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10/11/2022
• David, Michelangelo
Nella mano sinistra ha una fionda, perché sta pensando a come colpire
• David, Donatello
Bisogna rileggere le circostanze della committenza per comprendere la lettura dell’opera. Ritornato a
Firenze, commissiona a Donatello la statua di David, perché nella tradizione popolare fiorentina David era il
simbolo delle virtù civili (dell’intelligenza che sconfigge la forza).
Qui c’è qualcosa di particolare: la testa è stata tagliata con una spada, mentre il David di Michelangelo
aveva una fionda. Un altro particolare è il copricapo, assolutamente particolare (il copricapo si chiamava
petaso) → attributo tipico di Mercurio per il pantheon romano e Hermes per quello greco.
La spada è una spada di tipo orientale. Anche il pomo alla base dell’impugnatura, la forma della lama, etc.
Alla fine, si è arrivati a identificare l’iconografia con un’iconografia mista: si parla di David-Mercurio, perché
Mercurio era il dio dei commercianti e dei viaggiatori.
La postura era assolutamente virtuosistica: guardando anche solo il colpo senza vedere l’espressione,
capiremmo che David è soddisfatto di quello che ha fatto. D’altra parte, ha una mano in posizione di riposo
appoggiata al proprio corpo → si capisce che la scena è finita.
Era stata costruita come opera di destinazione privata: il palazzo Medici di Firenze. questa iconografia mista
ricercata si riconduce anche alla primitiva destinazione d’uso dell’opera. Poi è stata trasferita in Piazza della
Signoria e ora si torva nel museo.
Un altro aspetto improntate di questo opera è che si tratta del primo nudo di opera statuaria moderna →
vediamo la rinascita dell’arte antica attraverso il nudo.
• Cantoria, Luca Della Robbia → la famiglia Della Robbia ha inventato la terracotta invetriata
Fu pensata per adornare la crociera (la zona sotto l’altare) del Duomo di Santa Maria del Fiore, perché in
quegli anni, non essendoci più la cupola, bisognava pensare a come occupare quello spazio.
• madonna al centro del Santo (Sant’Antonio, santo più caro ai padovani → a Padova c’è ancora la
Basilica del Santo)
I piedi del trono su cui Maria è seduta: c’è una ricercatezza nei motivi e nelle forme che è unica → si nota
anche nella corona di Maria, che ha una forma particolarissima
La stessa ricercatezza passa anche attraverso l’uso di materiali (linei, marmorei, etc.)
Ha una serie di particolarità interessanti: la corona, il manto, la spilla che regge la veste, i montanti del
trono, etc. → ogni forma è assolutamente unica → fa pensare alla pittura ferrarese
Il soggiorno padovano
Nel 1443 Donatello giunge a Padova perché è chiamato per il monumento equestre in onore di Erasmo da
Narni, detto Gattamelata, capitano generale della Repubblica Veneta, morto in quello stesso anno.
Padova all’epoca era una città molto complessa perchè all’epoca ospitava quella considerata la prima
università italiana (→ ancora oggi alcune delle facoltà più importanti (in particolare in ambito scientifico e
medicina) sono a Padova) → le influenze da cui Donatello trae sono molte
Il monumento equestre per antonomasia dell’antichità era la statua di Marco Aurelio. Dopo la statua di
Marco Aurelio non c’era più stato un monumento equestre: i cavalli che furono portati a Venezia a inizio
del XII secolo, da Costantinopoli erano stati trafugati durante la Seconda Crociata e posti sulla sommità
della facciata di San Marco (da Napoleone erano stati portati via e Canova, poi, li ha ripresi e riposizionati).
La statua equestre non era più stata fatta, se non in momenti funerari, ma non come statua a sé.
Ricorda i cavalli in Piazza Cavalli, fatti da Moti. Donatello è chiamato per quest’opera ma si occupa anche di
un’altra opera: l’altare del Santo
Bisogna ricordare la postura del cavallo: ha una zampa alzata (→ questa posizione i ritrova anche nei cavalli
di Piacenza).
Nel ritratto che ne fa Donatello, Gattamelata ha anche un ritratto psicologico nel volto.
La strutturazione è molto chiara e limpida, basata su tre piani: piani del busto del condottiero, piano del
corpo del cavallo, piano delle zampe del cavallo. Il tutto è congiunto da una diagonale che taglia il quadro in
due dall’alto a sinistra in basso a destra.
Quello che si nota anche è la naturale posizione a cavallo del condottiero: il cavallo è ambientato bene e
anche il condottiero → è una posizione naturale: non era facile fondere una struttura così complessa.
Questa scultura non è stata fatta in un blocco solo: viene dalla saldatura di diverse parti messe insieme. È
una scultura in bronzo a cera persa: sono vari pezzi in bronzo da assemblare insieme saldandoli.
Sarà ripreso da Verrocchio 30 anni dopo con forme quasi identiche; dalla forma di Verrocchio si genera un
prototipo dei monumenti equestri che sarà seguito per diversi anni
È stato smembrato per necessità di ristrutturazione ed è stato rimontato nel 1855 ma con delle modifiche
→ aveva la Madonna al centro, due figure ai lati e, separate da colonne, altre figure ai lati.
L’altare del Santo oggi, con questa struttura architettonica, non è pertinente a quella di Donatello: fu
smembrato per ristrutturazione per poi essere ricomposto nel 1850 circa dal Boito → questa ricostruzione
fu fatta in modo non fedele alla disposizione originaria: le figure erano disposte così come erano disposte
all’inizio, ma è l’elemento architettonico dell’opera che non è fedele all’originale.
un’ipotetica ricostruzione del modello architettonico la si vede nel disegno: l’ipotesi si basa sul confronto
con la Pala di San Zeno, realizzata da Mantegna il decennio successivo.
L’altra cosa particolare è la posizione della Madonna, che sta per alzarsi e, quindi, si trova a metà → questo
ricollega all’iconografia di Donatello: si può ricondurre alla maiestas domini medievale (ovvero la madonna
che mostra il bambino all’adorazione dei fedeli) → in questo caso è lao stesso: la madonna si alza dal suo
trono per mostrare il bambino, ma, diversamente dalla maestà medievale, la madonna è qui attorniata da
santi. Tutte le pale rinascimentali sono piene di questa iconografia → sono tutte sacre conversazioni, il cui
elemento centrale è la Maestà che mostra il bambino all’adorazione dei fedeli. I santi intercedono tra il
momento divino (la Madonna) e gli esseri umani (i fedeli)
• madonna al centro del Santo (Sant’Antonio, santo più caro ai padovani → a Padova c’è ancora la
Basilica del Santo)
L’iconografia tradizionale della maiestas domini (dove la Maestà mostra il bambino ai fedeli) è alla base
dell’altare di Padova.
L’altare di Padova aveva nella fascia al di sotto dei rilievi, i più importanti dei 4 sulla vita di Sant’Antonio
(perchè la Basilica è dedicata a Sant’Antonio). Forse è l’opera più complessa di Donatello: troviamo la
presenza di scultura di vari materiali e vi troviamo anche, accanto al bronzo, anche la scultura della pietra
perché una delle lastre al di sotto delle figure che costituiscono la sacra conversazione, la principale era “la
deposizione del sepolcro” → anche qui Donatello pone diversi inserti a mo’ di tarsia con diversi colori a
significare i vari elementi della rappresentazione (in una varietà di materiali, forme, rappresentanze,
iconografie, etc.)
Al centro abbiamo la madonna con il bambino, ai lati i santi Antonio e Francesco (è uno dei santi più
importanti nella storia italiana.
Ci rimangono le formelle del miracolo di Sant’Antonio (di cui una è il Miracolo della mula).
Nella costruzione dello spazio di questa formella, troviamo la prospettiva → lo spazio è in fuga prospettica
dal soffitto, mentre in altre opere era dal pavimento (già trovate in altre opere di Donatello).
Pur presente questa fortissima sperimentazione (presente in questa statua ma anche nelle altre), nella
rappresentazione dei Quattro Miracoli di Sant’Antonio Donatello conserva il linguaggio articolato
prospetticamente.
Realista
Geometrico-prospettico
Sperimentale: uso di diverse materie, diverse cromie all’interno di contesti classici che, invece,
prevedevano solo il marmo. La sperimentazione si vede anche nell’iconografia, dove le espressioni
dei volti riecheggia il paganesimo.