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Il Rinascimento è un periodo storico e artistico che si estende dagli ultimi

vent'anni del 15 secolo fino al primo quarto del 16 secolo, caratterizzato dallo
sviluppo delle corti come centro di produzione e scambio culturale grazie al
mecenatismo dei principi e dei signori. La cultura rinascimentale si basa sulla
rivalutazione dell'uomo e della sua esperienza terrena, mettendo l'individuo al
centro del mondo in un rapporto armonico con la realtà circostante. Il Rinascimento
si distingue per tre caratteristiche principali: l'utilizzo della prospettiva
lineare centrica per organizzare lo spazio in modo unitario, l'attenzione all'uomo
come individuo nella rappresentazione delle emozioni e nella fisionomia e anatomia,
e il ripudio degli elementi decorativi per tornare all'essenzialità. L'arte
rinascimentale si basa sulla riscoperta dei modelli antichi, sia in architettura
che in scultura, utilizzando elementi architettonici dell'arte classica per creare
un'organizzazione armonica dei volumi, degli spazi e della luce all'interno degli
edifici. La prima fase dell'arte rinascimentale si sviluppa a Firenze, mentre
successivamente Roma diventa il centro mondiale di diffusione ed elaborazione della
nuova cultura umanistico-rinascimentale, grazie anche alla sua posizione di
capitale della controriforma.

Donatello
Donatello (1386-1466), nato a Firenze, si formò presso la bottega di Lorenzo
Ghiberti. Per gran parte della sua carriera lavorò a Firenze, ma il suo soggiorno a
Padova dal 1443 al 1454 fu decisivo, poiché permise alle novità rinascimentali di
diffondersi anche nell'Italia del nord. Donatello introdusse la tecnica dello
stiacciato, rivoluzionando la concezione dello spazio nei rilievi, e i suoi
personaggi raggiunsero un alto grado di finezza psicologica e fisiognomica che non
si era mai visto prima. L'arte di Donatello è riflesso della riscoperta dell'uomo;
Giorgio Vasari riconobbe il valore di Donatello, definendolo "scultore rarissimo e
statuario maraviglioso".
San Giorgio per Orsanmichele
Il San Giorgio di Donatello è una scultura in marmo apuano rappresentante il
patrono degli spadai e dei corazzai. Commissionata dalla corporazione per
l'Oratorio di Orsanmichele a Firenze, la figura del Santo è rappresentata con le
gambe divaricate e la punta del pesante scudo crociato tra i piedi. San Giorgio
indossa una lorica e un abbigliamento da guerriero romano, con un mantello annodato
sulla spalla destra e avvolto intorno al braccio sinistro. Il suo volto giovane e
fiero è orientato verso sinistra, con uno sguardo intenso e serio, e presenta la
fisionomia di un giovane uomo con le sopracciglia aggrottate.
Donatello concepì il San Giorgio come un eroe cristiano fiero e sicuro di sé, con
un'espressione che rivela forte determinazione e decisa moralità. La scultura a
tutto tondo si basa sulla geometria del triangolo, con diverse parti del corpo che
si possono riportare a tale figura geometrica. La struttura si trova anche nella
zona occupata dalle gambe e dalla parte inferiore dello scudo, e per aumentare la
profondità è stato usato lo stiacciato.

Banchetto di Erode
Il banchetto di Erode è una formella in bronzo dorato realizzata da Donatello con
l'aiuto di altri artisti come Jacopo della Quercia e Lorenzo Ghiberti. Nonostante
le piccole dimensioni, la formella raffigura chiaramente tre scene del banchetto
descritto dai Vangeli di Matteo e Marco. La scena principale si svolge a sinistra e
rappresenta Erode, Salomè e Erodiade che ricevono la testa di Giovanni Battista su
un vassoio. L'orrore e la drammaticità del gesto sono resi incredibilmente dal
volto di Erode. Il primo piano si divide simmetricamente e lo sfondo è più ordinato
in contrasto con la scena principale. La tecnica dello stiacciato utilizzata da
Donatello permette di ottenere volume in modo illusorio e una prospettiva curata
nei dettagli amplifica lo spazio e il volume. In questa opera, la prospettiva è
tale che il punto di vista dello spettatore sembra essere all'interno della sala,
nonostante la profondità sia di soli 7,5 cm. La storia, quindi, inizia dallo sfondo
e si sviluppa con un crescendo di intensità e suspence.
Annunciazione
"L'Annunciazione" di Donatello è una scultura commissionata dalla famiglia
Cavalcanti intorno al 1435 e situata nella navata meridionale della Basilica di
Santa Croce a Firenze. L'opera è stata concepita in rapporto reciproco con
l'affresco di Domenico Veneziano raffigurante i Santi Giovanni Battista e
Francesco, con la modanatura dipinta dell'affresco allo stesso livello di quella
scolpita. La composizione è stata costruita con un punto di vista diagonale e
leggermente ribassato in corrispondenza del rilievo donatelliano. L'opera ha un
forte pathos, derivato dalla complessa situazione emotiva rappresentata da
Donatello attraverso il gioco di gesti, guardi e atteggiamenti dei personaggi. La
Vergine è rappresentata mentre si alza, pronta a fuggire via, ma improvvisamente si
ferma per ascoltare l'angelo che le annuncia l'incarnazione divina. L'angelo,
inginocchiato umilmente, ha un'espressione dolce e un atteggiamento contenuto come
se fosse dispiaciuto di aver spaventato Maria, la quale esprime un atteggiamento di
ascolto e accettazione della volontà divina con un'espressione intensa e
concentrata, in contrasto con l'atteggiamento nervoso delle gambe. Donatello si
ispira ai modelli idealizzati dell'antichità, ma aggiunge una particolare dolcezza
sentimentale che sembra un'evoluzione dei valori gotici

David
Donatello scolpisce il David su commissione di Cosimo de' Medici per celebrare la
vittoria fiorentina nella battaglia di Anghiari del 1440. La scultura ha un
significato politico, simbolizzando la vittoria di Cosimo sui suoi avversari. Il
soggetto raffigurato è il virtuoso ebreo David vittorioso sul gigante Golia, anche
se alcuni tendono ad identificarlo come il dio romano Mercurio. La statua è la
prima scultura a tutto tondo di una figura maschile nuda a grandezza naturale dai
tempi dell'antichità ed è autonoma, visibile da ogni lato. Il David è raffigurato
con una spada nella mano destra e il sasso usato per colpire Golia nella sinistra,
mentre la testa del gigante giace sotto i suoi piedi. La luce scivola sulla
superficie bronzea mettendo in risalto la varietà della lavorazione dei diversi
materiali. La figura è un nudo, rivoluzionario per l’epoca e dalle proporzioni
perfette, ispirandosi alla classicità per il corpo chiasmato e il viso
inespressivo.

Gattamelata
Nel 1443, poco prima che Donatello arrivasse a Padova, morì Erasmo da Narni, un
condottiero veneziano conosciuto come Gattamelata. Donatello fu incaricato di
creare un monumento equestre in sua memoria, molto probabilmente su richiesta
dell'umanista Strozzi, esiliato a Padova per ordine di Cosimo de' Medici.
Il monumento equestre di Donatello si ispira al Monumento romano di Marco Aurelio,
ma mentre quest'ultimo simboleggia il potere e la grandezza di Roma, il monumento
di Gattamelata rappresenta un esempio umano di forza di carattere. La scultura
raffigura un uomo armato, deciso e fiero, con un'espressione concentrata e le
sopracciglia aggrottate. Il cavallo è un destriero da battaglia e Donatello ha
saputo risolvere il problema di stabilità tipico delle statue equestri,
rappresentandolo mentre sembra fermarsi su una palla di cannone. L'intero gruppo è
studiato su precisi rapporti geometrici, con la composizione che si iscrive in un
quadrato e la diagonale formata dal bastone del comando e dalla spada che formano
una perfetta diagonale, mentre il cavallo forma un triangolo rettangolo. Il
monumento di Gattamelata appare grandioso e celebra l'eroe come esempio di valore,
ma riesce comunque a mantenere un carattere umano grazie al forte realismo e
all'assenza di qualsiasi idealizzazione.

Maddalena penitente
La Maddalena penitente è una scultura in legno di pioppo che ritrae una donna
anziana e sofferente, realizzata da Donatello per il Battistero fiorentino e
rimasta lì fino all'inondazione del 1966. L'artista riprese l'antica tradizione
della scultura in legno, usata soprattutto nel periodo medievale e poi abbandonata
a favore del marmo durante il Rinascimento, ma scelse il legno proprio per
esprimere l'umanità e il dolore della figura rappresentata. Maddalena è raffigurata
in piedi su una roccia, con una veste che le copre il corpo fino alle ginocchia e
le mani unite in preghiera. Il volto della donna è minuto e scheletrico, mentre i
suoi capelli lunghi e in disordine incorniciano il viso segnato dal dolore.
L'intaglio del legno crea un effetto di pelle raggrinzita e tessuti sottili e privi
di elasticità, esprimendo ancora di più la sofferenza della figura. La scultura
rappresenta il momento precedente o successivo alla preghiera e trasmette il
tormento e la stanchezza dell'animo di Maddalena.

Masaccio
Il tributo
Il dipinto di Masaccio rappresenta la scena in cui il gabelliere chiede il tributo
agli apostoli e Cristo ordina a Pietro di andare a prendere la moneta nella bocca
di un pesce. Il dipinto è composto da tre episodi, ma nonostante ciò, l'unità è
evidente: i tre episodi si svolgono nello stesso paesaggio e sono collegati tra
loro. Masaccio realizza uno spazio unificatore di spazi e di tempi, unico e aperto,
in cui si inseriscono il paesaggio urbano a destra, quello naturale a sinistra e
gli uomini al centro. La luce piove da destra in alto, crea riflessi su fronti,
barbe, capelli, panneggi, aumentando l'effetto plastico e di presenza fisica delle
figure rappresentate. La composizione è imperniata sul gruppo circolare degli
apostoli al centro, che funge da fulcro della scena.

Cacciata dal Paradiso terrestre


Il dipinto "La cacciata del paradiso terrestre di Adamo ed Eva" di Masaccio è
caratterizzato dalla drammaticità e dalla concretezza delle figure rappresentate.
La scena è violenta e i volti dei protagonisti sono segnati dal dolore e dal
pianto. La resa plastica dei corpi è frutto della mancanza di idealizzazione e
della precisione anatomica dell'artista. In particolare, Adamo presenta un petto
gonfio e si copre il viso con le mani, mentre Eva ha il viso stravolto e la testa
rovesciata all'indietro con la bocca urlante. Si notano anche riferimenti
all'antichità, con Adamo che richiama i modelli ellenistici del Marsia o del
Laocoonte e Eva che si avvicina alla Venere pudica. A confronto con la "Tentazione"
di Masolino, presente sul pilastro opposto, la rappresentazione di Masaccio è più
moderna e realistica, contrapposta all'idealizzazione delle figure di Masolino. Le
figure del dipinto di Masolino sono idilliache e idealizzate, con una psicologia
indefinita, e sono rappresentate con un disegno morbido e curvilineo.

Sant’Anna Metterza
Il dipinto "Sant'Anna Metterza" di Masaccio e Masolino raffigura il gruppo sacro
composto dalla Madonna col Bambino e sant'Anna. Le figure sono disposte su un trono
con due gradoni, e sullo sfondo si trova un drappo preziosamente damascato steso
dai tre angeli reggicortina. In basso si trovano anche due angeli spargi-incenso.
La Madonna e il Bambino formano un gruppo piramidale, mentre un'altra piramide è
composta dal trono fino alla testa di sant'Anna. Il dipinto rappresenta un vero
spartiacque tra l'esperienza gotica anteriore e i futuri sviluppi del Rinascimento,
dove Masaccio riesce per la prima volta a creare delle figure modellate da un forte
chiaroscuro che emergono dal dipinto come dei rilievi scolpiti, creando una
plasticità unica. La sant'Anna, invece, è legata ancora a un linguaggio più
medievale. La mano distesa in scorcio presente nel dipinto è stata attribuita ad
Masaccio, almeno riguardo all'ideazione, ed è particolarmente interessante per la
sua sensibilità. L'angelo di Masaccio si distingue dagli altri per l'asse delle
spalle leggermente spostato in scorcio, che crea una maggiore profondità facendolo
arretrare. Il suo vestito è come "scolpito" dal rosso e verde.

Trinità
L'affresco della Trinità, realizzato nel 1427 nella navata sinistra della Chiesa di
Santa Maria Novella a Firenze, presenta una complessa composizione. In primo piano,
un altare sostenuto da coppie di colonnette ospita un sarcofago con uno scheletro,
sulla cui scritta si legge un riferimento alla fugacità della vita e alla
transitorietà delle cose terrene. Nella cappella si trovano i committenti
inginocchiati e, ai piedi della croce, Maria e Giovanni. La Madonna, ammantata di
blu, rivolge lo sguardo impassibile a noi spettatori e indica il Figlio con la mano
destra, mentre Giovanni congiunge le mani in preghiera. La figura di Dio Padre
campeggia alle spalle del crocifisso, mentre lo Spirito Santo, in forma di colomba,
avvolge con le sue ali il collo del Padre e sembra scendere in picchiata sul
Figlio. Tutte le figure sono comprese all'interno di uno schema triangolare, con
prevalenza dei colori rosso e azzurro e il cui punto di fuga si trova sul piano dei
committenti. Masaccio ha rappresentato il dogma della Trinità utilizzando la
concretezza delle immagini, come il gesto esplicito della Vergine. La potenza
illusionistica della volta a botte rende l'affresco straordinario, attraverso il
trompe l’oeil, tanto da far dire a Vasari "pare sia bucato quel muro".
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Mantegna

Pala di Zeno
La Pala di San Zeno è un'opera di Andrea Mantegna realizzata tra il 1457-60 per la
chiesa di San Zeno a Verona, su richiesta dell'abate Gregorio Correr, destinata
all'altare maggiore. L'opera è formata da un trittico con la Madonna e santi e una
predella di tre scomparti con l'Orazione nell'orto, la Crocifissione e la
Resurrezione.
La Madonna col Bambino in trono è al centro della rappresentazione, con i santi,
accuratamente scelti dall'abate Correr, come patroni di Verona e protettori della
città in ogni tempo. I personaggi sono resi monumentali dalla prospettiva ribassata
e dalla loro plasticità, ma solenni e composti anche nella gestualità e negli
atteggiamenti disinvolti e distratti nelle loro letture.
Tutti si dispongono in uno spazio architettonico classico e partecipano all’
impianto prospettico secondo una nuova visione rinascimentale della sacra
conversazione.

+ Madonna della vittoria (centrale)


La scena raffigurata è collocata in una nicchia, formata da un pergolato carico di
frutti che hanno un preciso significato simbolico. La bellezza dei personaggi
rappresentati allude allo splendore dello spirito della fede, mentre i pappagalli,
attributi di Maria, simboleggiano la sua purezza e innocenza. Il committente del
quadro, Francesco II Gonzaga, è inginocchiato in adorazione verso la Madonna, che è
rivolta verso di lui, creando un rapporto di partecipazione tra il committente e la
divinità. San Michele e San Giorgio sostengono il mantello della Madonna, mentre
sullo sfondo si intravedono Sant'Andrea e San Longino. Ai piedi della Madonna,
sulla destra del quadro, si trova San Giovannino e sua madre Elisabetta.

Camera degli Sposi


La Camera degli Sposi, o Camera Picta, situata nel Palazzo Ducale di Mantova, è
l'opera più importante di Andrea Mantegna. Realizzata tra il 1465 e il 1474 per
Ludovico Gonzaga e la moglie Barbara di Brandeburgo, la camera è decorata con
affreschi che rappresentano la vita quotidiana della corte Gonzaga. La stanza, che
fungeva da sala delle udienze e da camera da letto di rappresentanza, presenta una
volta a botte dipinta in trompe-l'oeil e i muri laterali sono interamente decorati
con affreschi. La tecnica di affresco secco è stata utilizzata per dipingere le
pareti, mentre il soffitto presenta un'illusione ottica particolarmente raffinata.
Le figure raffigurate sembrano protendersi al di fuori del dipinto, creando
l'effetto di un'apertura della volta verso lo spazio reale della stanza e dando la
sensazione di vertigine ed instabilità attraverso la disposizione dei putti in
bilico e il pavone appoggiato alla balaustra. I dipinti sono organizzati su due
registri, con scene di corte come giochi, banchetti e spettacoli, rappresentate nel
registro inferiore e donne della corte intente a leggere e a scrivere nel registro
superiore.

San Sebastiano
Il dipinto di San Sebastiano, realizzato da Andrea Mantegna, rappresenta il
martirio del santo, uno dei più venerati della cristianità. La figura del santo è
rappresentata in primo piano, nudo, con il corpo contorto dalle frecce che lo
colpiscono, mentre il viso esprime un'agonia serena e dignitosa. Dietro di lui si
trovano imponenti rovine architettoniche e vari frammenti classici. In primo piano
si notano i due giustizieri pronti a colpirlo di nuovo e un angelo che gli offre la
palma del martirio. Il dipinto è caratterizzato dall'uso della prospettiva
geometrica e dalla forte attenzione ai dettagli, in particolare alla resa plastica
del corpo del santo evidenziata dal forte chiaroscuro e dalla prospettiva
scorciata. Il punto di vista del fedele che osserva l'opera coincide con l'incrocio
delle diagonali, che fa risultare San Sebastiano innalzato rispetto ai suoi
aguzzini. Lo sfondo presenta un paesaggio montuoso e una strada che si insinua tra
le rupi scavate.

Cristo Morto
Il dipinto del Cristo morto di Mantegna, databile al 1483 circa, si trova oggi
nella Pinacoteca di Brera. L'opera fu probabilmente destinata alla devozione
privata dell'artista. La posizione del corpo di Cristo è realistica, con la testa
inclinata verso sinistra e il braccio sinistro piegato sopra il petto, a suggerire
un sonno profondo. A sinistra del corpo ci sono i dolenti: la Vergine, la Maddalena
e San Giovanni. Il dipinto fu realizzato su tela, un materiale sperimentale per
l'epoca in cui era più comune la tempera su tavola. Mantegna sovrappose diverse
velature di colore per ottenere le variazioni di tono necessarie a creare i volumi.
La rappresentazione dell'anatomia umana nel dipinto è nota per la sua precisione e
accuratezza. Il panneggio del lenzuolo restituisce un effetto bagnato e il corpo di
Gesù sopra di esso è reso mediante uno scorcio prospettico azzardato, con Mantegna
che ha modificato le proporzioni delle varie parti per evitare una deformazione
dell'anatomia, così i piedi sono rappresentati più piccoli rispetto alla realtà.

Botticelli
L’adorazione dei Magi
"L'Adorazione dei Magi" è stato eseguito nel 1475-1476 e attualmente conservato
presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. L'opera raffigura l'arrivo dei tre re
magi alla grotta dove si trova Gesù. Il dipinto è organizzato in tre parti: la
scena principale, l'ambiente circostante e il corteo dei re magi. Al centro della
scena principale è posto Gesù appena nato, con Maria e Giuseppe ai suoi lati. Il
corteo dei re magi è rappresentato in primo piano, con i tre regnanti che avanzano
a piedi o a cavallo, accompagnati dai loro cortigiani. I dettagli delle loro vesti,
dei loro copricapi e delle loro armi sono particolarmente curati e rappresentano
l'eleganza della corte del tempo. Il dipinto presenta un'atmosfera di spiritualità
e serenità, evidenziata dalla delicatezza dei colori utilizzati e dalla luce
soffusa. Botticelli ha inserito anche alcuni elementi simbolici all'interno del
dipinto, come la stella cometa, che rappresenta la nascita di Cristo, e la fiamma,
che simboleggia la presenza divina.

Tre ritratti
Tre ritratti in particolare sono famosi per la loro bellezza, l'accuratezza dei
dettagli e la capacità dell'artista di cogliere l'essenza delle persone ritratte.
1. Il primo ritratto è quello di Simonetta Vespucci, una nobildonna
fiorentina, realizzato intorno al 1475, che rappresenta Simonetta con i capelli
sciolti, avvolta in un velo trasparente e con un mazzetto di fiori tra le mani.
2. Il secondo ritratto è quello di Giuliano de' Medici, eseguito nel 1478,
poco prima dell'assassinio del giovane Medici. Il ritratto mostra Giuliano con
un'espressione misteriosa e malinconica, con un volto ovale, occhi grandi e un naso
pronunciato.
3. Il terzo ritratto è quello di Lorenzo de' Medici, realizzato intorno al
1480. Lorenzo, noto anche come "il Magnifico", era uno dei principali mecenati
dell'arte rinascimentale e uno dei personaggi più importanti della Firenze
dell'epoca. Il ritratto mostra Lorenzo con un'espressione serena e sicura di sé,
con un volto ovale e occhi grandi e penetranti.

La primavera
La Primavera, realizzata intorno al 1482, raffigura una serie di figure mitologiche
e allegoriche, ambientate in un paesaggio idilliaco e illuminato da una luce
soffusa. Nel centro del dipinto si trova Venere, la dea dell'amore, seguita dalle
Grazie, mentre nella parte superiore si trova il dio degli Zeffiri, che soffia sui
fiori primaverili. Nella parte destra del dipinto ci sono due figure maschili, tra
cui Zefiro, il vento primaverile, e Mercurio, il dio dei messaggeri, che indossa un
abito rosso e porta il caduceo.
La bellezza del dipinto risiede nella sua raffinata composizione, nell'uso del
colore e nell'attenzione ai dettagli. Il chiaroscuro crea una sensazione di
profondità e di volume nelle figure, mentre la luce soffusa conferisce un'atmosfera
di mistero e sospensione. In generale il dipinto è considerato un omaggio alla
bellezza della natura e alla sua rinascita dopo l'inverno, una celebrazione
dell'amore e della fertilità.

Nascita di Venere
La Nascita di Venere è un celebre dipinto del pittore italiano Sandro Botticelli,
realizzato intorno al 1485. La composizione del dipinto raffigura la nascita della
dea Venere, che emerge dalle acque del mare su una conchiglia, circondata da
divinità e allegorie. La figura centrale del dipinto è Venere, raffigurata come una
giovane donna dalla bellezza ideale, avvolta solo in un velo che le copre le parti
intime. Venere è circondata dalle Grazie, tre dee che rappresentano la grazia, la
bellezza e l'armonia. Inoltre, in alto a sinistra del dipinto, si trova il dio
Mercurio, messaggero degli dei, che porta il caduceo e un mantello rosso. L'uso di
colori vivaci, l'attenzione ai dettagli e l'armoniosa composizione creano un
effetto di morbidezza e delicata sensualità. Il dipinto celebra la bellezza della
figura femminile, la sua sensualità e purezza, e simboleggia l'amore e la
fertilità.

Compianto sul cristo morto


Il Compianto sul Cristo Morto rappresenta la deposizione del corpo di Cristo dalla
croce, circondato da Maria, Maddalena, San Giovanni e altre figure. La composizione
del dipinto è caratterizzata da una grande attenzione ai dettagli, con un uso
sobrio del colore e una disposizione armoniosa delle figure. La scena rappresentata
è molto realistica e dettagliata, grazie all'uso della prospettiva che aiuta a
creare una sensazione di profondità e spazio. La rappresentazione delle figure è
molto commovente, con la Vergine Maria che sorregge il corpo del figlio con grande
pathos e Maria Maddalena che gli bacia i piedi con espressione di dolore. L'opera è
un esempio della grande abilità di Botticelli nell'esprimere l'emozione attraverso
l'arte. La rappresentazione della morte di Cristo e del dolore dei suoi seguaci è
un simbolo di speranza e redenzione.

La vergine delle rocce


La Vergine delle Rocce è un'opera d'arte di Leonardo da Vinci, realizzata in due
versioni, che rappresentano la Vergine Maria, San Giovanni Battista, il Bambino
Gesù e un angelo all'interno di una grotta rocciosa. L'opera è caratterizzata dalla
grande attenzione ai dettagli, come la rappresentazione realistica delle pietre e
dei tessuti, ma soprattutto dalla tecnica utilizzata per rappresentare la luce e
l'ombra, creando un forte contrasto tra le zone illuminate e quelle in ombra.
La Vergine delle Rocce è stata importante per l'evoluzione dell'arte rinascimentale
perché rappresenta una transizione tra l'arte medievale e quella moderna, dove si
inizia a vedere una maggiore attenzione al dettaglio e alla rappresentazione
realistica. Inoltre, rappresenta un'opera molto importante per la tecnica pittorica
di Leonardo, che utilizzò il "sfumato" per creare l'effetto di profondità e
realismo.

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