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Introduzione
1
Una (persa?) relazione analoga potrebbe essere quella citata da Acerbi (1819) come
presente “presso il sig. cav. Tiraboschi”, ove si “attribuisce la colpa dell’infelice riuscita di
tale impresa alla poca previdenza del generale spagnuolo marchese di Leganes, al quale,
peraltro dà vanto di molto coraggio”. Una recente ricerca compiuta dai curatori degli Annali
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Giovanni Ferraris
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Un’inedita relazione sull’Assedio di Casale Monferrato del 1640
3
Fulgenzio Alghisi (1611-1683) Il Monferrato. Istoria copiosa e generale, manoscritto
conservato presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Casale Monferrato.
4
Henri di Lorena conte di Harcourt (1601-1666) (Arcourt nel testo manoscritto) era il
generale comandante le truppe francesi in Italia, come evidenziato sul frontespizio del citato
opuscolo (Fig. 1).
5
Nel catalogo della Biblioteca Nazionale di Francia l’esemplare di Fig. 1 ha la segnatura
RES-F-183(FOL. 42). Un secondo esemplare (s.l.n.d.), da ritenersi di poco anteriore al
precedente, data la relazione 14 maggio 1640 e ha la segnatura Clair-384, fol. 117. L’autore
descrive le varie fasi del suo riuscito assalto agli assedianti e si dilunga nel riportare i nomi
degli ufficiali morti o feriti di entrambi gli schieramenti, oltre che di quelli prigionieri e, solo
per la propria parte, di quelli distintisi per valore.
6
Masino (1957) ha integrato notizie biografiche riportate da Giuseppe Giorcelli nella
prefazione a Bremio (1911).
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Giovanni Ferraris
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Un’inedita relazione sull’Assedio di Casale Monferrato del 1640
La relazione
7
Si tratta dei due assedi avvenuti nell’ambito della guerra di successione di Mantova e
del Monferrato sopra citata.
8
Diego Felipe de Guzmàn (1580-1655) primo marchese di Leganes.
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facendone giustitiare et altri mandandone alla galera, per non cessare questi
di prestare il dovuto homaggio al luoro natural prencipe9 nel portar robbe a
Casale, non essendo tenuti d’obbedire al commandamento spagnuolo.
Continuò egli [in] detto anno in fare scorrerie da soldati a cavallo per
impedire tal introduttione, rubbando bestiammi, spogliando i poveri paesani;
con quali operationi pensò facilitare i suoi pensieri. Ma ritrovandosi Casale
fornito de viveri per quattro anni, et bastantemente de fieni, non si giudicava
che fosse assalita la città il presente anno. Per non essere finite le revolutioni
del Piemonte, sapendosi che il Leganes non haveva tante forze d’opprimere
detta città et assistere all’interesse di quel Stato, e certiorati che il Leganes
veniva a Casale fomentato (per quanto si dice) da fuoresciti sotto pretesto che
Francesi fossero pochi, né havessero danari, che Monferini fossero discordi
con essi, che i medemi non havrebbero preso l’armi, determinò d’assediare
la città, per la cui diffensione s’attese con maggior fretta alla fortificatione,
chiamando nella città le militie monferine per resistere all’assalitore.
Penetrò il Leganes gli ordini et al 1° d’aprile10 spinse il conte Moncastello
con alcune truppe ad Occimiano per impedire ai Monferini l’entrata di Ca-
sale, facendo detto conte battere le strade giorno e notte et pubblicare molti
ordini stampati nei quali commandava che niun Monferino ardisse d’entrare
in Casale a prender armi, et a quelli che erano nella città d’uscire nel termine
di tre giorni sotto pena di ribellione d’essere abbattute le case et distrutti i
luoro beni; all’incontro, quelli restarebbero a casa, sarebbero ben trattati.
Impedì la diligenza usata dal Moncastello et ordini pubblicati la venuta
d’essi [Monferrini] a Casale; ma, riuscendo i fatti de soldati contrarij agli
ordini pubblicati, volendo questi da Monferini pane, vino, carne et danari,
né [i Monferrini] potendo luoro satiarsi l’ingordigia luoro, erano battuti e
tormentati. Siché, violentati dalle luoro tiranniche oppressioni et da tor-
menti, [i Monferrini] fugirono di notte a Casale, affermando tutti tal’op-
pressione, il che confermò gli animi di molti a fermarsi, [anche di coloro]
che volevano partirsi per fuggire il tedioso assedio e più tosto patire ogni
dissagio che sottoporsi al giogo spagnuolo, sapendosi parimente come [gli
Spagnoli] maltrattano i luoro proprij sudditi del Milanese.
Nel 1640 era duca di Mantova (e del Monferrato) il minorenne Carlo II Gonzaga-
9
Nevers (1629-1665) sotto la tutela della madre, duchessa Maria Gonzaga (1609-1660).
10
Bremio (1911, p. 185) data l’episodio al 2 aprile. Lo stesso autore riporta razzie a
Ozzano il 5 aprile.
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Un’inedita relazione sull’Assedio di Casale Monferrato del 1640
Alli otto dunque d’aprile, domenica di Pasqua, giorno della gloria del
Redentore, i Spagnuoli attacorono a Casale11, prendendo i passi alla collina
et alle Tre Colonne12, fossa antica della città verso Frassineto.
Alli dieci attacorono parimenti a Rosignano.
Alli undici fecero i signori Francesi una valorosa sortita verso la collina,
uccidendo questi [(gli Spagnoli)] nelle proprie trincere et strade coperte da du-
cento soldati, lasciando in quelle grande quantità de feriti, facendo prigione il
signor Giorgio Sersales cavaglier di Malta napolitano13, capitano di corazze. Et
de nostri rimasero tre morti et cinque feriti, tra quali il signor cavaglier di Malta.
Non mancavano in questo mentre Spagnuoli d’approchiarsi alle nostre
fortificationi con strade coperte, redotti et trincere. All’incontro, il signor
della Torre14, commandante in Casale et maresciale di campo per la Maestà
Christianissima15, [e] il signor di Bona, colonnello et tenente generale nel
commando in detta città per detta Maestà16, non mancavano di diligenza
et d’assidua fatica per reprimere gli assalitori. A quali li cittadini restano
grandemente obbligati alle luoro nobilissime qualità e gran diligenze usate,
per quali si può dire che siasi conservata la città e piaccia alla Sua Divina
Maestà concedere ad ambi continua felicità.
Non mancavano parimente tutti gli altri signori capitani et ufficiali fran-
cesi et itagliani di vigilanza, stando cadun di luoro ogni notte a suoi posti,
prontissimi ad ogni moto dell’inimici. Gli signori Francesi et soldati ita-
gliani pagati guardavano i posti fuori della città; le militie monferine con li
Casalaschi guardavano le mura. Entrava ogni sera cento corazze sotto a suoi
capitani per guardia del fosso che è tra la cittadella et Casale. [Il fosso è]
guarnito di tre rastelli17 dentro a due trincere, et di fuori [è guarnito] d’una
forte e ben intesa mezaluna per cadun lato18.
11
Brusoni (1671, p. 219) riferisce che Leganes era uscito il giorno precedente da
Milano con l’esercito.
12
Bremio (1911, p. 186) usa il termine dialettale Piglie invece di Colonne.
13
“Don Giorgio Sarzana, napolitano, Cavaliere di Malta” specifica Bremio (1911, p. 188).
14
Henri de La Tour d’Auvergne-Bouillon, visconte di Turenne (1611-1675).
15
Il re di Francia Luigi XIII (1601-1643).
16
“Signor Bone, Luogotenente del Governo della Città” secondo Bremio (1911, p. 186).
17
Cancelli.
18
Come sopra detto, De Conti (1838-1842, vol. 7, p. 586) attribuisce all’incirca le
stesse parole a “Alghisi num. 124”.
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19
De Conti (1838-1842, vol. 7, p. 577) riporta le stesse parole per il “della Malva”; il
“signor d’Ermitte” è qualificato come “M. d’Hèrmite, generale de’ francesi”. Nella nota 61
di Vassallo (2004) si scrive che non si hanno notizie su “l’Armitte”.
20
Presso queste fornaci vi era un fortino degli Spagnoli (Bremio, 1911, p. 189).
21
Carlo Bido era figlio di Bernardino (1579-1668), che fu presidente del Magistrato di
Mantova e aggregato alla nobiltà di Casale (Vassallo, 2004, p. 42). De Conti (1838-1842,
vol. 7) afferma che Carlo era provveditore della città di Casale (p. 567) e fu fatto capitano
per meriti del padre nel 1683 (p. 581); quest’ultima data è evidentemente errata.
22
Sant-Ange, militare francese (De Conti, 1838-1842, vol. 7, p. 579).
23
De Conti (1838-1842, vol. 7, p. 504) riporta “Gabriele Natta, gentiluomo di Casale, e
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mastro di campo del re di Francia”. Nelle note 50 e 102 di Vassallo (2004), rispettivamente,
si riporta che i Sannazzaro erano nobili di Casale e si ipotizza che il Natta appartenesse alla
famiglia monferrina dei marchesi del Cerro.
24
Secondo Brusoni (1671, p. 226), in vista dell’arrivo di Harcourt, gli Spagnoli
occupanti Rosignano erano stati richiamati per rafforzare la linea degli assedianti.
25
L’arrivo. Harcourt lasciò Poirino il 23 aprile con 9000 fanti, 4000 cavalieri e 10
cannoni; si diresse verso Casale passando per Villafranca, Calliano e Lignano (Frassinello
Monferrato), dove si fermò il 27 aprile (Siri, 1641, p. 25). Altre truppe si aggregarono lungo
il tragitto.
26
Località in territorio di S. Giorgio Monferrato.
27
Lire = libbre. Bremio (1911, p. 190) riferisce che queste bombe erano una novità e
scoppiavano lanciando schegge tutt’intorno. Vassallo (2004) dedica buona parte della sua
breve relazione alla descrizione dei danni arrecati da tali “bombole” lanciate a più riprese nel
periodo 21-28 aprile.
28
Dislocati. Una tenuta Monvillone si trova in comune di Cereseto.
29
Il torrente Gattola nasce alle pendici del colle di Ozzano e scorre a sud-ovest di Casale,
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non fui presente alla battaglia, mi rimetto alla relatione particolare che si
stamparà30, raccontando solo quello ho veduto.
Detto giorno, circa l’hore 21, furono rotti li Spagnuoli et presero tal fuga
che, lasciando dietro l’armi, non cessorono di fugire sino al ponte fatto da
essi sopra Casale su il fiume Poo’31, distante dal principio della rotta per due
miglia e tale [fu] il luoro timore, che gli ultimi cacciavano i primi su quel
ponte, che s’annegorono più di 1500 persone tra soldati e vivandieri. Né qui
cessò la pauura, che la cavalleria corse fuggendo sino a Trino; chi [fuggì]
verso Vercelli et chi verso Candia, pagando questi al fiume Sesia tributo de
corpi con negarsene molti in esso. E dalla parte di Frassineto solo gli Ale-
mani conservorono gli ordini militari, ritirandosi in ordinata battaglia, quali
grandemente furono lodati dal signor d’Arcourt.
Fui il seguente giorno al luogo della rotta et viddi esservi restati sul
campo a un luogo e agli altri da mille morti circa et de Francesi circa cento
morti et da duecento feriti32.
Questa rotta è notabilissima, poiché qui in Casale habbiamo più di 1500
prigioni compresi da 400 presi dal signor de Bona et [dal] signor Roccaforte
suo fratello, che sortendo di Casale col presidio gli assaltorono nei proprij
forti, a quali si resero salve le vite. Il signor d’Arcourt mandò a donare al
Leganes tre barche di feriti, i paggi et altri della sua corte, che ricomprò dalle
mani de soldati. Hanno più di 200 priggioni tra maestri di campo, sergenti
tra la città e la frazione di San Germano; è un affluente di sinistra del torrente Rotaldo, a sua
volta tributario del Po.
30
Evidentemente il Veridico Casalasco si riferisce alla relazione del conte di Harcourt.
31
Si trattava di un ponte di barche e la caduta in acqua delle truppe in ritirata è stata
anche la conseguenza dell’affondamento di una barca (Brusoni, 1671, p. 230).
32
Il teatro della vittoria francese è rappresentato in una rara stampa celebrativa dell’evento
(Fig. 3). La stampa si intitola “Disfatta di 6000 Spagnoli per opera del conte di Harcourt
in occasione della liberazione di Casale dall’assedio nel maggio 1640” e raffigura quanto
segue, commentato dai richiami numerati mostrati tra parentesi. A destra: Casale (1) e la sua
cittadella (2); a sinistra vi è la località di S. Giorgio. Al centro vi sono le truppe del conte di
Harcourt (3) e dei suoi comandanti: Henri de la Tour d’Auvergne (1611-1675), visconte di
Turenne (4); César de Choiseul (1598-1675) conte di Plessis-Praslin, governatore di Torino
nel 1640 (5); Philippe conte della Mothe-Houdancourt (1605-1657) e duca di Cardone e
Fayel (6); Augusto Manfredo Scaglia (n. 1587), conte di Verrua (7). Il torrente Gattola (14)
e il fiume Po (13) sono raffigurati in basso e in alto, rispettivamente. È evidenziata la presa
di otto cannoni nei pressi della cittadella (8) e di altri quattro che gli Spagnoli cercano di
mettere in salvo attraverso il ponte sul Po che crolla (9); poco distante vi è la strada per
Vercelli (12). Ai punti 10 e 11 sono evidenziate la rotta e la fuga degli sconfitti.
60
Fig. 3 -Stampa intitolata La Deffaicte de 6,000 Espagnols par le comte d’Harcourt an la levée du siège de Cazal aux mois de may 1640 incisa
da J(ean) Poinssart (attivo ca. 1612 - 1641) e pubblicata a Parigi (ca 1640) da Jacques Lagniet o Lagnet (1620 - 1675). La stampa è mutila
in basso a destra e le sue dimensioni originali sono 16,5 x 8 cm. Biblioteca Nazionale di Francia, segnatura IFN- 8403500; liberamente
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Un’inedita relazione sull’Assedio di Casale Monferrato del 1640
maggiori, capitani, alfieri et altri officiali, che detto signore et officiali dell’ar-
mata francese hanno condotti seco. Oltre più di 100 altri officiali spagnuoli
feriti et sani priggioni nella città et [nel] castello di Casale. Hanno perso i
Spagnuoli quattordeci insegne, otto cornette, quattro pezzi d’artigliaria, otto
pettardi e doi mortai che tiravano le bombe. [Si è preso] il danaro che haveva il
marchese Leganes in campo per pagare i soldati, tutte le munitioni et apparati
da guerra, gli argenti, et i bagaglie del Leganes, de maestri di campo, capitani
et altri officiali. Si sono havute tutte le scritture del medesimo Leganes e cifre,
per le quali s’è scuoperto i suoi segreti et intelligenze. S’è ritrovata una pa-
tente fatta dall’imperatore, nella quale dichiara il Leganes vicario imperiale,
concedendoli facoltà di prender gli stati del Piemonte, Monferrato ceterosque
Italiae Status ad dispositionem Regis Catholici. [Si è trovata] una carta nella
quale era il comparto33 del sacco di Casale, concedendo a mastri di campo li
monasterij di monache, conventi de frati et altre chiese di Casale; alli soldati
[erano concesse] le case de cittadini. Et quella patente imperiale si mandarà
fuori authentica, a fin che li prencipi d’Itaglia sappino la giustitia austriaca34.
Noi riputiamo miracolosa questa vittoria poiché Spagnuoli erano dodeci
milla fanti e più di cinque milla cavalli. S’erano i Spagnuoli fortificati al
luogo della Gattola, che in alcuni luoghi ha le ripe alte sei braccia35. Have-
vano fatto le trincere con fossi duplicati, i redotti con fossi guerniti d’arti-
gliaria; gli moschettieri [erano] benissimo compartiti tra una battaglia36 e
l’altra, la fiancheggiava la cavalleria. E perciò la vittoria [è] venuta da Dio
onnipotente che non abbandona la giustitia havendo Sua Divina Maestà
concesso tal favore al signor d’Arcourt di superare tutte le oppositioni37,
di fugar li nemici et riportare tal segnalata vittoria, mercé l’intercessione
33
La spartizione.
Dal 1637 era imperatore del Sacro Romano Impero Ferdinando III d’Asburgo (1608-1657).
34
35
Brusoni (1671, pp. 226-227) scrive che Leganes, saputo dell’arrivo del soccorso,
aveva scelto di fortificare la linea della Gattola per aspettare ivi l’urto delle truppe di Harcourt.
Questi, dopo un sopralluogo, decise di puntare sulla collina da cui nasce la Gattola che,
contando sulle cattive condizioni del terreno collinare, non era stata fortificata da Leganes.
Questi aspetti sono dettagliatamente descritti in Harcourt (1640).
36
Batteria.
37
Brusoni (1671, pp. 223-24) si dilunga sui contrastanti pareri degli ufficiali al servizio
di Harcourt; secondo Harcourt (1640, pp. 7-8) le decisioni furono prese unanimemente tra
i comandanti, che in un primo momento avevano stabilito di attaccare gli assedianti dalle
parti di Frassineto.
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Un’inedita relazione sull’Assedio di Casale Monferrato del 1640
38
Bremio (1911, p. 198) ricorda che “La battaglia fu incominciata nel preciso luogo,
ove fiorì il bastone di Sant’Evasio mentre era inseguito dagli Ariani”. Il commentatore della
Cronaca del Bremio, G. Giorcelli, annota (p. 192) che vi fu un’apparizione della Madonna
incoraggiante gli abitanti di Rosignano. Anche gli Annali di Vassallo (2004) si dilungano
su aspetti miracolosi. È conservata a stampa (Luigi XIII, 1640) una lettera con cui il Re di
Francia annuncia il canto di un solenne Te Deum di ringraziamento in Notre Dame a Parigi
(Biblioteca Nazionale di Francia, segnatura LB36-3195).
39
Si elencano le sconfitte subite dal Leganes da parte di Francesi e alleati durante la
Guerra dei Trent’anni.
40
Carlo de Blanchefort duca di Lesdiguières e maresciallo di Créqui (1567-1638).
41
Battaglia di Tornavento o Boffalora (26 giugno 1636).
42
Mombaldone in provincia di Asti (8 novembre 1636).
43
19-20 novembre 1639.
44
Breme. Questa località fortificata fu presa da Leganes nel 1638 a seguito del
comportamento del capitano Pierre-Paul de Percin barone di Montgaillard (1591-1638);
questi, processato per tradimento, fu decapitato sulla piazza del castello di Casale.
45
Il riferimento è all’assedio di Vercelli (26 maggio - 4 luglio 1638), difesa dai Francesi
ed espugnata dal marchese di Leganes (Avonto, 1978; Chicco, 1938). Le allusioni
dell’autore verosimilmente si riferiscono alle voci (Claretta, 1868, p. 317) che accusavano
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Giovanni Ferraris
il comandante della piazza Emanuele Solaro, conte della Moretta e marchese di Dogliani,
di strane incertezze nel condurre la difesa di Vercelli, o addirittura di intese con il nemico.
Il cardinale Louis de Nogaret de La Valette (1593-1639) era il comandante delle forze
francesi inviate in soccorso di Vercelli assediata. Il soccorso non entrò mai in città e le
relative vicende sono esposte nelle memorie dello stesso comandante (Nogaret (de) de la
Valette, 1772), redatte dal suo segretario Jaques Talon (1598-1671) e pubblicate postume
nel 1772 in due tomi. Il citato Claretta (1868, p. 317) riferisce di sospetti anche sulla
condotta del Nogaret.
46
Per spiegare la rapida resa di Trino in occasione dell’assedio posto dal Leganes nel
1639, Borla (1977, p. 107) riferisce che il governatore e comandante della milizia ordinaria
e popolare trinese, conte Onorato Roero di Monticelli, avrebbe appositamente tenuto
sgombra da soldati una parte delle mura attraverso cui gli assedianti entrarono.
47
Elevato.
48
Ci si dovrebbe riferire agli assedi subiti da Casale nel 1628, nel 1630 e nel 1640 qui descritto.
49
Si fa riferimento al sacco di Mantova del 1630 da parte dei lanzichenecchi al soldo
dell’Imperatore Ferdinando II. L’autore pare insinuare che i Mantovani non difesero
propriamente la loro città, contrariamente a quanto fatto dai Casalaschi nell’assedio oggetto
del manoscritto e nei due precedenti del 1628 e del 1630.
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Un’inedita relazione sull’Assedio di Casale Monferrato del 1640
ischino sette soldi e mezzo di Milano per cadun pedone et dieci soldi per huo-
mo a cavallo, oltre l’estorsioni fatte da soldati che il Monferrato ha provate?
I Francesi quand’hanno albergato su il Monferrato, erano i paesani solamente
tenuti a dargli il coperto per il dormire, né altra cosa. Et qui in Casale hanno
Fig. 4 - Pagina finale della relazione manoscritta con la firma dell’anonimo autore Il Veridico
Casalasco.
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Giovanni Ferraris
sempre alloggiato a caserme, anzi nel tempo presente ultimo assedio niun cit-
tadino è stà aggravato d’alloggio francese, né d’alcun’altra contributione, per il
che restano tutti obbligatissimi alla Maestà Christianissima, pregando tutti Id-
dio la difendi e gli concedi sempre vittoria de suoi nemici et perpetua felicità.
Questi sono i modi del farsi amare e non le estorsioni, rapine e violen-
ze. Dicano pure i maldicenti quello che li pare nei suoi scritti stampati,
che questa è la mera verità, per il che mai i Casalaschi si machiaranno di
quel brutto vitio d’ingratitudine verso un tanto Re luoro benefattore, né di
fellonia verso il luoro natural padrone, per quali sono et saranno sempre
prontissimi a perdere le luoro sostanze, spargere il sangue et lasciar la vita
in difesa della Patria, per mantenere intatta et inviolabile quella fede che
hanno sempre dimostrata. Casale à 4 maggio 1640.
Il Veridico Casalasco
Conclusioni
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Un’inedita relazione sull’Assedio di Casale Monferrato del 1640
Bibliografia
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Raviola e Romano Sarzi. Mantova.
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