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Storia
Non si hanno molte informazioni storiche riguardo via Pallone, e, visto il collegamento con Piazza
Bra, è quindi possibile ipotizzare che essa fosse presente nelle piante della città n dalla
fondazione, avvenuta in epoca romana. Le mura, visibili lungo la strada, furono edi cate per la
prima volta da Ezzelino da Romano nel XIII secolo. In quest’occasione, fu costruita anche la Porta
Ro olo che permetteva il passaggio verso l’omonimo ponte. Successivamente, Alberto I della
Scala ra orzò le difese e sopraelevò la torre nella vicinanze della medesima porta. Le mura oggi
visibili non sono tuttavia quelle ai tempi del dominio scaligero, infatti esse subirono una nuova
riedi cazione durante il periodo visconteo(1387-1402). In ne, dopo la Prima guerra mondiale, il
corso dell’Adigetto fu totalmente interrato, portando quindi alla distruzione di Ponte Ro olo. Le
mura lungo via Pallone, e in particolare la zona nei pressi di Porta Ro olo, subirono poi ulteriori
riedi cazioni col ne di consolidare le difese della città di Verona, ma senza tuttavia modi care la
loro estetica.
Porta Ro olo e via Pallone non hanno in realtà nessun legame a livello concettuale con Dante.
Quest’ultimo è stato infatti semplicemente nominato da Enrico VII nella lettera rivolta a
Cangrande, nella quale l’imperatore invitava lo scaligero a tutelare i diritti dei frati francescani sul
“corso”, ovvero la strada che portava da San Francesco sul Corso a San Fermo maggiore,
passando proprio per la Porta del Ro olo.
Nel canto XXX, al v. 137, Dante nomina Enrico VII come “l’alto Arrigo”, a ermando che esso sia
atteso in Paradiso.
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Cangrande è invece il dedicatario dell’intera cantica del Paradiso, come testimoniato dall’Epistola
XIII; inoltre, Cangrande è stato anche accostato alla gura del veltro, ovvero il misterioso uomo
che salverà l’umanità dal peccato di cupidigia. Il poeta orentino a erma infatti nel canto I
dell’Inferno “nazion sua sarà tra feltro e feltro”, ovvero che la sua “nazione” sia tra Feltro e
Montefeltro, che coincidono con i territori allora sotto il dominio di Cangrande.
Fonte
L’unica fonte che collega Dante al luogo è la lettera di Enrico VII a Cangrande, datata 12 marzo
1312, di cui purtroppo non si hanno molte informazioni.
Testo
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