Sei sulla pagina 1di 14

DONATELLO, 1386-1466


Nasce a Firenze da una famiglia
ALTORILIEVO, BASSORILIEVO,
molto modesta, inizia il suo
STIACCIATO e tutti i possibili materiali:
apprendistato artistico presso la
MARMO, BRONZO, TERRACOTTA,
bottega di Ghiberti artista affermato.
LEGNO .Riuscendo a dare alle sue
Da Ghiberti apprende sia la tecnica
opere un impronta assolutamente
della fusione sia la passione per l'arte
personale e innovativa.
classica.

Crea sculture a tuttotondo che si

Gran parte della sua attività si svolge
possono osservare da più punti di
a Firenze, anche se non mancano
vista come quelle dell'antichità
numerosi spostamenti in altre città,
classica.
uno estremamente importante è il
soggiorno padovano che durò 10 ●
Mette a punto la tecnica dello
anni. STIACCIATO (nel bassorilievo la
tecnica dello stiacciato, si assottiglia

Donatello fu capace di proporre
nel momento in cui si digrada dal
personaggi concreti, forti, drammatici,
primo piano verso il fondo, rendendo
modellati vigorosamente nei materiali
così l'idea della profondità dello
più disparati. Egli infatti, nel corso di
spazio.
oltre sessanta anni di lavoro
sperimenta tutte le possibili tecniche: ●
OPERE:San Giorgio e San Giorgio e
TUTTOTONDO, la principessa; Il banchetto di Erode,
David, Monumento al Gattamelata,
Maddalena.
San Giorgio, ca 1418, marmo, h.209, Firenze, Museo Nazionale del Bargello

Commissionata dall'Arte dei Corazzai e Spadai,
della quale il Santo guerriero era il patrono.

Donatello immagina San Giorgio come un eroe
cristiano, orgoglioso della propria missione
contro il Male.

Il Santo indossa una pesante armatura che
l'artista descrive accuratamente. Indossa abiti
da antico romano nella parte superiore del
corpo, quali: la corazza, il mantello, il gonnellino
e lo scudo.

Nella parte superiore invece è abbigliato con
abiti rinascimentali: pantaloni e stivali.

La postura è orgogliosa.

La figura ci appare ben proporzionata, solida e
ben piantata al suolo, con le gambe
leggermente divaricate e il grande scudo a
forma di rombo che funge da ulteriore punto
d'appoggio.

Donatello conferisce al suo Santo dei
tratti pensosi, con le sopracciglia
contratte e la fronte aggrottata, come
per esprimere una profonda
inquietudine interiore.

Quest'opera testimonia il
superamento dell'arte medievale: la
figura è a tuttotondo e si può
paragonare per equilibrio e armonia,
ai modelli dell'arte classica.

Nel basamento della statua, l'artista
realizza anche un bassorilievo con
San Giorgio e la principessa,
realizzato con piena padronanza della
rappresentazione prospettica.

Il Santo è al centro della scena, sta trafiggendo il drago simbolo del
male e viene rappresentato nell'atto della lotta.

La principessa posta sulla destra, personificazione della Cappadocia,
osserva il furioso combattimento a mani giunte. Alle sue spalle un
portico rinascimentale, emblema di classicità e razionalità.

Il graduale passaggio dal bassorilievo dei personaggi principali allo
stiacciato appena percepibile degli sfondi crea effetti di chiaroscuro
simili a quelli ottenuti in pittura.
Il Banchetto di Erode, ca 1427, Bronzo dorato, 60X60 cm, Siena,
Battistero di San Giovanni, fonte battesimale

Tra il 1423 e il 1427 Donatello, già
affermato, collabora con Ghiberti e
Jacopo della Quercia alla
realizzazione del fonte battesimale
del Battistero di Siena.

Per questa occasione, realizza la
formella Il banchetto di Erode
successivamente dorata dall'orafo
e scultore Giovanni di Turino.

Donatello, cura nei dettagli
l'impostazione architettonica e
la rappresentazione
compositiva dei personaggi.

DESCRIZIONE DELL'OPERA:
La scena pone in primo piano
un servo inginocchiato che offre
a Erode la testa tagliata di San
Giovanni Battista.
erode

Il vecchio sovrano che era stato il
mandante della decapitazione, si
ritrae fisicamente alla visione del
vassoio e pone le palme delle
mani aperte, in un gesto quasi di
orrore.

Il banchetto assume toni
drammatici e Donatello vuole
denunciare la crudeltà e
l'insensatezza degli uomini.

Anche altri personaggi si
ritraggono chi coprendosi il viso e
chi girandosi di spalle, agghiacciati
dalla crudele esecuzione di
quell'innocente.

Al centro si viene a creare un vuoto,
quasi a sottolineare la drammaticità del
fatto.

La profondità è resa dalla fuga
prospettica del pavimento e degli oggetti
posti sulla tavola. Un secondo punto di
vista posto nella seconda scena in alto
crea maggior profondità alla scena.

Al di là degli archi, si sta svolgendo
un'altra fase della narrazione, il
momento in cui il servitore mostra la
testa del Battista a Erodiade e a una
sua ancella.

Donatello definisce con la lontananza
nello spazio quello che è successo
prima (lontano nel tempo), mentre vicino
nello spazio(in primo piano) ciò che è
vicino nel tempo.

Innovazione nel modo di scandire la
narrazione, rappresentando tempi diversi
all'interno della medesima tavola.
DAVID, ca 1440, bronzo parzialmente dorato, h. 159, Firenze, Museo
Nazionale del Bargello

La scultura realizzata a tuttotondo,
è stata pensata per essere vista
anche dal basso e dal retro.

Soggetto: la scultura rappresenta
David, un giovane pastore (circa
16-17 anni) poi diventato re
d'Israele, che ha appena sconfitto
il nemico, il gigante Golia.
Donatello immagina David nel
momento del trionfo mentre, con
sguardo riflessivo, contempla
l'esito della sua impresa.

Composizione: nella
composizione sono evidenti lo
studio dei modelli classici e
l'ammirazione per la scultura
antica.

L'opera, concepita per essere posta
su una colonna si può ammirare su
ogni lato.

Significato: realizzata in origine per
il cortile di palazzo Medici, la scultura
non ha una chiave di lettura univoca.

Alcuni dettagli dell'opera, quali
l'assenza della fionda usata per
scagliare la pietra, il singolare
copricapo, l'uso di ornatissimi calzari,
rimandano al mondo della mitologia e
hanno fatto ipotizzare che Donatello
avesse voluto in realtà raffigurare
Ermes-Mercurio, il dio messaggero,
con ai piedi Argo, l'essere mostruoso
ucciso per volontà di Zeus.

L’ ambiguo significato della scultura dimostra
la libertà espressiva raggiunta da Donatello e la
sua capacità di interpretare le fonti antiche con
originalità.

David, con una mano serra la
pietra usata per tramortire Golia,
mentre nell'altra impugna la
spada con cui l'ha decapitato.

Ai suoi piedi si scorge la testa
mozzata di Golia, orribile trofeo
della battaglia.

Tutto il peso di David grava sulla
gamba destra, in opposizione a
questo la spalla sinistra è
leggermente rialzata.

La postura del corpo, con molta
probabilità, deriva dalla statuaria
policletea.
Maddalena Penitente, ca 1455/1456, legno parzialmente dorato, h.188
cm. Firenze, Museo dell'opera del Duomo. ●
La Maddalena lignea (da considerarsi
fra le ultime opere), scolpita per essere
collocata all'interno del battistero
fiorentino di San Giovanni, oggi
conservata al Museo dell'Opera del
Duomo.

Donatello abolisce ogni riferimento alla
statuaria classica ponendo interesse
verso un'analisi psicologica del
personaggio.

La Maddalena che nella storia del
Cristianesimo incarna l'immagine della
peccatrice, dopo il digiuno nel deserto,
ci appare consumata nel fisico ma
anche provata nell'anima.

Il volto ossuto e sofferente, le mani
lunghe e nodose, il corpo mortificato da
una cascata di lunghi capelli che le
ricoprono il saio, i piedi scheletrici.

A Maddalena rimane solo la fede.
- L'artista trasgredisce gli
ideali di bellezza per
rappresentare, attraverso la
scultura, i valori più profondi
della dignità umana.

- La scelta di utilizzare il legno non è casuale,


perché si tratta di un materiale umile e al tempo
stesso vivo. Donatello fa in modo che l'intaglio
renda ancora più evidente la pelle raggrinzita
del volto e delle mani, lo sguardo stanco, la
bocca sdentata. Lo scalpello di Donatello
sembra scavare ombre e luci, come
drammatiche ferite del corpo.
Monumento al Gattamelata, ca. 1445-1453.
Bronzo, 340x390 cm, con il piedistallo, 780x390 ●
Realizzato nel periodo
cm. Padova, piazza del Santo. padovano, insieme
all'Altare del Santo ,
collocati
rispettivamente sulla
piazza antistante alla
Basilica di
Sant'Antonio e
all'interno della
Basilica stessa.

Grandioso monumento
celebrativo in onore
del capitano di ventura
Erasmo da Narni,
soprannominato
Gattamelata.

Si ispira alla statuaria romana e in
particolare, al Marco Aurelio, del quale imita
anche la collocazione.

Egli volge la testa verso la propria sinistra,
al pari del cavallo. La mano sinistra regge
saldamente le redini mentre la destra
impugna il bastone del comando.

I tratti severi del volto, le ampie stempiature
della fronte e lo sguardo risoluto, ma mai
sprezzante, ne fanno uno dei ritratti più
naturali e profondo del Quattrocento.

Anche il cavallo viene rappresentato con
straordinario naturalismo: la zampa
anteriore sinistra appena sollevata e la
punta dello zoccolo poggia su una
simbolica palla di cannone.

Nonostante i riferimenti alla statuaria
classica, la scultura è il frutto di molti studi
preparatori. Utilizza la tecnica di fusione in
più pezzi, assemblati successivamente.

Potrebbero piacerti anche