Premesse storiche
Fonte Treccani:
Nel settecento l'arte barocca evolve in Rococò, nuovo stile che ha come principale
centro produttivo e di diffusione la Francia di Luigi XV.
Oggi, più generalmente s'intende per rococò l'ulteriore evoluzione del barocco,
nelle sue forme più esasperate, del tempo che intercorre tra la fine del sec. XVII e
la prima metà del XVIII. Esso si esplica con elementi decorativi piuttosto che
strutturali, plasma di curve a contorni sinuosi tutte le membrature architettoniche,
nasconde la superficie nuda della pietra con un manto di ornamentazioni delicate.
Anche più che nell'architettura, il rococò trova libero sfogo al frangersi della linea,
all'esuberanza della forma, alla festività della sua funzione decorativa nella
creazione dell'ambiente, dove tutto risponde alla stessa legge: il capriccio.
Adopera le materie più disparate (stucchi, bronzi, legni, vetri, stoffe, arazzi)
unendole nell'effetto complessivo di un insieme ricco e raffinato.
Pittura
I pittori usarono colori delicati e forme curve, decorando le loro tele con cherubini
e miti d'amore. Anche il ritratto fu popolare fra i pittori rococò. I loro panorami
erano pastorali e spesso dipingevano i pranzi sull'erba di coppie aristocratiche.
Con notevole successo in ambito aristocratico si affermò anche la scena galante,
variante aristocratica della scena di genere, rappresentante donne impegnate
nella toletta, in boudoirs o in riti edonistici che si fanno simbolo di una visione più
smaliziata e mondana dell'arte.
VITA
Vanvitèlli, Luigi. - Architetto (Napoli 1700 - Caserta 1773), figlio di Gaspard van
Wittel (v.), fu uno dei più grandi architetti italiani tra il barocco e il classicismo,
cercando di adattare i modi francesi al gusto italiano. Dal padre apprese la pittura,
che praticò in decorazioni a fresco (a Viterbo, chiesa del Suffragio; a Roma, S.
Cecilia in Trastevere), ma che abbandonò ben presto per darsi all'architettura.
Studiò per suo conto i monumenti romani, Vitruvio, i trattatisti del Cinquecento. A
Roma, con N. Salvi prolungò la berniniana facciata di pal. Odescalchi ed eseguì
l'acquedotto di Vermicino; partecipò (1730) al concorso per la facciata di S.
Giovanni in Laterano. Architetto di S. Pietro (dal 1735), costruì ad Ancona il
Lazzaretto, l'Arco Clementino, la cappella delle reliquie di S. Ciriaco, la chiesa del
Gesù; a Roma compì la trasformazione di S. Maria degli Angeli, costruì il convento
degli agostiniani, ecc. Realizzò poi la reggia di Caserta, vastissimo palazzo
concepito come elemento di una intera sistemazione paesistica, d'impronta
severamente classica, pur con qualche ricordo barocco (scala regia).
Contemporaneamente egli costruì anche l'imponente acquedotto Carolino, la
chiesa della Ss. Annunziata (iniziata nel 1761, terminata nel 1782 dal figlio Carlo),
ecc. La trasformazione del Palazzo Vicereale di Milano, che gli era stata affidata
(1769), fu poi condotta dal suo allievo G. Piermarini.
LA REGGIA DI CASERTA
STORIA
Nel 1751 Carlo acquistò dalla famiglia Caetani di Sermoneta il feudo di Caserta,
comprendente anche la villa, con l'idea di istituire in questo luogo il nuovo centro
amministrativo del regno, in un luogo generalmente considerato sicuro, lontano
dalle eruzioni del Vesuvio e dagli attacchi dei pirati, come quella del 1742, operata
dai britannici, adeguandosi allo stesso tempo ai canoni dell'urbanistica
illuministica già presente in centri come Vienna o Parigi: il nuovo palazzo sarebbe
dovuto essere completamente autosufficiente, con accanto un nucleo urbano
produttivo. Già prima dell'acquisto dell'appezzamento nel 1750, il re aveva scelto
Luigi Vanvitelli come architetto, dopo aver avuto il permesso da papa Benedetto
XIV, dato che questo era impegnato nel restauro della basilica della Santa Casa di
Loreto: il progetto della reggia, con annesso giardino, giunse a Napoli il 22
novembre 1751. Dopo la morte di Vanvitelli il progetto fu proseguito dal figlio
Carlo, fino alla morte di qust'ultimo avvenuta nel 1842, quando tuttavia l'opera
non era ancora stata completata. Fu terminata solo nel 1845, con evidenti
differenze strutturali rispetto al progetto iniziale: rispetto al disegno originario, per
le sopraggiunte difficoltà economiche, vennero eliminate dal progetto le torri
angolari, la cupola centrale e gli alloggiamenti per le guardie che dovevano
racchiudere la piazza antistante.
DESCRIZIONE
UBICAZIONE
DESCRIZIONE
FACCIATA
La facciata è realizzata in laterizi, travertino di Santo Iorio e marmi provenienti da
Carrara, dalla Sicilia e dall'Italia meridionale: in particolare, il piano terra e il primo
piano hanno un basamento in bugnato, il piano nobile e il secondo sono
caratterizzati da semicolonne e lesene, le finestre dell'ultimo piano sono collocate
all'interno di una trabeazione, mentre il cornicione è protetto da una balaustra.
IL CANNOCCHIALE
PARCO
il parco ha una superficie di 120 ettari per una lunghezza di quasi tre chilometri.
ACQUEDOTTO CAROLINO
CRIPTOPORTICO
PALAZZO REALE
SCALONE D'ORO
SALA DEL RE
Qui il re accoglieva le delegazioni e gli ambasciatori provenienti da altri Stati. Si
tratta di una stanza dalla dimensioni straordinarie: lunga 40m e alta 15. Il trono
d'oro è ornato sui braccioli da due leoni, simboli della dinastia borbonica, da
cornucopie, da due sirene, e la forma del trono ricorda quella della valva di una
conchiglia. La volta è ornata dalla rappresentazione della posa della prima pietra
della reggia di Caserta. L'intera stanza è poi stasta decorata con stucchi d'oro. Vi
sono inoltre dei medaglioni dorati che rappresentano ciascuno un sovrano della
dinastia dei Borbone.
Decorata in stile Rococò, baldacchino ornato in cima con una corona in oro. Le
pareti sono rivestite da una tappezzeria di seta blu con dei gigli incisi, simboli della
dominazione francese.