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LUIGI VANVITELLI

Premesse storiche

Fonte Treccani:

Nel settecento l'arte barocca evolve in Rococò, nuovo stile che ha come principale
centro produttivo e di diffusione la Francia di Luigi XV.

Il termine deriva da rocaille, un tipo di decorazione eseguita con pietre, rocce e


conchiglie, utilizzate come abbellimento di padiglioni da giardino e grotte.

Oggi, più generalmente s'intende per rococò l'ulteriore evoluzione del barocco,
nelle sue forme più esasperate, del tempo che intercorre tra la fine del sec. XVII e
la prima metà del XVIII. Esso si esplica con elementi decorativi piuttosto che
strutturali, plasma di curve a contorni sinuosi tutte le membrature architettoniche,
nasconde la superficie nuda della pietra con un manto di ornamentazioni delicate.

rococò arte Stile architettonico e decorativo, sorto in Francia verso il 1700 e in


seguito diffuso in Europa (ca. 1715-60). Rappresenta una fase evolutiva del
barocco, in cui l’imponente plasticismo architettonico viene superato nell’aspetto
decorativo, caratterizzato da leggerezza compositiva e luminosità cromatica. In
Germania, dal 1715 circa il r. fu introdotto nella grande architettura: esemplare il
castello di Würzburg di B. Neumann, di gusto francese; in altre costruzioni il r. si
manifestò in forme e bizzarrie derivate dal gotico. A Vienna, uno dei più eleganti
edifici r. è il palazzo del Belvedere di G. von Hildebrandt. In Italia e in Spagna il r.
ebbe diffusione soprattutto nell’arredamento e negli oggetti.La sua diffusione
segue due vie: una d'inizio endogeno, che deriva, come si è detto, dall'arte
individuale del Borromini, l'altra esogena per le influenze recate dallo sviluppo nei
paesi stranieri: specialmente la Francia per il Piemonte e parte della Lombardia e
della Liguria, e la Spagna per l'Italia meridionale. Nell'architettura interna lo stile
rococò si manifesta con forme più schiette e aggraziate; per la prima volta il
mobile entra, con perfetta aderenza, a far parte dell'ambiente, e qualche cosa di
esso si riflette nella decorazione delle pareti, nella forma delle modanature, nella
spartizione dei riquadri, ornati da grandi specchiere venute in uso e sempre più
diffuse nel Settecento.

Il giardino del Settecento si caratterizza con l'abbandono della disposizione a


terrazze successive, in declivio con rampe e scalee, con cascate e vedute
prospettiche raccorciate e multiple, formanti episodî staccati nel giardino
seicentesco, ai quali sostituisce il prato dalle prospettive ampie e distese,
complicato di disegni ornamentali di palme, di fioroni, di volute, e talvolta di
animali, e suddiviso dai viali in scomparti decorativi

Anche più che nell'architettura, il rococò trova libero sfogo al frangersi della linea,
all'esuberanza della forma, alla festività della sua funzione decorativa nella
creazione dell'ambiente, dove tutto risponde alla stessa legge: il capriccio.
Adopera le materie più disparate (stucchi, bronzi, legni, vetri, stoffe, arazzi)
unendole nell'effetto complessivo di un insieme ricco e raffinato.

Pittura

I pittori usarono colori delicati e forme curve, decorando le loro tele con cherubini
e miti d'amore. Anche il ritratto fu popolare fra i pittori rococò. I loro panorami
erano pastorali e spesso dipingevano i pranzi sull'erba di coppie aristocratiche.
Con notevole successo in ambito aristocratico si affermò anche la scena galante,
variante aristocratica della scena di genere, rappresentante donne impegnate
nella toletta, in boudoirs o in riti edonistici che si fanno simbolo di una visione più
smaliziata e mondana dell'arte.

VITA

Vanvitèlli, Luigi. - Architetto (Napoli 1700 - Caserta 1773), figlio di Gaspard van
Wittel (v.), fu uno dei più grandi architetti italiani tra il barocco e il classicismo,
cercando di adattare i modi francesi al gusto italiano. Dal padre apprese la pittura,
che praticò in decorazioni a fresco (a Viterbo, chiesa del Suffragio; a Roma, S.
Cecilia in Trastevere), ma che abbandonò ben presto per darsi all'architettura.
Studiò per suo conto i monumenti romani, Vitruvio, i trattatisti del Cinquecento. A
Roma, con N. Salvi prolungò la berniniana facciata di pal. Odescalchi ed eseguì
l'acquedotto di Vermicino; partecipò (1730) al concorso per la facciata di S.
Giovanni in Laterano. Architetto di S. Pietro (dal 1735), costruì ad Ancona il
Lazzaretto, l'Arco Clementino, la cappella delle reliquie di S. Ciriaco, la chiesa del
Gesù; a Roma compì la trasformazione di S. Maria degli Angeli, costruì il convento
degli agostiniani, ecc. Realizzò poi la reggia di Caserta, vastissimo palazzo
concepito come elemento di una intera sistemazione paesistica, d'impronta
severamente classica, pur con qualche ricordo barocco (scala regia).
Contemporaneamente egli costruì anche l'imponente acquedotto Carolino, la
chiesa della Ss. Annunziata (iniziata nel 1761, terminata nel 1782 dal figlio Carlo),
ecc. La trasformazione del Palazzo Vicereale di Milano, che gli era stata affidata
(1769), fu poi condotta dal suo allievo G. Piermarini.

Il precoce e versatile talento del Vanvitelli, tuttavia, venne nel 1715


definitivamente indirizzato verso l'architettura dall'architetto siciliano Filippo
Juvarra, impegnato in quei mesi nella progettazione della Sagrestia Vaticana.
Come testimoniato dallo scrittore Lione Pascoli, quando lo Juvarra esaminò alcuni
disegni eseguiti dal Vanvitelli, rimase meravigliato dalle sue eccezionali doti
grafiche: «glieli lodò assaissimo, e mostrò di meravigliarsi, che in giovanile età
oprasse da provetto. L'esortò a perseverare ne' cominciati studi dicendoli che
miglior fortuna fatta avrebbe in questi, che in quelli della pittura, perché molti
erano i pittori che allora con fama esercitavano l’arte, e rari gli architetti». Fu
grazie a queste lodi che Vanvitelli manifestò una sincera inclinazione
all'architettura, che iniziò a studiare proprio sotto la guida dello Juvarra, del quale
si sentiva un discepolo; proseguì i suoi studi da autodidatta, studiando i testi di
Vitruvio e dei trattatisti del Cinquecento.

LA REGGIA DI CASERTA

STORIA

Nel 1751 Carlo acquistò dalla famiglia Caetani di Sermoneta il feudo di Caserta,
comprendente anche la villa, con l'idea di istituire in questo luogo il nuovo centro
amministrativo del regno, in un luogo generalmente considerato sicuro, lontano
dalle eruzioni del Vesuvio e dagli attacchi dei pirati, come quella del 1742, operata
dai britannici, adeguandosi allo stesso tempo ai canoni dell'urbanistica
illuministica già presente in centri come Vienna o Parigi: il nuovo palazzo sarebbe
dovuto essere completamente autosufficiente, con accanto un nucleo urbano
produttivo. Già prima dell'acquisto dell'appezzamento nel 1750, il re aveva scelto
Luigi Vanvitelli come architetto, dopo aver avuto il permesso da papa Benedetto
XIV, dato che questo era impegnato nel restauro della basilica della Santa Casa di
Loreto: il progetto della reggia, con annesso giardino, giunse a Napoli il 22
novembre 1751. Dopo la morte di Vanvitelli il progetto fu proseguito dal figlio
Carlo, fino alla morte di qust'ultimo avvenuta nel 1842, quando tuttavia l'opera
non era ancora stata completata. Fu terminata solo nel 1845, con evidenti
differenze strutturali rispetto al progetto iniziale: rispetto al disegno originario, per
le sopraggiunte difficoltà economiche, vennero eliminate dal progetto le torri
angolari, la cupola centrale e gli alloggiamenti per le guardie che dovevano
racchiudere la piazza antistante.

Nel 1997 il complesso della reggia di Caserta venne dichiarato dall'UNESCO


patrimonio dell'umanità.

DESCRIZIONE

UBICAZIONE

La reggia di Caserta è ubicata presso l'estremità occidentale di Caserta.La piazza


antistante ha una forma ellittica e ospitava le parate militari: secondo il progetto,
ai lati, dovevano sorgere gli alloggiamenti per le guardie reali, poi non realizzate. Il
palazzo reale ha una superficie di 47 000 metri quadrati. .I piani sono cinque:
terreno, mezzanino, piano nobile, secondo piano e attico, oltre a un piano
sotterraneo, illuminato tramite feritoie, che ospitava cantine, cucine e officine.
Internamente sono dislocate 1 200 stanze. Dimensioni 250 m x 200 m.

DESCRIZIONE

FACCIATA
La facciata è realizzata in laterizi, travertino di Santo Iorio e marmi provenienti da
Carrara, dalla Sicilia e dall'Italia meridionale: in particolare, il piano terra e il primo
piano hanno un basamento in bugnato, il piano nobile e il secondo sono
caratterizzati da semicolonne e lesene, le finestre dell'ultimo piano sono collocate
all'interno di una trabeazione, mentre il cornicione è protetto da una balaustra.

IL CANNOCCHIALE

Superato il portone d'ingresso centrale ci si immette nella Galleria interna,


chiamata anche Cannocchiale, in quanto consente una vista prospettica sul parco
con le fontane, fino alla cascata artificiale del monte Briano; la galleria ha tre
navate: quella centrale era utilizzata per le carrozze, mentre le due laterali per i
pedoni. Effetto ottico.

PARCO

il parco ha una superficie di 120 ettari per una lunghezza di quasi tre chilometri.

ACQUEDOTTO CAROLINO

Acquedotto di ispirazione romana costituito da tre file di arcate che raccoglie


l'acqua proveniente da sorgenti lontane oltre 38km. Il suo percorso è quasi
interamente sotterraneo.

GIARDINO ALL'ITALIANA E ALL'INGLESE

FONTANA DEI DELFINI

CRIPTOPORTICO

PALAZZO REALE

SCALONE D'ORO

Proseguendo il percorso si sale su una rampa di scale. Lo scalone è formato da un


totale di centosedici gradini in marmo bianco di Carrara, ed è composto da una
rampa centrale che termina su un pianerottolo, da cui si dipartono altre due
rampe parallele che giungono al vestibolo superiore. Statue: Merito, Verità,
Maestà Regia. Alzando lo sguardo, la volta è affrescata con una rappresentazione
della Reggia d'Apollo contornata dalle Stagioni.

SALA DEL RE
Qui il re accoglieva le delegazioni e gli ambasciatori provenienti da altri Stati. Si
tratta di una stanza dalla dimensioni straordinarie: lunga 40m e alta 15. Il trono
d'oro è ornato sui braccioli da due leoni, simboli della dinastia borbonica, da
cornucopie, da due sirene, e la forma del trono ricorda quella della valva di una
conchiglia. La volta è ornata dalla rappresentazione della posa della prima pietra
della reggia di Caserta. L'intera stanza è poi stasta decorata con stucchi d'oro. Vi
sono inoltre dei medaglioni dorati che rappresentano ciascuno un sovrano della
dinastia dei Borbone.

CAMERA REALE DI FRANCESCO II

Decorata in stile Rococò, baldacchino ornato in cima con una corona in oro. Le
pareti sono rivestite da una tappezzeria di seta blu con dei gigli incisi, simboli della
dominazione francese.

BAGNO DELLA REGINA

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