifiche sul bene e sui materiali su cui opera e
competenze comuni relative alle tecniche di intervento e protezione dei beni; deve conoscere la
storia dellarte e le tecniche artistiche, avere competenze di chimica, fisica e mineralogia,
conoscere le procedure di archiviazione e redazione dei documenti e la normativa del settore,
possedere la capacit di uso di strumenti informatici, avere una buona manualit, deve saper
disegnare e avere capacit figurative e cromatiche; deve inoltre saper lavorare in gruppo e
conoscere almeno una lingua straniera.
Il restauratore deve possedere una laurea in conservazione e restauro del patrimonio storicoartistico o un diploma post-secondario conseguito in una delle scuole di alta formazione del
MIBAC: Istituto Centrale del restauro, Opificio delle pietre dure, Istituto Centrale per la patologia
del libro.
ARTIGIANO EDILE
Lartigiano edile (o assistente tecnico al restauro e conservazione) svolge compiti di assistenza al
professionista restauratore abilitato per quanto riguarda la tutela, la manutenzione, il restauro; si
tratta perci di una figura di tecnico intermedio che possiede una specializzazione nei cos detti
vecchi mestieri. Si occupa di interventi di manutenzione ordinaria e piccoli restauri e di restauri
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
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ARCHEOLOGO
Larcheologo si occupa del recupero, conservazione e valorizzazione di siti e reperti archeologici
attraverso attivit di scavo, catalogazione, ricerca, tutela e promozione. La sue principali
mansioni sono: progettazione e realizzazione degli interventi di scavo e recupero, identificazione,
pulizia, catalogazione e studio dei reperti, manutenzione, consolidamento e restauro dei reperti,
valorizzazione e promozione, vigilanza sulla corretta esecuzione dei lavori archeologici,
consulenza tecnica e perizia.
Tra le competenze che deve possedere sono comprese le competenze tecniche di diagnostica,
recupero, documentazione e gestione dei beni, capacit di utilizzo degli strumenti tecnici,
padronanza delle metodologie di studio, catalogazione e promozione dei manufatti, conoscenza
della normativa del settore, conoscenze culturali generali con approfondimenti in campo storico,
filologico, museografico e pedagogico, conoscenza delle lingue antiche e moderane, capacit
gestionali, di analisi e di lavoro di gruppo.
Per poter esercitare questa professione necessario il possesso di una laurea in archeologia e
aver frequentato le scuole di specializzazione a numero chiuso post lauream.
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PALEONTOLOGO
Il paleontologo studia ed analizza i fossili, ovvero i resti degli organismi vissuti in passato sulla
Terra, conservati nelle rocce sedimentarie. Tra le attivit che svolge rientrano quelle di ricerca
scientifica, recupero, documentazione, studio e conservazione dei resti organici fossili,
inventariazione e catalogazione dei beni, consulenza specialistica, attivit pubblicistica e
didattica.
Il paleontologo deve possedere le seguenti competenze: saper inquadrare sistematicamente e
filogeneticamente i fossili, ricostruire nello spazio e nel tempo le paleocomunit e i loro rapporti,
conoscere i meccanismi di preservazione, padroneggiare le tecniche di recupero, conservazione,
gestione e fruizione dei beni paleontologici, possedere conoscenze di geologia e di biologia,
conoscere le metodologie e tecniche di stratigrafia, sedimentologia, analisi di facies, geochimica,
geografia fisica e oceanografia, zoologia, botanica, ecologia e biogeografia; deve inoltre
conoscere la normativa del settore.
A questa professione si pu accedere con un corso di laurea triennale in Scienze geologiche
oppure in Scienze naturali, e a seguire una laurea triennale in Geologia o in Paleobiologia e
storia della vita.
MACROAREA B VALORIZZAZIONE
ADDETTO ALLACCOGLIENZA
Laddetto allaccoglienza ha il compito di assistere i visitatori di musei, biblioteche e siti culturali,
fornire informazioni, regolare il flusso del pubblico e collaborare alla sorveglianza. Pu inoltre
prenotare le visite, distribuire i biglietti, registrare gli ingressi e vendere o distribuire materiale
informativo e promozionale.
Le competenze delladdetto allaccoglienza sono le seguenti: capacit di comunicazione e
gestione delle relazioni con il pubblico; conoscenza delle norme sulla sicurezza; competenze di
uso degli strumenti audiovisivi, informatici ed elettronici; conoscenza delle lingue straniere;
capacit di risolvere le stazioni di emergenza.
Per intraprendere questa professione bisogna essere in possesso di un diploma di scuola
secondaria superiore ed eventualmente aver frequentato anche corsi di formazione e
aggiornamento specifici.
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Per esercitare la professione di operatore museale preferibile essere in possesso di una laurea
in storia dellarte, archeologia, demo-etno-antropologia, ecc.
CONSERVATORE-CURATORE
Il conservatore-curatore svolge funzioni di direzione e coordinamento o di tipo gestionale e
tecnico per quanto riguarda le attivit di inventariazione e catalogazione, acquisizione,
ordinamento e allestimento delle collezioni, documentazione, studio e ricerca, progettazione
scientifica delle esposizioni temporanee.
Deve possedere competenze di ricerca e studio, di metodologia della documentazione e
catalogazione, acquisizione, analisi dei rischi, pianificazione della conservazione; conoscenze di
base del restauro e della conservazione; conoscenza della normativa del settore, conoscenze
culturali generali con approfondimenti in campo storico, filologico, museografico e pedagogico,
capacit gestionali, di analisi e di lavoro di gruppo.
Per poter svolgere questa professione occorre una laurea in discipline attinenti lambito in cui si
intende operare (storia dellarte, beni culturali, archeologia, ecc.) e aver seguito dei corsi di
formazione specifici.
REGISTRAR
Il registrar (o responsabile della movimentazione delle opere) si occupa di creare, documentare e
organizzare tutti gli atti relativi al prestito di unopera darte. Tra i suoi compiti rientrano quelli di
curare la corrispondenza con gli organizzatori delle mostre, predisporre la documentazione,
supervisionare la preparazione, limballaggio e laccompagnamento dellopera, curare la
documentazione storia dei prestiti concessi dal museo, occuparsi delle acquisizioni e donazioni.
Deve possedere competenze relative allorganizzazione e gestione di mostre, di museografia,
metodologie di programmazione, gestione, promozione, conservazione, ricerca e valorizzazione
dei beni culturali, catalogazione, gestione dei prestiti, normativa del settore, lingue straniere.
Per esercitare questa professione occorre una laurea in storia dellarte, beni culturali,
archeologia, ecc.
ANIMATORE CULTURALE
Lanimatore culturale svolge una serie di attivit a sfondo didattico quali la realizzazione di visite
guidate, viaggi distruzione, laboratori e corsi per le scuole elementari, medie e superiori.
Per coprire questa posizione occorre saper integrare le conoscenze educative e didattiche con
quelle relative allambito di intervento in cui opera la propria istituzione culturale, conoscere le
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
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tecniche di analisi, studio e valorizzazione del patrimonio culturale, saper organizzare le iniziative
culturali, conoscere la normativa del settore, avere capacit progettuali, saper usare gli strumenti
informatici e multimediali, saper coordinare gruppi di lavoro, saper comunicare.
Per svolgere la professione di responsabile della didattica si deve avere una formazione
universitaria collegata allambito di specializzazione dellistituzione in cui si intende operare; ad
esempio si pu seguire un corso di laurea in scienze delleducazione e specializzarsi in materie
scientifico-culturali.
ESPERTO DI MARKETING CULTURALE E PROMOZIONE
Lesperto di marketing culturale si occupa della definizione delle strategie per raggiungere un
elevato numero di fruitori di un certo prodotto culturale. Tra le sue mansioni rientrano: la
promozione del prodotto culturale attraverso attivit pubblicitarie, la ricerca di finanziamenti (l
dove non esiste la figura del fundraiser), la definizione dei fabbisogni e delle aspettative dei
fruitori, la definizione degli obiettivi di marketing e delle strategie per raggiungerli, la costruzione
di unimmagine dellorganizzazione culturale, la fidelizzazione del pubblico, la verifica del
raggiungimento degli obiettivi e leventuale riprogettazione delle strategie.
Tra le competenze che deve possedere figurano la capacit di utilizzare gli strumenti di
marketing nellambito dei beni culturali, la conoscenza delle tecniche di marketing, competenze
storico-estetiche, conoscenza del management culturale, padronanza delle tecniche di
comunicazione, capacit di gestire progetti e coordinare gruppi.
Negli ultimi anni sono stati istituiti percorsi di laurea ad hoc per la formazione di questa
professionalit, che uniscono la formazione tecnico-economica a quella umanistica e culturale;
esistono anche dei master che formano questa figura professionale.
FUNDRAISER
Il fundraiser dei beni culturali ha il compito di reperire le risorse finanziarie necessarie per lattivit
delle organizzazioni culturali. Tra le sue mansioni rientrano la realizzazione di analisi, la gestione
economica di progetti ed eventi culturali, la progettazione di piani di ricerca di fondi.
Le competenze del fundraiser comprendono la padronanza delle tecniche di marketing, il
possesso delle nozioni di base di diritto privato e commerciale e delle nozioni di contabilit e
bilancio, la capacit di gestione di contratti pubblicitari e accordi commerciali, la conoscenza dei
principi e delle tecniche di fundraising, la capacit di individuare le fonti di finanziamento, la
conoscenza del mercato degli sponsor, la capacit di utilizzo delle tecniche di project
management, la capacit di comunicazione e di pianificazione delle attivit.
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
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Per intraprendere questa professione bisogna essere in possesso di una laurea a indirizzo
economico gestionale e una successiva specializzazione in fundraising.
RESPONSABILE DELLE RELAZIONI ESTERNE
L'attivit del responsabile delle relazioni esterne soddisfa le esigenze di comunicazione delle
organizzazioni culturali, dalla cura di un singolo evento alla consulenza della complessiva
immagine aziendale. Il responsabile delle relazioni esterne si occupa di promuovere l'immagine
complessiva dellistituzione attraverso una strategia di comunicazione mirata a raggiungere e
informare gli attori con cui essa intrattiene rapporti per ottenere un pi alto livello di
considerazione presso questi soggetti. Suo compito anche ricercare sponsorizzazioni e
promozioni, realizzare campagne pubblicitarie o eventi e organizzare le conferenze stampa,
contribuendo, di concerto con l'ufficio stampa, a curare l'immagine dellistituzione.
Il responsabile delle relazioni esterne deve possedere, oltre alle competenze culturali specifiche
in relazione allistituzione in cui opera, conoscenze relative alla comunicazione aziendale e alla
sociologia, elementi di diritto pubblico, metodologie e le tecniche del marketing e del visual
merchandising; deve avere capacit di consigliare le strategie, gli strumenti, i mezzi di
comunicazione idonei a stabilire relazioni con gli stakeholders e, loro tramite, raggiungere
l'opinione collettiva ai fini della creazione o del mantenimento di una positiva identit
dellistituzione. Deve inoltre possedere capacit analitiche e decisionali, doti organizzative e di
comando, creativit e spirito d'iniziativa, disponibilit al rischio e alla flessibilit oraria, nonch
capacit di tollerare lo stress.
Per intraprendere questa professione si deve essere in possesso di una laurea (scienze della
comunicazione, economia e commercio o laurea a indirizzo umanistico, ecc.); opportuna le
frequenza di corsi di specializzazione.
ESPERTO IN COMUNICAZIONE
L'esperto in comunicazione gestisce, allinterno dellistituzione culturale, linformazione veicolata
ai mass media, la comunicazione verso lesterno (altre istituzioni, clienti, utenti, ecc.) e/o la
comunicazione interna. Sul fronte della comunicazione interna, di concerto con la direzione del
personale, si occupa di progettare e rendere coerenti i diversi flussi comunicativi rivolti a
dipendenti e collaboratori, sia svolgendo direttamente le attivit di comunicazione, sia
coordinando risorse esterne a questo fine. di supporto nella gestione dei mass media, l'ufficio
stampa e l'ufficio relazioni con il pubblico (URP) o strutture analoghe. Svolge una funzione di
raccordo con il pubblico sia attraverso l'attivit di ascolto e di monitoraggio, sia tramite azioni
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
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attive di comunicazione quali le relazioni con i media o le relazioni dirette con gli utenti e il
pubblico di riferimento.
L'esperto della comunicazione, oltre ad una cultura universitaria o equivalente, padroneggia, a
seconda delle esigenze e del ruolo che ricopre, le metodologie di analisi e di ricerca, gli strumenti
dell'intervista, delle circolari, della stampa aziendale, i servizi informativi per il personale. Deve
essere inoltre in grado di organizzare riunioni e convegni e di produrre testi scritti. Deve essere
dotato di buone doti comunicative ed organizzative, saper lavorare in team, possedere buone doti
creative, essere in grado di trasmettere diversi tipi di messaggio attraverso i codici, i linguaggi e
gli strumenti pi adeguati al tipo di pubblico a cui sono diretti. Completano il profilo le competenze
informatiche, la conoscenza della normativa del settore e la conoscenza dell'inglese.
Per intraprendere questa professione suggeribile essere in possesso di una laurea,
preferibilmente nel campo della comunicazione.
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specializzate che trovano applicazione in diverse aree e settori e che nellarea dei beni culturali
trovano una loro connotazione specifica. Per tutte prevalente lattivit di studio e ricerca;
possono collaborare alle attivit di documentazione, catalogazione, inventariazione, tutela,
conservazione, restauro. Le competenze richieste, oltre a quelle tecnico-professionali proprie di
ciascun profilo, sono quelle relative allambito e ai sottoambiti dei beni culturali in cui si opera.
Per ciascuno di questi profili professionali esistono percorsi di laurea specialistica.
ESPERTO TECNICO-SCIENTIFICO
Sotto questa categoria abbiamo raccolto una serie di professioni dellarea tecnico-scientifica:
lingegnere, il cartografo, lo statistico. Anche in questo caso si tratta di professioni altamente
specializzate che trovano applicazione in diverse aree e settori, e che nellarea dei beni culturali
trovano una loro connotazione specifica. Per tutte prevalente lattivit di studio e ricerca;
possono collaborare alle attivit di documentazione, catalogazione, inventariazione, tutela,
conservazione, restauro. Le competenze richieste, oltre a quelle tecnico-professionali proprie di
ciascun profilo, sono quelle relative allambito e ai sottoambiti dei beni culturali in cui si opera.
Per ciascuno di questi profili professionali esistono percorsi di laurea specialistica; il cartografo
pu essere un laureato in architettura, urbanistica, ingegneria civile, ecc.
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inoltre conoscere almeno una lingua straniera, avere buone capacit di ascolto e saper lavorare
in gruppo.
Per questo profilo professionale necessaria una laurea in discipline economico-sociali,
umanistiche o giuridiche.
RESPONSABILE DELLA QUALIT
Il responsabile della qualit svolge funzioni di gestione e analisi della qualit dei prodotti e dei
servizi resi. Tra i suoi compiti rientrano: lindividuazione delle attivit che hanno rilievo sulla
qualit del servizio; lanalisi di tali attivit per individuare i tratti da monitorare per assicurare la
qualit del servizio; la definizione delle modalit di valutazione; la predisposizione degli strumenti
per massimizzare la qualit dei servizi.
Il responsabile della qualit deve possedere conoscenze relative allambito dellistituzione
culturale in cui opera, essere in grado di analizzare i fabbisogni dellutenza, saper valutare i
risultati, possedere competenze di progettazione e gestione, avere competenze organizzative e
di marketing, conoscere la normativa sulla certificazione di qualit, avere competenze di base di
economia.
Per intraprendere questa professione occorre essere in possesso di una laurea.
RESPONSABILE DEGLI ACQUISTI
Il responsabile degli acquisti si occupa delle relazioni con i fornitori, della scelta e della
programmazione degli acquisti di materiale necessario alle attivit dellistituto, del suo
smistamento e stoccaggio, dell'organizzazione logistica dei materiali e dei prodotti all'interno
dell'azienda e del flusso verso l'esterno. Partecipa alla definizione delle linee strategiche
dell'azienda e del budget di spesa, si occupa del reperimento e della selezione di fornitori e
merci, svolge attivit di formazione, informazione e coordinamento del personale e dei servizi
dell'area acquisti e collabora alla realizzazione delle promozioni e delle campagne pubblicitarie.
Per intraprendere questa professione occorre possedere capacit di lavorare in gruppo, gestendo
anche ruoli di leadership e organizzativi, di svolgere attivit decisionali e di prendere iniziative
anche in autonomia; competenze economiche ed amministrative di contabilit, raccolta dati,
redazione di bilancio, attuazione di adempimenti fiscali e tributari e di marketing operativo e
strategico.
Il responsabile degli acquisti deve essere in possesso di una laurea, preferibilmente in economia
o scienze dellamministrazione.
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GUARDIA GIURATA
La guardia giurata ha il compito di tutelare i beni mobili ed immobili delle istituzioni per cui opera
in turni di lavoro diurni e notturni.
La guardia giurata deve avere lautorizzazione del prefetto per esercitare la propria professione;
deve conoscere e sapere utilizzare le armi, conoscere le tecniche di difesa personale, possedere
una buona forma fisica, avere la capacit di risolvere le situazioni di emergenza, possedere doti
relazionali, conoscere la normativa del settore.
Per svolgere la professione di guardia giurata preferibile essere in possesso di un diploma di
scuola secondaria superiore, anche se non un elemento vincolante.
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delle professioni emergenti nellarea dei beni culturali, nella quale hanno gi consolidato un ruolo
preciso: lattenzione per le funzioni educative in costante aumento e caratterizza le principali
istituzioni pubbliche e private. Larchitetto un professionista che pu scegliere diverse tipologie
di specializzazione; nellarea dei beni culturali copre funzioni attinenti alla conservazione, tutela e
restauro dei beni architettonici e monumentali. Lesperto di sicurezza una figura emergente e
sempre pi diffusa, anche in considerazione degli obblighi di legge e delle normative in materia;
nei beni culturali opera per la salvaguardia del patrimonio e delle persone. Lorganizzatore di
eventi una figura diffusa in ambito commerciale e aziendale, sia nel pubblico sia nel privato;
nellarea dei beni culturali lavora per la valorizzazione del patrimonio organizzando
manifestazioni, incontri, mostre, ecc.
Lesperto di marketing culturale possiede una sua peculiarit rispetto allambito in cui si trova a
operare; una figura relativamente nuova, il che testimonia come a lungo si sia faticato a
considerare il bene culturale come un oggetto in grado di creare risorse economiche.
Tutte le altre figure lavorano in ambiti limitrofi e trovano impiego nellarea dei beni culturali o nelle
filiere ad essi connesse. il caso delle professioni scientifiche, come quelle del geologo, del
fisico, del biologo, del chimico; degli operatori che lavorano nella filiera commerciale dei beni
culturali, come lantiquario, il gallerista, il funzionario di case dasta; i professionisti che operano
nel campo del giornalismo e della comunicazione, come il critico darte; le figure amministrative e
gestionali, come il responsabile delle risorse umane, quello della logistica, quello degli acquisti;
gli addetti alla sicurezza armata, come la guardia giurata.
Profili professionali caratterizzanti
Addetto allaccoglienza;
Addetto alle visite guidate;
Addetto sala di lettura;
Archeologo;
Archivista;
Artigiano edile;
Bibliotecario;
Catalogatore;
Conservatore-curatore;
Custode di sala;
Operatore museale;
Paleontologo;
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
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Registrar;
Restauratore;
Storico dellarte.
Profili professionali altamente pertinenti
Animatore culturale;
Architetto dei beni culturali;
Critico darte;
Esperto della didattica;
Esperto della sicurezza dei beni culturali;
Esperto di marketing culturale;
Illuminotecnico;
Organizzatore di eventi culturali;
Responsabile scientifico manager culturale.
Profili professionali trasversali
Addetto alla segreteria;
Antiquario;
Antropologo;
Biologo;
Cartografo;
Chimico;
Esperto in comunicazione;
Esperto informatico e web;
Fisico;
Fotografo;
Fundraiser;
Funzionario di case dasta;
Gallerista;
Geologo;
Guardia giurata;
Ingegnere;
Responsabile degli acquisti;
Responsabile dei servizi educativi;
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
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la situazione di lavoro;
il trend occupazionale;
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RESTAURATORE
DEIFINIZIONE
SETTORE
MACROAREA
A. TUTELA E CONSERVAZIONE
Progettazione e/o realizzazione di interventi diretti alla conservazione, recupero, riparazione e ricostruzione
e al controllo delle condizioni fisiche e ambientali dei beni culturali
Le attivit espletate variano a seconda del campo di intervento e delloggetto da restaurare, che pu essere
un affresco, un quadro, una scultura, un libro, un bene monumentale, un reperto archeologico, uno
strumento musicale, ecc.
Le attivit si articolano nel seguente modo:
Ricerca, documentazione e archiviazione (es. studio e sperimentazione delle tecniche esecutive, dei
materiali, ecc.)
Esecuzione dellintervento
COMPITI
Altri compiti possono prevedere: analisi del territorio; autopromozione; gestione delle relazioni con i
committenti; comunicazione e formazione; sicurezza e qualit del lavoro; gestione dei collaboratori; controllo
economico dellattivit svolta.
102
COMPETENZE
PERCORSI FORMATIVI
SITUAZIONE DI LAVORO
beni importanti o di grandi dimensioni collabora con diverse figure professionali; spesso chiamato anche a
valutare i rischi legati ad attivit di scavo, manutenzione di strutture, spostamento di opere, ecc.
Utilizza strumenti tecnologici e scientifici di diverso genere: apparecchiature fotografiche, apparecchi a raggi
infrarossi, microscopi, ecc., e utensili e attrezzature specifiche.
Il luogo di lavoro pu essere un laboratorio, uno studio nel caso in cui loggetto di restauro possa essere
trasportato; oppure, se la natura delloggetto lo richiede, su impalcature, in strutture sotterranee, ecc.
Laurea in conservazione e restauro del patrimonio storico-artistico
Diploma rilasciato dalle Scuole di alta formazione del MIBAC (Istituto Centrale di Restauro; Opificio delle
Pietre Dure; Istituto Centrale per la Patologia del Libro)
Diploma conseguito presso una scuola di restauro statale o regionale, di durata biennale (titolo per
accedere allimpiego di restauratore presso le amministrazioni statali)
Buone possibilit di impiego sia nei settori tradizionali sia in quelli innovativi, come il restauro di strumenti
TREND OCCUPAZIONALE
103
CLASSIFICAZIONI
104
DEIFINIZIONE
A. TUTELA E CONSERVAZIONE
A1. CATALOGAZIONE
SETTORE
MACROAREA
ARCHIVISTA
A2. DOCUMENTAZIONE
Progettazione e gestione di servizi archivistici, organizzazione della documentazione degli archivi in via
di formazione
Attivit di vigilanza e sorveglianza sui beni archivistici; progettazione, direzione e verifica degli
interventi di prevenzione di eventuali danni, di conservazione, manutenzione e restauro dei bei affidati
alla sua gestione
Realizzazione di attivit di ricerca scientifica sul patrimonio culturale conservato negli archivi,
pubblicizzazione dei risultati delle attivit
COMPITI
Cura delle attivit di fruizione, didattica e valorizzazione del patrimonio archivisto con la
predisposizione di spazi e strumenti per facilitare la consultazione degli archivi.
105
COMPETENZE
degli standard nazionali; conoscenza delle regole di collocazione e movimentazione delle unit di
conservazione e per il servizio di consultazione.
Competenze trasversali: saper diagnosticare; avere buone capacit di organizzazione e valorizzazione dei
beni in gestione.
Larchivista pu lavorare allinterno di archivi di Stato, sovrintendenze, biblioteche, musei, servizi archivistici
di tipo pubblico o privato; oppure pu lavorare come libero professionista. Nel primo caso gli archivisti sono
reclutati attraverso concorsi pubblici banditi dal MIBAC o da Universit, regioni, enti locali. Nel secondo caso
SITUAZIONE DI LAVORO
pu operare individualmente o allinterno di imprese che prestano servizi per musei e archivi pubblici o
privati.
Lattivit di archivista soggetta alla normativa del settore; il professionista risponde ai responsabili
dellistituto in cui opera.
Lavora con apparecchiature e strumentazioni informatiche e telematiche, di riproduzione dei documenti, di
conservazione e restauro.
Il luogo di lavoro sono i locali dellorganizzazione per cui opera.
PERCORSI FORMATIVI
Laurea in lettere, in storia, in operatore dei beni culturali, in conservazione con indirizzo in beni archivistici e
librari
Scuole di archivista, paleografia, diplomatica istituite dagli archivi di Stato di numerose citt italiane, alle
quali si accede con il diploma di scuola secondaria superiore
Per lavorare nellamministrazione statale necessario possedere una laurea, e ulteriori specializzazioni per
accedere ai livelli superiori. Allarchivista di Stato direttore richiesto il diploma di specializzazione in
archivistica, rilasciato dalle scuole di archivistica.
TREND OCCUPAZIONALE
106
CLASSIFICAZIONI
107
DEIFINIZIONE
A. TUTELA E CONSERVAZIONE
A2. DOCUMENTAZIONE
SETTORE
MACROAREA
BIBLIOTECARIO
Recupero, organizzazione, protezione e valorizzazione dei beni e delle raccolte librarie e documentarie
Organizzare le raccolte che possono contenere, oltre alle riproduzioni su carta, riproduzioni su
COMPITI
Svolgere attivit di ricerca scientifica e curare lelaborazione e la diffusione dei risultati di tale lavoro
Curare il rapporto con i fruitori e favorire laccesso alle raccolte e ai beni librari e documentari
108
COMPETENZE
pedagogia per veicolare efficacemente i contenuti culturali e raggiungere un pubblico ampio e diversificato.
Competenze trasversali: capacit di organizzazione e pianificazione e di coordinamento delle risorse a
disposizione; predisposizione ai rapporti interpersonali; facilit di comunicazione scritta e verbale; capacit
di instaurare un buon rapporto con lutente.
Il bibliotecario in prevalenza impiegato presso strutture pubbliche a carattere statale, comunale o
universitario, oppure in biblioteche e centri di documentazione provati presso case editrici, fondazioni, centri
studi, associazioni.
Per poter lavorare nella pubblica amministrazione necessario superare un concorso pubblico, mentre in
PERCORSI FORMATIVI
SITUAZIONE DI LAVORO
109
TREND OCCUPAZIONALE
Le possibilit di assunzione in strutture pubbliche sono molto basse a causa delle limitazioni delle
assunzioni, e riguardano quasi esclusivamente le biblioteche comunali, le biblioteche scolastiche e quelle
universitarie.
Negli istituti gestiti dallo Stato questa figura si inquadra nelle seguenti posizioni economiche:
C1 bibliotecario
C2 bibliotecario direttore
C3 bibliotecario direttore coordinatore
ISTAT CP 2001
2.5.4.5 direttore di biblioteca, ispettore bibliografico, bibliotecario
CLASSIFICAZIONI
110
DEIFINIZIONE
B. VALORIZZAZIONE
MACROAREA
ADDETTO ALLACCOGLIENZA
CULTURALI
Attivit di offerta di informazioni, regolazione e orientamento dei flussi di utenza, collaborazione alle attivit
di custodia e sorveglianza
Laddetto allaccoglienza incaricato di curare il primo contatto con lutenza, accogliendola e offrendo
informazioni primarie sui percorsi, sulle opere, sui servizi e sulle attivit predisposte per lutenza; svolge
attivit di prenotazione delle visite, registrazione degli ingressi, distribuzione dei biglietti, vendita e diffusione
dei materiali informativi promozionali; in organizzazioni di piccole dimensioni pu occuparsi anche della
sicurezza delle persone e dei beni culturali, espletando compiti di custodia.
COMPITI
Pu contribuire alla predisposizione e revisione dei percorsi espositivi, dei servizi didattici, dei servizi
aggiuntivi, e rilevare eventuali carenze e necessit di intervento nellassetto infrastrutturale dellistituto in cui
opera.
Competenze di base: essere in grado di utilizzare strumenti informatici, elettronici e audiovisi; conoscenza di
almeno una lingua straniera; conoscenza della normativa del settore e dellistututo in cui opera.
Competenze tecnico-professionali: conoscenza delle tecniche di comunicazione e di gestione delle relazioni
con il pubblico; capacit di sorveglianza e di tutela; conoscenza delle norme e delle procedure relative alla
sicurezza del patrimonio culturale; saper effettuare una prima diagnosi sulle criticit e sugli interventi di
COMPETENZE
emergenza.
Competenze trasversali: capacit relazionali; capacit gestionali; capacit di risolvere situazioni critiche e di
emergenza; saper lavorare in gruppo; saper decidere con autonomia e responsabilit.
SITUAZIONE DI LAVORO
Laddetto allaccoglienza pu trovare lavoro in tutti i tipi di organizzazione culturale sia pubblica sia privata in
posizione subordinata; sono frequenti i contratti non a tempo indeterminato. Per lavorare nella pubblica
amministrazione necessario superare un concorso pubblico.
Opera in conformit ai regolamenti e alle disposizioni della direzione; il luogo di lavoro rappresentato dagli
ambienti e gli spazi anche aperti in cui avviene il contatto con il pubblico.
111
PERCORSI FORMATIVI
TREND OCCUPAZIONALE
Negli istituti gestiti dallo Stato questa figura si inquadra nelle seguenti posizioni economiche:
B1 addetto ai servizi di sorveglianza
B2 capo addetto ai servizi di sorveglianza
B3 non sono indicati profili professionali per questa posizione, ma solo la declaratoria delle mansioni
ISTAT CP 2001
4.2.2.1 addetti allaccoglienza e assimilati
5.5.4.1 custode di archivi di Stato, custode di belle arti, custode di biblioteca, custode di museo, custode di
CLASSIFICAZIONI
112
DEIFINIZIONE
B. VALORIZZAZIONE
B5. MARKETING
SETTORE
MACROAREA
Raggiungimento dei segmenti di mercato che possono essere potenzialmente interessati al prodotto,
adattando le variabili commerciali per mettere il ridotto in contatto con un numero sufficiente di consumatori
e raggiungere gli obiettivi coerenti con la missione dellimpresa culturale
I compiti di questa figura professionali sono i seguenti:
Attivit di fundraising in senso ampio (ricerca di finanziamenti sotto forma di donazioni, sussidi, vendita
di prodotti o servizi aggiuntivi)
Sviluppo di iniziative di supporto allofferta culturale, quali servizi di accoglienza, servizi collaterali,
servizi aggiuntivi
Definizione dei prodotti, dei servizi e delle idee che possono soddisfare le esigenze di uno specifico
mercato in relazione alle caratteristiche dellorganizzazione culturale in cui opera
Realizzazione di una efficace comunicazione con lindividuazione dei canali, delle modalit e dei
COMPITI
Verifica del raggiungimento degli obiettivi precedentemente fissati e adozione di azioni correttive per
migliorare lofferta
Competenze di base: conoscenze relative alla pianificazione, alla presentazione e alla vendita di servizi non
profit e commercial; elementi di management culturale; capacit di utilizzo delle tecniche e delle
metodologie di comunicazione con il maggior numero possibile di canali e di mezzi; padronanza delle
tecniche e tecnologie dellinformazione
COMPETENZE
113
PERCORSI FORMATIVI
SITUAZIONE DI LAVORO
TREND OCCUPAZIONALE
Si tratta di una figura emergente, la cui utilit sempre pi sentita nelle organizzazioni dei beni culturali; le
possibilit di impiego sono ancora basse poich si tratta di una professionalit poco conosciuta. Le
occasioni di lavoro sono destinate ad aumentare nel prossimo futuro in ambito sia pubblico sia privato.
ISTAT CP 2001
CLASSIFICAZIONI
114
DEIFINIZIONE
B. VALORIZZAZIONE
B3. DIDATTICA
SETTORE
MACROAREA
Il responsabile dei servizi educativi si occupa di attivit educative realizzate nellambito di un istituto
culturale e partecipa alla definizione e al consolidamento dellidentit dellente e alla programmazione
generale delle attivit e dei progetti scientifico-culturali. I suoi compiti sono i seguenti:
attivit di ricerca finalizzate a individuare i risvolti didattici nellambito della produzione scientifica
progettazione di iniziative finalizzate a soddisfare le esigenze del pubblico e la valutazione dei risultati
predisposizione di progetti educativi relativi allo studio della documentazione e dei materiali disponibili
sulleducazione al patrimonio, sulla normativa che regola il settore dei beni culturali, sui programmi e
sui regolamenti scolastici; la creazione di una rete di rapporti con le scuole e altri soggetti che fruiscono
dei servizi educativi; lanalisi dei fabbisogni; la progettazione di attivit didattiche in collaborazione con
COMPITI
scuole e altri enti o associazioni; gestione e promozione delle attivit educative; documentazione delle
esperienze condotte; valutazione delle iniziative a carattere educativo
Competenze di base: competenze pedagogiche; conoscenza delle norme che regolano il settore di beni
culturali e quello dellistruzione; competenze di project management, gestione del personale e marketing;
capacit di utilizzo delle tecnologie informatiche, telematiche, multimediali.
Competenze tecnico-professionali: capacit di integrare le conoscenze pedagogiche e didattiche con quelle
relative allambito di intervento dellorganizzazione culturale; conoscenza delle tecniche di analisi, studio,
interpretazione e valorizzazione del patrimonio culturale in riferimento al quale opera; capacit di
predisporre iniziative differenziate secondo i diversi segmenti di pubblico e delle diverse modalit di
fruizione; conoscenza delle metodologie e le procedure per lanalisi dei fabbisogni dellutenza e delle
COMPETENZE
risorse del territorio; capacit di aggiornare il proprio quadro concettuale di riferimento riguardo alla natura
del servizio educativo.
Competenze trasversali: capacit organizzative e relazionali; capacit di coordinare un gruppo di lavoro;
capacit di buona comunicazione con lesterno.
115
PERCORSI FORMATIVI
SITUAZIONE DI LAVORO
Il responsabile dei servizi educativi opera in prevalenza in musei, gallerie, siti archeologici e strutture di
interesse storico-artistico o scientifico sia pubbliche sia private. Pu essere dipendente della struttura o
libero professionista; laccesso nelle strutture pubbliche tramite concorso, nel settore privato possibile
avere affidamenti diretti. Risponde alla direzione della struttura per cui opera.
Laurea in storia dellarte, archeologia, antropologia ecc. (afferente al settore specifico in cui opera il
professionista)
Laurea in discipline pedagogiche con corsi specialistici in materie scientifico-culturali e tecniche gestionali
Formazione sul campo realizzata presso istituti culturali
Percorsi formativi specialistici nellambito delleducazione al patrimonio
TREND OCCUPAZIONALE
In Italia la figura del responsabile dei servizi educativi ancora poco diffusa rispetto a molti paesi europei; la
richiesta sta comunque aumentando negli ultimi anni.
CLASSIFICAZIONI
ISTAT CP 2001
3.4.4.3 tecnico della fruizione museale
ISFOL NUP
2.6.5.4 formatori ed esperti nella progettazione formativa e curricolare
116
DEIFINIZIONE
D. FUNZIONI DI SUPPORTO
D3. SICUREZZA
SETTORE
MACROAREA
Salvaguardia delle persone, del patrimonio mobile e immobile, valutazione dei rischi, predisposizione delle
misure di prevenzione, controllo e verifica degli interventi realizzati
controllo periodico del corretto funzionamento e della rispondenza a norma degli impianti, in particolare
i mezzi antincendio, gli impianti elettrici e di condizionamento, i sistemi di sicurezza; conservazione e
aggiornamento del fascicolo contenente lo schema degli impianti e dei sistemi presenti nellistituto e del
registro dei controlli
responsabilit della sicurezza nei cantieri, negli scavi, nei depositi, negli ambienti di lavoro e durante le
COMPITI
COMPETENZE
riscaldamento, di illuminazione; saper effettuare analisi tese a evidenziare fattori di rischio; saper dialogare
con gli specialisti incaricati di tali attivit.
Competenze trasversali: essere in grado di realizzare attivit di documentazione e aggiornamento continuo;
saper coordinare un gruppo; sapersi relazionare; saper lavorare in gruppo.
117
PERCORSI FORMATIVI
SITUAZIONE DI LAVORO
private; pu lavorare per una rete integrata di istituti o essere alle dipendenze di imprese specializzate.
Assiste la direzione nella programmazione del sistema di sicurezza e coordina il personale direttamente
impegnato in attivit di salvaguardia e tutela delle persone e del patrimonio culturale.
Utilizza strumentazioni tecniche per il controllo dellambiente, la salvaguardia del patrimonio culturale e delle
persone, oltre a strumenti e impianti di uso comune quali quelli idraulici, elettrici, di climatizzazione.
Il lavoro si svolge allinterno dellistituto affidato alle sue cure e negli ambienti di servizio o allesterno nel
caso di scavi o cantieri.
Laurea a indirizzo tecnico-scientifico
Diploma di scuola secondaria superiore a indirizzo tecnico
Corsi di specializzazione post diploma
Attestati di partecipazione ai corsi obbligatori in materia di sicurezza e relativa idoneit tecnica
CLASSIFICAZIONI
TREND OCCUPAZIONALE
La professione del responsabile della sicurezza sempre pi diffusa, anche in considerazione degli obblighi
di legge in materia; si tratta quindi di un trend in crescita.
ISTAT CP 2001
3.4.5.5. responsabile dei servizi di sicurezza privata, responsabile dei servizi di sorveglianza
ISFOL NUP
3.4.5.5.0 tecnici dei servizi di sicurezza privati
118
APPROCCI
di Eleonora Guglielman
119
Anche la domanda espressa da parte delle istituzioni non sempre precisa e definita, in quanto
funzione delle rappresentazioni sociali delle diverse categorie che lhanno formulata. Quando le
istituzioni si interrogano sui risultati attesi entrano in gioco diversi fattori: tecnici, organizzativi,
economici, sociali, di potere, ecc.
Le rappresentazioni della formazione costruite dai diversi attori si alimentano della scarsa
conoscenza che si ha della formazione stessa, per la sua caratteristica di essere un processo il
cui svolgimento e i suoi esiti non si possono prevedere a priori in modo esaustivo.
Offerta e domanda di formazione sono le due facce di una medesima realt e, in quanto tale,
sono interdipendenti allinterno di un processo di relazioni dinamiche. Ne abbiamo un esempio
quando si dice che lofferta crea la domanda: le persone esprimono una domanda di formazione
in funzione dellesistenza di una potenziale risposta costituita da un catalogo di corsi (il cos detto
effetto catalogo).
Il fabbisogno formativo lo scarto tra le competenze necessarie per svolgere unattivit o un
lavoro e le competenze possedute in quel momento dallindividuo. Attraverso lanalisi dei
cambiamenti economici in corso si pu determinare levoluzione delle attivit professionali e
quindi le competenze che le persone dovranno padroneggiare in futuro; si pu allora misurare lo
scarto e progettare piani formativi adeguati a far acquisire le competenze attese. Va ricordato che
esiste una differenza tra le attese delle persone, i loro obiettivi, le loro motivazioni, e quelle
dellorganizzazione economica che ha a sua volta il propri obiettivi e le proprie motivazioni;
entrambe sono legittimi.
Lanalisi dei fabbisogni formativi si configura come unattivit di ricerca utile a esplicitare e
identificare le richieste della domanda di lavoro per programmare politiche formative coerenti con
tali esigenze.
Lanalisi dei fabbisogni professionali finalizzata a esplicitare le esigenze da parte della
domanda di lavoro relative a figure professionali definite e alle loro peculiarit. utilizzata in
campo istituzionale (supporto alle politiche di programmazione e intervento della formazione),
produttivo (risposta alle problematiche espresse dalle imprese) e sociale (aspettative e
atteggiamenti in merito alla formazione espresse dai potenziali utenti).
Lobiettivo quello di rilevare ed elaborare i fabbisogni professionali che il sistema
socioeconomico ritiene necessari al suo sviluppo. Il fabbisogno professionale costituito dalle
figure professionali che imprese industriali e di servizi, enti e organizzazioni non profit
appartenenti allo stesso settore di attivit o che operano in un territorio, ritengono necessarie per
assicurare il loro sviluppo competitivo.
120
121
risultati del processo di analisi e sulle scelte di carattere metodologico. Tali questioni sono
strettamente connesse in quanto si influenzano reciprocamente: le metodologie adottate, ad
esempio, avranno un senso solo se commisurate alle individuate priorit di utilizzazione dei dati e
se rapportate a ben precise definizioni teoriche. In definitiva, lanalisi dei fabbisogni pu
rispondere a logiche diverse, individuare oggetti diversi, riferirsi a soggetti diversi, utilizzare
metodologie e tecniche diverse. I principali livelli di analisi sono i seguenti:
Altri fattori da tenere in debita considerazione sono la reciprocit delle esigenze dello sviluppo e
quelle dell'apprendimento individuale, che possono far si che entrambe si traducano in bisogno di
formazione. Questo si traduce in una vasta gradazione di competenze, non solamente esplicite,
che rendono possibile risolvere una ampia gamma di problemi ricorrendo all'esperienza o alla sua
rielaborazione concettuale.
I fabbisogni formativi autentici emergono da una situazione vissuta e percepita come
problematica. Nel contesto delle teorizzazioni dellApprendimento Organizzativo, lanalisi dei
fabbisogni mira ad individuare il dislivello formativo tra aspettative (domanda) e situazione
presente. Facendo pi specificamente riferimento al contesto lavorativo, essa si richiama al
concetto di competenza professionale ed costituita dalla differenza tra le competenze
possedute e quelle necessarie/richieste in una determinata situazione. La reciprocit tra le
esigenze dello sviluppo e del cambiamento organizzativo e le esigenze dellapprendimento
individuale fanno s che esigenze dellorganizzazione ed esigenze individuali possano entrambe
tradursi in fabbisogni di formazione.
La lettura dei fabbisogni formativi oltre ad essere un processo di rilevazione di domanda, di
chiarificazione di esigenze, di esplicitazione di fabbisogni pu essere orientata, attraverso lanalisi
dei contesti e il coinvolgimento degli attori, allanticipazione dei bisogni, in una logica
programmatoria e di previsione degli scenari futuri, consentendo anche di graduare in una scala
di priorit le diverse domande di formazione.
Limpiego del modello di analisi dei fabbisogni consente di coinvolgere, far partecipare e
responsabilizzare i destinatari e quindi anche motivare allattivit formativa progettata a partire
dalla rilevazione effettuata. Nella strutturazione generalmente accettata delle fasi di progettazione
educativa (analisi, progettazione, realizzazione, valutazione) lanalisi dei fabbisogni occupa,
insieme allanalisi del contesto, il primo momento. Nella realt lutilit di distinguere tra diverse
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
122
fasi va superata in unottica di integrazione, circolarit e ricorsivit delle funzioni: lanalisi non
costituir una fase completamente distinta e conclusa, ma proseguir durante il processo di
formazione, alimentandosi di elementi significativi di analisi, di chiarificazione e di esplicitazione e
di individuazione di aspetti del tutto inesplorati.
L'analisi dei fabbisogni formativi si concretizza nell'individuazione delle esigenze di formazione
nel mondo del lavoro in relazione alla domanda di competenze professionali espressa dal
mercato. Tale analisi - che pu avvenire a livello generale, di settore e di bacini locali di impiego permette quindi di verificare la consistenza e le caratteristiche della domanda di lavoro e stabilire
conseguentemente una scala di priorit dei fabbisogni.
I fabbisogni di formazione si articolano in due livelli:
a. fabbisogni a breve termine (da 6 mesi a 3-5 anni): comportano uninterazione e
concertazione tra i diversi attori coinvolti e ladattamento dei singoli percorsi per quanto riguarda
gli obiettivi, i contenuti e le modalit formative;
b. fabbisogni a medio termine (pi di 5 anni): sono i pi difficili da individuare e costruire
collettivamente, in quanto implicano unazione a livello di programmazione politica e scelte
strategiche di governo a livello nazionale e internazionale, secondo prospettive di tipo
demografico, economico, di innovazione tecnologica, ecc.
Lanalisi dei fabbisogni professionali mira ad identificare gli strumenti necessari per lo
sviluppo di professionalit specifiche e/o ad identificare fattori di incontro tra domanda e offerta di
lavoro. Essa si configura come uno strumento necessario per coordinare gli interventi sul
versante lavoro-occupazione con quelli che interessano il versante istruzione-formazione.
finalizzata a esplicitare esigenze, sempre da parte della domanda di lavoro, in merito a figure
professionali definite e/o loro particolari caratteristiche.
Lanalisi dei fabbisogni essenziale per la finalizzazione degli interventi e la messa a punto di
strategie mirate al dialogo domanda-offerta di qualificazione professionale, la messa a confronto
e comparazione di metodologie e modelli di rilevazione/anticipazione dei fabbisogni professionali
e per lelaborazione di studi e progetti sperimentali al fine di individuare criteri e metodologie per
la progettazione di nuove iniziative.
I modelli di analisi si prefiggono la finalit di rilevare ed elaborare i fabbisogni professionali che il
sistema economico ritiene necessari al suo sviluppo combinando i dati e le informazioni raccolte
con indagini di campo territoriali e/o settoriali che coinvolgano parti sociali, imprese ed altri
operatori economici e sociali, orientate ad approfondire levoluzione dei diversi settori produttivi e
ad anticiparne i fabbisogni professionali e formativi.
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
123
La scarsa capacit, allinterno del mercato del lavoro (soprattutto per le imprese), di
anticipare il fabbisogno;
Il gap esistente tra lofferta formativa e il fabbisogno effettivo, che lofferta non in grado
di recepire;
Leccessivo tempo che intercorre tra il momento della rilevazione del fabbisogno e quello
in cui i dati sono resi disponibili.
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
124
57
http://www.welfare.gov.it/EuropaLavoro/Progetti/IndagineNazFabbisogniFormativi.htm
125
QuickTime e un
decompressore TIFF (Non compresso)
sono necessari per visualizzare quest'immagine.
Fig. 1 Il sistema informativo Isfol di analisi dei fabbisogni (Fonte: Isfol, Lanalisi dei fabbisogni nella
programmazione FSE 2000-2006: stato di attuazione al termine del primo triennio, Soveria Mannelli, Rubettino,
2005).
Nellambito della Programmazione Operativa Nazionale del Fondo Sociale Europeo assegnata
unelevata priorit allanalisi dei fabbisogni come intervento per il rafforzamento dei sistemi
formativi, dellistruzione e dellorientamento.
Il sistema nazionale di osservazione permanente dei fabbisogni si sviluppato negli anni,
fornendo informazioni di carattere qualitativo-quantitativo sulle figure professionali che operano
nei diversi settori dellattivit economica. Il sito Isfol Fabbisogni professionali on-line raccoglie i
risultati di tali indagini nazionali, realizzate dalle parti sociali costituite in Organismi Bilaterali.
Inoltre, sono messe a disposizione le previsioni di assunzione di breve e medio termine
rispettivamente desunte dallindagine Excelsior di Unioncamere e dagli studi previsionali condotti
dallIsfol stesso e da altri istituti di ricerca.
Recentemente, stata introdotta, allinterno del sito, una rappresentazione del sistema
professionale italiano collegata alla nuova classificazione Isfol-Istat delle professioni denominata
Nomenclatura delle Unit Professionali. A ciascuna unit professionale abbinata una scheda
che ne descrive i contenuti e le caratteristiche in termini di compiti e attivit specifiche,
conoscenze, skills, attitudini, attivit generalizzate, ecc.
126
127
La natura esplorativa dellindagine, il cui senso era una quello di costituire una prima verifica
dello stato dellarte e dei trend del territorio, ha fatto s che quello degli intervistati non costituisse
un campione statistico bens un panel di rappresentanti di diversi ambiti di attivit nelle
macroaree costituite da tutela e conservazione, valorizzazione, direzione e ricerca e funzioni di
supporto. Leterogeneit dei testimoni privilegiati ha reso opportuno differenziare lintervista
attraverso la costruzione di due tracce contenenti domande mirate rispettivamente ai referenti di
enti o imprese e agli esperti dellarea beni culturali. Le interviste possono essere considerate alla
stregua di brevi studi di caso che fotografano alcune realt per mettere a fuoco i problemi e le
possibili direzioni di sviluppo dellindagine.
Lelenco stato redatto tenendo conto che unindagine di questo tipo non richiede un grande
numero di intervistati, giacch la rilevanza delle informazioni e la loro verosimiglianza sono date
in questo caso dalla loro profondit pi che dalla ricorrenza. Se, infatti, nel caso dell'inchiesta su
grandi campioni il focus sul fatto che molti intervistati danno la stessa risposta alla stessa
domanda, nel contesto dell'intervista in profondit possiamo considerare utilizzabile
un'informazione quando nella relazione con l'intervistato ci accorgiamo che l'argomento suscita il
suo interesse, quando l'intervistato in grado di motivare la sua impressione, quando il tema
ricorre da molti punti di vista. L'elenco dei testimoni privilegiati si quindi configurato come una
sorta di mappa costruita in itinere, dove un ambito rilevante di informazione fornito dai primi
intervistati dato dalla percezione che ciascuno di questi testimoni ha della geografia dei
testimoni (oltre che degli attori) locali.
Una volta definite le aree problematiche e i punti di osservazione, si potuto procedere alla
costruzione del primo strumento di rilevazione.
La fase della definizione degli strumenti ha risentito della specificit delloggetto di ricerca e della
volont di razionalizzare costi e tempi di esecuzione dellindagine.
La scelta della web survey, quindi, derivata in primo luogo da ragioni pratiche. I lunghi tempi
che in genere occorrono per la costruzione del questionario, la somministrazione, limmissione e
128
lelaborazione dei risultati sono stati notevolmente ridotti grazie ad un software per la raccolta dei
dati e il loro automatico inserimento in una matrice preimpostata58.
Al di l dei vantaggi che garantisce, per, la ricerca online comporta anche limiti evidenti. Tra
questi il primo la necessaria riduzione dei possibili contatti ai solo utenti della Rete, escludendo
quindi una quota non trascurabile di possibili operatori del settore dei beni e delle attivit culturali
che non utilizza Internet.
Altro limite rilevabile il campionamento, difficilmente casuale e probabilistico59. Tra le strategie
di campionamento possibili si scelto di utilizzare contemporaneamente le mailing list e la
pubblicazione del link al questionario su alcuni siti correlati al tema indagato.
Per quanto riguarda le mailing list, si attivato un campione a valanga, frutto di un
campionamento non probabilistico in pi fasi: dopo lindividuazione di un elenco di persone
dotate delle caratteristiche richieste (operatori o esperti di Beni e Attivit Culturali) avvenuto il
contatto di tali soggetti tramite una mail contenente il link al questionario, la descrizione delle
finalit della ricerca e la richiesta di inoltrare il messaggio ai propri contatti con le stesse
caratteristiche, ossia ad altri soggetti che, intervistati in una fase successiva, avrebbero potuto
produrre a loro volta informazioni utili per identificare altri individui, creando cos un effetto a
valanga. A tale tipo di campione non sono per applicabili le tecniche della statistica induttiva.
I soggetti che hanno compilato il questionario - nellarco dei sei mesi in cui era possibile farlo sono stati 512.
Il questionario online stato ospitato da Webresearch.it, una piattaforma interna al sito del Dipartimento di Sociologia e
Comunicazione della Sapienza, Universit di Roma, realizzata con phpESP, un software Open Source scritto in PHP e
rilasciato su licenza BSD. Una volta raccolti, i dati sono stati elaborati con il software SPSS 13.0.
59 Solo inserendo dei pop up in alcuni siti selezionati, in grado di aprirsi ogni n contatti, si pu costruire un campione
probabilistico e dunque rappresentativo. Ma i pop up generalmente vengono bloccati dai computer e, oltretutto, sono assimilati
dagli utenti alla pubblicit in Rete e quindi raramente consultati. I questionari che sfruttano tale tecnica di campionamento,
dunque, potrebbero fornire risultati rappresentativi delluniverso degli utenti di Internet, ma in genere non raggiungono un
campione sufficiente per essere probabilistico.
58
129
Oltre alla posta elettronica il link stato pubblicato anche su alcuni siti vicini, per argomenti
trattati, alloggetto di indagine. La selezione avvenuta utilizzando diversi motori di ricerca60. Essi
servivano per individuare siti, newsgroup, forum, portali e webzine riguardanti i Beni e le Attivit
Culturali61.
Di seguito, lelenco dei siti contattati, divisi per categorie.
Istituti darte:
http://www.isarteromadue.it/
http://scuole.monet.modena.it/venturi/
http://www.isaurbino.it/
http://www.isa.firenze.it/
http://www.istarteor.it/
http://www.iaad.it/ http://www.istarte.provincia.venezia.it/
http://www.isasesto.it/
http://www.isamonza.it/
http://passoni.scuole.piemonte.it/
http://xoomer.alice.it/nmonopol/pages/contatti.htm
http://www.spinelli.it/ita/ http://www.isamengaroni.it/home.html
In particolare, i primi motori di ricerca italiani segnalati dal sito www.motoridiricerca.it: Google, Yahoo e Virgilio. Lintenzione era
quella di raggiungere una migliore copertura informativa, cos da superare leventuale parzialit tecnica e, forse, ideologica
con cui ciascun motore procede abitualmente alla selezione delle informazioni allinterno dei propri archivi.
61 Le parole chiave inserite nei motori di ricerca citati nella nota precedente sono state: beni culturali, cultura, attivit culturali,
professioni culturali.
60
130
http://www.isachierici.it/
http://www.mide.it
http://www.pitturaedintorni.it/corsiescuole.htm
http://www.istitutoartenove.it/
http://www.selvatico.padova.it/
http://www.isdalicini.it/
http://ww.isamunari.it/mambo2/templates/munari/index.html
http://www.isafanoli.it/
http://www.isagiussano.it/
http://www.artisticopassaglialucca.it/
http://www.firenze-online.com/scuole/scuole-arte-firenze.php
http://www.arti.beniculturali.it/organizzazione/direzione/scuole.html
http://www.isabari.net/
http://62.77.63.181/isn_istitutoartepalermo_it/default.aspx
http://www.istitutoarteancona.it/
http://www.maimeri.it/Artis/index.asp?pub=1&mnu=0C15
http://www.intoscana.it/intoscana/POI.jsp?id_categoria=193&id_sottocategoria=761&id=
http://www.icr.beniculturali.it/indexj.html
Riviste online e portali:
http://www.mecenate.info/
http://www.aedon.mulino.it/
http://digitalia.sbn.it/genera.jsp
http://www.beniculturalionline.it/
http://www.culturalheritage.net/italiano.htm
http://www.artjob.it/
http://www.Internetculturale.sbn.it/
http://www.progettorestauro.it/
http://dionisio.ilbello.com/xooops/
Universit:
http://www.cbc.unibo.it/Beni+Culturali/default.htm
Facolt di Conservazione dei Beni Culturali.
Universit di Bologna, sede di Ravenna
http://www.didbc.unimi.it/
Facolt di Lettere e Filosofia
Scienze dei Beni Culturali
Universit di Milano
http://bbcc.unile.it/
Facolt di Beni Culturali
Universit di Lecce
http://www.uniud.it/didattica/facolta/lettere/conservazione_dei_beni_culturali
Facolt di Lettere e Filosofia
Conservazione dei Beni Culturali
Universit di Udine
131
http://www2.comune.roma.it/sovraintendenza/
Sovrintendenza Beni Culturali Roma
Nonostante lampio numero di siti contattati, hanno aderito alla nostra richiesta e pubblicato il link
solo i seguenti:
- http://www.isabari.it/moodle/
- http://www.artsystem.it/dettaglio_notizie.html?pag=&id=35.
- http://bbcc.unile.it/
Di seguito riportiamo la traccia integrale della Web survey.
__________________________________________________________________________
LE PROFESSIONI DEI BENI CULTURALI
Analisi dei fabbisogni professionali nel settore dei Beni e delle Attivit Culturali
Il seguente questionario uno degli strumenti usati nell'ambito delle attivit di ricerca del Polo Formativo per i Beni e
le Attivit Culturali della Regione Lazio. Obiettivo della ricerca ottenere indicazioni utili per la progettazione di un
sistema formativo in grado di rispondere alle richieste professionali delle imprese di settore. Le ricordiamo che tutte
le informazioni raccolte saranno utilizzate rigorosamente in forma anonima e sotto forma di dati aggregati (ai sensi
dell'art. 12 comma d della legge 675/96 e successive modificazioni, sulla tutela dei dati personali, le informazioni
rilevate tramite questo questionario saranno utilizzate ai soli fini scientifici e utilizzate in forma anonima).
1. Quali tra i seguenti settori crede siano i pi diffusi nell'ambito dei Beni e delle Attivit Culturali?
(indicare al massimo 3 risposte)
Manutenzione, conservazione e restauro
Custodia e sicurezza
Catalogazione e documentazione
Direzione e amministrazione
Ricerca scientifica
Promozione
Divulgazione
Didattica
2. Quali tra i seguenti settori ritiene siano i meno presenti nell'ambito dei Beni e delle Attivit Culturali?
(indicare al massimo 3 risposte)
Manutenzione, conservazione e restauro
Custodia e sicurezza
Catalogazione e documentazione
Direzione e amministrazione
Ricerca scientifica
Promozione
Divulgazione
Didattica
3. Quali tra i seguenti settori ritiene avr il maggior numero di assunzioni a breve termine nell'ambito dei
Beni e delle Attivit Culturali?
(indicare al massimo 3 risposte)
Manutenzione, conservazione e restauro
Custodia e sicurezza
Catalogazione e documentazione
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
132
133
134
__________________________________________________________________________
135
2.3 Il questionario
di Eleonora Guglielman
Per lindagine sul campo stato costruito un questionario semi-strutturato di rilevazione del
fabbisogno formativo, finalizzato a raccogliere informazioni su quali competenze delle figure
professionali operanti nel Settore dei Beni e delle Attivit culturali formare e/o potenziare al fine di
favorire il loro sviluppo e inserimento nel mercato professionale di riferimento.
Il questionario, elaborato per la R4, stato utilizzato anche dalla R1 per la rilevazione di
informazioni sui fabbisogni professionali, grazie ad alcune domande specifiche riguardanti i dati
economici delle imprese e il personale.
I questionari sono stati distribuiti, anche per e-mail, ai seguenti soggetti appartenenti alle imprese
di filiera:
1. Akhet;
2. Art photo;
3. Brizzi Comunicazione;
4. Cavir;
5. Chromamedia;
6. Codess Cultura;
7. Ente Parco Regione Appia Antica;
8. Fondazione Roma Europa;
9. Fumasoni;
10. ICB allestimenti;
11. Interact srl;
12. Intesacp;
13. Itinera Comunicazione;
14. Liotipografia Pioda;
15. Marconi Engineering
16. Mario Setter;
17. Novamusa;
18. Palombi & Partner;
19. Pandion;
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
136
137
DATI SULL'AZIENDA
(relativi al 31.12.2007)
Nome dell'impresa e ragione
sociale
Indirizzo
Sede legale
Sede operativa
Altre sedi
Numero di telefono e fax
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
Allinterno della filiera culturale in cui la vostra impresa si inserisce, con quali tipologie di imprese a monte e a
valle venite in contatto sistematicamente o occasionalmente?
8)
138
10)
11)
12)
9)
13)
1.
2.
3.
4.
5.
Esportazione
Distribuzione
Accordi per la produzione
Accordi per la vendita
Altro
139
Sezione B
15)
16)
17)
18)
19)
140
Sezione C
FABBISOGNI FORMATIVI
20)
21)
22)
In base alla vostra esperienza quali sono le figure professionali sulle quali occorrerebbe una maggiore e
migliore opera formativa?
23)
Rilevate un deficit di preparazione e/o competenze nelle figure normalmente reperibili sul mercato del lavoro?
(es. i tecnici delle luci non sono mai abbastanza preparati sulluso di alcune attrezzature specifiche, le guide
non sono mai preparate a svolgere anche funzioni di accoglienza, ecc.)
24)
Avete posto in essere recentemente innovazioni tecnologiche nel core business produttivo?
1 Si
2 No
Se s: di che tipo di innovazioni si tratta?
stato necessario assumere nuovo personale o stato formato il personale interno allazienda?
25)
26)
27)
28)
Se s, quali?
______________________________________________________
Di quale durata dovrebbe essere lintervento di formazione per il personale della sua impresa?
2400 ore (4 semestri)
1200 ore (2 semestri)
600 ore (un semestre)
da 100 a 300 ore (da uno a tre mesi)
10-20 ore (2/3 giorni)
Siete al corrente degli strumenti e delle normative per accedere ai finanziamenti della formazione? (es.
Voucher formativi, fondi interprofessionali)
Per rafforzare la competitivit dellazienda sul Mercato, a quale delle seguenti ipotesi siete interessati?
1.
2.
3.
4.
5.
29)
Gli attuali corsi universitari garantiscono una preparazione coerente con le vostre esigenze aziendali?
Molto
Sufficientemente
Poco
30)
141
In conformit con la vigente normativa sulla Privacy, si autorizza al trattamento dei dati.
Le garantiamo la massima riservatezza sulle informazioni da Lei fornite; assicuriamo inoltre che
esse saranno utilizzate esclusivamente ai fini della ricerca e divulgate solamente in forma
aggregata.
Data di compilazione
Nome del compilatore
Ruolo ricoperto in azienda
Da quanti anni lavora nella azienda citata
Recapito telefonico/e-mail
142
2.4 Lintervista
di Eleonora Guglielman
Come abbiamo detto, per la R1 sono state costruite due distinte tracce di intervista da
somministrare rispettivamente ai referenti di enti o imprese e agli esperti dellarea beni culturali,
comprendenti domande in comune e domande indirizzate allo specifico target degli attori
intervistati.
Le sezioni delle due interviste sono riportate nella tabella seguente.
143
quello di verificare le prospettive e le attese degli operatori in merito alle dinamiche della
domanda culturale, principale variabile in grado di orientare le prospettive economiche del
settore, quelle del settore, in termini di evoluzione delle attivit, dei servizi offerti, delle
caratteristiche delle imprese, di incidenza delle innovazioni e della tecnologia sui processi
produttivi e sul prodotto finale, con lobiettivo finale di valutare leffetto di tali dinamiche in termini
di evoluzione delle professionalit impiegate, delle funzioni svolte e delle mansioni affidate ai
lavoratori.
La sezione personale finalizzata a inquadrare gli aspetti occupazionali dellimpresa e, per il
tramite di questa data la rappresentativit presunta di unimpresa leader rispetto al settore in
cui opera -, della filiera culturale. in primo luogo, si mira a indagare la composizione della forza
lavoro, in termini di funzioni svolte, attivit di competenza, pesi occupazionali e di conseguenza
seppur indirettamente - le competenze richieste agli addetti. Lobiettivo, in questa sezione,
anche di tipo quantitativo o, almeno, orientativo, in quanto si vorrebbe trarre indicazioni circa il
peso e la natura della forza lavoro impiegata. Una parte delle questioni affrontate in questa
sezione riguarda poi levoluzione occupazionale, in ottica di scenario, dellimpresa, in particolare
affrontata sotto il profilo del numero di nuovi addetti assunti (negli ultimi anni), del livello di
preparazione dei nuovi assunti (sia a livello scolastico che professionale), dei canali preferenziali
di reclutamento, delladeguatezza della preparazione dei nuovi assunti. Lobiettivo di queste
ultime domande quello di inquadrare il sistema formativo del settore, assegnando dei pesi di
massima alle componenti che potrebbero essere investite dai corsi IFTS.
La sezione formazione, infine, si concentra sul sistema formativo, con lobiettivo di analizzarne
le caratteristiche attuali, di evidenziare le pi diffuse pratiche formative interne ed esterne alle
imprese, di valutare il livello di conoscenza da parte delle imprese degli strumenti formativi ad
oggi disponibili, di analizzare i punti di forza e di debolezza delle pratiche di formazione rispetto
sia alle attuali esigenze del settore, sia in unottica di prospettiva, in relazione allevoluzione e alle
tendenze del mercato culturale. Lobiettivo finale in sostanza quello di far emergere i fabbisogni
formativi del settore culturale, sia a livello esplicito, tramite le richieste e le esigenze espresse
dalle imprese, sia a livello implicito, come esigenze del settore in senso pi ampio e meno
evidente agli operatori e alle imprese. Rispetto allattuale quadro degli strumenti formativi, di cui
si chiede una descrizione e di esprimere un giudizio di merito, lobiettivo sar quello di
evidenziare se esistono, e quali potrebbero essere, le metodologie, i criteri e i modelli formativi
che potrebbero supportare un pi fluido processo di sviluppo del settore, tenendo a mente la
collocazione e le logiche dei corsi oggetto di intervento, gli IFTS, rivolti a un target piuttosto
definito di utenti potenziali e a definiti segmenti del mercato del lavoro. Un aspetto non
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
144
145
Traccia di intervista (per Imprese o Enti) per lanalisi del fabbisogno formativo e professionale nel
settore dei beni e delle attivit culturali
INFORMAZIONI ANAGRAFICHE SULLIMPRESA/ENTE
Denominazione impresa/ente
Recapiti
Settore di attivit
Classe di fatturato
N. dipendenti
IMPRESA E FILIERA
Cosa ne pensa della recente evoluzione del mercato dei beni e delle attivit culturali? E come
pensa che evolver in futuro?
Cosa ne pensa della recente evoluzione del settore in cui opera principalmente (nuovi servizi
culturali, diversi ruoli, nuove imprese, ecc.)? E come pensa che evolver in futuro?
Crede che si sia verificato, nel recente passato, qualche cambiamento nelle tipologie o nelle
funzioni delle figure professionali impiegate nei processi produttivi in cui opera prevalentemente
la sua azienda/il suo ente? E nelle loro competenze?
Esistono prospettive di sviluppo per la sua impresa/il suo ente? In che direzione? Con quali
logiche? Con quali obiettivi?
PERSONALE
-
Quanti sono approssimativamente in percentuale i lavoratori della sua impresa/del suo ente?
Quali sono i profili professionali prevalenti?
Quali sono le tipologie contrattuali prevalenti?
Fate ricorso a risorse umane esterne? Quante approssimativamente in percentuale? Per quali
profili? Per quali funzioni? Per quali livelli?
Quante figure professionali avete acquisito nel corso dellultimo triennio?
Quali?
Quali sono le figure professionali pi difficili da reperire, secondo la sua esperienza? Quali invece
le figure professionali per le quali lofferta sovrabbondante rispetto alle esigenze del mercato
del lavoro?
In che modo - attraverso quale procedura (selezioni aperte, passaparola, elenchi, ecc) e quali
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
146
canali (Universit, Scuole darte, Licei, agenzie, ecc.) limpresa procede allassunzione di
personale?
- Che titoli di studio possiedono mediamente i nuovi assunti?
- Il titolo di studio corrisponde mediamente con le mansioni e le competenze per le quali assunto
nuovo personale?
- Ritiene che i percorsi di studio e formazione oggi esistenti coprano effettivamente il fabbisogno di
professionalit in questo settore? Il livello di preparazione al lavoro adeguato?
- In che misura il nuovo personale necessita di formazione on the job o periodi di tirocinio?
Crede che ci sia qualche figura professionale innovativa ed emergente nel suo settore? Quale? Pensa che
siano adeguatamente formate? Da quale percorso formativo viene?
FORMAZIONE
-
Esiste personale che nella sua azienda/nel suo ente ha seguito attivit formative (interne e/o
esterne)?
Di che tipo?
Chi forma i lavoratori?
Limpresa realizza attivit formative interne? Come e con quali obiettivi? Per chi (nuovi assunti o
dipendenti)? Su cosa si incentra in particolare la formazione?
Quali competenze vengono acquisite on the job? Si potrebbero acquisire altrimenti?
Qual il costo della formazione per la sua impresa/per il suo ente? Con quali risorse si finanzia
la formazione aziendale?
La sua impresa usufruisce di fondi interprofessionali o finanziamenti comunitari diretti alla
formazione?
Quali sono le competenze e le figure su cui maggiormente occorre concentrare gli sforzi
formativi?
Secondo il suo parere, levoluzione del mercato e delle tecnologie porter alla richiesta di
competenze professionali sempre pi specifiche? Di che tipo?
Rispetto alla situazione attuale, quali strumenti di formazione, secondo lei, sarebbe opportuno
progettare, potenziare o modificare?
Esiste, a suo parere, un percorso ideale per la formazione (ai vari livelli) in questo settore?
Esistono altres dei modelli formativi (anche stranieri) che potrebbero essere presi ad esempio?
Qual la sua opinione, in generale, rispetto al sistema di formazione nel settore dei beni e delle
attivit culturali?
147
Traccia di intervista (per esperti, docenti, istituzioni, ecc.) per lanalisi del fabbisogno formativo e
professionale nel settore dei beni e delle attivit culturali
INFORMAZIONI SULLINTERVISTATO
Ruolo
Da quanto tempo lavora nel (o si occupa del) settore dei beni e delle attivit culturali?
TENDENZE DEL MERCATO, ANDAMENTO E PROSPETTIVE DELLIMPRESA
Cosa ne pensa della recente evoluzione del mercato dei beni e delle attivit culturali? E come
pensa che evolver in futuro?
(Ammesso che lavori in un settore specifico) Cosa ne pensa della recente evoluzione del settore
in cui opera principalmente? E come pensa che evolver in futuro?
Crede che si sia verificato, nel recente passato, qualche cambiamento nelle tipologie o nelle
funzioni delle figure professionali impiegate nellambito dei beni e delle attivit culturali? E nelle
loro competenze?
PERSONALE
- Quante sono, se ci sono, le persone che lavorano nel suo ente che si occupano specificamente
di beni e attivit culturali?
- Quali sono le loro mansioni?
- Quali sono le tipologie contrattuali prevalenti?
- Fate ricorso a risorse umane esterne? Quante approssimativamente in percentuale? Per quali
profili? Per quali funzioni? Per quali livelli?
- Avete acquisito nuove figure professionali nel corso dellultimo triennio? Quante? Quali?
- In che modo - attraverso quale procedura (selezioni aperte, passaparola, elenchi, ecc) e quali
canali (Universit, Scuole darte, Licei, agenzie, ecc.) il suo ente procede allassunzione di
personale?
- Che titoli di studio possiedono mediamente i nuovi assunti?
- Il titolo di studio corrisponde mediamente con le mansioni e le competenze per le quali assunto
nuovo personale?
- Ritiene che i percorsi di studio e formazione oggi esistenti coprano effettivamente il fabbisogno di
professionalit in questo settore? Il livello di preparazione al lavoro adeguato?
- In che misura il nuovo personale necessita di formazione on the job o periodi di tirocinio?
- Quali sono le figure professionali pi difficili da reperire, secondo lei, nel settore dei beni e delle
attivit culturali? Quali, invece, le figure professionali per le quali lofferta sovrabbondante
rispetto alle esigenze del mercato del lavoro?
- Crede che ci sia qualche figura professionale innovativa ed emergente nel suo settore? Quale?
- Pensa che le nuove figure professionali siano adeguatamente formate?
FORMAZIONE
-
Esiste personale che nel suo ente ha seguito attivit formative (interne e/o esterne) legate ai beni
e alle attivit culturali? Di che tipo?
Chi ha formato i lavoratori?
Lente realizza attivit formative interne? Come e con quali obiettivi? Per chi (nuovi assunti o
dipendenti)? Su cosa si incentra in particolare la formazione?
Quali competenze vengono acquisite on the job? Si potrebbero acquisire altrimenti?
Qual il costo della formazione per il suo ente? Con quali risorse si finanzia la formazione
aziendale?
La sua impresa usufruisce di fondi interprofessionali o finanziamenti comunitari diretti alla
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
148
formazione?
Qual la sua opinione rispetto al sistema di formazione nel settore dei beni e delle attivit
culturali?
Quali sono le competenze e le figure su cui maggiormente occorre concentrare gli sforzi
formativi?
Secondo il suo parere, levoluzione del mercato e delle tecnologie porter alla richiesta di
competenze professionali sempre pi specifiche? Di che tipo?
Rispetto alla situazione attuale, quali strumenti di formazione, secondo lei, sarebbe opportuno
progettare, potenziare o modificare?
Esiste, a suo parere, un percorso ideale per la formazione (ai vari livelli) in questo settore?
Esistono altres dei modelli formativi (anche stranieri) che potrebbero essere presi ad esempio?
149
150
151
catalogazione e documentazione
direzione e amministrazione
ricerca scientifica
promozione
divulgazione
didattica.
Lintento dei primi quesiti era quello di individuare i settori percepiti come pi e meno diffusi
nellambito dei beni e delle attivit culturali da rispondenti presumibilmente esperti. Tali domande
sono state elaborate in modo volutamente generico e in certa misura ambiguo per lasciare spazio
allinterpretazione degli intervistati. Cos, la maggiore o minore diffusione nellambito culturale
pu riferirsi sia allestensione per numero di addetti, fatturato, entit del lavoro, sia alla rilevanza
per gli enti pubblici o il patrimonio collettivo.
Da una parte, dunque, le risposte fornite hanno il pregio di essere confrontabili con i dati
strutturali del mercato dei beni e delle attivit culturali, per verificare il grado di vicinanza/distanza
della percezione degli intervistati rispetto alle dimensioni socio-economiche dei settori
considerati; dallaltra, per, non chiariscono lesatta interpretazione che i rispondenti danno alla
nozione di pi diffuso e meno diffuso.
Ad ogni modo, il settore considerato pi esteso nellambito dei beni e delle attivit culturali
quello della manutenzione, conservazione e restauro, segnalato da 322 rispondenti su 512 (il
62.9%). Seguono catalogazione e documentazione, considerate pi diffuse dal 47.5% del
campione (243 persone), e le attivit di direzione e amministrazione, indicate dal 46.7% degli
intervistati (239)64. In ultima posizione si colloca invece la divulgazione, considerata la pi diffusa
solo da 58 rispondenti (l11.3%) (Cfr. Fig. 2). Ci lascerebbe intendere che essa sia indicata
anche come settore meno diffuso nelle risposte alla domanda successiva. Invece, alla richiesta di
segnalare lambito meno presente nel mercato della cultura, la prima posizione occupata dalla
ricerca scientifica, citata dal 64.6% dei rispondenti (331). La divulgazione si colloca invece alla
seconda posizione (42.8%, 219) ed seguita dalla promozione (38.1%, 195) (Cfr. Fig. 3).
64
Il totale delle percentuali di risposta non pari a 100 perch era possibile indicare fino a tre risposte.
152
Fig. 3. I settori meno presenti nell'ambito dei beni e delle attivit culturali
Ne deriva una certa incongruenza delle risposte del campione, giustificabile probabilmente con
lidea che, sebbene la divulgazione sia indicata come il settore meno diffuso, lentit della
marginalit della ricerca scientifica sia percepita come pi rilevante e urgente dal campione di
rispondenti.
Alcune domande della web survey, poi, intendevano verificare la percezione degli specifici
fabbisogni professionali nei settori precedentemente indicati. In particolare, la domanda 3
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
153
Lidea che il settore considerato pi diffuso sia anche quello che potrebbe registrare pi
assunzioni a breve termine lascia intendere che, nellinterpretazione dei rispondenti, la diffusione
di alcuni settori si riferisca alla maggiore rilevanza, o perlomeno alla preminenza in termini di
estensione, di tali ambiti professionali nel mercato dei beni culturali. Non dunque critica
lindicazione di chi sostiene che il settore della manutenzione, conservazione e restauro sia pi
diffuso. N si riferisce a un eventuale sovraffollamento professionale. Si tratta, piuttosto, della
convinzione che un ambito sia esteso perch bisognoso di un maggior numero di lavoratori,
assunti probabilmente gi a breve termine.
La percezione dei settori che, a prescindere dalla loro rilevanza nel panorama dei beni e delle
attivit culturali, hanno delle mancanze di apparati tecnologici a disposizione, per esempio, o di
risorse pubbliche oggetto delle domande 4 e 6.
La domanda 4 chiede infatti quali tra i settori indicati meritano un aggiornamento tecnologico.
La 6 si riferisce, invece, a quegli ambiti in cui, secondo i rispondenti, gli enti pubblici locali
dovrebbero investire.
A proposito delle forniture tecnologiche sembra che, secondo gli intervistati, il settore pi
arretrato e dunque pi bisognoso dinnovazione sia, ancora una volta, quello della manutenzione,
conservazione e restauro (323 risposte, 63.1%), seguito dalla ricerca scientifica (258, 50.4%) e
dalla catalogazione e documentazione (215, 42%). Si tratta, in effetti, di settori tradizionali,
fortemente radicati nel panorama dei beni e delle attivit culturali, meno aggiornati
tecnologicamente, almeno ad uno sguardo superficiale. Agli ultimi posti di questa ipotetica hit
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154
parade dei settori meno tecnologici si collocano, invece, la promozione (60 segnalazioni, 11.7%),
la direzione e amministrazione (89, 17.4%) e la divulgazione (113, 22.1%) (Cfr. Fig. 5). Le ragioni
per cui questi sono stati considerati meno bisognosi di un aggiornamento tecnologico possono
essere diverse, ma non sono del tutto desumibili da queste prime e generiche indicazioni della
web survey. probabile, per, che promozione e divulgazione, in quanto ambiti pi giovani nella
storia della cultura, siano percepiti come dotati di infrastrutture pi aggiornate.
Fig. 5. I settori che meritano un aggiornamento tecnologico
155
Come alcune delle domande precedenti, poi, anche la richiesta di indicare i settori dei beni e
delle attivit culturali su cui gli enti pubblici locali dovrebbero investire era intenzionalmente
generica. Non specificava, infatti, la ragione della necessit di una quantit maggiore di risorse.
Ancora una volta, il settore percepito come pi bisognoso di investimenti pubblici quello della
manutenzione, conservazione e restauro con 404 risposte pari al 78.9% del campione. Seguono
la ricerca scientifica (283, 55.3%) e la promozione (188, 36.7%). Solo il 7% dei rispondenti,
invece, ritiene che si debba investire nella direzione e amministrazione del patrimonio culturale
(Cfr. Fig. 7). Lidea che siano ancora una volta la conservazione e la ricerca scientifica i settori in
cui necessario concentrare le risorse pubbliche coerente con la percezione che siano i pi
diffusi, i pi antichi e bisognosi di un aggiornamento tecnologico, quelli in cui maggiori saranno le
assunzioni nel breve periodo e che necessitano di figure professionali iperspecializzate. La
convinzione che anche la promozione richieda un investimento economico pi consistente da
parte degli enti pubblici, invece, rispecchia un punto di vista nuovo sia rispetto a quelli emersi
finora dalla lettura della survey, sia rispetto al dibattito pubblico.
LItalia, infatti, soprattutto in virt dellantica ricchezza del suo patrimonio artistico e culturale, da
sempre impegnata sul fronte della tutela pi che su quello della valorizzazione, oggetto di
politiche pubbliche specifiche soltanto in tempi piuttosto recenti65.
65 Di valorizzazione si inizia a parlare nel D.P.R. del 1975 n. 805 sullorganizzazione del ministero dei Beni culturali e ambientali,
cui allart. 2 si assegna al nuovo organismo il compito di tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali. La valorizzazione
tende allapprestamento dei mezzi diretti a consentire o migliorare la possibilit di accesso ai beni culturali cos da agevolare la
percezione e lapprendimento dei valori che a essi inseriscono. Gli obiettivi della valorizzazione possono essere realizzati
attraverso apparati e attivit che incidono su realt esterne ai beni culturali, come nel caso della realizzazione di una strada di
accesso a una area archeologica altrimenti non raggiungibile dai visitatori. Eppure spesso nel senso comunque la valorizzazione
associata sbrigativamente alla promozione e alla pubblicizzazione di un bene.
156
Conferma questa interpretazione il fatto che in quarta posizione nella graduatoria dei settori in cui
gli enti pubblici locali dovrebbero investire maggiormente figura la divulgazione, con 161
indicazioni su 512, ossia il 31.4% del campione. Se nelle risposte alle domande precedenti la
divulgazione appariva come la Cenerentola dei beni culturali, perch collocata agli ultimi posti dei
settori pi diffusi, che avranno assunzioni a breve termine o che richiedono professionalit
specializzate, in questo caso emerge la percezione dellurgenza di un maggior investimento da
parte degli enti pubblici. Cambia, cos, anche la lettura della prospettiva globale dei rispondenti
sulla divulgazione.
Se un settore minoritario nel mercato, poco specializzato o con una richiesta limitata di figure
professionali, possibile che ci derivi (anche) dal ridotto investimento in termini economici e di
attenzione che gli enti pubblici locali gli dedicano.
Cos, da una lettura complessiva delle risposte alle prime domande emergono risultati
interessanti.
Il settore della manutenzione, conservazione e restauro considerato il pi diffuso, sia in termini
di addetti sia per estensione. quello che, pi di qualunque altro, avr un maggior numero di
assunzioni a breve termine, ha personale pi specializzato, ha bisogno di un aggiornamento
tecnologico e, forse in virt della sua rilevanza, necessita d maggiori investimenti pubblici.
La ricerca scientifica relativa ai beni e alle attivit culturali considerata, invece, poco diffusa, ma
importante, perch portatrice di professionalit altamente specializzate. Inoltre, percepita come
bisognosa di un aggiornamento tecnologico e di un pi continuo e consistente finanziamento
pubblico.
Pur essendo considerati entrambi piuttosto diffusi, poi, i settori della catalogazione e
documentazione e della custodia e sicurezza sono percepiti in modo diverso. Il primo esteso
perch ampio il numero dei suoi addetti e costanti le assunzioni di nuovi operatori, considerati,
per, non particolarmente specializzati. Secondo il campione, ha certamente bisogno, pi di altri
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
157
158
Se questi sono i mestieri pi richiesti secondo gli intervistati, le figure professionali considerate
innovative o emergenti sono soprattutto lanimatore digitale e il tecnico per la ricostruzione
virtuale degli ambienti 3D, segnalati dal 40.8% dei rispondenti (209) e seguiti, quasi allo stesso
livello, dal tecnico per la patologia dei beni culturali indicato dal 37.9% del campione (194
persone) e dallesperto di marketing culturale (192 intervistati, 37.5%).
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
159
Innovativa anche la figura dellesperto di allestimento dei musei per il 31.9% dei rispondenti,
insieme a quella del fund raiser, segnalata dal 21.7% del campione (111 individui) (Cfr. Fig. 11).
Fatta eccezione per il tecnico per la patologia dei beni culturali, tutte le altre professioni
emergenti si collocano nellambito della valorizzazione o della gestione amministrativa, settori
che nella prima parte della ricerca sono segnalati tra i meno diffusi. confermata cos lidea che i
settori meno estesi lo siano non perch meno rilevanti nel panorama culturale, ma perch
storicamente pi recenti o bisognosi di maggiori investimenti.
Fig. 11 Le figure professionali innovative o emergenti
66
Le opzioni di risposta fornite erano le stesse della domanda sui profili professionali per cui maggiore lofferta di lavoro.
160
Le ragioni delleventuale difficolt dinserimento nellambito dei beni e delle attivit culturali di
alcune figure professionali riguardano soprattutto la mancanza di continuit dei rapporti di lavoro
proposti (159 rispondenti, 31.1%), leccedenza di domanda rispetto allofferta di lavoro (142
persone, 27.7%) e linadeguatezza delle retribuzioni (64 intervistati, 12.5%.)67.
Anche altre opzioni di risposta non appaiono irrilevanti. L11.3% del campione, per esempio,
segnala lofferta formativa inadeguata rispetto alle richieste di mercato come causa delle difficolt
dinserimento nellambito lavorativo della cultura. Si tratta dunque dellidea che la formazione del
settore non considera le richieste del mondo delle professioni. Il 10.2% dei rispondenti, poi,
lamenta la mancanza di esperienza degli aspiranti lavoratori, altro fattore riconducibile, con
buona probabilit, allinadeguatezza dei percorsi formativi attualmente esistenti (Cfr. Fig. 13).
Inoltre, parallelamente alle difficolt relative allingresso nel mercato dei beni e delle attivit
culturali, il campione ha segnalato anche le criticit che deve affrontare chi lavora gi nellambito
considerato. Le risposte, in questo caso, sono tendenzialmente coerenti con quelle relative agli
aspiranti lavoratori della cultura. Se il 58.2% del campione (298 individui) indica come principale
criticit la mancanza di risorse economiche, il 55.7% (285 rispondenti) segnala il precariato e il
ricorso a contratti atipici, dunque la ridotta stabilit dei percorsi professionali. E mentre il 42.2%
crede che la retribuzione insufficiente sia la causa delle difficolt lavorative di chi uno sbocco,
anche se precario, lo ha trovato, la scarsa definizione di ruoli e mansioni la ragione che rende
ancora pi complesso il panorama lavorativo secondo il 34.4% degli intervistati (176) (Cfr. Fig.
14).
A questo proposito rilevante anche lentit delle risposte di chi indica alternative di risposta diverse rispetto a quelle fornite
dalla web survey (il 12.7% del campione), senza per specificarle.
67
161
Fig. 13. Le ragioni delle difficolt di inserimento nel mercato delle professioni della cultura
Dunque, i problemi - certamente relativi alla dimensione economica del sistema culturale italiano
- riguardano soprattutto le tipologie contrattuali e le retribuzioni, oltre che lambiguit della
definizione dei ruoli professionali.
La tipologia contrattuale prevalente nel mercato della cultura secondo gli intervistati, poi, descrive
un panorama variegato, ma coerente con le criticit precedentemente rilevate. La parte
maggioritaria del campione indica infatti il contratto a tempo determinato (31.1%, 159) e il lavoro
temporaneo (interinale) (76, 14.8%) come i pi diffusi, seguiti da stage e tirocini formativi,
segnalati da 101 rispondenti (il 19.7%), e da prestazioni professionali (71, 13.9%) o addirittura da
nessun contratto, ovvero forme di lavoro irregolare (67, 13.1%).
Cos, sia lentit di chi crede che la cultura richieda una quota non trascurabile di lavoro in nero,
sia il gruppo di chi convinto che un quinto del mercato lavorativo sia occupato da stage e
tirocini, rivelano evidenti elementi di criticit.
162
Fig. 14. Le criticit principali per chi lavora gi nellambito dei beni e delle attivit culturali
Fig. 15. Le tipologie di contratto maggiormente diffuse tra gli operatori della cultura
163
Per quanto riguarda, invece, il titolo di studio, i rispondenti si collocano nettamente sopra la
media nazionale69. Il 48.1% dichiara di essere laureato, il 21.7% ha la licenza media superiore,
ma c anche un 13.9% che ha un titolo post-lauream. Il restante 16.3%, invece, diviso tra chi
ha la licenza media inferiore (3 rispondenti, pari allo 0.6% del campione) e chi indica altre opzioni
Una sola persona dichiara poi di essere nata nel 1900 ed una nel 1990.
Secondo dati Istat del 2007, in Italia il 48,2% della popolazione in et 25-64 anni ha conseguito come titolo di studio pi elevato
solo la licenza di scuola media inferiore.
68
69
164
non incluse nelle modalit di risposta pre-codificate, quali il titolo fornito dallAccademia di Belle
Arti (12 rispondenti, il 2.3%), il diploma di specializzazione dellIstituto Centrale del Restauro o
quello dellOpificio delle Pietre Dure (45, l8.8%). Il restante 4.4%, infine, composto da laureandi
o dottorandi di ricerca. Un profilo, dunque, decisamente distante rispetto a quello della
popolazione italiana, ma probabilmente affine a quello degli operatori del settore dei beni e delle
attivit culturali.
La distribuzione geografica del campione raggiunto dalla web survey riserva poi qualche
sorpresa. Per quanto riguarda la citt in cui vivono abitualmente, 92 rispondenti (il 17.9% del
campione) indicano Roma, mentre il restante 82.1% piuttosto ben distribuito in tutta Italia, pur
concentrandosi soprattutto in alcune grandi citt (darte). La maggiore presenza dei rispondenti a
Roma giustificata non solo dal fatto che si tratta di una delle principali citt artisticamente e
culturalmente attive in Italia, ma anche perch da l partita la ricerca e la diffusione della web
survey.
I tassi di risposta di chi dichiara di vivere abitualmente in una citt o in un paese che non sia
Roma sono, tuttavia, mediamente bassi: oltre che nella capitale, i rispondenti risiedono a Napoli,
in 25 casi, pari al 4.9% del campione, Milano in 24, Palermo in 17, Torino 16, Bari 14, Firenze 12,
Viterbo 11 e Venezia 8. Tali risultati rivelano la maggiore concentrazione del campione in zone
metropolitane, dalla lunga tradizione storica e culturale.
Per quanto riguarda, invece, la distribuzione del campione nelle diverse regioni italiane, il Lazio
al primo posto con 111 rispondenti.
Il questionario poi, come normale che sia per un file diffuso dalla Rete, ha oltrepassato i confini
nazionali e raggiunto persone residenti allestero, in particolare a Los Angeles, Copenaghen,
Londra, Helsinki, Cuernavaca in Messico, o, genericamente, in Francia, Svizzera e Portogallo.
Il dato per pi sorprendente, che ha una diretta ripercussione sulla lettura degli esiti della web
survey, riguarda lappartenenza o meno dei rispondenti allambito lavorativo della cultura. Alla
domanda lavora in unazienda o un ente che opera nel settore dei beni e delle attivit culturali, il
50.8% del campione ha scritto di no, mentre il 47.9% ha risposto affermativamente e lo 0.4% non
ha fornito alcuna indicazione (Cfr. Fig. 17).
Fig. 17. Leventuale lavoro dei rispondenti in unazienda o un ente che opera nel settore
dei beni e delle attivit culturali
165
un risultato questo che sembrerebbe invalidare lattendibilit di molte risposte ottenute dalla
survey: se poco pi della met del campione non lavora nel settore, come fa a conoscerne le
difficolt, le dinamiche o i fabbisogni relativi alla dimensione professionale?
In realt, vero che il 50.8% dei rispondenti ha dichiarato di non lavorare nellambito della
cultura, ma alla richiesta di specificare la propria professione ha fornito indicazioni pi chiare sul
suo legame con il contesto indagato. La categoria professionale pi numerosa tra i rispondenti
quella dei restauratori, composta da 183 persone. Segue quella degli studenti di corsi darte,
conservazione dei beni culturali, archeologia, architettura, ecc., pari a 88 individui, il gruppo degli
architetti, che sono 40, e quello degli insegnanti, 19.
La numerosit della categoria degli studenti fa supporre che la loro quota incida sul totale di chi
ha dichiarato di non lavorare nel settore. Si tratta, infatti, di giovani, come dimostra anche il dato
relativo allet prevalente del campione, che non hanno ancora completato il percorso formativo,
n hanno avuto modo di accedere ad alcuna professione; dunque, hanno legittimamente
affermato di non lavorare nellambito dei beni e delle attivit culturali, pur avendo lambizione a
farlo.
1. Il profilo dei lavoratori della cultura
Una volta scattata la fotografia del nostro campione e appurato che tendenzialmente giovane,
composto da molti studenti, pi da donne che da uomini, residenti soprattutto a Roma o in grandi
citt italiane, e dominato da un numero decisamente rilevante di professionisti che si occupano di
conservazione e restauro, possiamo rileggere gli esiti della survey in modo diverso.
Poich lo scopo dellindagine era quello di valutare dimensioni, caratteristiche e fabbisogni
professionali dellambito dei beni e delle attivit culturali, abbiamo ritenuto utile effettuare un
confronto tra le tendenze sopra descritte e quelle di un subcampione di operatori culturali, isolati
a partire da chi ha dichiarato esplicitamente di lavorare nellambito oggetto di studio.
Abbiamo cos considerato le risposte alla survey di un gruppo di professionisti dellarte e della
cultura (245 casi), isolati dal resto dei rispondenti.
Lipotesi alla base di questa analisi era che si sarebbero registrate tendenze possibilmente
diverse, ma non radicalmente differenti, rispetto a quelle del totale del campione, a proposito di
pregi e difetti del lavoro nel mercato culturale. chiaro che questa scelta fornisce una prospettiva
parziale, che esclude il punto di vista di chi ha una formazione adeguata per lavorare nel settore,
ma non ha (ancora) trovato sbocchi lavorativi. Qualche intervistato, infatti, dichiara apertamente
che lavorare nellambito dei beni e delle attivit culturali il mio sogno, oppure si definisce
aspirante insegnante di storia dellarte, futuro project manager??? o segretaria per necessit,
guida turistica per formazione.
Tuttavia, lanalisi delle risposte fornite dal subcampione permette di rilevare differenze piuttosto
modeste rispetto a chi dichiara di non lavorare nel mercato della cultura. La distanza principale
tra lavoratori della cultura e totale dei rispondenti, infatti, rintracciabile pi nel profilo
sociodemografico che nelle opinioni.
Dei 245 intervistati che dichiarano di lavorare nellambito della cultura, 111 sono maschi e 134
femmine. Si riduce, dunque, il divario tra sessi che caratterizzava il totale del campione, pur
restando maggioritaria la quota di donne (Cfr. Fig. 18).
Il gruppo di lavoratori della cultura sembra differenziarsi dal resto del campione anche per quanto
riguarda let. composto, infatti, da individui meno giovani di quelli che costituiscono il totale
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166
degli intervistati. La classe numericamente pi consistente quella dei quarantenni, chi ha cio
unet compresa tra i 39 e i 48 anni (39,7%), seguita dal gruppo degli adulti tra i 29 e i 38 anni
(29%). Solo al terzo posto si collocano, invece, i pi giovani tra i 19 e i 28 anni (22%), quelli che
costituivano la maggioranza del nostro campione. Non solo, poi, la percentuale dei giovani e
giovanissimi si riduce sensibilmente, ma aumenta anche il numero di persone pi mature, i nati
cio negli anni Quaranta (6.3%) e Trenta (3%).
Il livello di istruzione, invece, non differenzia radicalmente il sottogruppo degli operatori culturali
dal campione precedentemente analizzato. Il numero di diplomati e laureati pressappoco lo
stesso tra chi lavora nel mercato della cultura e chi non lo fa (52 diplomati vs 55 e 114 laureati vs
131). Pari il numero (35) di chi ha un titolo post-lauream, mentre leggermente maggiore la
quota di chi possiede una qualifica professionale.
Anche il dato relativo alla residenza di chi opera nel mercato della cultura conferma una
distribuzione simile a quella rilevata sul totale del campione. La maggior parte vive a Roma, gli
altri si distribuiscono soprattutto tra Napoli, Milano, Palermo, Bari, Venezia e Viterbo.
Cos, da un punto d vista sociodemografico, il subcampione individuato si differenzia
sensibilmente dal campione complessivo per quanto riguarda il sesso e let, ma non a proposito
dellarea di residenza e del titolo di studio.
Fig. 18. Il sesso del sub campione di lavoratori della cultura
167
Leggermente diversa invece la classifica degli ambiti percepiti come meno diffusi. Se per gli
operatori della cultura la ricerca scientifica la meno forte nel mercato delle professioni culturali
(per 165 rispondenti), seguita dalla divulgazione (105) e dalla didattica (85), il totale del campione
aveva segnalato al terzo posto la manutenzione e il restauro. La ragione potrebbe risiedere nel
fatto che il subcampione composto in buona misura da restauratori e conservatori che
percepiscono il proprio settore come molto diffuso e rilevante (Cfr. Fig. 20).
Anche a proposito dei settori che potrebbero registrare un buon numero di assunzioni a breve
termine, le prime tre posizioni espresse dal gruppo dei lavoratori della cultura coincidono con
quelle indicate dal campione totale. Unica piccola differenzia riguarda, anche in questo caso,
linversione di seconda e terza posizione della classifica.
168
169
170
Fig. 22. I settori che meritano un aggiornamento tecnologico secondo i lavoratori della
cultura
Fig. 23. I settori che richiedono figure professionali altamente specializzate secondo di
lavoratori della cultura
171
Fig. 24. I settori su cui gli enti pubblici locali dovrebbero investire secondo i lavoratori
della cultura
La visione competente degli operatori del settore della cultura si discosta maggiormente dal
quella del campione a proposito delle professioni per le quali c una maggiore offerta di lavoro.
Secondo chi dichiara di lavorare nellambito della cultura, le professioni pi richieste sono quella
delloperatore didattico e della guida turistica (con 85 segnalazioni), del restauratore o
conservatore (con 63 casi) e delladdetto ai servizi di vigilanza a custodia (indicato da 45
persone). Parzialmente diverso, invece, era lordine del totale dei rispondenti secondo cui, dopo
loperatore didattico e la guida turistica, il restauratore e il conservatore, si collocava lampia
categoria di storici dellarte, architetti, archeologi, archivisti e bibliotecari (Cfr. Fig. 25).
Per i profili professionali pi richiesti si cercano soprattutto persone con et compresa tra i 26 e i
35 anni, come nel campione complessivo (secondo 138 rispondenti), con un diploma di laurea
per 100 rispondenti su 255, o un attestato di specializzazione professionale post-diploma
secondo 80 persone (Cfr. Fig. 26 e 27). Il profilo dei lavoratori pi ricercati, dunque, coincide con
quello indicato dal totale del campione.
172
Fig. 25. Le figure professionali per cui maggiore lofferta di lavoro secondo i lavoratori
della cultura
Fig. 26. Let dei lavoratori pi richiesti secondo gli operatori culturali
173
Fig. 27. Il titolo di studio dei lavoratori pi richiesti secondo gli operatori culturali
Se quelli indicati dal subcampione sono i mestieri pi richiesti, con i relativi profili sociodemografici prevalenti o il livello formativo richiesto, le figure professionali considerate innovative
o emergenti sono, diversamente dal totale del campione, lesperto di marketing culturale (100
casi), lanimatore digitale e il tecnico per la ricostruzione virtuale degli ambienti 3D segnalati da
95 rispondenti e seguiti dal tecnico per la patologia dei beni culturali indicato da 84 persone. A un
buon livello di risposte si collocano il fund raiser, segnalato da 61 individui, lesperto di
allestimento dei musei (57) e il progettista per la ricerca e lo sviluppo di nuovi servizi (49 casi)
(Cfr. Fig. 28).
Cos, a differenza del campione complessivo, i lavoratori della cultura percepiscono la maggiore
esigenza di professionisti che si occupino di valorizzazione, marketing, gestione e progettazione
di servizi. Si rafforza, dunque, linterpretazione avanzata nelle pagine precedenti che i settori
indicati come meno estesi lo siano perch, recenti, innovativi e bisognosi di maggiori
investimenti.
Le professioni percepite invece come in eccesso rispetto alla domanda dellambito della cultura
sono, invece, quella di restauratore e conservatore (112 persone), storico dellarte, archeologo,
architetto, archivista e bibliotecario (69) ed esperto scientifico (43). Si tratta delle stesse
professioni indicate come in difficolt dal totale del campione.
Ancora una volta stupisce che le professioni considerate pi in difficolt siano le stesse dei settori
percepiti come pi diffusi e bisognosi di assunzioni a breve termine.
Per il subcampione considerato, poi, le cause principali delle difficolt di inserimento nel mercato
del lavoro sono relative soprattutto alla mancanza di continuit dei rapporti di lavoro proposti (80
rispondenti), leccedenza di domanda rispetto allofferta di lavoro (74) e linadeguatezza delle
retribuzioni (41 intervistati). Lordine, anche in questo caso, coincide con quello del campione
complessivo.
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174
Fig. 28. Le figure professionali emergenti o innovative secondo i lavoratori della cultura
Le altre opzioni di risposta, invece, sembrano meno rilevanti rispetto a quelle del totale dei
rispondenti, soprattutto per lesiguit dei numeri che le caratterizzano (Cfr. Fig. 29).
Similmente al campione complessivo, il sottogruppo degli operatori della cultura ha segnalato le
criticit che deve affrontare chi lavora gi nellambito considerato. Le risposte, in questo caso,
sono tendenzialmente coerenti con quelle relative agli aspiranti lavoratori della cultura e
coincidenti anche in proporzione con quelle del totale del campione: 136 individui indicano la
mancanza di risorse economiche, 126 il precariato e il ricorso a contratti atipici, 115 la
retribuzione insufficiente (Cfr. Fig. 30).
Coerentemente con il campione nella sua interezza, tra le tipologie contrattuali prevalenti si
rilevano il contratto a termine (80 casi), nessun contratto, ovvero lavoro irregolare (46) e stage e
tirocini formativi (39) (Cfr. Fig. 31). La posizione di rilievo del lavoro in nero nella classifica del
subcampione lascia intendere che la dimensione dellirregolarit delle retribuzione sia peggiore
rispetto a quella immaginata dal campione complessivo.
Le competenze che dovrebbero sviluppare gli aspiranti lavoratori dei beni e delle attivit culturali,
poi, coincidono nel sub campione con quelle indicate dal totale dei rispondenti: al primo posto si
collocano le abilit tecnico-specialistiche (115 casi), al secondo quelle tecnologiche e digitali (50),
al terzo quelle organizzative e gestionali (47).
Proprio a queste ultime i lavoratori della cultura attribuiscono unimportanza maggiore, sebbene
senza scarti numerici rilevanti, rispetto al campione complessivo, che poneva al terzo posto le
competenze di ricerca.
Chi lavora nel settore, dunque, sembra percepire non tanto la carenza di competenze mirate
allambito culturale, ma quella di capacit gestionali o tecnologiche al passo con i tempi che
corrono e trasversali a diversi ambiti professionali.
175
Fig. 29. Le ragioni delle difficolt di inserimento nel mercato delle professioni della cultura
secondo i lavoratori del settore
Fig. 30. Le criticit principali per chi lavora gi nellambito dei beni e delle attivit culturali
secondo gli operatori del settore
176
Fig. 31. Le tipologie di contratto maggiormente diffuse tra gli operatori della cultura
secondo gli stessi operatori
Questa batteria di risposte sembra avvalorare gli esiti complessivi della websurvey.
Se chi gi lavora nellambito della cultura percepisce le stesse criticit rilevate dal totale dei
rispondenti, allora il campione complessivo pur essendo composto per meno della met da
operatori della cultura (e in buona parte da aspiranti tali) ha opinioni coerenti con i lavoratori
intervistati.
177
4. LETTURA E INTERPRETAZIONE
DELLINDAGINE: LE INTERVISTE
DEI
RISULTATI
di Eleonora Guglielman
valorizzazione: 8 intervistati
Quello che segue lelenco dettagliato dei testimoni privilegiati intervistati, suddiviso per attivit.
IMPRESE
Denominazione
Nome intervistato
Ambito di attivit
CBC
Conservazione Beni Culturali
soc.coop.
Sabina Vedodello
Restauro-ConservazioneManutenzione
Minguzzi srl
Tonino Minguzzi
Trasporti e movimentazione di
opere darte
Zetema
Roberta Biglino
Organizzazione e gestione di
eventi e servizi culturali
Antiquitates Centro di
archeologia sperimentale
Angelo Bartoli
De Feo Restauri
Antonio De Feo
Impresa Ibeco
Azienda Speciale Palaexpo
Mario De Simoni
Dimensione
PMI
(17 soci + 10
dipendenti)
PMI
(18)
Grande
impresa
(850)
PMI
(28)
PMI
PMI
PMI
178
ESPERTI
Nome
Emilio Cabasino
Giulia Quintiliani
Luciana Festa
Restauratore ICR
Elisabetta Giorgi
Francesca Russo
Bibliotecario
Marco Malagodi
Paolo Saturno
Francesco Pettarin
FONDAZIONI
Denominazione
Nome intervistato
Ambito di attivit
Alessandra Agnolon
Gabriele Coppa
ENTI LOCALI
Denominazione
Rappresentante
Settore
Provincia di Frosinone
Danilo Campanari
Provincia di Viterbo
Regione Lazio
Giulia Rodano
Lanalisi delle interviste stata condotta esaminando le risposte date dagli intervistati e
individuando le occorrenze, tenendo conto che la rilevanza delle informazioni e la loro
verosimiglianza sono date in questo caso dalla loro profondit pi che dalla ricorrenza.
Leterogeneit del panel ha fatto s che lampiezza delle risposte date differisse tra un intervistato
e laltro: alcuni, ad esempio, hanno fornito risposte esaurienti su domande di tipo tecnico e
operativo, mentre hanno dimostrato di non conoscere o conoscere poco il mondo della
formazione e dellistruzione; altri, pi addentro alle tematiche della formazione e dellaccademia,
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179
hanno fornito risposte articolate e interessanti. Tutte le interviste si sono comunque rivelate
stimolanti, in particolare per la molteplicit e diversit di risposte fornite alle domande sulle figure
professionali. Lanalisi stata attuata per gradi progressivi, con lindividuazione e lisolamento
delle risposte comuni e delle osservazioni condivise da pi intervistati, al fine di ottenere un
quadro delle tendenze delle risposte e riorganizzarle in maniera sintetica. Si cos giunti a
unesposizione che rappresenta la descrizione dei dati ottenuti nella quale sono riportate alcune
delle risposte ritenute pi significative; essa completata da una serie di conclusioni riepilogative
che rappresentano linterpretazione del fabbisogno cos come espresso attraverso le opinioni
degli intervistati. In calce a ciascuna risposta riportata tra parentesi lorganizzazione di
appartenenza dellintervistato (impresa, fondazione, ente locale, o qualsiasi altra istituzione nel
caso degli esperti).
Le trascrizioni integrali sono contenute negli allegati al presente Report.
180
181
finanziari, catalogatori, tecnici informatici, ricercatori qualificati, direttori tecnici del restauro.
Armilla, la cooperativa di manifestazioni cinematografiche per cui risponde lesperto Pettarini,
nellultimo triennio si servita di un centinaio di tecnici e professionisti video e audio, sempre per
brevi periodi.
Le organizzazioni che forniscono servizi lavorano su appalti o progetti; per la natura dei loro
incarichi acquisiscono il personale nel momento in cui la situazione lo richiede. Ci vale sia per le
organizzazioni di piccole dimensioni sia per quelle con una classe di fatturato di 40 milioni di euro
annui, come Musica per Roma (gestore dellAuditorium del Parco della Musica):
Abbiamo 50 addetti stabili e moltissimi collaboratori a progetto.
(Musica per Roma)
Nellorganizzazione dove lavoro, al momento non abbiamo assunti: i contratti sono o di
prestazione occasionale o contratti a progetti. Abbiamo unattivit fissa di segreteria e relazioni
con il pubblico e uno staff di ricercatori modulare.
(ECCOM)
Cos come in molti altri settori lavorativi, diffuso il ricorso allopera temporanea di tirocinanti e
stagisti (e, nel caso delle Universit, assegnisti di ricerca).
Abbiamo 5 dipendenti a tempo indeterminato, 2 a tempo determinato e una decina di
collaboratori. Ultimamente abbiamo accolto numerosi tirocinanti.
(Fondazione Olivetti)
In controtendenza Minguzzi, titolare dellomonima ditta di movimentazione, il quale dichiara di
assumere tutti propri operatori a tempo indeterminato, e la cui impresa rivela un trend positivo
con 6 persone assunte nellultimo triennio. In crescita anche Zetema, che dal 2000 a oggi ha
visto raddoppiare il numero degli addetti; la societ, partecipata al 100% dal Comune di Roma,
comprende attualmente 850 persone delle quali poco pi di 300 sono lavoratori socialmente utili
acquisiti a pi riprese da Comune.
Tutti gli altri dichiarano di non aver assunto nuovi addetti in pianta stabile. La Pubblica
Amministrazione (enti locali, Universit, ICR) da diversi anni non assume a causa del blocco dei
concorsi. Alcuni esempi: lultimo concorso promosso allICR stato indetto nel 1997,
nellAssessorato alla Cultura della Provincia di Viterbo le ultime assunzioni risalgono al 1982.
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Lassunzione di nuovi addetti avviene attraverso diversi canali: selezione dei curricula,
segnalazione da scuole o universit, annunci, autocandidature, agenzie interinali; molti ricorrono
al canale informale del passaparola, alle segnalazioni di imprese o settori limitrofi (cinema, TV,
ecc.).
Per assumere vagliamo i curricula o riceviamo segnalazioni dalle scuole regionali e dalle
universit.
(CBC)
Scegliamo i professionisti in base allintuitus personae.
(Palaexpo)
Per assumere utilizziamo annunci, CV che ci inviano sul sito, canali informali, agenzie interinali.
(Zetema)
I canali di assunzione sono i pi diversi, ma il pi accreditato il passaparola.
(ECCOM)
Le persone si propongono direttamente a noi perch siamo conosciuti.
(Minguzzi)
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185
Facciamo ricorso a risorse esterne per circa il 40% sul totale. Si tratta di catalogatori e tecnici
informatici.
(biblioteca pubblica)
C chi ha creato una vera e propria rete di partenariato per coprire tutti gli ambiti richiesti dalla
attivit svolte:
Per le nostre attivit abbiamo realizzato una rete di partenariato per cui se per i servizi aggiuntivi
del museo sono richiesti alleati, servono quelli che sanno fare il caff, laccoglienza, la visita
guidata e la prenotazione, anche nel campo delle attivit di ricerca, consulenza e formazione sui
temi della cultura e del management culturale che la nostra precipua attivit servono
competenze diverse che integriamo con lesterno.
(ECCOM)
Alcune organizzazioni lavorano abitualmente con strutture e istituzioni, altre hanno instaurato un
rapporto continuativo di partenariato grazie alla ripetuta aggiudicazione di appalti. A volte i
partenariati riguardano sia la cooperazione su progetti sia il reperimento di risorse finanziarie;
altre volte si attivano delle convenzioni con universit, enti e accademie di cui si accolgono i
tirocinanti.
186
Quasi tutti hanno dato risposte che denotano una conoscenza estremamente settoriale dellarea
dei beni e delle attivit culturali, spesso limitata alla microarea di appartenenza, data la
peculiarit delle attivit svolte.
Si riscontrato poi che, forse proprio a cagione dellestrema variegatura del panel di soggetti
intervistati, un confronto tra le diverse risposte fa emergere delle contraddizioni di fondo:
professioni considerate da taluni esuberanti rispetto al mercato sono ritenute da altri necessarie,
e viceversa.
Abbiamo riassunto le risposte nelle due tabelle che seguono; la seconda tabella mostra come
alcune delle figure professionali rientrino in due tipologie o in tutte e tre le tipologie.
Qui abbiamo tradotto le indicazioni date dagli intervistati in figure affini o comunque appartenenti
alla medesima famiglia professionale.
Figure professionali
sovrabbondanti rispetto
alla richiesta del mercato
Restauratore
Ricercatore/studioso
Storico dellarte
Architetto
Laureato in conservazione dei
beni culturali
Archeologo
Archivista
Catalogatore di basso livello
Funzionario
Bibliotecario
Dirigente pubblico
Addetto alla produzione di eventi
Figure professionali
necessarie o emergenti
Restauratore professionista
(percorso universitario con un
forte taglio scientifico)
Esperto in CAD e grafica
vettoriale
Fotografo in grado di usare le
tecnologie digitali
Esperto di didattica
Illuminotecnico
Grafico per la didattica museale
Esperto di informatica per la
didattica museale
Operaio specializzato
Operatore della diagnostica
Specialista in monitoraggio
integrato in ambienti museali
Restauratore specializzato su
determinate classi di manufatti
Direttore di museo
Direttore di biblioteca
Esperto in gestione e
coordinamento
Archeologo
Esperto in valorizzazione di
mostre e musei
Esperto in comunicazione
(promozione del bene nel
territorio)
Storico dellarte
Architetto esperto di urbanistica
187
Tabella 2. Analogie tra le figure appartenenti alle tre tipologie nelle risposte degli intervistati
Figure professionali
Figure professionali
Figure professionali
difficili da reperire
sovrabbondanti rispetto
necessarie o emergenti
alla richiesta del mercato
Restauratore specializzato
Restauratore
Restauratore professionista
(percorso universitario con un
forte taglio scientifico)
Restauratore specializzato su
determinate classi di manufatti
Archivista e catalogatore in
Archivista
Bibliotecario con competenze
grado di gestire standard
Catalogatore di basso livello
digitali
nazionali e internazionali
Bibliotecario
Professionista della
Esperto in valorizzazione di
comunicazione per i percorsi
mostre e musei
didattici museali
Architetto
Architetto esperto di urbanistica
Esperto in gestione e
Personale direttivo specializzato Dirigente pubblico
coordinamento
Funzionario
Figure manageriali e
Direttore di museo
amministrative
Direttore di biblioteca
Archeologo
Archeologo
Storico dellarte
Storico dellarte
Esperto di valorizzazione e
Esperto in comunicazione
promozione
(promozione del bene nel
territorio)
Museologo esperto in
comunicazione e valorizzazione
Esperto competente
Esperto in fruizione (aspetti
nellorganizzazione di eventi
logistici, organizzativi,
culturali
accoglienza)
La presenza sulle tre colonne della figura del restauratore rappresentativa della
contraddittoriet emersa tra le risposte degli intervistati: il restauratore considerato da alcuni
una figura difficile da reperire e necessaria, da altri una figura di cui il mercato saturo. Giocano,
in questo caso, le competenze che questo professionista dovrebbe possedere per poter essere
realmente competitivo; e gioca sicuramente il fatto che gli spazi di impiego offerti sono pochi,
poich quasi tutte le figure di restauratore sono assorbite dalla Pubblica Amministrazione, nella
quale gli spazi di assunzione sono sempre pi scarsi se non pressoch bloccati.
188
189
invece troppi catalogatori di basso livello. Una figura emergente quella del bibliotecario con una
forte cultura digitale.
(biblioteca pubblica)
Al di l del discorso di figure professionali generiche e figure specializzate, notiamo che una serie
di professioni compaiono sia nella seconda sia nella terza colonna: architetto, dirigente,
archeologo, storico dellarte. Lintervistato, assessore alla cultura nella Provincia di Frosinone,
individua infatti come figure necessarie quelle di cui la sua amministrazione avrebbe bisogno
ma che per motivi amministrativi non riesce ad assumere:
Avremmo bisogno di direttori di musei, direttori di biblioteche, personale competente nella
gestione e nel coordinamento ma non sempre riusciamo a farlo perch dobbiamo fare i conti con
i bilanci. Tra le figure necessarie senza dubbio ci sono gli storici dellarte, per la conoscenza,
valorizzazione e promozione del patrimonio storico artistico; architetti esperti di urbanistica dello
sviluppo dei centri storici e soprattutto archeologi, perch la Provincia di Frosinone ricchissima
di testimonianze.
La peculiarit della situazione dellente locale spiega perci la sostanziale difformit della risposta
rispetto a quello che, anche alla luce dellesame on desk della letteratura e delle ricerche
effettuate, sembra essere un trend negativo.
Cabasino di Eccom entra pi in profondit nellargomento fornendo una spiegazione di tipo
strutturale oltre che socioeconomica:
C una rigidit del mercato dal punto di vista amministrativo, legata alle figure professionali. Nel
settore delle professionalit, anche in quelle pi connotate dalle attivit di impresa come il
restauro, non esiste una vera e propria legge di mercato poich la domanda rimane
sostanzialmente pubblica. Le attivit professionali dipendono dalla disponibilit di risorse
pubbliche a livello nazionale, regionale e locale. Nel MIBAC si continua a ragionare per profili
professionali: archeologo, storico scientifico, funzionario amministrativo, storico dellarte,
archivista e bibliotecario, mentre abbiamo bisogno di figure con una doppia competenza, tecnicosettoriale e funzionale: comunicatore, gestore del personale, gestore di comunicazioni con il
pubblico. Rispetto a trenta anni fa il quadro di fatto cambiato ma i modelli organizzativi sono
rimasti rigidi e preistorici. C unofferta sovrabbondante rispetto alle figure di archeologo, storico
dellarte, archivista e bibliotecario. Rispetto al tema del personale andrebbe attuata la flexicurity
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Non rileviamo particolare difficolt nel reperire personale preparato, tranne quando cerchiamo
figure molto specifiche (es. esperto in certificazioni e agibilit ENPALS).
(Musica per Roma)
In generale gli intervistati esprimono accordo sulla difficolt di reperimento di persone in
possesso di competenze di tipo pratico-operativo.
Come abbiamo visto, le figure professionali sovrabbondanti appartengono alle diverse macroaree
professionali e comprendono lavoratori di tipo generico (troppi studiosi e ricercatori, storici
dellarte, funzionari, dirigenti, ecc.) e specializzati (architetti, laureati in conservazione dei beni
culturali, archivisti, bibliotecari, archeologi, restauratori).
Passando invece alla figure necessarie e quelle emergenti alcuni degli intervistati esprimono
dubbi sul fatto che esista unevoluzione nelle figure professionali:
Nel settore della movimentazione non c evoluzione nei profili professionali.
(Minguzzi)
Non ci sono profili professionali emergenti.
(COPAT)
Altri invece disegnano un quadro delle professionalit che potrebbero essere impiegate con
successo nei settori di loro competenza:
Le nuove figure sono quelle che si occupano della documentazione in grafica CAD. Inoltre
sempre pi importante la figura delloperatore della diagnostica: sono nati nuovi ruoli
professionali di professionisti che operano in laboratorio compiendo analisi biologiche, chimiche e
fisiche. una figura nuova ma comunque sovrabbondante rispetto alleffettiva richiesta del
mercato. Non ci sono figure professionali innovative in questo settore tranne forse una figura di
museologo che valorizzi i nostri musei che sono di una noia mortale.
(ICR)
Una figura emergente quella del bibliotecario con una forte cultura digitale.
(biblioteca pubblica)
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Una figura emergente quella del restauratore professionista formato in un percorso universitario
di forte taglio scientifico.
(universit)
Una figura emergente quella del pedagogista per larte, figura lasciata negli anni che potrebbe
tornare in auge. Un profilo necessario lilluminotecnico spesso infatti ci troviamo ad operare con
elettricisti e non con veri e propri tecnici delle luci. La professionalit del grafico potenziabile
anche rispetto alla didattica museale per comunicare con i visitatori; anche linformatica ha delle
potenzialit utilizzabili ad esempio con i disabili nella fruizione dellopera. La figura delloperaio
in una fase emergente perch non pi un comune operaio edile.
(Quintiliani)
Per concludere questa parte di analisi, sottolineiamo come in gran parte delle risposte ricorra
limportanza delle competenze informatiche e digitali, importanza confermata nella sezione di
domande dedicate alla formazione.
Proviamo ora a leggere la stessa tabella 1 individuando i profili professionali appartenenti alle tre
tipologie descritte nella nostra mappatura, nella quale abbiamo riconosciuto i profili professionali
caratterizzanti, quelli altamente pertinenti e quelli trasversali.
Ricordiamo brevemente che questa classificazione attuata in base al criterio di
maggiore/minore caratterizzazione del profilo rispetto allarea dei beni e delle attivit culturali,
quindi se, ad esempio, quella dellarcheologo una professione che trova a pieno titolo la sua
collocazione caratterizzante nellarea dei beni e delle attivit culturali, lilluminotecnico una
figura altamente pertinente in quanto pur potendo operare in diversi campi ha una sua
specializzazione peculiare in quello dei beni culturali; altre figure limitrofe e di confine possono
invece essere definite figure di filiera.
Abbiamo evidenziato in grassetto i profili caratterizzanti, con uno sfondo colorato quelli altamente
pertinenti e in corsivo quelli trasversali:
legenda
193
Tabella 3. Classificazione delle risposte nelle tre tipologie proposte nella Mappatura
Figure professionali
difficili da reperire
Figure professionali
sovrabbondanti rispetto
alla richiesta del mercato
Restauratore specializzato
Caposquadra di
movimentazione
Movimentatore specializzato
Archivista e catalogatore in
grado di gestire standard
nazionali e internazionali
Figure manageriali e
amministrative
Esperto di fundraising
Custode
Professionista della
comunicazione per i percorsi
didattici museali
Diagnosta in grado di seguire
tutte le fasi di intervento
sullopera
Esperto in conservazione
preventiva integrata
Esperto nel controllo
dellefficacia/efficienza
dellintervento di conservazione
Esperto competente
nellorganizzazione di eventi
culturali
Esperto di valorizzazione e
promozione
Figura di raccordo tra il bene
culturale, il territorio e le agenzie
che vi operano
Personale direttivo
specializzato
Restauratore
Catalogatore di basso livello
Archivista
Bibliotecario
Ricercatore/studioso
Storico dellarte
Architetto
Laureato in conservazione dei
beni culturali
Archeologo
Funzionario
Dirigente pubblico
Addetto alla produzione di eventi
Restauratore professionista
(percorso universitario con un
forte taglio scientifico)
Restauratore specializzato su
determinate classi di
manufatti
Esperto in CAD e grafica
vettoriale
Fotografo in grado di usare le
tecnologie digitali
Esperto di didattica
Illuminotecnico
Grafico per la didattica museale
Esperto di informatica per la
didattica museale
Operaio specializzato
Operatore della diagnostica
Specialista in monitoraggio
integrato in ambienti museali
Direttore di museo
Direttore di biblioteca
Esperto in gestione e
coordinamento
Archeologo
Esperto in valorizzazione di
mostre e musei
Esperto in comunicazione
(promozione del bene nel
territorio)
Storico dellarte
Architetto esperto di urbanistica
Bibliotecario con competenze
digitali
Museologo esperto in
comunicazione e valorizzazione
Esperto in fruizione (aspetti
logistici, organizzativi,
accoglienza)
194
195
196
Esiste un gap tra i percorsi formativi e le competenze richieste sul lavoro; in genere gli
intervistati concordano sul fatto che la formazione troppo teorica e chi esce dai percorsi
di studio non possiede le necessarie competenze operative, che possono essere
acquisite solo sul campo, attraverso un periodo di training on the job. Il problema dei titoli
di studio particolarmente sentito nel campo del restauro: I corsi regionali a volte
preparano, a volte no: dipende se gli insegnanti sono ben preparati. Ho visto per che ci
sono alcuni aspetti che si approfondiscono di meno; poi le scuole private tendono a
contenere i costi risparmiando sullinsegnante. Laspetto critico di questi corsi la
mancanza di esperienza pratica: mancano i laboratori ben attrezzati (i laboratori devono
essere a norma) e c poca attivit di cantiere. Le scuole private quindi spesso non
riescono a insegnare una serie di operazioni. Per le lauree in scienze della
conservazione ancora peggio: gli studenti hanno una grandissima preparazione
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
197
teorica, ma non mettono mai le mani sui pezzi. Devono fare tirocini obbligatori ma in
realt se la cavano con attivit vaghe. I corsi di restauro delle accademie sono ancora
pi drammatici: ho insegnato allAccademia di Frosinone e sono rimasta scioccata
perch non c il laboratorio (il mio incarico prevedeva 26 ore di teoria e 104 di
laboratorio). Il grosso limite degli studenti dellaccademia che quando escono non
sanno fare nulla e non hanno neanche la preparazione teorica dei loro colleghi di
Scienze della conservazione. In accademia fanno corsetti brevi di fisica e chimica perch
dovrebbe essere tutto impostato sulla pratica, invece la pratica non c. Dunque,
inadeguatezza dei percorsi, mancanza di standard formativi, incapacit di costruire
percorsi in grado di fornire una solida preparazione sia teorica sia pratica.
Le organizzazioni che operano nel mercato dei beni e delle attivit culturali fanno
scarsissime attivit culturali strutturate; manca una pianificazione strategica a livello di
formazione e aggiornamento, la possibilit di finanziamento attraverso fondi
interprofessionali o strutturali pressoch sconosciuta. Lo scontento riguardo alla
mancanza di competenze dei professionisti del settore non pu prescindere da una
riflessione sulla mancanza di formazione al suo interno.
4.6 Conclusioni
La lettura dei dati delle interviste conferma, arricchendole di ulteriori nuovi elementi, le
considerazioni fatte nel Report intermedio di ricerca, derivanti da un primo esame delle risposte
della web survey: la difficolt di investimento economico, la frammentariet del lavoro, la debole
forza contrattuale degli operatori coinvolti e lo stato di criticit sentito fortemente in tutti i campi.
Attraverso le interviste qualitative sono stati approfonditi alcuni elementi delineati per lo scenario
socio-economico e della prospettiva occupazionale esistente; le risposte dei testimoni privilegiati
sembrano suggerire la necessit di operare un potenziamento delle logiche produttive positive
partendo dai fabbisogni professionali e operando un riavvio dinamico del settore partendo dal
basso.
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
198
La problematicit della situazione del settore a livello lavorativo risente di una crisi generalizzata
che ormai da alcuni anni coinvolge anche gli altri comparti del lavoro; la difficolt di assorbimento
di figure professionali caratterizzanti e quindi tradizionalmente legate al settore dei beni culturali
deriva, in parte, dalla peculiarit del territorio regionale. Nel Lazio, infatti, la citt di Roma e la sua
provincia catalizzano la produzione e loccupazione del settore, con una densit maggiore di beni
culturali e una presenza fortissima dellamministrazione pubblica attraverso il Ministero e le
Sovrintendenze. Il blocco dei concorsi e, di conseguenza, delle assunzioni motivato dai tagli alla
spesa pubblica contribuiscono in modo determinante alla stagnazione della situazione lavorativa.
Ci vale soprattutto per larea della conservazione e restauro, dove i profili professionali del
restauratore, del bibliotecario, dellarchivista e altri non trovano mercato, dal momento che gli
sbocchi occupazionali per tali figure sono rappresentati per la quasi totalit dalla pubblica
amministrazione. Questultima, dal canto suo, spesso deve ricorrere allausilio di figure esterne
per poter eseguire lavori e servizi sia quando non dispone di personale al proprio interno sia
quando il personale non possiede le competenze e le capacit di svolgere determinati compiti.
Questa osservazione ci porta allaltra questione relativa alle difficolt di inserimento lavorativo,
rappresentata dallutilizzo, in tutto il settore, di numerose tipologie contrattuali, quasi tutte di tipo
temporaneo. La centralizzazione da parte di Ministero e Sovrintendenze fa s che gran parte delle
imprese e delle associazioni lavorino su appalti e incarichi a bando; il carattere non continuativo
di questi ultimi le costringe a servirsi di collaboratori a termine, a progetto, co.co.pro. ecc. Sono
scarse e circoscritte le assunzioni a tempo indeterminato; questo anche nel caso di
organizzazioni di grandi dimensioni, che rispondono di fare ricorso sia a rapporti di collaborazione
con esperti esterni sia al vero e proprio outsourcing.
Per quanto riguarda le figure professionali lindagine conferma come la presenza di numerosi
profili (anche molto specializzati) tenda spesso ad essere mal sfruttata dal sistema; il problema di
collocazione investe un po tutte le figure sebbene quelle maggiormente qualificate (con titoli di
studio pi alti) abbiano difficolt maggiori. A questo proposito va notato che sono proprio le figure
caratterizzanti del settore a incontrare maggiore difficolt nellinserimento lavorativo, mentre
quelle di confine hanno maggiori opportunit di impiego. Cos, se da una parte gli intervistati
concordano su un eccesso di figure di restauratori, archeologi, architetti, bibliotecari, catalogatori,
storici dellarte, ecc., dallaltra vediamo una serie di figure emergenti tra le quali lilluminotecnico,
lesperto di didattica per larte, lesperto di comunicazione per i percorsi museali; alcune di queste
figure non sono ancora neppure codificate o non corrispondo ai profili professionali riportati in
repertori e ricerche finora realizzati. Certo che limmobilit del sistema costringe agli operatori
del settore a trovare soluzioni molto differenziate per riuscire a costruire una professionalit
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
199
200
A. TUTELA E
CONSERVAZIONE
B. VALORIZZAZIONE
C. DIREZIONE E
RICERCA
D. FUNZIONI DI
SUPPORTO
Direttore di museo
Direttore di biblioteca
Storico dellarte
Profili professionali
trasversalli
Esperto in CAD e grafica
vettoriale
Fotografo in grado di
usare le tecnologie digitali
Grafico per la didattica
museale
Esperto di informatica per
la didattica museale
Esperto in comunicazione
(promozione del bene nel
territorio)
Museologo esperto in
comunicazione e
valorizzazione
Operatore della
diagnostica
Esperto in gestione e
coordinamento
Esperto in fruizione
(aspetti logistici,
organizzativi, accoglienza)
Specialista in
monitoraggio integrato in
ambienti museali
201
Partecipare a questo seminario stata unoccasione importante per poter confrontare risultati e
strategie dellindagine (di seguito denominata R1) realizzata dal Polo Formativo per i Beni e le
Attivit Culturali nella Regione Lazio, sui fabbisogni professionali nel Settore con gli stimoli e le
riflessioni sollecitate da questo seminario.
Il confronto dei punti di vista delle due ricerche permette infatti di individuare elementi di
conferma dei risultati ottenuti e di dare una lettura pi ampia e completa dei fenomeni indagati.
La ricerca presentata in occasione del seminario fornisce infatti dati quantitativi, riferiti ad uno
spaccato nazionale rappresentativo, che contribuiscono a confortare e avvalorare quanto
studiato attraverso la R1 che si configura come indagine qualitativa, esplorativa.
Il presente articolo intende dunque individuare, attraverso una lettura comparativa delle due
ricerche, gli elementi di continuit e di rilievo che contribuiscono a valorizzare e potenziare i
risultati dell indagine sui fabbisogni professionali della R1.
70
Per ulteriori informazioni sul Progetto Professioni e mestieri per il patrimonio culturale coordinato dalla Regione Lombardia,
finanziato attraverso il FSE si veda il sito web http://www.mestiericultura.it/
202
lelemento evidente che emerge dai dati raccolti dai ricercatori che la presenza del
fabbisogno professionale non implica un incremento lineare della domanda di lavoro;
le professionalit immesse nel Mercato sono molto superiori rispetto alla capacit produttiva
esistente
Tali risultati sono fortemente comparabili con le esplorazioni qualitative che ha compiuto il POLO,
sebbene la ricerca sia stata condotta in un modo differente.
Lanalisi dei fabbisogni formativi nel Settore dei Beni e delle Attivit Culturali nella
Regione Lazio realizzata dal POLO ha posto il proprio focus sulle potenziali esigenze, implicite e
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
203
Ricognizione delle qualifiche professionali del Settore dei Beni e delle Attivit Culturali nella
regione Lazio;
per giungere infine ad analizzare e interpretare il gap esistente tra profili/competenze esistenti e
disponibili e i profili/competenze richieste dal Mercato dei Beni e delle Attivit Culturali nella
regione Lazio.
Molte considerazioni che emergono dalle interviste in profondit confermano quanto appena
richiamato rispetto agli esiti della ricerca realizzata nellambito del Progetto Professioni e mestieri
per il Patrimonio Culturale.
La sostanziale immobilit del Settore rilevata attraverso lanalisi dei dati qualitativi acquisiti dalla
R1 riconducibile infatti proprio alla forte presenza dellelemento pubblico, che ad esempio non
risulta accompagnata da una fluida e dinamica azione di investimento nel lavoro per questo
Settore. Sebbene lItalia, e il Lazio in particolare, siano zone ricche di potenzialit legate al
mondo della Cultura, gli investimenti produttivi sembrano subire molte contrazioni e ristagni
occupazionali. Tale situazione, secondo i testimoni privilegiati coinvolti nella R1, spesso dovuta
alla complessit del Sistema, alla limitata coordinazione degli attori coinvolti e allo scarso impiego
di fondi destinati allo sviluppo di questo Settore.
A tale proposito, quanto percepito e segnalato a livello qualitativo, risulta confermato da una delle
rilevazioni compiute nellambito del Progetto Professioni e mestieri per il Patrimonio Culturale,
che riguarda appunto lanalisi dellimpatto strutturale e la forza di investimento con cui i policy
maker puntano su questo Settore.
204
Attraverso lanalisi dei bandi pubblici emanati in favore dello sviluppo di attivit per i Beni e le
Attivit Culturali, sono stati registrati gli importi complessivi dedicati per il triennio 2005-2007 a
livello territoriale, per le Regioni aderenti al Progetto.
A seguire si riportano i grafici che illustrano i risultati registrati, fra cui interessante osservare in
particolare gli andamenti che riguardano specificamente il Lazio.
Andamento degli importi complessivi a base dasta per lavori riferiti alle categorie OG2 e OS2 per
ciascuna delle regioni aderenti al progetto interregionale (2005 2007)
b - Fonte: Professioni e Mestieri per il Patrimonio Culturale - Rapporto sullo stato di avanzamento del Progetto
Numero dei bandi emanati, importo complessivo e valore dellimporto mediano per regione (2005
2007)
c - Fonte: Professioni e Mestieri per il Patrimonio Culturale - Rapporto sullo stato di avanzamento del Progetto
205
Dalla lettura dei grafici si rileva che in alcune regioni di punta, come la Lombardia e il Lazio, gli
investimenti hanno registrato un lieve ma progressivo incremento, sensibilmente pi cospicuo per
i territori che possiedono una forte presenza di Beni culturali. Nel complesso linvestimento
generale risulta comunque considerevole. I ricercatori del Progetto Professioni e mestieri per il
Patrimonio Culturale sottolineano tuttavia, nel report intermedio di ricerca, come lincremento di
investimenti possa essere ricondotto alla fase finale del finanziamento dei Fondi strutturali per il
settennio 2000-2006 che ha registrato in tutti i campi un forte gettito nellultimo triennio di
operativit.
71
Tutti i grafici sono ripresi dal Rapporto sullo stato di avanzamento del Progetto Professioni e Mestieri per il Patrimonio Culturale
206
Musei
Ripartizione per area funzionale degli addetti
Biblioteche
Archivi
Lesito a cui conducono i dati quantitativi appena richiamati rafforzano quanto emerso
dallindagine qualitativa condotta nellambito della R1 sia attraverso le interviste immersive sia
attraverso la web survey, ovvero:
-
non vi sono sostanzialmente nuove professionalit emergenti nel settore dei beni e delle
Attivit Culturali, semmai esistono delle specializzazioni e delle rimodulazioni del
bagaglio professionale da parte degli operatori, che sviluppano nuove competenze in
funzione del proprio contesto di lavoro, perci nel complesso in maniera molto
variegata;
vi difficolt da parte delle imprese della cultura a reclutare figure, in particolare per il
canale dei servizi per la fruizione/valorizzazione. Tale elemento probabilmente dovuto
alla ingente offerta di lavoro caratterizzata dalluniverso dei neolaureati in materie
umanistiche che in surplus rispetto alla capacit produttiva del Settore.
Nel confronto delle informazioni raccolte, sul piano qualitativo da un lato e quantitativo dallaltro,
un elemento di diversit va tuttavia registrato e ha a che fare con limportanza e il rilievo attribuito
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POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
210
al project management dei servizi e alla gestione delle commesse. Tale aspetto non emerge
con altrettanta evidenza dallanalisi della Ricerca 1.
TUTELA E CONSERVAZIONE
catalogazione;
documentazione e archiviazione;
restauro;
manutenzione, tutela e conservazione
ATTIVITA DI SUPPORTO
direzione amministrativa;
gestione amministrativa e finanziaria;
custodia;
sicurezza
Il Progetto Professioni e mestieri per il Patrimonio Culturale (attraverso lautorevole analisi di uno
dei massimi esperti del Settore quale Emilio Cabasino) interpreta il concetto di Valorizzazione
211
come inclusivo di tutte le altre aree di riferimento, distinguendo tra macro-aree caratterizzanti e
macro-aree trasversali.
Le distinzioni delineano quindi, rispetto allinquadramento dellISFOL, unarea dedicata per il
management, unarea per la documentazione e lo sviluppo tecnologico e informativo e unarea di
conoscenza e tutela in maniera pi specifica e definita. Lo schema seguente riassume
sinteticamente limpianto concettuale descritto:
Schema ricostruttivo dei Processi di Valorizzazione e Conservazione del patrimonio culturale
d - Fonte: Professioni e Mestieri per il Patrimonio Culturale - Rapporto sullo stato di avanzamento del
Progetto
212
Questi due diversi impianti definitori hanno caratterizzato e differenziato larchitettura concettuale
delle due ricerche finalizzate entrambe allanalisi delle figure e dei profili professionali implicati nei
processi produttivi del Settore dei Beni Culturali e che in questa sede si stanno comparando,
importante per puntualizzare come questa variabile indipendente, connessa al piano
definitorio e del linguaggio utilizzato, non cambia la sostanza rispetto allindividuazione degli
elementi potenziali e critici registrati dalle due indagini. In altri termini pur partendo da punti di
vista differenti, le figure professionali delineate e descritte dalle due ricerche tendono a
convergere.
Caratterizzanti
Altamente pertinenti
Trasversali
213
Addetto allaccoglienza
Addetto alle visite guidate
Addetto sala di lettura
Archeologo
Archivista
Artigiano edile
Bibliotecario
Catalogatore
Conservatore-curatore
Custode di sala
Operatore museale
Paleontologo
Registrar
Restauratore
Storico dellarte
Profili professionali
altamente pertinenti
Profili professionali
trasversali
214
Per alcune delle figure caratterizzanti stata successivamente eseguita dalla R1 unanalisi di
dettaglio attraverso la descrizione dei compiti, delle competenze, della situazione di lavoro, dei
percorsi formativi, dei trend occupazionali e della tipologia di classificazione comparata con gli
inquadramenti degli Istituti gestiti dallo Stato (ISTAT CP e ISTAT NUP) per ogni figura. La
selezione ha riguardato le figure gi largamente descritte nella letteratura di riferimento, al fine di
fare una sintesi esemplificativa dello scenario dei profili professionali pi diffusamente
riconosciuti.
Nel caso del Progetto Professioni e mestieri per il Patrimonio Culturale le figure classificate sono
state scelte o perch non ancora oggetto di specifiche trattazioni (come nel caso di alcune figure
della conservazione), o in quanto ritenute strategicamente rilevanti in processi di lavoro
identificati nelle precedenti fasi della ricerca (come ad esempio quelle relative allaccesso e alla
fruizione). Nel processo di selezione in ogni caso hanno influito anche i risultati dellanalisi di
Mercato effettuate preliminarmente.
Il lavoro compiuto dalla ricerca coordinata dalla Regione Lombardia permette cos di approfondire
con maggiore precisione le specializzazioni da tenere in considerazione per lo sviluppo
professionale degli operatori del Settore. Le figure professionali descritte appaiono comparabili
con linsieme delle figure caratterizzanti individuate dalla R1 del POLO.
215
La tabella che segue mostra alcuni elementi di parallelismo tra i due gruppi di categorie
professionali individuate:
POLO IFTS per i Beni e le Attivit
Cuturali nella Regione Lazio
Figure caratterizzanti
Restauratore
Archivista
Bibliotecario
Registrar
Direttore di museo
Conservatore
Tecnico della documentazione del patrimonio culturale
Le macro-categorie sintetiche indicate nella R1 nellarea dei profili caratterizzanti trovano una
significativa e interessante corrispondenza rispetto al dettaglio delle figure specifiche individuate
dal Progetto Professioni e mestieri per il Patrimonio Culturale.
Questo esempio comparativo evidenzia la difficolt di individuare in modo univoco le figure
professionali che rispondano concretamente e rapidamente alla domanda di professionalit
espressa dal Settore dei Beni e delle Attivit Culturali. Infatti, pi che in altri ambiti, il Settore della
Cultura racchiude una forte differenziazione di figure professionali, le quali si evolvono
continuamente e contaminano il proprio bagaglio di conoscenze e competenze con settori e
discipline affini in modo ripetuto nel tempo. Delineare quindi uno scenario stabile difficile:
lincontro di domanda e offerta di lavoro pu essere facilitato solo da un continuo monitoraggio
216
dello stato dellarte e delle dinamiche di Mercato per effettuare predizioni limitatamente al medio
e breve termine.
Spesso i soggetti che tentano di accedere professionalmente al Settore dei Beni e delle Attivit
Culturali puntano a differenziare i propri profili professionali e a curvarli in modo creativo. Per fare
questo si servono anche di percorsi formativi che consentono loro di attuare la contaminazione di
competenze mutuate da ambiti riconducibili ad altre filiere produttive e campi professionali. Ci
spesso determinato dallesigenza di superare le difficolt di accesso al Mercato del lavoro del
Settore e contribuisce a produrre figure professionali ibride di confine o di nicchia, modificando
continuamente le professionalit emergenti e il gruppo di profili che esprimono maggiori
potenzialit di successo.
Alla luce di queste considerazioni la vischiosit degli elementi che caratterizzano il Settore dei
Beni e delle Attivit Culturali potrebbe essere affrontata e superata attraverso trasformazioni di
Sistema che privilegino la fluidit dellincontro di domanda e offerta di lavoro attraverso uno
snellimento
dellapparato
pubblico
laumento
di
investimenti
privati,
attraverso
217
218
L.R. n. 31/1991 - Riorganizzazione del centro regionale per la documentazione dei beni
culturali ed ambientali
L.R. n.42 del 24/11/1997 - Norme in materia di beni e servizi culturali del Lazio.
Questa legge promuove una migliore organizzazione dei servizi culturali di competenza e
di interesse regionale e valorizza i beni culturali, in attesa, per questi ultimi, di una
organica disciplina nazionale. I servizi culturali interessati sono le biblioteche, i musei e
gli archivi storici. I beni culturali sono di interesse archeologico, architettonico, storico,
artistico, archivistico, librario, audiovisivo, demoantropologico e scientifico che
rappresentano, sia singolarmente sia in aggregazione, manifestazioni significative della
creativit, della conoscenza, del costume e del lavoro dell'uomo.
L.R. 1/2001- Norme per la valorizzazione e lo sviluppo del litorale del Lazio;
Nellambito della programmazione dei fondi strutturali europei del settennio 2000-2006 in
chiusura, la Misura III. 2 dellAsse III del Docup Ob. 2 Lazio 2000-2006, che riguarda la
219
D.lgs n 42/2004 - Codice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dellart.10 della
Legge 137/2002;
220
Accordo di programma tra il Ministro per i Beni e le Attivit Culturali e le Regioni per la
catalogazione dei beni culturali 1 febbraio 2001.
Leggi regionali
L.R. 24 novembre 1997, n. 42 Norme in materia di beni e servizi culturali del Lazio
L.R. 6 agosto 1999, n. 14 Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la
realizzazione del decentramento amministrativo
L.R. 42/97, Norme in materia di beni e servizi culturali del Lazio. Proroga dei termini
previsti dagli articoli 8 e 10 per il piano 2000 dei beni e servizi culturali (biblioteche,
musei, archivi storici).
L.R. 11 dicembre 1998, n.53 Organizzazione regionale della difesa del suolo in
applicazione della legge 18 maggio 1989, n.183
221
Risoluzione del Consiglio, del 5 novembre 1993, sul primo secolo del cinema
(GU C 85 del 22.3.1994, pagg. 33)
Conclusioni del Consiglio, del 21 giugno 1994, sugli aspetti culturali e artistici
dell'istruzione
(GU C 229 del 18.8.1994, pagg. 12)
Conclusioni del Consiglio, del 17 giugno 1994, per una maggiore cooperazione nel
settore degli archivi
(GU C 235 del 23.8.1994, pagg. 33)
Conclusioni del Consiglio, del 10 novembre 1994, in merito alla comunicazione della
Commissione su l'azione comunitaria nel settore culturale
(GU C 348 del 9.12.1994, pagg. 12)
Risoluzione del Consiglio, del 4 aprile 1995, sulla cooperazione con i paesi associati
dell'Europa centrale e orientale in materia culturale
(GU C 247 del 23.9.1995, pagg. 23)
Risoluzione del Consiglio, del 5 ottobre 1995, sulla cooperazione con i paesi terzi
nell'ambito della giovent
(GU C 296 del 10.11.1995, pagg. 1112)
Risoluzione del Consiglio del 20 novembre 1995 sulla promozione delle statistiche in
materia di cultura e di crescita economica
(GU C 327 del 7.12.1995, pagg. 11)
Risoluzione del Consiglio del 25 luglio 1996 concernente l'accesso di tutti i cittadini alla
cultura
(GU C 242 del 21.8.1996, pagg. 11)
Learning Community srl Facolt di Scienze della Comunicazione Italia Nostra
POLO FORMATIVO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI
222
Decisione del Consiglio del 22 settembre 1997 relativa al futuro delle azioni europee
nel settore culturale
(GU C 305 del 7.10.1997, pagg. 11)
Risoluzione del Consiglio del 20 gennaio 1997 concernente l'integrazione degli aspetti
culturali nelle azioni della Comunit (97/C 36/04)
(GU C 36 del 5.2.1997, pagg. 45)
Decisione 1419/1999/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 1999,
riguardante un'azione comunitaria a favore della manifestazione La capitale europea
della cultura" per gli anni dal 2005 al 2019
(GU L 166 dell' 1.7.1999, pagg. 15)
Risoluzione del Consiglio dell'8 febbraio 1999 relativa ad un sistema di prezzi fissi per i
libri in zone linguistiche omogenee transfrontaliere
(GU C 42 del 17.2.1999, pagg. 33)
Risoluzione del Consiglio, del 28 ottobre 1999, sull'inclusione della storia nell'azione
culturale della Comunit
(GU C 324 del 12.11.1999, pagg. 11)
Decisione del Consiglio del 17 dicembre 1999 riguardante la nomina da parte del
Consiglio dei membri della giuria nel quadro dell'azione comunitaria Capitale europea
della cultura"
(GU C 9 del 13.1.2000, pagg. 11)
Risoluzione del Consiglio, del 17 dicembre 1999, sulla promozione della libera
circolazione delle persone che lavorano nel settore culturale
(GU C 8 del 12.1.2000, pagg. 34)
223
Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in
sede di Consiglio del 14 dicembre 2000 relativa al piano d'azione per la mobilit
(GU C 371 del 23.12.2000, pagg. 410)
Risoluzione del Consiglio del 12 febbraio 2001 sugli aiuti nazionali ai settori del cinema
e degli audiovisivi
(GU C 73 del 6.3.2001, pagg. 34)
Risoluzione del Consiglio del 12 febbraio 2001 relativa all'applicazione dei sistemi
nazionali di fissazione del prezzo dei libri
(GU C 73 del 6.3.2001, pagg. 55)
Risoluzione del Consiglio del 12 febbraio 2001 sulla qualit architettonica dell'ambiente
urbano e rurale
(GU C 73 del 6.3.2001, pagg. 67)
Decisione del Consiglio del 7 maggio 2002 relativa alla designazione della capitale
europea della cultura 2005
(GU C 124 del 25.5.2002, pagg. 44)
Risoluzione del Consiglio del 21 gennaio 2002 su "Cultura e societ della conoscenza"
(GU C 32 del 5.2.2002, pagg. 11)
Risoluzione del Consiglio del 21 gennaio 2002 relativa al ruolo della cultura nella
costruzione dell'Unione europea
(GU C 32 del 5.2.2002, pagg. 22)
Risoluzione del Consiglio del 25 giugno 2002 su un nuovo piano di lavoro concernente
la cooperazione europea nell'ambito della cultura
(GU C 162 del 6.7.2002, pagg. 57)
2003/399/CE: Decisione del Consiglio, del 6 maggio 2003, relativa alla designazione
della capitale europea della cultura 2006
(GU L 139 del 6.6.2003, pagg. 3232)
Risoluzione del Consiglio del 19 dicembre 2002 relativa all'attuazione del piano
d'azione concernente la cooperazione europea nell'ambito della cultura: valore
aggiunto europeo e mobilit delle persone e circolazione delle opere nel settore
224
culturale
(GU C 13 del 18.1.2003, pagg. 57)
o
Consiglio dell'Unione europea Risoluzione del Consiglio del 6 maggio 2003 sugli
archivi negli Stati membri
(GU C 113 del 13.5.2003, pagg. 22)
Risoluzione del Consiglio del 26 maggio 2003 sugli aspetti orizzontali della cultura:
aumento delle sinergie con altri settori e azioni comunitarie e scambio di buone prassi
per quanto concerne le dimensioni sociale ed economica della cultura
(GU C 136 dell' 11.6.2003, pagg. 12)
2004/654/CE: Decisione del Consiglio, del 27 maggio 2004, relativa alla designazione
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di Consiglio, del 27 settembre 1985, concernente la collaborazione tra biblioteche nel
settore dell'informatica
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Risoluzione dei ministri responsabili degli affari culturali, riuniti in sede di Consiglio del
20 dicembre 1985 relativa alle particolari condizioni di ammissione dei giovani ai musei
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di Consiglio, del 13 novembre 1986, sull'anno europeo del cinema e della televisione
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Conclusioni dei ministri della cultura riuniti in sede di Consiglio, del 12 novembre 1992,
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