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San Giorgio
Statua in marmo composta attorno al 1416,
commissionatogli per una nicchia esterna della chiesa
fiorentina di Orsanmichele. La statua presenta ancora
qualche traccia di gotico. San Giorgio è in una postura
orgogliosa e ci appare solido e ben piantato al suolo con le
gambe leggermente divaricate e il grande scudo che funge
da appoggio. La postura orgogliosa è unità alla tranquillità
del suo volto. Alla fermezza fisica fa riscontro quella
morale. Donatello nel basamento dell’opera realizza un
bassorilievo con San Giorgio e la principessa.
Profeta Abacuc
Statua in marmo realizzata tra il 1423 e il 1425 per una
nicchia del Campanile di Giotto.
Grande cura nell’effetto chiaroscuro della veste. Abacuc
non rispecchia i canoni di perfezione dell’arte classica.
L’uomo infatti è magro e calvo e Donatello fa uso
del naturalismo integrale, ovvero della piena adesione al
vero naturale. Il volto di Abacuc è molto espressivo e si
suoi tratti non vogliono nascondere i segni di una vita di
sofferenza e riserva.
Banchetto di Erode
Formella bronzea composta attorno al 1427. Nel
bassorilievo è rappresentato l’episodio del banchetto di
Erode, tratto dal Nuovo Testamento. Un servo mostra la
testa di Sa Giovani Battista a Erode che si ritrae quasi
disgustato. Anche gli altri partecipanti al banchetto si
ritraggono generando al centro dell’opera un vuoto. È molto
curata la visione prospettica.
Il vuoto al centro crea un senso maggiore di profondità e
di realismo. Il susseguirsi degli archi dello sfondo e il gioco
del chiaroscuro contribuiscono a dare maggiore rilievo alla
scena.
DAVID
Statua bronzea realizzata attorno al 1440 probabilmente per
Cosimo de’ Medici il Vecchio, che la collocò nel giardino
del suo palazzo. Nel 1494, quando i fiorentini insorsero
contro i Medici, si impossessarono della scultura e la
esposero nella piazza del Palazzo Vecchio, simbolo del
potere pubblico. Opera forse più celebre e al tempo stesso
più tipica dell'artista, è l'emblema dell'intero Quattrocento
italiano, densa di significati non tutti completamente
svelati. Dai tempi dell'antica Roma è il primo rilievo a tutto
tondo di un nudo, inteso come opera a sé stante, libera da
elementi ovvero una figura tridimensionale isolata nello
spazio.
La statua è simbolo delle virtù civiche e del trionfo della
ragione sulla forza bruta e sull'irrazionalità.
L'eroe è raffigurato in piedi, in tutta la sua perfezione e
potenza, la testa piegata e il piede alzato con un insolito
cappello a punta decorato da una ghirlanda di alloro. I
capelli sono lunghi e sciolti, il volto rivolto leggermente
verso il basso è enigmaticamente assorto. Il corpo è nudo, a
parte i calzari che arrivano al ginocchio, ed è mollemente
appoggiato sulla gamba destra, mentre la sinistra è poggiata
sulla testa del mostro sconfitto, il gigante Golia. Il corpo
morbido e vivace, modellato all'antica, è quello di un
fanciullo gracile ed efebico ma estremamente armonioso e
ponderatamente leggero, con una postura fiera e disinvolta
allo stesso tempo. Nella mano destra tiene la spada
abbassata (usata come terzo punto d'appoggio) e in quella
sinistra, appoggiata sul fianco, nasconde il sasso con cui ha
stordito il rivale. La base è composta da una ghirlanda
circolare appoggiata orizzontalmente.
L’innaturale postura del corpo evidenzia lievi asimmetrie.
La luce è impiegata come strumento di modellazione delle
masse. Il viso di David non è solo pensieroso: se lo si
guarda attentamente trasmette una sensazione di superiorità
e malizia di un adolescente, con uno sguardo che è
consapevole della sua impresa mastodontica e ne è
orgoglioso. Il David è un simbolo rinascimentale: la vittoria
della virtù e dell’intelligenza sulla violenza e
sull’irrazionalità.
Cantoria
Cantoria in marmo realizzata tra il 1433 e il 1439. Tema
della Cantoria è il Salmo 150 dell’Antico Tesatamento, nel
quale tutti sono invitati a lodare Dio con canti, musiche e
danze. Donatello crea uno spazio prospettico nuovo nel
quale muovere i suoi personaggi. Questo spazio è
delimitato posteriormente dai mosaici e anteriormente dalle
colonnette. Im questo spazio si svolge la corsa gioiosa dei
putti danzanti. Donatello in questa opera vuole dare molta
importanza al movimento
Maddalena
Scultura in legno parzialmente dorato realizzata tra il 1455
e il 1456. Nell’opera non ci sono riferimenti classici e
Donatello si concentra su una analisi psicologica. La
Maddalena è ritratta dopo il digiuno nel deserto, appare
consumata sia nel fisico che nell’animo. La scelta del legno
come materiale non è casuale ma richiama all’umanità e
allo stesso tempo si tratta di un materiale vivo.