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FLAGELLAZIONE DI CRISTO

L’opera è stata realizzata da Piero della Francesca ed è stata commissionata forse per
commemorare il fratello Federico. La scena è divisa in due parti, con tre figure in
primo piano a destra e in secondo piano la flagellazione di Cristo. Il pavimento diviso
da strisce in marmo bianco e di cotto da il rigore geometrico. I personaggi sono
indifferenti riguardo tutto quello che accade, dai loro visi non traspare nessuna
emozione. Piero della Francesca attraverso l’immobilità vuole raggiungere il senso
dell’eternità. I personaggi in primo piano, si pensa che siano il conte di Montefeltro
con i suoi due ministri, che lo condannarono a morte.

Piero della Francesca, Sogno di Costantino

Nel Sogno di Costantino la luce irrompe dall’alto, direzionata e ferma; squarcia il buio, già
virato verso i toni blu dell’alba vicina, abbagliando la tenda in cui Costantino è immerso nel
sonno, vegliato da due guardie e da un servitore. Questa luce improvvisa è emanata
dall’angelo, che appare in sogno all’imperatore la notte precedente alla battaglia contro
Massenzio a Ponte Milvio, annunciandogli la vittoria sotto la protezione di un nuovo credo: “In
hoc signo vinces” (con questo segno vincerai).

La tenda imperiale è risolta in termini puramente geometrici, composta da una forma


cilindrica sormontata da una conica, il palo centrale a segnare l’asse. Il letto parallelepipedo
(le lenzuola vi si adagiano evidenziando uno spigolo netto), è ribadito dal muretto, su cui siede
assorto il servo, costruendo una spazialità per gradi successivi.
Le due guardie sono disposte in posizione simmetrica, rispondendo al fascio luminoso come
uno stesso corpo solido visto da due diverse posizioni. In questo scenario di silenzio, in questa
atmosfera di sospensione e attesa, emerge ancora una volta l’inquietudine per le sorti
dell’Occidente, in quegli anni di profondo cambiamento degli equilibri internazionali.

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Sposalizio della Vergine - Raffaello


Opera rappresentante uno sposalizio, in cui al centro vi sono gli sposi con
il sacerdote, al lato destro dello sposo vengono posizionati gli uomini, mentre al lato
sinistro della sposa le donne; il tutto si svolge di fronte a un tempio con sedici lati,
messo in risalto dall’altezza della scalinata. Questa è un'opera di
tipo rinascimentale. Vi è l’utilizzo di linee miste e curve soprattutto per la
rappresentazione dei personaggi e dell’ambiente retrostante (vedi le colline); poi
utilizza linee dritte per rappresentare il tempio, la sua scalinata e per la
pavimentazione.
Vi è la prevalenza di colori caldi come si nota dalle vesti dei personaggi, dalla
pavimentazione, e dal tempio; utilizza colori freddi per l’ambiente, vedi il colore del
cielo. Non vi sono forti contrasti sempre per quanto concerne il colore, e l'utilizzo
del chiaroscuro genera ombre solo nel portico del tempio.
Raffaello inoltre utilizza la prospettiva, generata dalla creazione di una
pavimentazione a scacchiera piuttosto marcata; la linea dell’orizzonte è piuttosto
alta e questo arricchisce la composizione di un effetto scenografico che dilata lo
spazio, e da monumentalità ai personaggi tramite il variare delle loro pose.

Scuola di Atene
L’opera celebra la verità razionale, cioè la facoltà dell’anima di conoscere il vero
attraverso la scienza e la filosofia. Al di sotto delle volte a botte di una
maestosa navata sono raffigurati i più celebri filosofi dell’antichità mentre
discutono le rispettive teorie, posti su due livelli e separati da una scalinata.
L’architettura maestosa e scenografica occupa metà della scena e conferisce alle
composizione equilibrio e compostezza.
Al centro vi sono Platone, che ha il volto di Leonardo da Vinci, alludendo al mondo
delle idee, che egli riteneva l’unica realtà esistente, e Aristotele, che rivolge il palmo
della mano verso terra, a indicare che l’unica realtà è quella percepibile dai sensi.
Attorno a loro discorrono altri filosofi e matematici e i gruppi dei loro seguaci.
All’estrema sinistra è Epicuro, in veste di Bacco, e vicino Pitagora, che scrive su
un libro. Dalla parte opposta è Euclide, con tratti di Bramante, che disegna con il
compasso su una lavagnetta nera. La figura di Eraclito, ritratto pensoso in primo
piano presso un blocco di marmo mentre scrive ha le fattezze di Michelangelo (di
cui indossa i tipici stivali). Sui gradini della scalinata è disteso Diogene, mentre in cima
a sinistra c’è Socrate, in verde, che incita al dialogo un piccolo gruppo di persone. Il
fatto che all’estrema destra, in vesti contemporanee, siano ritratti Raffaello stesso
con l’amico e collega Sodoma è indice di una nuova consapevolezza del ruolo sociale
dell’artista.

-Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi-

Il Ritratto di Leone X con i Cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi è un dipinto
di Raffaello, realizzato nel 1518.
Soggetto principale dell’opera è Leone X, successore di Giulio II, il quale è seduto su
una sedia, sul cui pomello si vede il riflesso della finestra e della stanza.
Il Papa è intento a leggere un libro con un codice miniato con una lente
d’ingrandimento in mano; ha le ciglia aggrottate ed uno sguardo forte, intenso, rivolto
ad un punto non preciso della stanza.
Dietro di lui vi è a sinistra Giulio de’ Medici (futuro Papa Clemente VII) e a destra Luigi
de’ Rossi.
A livello tonale viene usata una sequenza di colori rossi (in scala, ci sono rossi chiari e
meno chiari), colore presente sia sui vestiti dei tre religiosi, che sulla tovaglia e sui
drappi della sedia. Questa scelta rende scuro lo sfondo, in modo da far risaltare il
Papa e i due Cardinali (questa tecnica venne ripresa da altri artisti, come
il Caravaggio).
La Prospettiva è accentuata dal modo in cui sono posti i tre religiosi ed il punto di fuga
è dettato da alcune linee, come quelle del tavolo, che vanno a confluire al di fuori del
quadro.
Questo ritratto fu d’ispirazione al pittore francese Ingres, vissuto a cavallo tra il 1700 e
il 1800.

Raffaello - Trasfigurazione

La Trasfigurazione, risalente al 1518-1520, si trova nei Musei Vaticani ed è l'ultima


opera di Raffaello. In quest'opera, meglio che nella Stanza dell'incendio di Borgo, è
leggibile la fase evolutiva dell'artista che fu però interrotta dalla sua morte. L'opera è
una pala d'altare, commissionata da Leone X, che rimase inconclusa nella bottega del
pittore. Ancora da completare erano il contesto e il cielo. Raffaello utilizza un
linguaggio drammatico, privo dell'armonia e della grazia presente nelle opere degli
anni precedenti.

Il tema dell'opera è quello della trasfigurazione di Cristo avvenuta sul monte Tabur:
Gesù si trovava su questo monte con i suoi apostoli prediletti: Pietro, Giovanni e
Giacomo; i quali si assopirono e videro Cristo alzarsi dalla terra e il cielo aprirsi. Gli
apostoli poi si svegliarono e videro quest'immagine, in più vi erano i profeti Mosè ed
Elia a fianco di Gesù. Il tema di per sè non è quindi drammatico.

Raffaello al di sotto di questo episodio aggiunge un altro racconto: vi sono dei


personaggi che assistono alla scena che vedono gli apostoli. In questi personaggi si
leggono la poetica degli affetti e i moti dell'animo: c'è infatti un bambino ossesso, che
viene liberato dal demonio grazie alla visione. Vi è il padre che lo trattiene e la madre
che indica la trasfigurazione, la stessa cosa fecero gli stessi personaggi tanto che si
creò un incrocio di indicazioni per sollecitare il bambino a guardare il miracolo.
La tavolozza è simile a quello di Michelangelo: Raffaello aveva infatti visto la Cappella
Sistina e assorbì sia la fisicità dei personaggi, ma anche l'utilizzo della tavolozza
antinaturalistico: vi sono colori brillanti, intensi, saturi; tinte di questo tipo vengono
detto tinte michelangiolesche, che utilizzano colori cangianti. È possibile individuare
un accostamento di tinte complementari, ad esempio verde e rosso, arancio e blu,
viola e giallo, che non si fondono, ma si distinguono e rafforzano l'effetto.

Villa Madama
Villa Madama si trova a Roma nelle vicinanze del Foro Italico, è stata realizzata nel
1518 da Raffaello Sanzio, il quale ha ricevuto la commissione da Giulio de Medici per
realizzare la sua villa in campagna. Il termine “Villa Madama” deriva dalla seconda
proprietaria Margherita di Parma.
Questa villa si ispira alle ville romane destinate all’Otium. Essa avrebbe dovuto
comprendere, oltre agli ambienti residenziali, vari spazi tra cui un teatro e le terme,
articolati attorno ad un grande cortile circolare che non sono stati realizzati per motivi
economici. All’esterno erano previste scuderie e un ippodromo.
L’artista ricerca l’integrazione tra gli ambienti edificati e lo spazio naturale attraverso
giardini, cortili, terrazzamenti e logge articolati su differenti livelli. L’aspetto della villa
richiama alcuni elementi all’interno del Pantheon.
Questa è una delle poche opere architettoniche rimaste di Raffaello.

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Michelangelo – Volta della Cappella Sistina

Nel 1508, papa Giulio II propone a Michelangelo di affrescare la Cappella Sistina.


Inizialmente egli non era convinto, dal momento che non si considerava un pittore,
ma solo uno scultore, ma dopo l’iniziale riluttanza accettò, e impiegò quattro anni,
quindi fino al 1512, completamente da solo, per completarla. La volta venne divisa
fingendo delle membrature architettoniche, che visivamente appaiono estremamente
realistiche.
Essa è attraversata da arconi che appoggiano su una cornice sorretta da pilastrini, che
affiancano i troni di cinque Sibille e sette Profeti. Gli arconi e la cornice dividono tutta
l’area centrale in nove riquadri, dove vengono raffigurate scene del libro della Genesi,
cinque però di dimensioni ridotte, dal momento che sono presenti dieci coppie di
Ignudi, che reggono dieci medaglioni, che simulano l’effetto del bronzo, e decorati con
storie bibliche. Nelle vele triangolari e nelle lunette sottostanti, ci sono quaranta
generazioni degli Antenati di Cristo, mentre nei pennacchi angolari, vengono narrati
quattro importantissimi eventi per la salvezza del popolo di Israele. Con il tempo,
anche a causa del fumo delle candele, i colori dell’affresco di erano offuscati, ma in
seguito a un restauro durato circa dieci anni, ha ristabilito i colori accesi originali.
Per le Sibille, Michelangelo usa colori vari e accesi per le vesti, così come le pose, che
sono molto variegate. Quella con la postura più complessa è la Sibilla libica. Ha posa
serpentinata e le braccia che afferrano di lato il libro degli oracoli; mentre ruota il
busto mostra la parte superiore della schiena nuda. I capelli biondi sono tenuti da una
fascia, ma raccolti in trecce. Il vestito giallo ocra ci permette di riconoscere il corpo
formoso; le gambe, vengono inoltre messe in risalto dalla veste viola, che sembra
quasi incollata ad esse. Poggia le punte dei piedi per terra, per facilitare la rotazione
del busto e il successivo sollevamento del grande libro, che però non sembra
richiedere troppo sforzo, data l’imperturbabilità del suo volto.

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