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L’opera è stata realizzata da Piero della Francesca ed è stata commissionata forse per
commemorare il fratello Federico. La scena è divisa in due parti, con tre figure in
primo piano a destra e in secondo piano la flagellazione di Cristo. Il pavimento diviso
da strisce in marmo bianco e di cotto da il rigore geometrico. I personaggi sono
indifferenti riguardo tutto quello che accade, dai loro visi non traspare nessuna
emozione. Piero della Francesca attraverso l’immobilità vuole raggiungere il senso
dell’eternità. I personaggi in primo piano, si pensa che siano il conte di Montefeltro
con i suoi due ministri, che lo condannarono a morte.
Nel Sogno di Costantino la luce irrompe dall’alto, direzionata e ferma; squarcia il buio, già
virato verso i toni blu dell’alba vicina, abbagliando la tenda in cui Costantino è immerso nel
sonno, vegliato da due guardie e da un servitore. Questa luce improvvisa è emanata
dall’angelo, che appare in sogno all’imperatore la notte precedente alla battaglia contro
Massenzio a Ponte Milvio, annunciandogli la vittoria sotto la protezione di un nuovo credo: “In
hoc signo vinces” (con questo segno vincerai).
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Scuola di Atene
L’opera celebra la verità razionale, cioè la facoltà dell’anima di conoscere il vero
attraverso la scienza e la filosofia. Al di sotto delle volte a botte di una
maestosa navata sono raffigurati i più celebri filosofi dell’antichità mentre
discutono le rispettive teorie, posti su due livelli e separati da una scalinata.
L’architettura maestosa e scenografica occupa metà della scena e conferisce alle
composizione equilibrio e compostezza.
Al centro vi sono Platone, che ha il volto di Leonardo da Vinci, alludendo al mondo
delle idee, che egli riteneva l’unica realtà esistente, e Aristotele, che rivolge il palmo
della mano verso terra, a indicare che l’unica realtà è quella percepibile dai sensi.
Attorno a loro discorrono altri filosofi e matematici e i gruppi dei loro seguaci.
All’estrema sinistra è Epicuro, in veste di Bacco, e vicino Pitagora, che scrive su
un libro. Dalla parte opposta è Euclide, con tratti di Bramante, che disegna con il
compasso su una lavagnetta nera. La figura di Eraclito, ritratto pensoso in primo
piano presso un blocco di marmo mentre scrive ha le fattezze di Michelangelo (di
cui indossa i tipici stivali). Sui gradini della scalinata è disteso Diogene, mentre in cima
a sinistra c’è Socrate, in verde, che incita al dialogo un piccolo gruppo di persone. Il
fatto che all’estrema destra, in vesti contemporanee, siano ritratti Raffaello stesso
con l’amico e collega Sodoma è indice di una nuova consapevolezza del ruolo sociale
dell’artista.
-Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi-
Il Ritratto di Leone X con i Cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi è un dipinto
di Raffaello, realizzato nel 1518.
Soggetto principale dell’opera è Leone X, successore di Giulio II, il quale è seduto su
una sedia, sul cui pomello si vede il riflesso della finestra e della stanza.
Il Papa è intento a leggere un libro con un codice miniato con una lente
d’ingrandimento in mano; ha le ciglia aggrottate ed uno sguardo forte, intenso, rivolto
ad un punto non preciso della stanza.
Dietro di lui vi è a sinistra Giulio de’ Medici (futuro Papa Clemente VII) e a destra Luigi
de’ Rossi.
A livello tonale viene usata una sequenza di colori rossi (in scala, ci sono rossi chiari e
meno chiari), colore presente sia sui vestiti dei tre religiosi, che sulla tovaglia e sui
drappi della sedia. Questa scelta rende scuro lo sfondo, in modo da far risaltare il
Papa e i due Cardinali (questa tecnica venne ripresa da altri artisti, come
il Caravaggio).
La Prospettiva è accentuata dal modo in cui sono posti i tre religiosi ed il punto di fuga
è dettato da alcune linee, come quelle del tavolo, che vanno a confluire al di fuori del
quadro.
Questo ritratto fu d’ispirazione al pittore francese Ingres, vissuto a cavallo tra il 1700 e
il 1800.
Raffaello - Trasfigurazione
Il tema dell'opera è quello della trasfigurazione di Cristo avvenuta sul monte Tabur:
Gesù si trovava su questo monte con i suoi apostoli prediletti: Pietro, Giovanni e
Giacomo; i quali si assopirono e videro Cristo alzarsi dalla terra e il cielo aprirsi. Gli
apostoli poi si svegliarono e videro quest'immagine, in più vi erano i profeti Mosè ed
Elia a fianco di Gesù. Il tema di per sè non è quindi drammatico.
Villa Madama
Villa Madama si trova a Roma nelle vicinanze del Foro Italico, è stata realizzata nel
1518 da Raffaello Sanzio, il quale ha ricevuto la commissione da Giulio de Medici per
realizzare la sua villa in campagna. Il termine “Villa Madama” deriva dalla seconda
proprietaria Margherita di Parma.
Questa villa si ispira alle ville romane destinate all’Otium. Essa avrebbe dovuto
comprendere, oltre agli ambienti residenziali, vari spazi tra cui un teatro e le terme,
articolati attorno ad un grande cortile circolare che non sono stati realizzati per motivi
economici. All’esterno erano previste scuderie e un ippodromo.
L’artista ricerca l’integrazione tra gli ambienti edificati e lo spazio naturale attraverso
giardini, cortili, terrazzamenti e logge articolati su differenti livelli. L’aspetto della villa
richiama alcuni elementi all’interno del Pantheon.
Questa è una delle poche opere architettoniche rimaste di Raffaello.
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