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Dalloblio alla riscoperta di Vitruvio: Teorie artistiche, architettoniche e cosmologiche tra Medioevo e Rinascimento

GIORGIO ORTOLANI Gi Platone (Phileb., 64e-65e; Leggi, II. 667c-669a) aveva legato lidea di perfezione e bellezza a proporzioni e misure geometriche, come Vitruvio indica introducendo la progettazione dei templi (III, 1), richiamando larmonia del corpo umano. Queste proporzioni idealizzate furono associate allopera del Creatore, come ad esempio da Filone di Alessandria (I, De Opificio Mundi, 138), che richiama la creazione delluomo come immagine di Dio (Genesi, 1, 26-27). Nella metropoli pi ricca del Mediterraneo, trovarono quindi sviluppo anche i primi fermenti della cultura cristiana, spesso proprio in antitesi al sapere scientifico ellenistico-romano che vi aveva trovato il massimo sviluppo. Il rifiuto delle immagini espresso dalla Bibbia (Esodo, 20, 4-5: Non ti farai idolo, n immagine alcuna di ci che lass nel cielo, n di ci che quaggi sulla terra, n di ci che nelle acque sotto la terra), fu in principio recepito dai padri della Chiesa come Clemente Alessandrino (Protr., 4, 45-56: La materia ha sempre bisogno dellarte, Dio non ne ha bisogno), ma il linguaggio figurativo cristiano, parallelamente allo sviluppo del pensiero teologico, super queste posizioni e svilupp temi figurativi gi esistenti o nuovi, ricercati soprattutto in episodi del Vecchio Testamento allusivi alla Salvezza divina.

Strasburgo, portale della cattedrale. Personificazione allegorica della Sinagoga (loriginale al museo della Cattedrale). La benda sugli occhi allude al rifiuto delle immagini nella dottrina ebraica. Nellarchitettura sacra medievale, invece, lapparato decorativo aveva una funzione didattica fondamentale (Biblia pauperum), soprattutto nei portali, allusivi anche a Cristo Porta di Salvezza. Le immagini del Giudizio Finale erano legate anche allamministrazione della Giustizia.

Roma, S. Clemente. Masolino da Panicale, Martirio di S. Caterina di Alessandria, 1425-31. Forse non a caso, lantipatia verso la scienza antica fece s che come strumento di martirio fosse stata immaginata una ruota dentata, allora simbolo di pagana crudelt e non di progresso e lavoro. Roma, S. Caterina della Rota. Particolare della facciata di Guidetto Guidetti (1555).

Le considerazioni di san Paolo sul corpo umano, ove si incarn il Cristo, come un tempio sacro (I Cor, 5, 16-17; II Cor, 6, 16; Jn 2, 19-21; Eph, 2, 19-22) rafforzarono limmagine delle proporzioni delluomo come emanazione divina. Guglielmo Durand de Mende (1237-1296), nel Rationale divinorum officiorum, richiam esplicitamente le proporzioni delluomo, divinizzato dallIncarnazione di Cristo, con quelle delledificio ecclesiastico a croce.

Roma, S. Maria sopra Minerva, Giovanni di Cosma, tomba del cardinale Guglielmo Durand de Mende, 1296. Pagina del Rationale divinorum officiorum.

Roma, S. Maria sopra Minerva, Cappella Carafa, Filippino Lippi, 1488-93, Trionfo di S. Tommaso dAquino, che con la Summa Teologiae recuper la filosofia aristotelica al pensiero europeo. Firenze, Santa M. Novella, Capp. degli Spagnoli, A. Bonaiuti, Trionfo di San Tommaso, 1366-68.

Glossarium Salomonis, 1158-65, dal monastero di Prufenig, Monaco, Bayeische Staatsbibliothek; Il corpo di Cristo come Microcosmo, in rapporto ai pianeti e ai quattro elementi. Uomo ad circulum e ad quadratum di Leonardo da Vinci.

Firenze, S. Croce, planimetria con proporzioni di 1:9 (rispetto allabside-caput), secondo il canone dello scultore Lisippo (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, xxxiv, 65: capita minora faciendo quam antiqui, corpora graciliora siccioraque. Gi Eusebio di Cesarea, nella Storia Ecclesiastica, X, IV, 3, 25, descrivendo la costruzione della cattedrale di Tiro, anticip i concetti poi espressi da Durandus di un archetipo celeste per la costruzione materiale della chiesa e del suo corredo liturgico. Nelle chiese furono in seguito elaborate immagini pi o meno complete del cosmo, dagli abissi marini agli esseri celesti, in una complessa gerarchia (nel senso letterale della parola) culminante nella raffigurazione, nellabside o sulla cupola, del Cristo Creatore (Pantokrtor). 5

Roma, S. Lorenzo fuori le mura, capitello del XIII sec. con rana e lucertola al centro delle volute, che richiama laneddoto di Plinio (Naturalis Historia, XXXVI, 42) su Sauro e Batrachos che, non potendo firmare, avrebbero scolpito gli animali a richiamo dei propri nomi: Sauram atque Batrachum in columnarum spiris inscalptae nominum eorum argumento lacerta atque rana. Firenze Biblioteca Laurenziana, Plinio presenta a Tito la Naturalis Historia, XII-XIII sec. 1522. Seguendo alla lettera le indicazioni in De Architectura, III, 1, 1-3 (Namque non potest aedis ulla sine symmetria atque proportione rationem habere compositionis, nisi uti ad hominis bene figurati membrorum habuerit exactam rationem ), la congruit della costruzione delluomo vitruviano ottenuta ingrandendo mani e piedi. Figura dal De temporum ratione del Venerabile Beda

Cesare Cesariano, edizione di Vitruvio del 6

Ravenna, S. Vitale (cons. 547), mosaico absidale con Cristo sulla sfera del Cosmo, dove sgorgano i quattro fiumi dellEden, poi legati al tema del fiume Giordano e del battesimo di Cristo e ai simboli richiamati da SantAgostino nel De Civitate Dei: quattuor autem flumina quattuor evangelia quattuor virtutes. Cristo Pantokrator sulla cupola del Katolikon nel monastero di Ossios Lukas nella Focide (Grecia).

Padova, cupola del battistero di S. Giovanni, affrescata con il Paradiso da Giusto de Menabuoi prima del 1378. Firenze, San Lorenzo, 1422-29, Sacrestia vecchia di Filippo Brunelleschi.

I valori estetici delle immagini erano arricchiti da sottili precisazioni dottrinarie, sviluppatesi nellambito della lotta alleresia ariana e monofisita. In questottica di divina trascendenza veniva anche esaltato il ruolo del sovrano che, anche se non committente diretto dellopera, era in ogni caso presentato come mediatore tra lordine divino e quello terreno, come appare palesemente a San Vitale nei pannelli di Giustiniano e Teodora. Pur se denso di significati simbolici e trascendenti, il nuovo repertorio figurativo dellarte paleocristiana si impiant sul naturalismo della tradizione pittorica romana, derivata dagli sviluppi ellenistici dellarte greca.

Ravenna, battistero degli Ortodossi, completato verso il 458 dal vescovo Neone. I mosaici riprendono la tradizione figurativa ellenistico-romana con prospettive architettoniche (la scaenographia di Vitruvio, I, 2, 2: scaenographia est frontis et laterum abscedentium adumbratio ad circinique centrum omnium linearum responsus), inquadrando troni vuoti, simbolo della prossima venuta del Signore o Ethimasa (Apocalisse, 5), e altari con i Vangeli, posti sui punti cardinali per accentuarne il valore cosmico nellambito della Salvezza, come cardine della dottrina cristiana al di sopra della Legge e dei Profeti (raffigurati sulle otto imposte delle arcate inferiori). Cespi di acanto si prolungano con motivi a candelabri per inquadrare gli Apostoli attorno alla scena del Battesimo di Cristo, rifatta dal restauratore Felice Kibel nella seconda met dell800. Ravenna, S. Vitale, presbiterio. Corteo dellimperatrice Teodora (morta nel 548). Il pannello rammenta i ritratti ufficiali (laurata) esposti in assenza dellimperatore. Le ricche vesti in seta, con motivi a uccelli affrontati, individuabili in due dame, ricordano il ruolo dei tessuti nella trasmissione in Occidente di motivi di origine iranica, riconoscibili anche in mosaici pavimentali.

Per quanto riguarda gli edifici ecclesiastici bizantini, dai confronti iconografici che emergono dai resti archeologici ed anche da varie testimonianze letterarie, tra cui linno della cattedrale di S. Sofia ad Edessa, completata nel 543-554, o la Topografia Cristiana di Cosma Indicopleuste, evidente il simbolismo cosmologico che era a monte del programma decorativo delledificio che, soprattutto nei martyria a pianta centrale, era esso stesso carico di significati simbolici. Ad Edessa la cupola paragonata al Cielo dei Cieli e decorata con mosaici doro imitanti il firmamento con le sue stelle lucenti, i quattro archi rappresenterebbero le quattro parti del mondo, le tre facciate la Trinit, le colonne gli Apostoli, i nove gradini conducenti al trono di Cristo i nove ordini di spiriti celesti. In generale i mosaici pavimentali ricordano nella loro decorazione il mondo terreno, mentre alle pareti sono tipiche le raffigurazioni di santi, sovrastate da quelle degli spiriti celesti pi alti in grado, con al culmine limmagine del Pantocrator nellabside o nella sommit della cupola. Cosma Indicopleuste, un mercante dellepoca di Giustiniano, scrisse perduti trattati di geografia e la Topografia Cristiana, in cui combatteva la teoria aristotelica di un mondo sferico allora insegnata ad Alessandria dal filosofo Giovanni Philoponus. Sotto linflusso delle teorie nestoriane difendeva il modello antiocheno del cosmo a imitazione del tabernacolo di Mos: due spazi quadrangolari sovrapposti ed una copertura arrotondata. Quindi anche le chiese a pianta longitudinale potevano ben interpretare simbologie cosmologiche e, tanto per citare un esempio, la decorazione a stelle sui lacunari del soffitto nellattuale chiesa di S. Caterina sul Monte Sinai, realizzata da Giustiniano in onore della Vergine, suggerisce una spazialit interna in accordo con il cosmo.

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Tolemeo, Cosmografia, da manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana e Biblioteca Nazionale di Parigi (J. Angelo 1401-6). La rappresentazione piana intesa come proiezione dalla sfera.

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Immagine piana e tridimensionale della Terra configurata sul modello del Tabernacolo divino di Mos, dalla Topografia Cristiana di Cosma Indicopleuste. La regressione scientifica bizantina, si contrapponeva intenzionalmente alla tradizione scientifica di Alessandria dEgitto. Gi Eratostene di Cirene (273-192 a.C.) aveva misurato abbastanza precisamente la lunghezza del meridiano terrestre, poi preso a base del sistema metrico decimale, calcolando la distanza con Assuan (sul Tropico del Cancro) e la differente inclinazione del sole il 21 giugno. Giulio Cesare riform il calendario, chiamando appositamente da Alessandria lastronomo Sosigene, che aggiunse i mesi necessari a rettificare la corrispondenza dellanno solare con quello ufficiale, dal 1 gennaio del 45 a.C. Con questi presupposti simbolici, non insolito che dal repertorio figurativo pagano di origine ellenistica vengano ripresi frequentemente temi nilotici, come nella chiesa di Tabga sul lago di Tiberiade, della seconda met del V secolo, dove nelle ali del transetto spiccano le due scene figurate inserite in un programma decorativo geometrico, o nelle chiese di Gerasa che considereremo successivamente per le immagini di citt. Le rappresentazioni della natura possono a volte connettersi anche allidea del paradiso terrestre con i fiumi Geon, Phison, Tigri ed Eufrate, 12

come possiamo vedere ad esempio nella cappella di S. Teodoro nellatrio della Cattedrale di Madaba. Anche le scene di vita rurale o di caccia, a cui possono accompagnarsi personificazioni allegoriche della Terra Frugifera, o della Megalopsychia (generosit o grandezza danimo), in ogni caso danno lidea di una natura pacificata, sotto il controllo delluomo. Particolarmente ricca la documentazione di tali motivi iconografici nei resti del villaggio di Nebo - Khirbat al-Mukhayyat, nelle chiese di S. Giorgio, Ss. Lot e Procopio e nella cappella del prete Giovanni. Una caratteristica delle pavimentazioni bizantine che i temi figurativi derivati dalla tradizione ellenistica della pittura di genere o di paesaggio, con la natura sotto il controllo delluomo, vengono frequentemente frammentati allinterno di girali di acanto, posti o come bordura o come trama centrale del tappeto musivo.

Tabgha, basilica della Moltiplicazione dei pani e dei pesci, disegno Giorgio Ortolani 13

Otranto, cattedrale, particolare del mosaico pavimentale del prete Pantaleone (1163-66). Giordania, Nebo, Khirbat al-Mukhayyat, mosaici pavimentali del VI sec. con raffigurazioni della Terra frugifera nella cappella del prete Giovanni e nella chiesa di Ss. Lot e Procopio (G. Ortolani).

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Madaba, chiesa di S. Giorgio. Mappa della Terra Santa, dalla Fenicia al Nilo, riprodotta a mosaico sul presbiterio, circa 560. Particolare con Gerusalemme. Disegno G. Ortolani.

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Umm al-Rasas Kastron Mefaa, chiesa di S. Stefano, 756, mosaico pavimentale e part. paesaggi Nilo

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Umm al-Rasas Kastron Mefaa, chiesa di S. Stefano, raffigurazione della citt palestinese di Askalon, che riprende i motivi ellenistico-romani della tholos circolare e del frontescena tripartito dei teatri antichi. Gli stessi motivi appaiono poi in ambito carolingio, come nellevangeliario di St. Medard de Soisson (Paris, BN, Lat. 8850), degli inizi del IX secolo, con la Fonte di Vita e le visioni (Apocalisse, 4-5) dellAgnello Mistico con i seniores ed i quattro viventi, assimilati agli evangelisti. 17

Eginardo, biografo e consigliere di Carlo Magno e forse consulente architettonico del palazzo di Aquisgrana, nellepitaffio composto da Rabano Mauro paragonato a Beseleel, artefice del tabernacolo per Mos, come Carlo lo al re David. Questi concetti dellaffinit tra lartefice umano e quello divino, presenti anche in S. Agostino, furono ripresi dalla Scuola di Chartres e dalla Scolastica. Anche lapprendistato nella bottega di Giuseppe fanno di Cristo, nella cultura medievale, sia il re che lartigiano per eccellenza. Grazie a Carlo Magno, per, furono trascritti anche molti codici scientifici antichi, come il corpus degli agrimensori (gromatici) e Vitruvio.

Terracina 18

Abbazia di Lorsch, Torhalle. Slestadt, Bibl. municipale, copia di Vitruvio dallabbazia di Murbach

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Particolari di murature tardoromane (III-V sec.), tra le quali il Rmerturm di Colonia, disegno G. Ortolani. Particolari della Torhalle di Lorsch e del progetto per labbazia di San Gallo.

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Interno della Torhalle di Lorsch (prob. 784 o 794), con affreschi a motivi architettonici e lastre di marmo, e della cappella di S. Stefano allesterno della cripta di Saint-Germain ad Auxerre, met IX

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Restituzione del progetto per labbazia di San Gallo, inviato dallo scriptorium di Reichenau allabate Gosberto verso l830, da C.B. McClendon, The Origins of Medieval Architecture, 2005. 22

Berna, cod. 318, copia (Reims, 830-50) del Physiologus, testo zoologico tardoantico che anticipa i Bestiari medievali sugli animali simbolo di vizi e virt. Trani, S. Nicola Pellegrino, partic. portale.

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Il monaco Teofilo, autore tra il 1110 e il 1142 del De diversis artibus, inquadra le tecniche artistiche in una solida teologia della creativit dellartefice, che nobilita il lavoro manuale come allusione alla potenza del Creatore, che di riflesso pu esprimersi nellartista, che pu sentirsi partecipe del disegno divino. Nellintroduzione alla pittura, Teofilo, ricorda la creazione delluomo a immagine divina (Gn, 1, 26-27), capace di ragione e che deve partecipare a giusto titolo alla saggezza e abilit del progetto divino. I riferimenti biblici (Ex. XXXI, 1-11; XXXV, 30-36) a Beseleel (lombra del Signore, nome allusivo al suo ruolo di autore del tabernacolo) sostenevano questa visione: Ecco, io ho scelto Beseleel, figlio di Uri, della trib di Giuda e lho riempito dello spirito divino, di sapienza, intelligenza e scienza in ogni lavoro, per inventare tutto quello che lartepu fare con loro, argento, bronzo, marmo, gemme e i diversi legni (implevitque eum spiritu Dei sapientiae et intellegentiae et scientiae omni doctrina ...). Isidoro di Siviglia (Etymologiae, XIX,VIII, 1), per introdurre le nozioni di architettura, riprende i concetti paolini in I Cor., 3, 10-17: ledificio di Dio siete voi. Secondo la Grazia a me concessa, io da savio architetto ho posto il fondamento e un altro ci lavora. La cultura di corte di Carlo Magno aveva legato larchitettura alle arti liberali del quadrivium, mentre nel Didascalicon de studio legendi (III, 2), Ugo di San Vittore (10961141), ricordando anche Vitruvio, considera come Dio avrebbe manifestato la sua Saggezza, distinta in intelligentia e scientia, non solo facendosi uomo, ma anche con la creazione del mondo.

Gerusalemme, S. Sepolcro, part. portale (1131-44), dis. G. Ortolani. Firenze, duomo, formelle dal campanile con figure di Andrea Pisano della costruzione, del fabbro Tubalcain (Gen 4,22) e Ercole

I riferimenti al Vecchio Testamento potevano legare artisti e architetti alla figura di Hiram di Tiro, inviato dallomonimo re di Tiro a Salomone per il Tempio di Gerusalemme (I Re, VII, 13-46; Cron. II, 2-7, 15-17; Cron. IV, 1-17) e richiamato dalla cultura esoterica medievale, poi riesumata dal rituale massonico. La tradizione massonica inglese, risalente al XIV secolo, si richiamava a presunte origini dalla tradizione biblica, indicando in Egitto la prima arte del costruire, portata poi 24

in Palestina dal popolo ebreo: [God] hath given to man wits and cunning of divers things and crafts by the which we may travail in this world to get with our living to make divers things to Gods pleasance and also for our ease and profit. In questo contesto rientrano le raffigurazioni delle sette Arti liberali, ad esempio scolpite nelle cattedrali di Auxerre, Chartres, Clermont, Laon, Saint Omer, Sens, Soissons, e Rouen o sulla pavimentazione di Saint-Rmy a Reims, Saint-Irne a Lione e nella cattedrale di Friburgo. Nel libro della Sapienza, XI, 21, si ricorda la divinit che tutto regola con numero, peso e misura, come ricordato anche da Suger, abate di St. Denis, nel suo De Administratione.

Andrea Pisano, formelle dal campanile di S. Maria del Fiore: Scultura e (in basso a ds.) Geometria Cristo Creatore Architetto che misura il mondo, 1250 ca., Vienna, Bibl. Naz., cod. 2554. La Geometria e cantiere torre di Babele, da Herrad von Landberg, Hortus Deliciarum, 1181-85.

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S. Agostino, De Civitate Dei, trad. Raoul de Presle, Paris, B.N., Ms fr 18. Citt di Dio e delluomo Gi il mondo greco indicava nel Levante lorigine di molte tradizioni artistiche, tra le quali larchitettura in pietra ed il fenicio Cadmo, fratello di Europa, figlia del re di Tiro, fu considerato (Plinio, VII, 197) inventore delle cave. La pietra squadrata (caput anguli) fu presa a simbolo di 26

perfezione, durata e perfino del Messia (Salmo 117, 22-23). I riferimenti biblici non cancellarono, per, il richiamo a Dedalo, come nella tomba di Buscheto sulla facciata della cattedrale di Pisa, ove fu paragonato anche a Ulisse, o nelle frequenti raffigurazioni del Labirinto nelle cattedrali medievali come in quello perduto di Reims, dove verso il 1290 furono raffigurati gli architetti attorno allarcivescovo Aubry de Humbert (1207-18). I miti su Dedalo e allievi (Plinio, XXXVI, 9) alludevano al tragitto dellarte dallEgitto a Creta, alla Corinzia, allEtolia e in Sicilia. Diodoro Siculo (I, 97,5), citando le visite in Egitto di Solone, Platone, Pitagora e Democrito ricordava come Dedalo copi la forma del Labirinto prima del regno di Minosse. Le proporzioni delle antiche statue dEgitto sono le stesse delle opere di Dedalo presso i Greci. Dedalo e Cadmo sembra che per i Greci incarnassero gli aggettivi relativi a manualit e origini orientali. Dedalo, autore del Labirinto (Plinio, XXXVI, 85) e dello scudo di Achille (Iliade, XVIII, 590-92), discendente del re ateniese Eretteo, sarebbe fuggito a Creta e di l in Sicilia, a Camico, presso il re Kokalos (Pausania, VII, 4,57; Apollodoro, Bibl., III, 15,8).

Pisa, tomba di Buscheto Labirinti sul pavimento delle cattedrali di Reims, con i ritratti degli architetti, e di Chartres.

Sul vestibolo della cappella nel palazzo arcivescovile di Ravenna stata ricomposta, in base alla trascrizione di Agnello (Liber Pontificalis, 50), uniscrizione a mosaico che cos inizia: Aut lux hic 27

nata est aut capta hic libera regnat o, in altre parole, O la luce nata qui o, imprigionata, qui libera regna. Il poema epigrafico, interpretato anche come proclamazione della luce dellortodossia nei confronti delleresia ariana, ci illumina sullestetica e la simbologia paleocristiana della luce espressa, in particolare, nei contemporanei scritti dello Pseudo-Dionigi, probabilmente un monaco orientale vissuto tra V e VI secolo e imbevuto di idee neoplatoniche, filtrate anche attraverso SantAgostino. Gli scritti dellanonimo, poi erroneamente identificato nel IX secolo con il discepolo ateniese di San Paolo e assimilato al santo vescovo di Parigi, consideravano ledificio ecclesiale come immagine del cosmo, allo stesso modo in cui la gerarchia della chiesa terrena corrispondeva alla hierarcha della Chiesa celeste. Ancora nel 1140 labate Suger, dando inizio allarchitettura gotica con il rifacimento del coro nellabbazia dedicata proprio a Saint-Denis (San Dionigi), trovava ispirazione nelle stesse teorie, allora riprese da Ugo di San Vittore, sul significato divino della luce, valorizzata pienamente nel nuovo linguaggio architettonico europeo. In particolare, la prevalenza di una gamma particolarmente cupa e profonda di azzurri nelle vetrate gotiche stata valutata come riflesso di questa interpretazione metafisica di Dio come luce inaccessibile. Suger in una vetrata di St. Denis e coppa di Cosroe dal tesoro dellabbazia (Paris, Bibliot. Nat.), forse dono di Harun el-Rashid a Carlo Magno.

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St. Denis, vetrata del trasetto Limmagine delluomo inserito nel cerchio nel tardo Medioevo, oltre che dalla trattazione delle proporzioni di Vitruvio, talvolta riferita ad Atlante che regge la sfera del cosmo. Nel mappamondo (probabilmente 1208-1218) per il monastero di Ebstorf in Bassa Sassonia, distrutto nella seconda guerra mondiale, attorno al disco terrestre sporgono testa, mani e piedi di Cristo. Il significato stato messo in relazione alle glosse di s. Eucherio, vescovo di Lione nel V secolo, sulle membra del corpo di Dio, poi riprese nel XIII secolo da Onorio di Autun e Ugo di San Vittore. Il mondo quindi concepito come immagine del suo Creatore, con la testa a simbolo dello Spirito anteriore alla creazione e le mani segno del potere divino di creare, governare e punire. La mappa mundi di Ebstorf, dunque, era anche immagine di Dio in ogni suo aspetto. Per Ugo di San Vittore, senza una mappa del mondo penso sia non solo difficile, ma addirittura impossibile immaginare o comprendere quanto stato detto nelle scritture divine e umane a proposito dei figli e dei nipoti di No, dei quattro regni e delle altre nazioni e province. anche necessario che la mappa sia duplice: scritta e dipinta, n si creda che luna cosa senza laltra possa bastare, poich la pittura senza la scrittura illustra in modo confuso i regni e le province, mentre la scrittura senza lausilio della pittura non sar sufficiente a farci vedere rapidamente i confini delle province nelle loro diverse parti. La mappa che correda il manoscritto del Didascalicon intitolata infatti Sapientia continens omnia e Mappae mundi. Nella trattazione sulla Geometria (II, 12) ne riconosciuto il ruolo anche nella misura del mondo, indubbiamente sferico, superando ampiamente le retrograde interpretazioni gi illustrate da Cosma Indicopleuste, riesumando gli antichi concetti di perfezione legati alla forma sferica: cosmos mundus interpretatur, et inde dicta est cosmimetria, id est mensura mundi. haec metitur sphaerica, id est, globosa et rotunda, sicut est pila et ovum, unde etiam a sphaera mundi propter excellentiam dicta est cosmimetria, non quia tantum de mundi mensura agat, sed quia mundi sphaera inter omnia sphaerica dignior sit. 29

Copia del mappamondo di Ebsdorf. St. Savin sur Gartempe, affreschi sulla volta della navata (1095-1115). Costruzione della Torre di Babele e dellarca di No, popolari immagini negativa e positiva della creativit umana. Anche larca, e talvolta le proporzioni di 300 x 50 x 30 cubiti date nella Genesi (6, 15), furono a volte prese a modello delledificio ecclesiastico medievale, forse ancora nella Cappella Sistina.

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