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ARTE DEI GIARDINI

Una rassegna storica

Febbraio 2005
Indice
I) IL GIARDINO RAZIONALE ……………………………………………………………………………pag. 03

a) STRUTTURAZIONE FUNZIONALE, SPAZIALE E SCENICA

1. Rapporto con il programma funzionale.


2. Organizzazione dello spazio
3. Integrazione scenica del paesaggio circostante
4. Sviluppi regionali del giardino razionale

b) REPERTORIO BASE DEGLI ELEMENTI FORMALI

1. Tracciato regolatore
2. Parterre
3. Terrazzamenti

c) ELEMENTI MATERIALI E FIGURE DEL GIARDINO RAZIONALE

d) POSIZIONE DELLA VILLA RISPETTO ALLA PROPRIETA'

e) POSIZIONE DELLA VILLA RISPETTO AD EMERGENZE NATURALI

II) IL GIARDINO FORMALE ……………………………………………………………………………..pag. 14

a) LA SPAZIALITA’ BAROCCA

b) I GIARDINI BAROCCHI FRANCESI

c) I GIARDINI BAROCCHI ITALIANI

III) IL GIARDINO PAESAGGISTICO ……………………………………………………………………..pag. 16

a) IL CONTESTO STORICO

b) I PROTAGONISTI DELLO STILE ALL'INGLESE

c) L’ EVOLUZIONE DEL GIARDINO INGLESE

IV) COMPARAZIONE DEGLI STILI NELL'ARTE DEI GIARDINI D’OCCIDENTE ……………..pag. 23

V) I GIARDINI DEL NOVECENTO ………………………………………………………..………….……pag. 24

a) IL CALIFORNIA STYLE DI THOMAS D. CHURCH

1) Contesto americano dagli anni Trenta al dopoguerra


2) Concetti base del giardino
3) Spunti formali e d’uso dei materiali nei giardini di Church

VI) BIBLIOGRAFIA ………………………………………………………………………………………..……pag. 28

I) IL GIARDINO RAZIONALE

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a) STRUTTURAZIONE FUNZIONALE, SPAZIALE E SCENICA

1. Rapporto con il programma funzionale.

Da dimore rurali, all'inizio chiuse in sè stesse come fortezze, si sviluppano sempre più nel

Trecento e Quattrocento in forma di "villa", concepita come unità di casa e giardino. La

villa è concepita non solo a fini abitativi, ma conserva la sua funzione di fattoria (disponendo

di cantine, frantoi, magazzini), al centro di una grossa proprietà terriera. Il proprietario abitante

della città trascorreva in villa solo il periodo di "villeggiatura" estiva organizzando i lavori di

conduzione agricola. Nella villa di campagna vengono investiti i profitti delle crescenti

economie commerciali (possedere il pezzo di terra fuori città è un antico modello culturale

mediterraneo). Al lavoro di conduzione il proprietario affianca un'attività di raffinamento

spirituale, l'ozio intellettuale (la vita contemplativa secondo Seneca). Questo aspetto diverrà

prevalente. Le ville divengono allora dopo i monasteri medievali i nuovi centri di sviluppo

culturale. I secoli d'oro sono il Quattrocento e il Cinquecento, i giardini all'italiana successivi

risentiranno di influenze francesi o subiranno modifiche all'inglese.

2. Organizzazione dello spazio

L'impianto del giardino all'italiana risponde ad un ordine architettonico: organizzazione delle

forme secondo leggi geometriche. Si predilige un ideale di bellezza improntato sull'armonia

delle parti, data dalla proporzione rispetto ad una misura. La progettazione su base

geometrica della casa esce a comprendere anche il giardino. Le stanze all'aperto dapprima

semplicemente addizionate vengono organizzate secondo un asse principale (portone

d'ingresso – villa - estremità del giardino) intersecato da assi secondari (assi polari con

estremità ben definite, bacino d'acqua, belvedere, grotte, gruppo di sculture, con gradienti di

chiaro-scuro, luce-ombra). La narratività dello spazio è garantita da sequenze lineari rese

complesse dalla multisensorialità, spesso polare lungo un’asse. Accanto alle sequenze più

strettamente organizzate (mono o biassialità) assistiamo alla presenza di composizioni più

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complesse poliassiali, organizzate a gerarchia o a datum. Riferimenti letterari: Ovidio "Le

metamorfosi" (Villa Lante)

3. Integrazione scenica del paesaggio circostante

La composizione di questi assi avviene mirando ad un equilibrio prospettico, gestendo nel

modo migliore il punto finale degli assi, guidando l'occhio attraverso teorie d’oggetti, linee

direzionali, verso il paesaggio. La progressione a terra è resa più interessante con vari mezzi

architettonici, come il raddoppiamento delle scale perpendicolari all'asse o i continui cambi di

livello. La costruzione prospettica avvantaggia un punto di vista coincidente con il portone

d'ingresso o la loggia al piano superiore. E’ il risultato della "scoperta della vista"

rinascimentale, il modo in cui è realizzata l’integrazione scenica. La scoperta della posizione

fissa dell'esperienza visiva, in altre parole della prospettiva, costringe lo spettatore ad una

visione periferica, spassionata e distaccata;

4. Sviluppi regionali del giardino razionale

ƒ I giardini delle ville toscane

La villa è circondata dalla campagna e presenta edifici colonici, scuderie, frutteti, oliveti,

campi con covoni di paglia e fieno. Alcune parti del giardino conservano la commistione di

orto e giardino, nelle aiuole quadrate si piantano alberi da frutto, sotto i quali crescono fiori,

ortaggi e verdure.

L'aspetto formale e decorativo predomina nei giardini segreti, spazi piccoli ed intimi, nelle

immediate adiacenze della villa, circondati da un muro supplementare.

Con Villa Pratolino il giardino diviene un giardino ameno, un'autentica opera d'arte, ricca di

elaborazioni e molteplici aspetti.

ƒ I giardini delle ville romane

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Il prototipo è il Cortile del Belvedere (1503) di Bramante, una sequenza di spazi

organizzata sull'elemento della scalinata monumentale.

Si contraddistinguono per un'inclinazione al monumentale, arricchito dall'abbondante uso

della pietra in scenografie e sculture e dei giochi d'acqua.

ƒ I giardini delle ville venete

Si tratta di giardini molto sobri e geometrici, mediazione fra la villa come struttura

produttiva e la campagna. Porticato al piano terra, loggia al piano nobile, giardino in asse

con il porticato sviluppato in profondità, pergolati e argini di siepi a suddividere orto, vigneti,

broli e confinante con un piccolo bosco.

Peculiare la presenza di lunghi assi organizzatori della campagna con pioppi cipressini

per le ville in pianura e il rapporto con il fiume nelle ville della riviera del Brenta. La posizione

dominante sul paesaggio nelle ville sulle pendici collinari a volte non richiede la mediazione

del giardino. I lunghi assi richiamano la tensione all'infinito del giardino barocco.

b) REPERTORIO BASE DEGLI ELEMENTI FORMALI

1. Tracciato ordinatore

ƒ Definizione. Una sorta di piano che sta all’origine del disegno, uno schema geometrico

di posizionamento e proporzionamento degli elementi. Segnala una spazialità di tipo

urbano, analoga a schemi di fondazione della città.

ƒ Schemi essenziali:

- Schema ortogonale a maglie più o meno uniformi

Esempio a Villa Medici. Esistono alcune varianti. Un primo caso prevede l'assialità

(Villa Lante). L’asse principale può incardinare la casa, le fontane, l’ingresso, la

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campagna, e la costruzione delle parti soggiace ad una stessa misura (i centri degli

spazi di rappresentanza all'interno e all'aperto) dettata dal tracciato ordinatore della

villa (Petraia). Un secondo caso è lo schema ortogonale in cui prevale la biassialità

(Villa d'Este), con relativi fuochi d’interesse secondari sul secondo asse ortogonale

al primo. Un terzo caso infine è lo schema ortogonale con variazioni della

modularità delle maglie (Castello di Charlottenburg, Berlino);

- Schema ad assi convergenti

Schema radiale (Villa Aldobrandini) e circolare, completo o solo una parte (Orto

botanico di Padova, Castello di Schwetzingen);

- Schemi complessi come combinazioni degli schemi precedenti

L'idea della analoga città per parti con un modello alternativo a quello ortogonale

(Villa Adriana, Giardini di Versailles, l’Alhambra e il Generalife a Grenada);

2. Parterre (definizione della dimensione orizzontale)

ƒ Definizione: spazio unitario, ripetibile, ma non necessariamente modulare, suddiviso

generalmente in quattro parti uguali mediante un tracciato cruciforme, il cui centro può

essere più o meno evidenziato, con una fontana, un padiglione, un'isola (se le vie

d'acqua lo consentono). Usualmente gli elementi interni costitutivi sono siepi, alberi, muri

di cornice, ma le molte caratterizzazioni assunte hanno aperto la strada a molteplici

soluzioni materiali e figurative;

ƒ Composizione: è la cellula fondativa rispetto alla totalità, permette la costruzione di un

giardino tramite parti elementari, grazie alla possibilità di variazioni dimensionali di

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questa unità o suoi multipli secondo la regola della ripetizione e la singolarità. Elemento

di combinazione e aggregazione, sia rispetto alla casa (ove esista un rapporto di

reciproca dipendenza compositiva) sia rispetto al giardino. Il centro, l'incrocio degli assi,

si carica di forza centripeta o centrifuga secondo il rapporto che questa parte instaura

con il suo contesto (evidenziato anche dalla forma che assume il centro: centro che

sborda sui quarti oppure non erode i quarti, ma anche forma del centro che può

suggerire espansione, allungamento, stabilità o condensazione);

ƒ Caratterizzazioni rispetto alla dimensione spaziale prevalente su cui si estrinseca

l'ordine di accostamento:

- giardini ad unità accostate, giardini piani;

- giardini ad unità sfalsate, giardini terrazzati;

ƒ Caratterizzazioni rispetto alla forma al contorno:

- a pianta centrale, quadrati o circolari, o una combinazione delle due figure

geometriche (ricordano il tempio);

- parterre a schema lineare, rettangolare, spesso combinato con altri elementi che

ne determinano gli estremi, secondo una doppia polarità; esedra (spazio a

semicerchio, spesso con sedili), doppia esedra, esedra da una parte ed edificio

dall'altra (ricordano la pianta basilicale, con rapporto fra i lati 1:1,50;

- configurazione ellittica, (ricordano l'anfiteatro e l'ippodromo) che si propongono

come i precedenti come configurazioni emergenti del giardino, per la difficile

ripetibilità e per il fatto che costituiscono spazi carichi di tensioni dinamiche attorno a

cui ruotano gli altri elementi del giardino. Diventano luoghi peculiari in cui si

condensa l'individualità del giardino;

- a pianta quadrangolare, cui il parterre si adatta con la sua struttura cruciforme,

assorbendo le irregolarità della pianta

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ƒ Caretterizzazioni rispetto alla sua elaborazione tridimensionale:

- rimane sostanzialmente bidimensionale, uniche verticalizzazioni dovute a presenze

scultoree;

- viene riccamente elaborato ed arricchito di architetture vegetali in assenza di

presenze scultoree, la cornice viene ampliata;

- acquista tridimensionalità grazie alla presenza di alberi (da frutto, ecc.);

ƒ Caretterizzazioni rispetto al tracciato ordinatore:

- si inseriscono in un tracciato ordinatore a gerarchia uniforme, riempiendone le

campiture e magari modificandosi in base a rapporti proporzionali. I punti singolari

rappresentano l'eccezione;

- si subordinano in definizione formale ed in varietà ad un tracciato ordinatore che

prevale, per esempio evidenziando gerarchie di viali e sfalsamento di piani;

- risaltano in qualche modo nell'impianto generale rispetto al tracciato ordinatore,

formalizzandosi in un giardino segreto racchiuso da una cornice di pergole e bosco

(Petraia), oppure accostandosi in tracciati regolatori tesi ad esaltare gli scorci

prospettici (Villa Aldobrandini , il tridente nel Settecento).

ƒ Rapporti particolari con altre parti del giardino:

- l'edificio stesso, l'esedra, e altre costruzioni murarie in un rapporto di polarità e

tensione, spesso poli di una configurazione compiuta e autonoma mediata dai

parterre;

- il bosco, come antigiardino simbolo di una natura accolta ma non dominata (il bosco

di Villa Lante), inserito come cornice esterna dei parterre. Nei rapporti con il

successivo impianto all'inglese con il quale si confronteranno molti giardini

all’italiana, può rimanere l'impianto geometrico e l'ampliamento all'inglese può

continuare a porsi come bosco, inteso come elemento “pieno” entro cui sono

ritagliati i parterre;

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- si pone come elemento formale unico e autonomo come giardino interno (chiostro

medioevale, corte, patio spagnolo, ecc.), ove realizza un'idea compiuta di giardino,

come giardino nella casa.

ƒ Caratterizzazioni in base alla funzione:

- variante a labirinto;

- variante ad uso dell'agricoltura, il disegno permane per ragioni collegate ad una

maggiore produttività e scaturisce dall'uso di tecniche agrarie;

- variante per collezione botanica (es. il rosarium);

- parterre d'acqua, con spesso al centro l'isola;

- parterre con aranci e limoni in grossi vasi di cotto sollevati da un piedistallo,

ricoverati d’inverno in strutture di riparo, largamente finestrate, esposte a Sud

(aranciere, limonaie);

3. Terrazzamenti (definizione della dimensione verticale)

ƒ Composizione

Obiettivo non è solo il guadagno di terreno coltivabile o abitabile, ma soprattutto il

dominio spaziale conquistato dall'alto, con il belvedere e la bella vista, ripresa nell'edificio

dalla loggia o dalle serie di logge. Antecedenti nelle ville toscane rialzate su un

basamento, ma soprattutto nel belvedere di Bramante. Tutto ciò crea un sistema di

relazioni più dinamico che non quello che si realizza su un unico asse centrale

unidimensionale: si incrociano linee longitudinali (assi prospettici), trasversali (edifici,

parapetti; le balaustrate delle terrazze aggiungono linee orizzontali che tagliano e

arricchiscono di punti intermedi le lunghe assialità longitudinali), oblique (gradinate).

Elementi costitutivi: le strutture che collegano i terrazzi (gradinate, scalee, dritte e curve,

ellittiche o circolari), la linea d'arresto dei piani (balaustre e muretti), le strutture di

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sostegno (muri arricchiti e articolati da nicchie, ninfei, porte, elaborati anche negli

andamenti, rettilinei o curvi, verticali od obliqui), le strutture in aggetto (il belvedere, che

rappresenta quello che la loggia è per la casa, a volte possono coincidere). Il tetto

giardino o la terrazza giardino è da riferirsi al giardino intercluso inteso come stanza

all'aperto dell'edificio.

ƒ Caratterizzazioni rispetto al rapporto con il paesaggio:

- giardini in cui prevale il muro di sostegno. Dal giardino-belvedere al contesto, il

rapporto con il paesaggio è di transizione e di complementarietà. Come elemento

strutturale, il muro inizialmente esibisce solo la sua funziononalità, col progredire del

numero e della struttura dei piani terrazzati delle strutture di collegamento fra i piani, il

muro tende ad arricchirsi di partiti architettonici e di strutture di sostruzione (una

struttura, più o meno sotterranea con funzione di fondazione per edifici, per formare il

piano di base orizzontale quando il terreno è in pendenza);

- giardini in cui prevalgono le scale. Le gradinate possono essere oggetto d’intensa

elaborazione anche stilistica, dando luogo a grandiosi effetti scenografici. Il giardino

diventa in sè stesso evento scenico, scenografia, veicolo di eventi ludici e

rappresentativi. Il rapporto con il contesto territoriale, con il paesaggio, è di

contrapposizione, dal contesto al giardino-monumento. Le scale portano verso un punto

in alto, costruito più per essere guardato che per guardare (l'edificio, la sorgente, una

fontana, stagliati sul cielo). Villa d'Este sviluppa entrambe le soluzioni con scalinate

monumentali sull’asse principale, e un asse laterale con ad una estremità una balconata

verso il paesaggio oltre il dirupo.

c) ELEMENTI MATERIALI E FIGURE DEL GIARDINO RAZIONALE

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- i muri, composti da pilastri e piani verticali più o meno decorate nella parte terminale

(merli, ecc.), nella parte centrale (decorazioni, mosaici, ecc) e spesso ospitanti nicchie

per fontane e statue;

- gli alberi, sempreverdi in particolare (cipressi, pini domestici, lecci, platani, aceri, olmi,

Magnolia grandiflora dalla metà del Settecento), usati per creare viali, cerchi, esedre,

oppure foggiati a formare canali ottici squadrati;

- le siepi di sempreverdi sagomati (bosso, tasso, ginepro, rosmarino, alloro, lauroceraso)

o di specie spoglianti che sopportano la potatura (carpino, faggio, acero campestre),

culminano in costruzioni architettoniche raffinate come i teatri di siepi;

- la pergola, elemento strutturante, stanza corridoio all'aperto, ricca di profumi, ricercata

commistione di natura e architettura, per mezzo della copertura di svariati rampicanti

(vite e rose in antichità, oggi anche con rosa banksiae, glicine, caprifogli e gelsomini);

- le sculture ornamentali. Il giardino all'italiana è stato definito un museo archeologico

all'aperto. Esso non è mai venuto meno in questo senso alla sua funzione di luogo di

erudizone intellettuale, proponendo ai suoi visitatori colti itinerari iniziatici. Inizialmente si

esponevano le sculture rinvenute negli scavi delle antiche ville romane, riguardanti i temi

della mitologia greco-romana della natura. Ssuccessivamente nel periodo barocco si

sostituiscono a questi temi più mondani (personaggi della vita di corte, ballerine

danzanti, nani e buffoni). Le sculture hanno anche un ruolo nella composizione

architettonica, guidano lo sguardo e articolano lo spazio: diventano centri di parterre,

finali d’assi, elementi di ritmo di muri e siepi, guardiani agli ingressi. Da notare il forte

effetto chiaro-scurale delle statue sugli sfondi scuri delle siepi. Notevoli i rapporti acqua-

scultura, con divinità fluviali, marine, animali, accanto ad anfore sgorganti acqua,

mascheroni zampillanti.

- le grotte, contrappunto dei belvedere, avevano suggestivi significati legati non solo

all'alchimia ma anche al loro peculiare simbolismo cultuale e mitologico. Si differenziano

in: grotta a nicchia, su muri di sostegno e recinzione, in connessione con una scalinata,

può ospitare zampilli d'acqua o cascate; grotte a sala a pianta regolare con facciata

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architettonica di finestre e portali, grotte tutte artificiali costruite in ambienti naturali

confacenti, ombrosi, alle pendici di colline;

- il bosco, contrappunto dei parterre, natura selvaggia o natura dell'età dell'oro. Sfondo e

cornice del giardino, specie in ville sulle pendici di colline, dà stabilità e peso alla

composizione. Da ricordare i boschi sacri con sorgenti, il surrealistico Bosco di

Bomarzo, il boschetto di Villa Rizzardi (Valpolicella);

- le altre piante. Alberi da frutto dei giardini toscani e veneti (ciliegi, peschi, albicocchi,

susini, cotogni, peri, nespoli, melograni, fichi e mandorli). Aranci e limoni (in grandi vasi

di terracotta disposti nei parterre, oppure sul bordo di balaustre, lungo vasche d'acqua e

muri di sostegno, ricoverati d'inverno nelle arancere). Arbusti: gelsomini, oleandro, le

importazioni inglesi del 18-19° secolo (ortensie, azalee, rododendri, camelie, glicini e

bouganvillee). Fiori: Aquilegia, Ciclamino, Mughetto, Iris, Giaggiolo, Viola del pensiero,

Viola, Viola mammola, Margheritina, Non-ti-scordar-di-me, Primula, Garofano,

Malvarosa, Giglio bianco, Damigella. Collezioni botaniche: orti botanici con ricerca di

piante curative, piante esotiche da tutto il mondo conosciuto, il rosarium che spesso

costituiva per intero il giardino segreto (Rosa gallica, Rosa phoenica, Rosa corymbifera,

Rosa damascena, Rosa centifolia; poi vennero le cinesi, le banksiae, ecc.), giardini di

vasi (sulla terrazza, o vicino a casa), con fiori o arbusti in fioritura (sostituiti dopo la

sfioritura) e con aromatiche.

- l’acqua, in varie tipologie. Come elemento statico: (quarto/i di parterre) a forma di

rettangolo o cerchio (libero o con il motivo dell'isolotto: a superficie riflettente o riempita

di ninfee e pesci. Come elemento dinamico: 1) esce da forme plastiche raggruppate in

nicchie semicircolari ricoperte di muschi e felci e si riversa in una vasca. L'acqua vi

arriva deviata da un corso d'acqua locale attraverso condotte di piombo; 2) esce da una

fontana di bella forma con getto d'acqua verticale; 3) forma la cascata, a gradi,

fiancheggiata da una scala; 4) i giochi d'acqua, l'acqua-folie, più che strutturale, moda

dei giardini barocchi, ma tuttora ripresa nei parchi contemporanei. Si può arrivare ad

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avere il giardino nell'acqua (isola-giardino, parterre con isola, edificio nell'isola). Vedi

L'acqua nei giardini delle ville venete.

d) POSIZIONE DELLA VILLA RISPETTO ALLA PROPRIETA'

- centralità, spesso con basamento evidente (basis villae): dominio visivo sul

paesaggio e viceversa casa come monumento isolato nel paesaggio (Petraia);

- eccentricità della casa, dovuta ad un miglior posizionamento per vedute

paesaggistiche, la casa rimane centrale nel contesto del paesaggio. Possono variare

i prospetti rivolti sulle diverse parti del giardino. Si danno alcune possibilità: in un

caso l’edificio abbisogna di un secondo polo compositivo che bilanci la tensione

spaziale presente in giardini allungati (Poggio Reale); nell’altro caso l’edificio e il suo

spazio di pertinenza sono un perno compositivo di due ali o parti del giardino (Villa

Medici).

e) POSIZIONE DELLA VILLA RISPETTO AD EMERGENZE NATURALI

La villa, come complesso unitario (casa – pertinenze – giardino - territorio circostante), attraverso

rapporti visuali o di connessione spaziale, incorpora del sito quegli elementi che lo caratterizzano

come emergente e che lo hanno fatto scegliere come luogo ideale di edificazione. Si evidenziano

due rapporti fondamentali con le emergenze naturali, nel caso specifico i corsi d’acqua:

- rapporto diretto, la villa “cerca” con un percorso assiale il corso d'acqua e lo

attraversa. Il ponte può essere importante. (Poggio a Caiano);

- rapporto visivo indiretto: la villa si posiziona in modo da godere della vista sul corso

d'acqua (Villa La Rotonda, Ville della Riviera del Brenta, Castello di Charlottenburg).

II) IL GIARDINO FORMALE

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a) LA SPAZIALITA’ BAROCCA

Emergono nuove forme di spazio legate a idee di estensione, dinamismo, centralità, sviluppate

grazie allo sviluppo della scienza prospettica: si realizzano grandiosi effetti scenografici e

illusionistici per dare agli spazi l'apparenza di dimensioni maggiori del reale, per movimentare le

architetture e le piazze. Il procedimento barocco urbano: lungo viale rettilineo o grande piazza

prospetticamente centrati su un fondale monumentale (punto focale della costruzione e sede del

potere: chiese, palazzi, castelli, monasteri) attraverso la mediazione di un uno spazio antistante il

fondale, concepito come scena di teatro, chiuso ad U sui tre lati (proiezione del potere,

prolungamento all'esterno del palazzo: l'ellittica Piazza S. Pietro, Campidoglio a Roma, Castello di

Schönbrunn a Vienna). Vi si devono aggiungere altri espedienti formali: i parterres geometrici,

decoro necessario di queste corti barocche, i punti di veduta e i percorsi d’accesso moltiplicati a

raggiera, le sontuose varianti del motivo della rampa d’accesso davanti agli edifici monumentali.

b) I GIARDINI BAROCCHI FRANCESI

- un lungo asse centrale, con prospettiva all'infinito (Versalilles) o con forte punto

culminante (Vaux-le-Vicomte). Lungo l’asse viene messa in scena una coreografia di

parterres en broderies, fontane, sculture, specchi d'acqua, prati e foreste. L’asse è

incrociato da percorsi trasversali e radiali per aprire molteplici visuali (il tridente barocco)

e penetrare nel bosco;

- l'equilibrio fra interesse centrale coercitivo e seducenti divagazioni laterali deve

essere raggiunto magistralmente: a Vaux-le-Vicomte i canali trasversali sono

progressivamente più lunghi con l'aumentare della distanza dal castello, mentre le fasce

boscate stringono maggiormente l'asse centrale;

- l'organizzazione dei livelli è tale da permettere o impedire la vista diretta o riflessa di

determinate parti del giardino o del castello situandosi in punti di vista ben precisi (dalla

terrazza superiore il canale non si vede, le cascate sembrano sgorgare nella vasca

quadrata della seconda terrazza);

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- il parco ritagliato nel bosco predomina sul palazzo, sebbene il palazzo costituisca

una forte polarità grazie, alla posizione sopraelevata sul parco e all'incardinamento

dell'asse fondamentale dell'impianto. Ogni particolare dell'esteso allineamento di cose

trova la sua origine, la sua finalità, per mezzo della geometria, nella consapevolezza di

un potere assoluto che ne ha ordinato l'esecuzione. Questo modello di rappresentazione

non trova appoggio negli uomini o nella natura ma nella ragione presentificata dal

monarca (una ragione cartesiana, una ragione strumentale, calcolatrice);

- i grandi specchi d'acqua, i bacini e i canali accentuano l'ampiezza della visione dello

spazio grazie all'effetto riflettente ed aumentano le distanze percepite per effetto

dell'evaporazione dell'acqua e della conseguente "prospettiva aerea".

c) I GIARDINI BAROCCHI ITALIANI

I giardini italiani del periodo barocco non raggiungono, salvo rari casi, risultati comparabili a quelli di

Le Notre. La cattura dell’infinito visuale, il raggiungimento dell’estasi nelle feste avvengono in

apparati scenici di grande elaborazione, ma di dimensioni più ridotte. L’infinito è colto nello stagliarsi

verso il cielo di un piccolo belvedere al culmine di un asse d’acqua che sale verso l’alto,

inerpicandosi sul fianco di una collina. Rispetto al giardino razionale essi non vivono della

complementarità col paesaggio circostante ma iniziano piuttosto ad auto-rappresentarsi, ad esibire

da sé stessi un apparato scenico che soddisfi il visitatore. L’esperienza francese, come sarà poi per

quella inglese, esercita il suo influsso sui giardini costruiti in Italia nel periodo coevo . Di seguito si

elencano alcuni tratti distintivi di questi giardini considerandoli nella progressione “evolutiva” dai

giardini rinascimentali:

- aumentano di dimensione;

- ai tracciati ortogonali se ne aggiungono di circolari, ellittici e diagonali, aprendo

prospettive indefinite verso il paesaggio;

- aumenta il carattere pittoresco del giardino (la vivacità e la varietà della composizione),

si elaborano i giochi d'acqua e le parti architettoniche del giardino (scale, balaustre,

esedre, ninfei);

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- i parterre abbandonano le forme rigorosamente geometriche ed assumono forme

ornamentali più fluide e più decorate (parterre de broderie);

- le scalinate e le balaustrate si elaborano formalmente, aumentano i giochi d'acqua;

- gli assi si prolungano all'infinito: si attenua la linea di separazione fra giardino e

paesaggio, l'asse ordinatore non è più organizzato secondo sequenze spaziali

proporzionate e gerarchizzate (questa modalità nasce in Francia con castelli e parchi di

poteri assoluti, non in ville con giardino). I tentativi italiani spesso hanno poca forza. Il tema

in questione è il rapporto fra la casa e il territorio d’insediamento, inteso inanzitutto come

dimensione e forma del giardino. Nel giardino all'italiana la villa detta il suo modulo

geometrico al territorio e comprende uno spazio vitale protetto, come propria estensione,

che può permettersi di sottrarre alle coltivazioni agricole e che richiede una manutenzione

importante, onerosa se lo spazio è eccessivo. Nel giardino barocco il palazzo oppure il

castello si circondano di uno spazio di rappresentanza che può estendersi a piacimento.

III) IL GIARDINO PAESAGGISTICO

a) IL CONTESTO STORICO

- L'interpretazione inglese dell’architettura palladiana trova fortuna in Inghilterra,

ma gli edifici progettati rimangono spogliatati del rapporto col paesaggio, tipico

della tradizione veneta. La Rotonda palladiana sembra essere perciò il

modello di ubicazione del palazzo inglese del Settecento;

- In Inghilterra lo stile formale aveva probabilmente prodotto dei giardini

eccezionalmente elaborati, rigidi, privi di coerenza e unità compositiva. Il rifiuto

del formal garden trova alimento nell'antica tradizione dei giardini cinesi, dove

impianti informali alternavano dolci colline, laghetti, percorsi sinuosi. La "linea di

bellezza" diviene la linea curva, meandriforme.

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- Clima e territorio congeniali alla gestione di aree così vaste di intervento, che

non abbisognano di irrigazione;

- L'arte dei giardini non segue più un’analogia con l’universo basata sulla

costruzione di un microcosmo attraverso figure geometriche ideali e i loro

rapporti proporzionali, ma si appoggia piuttosto sull’imitazione della natura. Ma

cosa si deve imitare? Si eserciterà un’imitazione analogica (non copiare una

produzione della natura, ma imitare, mimare le idee e le sensazioni che

vengono risvegliate nella mente nell’osservatore in sintonia con il quadro

naturale) della natura, riconoscendone il carattere. Si devono perciò

riconoscere: i caratteri naturali legati al luogo, la cui diversità sembra

adattarsi alla diversità di gusti e inclinazioni degli uomini destinati ad abitarlo

(analogia debole fra caratteri naturali e temperamenti umani), tali caratteri

possono essere rafforzati nel giardino in costruzione da interventi artistici

scultorei, letterari, architettonici. Il giardino viene arricchito da una componente

letterario-poetica; i caratteri naturali in cui la Natura produce ambienti

sublimi (cascate, rocce, grotte, grandi montagne, ecc.) legati

successivamente al Romanticismo; i caratteri legati al rango sociale dei

proprietari, alla natura degli edifici annessi al giardino ed infine ai bisogni

ed usi che devono organizzare la disposizione. Pittura e architettura sono

convocate nel giardino, per “prestare” i loro registri analogici, ma c’è un

problema, la reciproca intransitività, essendo la prima bidimensionale e la

seconda tridimensionale, con la loro diversità di costruzione, uso (vedere a

colpo d’occhio contrapposto a percorrere e scoprire) e significato attribuito

(natura bella esibita contrapposta a natura dominata). Prevale l’atteggiamento

pittorico e l’arte dei giardini incontra quindi i pittori di paesaggio del Seicento

(Poussin, Claude Lorraine, Salvator Rosa). Trova base estetica

l’apprezzamento per la bellezza della natura selvaggia, per l’irregolare e

l’asimmetrico, contrapposto all’artificio della sua limitazione e

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geometrizzazione. La bellezza visibile secondo Knight è data da luci e colori

spezzati o graduati, dalla qualità dell’ ”intrico” che genera varietà formale di luci

e di ombre e colorazione sensitiva. I pittori paesaggisti ricercano la qualità della

fusione del visibile, prodotta dalla luce del crepuscolo. Nel caso di Claude la

composizione è costruita per piani successivi verso un orizzonte luminoso. I

piani sono fusi fra di loro, non solo dal gradiente luminoso, ma anche, da linee

d'acqua, strade e ponti, con architetture e alberi sul primo piano in ombra. La

scena che caratterizza il soggetto del quadro è situata proprio qui, di fronte allo

spettatore. Il giardino diventa allora un doppio perfezionato di una

rappresentazione “bella" della natura. Ma presto ci si avvede che imitazione e

originale sono della stessa natura, costruiti con gli stessi mezzi, e quindi non

può esistere fra di essi distinzione. La bellezza dei quadri paesistici, per i quali

funziona senza problemi la teoria dell’imitazione, è prodotta dal “caso” (dagli

abitanti del luogo, gli insider) dice Ippolito Pindemonte, poeta veronese. L'uso

di quadri "pittorici" continuerà invece a riguardare le nuove scienze naturali

propugnanti una visione oggettiva della natura (botanica, geografia, ecc.) dove

la nozione di carattere si legherà in seguito a quella di funzione e d’organismo

(dal visibile allo strutturale).

- Al movimento paesaggistico inglese si affianca il sostegno di filosofi e letterati,

propugnanti un ritorno alla natura in un senso più organico. Ciò deve avvenire

attraverso il recupero di una visione arcadica del naturale, popolata dalla

mitologia greco-romana e da un culto dell'antichità attraverso la riproposizione

anche sottoforma di rovine d’architetture storiche.

b) I PROTAGONISTI DELLO STILE ALL'INGLESE

William Kent

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Crea sequenze di pieni-vuoti con gran senso di movimento e di tenuta

dell'insieme. Sfrutta abilmente inquadrature prospettiche verso l'edificio e verso

l'ambiente esterno, punteggiando il parco-giardino e la campagna di punti focali

architettonici formati da archi, tempietti e ponti. Stowe. Il suo paesaggismo è

pieno di riferimenti poetico-letterari classici, chiaramente espressi nei nomi e

nelle iscrizioni che accompagnavano edifici e manufatti.

Lancelot "Capability" Brown

Un linguaggio essenziale, ripulito da ogni riferimento classico. Tappeti erbosi fin

sotto casa, digradanti verso un laghetto o fiume formato da dighe nascoste a

sponde sinuose il cui profilo intero non è mai visibile, colline sullo sfondo con

recinti infossati. Trattamento degli alberi: belting-clumping-dotting (creazione di

cinture verdi, di boschetti e disseminazione di alberi isolati). Grandi

composizioni che impiegano quasi astrattamente solo elementi naturali.

Blenheim

Humphry Repton

Allievo di Brown, permette ai clienti di conservare le loro terrazze. Propone di

rafforzare il senso di vastità della tenuta del landlord attraverso una coerenza di

stile e di stemmi su edifici limitrofi alla proprietà e su landmarks presenti su di

essa. Lo sganciamento dall'universo letterario, la scoperta di nuove porzioni

terrestri di natura incontaminata, la riduzione progressiva delle dimensioni dei

giardini progettabili, portano Repton a lavorare maggiormente sul primo piano e

a ripristinare la demarcazione fra arte e natura, fra giardino e paesaggio,

attraverso terrazze e balaustrate, e una successione di spazi funzionali. A lui si

deve la regola dei due terzi.

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John Claudius Loudon

Propaganda lo stile gardenesque, che rafforza la visione di esemplari arborei

isolati, la varietà e la ricchezza di specie impiegate, perdendo in gerarchia e

significato degli spazi e della successione delle scene. Le sue proposte

allargano il concetto di carattere del pittoresco a tipologie di cottages da

abbinare ai relativi giardini: fondamentale è scegliere un tipo di architettura in

relazione al suo scenario naturale, il carattere del luogo diventa perciò

condizione per la scelta del tipo, della funzione e dello stile dell'edificio. Tutto in

un virtuoso circuito di armonizzazioni, di analogie secondo l'aspetto del visibile.

Organizza collezioni botaniche basate su criteri di classificazione funzionali. Il

criterio diviene quello di una natura esibita ormai solo per sè stessa in impianti

con caratteri misti, in parte formali, con uso anche di aiuole fiorite e alberi

isolati.

c) L’EVOLUZIONE DEL GIARDINO INGLESE

- Stowe (1713-1780) e Blenheim, sono inizialmente costruiti come giardini basati su una matrice

architettonica consona al genius loci e all’irregolarità del sito. Stowe: un giardino divenuto un

esteso parco paesaggistico, che di ritorno ha rimodellato le parti del giardino formale. Bridgeman

nella prima fase. Con Kent gli interventi iniziano disponendo gli elementi architettonici

direttamente sul paesaggio, trattato come un dipinto tridimensionale, usando foglie, acqua, terra

e architettura. Successivi Kent/Brown per l’ampliamento dei laghi in forma naturalistica. Cobham

prosegue le ambientazioni pittoresche alla Claude Le Lorraine. Greenville completa l’operazione

di rendere il viale d’accesso una gran vista longitudinale a coulisse con integrazione di vari piani

in profondità, inquadrature e viste a sorpresa (gestione dei livelli alla Le Notre);

- Blenheim. Brown riporta il confronto di scala fiume Glyme - architettura del palazzo di Blenheim

e ponte d’attraversamento a favore del primo, e ripensa lo sfondo visto dal palazzo come una

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scena di clumps e belts, lontananze nebbiose e greggi di pecore pascolanti. Il fiume sbarrato

allaga la valle e s’innalza sotto le arcate del ponte di John Vanbrugh che aveva progettato anche

il palazzo. Brown cerca di eliminare i difetti e migliorare il sito sfruttandone le capability: 1) La

casa circondata da prati isolati da ha-ha verso i laghi; 2) L’acqua avrà nobili proporzioni in

rapporto alla casa e al paesaggio circostante: dighe allora alle estremità ma ben nascoste da

vegetazione e falsi ponti; 3) Collinette dolci, paesaggio addolcito con livelli accentuati o attenuati

con l’uso degli alberi nelle depressioni e sulle creste. Animali che determinano la “linea di

brucatura” sugli alberi. Confini del parco fatti scomparire con cinture o gruppi;

- Con Repton si torna a riconsiderare l'opportunità di uno spazio attorno alla casa, la terrazza,

quasi una stanza all'aperto, che consenta la vita all'aria aperta nelle vicinanze della casa e al

tempo stesso inquadri i paesaggi pittoreschi creati;

- La ripulitura operata da Lancelot Brown nella direzione del nuovo senso del "bello", non è

gradita da alcuni teorici del "pittoresco" (Price e Payne Knight), che reclamano quadri più fedeli

alla realtà naturale, quindi più ricchi di spunti più verosimili e colorati, con una vegetazione dal

carattere più selvatico e con una modellazione del terreno più aspra. I parchi progettati

basandosi sul senso del "sublime" invece dovevano produrre sensazioni forti date da panorami

immensi, rupi scoscese, anfratti bui.

- Con Loudon e il gardenesque (ispirato al pittoresco di Price) il disegno diviene più irregolare:

rive di fiumi e laghi divengono più frastagliate, gli alberi si affermano come esemplari individuali.

Le composizioni vegetali si arricchiscono di nuove varietà e sono studiati gli abbinamenti migliori

in modo da ottenere da ogni soggetto l'espressione migliore del proprio carattere individuale.

- Inizia verso la metà del diciannovesimo secolo il recupero del giardino all'italiana, l'italianate

garden. Si ripropongono in primo luogo la terrazza, poi le aiuole formali e le prospettive. Il

giardino vittoriano aggiunge a ciò la varietà di stili diversi e l'abbondanza di fioriture e varietà di

piante nelle aiuole. Come far coesistere stili diversi nello stesso giardino? Le siepi

s'ingrandiscono fino a divenire muraglioni, permettendo così la creazione di giardini a stanze e di

giardini tematici, in quanto ogni porzione rimane autonoma anche visualmente rispetto alle altre.

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- Il confronto ora diviene fra formale e informale. Un compromesso soddisfacente viene trovato

con un giardino d’impostazione architettonica come estensione della casa e con parti più

informali lontano dalla casa, in direzione della campagna, dal carattere di giardini boschivi.

Questa soluzione funziona e conserva unità se gli spazi di transizione fra uno stile e l'altro sono

sufficientemente ampi. Se questi si riducono l'unità e la chiarezza si perde. L'uso informale delle

piante nelle aiuole formali e nelle aree a boschetto aggiunge varietà e colore, soddisfando le

esigenze più pittoresche. Questo criterio progettuale trova elaborazione nell'ambito dei cottage

gardens, revival della dimora di campagna in piena industrializzazione, ed è l'esito di un lavoro

congiunto fra l'architetto Edwin Lutyens e la pittrice e appassionata botanica Gertrude Jekyll

(ispirata da W. Robinson, naturalista, che propugnava un giardinaggio a bassa manutenzione

ispirato a criteri naturali, armonizzando le specie impiegate sia esotiche che locali). Di lei si

ricordano gli herbaceous borders, aiuole allungate a carattere pittorico di piante erbacee, nobili e

comuni.

- Primi decenni del ventesimo secolo. Se domina il formale sull'informale arriviamo ai giardini a

stanze, spesso opera di grandi appassionati, come ad es. Sissinghurst di Vita Sackville-West e

Harold Nicolson, oppure il giardino ad Hidcote Manor. Si susseguono svariati temi giardinistici,

spesso con vegetazione lussureggiante all'interno di cornici formali chiaramente definiti da forti

siepi sempreverdi (bosso, tasso), legati da una strategia compositiva per parti, organizzate

secondo assi o gerarchicamente attorno a spazi di raccordo. S. Crowe li accosta ai giardini

spagnoli. Il giardino monocromatico bianco, qui presente, è un tema di grande ricercatezza, che

risente dell'uso astratto del colore (e del verde come massa) fatto nei giardini delle avanguardie

cubiste e astrattiste. Si segnala di questo periodo l’espediente formale della crazy paving, lastre

poligonali di pietra posate su ghiaia disseminata di piante da giardino roccioso.

- Prosecutori nel nostro secolo della composita tradizione del giardino inglese sono Geoffrey

Jellicoe e Russel Page. A Sutton Place Jellicoe dà una lezione di architettura dei giardini

attraverso una serie di giardini tematici, fortemente evocativi, accostati all'edificio come stanze

racchiuse da muri, con un'asse che dall'edificio punta verso un laghetto di campagna informale e

nella parte opposta verso una studiata linea d'acqua. Page progetta moltissimi giardini anche

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fuori dall’Inghilterra, la sua produzione interpreta in modo eclettico e raffinato il giardino formale,

consentendogli di adattarsi ogni volta alle diverse esigenze dei luoghi e dei suoi clienti. Infine, il

contrasto dosato di formale-informale, la terrazza sul quadro paesaggistico, il crazy paving, ecc.,

sono tutti elementi che si ritrovano ancora una volta in John Brookes, riconosciuto interprete

contemporaneo del giardino paesaggistico.

IV) COMPARAZIONE DEGLI STILI NELL'ARTE DEI GIARDINI D’OCCIDENTE

Italiano/Razionale Francese/Formale Inglese/Paesaggistico


Movimenti artistici Rinascimento (1400/1500) Barocco/Rococò Neoclassicismo/
e periodi storici Neoclassicismo Romanticismo
(1600/1700) (1700/1800)
Rapporti con il Intermediazione attraverso Intermediazione attraverso Paesaggio inglobato in un
paesaggio balconate/logge/terrazze lunghe linee di vista pattern circolare di giardini
Ruolo della Residenza dominante e Residenza dominante Residenza dissolta nel
residenza dettante moduli (casa di (castello, dimore paesaggio (casa di
campagna) pubbliche) incardinante campagna, castelli, dimore
assi pubbliche), ambiguità
Rapporto con la Piani geometrici costruiti Accentuazione della Espressione pittoresca
topografia con rapporti proporzionali dialettica disegno della topografia del sito,
geometrico - naturalezza eventualmente modificata
del sito, l’asse dominante
ritagliato nel bosco
Rappresentazione Mitologia classica Mitologia classica, Natura intera come
della natura (paesaggi arcadici e i rappresentazione totale Arcadia, con o senza
giardini degli dei) della natura e dei cicli della l’intermediazione di
vita immagini mitologiche
Concezione dello Concezione cosmica Concezione astratta dello Concezione cosmica ma in
spazio riflessa nel microcosmo spazio tridimensionale, uno spazio non geometrico
della villa e conquista dell'infinito ma fluido
dell'osservatore delle attraverso un grande
prospettive dispositivo ottico-spaziale
(un “telescopio”) puntato
verso il paesaggio
Programma di Villa di campagna come Escluso il paesaggio Inclusione del paesaggio
attività e caratteri dimora agricola – agrario, attuata una naturale ma esclusione del
d’uso ricreativa. Sede di attività forestazione a fini estetici paesaggio pastorale che
intellettuali (otium), musei (viali, percorsi a raggiera, rimane sullo sfondo
all'aperto per conversare boschetti) e cultural- (delimitato dagli ha-ha).
ricreativi. Spazi centrali per Parchi per passeggiare o
grandi parate e spazi per seguire percorsi
isolati nei boschetti per letterari, per fare sport
attività ludiche

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Rapporto topos- Il topos è presupposto ed è Il topos è solo nel carattere Recupero pieno del topos
locus posto nel “bosco”, nel labirintico dei giochi greco, il mondo come
“grotto”, nel “ninfeo”, si idraulici, altrimenti è tutto ierofania
contrappone alla chiarezza apollinea
costruzione razionale
Tipologia di Allestimenti in forma Allestimenti - collezione Allestimenti di scene lungo
allestimento teatrale (fondali, quinte, lungo un singolo asse un circuito arcadico
prospettive, ecc.) spaziale

Si possono leggere alcuni elementi di progressione formale a partire dal giardino razionale fino a quello

paesaggistico: 1) la formazione e il dissolvimento del centro , che puo’ essere letto nella posizione della

casa nella composizione; 2) l’aumento dei livelli di scala raggiunti nella composizione: con il giardino

paesaggistico inglese si hanno tre livelli di scala, la casa e il suo immediato intorno, la proprietà e il

paesaggio intorno. La coerenza visuale non è raggiunta con mezzi architettonici ma attraverso interventi

sulla morfologia (creando scene separate) e/o l’inserimento di elementi di movimento come fiumi, strade,

percorsi fluenti, ecc.

V) I GIARDINI DEL NOVECENTO

a) IL CALIFORNIA STYLE DI THOMAS D. CHURCH

L’opera di Church (1902-1978) nel panorama del secolo scorso è emblematica poiché registra il

passaggio da un comporre molto formale, fortemente caratterizzato da assialità e simmetrie, come

nella tradizione rinascimentale, ad uno più libero e dinamico. Questa adesione è tuttavia diversa nei

suoi esiti dalla svolta paesaggistica inglese tra fine Settecento e inizio Novecento, da un lato per i

diversi punti di riferimento formali (non i giardini orientali ma le avanguardie artistiche del Novecento e

il Movimento Moderno in architettura) e dall’altro per le peculiari esigenze abitative dei suoi clienti. La

diffusione delle lottizzazioni di villette unifamiliari ha portato Church ad affrontare in modo originale un

tema che costituisce la sfida più frequente per chi si occupa di giardini, specialmente agli inizi della

propria attività.

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1) Contesto americano dagli anni Trenta al dopoguerra

- Al giardino di Church è essenziale il clima californiano: piogge prevedibili, temperature

calde, cieli soleggiati, bassa umidità e assenza di insetti fastidiosi, permettono la vita

all'aperto. La piscina diventa presto un’esigenza irrinunciabile e un investimento di

valore, premesso che non esistano problemi di scarsità d'acqua.

- Gli spazi abitativi si restringono e al giardino è chiesto il massimo di piacere e d’uso con

il minimo di manutenzione. Se il giardino deve servire come un'estensione della casa,

non può essere naturalizzato, ma non può neanche riprendere le proporzioni dei giardini

formali in aree così piccole. La diminuzione degli spazi interni e la comparsa del vetro

rafforzano la necessità di un collegamento visuale (amplia la sensazione dello spazio

abitato) e strutturale (il giardino ospita funzioni della casa) fra casa e giardino.

- I clienti di Church, negli anni del dopoguerra, appassionati lettori della rivista California

Sunset, sono immigrati dall'Est e del Midwest con bambini piccoli, famiglie mobili, attive e

interessate agli sports e al tempo libero.

- In un certo senso con questi giardini ritornano le configurazioni formali, le forme non

sono quelle geometriche classiche ma sono le figure della pittura astratta. Vi sono

anche influenze giapponesi sul disegno del giardino dei californiani.

2) Concetti base del giardino

- attento posizionamento e orientamento della casa rispetto al sole, alle viste disponibili,

all'esposizione, alla topografia e agli alberi esistenti;

- una sequenza distinta di arrivo alla casa, includente l'ingresso carraio, l'area di

parcheggio e la porta d'ingresso, che valorizzi e al tempo stesso faciliti l’accesso alla

casa;

- una connessione il più possibile diretta fra la casa e il giardino, il senso di intimità

fra casa e giardino. La casa deve dominare l'area e deve dettare le linee generali del

giardino. Cercare di fare in modo che le linee e i materiali della casa escano in giardino.

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Con spazi limitati l'intera area può essere occupata dalla terrazza. La relazione fra casa

e giardino è mantenuta ed enfatizzata attraverso luce, aria e spazio visuale fluente

liberamente dall'uno all'altro (se la casa detta le linee del giardino molta attenzione deve

applicarsi alla risoluzione dei cambi di direzione delle linee, agli angoli delle case per

esempio. Ciò vale ancora di più per l'incontro di linee a direzione non ortogonale). La

connessione passa anche per la fornitura del necessario per la vita all'aperto: parcheggio

delle auto, garage, spazio di lavoro all'aperto, l'orto-frutteto, il recinto per il cane, il bidone

dell'immondizia e lo spazio per il compost, la casetta degli attrezzi. Questi spazi devono

essere organizzati in modo ordinato e non invadente, tutto con una bassa manutenzione;

- un confine definito del giardino, separa e allo stesso tempo rinvia e congiunge il

giardino con il paesaggio circostante. Pensare che delle linee ondeggianti e incerte sul

confine diano un maggior senso di naturalità è un'illusione, esse possono sembrare più

artificiali di semplici rettangoli che seguano le linee della casa e della proprietà (se si

pensa che il giardino deriva da una estetizzazione di pratiche agricole, si può ritenere

che la linea più immediata sia quella retta e non quella curva);

- l’attenzione a proporzionare i diversi elementi del giardino fra di loro e con la scala

umana. Fra i primi ovviamente c'è il rapporto fra la terrazza e la facciata della casa;

- una selezione di piante che rinforzi la struttura del giardino e gli obiettivi del progetto.

3) Spunti formali e d’uso dei materiali nei giardini di Church

- uso di materiali nuovi, in particolare il pavimento in legno in esterni;

- abbandono progressivo dell'assialità centrale in favore di una spazialità più fluida con

una molteplicità di punti di vista;

- contrasto fra le linee rigide delle parti architettoniche e le linee fluenti della parte a verde

(prato, vegetazione, ecc.);

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- forza di una sola idea importante, sia nello sviluppo di questa, sia nel tenere le altre nel

giusto rapporto di scala con l'idea dominante. In spazi piccoli questo atteggiamento è

obbligatorio;

- importanza data alla terrazza, posizionata in modo da rafforzare la connessione fra

interni ed esterni e consentire di stare all'aperto in prossimità della casa. La casa

necessita di spazi piani attorno ad essa. Church specializza la terrazza secondo l’uso

che se ne fa (pranzare fuori, prendere il caffè e leggere il giornale, prendere il sole,

godere una particolare vista, ombra o brezza) e la situa ove necessario, appena all'uscita

da qualsiasi porta della casa come anche lontano in giardino (tra i criteri del

posizionamento in giardino vi può essere una miglior vista della casa);

- uso degli scalini per dare vivacità alla composizione e per dare l'umore e il ritmo della

percorrenza del giardino;

VI) BIBLIOGRAFIA

GIARDINI STORICI

ƒ Nei giardini del Veneto, Mariapia Cunico e Patrizio Giulini, Edizioni Ambiente, Regione Veneto,
1996
ƒ Il giardino analogo - Considerazioni sull'architettura dei giardini, Adriana Carnemolla, Officina
edizioni, 1989
ƒ Giardini all'italiana, Günter Mader - Laila Neubert Mader, Rizzoli, 1987
ƒ Architecture and landscape, The Design Experiment of the Great European Gardens & Landscape –
Clemens Steenbergen, Wouter Reh, Birkhauser, The Netherlands, 2003
ƒ Architettura del paesaggio - Evoluzione storica, Annalisa Maniglio Calcagno, Calderini, 1983
ƒ Architettura dei giardini in Europa, Enge, Schröer, Wiesenhofer, Claßen, Benedikt Taschen, 1991
ƒ Un’ arte ben dissimulata. Il giardino eclettico e l’imitazione della natura – Georges Teyssot in
L’archietttura dei giardini d’Occidente, a cura di Monique Mosser e Georges Teyssot, Electa, 1990
ƒ Architettura e rappresentazione del paesaggio – Rossella Salerno, Guerini e Associati, 1995
ƒ L’archietttura dei giardini d’Occidente, a cura di Monique Mosser e Georges Teyssot, Electa, 1990

27
ƒ Cos’è barocco in un giardino – Michael Jacob, in Carlo Alessandro Pisoni (a cura di), Horti Verbani,
Coltura e Cultura dei Giardini Verbanesi, Alberti Libraio Editore, 2001

I MAESTRI

ƒ Pietro Porcinai Architetto del Giardino e del paesaggio, M. Matteini, Elemond, Milano 1991
ƒ Roberto Burle Marx Il giardino del Novecento, Giulio G. Rizzo, Cantini, Firenze 1992
ƒ L'educazione di un giardiniere, Russel Page, Allemandi Editore, Torino, 1994
ƒ Il giardino del XX secolo. L'opera di Pietro Porcinai, Mariachiara Pozzana, Alinea Ed. , Firenze ,
1998
ƒ Geoffrey Jellicoe dall'arte al giardino, Marco Bay , Lorenzo Quadri, Il verde Editoriale , Milano 1999

PERCEZIONE DELLO SPAZIO

ƒ The visual and spatial structure of landscapes – Tadahiko Higuchi, The Mit Press, 1983
ƒ Percezione e architettura, M. Sambin, L. Marcato, Raffaello Cortina Editore, 1999
ƒ Arte e percezione visiva, Rudolf Arnheim, Campi del sapere/Feltrinelli, 1996
ƒ La dinamica della forma architettonica, Rudolf Arnheim, Campi del sapere/Feltrinelli, 1994
ƒ La dimensione paesaggistica dell’architettura nel progetto contemporaneo – Paola Gregory,
Laterza, 1998
ƒ La poetica dello spazio, Gaston Bachelard, Edizioni Dedalo, 1975
ƒ Genius loci: paesaggio ambiente architettura – Christian Norberg-Schulz, Electa, 2003

PROGETTAZIONE DEL GIARDINO

ƒ La poetica dei giardini, C.W. Moore - W. J. Mitchell, W. Turnbull Jr., Franco Muzzio Editore, 1991
ƒ Il progetto del giardino, Sylvia Crowe. Franco Muzzio Editore, 2003
ƒ Il colore nel vostro giardino, Penelope Hobhouse, Centro Botanico, Milano, 1987
ƒ Il grande libro del giardino, John Brookes, Editoriale Giorgio Mondadori, 1992
ƒ Progettare con il verde 1/2/3, Mariella Zoppi, Alinea, Firenze 1988,1989.1990.
ƒ La costruzione del giardino Metodologia di progettazione, Paolo Villa Dario Flaccovio Ed., Palermo
1994
ƒ Disegnare il verde , Esempi e tipologie di rappresentazione grafica del verde, Paola Venturi (a cura
di), Alinea Ed. , Firenze 1999
ƒ Gardens are for people, Thomas D. Church, Grace Hall, Michael Lurie, University of California
Press, 1993
ƒ From concept to form in Landscape Design, Grant W. Reid, John Wiley & Son, Inc., 1993
ƒ Designing parks, Lodewijk Baljon, Architectura e Natura Press, Amsterdam, 1995
ƒ Elements of visual design in the landscape, Simon Bell, E&FN SPON, 1993
ƒ Gardens without borders – Paul Cooper, Mitchell Beazley, 2003

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COSTRUZIONE DEL GIARDINO

ƒ Riconoscere gli arbusti decorativi, R. Phillips, M. Rix. Istituto Geografico De Agostini, 1990
ƒ La crescita delle piante-Guida per progettisti di spazi verdi, C.Boisset, Zanichelli, 1993
ƒ Potare le piante, C.Brickell, Zanichelli, 1984
ƒ Piantare alberi, M.Mati, Pacini Editore, 2003
ƒ Un piano per il verde, P.Semenzato, SignumPadova Editrice, 2003
ƒ Piano e progetto di area verde, A.Toccolini, Maggioli Editore, 2002
ƒ Manuale di architettura del paesaggio, G. Oneto, Alinea Editrice, Firenze 2001
ƒ The Planting Design Handbook – Nick Robinson, Gower, 1992

Alcuni testi difficilmente reperibili si trovano facilmente alla Biblioteca della Fondazione Benetton Studi
Ricerche a Treviso (www.fbsr.it).

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