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Capitolo 1

• Crisi e trasformazioni tra due secoli


A partire dal 1873 l’industrializzazione si fermò, perché? Gli stati uniti iniziarono a vendere cereali a
prezzo più basso degli europei, infatti l’industria europea fu coinvolta da una grave crisi generale di
sovrapproduzione. Per fronteggiare la situazione europea i Governi adottarono tasse doganali
protezionistiche: in questo modo ogni governo intendeva difendere la propria produzione nazionale.
Negli ultimi decenni dell’800 alcuni produttori attenebro il monopolio (il mercato di un prodotto è
controllato solo da loro), come:
- Gran Bretagna: settore chimico e tessile
- Germania: carbone e l’acciaio
- Stati Uniti: acciaio e petrolio
Però l’espansione coloniale e e la riorganizzazione del sistema industriale permisero l’inizio di una
nuova fase chiamata la seconda rivoluzione industriale. Infatti si iniziò anche ad utilizzare l’elettricità e
il petrolio.
La comparsa sul mercato dei primi fertilizzanti chimici fu una rivoluzione per l’agricoltura e nello stesso
tempo vennero scoperti i coloranti arti ciali che diedero impulso all’industria tessile. L’elettricità e la
chimica favorirono anche la diffusione dell’acciaio che bevve uno sviluppo produttivo immenso, queste
scoperte chimiche consentirono di diminuire anche i costi per produrre l’alluminio.

• Cambia il modo di lavorare


Tutte le innovazione tecnologiche comportarono a una riorganizzazione complessiva delle industrie; Le
fabbriche diventarono sempre più grandi e i tempi di lavorazione furono determinati dalle macchine e si
formò cosi un unico sistema meccanico interconnesso. Nel 1911 Frederick Winslow Taylor teorizzò il
“taylorismo” che si basava sull’eliminazione delle perdite di tempo ed istituì due principi:
- razionalizzare le fasi di lavoro
- Dividere bene i ruoli in fabbrica
Per svolgere questi ruoli non servivano più lavoratori specializzati cosi gli operai più ricercati divennero
i contadini. Poiché il lavoro era seriale anche i prodotti lo erano, pero questa organizzazione permise di
produrre una grande quantità di beni a un prezzo basso. Venne poi introdotta anche la catena di
montaggio, un nastro trasportatore che porta i pezzi all’operaio cosi non si deve spostarsi.

• La società di massa
Grazie allo sviluppo economico di inizio Novecento comincia un periodo di ducia nel futuro, detto Belle
époque, cioè “bella epoca”. Si diffondono nuove invenzioni:
il grammofono, il telefono, la radio, la lampadina elettrica, il cinematografo, l’automobile. Molte persone
acquistano gli stessi beni. Nasce così la società di massa, dove ciascuno cerca di vivere bene con quello che
acquistano tutti. Si diffondono i grandi magazzini e la pubblicità.

Capitolo 2
• Che cos’è l’imperialismo?
Gli ultimi decenni del 19 secolo e il primo del 20 vennero chiamati periodo dell’imperialismo perché le
potenze Europe con America e Giappone, si spartirono quasi del tutto i tre continenti. L’imperialismo fu
una conquista militare e gli europei vollero totale controllo su questi territori; imperialismo e seconda
rivoluzione industriale furono due fenomeni strettamente collegati fra loro. I motivi principali per
queste colonizzazioni era due:
- il primo motivo fu il controllo delle materie prime
- Il secondo motivo era la necessarietà di ampliare i mercati.
In questo modo nacquero veri e propri imperi all’interno dei quali convivevano numerosi popoli,
l’organizzazione politica di questi “imperi” era primitiva. L’obbiettivo delle colonie era di contribuire alla
ricchezza della madrepatria. Le tensioni per la spartizione delle delle colonie scoppiarono nel 1914 con
la prima guerra mondiale.

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• Gli imperi coloniali europei


Il paese che per primo le imprese straniere dell'imperialismo fu la Gran Bretagna, che arrivo a costruire
più vasto impero coloniale al mondo: oltre alle colonie di popolazioni bianche gli inglesi dominavano
molte zone dell’Asia. Nell'Africa del sud la scoperta di giacimenti d'oro e di diamanti spinse inglesi, già
insediati, a muovere guerra contro le repubbliche dei boeri. Nel 1902 le due repubbliche boere furono
annesse ai possedimenti britannici e con essi formarono l'unione sudafricana. La Francia era già
ampiamente presenti in Africa e si aggiunse nel 1881 il protettorato sulla Tunisia il padrone indossi di
un immenso territorio che andava dal Mediterraneo al Golfo di Guinea. La Francia estese i propri
domini no a tutta la penisola indocinese. Siccome l'Asia era molto più lontana richiedeva basi
d'appoggio che se non possedevano la Germania dalla metà degli anni 80 del XIX secolo stabiliscono
dominio in diversi territori sparsi per l'Africa. L'Italia invece si impegnò comunque la conquista del
corno d'Africa con fortune alterne, così diffuso dai governi il mito della superiorità europea. Gli avanzati
europei avevano il dovere di accompagnare le popolazioni selvagge verso un'evoluzione civile e
culturale. Gli Stati europei dicono che le colonie erano uno sbocco per la popolazione in eccesso, ma in
realtà gli europei non migrano nelle colonie, bensì in America

• Stati Uniti e Giappone


Per buona parte dell'ottocento, gli Stati Uniti tennero una posizione anticolonialista. L'America agli
americani: slogan del 1823, il presidente James Monroe intendeva che ogni colonialismo europeo in
America doveva cessare. Gli Stati Uniti prima si oppongono al colonialismo, ma poi all'inizio del secolo si
diventano una potenza imperialista. Dal seicento alla metà dell'ottocento il Giappone vive in un
isolamento commerciale culturale volontario, al ne di conservare le strutture della società feudale
basata sulle caste. Nel 1853 gli Stati Uniti forzano il blocco mercantile giapponese e impongono
l'apertura al commercio internazionale, il Giappone diventa allora sua volta una potenza industriale
coloniale che prende di mira principalmente la Cina dove altre potenze europee esercitano una grande
in uenza. Questo portò a un con itto con la Russia per il controllo della Corea, il Giappone ha
rapidamente la meglio e agli inizi del 900 divenne una potenza che mira al controllo del Paci co
occidentale

Capitolo 3
• I partiti nella società di massa
Un primo cambiamento riguardo il suffragio, cioè il diritto di votare: il numero di persone che avevano
questo diritto era ti amente molto ristretto ma tempio rapidamente. Era diventato universale potevano
cioè votare tutti cittadini maschi, invece necessario tenere ancora perché tale diritto positivo anche le
donne, per questo in molti paesi comparvero a questo proposito dei movimenti che si battevano per i
diritti delle donne. La politica dell’800 aveva visto la diffusione delle idee liberali e diversi Stati europei
avevano adottato delle costituzioni. Però solo le classi benestanti erano rappresentati in parlamento
infatti nacquero i partiti di massa, grandi organizzazioni che avevano delle sedi stabili distribuite nel
territorio e contavano centinaia, migliaia a volte addirittura milioni di iscritti. Il programma politico di
tali partiti non era più in balia del leader di turno, ma veniva stilato con precisione: i dirigenti venivano
eletti dagli scritti. I partiti si ispiravano a diversi correnti del pensiero socialista, si richiamavano al
pensiero di due intellettuali tedeschi Karl Marx e Frederic Engels. I cittadini e i piccoli borghesi città a
trovarlo invece la propria rappresentazione dei partiti di massa fondati dei cattolici, i moderni partiti
liberali, capaci di estendere il proprio consenso alla media borghesia. L'ultima parte dell’800 vide la
crescita delle idee e dei movimenti nazionalisti, alimentati dalle idee imperialiste e dal corso della
colonizzazione, si può intuire che spesso i movimenti nazionalisti portavano con sé il razzismo e
l’antisemitismo. Nell’età dell'imperialismo la vita politica interna delle nazioni europee fu segnata da
profondi con itti. La società si trovava divisa tra i progressisti e i conservatori, in questo processo si
inserì anche l'allargamento dell'istruzione: sempre più imparavano a leggere ed era così grado di
informarsi.
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• Russia, Francia e Gran Bretagna
Nel 1881 lo zar Alessandro ll fu assassinato dagli anarchici e la polizia zarista colpì subito
indiscriminatamente anarchici, socialisti, liberali e intellighenzia (gli intellettuali). Nella Russia si
fece più cruenta la persecuzione delle numerose comunità ebraiche e nelle campagne russe si
scatenarono i porgo, massacri di ebrei. Lo successore di Alessandro riuscì comunque a mettere in
moto un processo di industrializzazione come lo sviluppo delle ferrovie, sorsero anche grandi impianti
siderurgici. Però il sistema politico resta lo stesso chiuso e autoritario. La prima protesta succede nel
1905 a sei estese a tutto il paese che lo zar dovette promettere una costituzione. Dopo l’impero di
napoleone lll nel 1871, in Francia venne dichiarata la Terza repubblica. Le pesanti condizioni di pace
che aveva imposta la Germania alla Francia contribuirono a fomentare un fenomeno di odio nei
confronti dei tedeschi e con essa anche un desiderio di rivincita. Nel 1894 Alfred Dreyfus (capito
dell’esercito francese) fu accusato di spionaggio e messo in prigione, questo fenomeno divise la francia
in due parti:
- la destra nazionalista, antisemita e ostile al governo repubblicano
- Le forze repubblicane e numerosi intellettuali difesero Alfred
In ne Alfred ottiene la revisione del processo e fu riconosciuto innocente.
L gran Bretagna era il paese europeo dove la democrazia parlamentare era più antica e stabile, nacque
nel 1906 un partito socialista inglese, il partito laburista, che ebbe un programma riformista. I
governi liberali fecero importanti riforme come l’introduzione della giornata lavorativa di 8 ore e le
assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro.
• Germania e Austria
L’impero asburgico è debole e fa fatica a mantenere il controllo dei diversi popoli che lo compongono e
che chiedono autonomia. Il cancelliere prussiano Otto von Bismarck guidò da quasi vent’anni la
politica della Germania , conciliando con gli interessi dei junker con quelli della borghesia industriale.
Bismarck però intraprese un duro scontro con la chiesa cattolica e con i socialisti del partito
socialdemocratico che chiedeva riforme sociali. Bismarck emanò leggi che limitavano la libertà di
riunione e di organizzazione politica e cercò consenso tra i lavoratori emanando la legislazione sociale
avanzata (la pensione e le assicurazioni contro malattie e infortuni). In Europa aumentano le tensioni
e il continente è diviso in due blocchi:
- la triplice alleanza (Germania, Austria e Italia)
- la triplice intesa (Francia, Inghilterra e Russia)

Capitolo 4
• La sinistra al governo
Il parlamento italiano si trovò diviso fra destra e sinistra storica, la destra storica rappresentava gli
interessi dei commerciati agiati ed essa aveva una politica liberista. La destra governò dal 1876
seguendo le linee dettate da Cavour, si raggiunsero dei risultati postivi: furono risanati i conti pubblici,
si creò un mercato unitario, venne avviato il sistema scolastico nazionale e l’uni cazione fu completa.
Ma nel sud la destra su dimostrò più oppressiva dei vecchi regimi imponendo tasse tra cui la tassa sul
macinato e un servizio militare obbligato che sfociarono nel fenolo del brigantaggio. In questi anni nel
parlamento crebbe l’opposizione della Sinistra che dava voce agli industriali. Nel marzo del 1876 essa
sali al tono e il presidente divenne Agostino Depretis: nacquero con la sinistra la prima accerta
Italiana, le of cine metallurgiche, gli stabilimenti chimici e le prime centrali elettriche. Sul piano delle
riforme social la sinistra rese obbligatoria l’istruzione primaria ed abolì la tassa sul macinato, estende
anche il diritto al voto e vara delle leggi di tutela del lavoro. Il governo di Depretis si regge sulla
trasformismo, cioè la maggioranza parlamentare non era sempre uguale, cioè formata dagli stessi
uomini. Il “trasformismo” da un lato garantì la continuità di governo, dall’altra parte favorì il
clientelismo e la corruzione fra i membri del parlamento. Italia e Francia entrarono in contrasto per le
colonie e l’Italia si allea con la Germania e l’Austria nella triplice alleanza: un trattato di 5 anni che
prevedeva un’azione comune di difesa nel caso in cui uno dei membri fosse attaccato.L’Italia nel 1882
conquistò la baia di Assab cercando di avviare una politica coloniale ma nel 1887 a Dogali una colonna
militare italiana venne completamente annientata e ogni tentativo di espansione si interruppe. <<
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• Il governo di crisi e la crisi di ne secolo
Agostino Depretis morì nel 1887 il governo fu assunto da Francesco Crispi destinata a dominare la
politica italiana no al 1896. Avviò una politica fortemente autoritaria, concentrando multi potere
nelle sue mani, la sinistra aveva instaurato il protezionismo doganale favorendo i prodotti italiani e
discapito di quelli esteri. A causa del rincaro però sorsero accesi movimenti di protesta e quali Crispi
rispose ordinando alla polizia di disperdere le manifestazioni degli scioperanti e nel 1894 proclamò
addirittura lo stato d'assedio, appro tta anche della situazione per rendere i legali tutte le
organizzazioni operaie. , inoltre, riprende l'espansione coloniale con il caso di uccelli, l'Italia al
controllo sull'Eritrea e poi ottiene anche la Somalia. Le imprese positive però niranno presto. Le
truppe italiane tentare un momento di espandersi verso l'interno del continente però il risultato fu
disastroso: l'esercito italiano riportò delle scon tte. Crispi fu costretto alle dimissioni e scomparve
dalla scena politica italiana. La seconda fase della politica coloniale ottenne magri risultati e ho avuto
l'effetto di aggravare ulteriormente la situazione sociale in Italia. Nel 1897, una grande agitazione
sindacale e i braccianti protestarono al ne di ottenere miglioramenti salariali E garanzie contro la
disoccupazione. Il governo era diventato nel frattempo Antonio di Rudinì che lascio a mano libera
all'esercito per fronteggiare i disordini. Le lezioni del 1900 videro il successo dell'opposizione
progressista. Essa era formata da liberali, radicali, socialisti e repubblicani. Fu quindi af dato il nuovo
governo a un liberale moderato, Giuseppe Saracco ma il trono passò a Vittorio Emanuele III dopo poco
tempo. Il suo nominò Primo Ministro l'ormai anziano Giuseppe zanardelli che abolì le norme restrittive
che riguardavano il diritto di associazione per i lavoratori e promosso la legislazione sociale più
avanzata.
• L’età giolittiana
Nel 1903 diventò Primo Ministro il liberale Giovanni Giolitti che rimase in carica no al 1914. Il punto
sessuale della sua politica fu lo sforzo di conciliare gli interessi della borghesia con quelli delle classi
popolari. Egli cercò di non acuire i con itti sociali, il partito socialista sotto la guida di Filippo turati
aveva spostato una linea riformista, come era successo in altri partiti socialisti europei. Nel partito
però era presente una minoranza più estremista, chiamata massimalista, perché voleva ottenere il
risultato Massimo, cioè l'abbattimento della società borghese attraverso una rivoluzione. Durante l'età
Giolitti A.N.A. si registrano alcuni importanti progressi economici che coinvolsero principalmente il
Nord del paese. Un indicatore signi cativo è l'aumento democratico, l'agricoltura aggiunse alcuni
sviluppi produttivi notevoli, ma fu l'industria segnare la crescita più rilevante. L'industria tessile
italiana quanto ho già il primato europeo nell'esportazione della seta, nel Nord sorsero le prime
raf nerie per produrre lo zucchero dalla barbabietola. Ma te lo sviluppo economico e sociale rimaneva
in gran parte esclusi il sud, la terra era concentrato nelle mani di pochi baroni che facevano vivere
nella miseria milioni di contadini. Sarebbe stata necessaria una riforma agraria ma Giolitti non poteva
rinunciare al sostegno che il suo perno riceveva dei grandi proprietari fondiari meridionali. Si limitò
invece ad alcuni provvedimenti secondari. Tra il 1901 e il 1913 circa 8 milioni di abitanti italiani
emigrarono all'estero la meta erano gli Stati Uniti. L'unica rete di aiuti e di solidarietà che potevano
trovare era quella di coloro che gli avevano preceduti ma in ne si che ti davano i quartieri italiani che
diventavano sempre più grandi. Il nazionalisti spingono Giolitti a riprendere l'espansione coloniale,
che gli aveva abbandonato per cercare di dare stabilità economica l'Italia vinto. Giolitti diede il via
libera il progetto di conquistare la Libia, poi estese le proprie operazioni anche al mare Egeo: la
conquista della Libia cose ampi consensi popolari in Italia. A I nazionalisti di uscire ovviamente
rafforzati ma la sinistra uscì indebolita: il partito socialista andò incontro a una profonda frattura e il
portavoce di massimalisti diventò dentro Mussolini. Giolitti e sul piano politico fu l'ultima: nel 1912 fu
introdotto il suffragio universale maschile. Giolitti perde comunque le elezioni e si dimette. Nel marzo
1914, presidenza del consiglio passò quindi ad Antonio Salandra ma scoppiano proteste e lui invia un
vero corpo di spedizione per esprimere gli scioperi, tornando ai metodi repressivi. Intanto nel giugno
del 1914 1000 ucciso in un attentato l'erede al trono austro-ungarico.
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