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ANDREA MANTEGNA

(ca 1431-1506)

Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quarta edizione, © Zanichelli editore 2017


L’Umanesimo antiquario
Andrea Mantegna incarna lo spirito dell’Umanesimo antiquario,
sviluppatosi a Padova e caratterizzato dalla riscoperta e dallo
studio della cultura e dell’arte dell’Antichità classica.

Nel corso di una lunga e fortunata attività artistica, Mantegna:

• si forma a Padova nella bottega di Francesco Squarcione, dove viene a


contatto con la cultura antiquaria
• passa al servizio dei Gonzaga a Mantova come pittore di corte
• soggiorna a Roma e approfondisce la conoscenza dell’Antico
• studia l’opera dei maestri del Rinascimento fiorentino

Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quarta edizione, © Zanichelli editore 2017


L’Orazione nell’Orto
Tra le opere del primo periodo padovano c’è l’Orazione nell’Orto

Sulla tavola, dipinta intorno al 1453-1454, è raffigurato il passo evangelico in cui


Cristo si ritira in preghiera nell’Orto degli Ulivi nella notte in cui fu tradito.
L’Orazione nell’Orto
Fulcro della composizione è la figura di Cristo, l’unica colta di spalle e
isolata in una natura spoglia e pietrificata.

Cristo (2) è in L’uccello nero (8) è


ginocchio davanti presagio di morte, i
all’apparizione di leprotti (9) e gli uccelli
cinque angeli (6) che bianchi (10) sono
recano i simboli della simboli di vita e di
Passione. resurrezione.

Il paesaggio roccioso (3) Giuda con le guardie (7)


sembra quasi sagomato giunge da Gerusalemme
I tre apostoli (4) si sono
artificialmente: solo il (11), circondata da mura
addormentati alla base della
sottile arbusto (1) allude e ricca di monumenti di
roccia (9) su cui è salito Cristo,
all’Orto degli Ulivi. aspetto antico.
presso il ciglio del fiume (5).
La Camera degli Sposi
A Mantova Mantegna realizza la sua opera maggiore.

Tra il 1465 e il 1474 affresca la Camera degli Sposi, la camera da letto di


Ludovico II Gonzaga in Castel San Giorgio adibita a sala di rappresentanza.

In una stanza di forma cubica, l’artista suddivide le pareti con finte architetture
formate da paraste che poggiano su un basamento e che sostengono una volta,
al centro della quale si apre un finto oculo.

La prospettiva unifica la decorazione dipinta e dà all’osservatore l’illusione di


trovarsi in un finto loggiato: per la prima volta chi guarda è guardato dai soggetti
dipinti e diventa parte attiva della rappresentazione.

Cricco Di Teodoro, Itinerario nell’arte Quarta edizione, © Zanichelli editore 2017


La Camera degli Sposi
Nelle due pareti Nord e Ovest Immagini simboliche decorano le
una pittura illusiva imita un lunette (4-11), mentre le pareti
loggiato (1-3) che si apre sul Est e Sud sono coperte da finti
luminoso paesaggio mantovano. tendoni di cuoio damascati.

Abitano il loggiato e si sporgono Nelle vele della volta vi sono


dall’oculo centrale della volta scene mitologiche con Orfeo,
(32) personaggi della corte Arione e Ercole (12-23) e busti
mantovana e putti alati. degli imperatori (24-31).
L’oculo
L’oculo, dipinto a imitazione dell’impluvium della casa romana, è la
porzione più nuova e suggestiva dell’intera decorazione pittorica.

Ispirato al precedente nobile del


Pantheon, l’oculo si apre su un
cielo sereno solcato da
nuvolette.

Dall’oculo si affacciano delle


fanciulle e sporgono un pavone e
un vaso in bilico sul bordo.

Giocosi putti alati si aggrappano


e spuntano fuori dal parapetto
traforato visto in forte scorcio.
La Corte dei Gonzaga
La Corte dei Gonzaga
Sulla parete Nord, una finta scalinata conduce a una terrazza, su cui
siede Ludovico II Gonzaga, circondato dalla famiglia e dai cortigiani.

La rappresentazione della corte gonzaghesca come una splendida corte rinascimentale ha


un intento celebrativo: si ritiene che sia legata all’elezione a cardinale di Francesco
Gonzaga, secondogenito del marchese, avvenuta nel 1461.

Tra i personaggi si riconoscono il marchese


Ludovico II (2), la moglie (4), i figli maschi (3,
6) e le figlie femmine (5, 7), assieme ai
segretari (1, 10), la nutrice (8) e la nana (9).
San Sebastiano
Risale al soggiorno mantovano anche il San
Sebastiano, oggi conservato al Louvre.

Dipinta intorno al 1480, l’opera faceva parte della


dote di Chiara Gonzaga, figlia di Ludovico II.

Mantegna riduce il soggetto a un


pretesto per dare prova di grande
erudizione antiquaria.

Il corpo umano, esaltato dalla figura


eroica e atletica del martire, è l’altro
protagonista del dipinto.

La postura del Santo è resa con cura,


secondo le regole del contrapposto
classico.
San Sebastiano
Nelle rovine architettoniche e nei resti di una statua antica
si riconosce la passione archeologica del Mantegna.

Una possente colonna corinzia accanto a un pilastro sormontato da un


arco spezzato è ciò che resta di un antico edificio classico.

Sullo sfondo si scorge una città in


cui ciò che resta del passato è
reimpiegato per un uso moderno.

Un arco trionfale, modellato su


quello di Costantino ma a un solo
fornice, funge da porta della
città.

Gli antichi monumenti paiono


ridotti a ruderi: rocchi di colonne
giacciono sulla piazza centrale.

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