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Andrea Mantegna

● Nacque a Isola di Cartùro, nei pressi di Padova, attorno al 1431.


● Fece il suo apprendistato a Padova nella bottega di Francesco Squarcione.
● Gli anni della formazione padovana furono ricchi di stimoli, studiò i monumenti
antichi ed ebbe modo di osservare le opere di Donatello.
● Fu un appassionato collezionista di reperti di antiquariato.
● Nel 1460 si trasferì a Mantova su invito del marchese Ludovico II Gonzaga, e vi
rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1506.
● Si allontanò da Mantova nel 1466/47 per recarsi in Toscana e nel 1488/90 si recò a
Roma sempre per lavoro.
● A Mantova Mantegna
realizza la sua massima
opera, la decorazione
Camera degli sposi della Camera degli
sposi, la camera da
letto di Ludovico II
Gonzaga
(commissionata sempre
da Ludovico II), un
ambiente cubico di circa
8 metri, situata al piano
nobile della torre Nord
del Castello di San
Giorgio.
● Iniziata nel 1465 (la
data si deduce dal finto
graffito dipinto sullo
sguancio di una
finestra) e fu conclusa
nel 1474.
● Nella stanza solo le cornici del camino, quelle delle porte e i peducci (mensole
aggettante dal muro e capitelli di imposta della volta) sono veri, tutto il resto è
decorazione, pura finzione pittorica.
● Mantegna, negli affreschi celebra la figura di Ludovico e la sua famiglia, in una
realistica rievocazione di una corte rinascimentale, unica e completa.
Tra i personaggi si riconoscono il
marchese Ludovico II (2), la moglie
(4), i figli maschi (3, 6) e le figlie
femmine (5, 7), assieme ai segretari
(1, 10), la nutrice (8) e la nana (9).
● La novità della decorazione
ad affresco consiste nello
sfondamento illusionistico di
due pareti contigue e della
volta, attuato tramite
l'utilizzo della prospettiva, in
modo da dare l'impressione
di trovarsi nello spazio
aperto di un loggiato.

● Sulle paraste, dai veri


peducci si dipartono delle
costole dipinte che
ripartiscono la volta in
lunette e rombi decorati,
confluenti in un oculo
centrale, in ricordo del
Pantheon, sovrastato da un
parapetto traforato dipinto
in prospettiva.
Nelle due pareti Nord e Ovest Immagini simboliche decorano le
una pittura illusiva imita un lunette (4-11), mentre le pareti
loggiato (1-3) che si apre sul Est e Sud sono coperte da finti
luminoso paesaggio mantovano. tendoni di cuoio damascati.

Abitano il loggiato e si sporgono Nelle vele della volta vi sono


dall’oculo centrale della volta scene mitologiche con Orfeo,
(32) personaggi della corte Arione e Ercole (12-23) e busti
mantovana e putti alati. degli imperatori (24-31).
●Sulla parete Nord è
rappresentata La corte dei
Gonzaga.
●La scena, ambientata
all'interno di un cortile
delimitato da un muro a
medaglioni marmorei,
appare come collocata su
un podio: si tratta di
un'ingegnosa soluzione per
ovviare alla presenza del
camino, su un lato del quale
è raffigurata una scala. In
seguito dei nobili, che
salgono i gradini e passano
davanti al pilastro che
separa le due arcate, rende
unitaria la scena.

● E' molto probabile, che le rappresentazioni abbiano un preciso contenuto celebrativo,


probabilmente sono riferite all'elezione a cardinale (1461) di Francesco Gonzaga ,
secondogenito di Ludovico.
● Il marchese Ludovico
viene rappresentato
seduto vicino alla
consorte Barbara
Brandebùrgo, nel mentre
riceve la notizia
dell'elezione. Il
marchese tiene in mano
una lettera ed è girato
verso il suo segretario,
Marsilio Andreasi, con il
berretto in mano. La
marchesa li osserva.

● Ogni personaggio è stato ben caratterizzato: dai figli e le figlie che attorniano i
signori di Mantova, alla nana al fianco della marchesa, il cane accucciato sotto il
tronetto di Ludovico, i preziosi tappeti orientali.
● Tutto rimanda alla tipica corte rinascimentale amante del lusso e dei divertimenti.
● Nella parete Ovest, attigua e
strettamente correlata alla
rappresentazione familiare
della terrazza, è raffigurato
l'Incontro del marchese con il
figlio cardinale.
● Francesco è posto al centro
della scena circondato da
parenti, dai dignitari di corte e
da altri nobili.
● I gesti del movimento sono
bloccati per fermare l'evento,
mentre i profili e i tre quarti
sono le posture che l'artista
predilige per i ritratti.
● In questo dipinto, che tra l'altro
ha un tema attuale, torna il
tema dell'Antico tanto caro a
Mantegna.
● La Roma idealizzata alle
spalle dei personaggi in primo
piano, è ricca di monumenti
antichi: fori, terme e basiliche,
acquedotti e statue. Si
riconosce il Colosseo, la
piramide Cestia (piramide di
Caio Cestio in stile egizio
situata a Roma nelle
vicinanze di Porta San Paolo)
e le mura della città che sono
restaurate.
● La veduta di Roma, in questa
occasione, è solo un omaggio
e un augurio al cardinal
Francesco per il
raggiungimento di una meta
ambita.
● Stupefacente è l'invenzione della
scena raffigurata nella parte
centrale del soffitto: un oculo
dipinto, attraverso il quale si vede
un cielo azzurro solcato da soffici
nubi, da cui si affacciano giovani
donne sorridenti (anche una
schiava di colore), putti alati e un
pavone, tutti ripresi in scorcio.
● Questa rappresentazione pittorica
è il trionfo dell'illusionismo
prospettico e della finzione:
l'artista “sfonda”
metaforicamente il soffitto,
fingendo un'apertura laddove non
c'è, immagina un cielo realistico
al posto del muro, fa interagire
con il visitatore, idealmente posto
al centro della stanza, figure che
sembrano essere all'esterno, in
uno scambio tra realtà e
fantasia.
Autoritratto di

Mantegna, inserito tra


la decorazione di una
parasta della parete
Ovest.
CRISTO MORTO, 1480 ca,
tempera a colla su tela, 68x81
cm, Milano, Pinacoteca di Brera

● Il vertice degli studi


prospettici applicati
all'anatomia umana è
rappresentato dal Cristo
morto, un'opera unica nel
modo di presentare il corpo
di Gesù appoggiato sulla
pietra dell'unzione dopo la
deposizione dalla croce.
Cristo è raffigurato dall'alto,

in eccezionale scorcio, con


i piedi lacerati dai chiodi in
primo piano, il torace gonfio,
●A sinistra la Madonna, anziana e sofferente con accanto il volto lievemente reclinato
San Giovanni Evangelista, ne piange la morte. in un'espressione
apparentemente serena.
●L'opera è considerata di altissima intensità drammatica

ed evocativa, ottenuta grazie alla visione ravvicinata e


al crudo realismo.
● La stanza è illuminata da una
luce proveniente da destra
che sovrasta il corpo di
Cristo, ormai livido.
● Il punto di fuga centrale è
posto molto alto, al di fuori
del limite superiore della tela
e sopra il punto di vista
dell'osservatore.
● I piedi di Cristo sono più
piccoli di come avrebbero
dovuto essere rispetto alla
testa, perché altrimenti il
corpo sarebbe risultato meno
visibile nella sua interezza.

● Discusse sono la datazione e la destinazione


dell'opera: collocabile tra gli anni settanta e ottanta del
Quattrocento, il dipinto risulta inventariato tra i beni
dell'artista.
San Sebastiano, ca 1480. Tempera
su tela, 257x142 cm. Parigi, Museo del
Louvre
● Il dipinto raffigura il Santo seminudo trafitto dalle
frecce del martirio e legato alla colonna.
● Ai suoi piedi ci sono vari frammenti classici, tra
cui il piede d'una statua; Mantegna era infatti
appassionato di reperti antichi, che collezionava
e inseriva spesso nelle sue opere.
● In primo piano, nell'angolo in basso a destra, si
notano i due giustizieri, l'arciere e un compagno,
che sono raffigurati con quell'insistenza
chiaroscurale sui solchi del viso tipica delle
opere di Mantegna più espressive.
● Alcuni dettagli grotteschi o iperrealistici (come
l'espressione truce dell'arciere o la finezza con
cui sono disegnati uno per uno i peli della sua
barba) rimandano ad opere fiamminghe.
Virtuosa rappresentazione anatomica del nudo
maschile, con il torace trattato con una
particolare morbidezza di toni, su cui spicca per
contrasto la durezza quasi marmorea del
panneggio del perizoma.

● Le frecce, a differenza della tavola viennese,


entrano ed escono dal corpo martirizzato,
scorrendo talvolta sottopelle, per aumentare il
senso tragico di dolore del martirio, che
Sebastiano sembra tra l'altro sopportare con
pietosa rassegnazione grazie alla fede religiosa,
come suggerisce il suo viso rivolto al cielo.

● Da notare alcuni virtuosismi, come l'effetto delle


corde che stringono le carni con grande
realismo, come sul braccio destro.
● Lo sfondo è occupato da un lontano paesaggio
montuoso, con elementi di architetture, antiche e
moderne.
● Il monte è dominato in alto da un castello,
appoggiato su uno sperone roccioso, sotto il
quale sta un'altra roccia.
Sullo sfondo si scorge una città
in cui ciò che resta del passato
è reimpiegato per un uso
moderno.

Un arco trionfale, modellato


su quello di Costantino ma a
un solo fornice, funge da porta
della città.

Gli antichi monumenti paiono


ridotti a ruderi: rocchi di
colonne giacciono sulla piazza
centrale.

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