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I Giulio Claudi
Parte 4 Capitolo 2
Una dinastia?
Augusto morì nel 14 d.C. in Campania.
Il suo corpo venne trasportato a Roma e le sue ceneri riposte nel mausoleo in Campo Marzio
assieme a Marcello, Caio e Lucio Cesari.
Il glio Tiberio non si sentì di governare da solo e propose al Senato di af dare lo Stato a più
persone, ma il Senato non acconsenti e riuscì a convincere Tiberio ad accettare, anche se solo
temporaneamente.
Il potere rimase all’interno della famiglia Giulio-Claudia dal 14 al 68 d.C. (discendenti dei
Iulii come Giulio Cesare e dei Claudii come Tiberio Claudio Nerone), ma alla morte di
Tiberio non fu seguito l’ordine dinastico programmato da Augusto.
Infatti il glio di Tiberio, Druso minore e Germanico morirono precocemente e la
successione passò a Gaio, detto Caligola, che non era stato adottato da Tiberio e non aveva
né condiviso con lui l’imperium, ne potestà tribunizia.
Quindi Caligola discendeva dal ramo della famiglia di Germanico.
L’ultimo esponente della dinastia fu Nerone proveniente da una famiglia nobiliare diversa,
quella dei Domizi, mentre da parte di madre discendeva dalla famiglia Claudio-Giulia.
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In politica estera ripristinò un sistema di Stati cuscinetto in Oriente, grazie a delle amicizie
ereditate da Marco Antonio. Un esempio è la Commagene, prima provincia sotto Tiberio e
poi restituita ad un sovrano. Oppure la concessione di ampi territori della Galilea ad un
amico, Erode Agrippa.
Durante il suo regno ci furono diversi con itti con gli Ebrei, che ebbero inizio con la richiesta
di Caligola di erigere la propria statua nel Tempio di Gerusalemme.
Nel 41 d.C. fu vittima di una congiura e la sua morte impedì la continuazione dei con itti in
Giudea.
Questi accadimenti ci vengono raccontati nel dettaglio da Flavio Giuseppe, storico di origini
ebraiche e dal losofo Filone.
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Fondò anche colonie in Britannia, Germania e Mauretania e dovette risolvere altre questioni
politiche lasciate aperte da Caligola come ad esempio la guerra in Mauretania, la quale venne
divisa in due province, con a capo dei procuratori equestri e vennero ristabiliti i privilegi delle
comunità ebraiche in modo da evitare scontri con le poleis greche.
Nel 49 d.C. vennero espulsi gli Ebrei da Roma al ne di evitare disordini.
Nel 43 d.C. Claudio conquistò la Britannia meridionale che diventò provincia.
Il suo regno però fu caratterizzato da intrighi di corte, come ad esempio il matrimonio con
Messalina, messa a morte poi nel 48 d.C. con l’accusa di tramare contro l’Imperatore.
Morì nel 54 d.C. avvelenato da Agrippina, sua seconda moglie che voleva assicurare il trono
al glio Britannico, adottato dal matrimonio precedente.
La società imperiale
Alla base della concezione della società romana imperiale c’era la convinzione che dovesse
esserci una differenziazione dello status giuridico delle persone.
Ad esempio Augusto differenziò i ceti dirigenti a Roma, senatori ed equites ed introdusse
elementi per distinguere anche i ceti dirigenti dei municipi oltre alla regolazione dei privilegi
di altri gruppi della società, come ad esempio coloro che possedevano la cittadinanza.
In poche parole esistevano meccanismi di promozione sociale.
La schiavitù era diventata una caratteristica della società e fondamentale per l’economia,
soprattutto per l’agricoltura, anche se venne pian piano sostituita con l’impiego di coloni
liberi.
Inoltre c’era una percentuale numerosa di schiavi domestici per attività artigianali o
nell’ambito dei servizi quali scuola, medicina ed amministrazione.
La familia Caesaris invece era una categoria di schiavi imperiali che si occupavano di nanza
e amministrazione del patrimonio imperiale. Erano organizzati in gerarchie e potevano
persino raggiungere un livello di ricchezza addirittura più alto della nobiltà senatoria.
Bisogna però distinguere la ricchezza dallo status giuridico, essendo due aspetti indipendenti.
Ad esempio uno schiavo poteva acquistare la libertà grazie al suo patrimonio, ma rimaneva
legato all’ex padrone da un rapporto di clientela o prestazioni di lavoro e non poteva
comunque accedere alle cariche delle magistrature.
I liberti erano la classe sociale più attiva in settori come l’artigianato, commercio e servizi.
Potevano raggiungere cariche all’interno di associazioni professionali, tanto che i quattro
liberti di Claudio, Callisto, Pallante, Polibio e Narcisso ottennero per no la direzione dei
nuovi servizi di amministrazione. Ciò causò dei problemi, dato che le cariche dovevano essere
riservate ai due ceti dirigenti.
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Un’altra classe sociale di rilievo erano i provinciali liberi, classe molto articolata, che
comprendeva gli abitanti delle poleis greche, gli abitanti dei villaggi della Britannia e i nomadi
del deserto.
Il princeps aveva la facoltà di promuovere non solo ceti cittadini, ma persino intere città,
concedendo la cittadinanza per cui, per i provinciali, il passo successivo erano le due classi
dirigenti (l’ordo senatorius e il ceto equestre).
In realtà l’intervento del princeps non era l’unico modo per raggiungere la promozione, ma
spesso era anche grazie al patronato, alle raccomandazioni di uf ciali superiori o anche il
servizio nell’esercito, che permetteva l’entrata a far parte delle élites municipali no ad
arrivare a ricoprire le cariche delle magistrature locali.
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