Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La citt nasce come creazione di uno spazio antropico e completamente staccato dalla natura:
Evoluzione di quella radura che luomo primitivo apre nella foresta (abbattendo alberi,
alzando recinti, costruendo capanne) quando decide di separarsi dalla natura e di creare un
ordine da lui fondato, caratterizzato non da leggi naturali ma da costruzioni mentali tipiche
dellhomo sapiens quali la logica, la geometria ed il ritmo (Heidegger, 1988).
La citt, luogo per eccellenza delluomo, strutturata non solo da architetture e da spazi
urbani, ma soprattutto da fruitori di spazio, con una determinata cultura, ciascuno
caratterizzato da precise capacit percettive e modi diversi di interagire con lintorno.
Il livello di qualit di percezione che i fruitori hanno in un determinato spazio alimenta in
maniera determinante il benessere che gli stessi provano. Il livello di benessere alimenta a
sua volta la qualit della citt cos come viene vissuta dai cittadini.
Il termine qualit qui inteso come linsieme di tutti quei fattori, quegli artefatti e quelle
caratteristiche che aumentano la soddisfazione percettiva di un determinato spazio urbano:
una migliore percezione dello spazio urbano porta ad un attaccamento fra lindividuo e il
luogo in cui abita, si viene a determinare quella identit personale dellindividuo in relazione
allambiente fisico in cui vive e si forma.
I temi e gli sviluppi della qualit urbana sono molto vari e richiedono un approccio
multidisciplinare che comprende saperi diversi.
Un elemento importante della qualit della citt linfrastruttura verde urbana che associa
agli aspetti ecosistemici quelli delle attivit ricreative, della mobilit, fino agli aspetti pi
propriamente paesaggistici. Progettare una infrastruttura verde deve significare pensare in
termini di una rete verde interna alla citt, fatta di fasce di rispetto, di verde stradale (viali
alberati, aiuole spartitraffico o di ornamento a monumenti o piazze), di verde sportivo,
scolastico, sanitario, di giardini privati e urbani.
Per poter affrontare correttamente il tema dei giardini, sia essi privati che pubblici, occorre
prestare attenzione allevoluzione del giardino nel tempo, che poi levoluzione delle idee, dei
sogni e delle memorie degli uomini.
Queste che seguono sono alcune linee essenziali di un percorso per lo studio e la
comprensione dei giardini storici, relativamente ad un periodo di tempo piuttosto lungo che
compreso tra le origini e il giardino moderno. In questarco di tempo il giardino ha
attraversato periodi di imitazione e innovazione con momenti di massimo fervore e splendore
artistico che trova il suo culmine nel Rinascimento italiano gettando le basi per l'arte dei
giardini nella storia futura.
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 1/18
In primo luogo occorre soffermarsi brevemente sul significato di giardino, sulla sua
composizione e costruzione. E importante sottolineare come creare un giardino non solo
dare vita ad una euritmica composizione territoriale, un semplice raggruppamento e
armonizzazione delle differenti specie vegetali (alberi, arbusti, erbacee), disposizione degli
elementi architettonici nellinsieme dello spazio occupato, ma qualcosa di ben pi
complesso. In riferimento anche ad alcuni aspetti dello studio del paesaggio che abbiamo gi
affrontato possiamo utilizzare una definizione di giardino di Sante Graciotti: Il giardino
un condensato di valenze semantiche, un serbatoio di significati e di simboli, tanto
ricco di forme quante sono le arti che hanno concorso a crearlo, e insieme tanto
stratificato di sensi quanto lo lanima di cui l homo faber lo ha fatto allegoria.
O ancora unaltra definizione, questa volta di Duccio Demetrio: <<Il giardino un
sistema che pi della somma delle sue parti: pi degli alberi, dei fiori, dei
sentieri, delle fonti, che abitano la sua dimora. Quel pi costituito da quanto
conferisce al giardino il suo clima arcano, tenebroso, solare, ecc. il quale altro
non se non lincontro, in continua variazione ed evoluzione, tra le dimensioni
visibili note e la sensibilit interiore del giardino e del visitatore>>.
Il giardino , come abbiamo sottolineato, un sistema, un climax culturale, che presenta
un proprio equilibrio dinamico, frutto di relazioni fra le diverse componenti. Componenti che
qui sono tenute insieme dalla forza omeostatica che la cultura del tempo, lidea.
Il sogno del giardino nasce certamente dai bisogni nutrizionali dell'uomo e condiziona il suo
agire e il suo pensiero. L'idea primigenia risale ai tempi preistorici, probabilmente al
Neolitico, allorch nacquero i primi giardini per rispondere a un'esigenza di agricoltura
"addomesticata". La coltura delle piante rappresenta la relazione uomo-natura nella sua
essenza e nella sua continuit nel tempo, accompagnando nella sua gradualit la
civilizzazione dei vari popoli scandita dai millenni.
Allorch l'uomo non era occupato nella lotta per la sopravvivenza cercava come sua intima
aspirazione qualcosa di pi elevato che soddisfacesse anche il suo spirito e il suo senso
estetico.
Sante Graciotti nella sua prefazione al libro di Lichacev "La poesia dei giardini" afferma: << il
giardino un frammento dell'universo dove l'intervento dell'uomo tende a creare un mondo
non tanto artificiale quanto artistico, nel quale dar forma a un proprio ideale di perfezione e
di bellezza. Potremmo dire in poche parole che il giardino un tipico luogo utopico, nel quale
l'uomo si sforza di far emergere il mondo tendenziale dei suoi sogni. Il giardino dunque il
terreno su cui l'uomo deposita, creando una struttura a se stante, la sua relazione con la
natura>>.
La complessit di un giardino con il suo ampio spettro semantico richiede una attenta lettura
e non si pu ridurre la sua arte ad una semplificazione classificatoria in due categorie
compositive opposte:
- costruzione geometrica (giardini formali)
- assenza di regolarit (giardini informali).
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 2/18
A.S. 2010-11
pag 3/18
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 4/18
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 5/18
Canopo
Pecle
A.S. 2010-11
pag 6/18
significati religiosi il giardino non pot perci conservare il suo ruolo importante nell'ambito
della cultura occidentale che, dopo la dissoluzione del mondo romano aveva prodotto un
ripiegamento della vita medievale su se stessa entro le cerchia delle mura delle citt, ridotte
in ambiti ristretti fra torri e bastioni merlati.
Infatti l'Europa dal IV sec., ed almeno fino al IX sec. d.C., non pot che evidenziare un
quadro desolante delle proprie strutture. Si ridussero gradualmente e si immiserirono i
commerci. Si spopolarono le citt, la vita cittadina si accentr intorno alla Cattedrale dove il
Vescovo fin per assumere anche funzioni civili e amministrative. In tali condizioni la cultura
si and progressivamente isterilendo e venne meno quasi ogni forma di vita culturale.
L'analfabetismo dilag sia tra il popolo che tra i nobili e persino tra i chierici. Distrutti cos gli
ideali, la cultura si concentr e si conserv tuttavia nei monasteri. I benedettini, fedeli alla
loro Regola dell' "ora et labora", si dedicavano alla trascrizione dei codici e al lavoro della
terra nei piccoli appezzamenti claustrali, dove il giardino aveva assunto una valenza e
un'organizzazione particolare, piccola oasi al riparo dallimbarbarimento in una spirale
involutiva senza precedenti. L'incessante succedersi delle ondate barbariche port a rapida
rovina i monumenti e i giardini di tutto l'Impero. Le campagne vennero progressivamente
abbandonate e gran parte dei contadini si raggrupp in nuclei crescenti intorno al castello
feudale. Fino al 1200 i giardini romani, come espressione d'arte, vivranno solo come ricordo
nelle brevi aree dei chiostri e dei conventi e dei
monasteri e nel piccolo spazio all'interno delle cinte
dei castelli, delimitati da spesse mura e da alti recinti.
Il giardino era impostato nell'aggregato religioso su
vialetti ed aiuole attorno al pozzo centrale dove si
innalzavano spesso
solenni cipressi o fontane,
mentre tutto intorno erano i portici che si
riallacciavano alla concezione lontana degli antichi
peristili.
Il chiostro medievale ha avuto un ruolo importante nella trasmissione del giardino antico.
Nel giardino monastico del monastero di San Gallo (Svizzera) risalente al primo Medioevo
potevamo assistere ad un' "azienda" monastica obbediente alla regola della completa
autosufficienza, in una sorta di microcitt cinta da mura nella quale convivevano i luoghi di
preghiera e di lavoro, con gli ambienti dei monaci, il palazzo per il re e la sua corte, un
ospedale, la farmacia e le foresterie per i poveri. La planimetria del giardino documenta come
fosse organizzata e scompartita l'area del grande chiostro accanto alla chiesa comprendente
quattro giardini distinti fra di loro.
(2) aiuole con fiori;
(3) prato con fontana e padiglioni;
(4) labirinto;
(5) padiglione del bagno;
(6) aiuole con erbe;
Le altre aree del giardino sono destinate ai
(Pr) pomari
(V) verzieri, luogo di produzione delle erbe
medicinali e di quelle necessarie alla cucina e alla
profumeria;
(Vr) viridario per gli alberi sempreverdi;
(Ps) peschiera.
Il primo, l'hortus, con fini pratici quello che riguarda
le necessit alimentari. Il secondo complesso coltivato,
situato presso l'infermeria,
l' " herbularius",
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 7/18
che riguarda le erbe medicamentose per il sollievo dei malati, ed uno degli esempi
documentati di un "giardino dei semplici" medievale. Il terzo nucleo si esprime attraverso un
frutteto, il "pomarium", le cui piante si estendono su tredici aree che affiancano le
quattordici cimiteriali destinate alla sepoltura dei monaci. Tale cimitero pomario ha un
notevole significato allegorico: in esso gli alberi da frutto simboleggiano le virt della vita ma
anche la rigenerazione, legata all'idea della morte come momento di passaggio e quindi di
rinascita. Il quarto rappresenta un giardino claustrale che un esplicito manifesto della
simbologia cristologica, sottolineata dall'albero che campeggia al centro, protetto da un'aiuola
quadrata e dall'enfatizzazione della forma geometrica si evince il pregnante valore simbolico
del "quattro": i quattro fiumi del Paradiso (Tigri, Eufrate, Pison e Ghihon), le quattro virt
cardinali, i quattro evangelisti, i quattro Profeti, i quattro Padri della Chiesa. E' in questo
senso un chiaro riferimento al giardino paradisiaco, luogo dei beati. La tipologia dei giardini
del convento di San Gallo testimonianza diretta di una cultura simbolica e materiale che
nella societ occidentale monastica e laica dal primo Medioevo in poi assurge a modello di
comportamento.
E' solo a poco a poco che il giardino di delizia conquister il suo posto nella vita monastica.
Il carattere e l'aspetto del giardino medievale con tutti i suoi significati simbolici sono
riscontrabili nei testi mistici e poetici, nelle pitture, negli arazzi, nelle miniature dei codici dei
sec. XIV e XV: alte recinzioni in muratura, siepi con giunchi intrecciati, prati fioriti, alberi
sempreverdi raggruppati a boschetto, alberi da frutto, pergolati, fontane di marmo, peschiere,
canali per l'irrigazione, sedili di pietra.
Una trasposizione letteraria si ha nel Decamerone di Boccaccio, seconda met del '300. Il
novelliere fiorentino, nel proemio della terza giornata
ci introduce nel giardino trecentesco rifugio dalla
peste:
(...) fattosi aprire un giardino che di costa era al
palagio, in quello, che tutto era dattorno
murato, se ne entrarono; e parendo loro nella
prima entrata di maravigliosa bellezze tutto insieme,
pi attentamente Ie parti di quello co minciarono a
riguardare. (...) Nel mezzo del quale (...) era un
prato dl minutissima erba, e verde tanto che quasi
nera parea, dipinto tutto forse di mille variet di
fiori, chiuso dintorno di verdissimi e vivi aranci e di
cedri, li quali, avendo i vecchi frutti e i nuovi et i fiori
ancora, non solamente piacevole ombra agli occhi,
ma ancora all'odorato, fcevan piacere. Nel mezzo
del qual prato era una fonte di mar mo
bianchissimo e con maravigliosi intagli. ( - - - ) Il
veder questo giardino, il suo bello ordine, le piante e la fontana co' ruscelletti
procedenti da quella, tanto piacque a ciascuna donna et a' tre giovani, che tutti
cominciarono ad affrmare che, se Paradiso si potesse in terra fare, non sapevano
conoscere che altra forma, che quella di quel giardino, gli si potes se dare, n
pensare, oltre a questo, qual bellezza gli si potesse aggiungere(...)
Il giardino tutt'attorno era murato, ma anche le vie interne al giardino sono quasi "chiuse" dai
roseti e dai gelsomini, cos come lo spazio centrale "chiuso d'intorno" da aranci e cedri.
Quasi un gioco di scatole cinesi dove la chiusura sotto forma di muro o di piante, assurge a
difesa dal disordine, dai mali del mondo, dalla peste.
E' solo verso la fine del sec. XIII o i primi del XIV che si tende ad uscire dalle cinte murarie
per proiettarsi verso l'esterno.
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 8/18
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 9/18
A.S. 2010-11
pag 10/18
Jacopo Barozzi detto il Vignola, vero arch. paesaggista dell'epoca, fu il massimo creatore
dei giardini del '500 e autore di alcune dei pi bei giardini di quel periodo e di tutti i tempi.
Egli nel 1559 inizia i lavori per il cardinale Farnese del "giardino grande" di Caprarola. I
giardini pensili sono stati concepiti in modo da essere una naturale prosecuzione all'aperto
della casa. Ai giardini, progettati secondo il rapporto modulare basato sul quadrato, si accede
attraverso due ponti alle cui estremit sono collocate due statue per parte rappresentanti le 4
stagioni. Una pittoresca "catena d'acqua", che scaturisce da una grande fontana detta "dei
fiumi", conduce al giardino segreto.
Lo stesso Vignola nel 1566, mentre ancora impegnato nella realizzazione della villa di
Caprarola, inizia la realizzazione a giardino, per il Cardinale Giovanni Francesco Gambara, di
una parte del parco rustico della vicina Bagnaia, ottenendo un complesso che tra i pi bei
giardini del Rinascimento. Al Vignola appartengono anche le correzioni e il rifacimento del
borgo integrando il palazzo vescovile alla dimensioni del giardino quadrato della villa.
La chiarezza e la rigidit modulare architettonica
basata su una serie di quadrati, la successione
prospettica delle terrazze del giardino collegate da
un calibrato gioco di pendii, scale, fontane, riflettono
il razionalismo dell'epoca che afferma il dominio
dell'uomo sulla natura. A un siffatto giardino si
contrappone l'impianto del barco con i grandi lecci
sempreverdi e la fontana del Pegaso con i busti delle
Muse. Elemento protagonista l'acqua associata ad
elementi plastici ed architettonici.
A VILLA DESTE, forse pi che altrove, si celebra il dominio delluomo sulla natura per
magnificare il potere e il fasto del proprietario. Il napoletano Pirro Ligorio realizza per il
Cardinale Ippolito d'Este, nominato governatore di Tivoli, la sublime espressione paesistica
del '500: Villa d'Este a Tivoli. L'opera, realizzata
dal 1550 al 1569, sfrutta tutte le risorse
dell'ambiente naturale "educandole" secondo i
principi rinascimentali. Livella i pendii secondo
due direttrici principali, utilizza il patrimonio
idrico nelle sue infinite possibilit, struttura la
ricca vegetazione compensando spazi aperti e
chiusi, viali, prospettive, fondali. La vegetazione,
le pietre, i marmi, sono visti tutti in funzione
dell'acqua che sgorga in mille forme. Villa d'Este,
esemplare completo e perfetto del giardino
cinquecentesco, nel suo legare l'architettura al giardino e il giardino con il paesaggio, e che
utilizza l'acqua come elemento decorativo non meno importante del verde, diviene la
insuperata meraviglia del tempo. Afferma il Ligorio:" si vuole che i giardini di Villa d'Este
abbiano...forme fantastiche et come in sogni fatte per recare stupore e meraviglia". Si
anticipano cos i sentimenti controversi che, nella seconda met del '500, allorch la serena
fiducia nel potere assoluto dell'uomo sulla natura comincia a venir meno, animeranno i
giardini manieristi, dove la natura verr intesa e rappresentata come un universo magico e
segreto che suscita paura e sorpresa, che affascina e intimorisce. La prospettiva lineare del
giardino progressivamente si inizier a deformare, il bosco si far sempre pi vicino, la statua
classica diverr un mascherone mostruoso e si entrer nel giardino con il sentimento di
avvicinarsi ad un mistero che la fantasia vuole contemplare e la ragione capire.
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 11/18
Il GIARDINO BAROCCO
Gli orizzonti dischiusi dalla scienza, con le teorie copernicane e galileane, vanno a costituire il
terreno fertile da cui prender origine una nuova visione spaziale, quella barocca dellinfinito.
La sensazione dellignoto si tramuta nella meraviglia della scoperta della realt e i giardini,
che si realizzano in questo arco temporale, evidenziano lo sforzo compiuto dagli artisti nel
concepire e sperimentare nuove forme di spazialit. Cos il giardino diventa via-via sempre
pi grande e travalica i confini formali dellimpianto geometrico per identificarsi con il
paesaggio circostante.
Lo sviluppo della scienza prospettica
favorisce la ricerca di nuovi effetti
scenografici e illusionistici per dare agli
spazi l'afferenza di dimensioni maggiori del
reale in pittura, in architettura e nei
giardini. La prospettiva lineare cede il
passo agli artifici scenografici, zone di
ombra e di luce perdono i loro contorni
precisi e si fondono in un vago effetto
chiaroscurale. Osservando il rapporto tra il
naturale, il bosco, e lartificiale, il giardino,
vediamo una compenetrazione fra le parti,
i contorni si fanno meno netti e il bosco sembra avvolgerci conferendo unatmosfera
di mistero che affascina.
Gli artisti hanno sempre maggiori occasioni di realizzare vaste sistemazioni paesistiche di
ville-parco, offerte loro dalla committenza delle classi depositarie del potere, per cui le ville
con giardini avranno un eccezionale rilievo quantitativo e una notevole rilevanza artistica.
Se l'arte del giardino nel Rinascimento regolava la natura e ne investigava i misteri, nel '600
l'attenzione per i fenomeni naturali non pi sottesa dalla volont di conoscere, ma dal puro
desiderio
di
esibire
teatralmente
e
grandiosamente i prodigi e gli incanti della
natura, che viene intesa come fonte di continue
meraviglie che l'arte non deve ordinare, ma
esaltare. E' alla luce di questo modo di
pensare che la natura diviene arte e l'arte
diventa spettacolo naturale. Il giardino non
pi il luogo di chiare simmetrie dove
l'architettura domina le piante, ma teatro di
effetti prodigiosi, nel quale non si cerca tanto la
quiete e il riposo, ma l'esaltazione dell'immaginazione e dei sensi. Alla ragione geometrica
subentra la ricerca dell'effetto scenografico. Si affacciano elementi
nuovi, come gli spettacolari teatri d'acqua sostitutivi dei ninfei
cinquecenteschi o i teatri di verzura.
Lo spirito barocco non concepisce la natura come entit immobile,
ma al contrario, ne esalta la mobilit che percepisce attraverso
l'energia nascosta che trasforma materia e forma. Gian Lorenzo
Bernini (architetto e scultore) affermava di aver superato ogni
difficolt rendendo il marmo morbido come cera, e di essere riuscito a
trovare un notevole grado di coesione fra scultura e pittura. Nell'arte
dei giardini si ritrova la stessa tendenza a vincere la materia: si
danno alle piante forme plastiche e architettoniche, si creano
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 12/18
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 13/18
Vicomte. Qui egli lavora, su incarico del ministro delle finanze Fouquet, con l'architetto Le
Vau e al pittore Le Brun.
Dal centro della terrazza retrostante, ci si trova di fronte una prospettiva perfetta che
propone l'illusione di percepire interamente le
sequenze dei giardini allineati lungo un
imponente asse centrale, al termine del
quale, dopo una successione di tappeti erbosi,
parterres ricamati di bosso, fontane, vasche
chiude la prospettiva un punto di fuga posto
all'infinito.
Sono qui tutti esposti e compiutamente svolti
i temi caratteristici dello stile di Le Notre. Lo
spazio occupato dal giardino viene disegnato
e organizzato mediante artifici architettonici che
trovano nella matematica, nella geometria e
nell'ottica i loro fondamenti teorici a sostegno di
una
forte
volont
pianificatrice.
L'inaugurazione del giardino di Vaux, avvenuta il 17 agosto del 1661, rappresent una
tappa importante per la storia del giardino, al quale mai, sino ad ora, era stato attribuito il
compito di rappresentanza sociale in modo cos fastoso. Con Vaux si diede inizio a un periodo
votato al culto sconfinato della bellezza.
Dopo la morte di Mazzarino (1661) si accentu la centralizzazione del potere e il giovane
Luigi XIV controll ogni aspetto della vita sociale, compresa l'arte. I principi compositivi
messi in atto a Vaux furono fortemente innovativi e il re ne comprese la forza rappresentativa
e la possibilit di affidargli l'espressione della sua volont dominatrice dello spazio e della
manifestazione di una nuova dinamica di stato. Nelle accademie si celebreranno il suo potere
e la sua gloria, tutte le arti dovranno magnificare la persona del re e il giardino sar un
punto di forza essenziale ed eloquente quando, al trasferimento della corte a Versailles
nel 1682, diventer la scena per la rappresentazione della volont assoluta del monarca.
Il re vede in Le Notre il genio creativo al quale affidare la costruzione del suo immenso
giardino perch diventi anche il simbolo di una grandezza che non pu essere riconosciuta e
temuta senza correre il rischio di lesa maest.
Con la pi rigorosa delle simmetrie la
composizione del giardino di Versailles si
organizza attorno ad un asse centrale che si
allunga nel giardino per pi di tre chilometri e
poi quasi dieci nel paesaggio e con numerosi
assi secondari e paralleli. Le Notre distende una
smisurata successione di terrazzamenti sui
quali verranno sistemati bacini, fontane,
cascate, boschetti, ai quali unisce una
ricchissima
decorazione
architettonica,
scultorea e vegetale. I giardini di Versailles
sono suddivisi in tre parti che, partendo dal
castello, sviluppano una variet di sistemazioni con diversa complessit formale, comprese
tra il parterre e la foresta.
Nei giardini di Versailles si evidenzia la complessit del ruolo di Le Notre che spazia tra le
competenze dell'architetto, ordinatore degli spazi, a quelle del giardiniere, decoratore dei
medesimi. Se le composizioni barocche dei boschetti attestano la sapiente capacit del
giardiniere, il grande asse della prospettiva centrale dei giardini di Versailles certamente la
maggiore esemplificazione della componente geometrica e classica dello stile di Le Notre.
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 14/18
Le Notre ha realizzato altre importanti opere: Chantilly (Il giardino degli specchi) del principe
di Cond (Luigi II di Borbone cugino di Luigi XIV), Marly, (realizzata tra gli anni 16771686 con dodici padiglioni in rappresentanza dei mesi e dei segni zodiacali); Sceaux di
propriet del ministro delle finanze di Luigi XIV; S. Cloud di Filippo dOrleans, fratello di
Luigi XIV.
Con la morte di Le Notre si chiude il grande secolo dell'arte giardiniera francese.
IL GIARDINO IN INGHILTERRA
Nel XVIII sec. lo sviluppo storico dell'arte dei giardini fu rivoluzionato da nuove tendenze
naturalistiche, da una rinnovata poetica del paesaggio. All' ideologia rinascimentale
antinaturalistica dell' uomo dominatore sulla natura si opponeva la nuova concezione
culturale che intendeva la natura come pura, perfetta, artisticamente compiuta.
Con le esplorazioni del XVII sec. si scopr l'Oriente e si diede vita ad un'abbondante
letteratura che apr, o almeno dischiuse al pubblico occidentale un mondo fino ad allora
sconosciuto.
Il giardino non fu pi geometrico e definito, si dilat in tutte le direzioni annullando il recinto
e fondendosi insensibilmente con la campagna. Non fu semplicemente una moda, ma una
filosofia che cercava di ricreare l'equilibrio tra l'intelletto umano e l'ambiente e si
tramut nella ricerca di una possibile coesistenza tra scienza e natura.
Lo scrittore Addison nel 1712 esprime l'idea che possibile comporre dei giardini con
elementi improntati direttamente alla natura vera.
Gli inglesi pi sensibili al fascino dei paesaggi, pi abituati, anche alla vita rustica e
meno alla vita di corte si volsero del tutto naturalmente ad applicare le "arti della natura".
<<L'arte sublime quando pare opera della natura, e la natura fortunata quando l'arte la
esalta senza che se ne abbia sentore>> scriveva Addison.
Una nuova filosofia prende corpo, la natura ora predomina sullarte per la sua capacit di
stimolare limmaginazione e per la variet delle sue opere.
Le opere dei letterati di questo periodo porteranno ad un diverso modo di concepire
il mondo e costituiranno una delle fonti di ispirazione per larte dei giardini inglesi; si
diffonderanno successivamente, attraversando la Francia, nello spirito tedesco.
La politica dei Wighs trova nella campagna
lespressione delle proprie ideologie, influenzando
il pensiero estetico del giardino-paesaggio. Lo
spazio natura acquista valenza politica e il
parco paesaggistico diventa il giardino del
movimento liberale inglese. Scrive Pevsner: La
crescita libera degli alberi era un simbolo esplicito
della crescita libera dellindividuo, i sentieri
serpeggianti e i ruscelli rappresentavano la
libert del pensiero inglese, sia nelle convinzioni,
sia nellazione, e la fedelt alla natura del luogo
era fedelt alla natura nella sfera morale e in quella politica . Si riscontra, in questo nuovo
atteggiamento, un rapporto armonico con lUniverso che esprime la libert dalla tirannia,
dalloppressione e quindi dalloscuro mondo dellignoranza.
La natura, alterata dallestetica barocca, necessita di un rimedio. Luomo sente il desiderio di
recuperare il paradiso perduto e il riferimento al passato, agli antichi, doveroso per il
rapporto che questi avevano con il giardino, luogo da rispettare e da conservare. Una natura
capita, da osservare con meraviglia, da contemplare.
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 15/18
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 16/18
impianti cinesi e giapponesi centrati sul lago. Sembra di contemplare uno paesaggi eroici di
Claude Lorraine (vedi foto pi sopra).
Le idee paesaggistiche, formatesi in Inghilterra, trovano via via timide aperture anche
nella Francia di Luigi XV, - Petit-Trianon e ridisegno della scena dei Bains dApollon
(Versailles) - ove gli elementi pittoreschi si inseriscono tra le maglie della geometria
tradizionale.
Il nuovo pensiero si appresta ad evolversi verso il sentimento romantico di cui J.J. Rousseau,
in Julie ou la Nouvelle Hlose, ne precorre la tradizione. Il parco di Ermenonville, nei pressi
di Senlis (nel nord della Francia), specchio del pensiero filosofico rousseauniano,
espressione dellidea romantica di abbellimento della natura attraverso larte della
disposizione degli elementi della natura stessa e soddisfa la vista e lo spirito.
Il giardino romantico ha diversi e distinti significati. Il luogo, e, di conseguenza, il termine,
non indica affatto una forma specifica, ma uninteriore, peculiare sensibilit.
Romantico si associa cos con magico, suggestivo, nostalgico e soprattutto con parole
esprimenti stati danimo ineffabili.
Lespressione pi idonea giardino dei
Romantici, che salva la particolarit di ciascun
luogo e con esso lesistenza di uno spazio che
altrimenti non potrebbe sussistere, in quanto il
giardino romantico non pu esistere come
modello in s e per s. Romantico quindi
ogni giardino al di l del proprio stile, oltre il
giardinaggio artistico. Possiamo parlare di
desiderio profuso in un giardino o in un
progetto, nel suo significato pregnante di
ideazione, idea, proposito pi o meno definito
riguardo a qualcosa che si ha intenzione di fare
o di intraprendere come fatto soggettivo,
spirituale di rivelazione del luogo. Romantico
non progetto di maniera, quindi desiderio e non stile. Il progetto appartiene al mondo
oggettivo con categorie che non sono pi dello spirito, ma dellarte e della sua classificazione
tassonomica.
Anche in Germania, come era accaduto gi in Inghilterra qualche anno prima, il
giardino paesaggistico assume significati a volte politici e, contrapposto al rigido
schematismo e allartificiosit del giardino formale francese, si pone come negazione del
dispotismo.
Fra le tante realizzazioni ispirate a questa idea abbiamo il parco di Wrlitz del principe
Leopold Friedrich Franz von Anhalt-Dessau. Realizzato a partire dagli anni 60 del XVIII
secolo e pi volte ampliato fra il 1790 e il 1798, rappresenta uno dei pi preziosi giardini della
Germania che fu ammirato da pittori, filosofi e poeti tra cui Goethe.
Il giardino di villa Sorra, posto nel territorio di Castelfranco Emilia, rappresenta un
caso emblematico nella storia del giardino italiano. Costruito nel Settecento assecondando gli
schemi formali dellepoca, nella prima met dellOttocento viene ristrutturato secondo le
nuove regole compositive del giardino allinglese che si andavano diffondendo in quegli anni.
Il risultato finale lesempio pi rappresentativo di giardino romantico dellOttocento
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 17/18
estense, e uno dei pi importanti, se non il pi importante, dei giardini informali tuttora
presenti in Emilia Romagna.
Nel XIX secolo limpeto creativo si attenua e le nuove sistemazioni acquistano un carattere
eclettico, combinando aspetti formali con schemi pi semplici vicini alla natura. Alcuni
importanti giardini di inizio secolo scorso presentano questa doppia composizione: Hidcote
Manor, Sissinghurst.
A Sissinghurst, nella foresta del Kent, nei pressi
di Cranbrook, Harold Nicolson e Vita SackvilleWest realizzano un giardino del sogno, lidea di
un
luogo
ricostruzione
del
paradiso,
perennemente fertile, ove i fiori e i profumi
profondono in ogni periodo dellanno. Unidea che
viene da lontano, dal giardino di Alcino ove,
nello spazio chiuso, cintato da mura, crescono
alberi alti e rigogliosi i cui frutti sono perenni;
perch uno Zefiro continuo spira, che mentre fa
nascere gli uni gli altri matura (Omero, Odissea).
Il giardino organizzato in una serie di ambienti con un proprio carattere e forma. La
vegetazione inserita tenendo conto dei colori e dei profumi secondo il ritmo delle stagioni e
della ciclicit giornaliera.
In questa cornice, dove trovano posto il giardino di Primavera, quello dEstate, il giardino
Bianco e quello delle Rose, secondo un esuberante disordine, sbocciano una moltitudine di
fiori.
Con il giardino inglese di fine 800 chiudiamo questo breve percorso di storia dei giardini, ed
doveroso sottolineare come essi hanno occupato e occupano un ruolo fondamentale per tutti
noi. Ogni civilt al mondo ha avuto e ha i suoi, dalla Mesopotamia a Roma, dallEuropa alla
Cina.
Afferma F. Bacone (1561-1626) in un suo scritto:
" Il giardino il pi puro degli umani piaceri. E' il pi grande ristoro per lo spirito
dell'uomo, senza del quale costruzioni e palazzi sono soltanto rozze opere manuali".
Giuseppe Falivene
A.S. 2010-11
pag 18/18