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contro gli imperiali a partire dalla fine del Nella primavera del 1516, insieme allo zio
1507, meritandosi vari attestati di stima Giulio, partecipò alla campagna di Loren-
(nonostante la perdita, agli inizi del 1509, zo di Piero de’ Medici per la conquista del
di Brentonico). Il 15 aprile 1509 – alla vi- Ducato di Urbino. L’impresa fu coronata
gilia della sconfitta della Ghiaradadda, da un successo rapido ma effimero, per la
presso Agnadello, in uno dei momenti più riscossa del precedente duca Francesco
difficili della storia di Venezia, accerchiata Maria Della Rovere. Con il favore della
dalla Lega di Cambrai – Charles d’Amboi- popolazione questi recuperò Urbino, fa-
se, signore di Chaumont e luogotenente cendo prigioniero Giulio e attirando su Vi-
del re di Francia, conquistò Treviglio, fa- tello, giudicato troppo rinunciatario, il di-
cendo prigioniero Vitelli. sappunto di Lorenzo de’ Medici.
Trasferito a Milano, fu rilasciato l’anno Nel maggio del 1517 Vitelli tornò a Città
seguente. Nell’estate tornò al servizio di di Castello, per controllare le operazioni di
Venezia, prima di porsi, alla fine del 1510 Della Rovere, rivolte verso Perugia, e per
(insieme ai cugini Giovanni e Chiappino, difendere poi Pesaro e Ravenna. Nel set-
figlio di Paolo) al soldo di Giulio II, impe- tembre del 1518, a Firenze, prese parte ai
gnato militarmente in Emilia e Romagna. festeggiamenti per il matrimonio di Lo-
Nel febbraio del 1511 si ammalò grave- renzo de’ Medici e Maddalena de La Tour
mente, forse di tifo petecchiale, tanto da d’Auvergne, e il 1° dicembre Leone X lo
far temere che la sua carriera fosse prossi- insignì della contea di Montone. Nel mar-
ma alla fine (Sanuto, 1882-1895, XI, coll. zo del 1520 fu inviato dal papa a Perugia
784 s.). Ristabilitosi, in marzo (dopo la per sostenere con le armi la malferma si-
morte del cugino Chiappino) tornò insie-
gnoria di Gentile Baglioni. L’anno se-
me a Giovanni al servizio di Venezia, oc-
guente fece parte, in Emilia, dell’esercito
cupandosi in agosto della fortificazione di
ispano-pontificio. D’accordo con Prospero
Noale e della difesa di Treviso dall’esercito
Colonna, alla metà di settembre decise di
imperiale. Riammalatosi e colpito (con
grande apprensione di Venezia) dal calcio abbandonare l’assedio di Parma, accorren-
di un cavallo, riuscì comunque, insieme a do insieme al vescovo di Pistoia Antonio
Renzo da Ceri (Lorenzo Anguillara), a Pucci alla difesa di Modena, per poi con-
mettere in fuga le truppe nemiche, spo- trattaccare le truppe estensi (alleate con i
stando quindi le operazioni militari, negli francesi) a Finale Emilia, costringendo il
ultimi mesi del 1511, in Cadore e in Friuli, duca Alfonso, che si trovava allora a Bon-
dove pose l’assedio a Gradisca d’Isonzo. dino, a rientrare a Ferrara.
All’inizio del 1512 si presentò a Venezia, Nell’indecisione dell’esercito francese,
in Collegio, per ottenere gli arretrati desti- abbandonato dalle fanterie svizzere, Co-
nati ai suoi uomini, accusati dal provvedi- lonna irruppe in Lombardia, entrando
tore Gian Paolo Gradenigo di furti e rapi- trionfalmente a Milano il 21 novembre
ne. Nell’estate assediò Brescia, per poi rag- 1521, mentre Vitelli e Pucci presero pos-
giungere a inizio settembre, a Bologna, il sesso in nome del pontefice, tra l’esultanza
cugino Giovanni, in fin di vita, che tutta- della popolazione, di Parma e Piacenza.
via morì prima del suo arrivo. Dopo la morte di Leone X, Vitelli rimase
Passato sotto il comando del duca di Mi- al servizio dei Medici, dai quali fu incari-
lano Massimiliano Sforza, fu parte della cato di tornare a Perugia in aiuto di Genti-
scorta con cui Giulio de’ Medici (futuro le, minacciato da Malatesta e Orazio, figli
papa Clemente VII) entrò a Firenze con del cugino Giampaolo e appoggiati da Del-
l’aiuto spagnolo. Licenziatosi nel dicem- la Rovere e Camillo Orsini. Il 4 gennaio
bre del 1512 dall’incarico milanese, fece ri- 1522 il numero soverchiante delle truppe
torno a Città di Castello. nemiche spinse il capitano, ferito a un pie-
Da allora Vitelli lasciò il servizio di Ve- de da un colpo di scoppietto, ad abbando-
nezia, e negli anni seguenti fu al soldo dei nare la città insieme a Baglioni, ritirandosi
Medici. Nel 1515 Leone X lo incaricò di a Città di Castello. Nella primavera dello
appoggiare il vescovo di Grosseto Raffaele stesso anno fu di passaggio a Pisa e poi a
Petrucci nel suo tentativo di rientrare a Reggio Emilia con il cardinale Giulio de’
Siena cacciandone il cugino Borghese. Medici, prima di ritornare in Toscana per
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affrontare da Ceri che, spinto dal vescovo Negli stessi giorni, i lanzichenecchi gui-
di Volterra Francesco Soderini, stava dati da Georg Frundsberg facevano il loro
muovendo con un esercito verso Siena. ingresso nella pianura Padana, e dalla fine
L’11 agosto 1522 tornò a Città di Castel- di dicembre cominciò la controffensiva dei
lo per sottoscrivere il contratto matrimo- Colonna, che riconquistarono Ceprano e
niale con la diciassettenne Angela de’ Rossi Pontecorvo, stringendo Vitelli e le sue
di San Secondo, figlia del marchese Troilo truppe tra Tivoli, Palestrina e Velletri.
I e di Bianca Riario. Dall’unione nacquero Clemente VII non nascose il proprio mal-
Costanza, andata in sposa a Rodolfo Ba- contento per l’operato, troppo prudente,
glioni; Porzia, entrata alle Murate con il di Vitelli, che nei primi mesi del 1527 pas-
nome di suor Faustina, dedicataria del pri- sò da Arezzo, e all’inizio di maggio fu ri-
mo salmo penitenziale di Laura Battiferri chiamato a Firenze, mentre Roma fu mes-
e committente dell’Ultima cena di Giorgio sa a sacco dall’esercito imperiale. Le vio-
Vasari; e nel 1528 Camillo, futuro condot- lenze che ne seguirono furono narrate a
tiero e conte di Montone, morto nel 1557. Vitelli da un suo uomo, forse Giovan Bat-
Nell’autunno del 1523 Vitelli si spostò tista Bufalini, in una lunga lettera datata
prima a Reggio Emilia, e poi a Genova. Con 11 maggio 1527 (Lettere di diversi..., 1551,
la compagnia delle genti d’arme affidategli pp. 141-145).
dai fiorentini e con 3000 fanti stipendiati dai L’anno seguente Vitelli accompagnò
genovesi occupò il territorio di Alessandria, Odet de Foix visconte di Lautrec alla con-
ma non la città (nonostante le sollecitazioni quista di Napoli. Durante l’assedio l’eser-
del marchese di Mantova). Esortato da Co- cito francese fu falcidiato dalla peste.
lonna a oltrepassare il Po e intercettare i ri- Morì di peste, in data imprecisata, intor-
fornimenti che dalla Lomellina giungevano no alla metà del 1528 (l’ultima lettera in-
ai francesi in Lombardia, optò – come gli viatagli è datata 30 giugno 1528).
era consueto – per una strategia più pru- Due anni dopo la morte del marito, Angela
dente e attendista, in accordo con il doge di de’ Rossi sposò il cugino di lui Alessandro Vi-
Genova Antoniotto Adorno, impaurito dal- telli, figlio di Paolo.
la presenza, ad Alessandria, dell’arcivesco-
Nel 1551 il tipografo Lorenzo Torrenti-
vo di Salerno Federico Fregoso, armato e
no pubblicò a Firenze una raccolta di lettere
sostenuto dalla Francia. Da Castelnuovo
rivolte a Vitelli: una delle prime sillogi epi-
Tortonese Vitelli si ritirò quindi a Serraval-
stolari di vari a un solo destinatario (insieme
le, per spostarsi all’inizio dell’anno seguente
alle lettere a Pietro Aretino stampate da
in Lombardia, dove conquistò Stradella,
Francesco Marcolini nello stesso anno).
non lontano da Pavia.
Nella premessa, il curatore Lelio Carani af-
Tornò a Città di Castello, dove si trova-
ferma di aver tratto le lettere dai «forzieri»
va nella primavera del 1525 (Lettere di di-
di Camillo, figlio di Vitelli, e di averle «rac-
versi..., 1551, p. 125), e nell’estate del 1526
concie in questa favella volgare» (Lettere di
ripartì per unirsi tra Emilia e Lombardia
diversi..., 1551, p. 5). Le novantacinque
all’esercito della Lega di Cognac, i cui
missive, datate tra 1522 e 1528 (ma disposte
membri erano ancora lontani dall’aver
senza alcun ordine), documentano i rappor-
concordato una linea politica comune. In
ti del destinatario con interlocutori illustri
ottobre raggiunse Roma, chiamato da Cle-
– il doge di Genova, il duca di Milano, gli
mente VII insieme ad altri condottieri, tra
Otto di Pratica fiorentini, il marchese di
cui Guido Rangoni, Giovanni de’ Medici
Mantova – i quali si rivolgono a Vitelli con
e da Ceri, per contrastare i filoimperiali
espressioni rispettose e familiari al tempo
Colonna, in guerra aperta con il pontefi-
stesso, cui fanno da contraltare le formule
ce. A partire dall’inizio di novembre si
di ossequio dei personaggi minori al servi-
combatté senza esclusione di colpi. Vitelli zio del condottiero in qualità di messaggeri
incendiò Marino e distrusse Gallicano e o informatori.
Zagarolo. La sua natura cauta, «piena,
nello eseguire, di difficoltà e di pericoli» Fonti e Bibl.: M. Guazzo, Historie di tutte le
cose degne di memoria quai de l’anno MDXLIIII
(Guicciardini, 1988, III, p. 1990) lo spinse sino a questo presente sono occorse nella Italia, Venezia
tuttavia a non assaltare la rocca di Paliano, 1540, cc. 35v, 37v-38r; Lettere di diversi illustrissimi
ritirandosi a Valmontone. signori e republiche scritte all’illustrissimo signore il
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signor V. V., Firenze 1551; P. Giovio, La seconda Al servizio del re di Francia Carlo VIII
parte dell’historie del suo tempo, Firenze 1553, p. durante la sua discesa nella penisola, nel
21; Id., Elogia virorum bellica virtute illustrium,
Basileae 1575, p. 183; B. Varchi, Storia fiorentina, novembre del 1494 Vitellozzo e i fratelli
a cura di L. Arbib, I, Firenze 1843, pp. 123, 430 furono nel Lazio a sostegno di Fabrizio
s.; T. Alfani, Memorie perugine dal 1502 al 1527, Colonna (in guerra con Alessandro VI), e
a cura di F. Bonaini - A. Fabretti - F.L. Polidori, poi in Abruzzo. Nel giugno del 1495, par-
in Archivio storico italiano, XVI (1851), 2, pp. 278 titi da Città di Castello, attraversarono la
s., 287-294; Ricordi del Bontempi, ibid., p. 328; L.
Guicciardini, Il sacco di Roma, in Il sacco di Roma Toscana per congiungersi con il sovrano
del MDXXVII, a cura di C. Milanesi, Firenze che, sulla via del ritorno, intendeva richia-
1867, pp. 30, 67 s., 95, 212; M. Sanuto, I diarii, mare a Genova i Fregoso. Carlo VIII fu
1496-1533, a cura di R. Fulin et al., VII-XLIII, sconfitto a Fornovo (6 luglio 1495), dove
Venezia 1882-1895, ad indices; A. Massimi, I Vi-
telli signori dell’Amatrice, Roma 1979, p. 8; F. lo aveva raggiunto Camillo Vitelli. In se-
Guicciardini, Storia d’Italia, a cura di E. Mazzali, guito alla ritirata francese, le truppe vitel-
Milano 1988, ad ind.; B. Buonaccorsi, Diario dal- lesche, sotto il comando di Paolo e Vitel-
l’anno 1498 all’anno 1512 e altri scritti, a cura di lozzo, ripiegarono da Savona a Chiavari e
E. Niccolini, Roma 1999, pp. 150, 183, 294, 328; quindi a Sarzana. Dopo alcuni scontri con
C. Asso, I libri di epistole italiani e la cultura del
Cinquecento, in Il Rinascimento italiano e l’Europa, la popolazione locale, mossero poi verso
a cura di G. Belloni - R. Drusi, II, Treviso-Co- Pisa, ribellatasi l’anno precedente al domi-
stabissara 2007, pp. 232 s.; Scorribande, lanziche- nio di Firenze.
necchi e soldati ai tempi del Sacco di Roma. Papato Vitellozzo e Paolo aiutarono inizialmen-
e Colonna in un inedito epistolario dall’Archivio
Della Valle-Del Bufalo (1526-1527), a cura di te la città a difendersi dall’assalto fiorenti-
P.P. Piergentili - G. Venditti, Roma 2009, p. 107 no, per passare in seguito, d’accordo con
e ad ind.; A. Nova, L’Ultima Cena di Giorgio Va- Carlo VIII, al servizio di Firenze (entram-
sari per il convento delle Murate: contesto, commit- bi rimasero feriti nel settembre dello stesso
tenza e un episodio della crisi religiosa del Cinque- anno, in un assalto alla cittadella pisana).
cento, in Dall’alluvione alla rinascita: il restauro
dell’Ultima Cena di Giorgio Vasari. S. Croce cin- Ricevute istruzioni da Camillo, con grande
quant’anni dopo (1966-2016), a cura di R. Bellucci disappunto dei fiorentini tornarono in pa-
- M. Ciatti - C. Frosinini, Firenze 2016, p. 28. tria per prepararsi ad aiutare il viceré di
MICHELE LODONE Napoli Gilbert de Montpensier, in diffi-
coltà di fronte alla riscossa aragonese.
VITELLI, Vitellozzo. – Nacque a Cit- Nel gennaio del 1496, mentre Camillo e
tà di Castello dopo il 1461, quarto figlio Paolo (insieme agli Orsini) partivano per
maschio di Niccolò e di Pantasilea di Gio- il Sud Italia e Città di Castello restava nel-
vanni Abocatelli. le mani del fratellastro Giulio, Vitellozzo
Il padre, coinvolto nei rivolgimenti po- raggiunse insieme a Carlo Orsini la corte
litici interni a Città di Castello, fu esiliato francese. I due sollecitarono più volte Car-
da Sisto IV nel 1474, e si trasferì con la fa- lo VIII a una nuova spedizione in Italia,
miglia a Castiglion Fiorentino, dove Sigi- soprattutto dopo la resa di Montpensier,
smondo Tizio si occupò dell’educazione di che lasciò prigioneri del fronte antifrance-
Vitellozzo e del fratello Paolo. Tornato in se Paolo Vitelli (Camillo era morto nel giu-
patria con l’aiuto fiorentino nel giugno del gno 1496), Gentile Virginio, Paolo e Gian
1482, negli scontri con i fuorusciti appog- Giordano Orsini.
giati dal papa, Niccolò poté contare sul- Nel novembre del 1496 Vitellozzo e Car-
l’abilità militare dei figli Giovanni, Camil- lo Orsini sbarcarono a Livorno, respingen-
lo, Paolo e anche del giovane Vitellozzo, do l’assedio delle truppe imperiali di Mas-
che riconquistò il castello di Promano. In similiano I, giunte in Toscana in soccorso
seguito alla pace stipulata da Niccolò con di Pisa. Intanto Alessandro VI aveva ap-
Sisto IV (3 maggio 1484), Vitellozzo, con profittato della débâcle francese per confi-
i fratelli Camillo e Paolo, fu tenuto a soc- scare le terre degli Orsini, inviando un
correre Gentil Virginio Orsini nel suo con- esercito nel Lazio settentrionale. Mentre
flitto con i Colonna. le truppe degli Orsini, guidate da Bartolo-
In data imprecisata sposò Porzia di Pao- meo d’Alviano, resistevano nell’assediata
lo Orsini. Abbiamo notizia di una sola fi- Bracciano, Vitellozzo raccolse un esercito
glia naturale, Niccolina, che sposò Onofrio a Città di Castello e nel gennaio del 1497
Schianteschi di Montedoglio. giunse in loro aiuto. Nei pressi di Soriano
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