Sei sulla pagina 1di 27

ARTE PALEOCRISTIANA

Prima dell’Editto di Milano (313 d.C.) con il quale Costantino concedeva la libertà di culto, i cristiani si
riunivano clandestinamente nelle loro case (quindi dette domus ecclesiae) per celebrare i loro riti. I
defunti, invece, erano seppelliti in cimiteri sotterranei chiamati catacombe. Lungo le pareti degli ambulacri
sono ricavati loculi o arcosoli (= nicchie con copertura ad arco) per le salme. Dai corridoi si dipartono
ambienti quadrangolari con tombe lungo le pareti (cubicoli; cripte se vi erano sepolti santi o martiri).
La decorazione delle catacombe ha caratteri fortemente simbolici. Ogni immagine allude a dei precisi
concetti legati al Cristianesimo. Dopo il 313 si cominciano a realizzare anche mosaici e appaiono la figura
di Cristo e della Madonna. Le prime immagini erano realizzate con la tecnica detta compendiaria: la figura
era indicata solo nei tratti essenziali, di solito con colori vivaci.

Le catacombe in Italia:

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_commissions/archeo/italiano/documents/rc_com_archeo_do
c_20011010_catacroma_it.html
Prima dell’Editto, i Cristiani per non farsi scoprire utilizzavano simboli pagani il cui significato veniva
però completamente trasformato: solo i fedeli erano a conoscenza dei nuovi significati, così i pagani
trovando i simboli nelle case o nelle catacombe non potevano sospettare di nulla perché riconoscevano
quei simboli come immagini qualsiasi.

MONOGRAMMA DI GESÙ (CHI-RO): è composto dalle prime due lettere del nome
greco di Cristo (Xristòs): le lettere X (chi) e P (ro) sono intrecciate. Spesso al
monogramma si affiancano Alfa ed Omega, cioè la prima e l’ultima lettera
dell’alfabeto greco. Indicano Cristo quale principio e fine di ogni cosa, come
scritto nell’Apocalisse.

PAVONE: secondo la credenza il pavone perde le penne in autunno e le rimette in


primavera, quindi simboleggia la rinascita spirituale. Gli “occhi” nelle penne della
coda rimandano l’onniscenza di Dio che vede e sa tutto.

PESCE: le lettere della parola greca pesce, ichtys, sono le iniziali della frase
Ieosos CHristòs Theou Yiòs Sotér, cioè Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore.
COLOMBA: è citata nel Vangelo di Matteo e simboleggia lo Spirito Santo, l’anima
e la pace. Inoltre, la fonte cui si abbeverano le colombe simboleggia la Grazia.

ANCORA: con un taglio trasversale rappresenta la croce. I due pesci


rappresentano i cristiani “catturati” dalla fede in Cristo. E’ anche simbolo
dell'anima che raggiunge la salvezza dopo la morte.

BUON PASTORE: rimanda PANE E PESCI:


al Vangelo di Giovanni. ricordano il miracolo
Simboleggia Cristo che della moltiplicazione
accudisce i suoi fedeli del pane e dei pesci.
come un pastore fa con le
sue pecore.

SERPENTE: nei testi sacri PESCATORI CON LA RETE: la


il serpente è l’incarnazione rete rappresenta l'opera della
del male, il tentatore di Chiesa, i pescatori gli apostoli,
Adamo ed Eva e il i pesci coloro che entrano nella
responsabile del peccato Chiesa, che si convertono al
originale. cristianesimo.
GIONA: la storia del profeta Giona, inghiottito da una balena e rigettato dopo tre
giorni sulla spiaggia, richiama la morte e la resurrezione di Cristo.

VITE E GRAPPOLI D’UVA: la vite è citata nel Vangelo di Giovanni ed è simbolo di


Cristo e della fede. I tralci simboleggiano la Chiesa mentre l’immagine dell’uva e del
vino rimandano alla passione di Cristo e all’episodio dell’ultima cena.

AGNELLO: simbolo di Cristo SOL INVICTUS: il sole sorge


nel suo ruolo sacrificale. sconfiggendo le tenebre,
quindi è simbolo di Cristo.

CERVO: rappresenta i credenti, ma anche l’anima nella ricerca della purificazione


spirituale.
PALMA: ritenuta sacra fin dall’antichità, rappresenta l’ascesa e la vittoria. Per i
Cristiani è il simbolo del martirio e dell’eternità.

NAVE: rappresenta la salvezza nelle difficoltà terrene (come il faro). La Chiesa è


una barca che naviga con sicurezza tra le tempeste più pericolose perché
guidata e protetta da Cristo.

ORFEO: Cristo raffigurato come Orfeo perché come Orfeo poteva ammansire gli
animali feroci con il canto, così Gesù porta a sé anche gli increduli e i peccatori.

ORANTE: esprime l’invocazione, la contemplazione e la felicità dell’anima


nell’aldilà. Il gesto delle braccia aperte individua la figura del servo di Dio.
Nel momento in cui Costantino concede la libertà di culto (Editto di Milano, 313 d.C.) egli stesso
costruisce le prime chiese: fiorisce così l’arte paleocristiana. Stilisticamente legata all’arte romana,
riprende le tipologie costruttive della basilica (pianta longitudinale) e del ninfeo (pianta centrale),
ovvero due edifici civili tipici dell’architettura romana, convertendone gli spazi per le nuove
funzionalità liturgiche. Vengono scelte queste due tipologie edilizie – e non il tempio – proprio per
discostarsi dalla religione pagana anche dal punto di vista architettonico.
Per la basilica a pianta longitudinale viene ripreso lo schema di quella romana (utilizzata dai romani
come tribunale e luogo di scambi) costituito da una lunga aula coperta da soffitto ligneo e divisa in 3 o
5 navate con i lati corti semicircolari.

Basilica romana
La basilica cristiana, a differenza di quella romana,
ha un solo lato corto semicircolare (abside) coperto
da un quarto di sfera (catino) poiché l’ingresso
avviene sul lato opposto e non sul lato lungo in
modo che si crei un percorso da ovest ad est, in
direzione del sole che nasce. Tutte le basiliche
paleocristiane presentano proprio questo
orientamento. Verrà successivamente introdotto
anche un braccio trasversale (transetto), che dà alla
pianta l’aspetto simbolico di una croce, e il
quadriportico per i non-battezzati (se il portico è
solo lungo la facciata si chiama nartece).

Visita virtuale a San Paolo fuori le mura:


http://www.vatican.va/various/basiliche/sa
n_paolo/vr_tour/index-it.html
Un altro edificio introdotto dal Cristianesimo (a partire dal IV secolo d.C.) è il martyrium, ovvero un luogo
riservato al culto dei martiri. Di solito sorgeva vicino al luogo di sepoltura del martire e poteva essere
una semplice edicola
PRIME BASILICHE A ROMA

Si deve a Costantino l’inaugurazione della costruzione delle basiliche. La prima fu quella di San
Giovanni in Laterano, seguita dalla Basilica di San Pietro sul luogo dove la tradizione voleva la
sepoltura dell’apostolo Pietro. I lavori sarebbero cominciati nel 319 e terminati nel 350, dopo la morte
dell’imperatore. Aveva 5 navate, un lungo transetto e un ampio quadriportico (nelle immagini: ipotesi di
ricostruzione dell’antica chiesa del VI secolo d.C.).

Approfondimento sulla ricostruzione della prima


Basilica di San Pietro:
http://traditioliturgica.blogspot.com/2011/08/ricostru
zione-tridimensionale-della.html
Nel 395, grazie e Teodosio, il Cristianesimo diventa religione di Stato e la costruzione delle basiliche
diviene intensa: sono costruite San Paolo fuori le mura, Sant’Agnese fuori le mura, Santa Sabina, Santa
Maria Maggiore, San Lorenzo al Verano.

Santa Sabina

San Paolo fuori le mura


In epoca paleocristiana vengono ripresi anche gli schemi di edifici a “pianta centrale” (tipo il ninfeo)
per la costruzione di battisteri, martyria e mausolei (spesso di forma ottagonale) con un percorso
anulare (deambulatorio) separato con un giro di colonne dal vano centrale, talvolta coperto da cupola.
Al centro di questo vano sta la vasca per il battesimo (battistero) o il sarcofago del defunto
(mausoleo).

Mausoleo di Costanza (350 d.C.)


MAUSOLEO DI COSTANZA

1 – nartece
2 – vano circolare centrale
3 – peristasi di colonne binate composite
4 – ambulacro
5 – tamburo
6 – cupola emisferica
BATTISTERO DI SAN GIOVANNI IN LATERANO

1 – nartece
2 – vano centrale ottagonale
3 – Cappella di San Giovanni

Due ordini sovrapposti di colonne:


1) ordine inferiore: colonne di spoglio in porfido rosso con capitelli, corinzi, ionici
e compositi;
2) ordine superiore: colonne in marmo bianco

Entrambe gli ordini sorreggono una trabeazione marmorea.


Al centro del vano vi è il fonte battesimale.
Un’altra tipologia di pianta centrale è la pianta a croce greca:

Apostoleion di Costantinopoli, distrutto dai Turchi nel 1453. Rimane solo la descrizione accurata dello storico bizantino Procopio di Cesarea
(500-565 ca.).
LE BASILICHE DOPPIE: IL CASO DI AQUILEIA

1 – doppia basilica ai tempi di Teodoro, inizio IV sec.


2 – basilica post-teodoriana, metà IV sec.
BIBLIA PAUPERUM: i mosaici delle basiliche
I mosaici delle basiliche furono detti «biblia pauperum», cioè «libri per i poveri», in quanto
spiegavano al popolo analfabeta le sacre scritture utilizzando le immagini. Questo nome verrà poi
dato anche agli affreschi medievali.
MOSAICO: tecnica che consiste nell’accostare tessere di pietra o in pasta vitrea colorata fino a
comporre le figure, che risultano più facilmente leggibili da una certa distanza. La luminosità
d’insieme è dovuta alla diversa inclinazione delle tessere che, in tal modo, rifrangono la luce in
molteplici direzioni. La LUCE, dunque, diviene protagonista in quanto simboleggia Dio: lo spazio
diviene spirituale. A volte le tessere in pasta vitrea venivano laminate in oro in superficie (tessere a
foglia metallica) per accrescerne la lucentezza e la preziosità.
Basilica di Santa Maria Maggiore (432-444 d.C.)
Navata: 42 episodi dell’Antico Testamento
Arco trionfale: 8 episodi dell’Infanzia di Gesù

QUI C’È NARRAZIONE!


Spicca l’immagine della Madonna con un ruolo solenne
(che le è stato riconosciuto nel 431 con il Concilio di Efeso)

Mausoleo di Costanza (350 d.C.)


Simboli e decorazioni geometriche
La nascita di molti monasteri, abitati da monaci orientali, favorisce in campo artistico la contaminazione
della tradizione romana con il linguaggio e l’estetica d’ispirazione bizantina: ne scaturisce un’arte
raffinata e innovativa.

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, 526-530 d.C.


Nel catino absidale al centro vi è Cristo. I due santi vestiti di bianco sono i
siriani Cosma e Damiano, accompagnati da San Paolo e San Pietro. Negli
angoli, a sinistra il papa Felice IV (è il committente della basilica, per cui
porta in mano un modellino della chiesa) e a destra San Teodoro.

Davanti a un porticato a emiciclo Cristo siede in trono attorniato dagli


apostoli. In una mano tiene il codice delle leggi di Dio, con l’altra
benedice gli astanti (benedice con le due dita). I due personaggi più
vicini sono San Pietro e San Paolo, incoronati da due personificazioni
(> la fede ebraica e quella pagana, che rappresentano le due vittorie
delle missioni apostoliche). Sullo sfondo vi è Gerusalemme. Alle
spalle di Gesù è il Golgota, su cui si eleva la grande croce gemmata.

Basilica di Santa Prudenziana, inizio V sec.


La scultura si esprime soprattutto nei rilievi sui sarcofagi con coperchio in stile romano a forma di
tetto. Assieme alle figurazioni naturalistiche o geometriche usate anche dai romani, si incontrano
immagini di Cristo (spesso nei panni del buon pastore), dei profeti e degli apostoli.
SARCOFAGO DI ADELFIA

Episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, senza ordine cronologico. Al centro, nella conchiglia
(= simbolo della rinascita) vi sono i mezzi busti di Adelfia e del marito Valerio: sono due ritratti veri.
E’ scolpito solo sul fronte perché, molto probabilmente, doveva essere incastrato in una nicchia.
Le due figurine alate che reggono il cartiglio sono di chiara provenienza pagana.
IL SARCOFAGO DI GIUNIO BASSO (seconda metà IV sec. d.C., marmo pentelico) - Musei Vaticani

Nel 359 d.C. muore Giunio Basso, prefetto di Roma, da poco convertitosi al Cristianesimo. Per lui venne
costruito un sarcofago, capolavoro di tecnica e di invenzione, che unisce le caratteristiche dell’arte
romana ai nuovi contenuti della religione cristiana.
Le immagini sono disposte su due piani sovrapposti. I dieci episodi scolpiti, tratti dall’Antico Testamento
e dai Vangeli, sono suddivisi da colonne che nel registro inferiore sorreggono archetti alternati a timpani,
mentre in quello superiore sostengono un architrave.
L’opera riprende schemi dell’arte classica nella partizione ritmica dello spazio e nella resa volumetrica
delle figure profondamente incavate ed emergenti dalle nicchie.

È un’opera di carattere funerario,


che intende esprimere la
grandezza di Cristo e la fede
cristiana nella vita eterna.
Nell’arte paleocristiana si tende a
insistere più sulla natura divina
di Gesù piuttosto che a mettere
in evidenza il fatto che egli fosse
anche uomo.
La passione e la crocifissione
sono appena accennate
nell’episodio di Pilato, mentre le
scene centrali trasmettono la
solenne regalità del Figlio di Dio.
Le scene non sono in ordine
cronologico, quindi non si tratta di un
racconto > il messaggio è simbolico.
Sui lati del sarcofago sono scolpite
scene di vendemmia. Il retro non è
scolpito.

Potrebbero piacerti anche