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Capitolo 2

L’ascesa dell’occidente
La cultura è stata spesso indicata come fattore determinante del successo
economico. Max Weber, ad esempio, ha sostenuto che il protestantesimo ha reso i
popoli dell’Europa settentrionali più razionali e inclini di chiunque altro a lavorare
duramente. La teoria di Weber sembrava plausibile nel 1905, quando l’Inghilterra
protestante era più ricca della cattolica Italia. Oggi è vero il contrario e la teoria di
Weber non è più sostenibile. Secondo un’altra spiegazione gli agricoltori del terzo
mondo sono poveri perché rimangono legati ai metodi tradizionali di coltivazione e
non rispondono agli incentivi economici. Allo stesso tempo gli agricoltori dei paesi
poveri sperimentano nuovi raccolti e nuovi metodi, impiegano manodopera fino al
punto in cui conviene farlo, adottano nuovi fertilizzanti, cambiano le colture a
seconda delle variazioni dei prezzi, proprio come gli agricoltori dei paesi ricchi. I
contadini sono poveri perché spuntano prezzi bassi per i propri raccolti e perché
mancano di tecnologie appropriate, non perché si rifiutano di utilizzarle. Ci sono
aspetti della cultura che influiscono sull’economia. In particolare la diffusione
dell’alfabetizzazione e della capacità di far di conto sono state condizioni necessarie
del successo economico. Tali capacità mentali favoriscono la fioritura del commercio
e lo sviluppo della scienza e della tecnologia. Queste vengono diffuse attraverso
l’istruzione di massa, che è divenuta un fattore strategico universale per lo sviluppo
economico. Molti economisti sostengono che il successo economico è il risultato di
ben definiti dritti di proprietà, di una bassa tassazione e di interventi dello stato
ridotti al minimo. Secondo questi economisti, un eccesso di intervento pubblico è
deleterio per la crescita poiché porta a tasse elevate, regolamentazioni, corruzione
(tutti fattori che riducono l’incentivo a produrre). Questi punti di vista vanno a
sostenere la teoria secondo la quale le monarchie assolute hanno soffocato l’attività
economica vietando gli scambi internazionali, minacciando la proprietà o addirittura
la vita stessa. Il successo dello sviluppo economico fu dovuto alla sostituzione
dell’assolutismo con la forma di governo rappresentativo. Nel 1568 i Paesi Bassi si
ribellarono alla dominazione spagnola e si organizzarono nella forma di una
Repubblica. Da allora in poi il paese crebbe rapidamente, sotto Giacomo I e Carlo I,
l’economia inglese risentì dell’imposizione di tasse di dubbia legalità e di prestiti
forzosi. I tentativi di Carlo I di governare senza il parlamento fallirono, la guerra
civile esplose e il re fu accusato di alto tradimento e giustiziato. Dopo la
restaurazione, le controversie tra la corono e il parlamento continuarono, per
culminare infine nella Gloriosa rivoluzione del 1688. Con la supremazia del
parlamento si pose una freno all’assolutismo e l’economia fiorì. Gli storici hanno
analizzato l’effettivo funzionamento delle monarchie assolute e in genere hanno
constatato che esse promuovevano la pace, l’ordine e il buon governo. Di
conseguenza il commercio fioriva e le città si espandevano. Con l’aumento della
specializzazione delle regioni, il reddito nazionale crebbe seguendo un processo che
è stato definito crescita smithiana. La maggiore minaccia alla prosperità provenne
dalle invasioni di barbari attratti dalla ricchezza delle civiltà e non dagli imperatori.
La prima globalizzazione
Le cause immediate dello sviluppo disuguale sono riconducibili al cambiamento
tecnologico, alla globalizzazione e alla politica economica. La grande divergenza ha
quindi inizio con la prima globalizzazione. Questa necessitava di navi in grado di
compiere grandi traversate oceaniche. Gli europei non le ebbero fino al XV secolo,
quando furono inventati i nuovi trealberi (albero di trinchetto e maestra armati con
vele). Gli scafi più robusti e l’uso del timone al posto del remo resero le navi in grado
di circumnavigare il globo terrestre. Fu poi la volta dei tessuti: le città italiane
avevano dominato l’industria tessile nel Medioevo ma i fabbricanti inglesi e olandesi
riuscirono a produrre tessuti leggeri pettinati che imitavano la trama di quelli
italiani. I paesi mediterranei furono inondati da questi nuovi tessuti inglesi e
olandesi, che estromisero dal mercato quelli italiani. Si trattò di un cambiamento di
grande portata, che avviò la rilocalizzazione dell’industria manifatturiera. L’effetto
più spettacolare della comparsa dei trealberi si manifestò però nei viaggi che
portarono alle grandi scoperte geografiche. Alcuni mercanti inviavano pepe e spezie
dall’Asia in Europa attraverso il Medio Oriente. Colombo e da Gama innescarono tra
le potenze imperiali la lotta per la conquista dei territori (portoghesi e spagnoli
furono i primi vincitori). Nella prima battaglia di Diu portoghesi affermarono la
propria egemonia nell’oceano indiano, spingendosi poi verso l’Indonesia crearono
lungo il cammino una rete di colonie. Nel 1500 i portoghesi scoprirono casualmente
anche il Brasile che divenne la loro colonia più vasta. L’impero spagnolo era anche
più ricco. Ci fu la scoperta di giacimenti di argento in Bolivia e Messico. L’argento
servì per pagare le armate asburgiche che combattevano i protestanti in tutta
l’Europa, fornì agli europei il denaro occorrente per comprare merci asiatiche e
provocò decenni di inflazione, noti come la rivoluzione dei prezzi. I paesi dell’Europa
settentrionale non fecero grandi progressi nella costruzione di imperi. Nel 1497 gli
inglesi inviarono verso occidente Giovanni Caboto che raggiunse Terranova. Questo
evento fu considerato una scoperta. I francesi invece inviarono Jacques Cartier in
Canada. Si dovette aspettare fino al XVII secolo perché i paesi dell’Europa
settentrionale divenissero importanti potenze imperiali. Essi puntarono a
organizzare le compagnie delle Indie orientali, che combinavano politiche imperiali
con l’imprenditorialità privata. Di regola tali compagnie erano società per azioni ad
elevata capitalizzazione, che commerciavano in Asia o nelle Americhe, disponevano
di forze militari, terrestri e navali, e creavano all’estero centri commerciali fortificati.
Tutti i paesi settentrionali avevano compagnie del genere: la compagnia inglese delle
Indie Orientali fu riconosciuta ufficialmente nel 1600, e la controparte olandese due
anni dopo. Gli olandesi conquistarono molti territori creando un impero. Nel XVII
secolo anche gli inglesi crearono un impero. In Asia la compagnia inglese delle Indie
orientali sconfisse i portoghesi e in seguito furono stabiliti centri commerciali
fortificati a Surat. Nelle Americhe furono fondate delle colonie. Negli anni 20 e 30
del 600 furono conquistate le Bahamas e una fascia di isole dei Caraibi e nel 1655 si
aggiunse la Giamaica. Lo stato inglese mirava ad espandere il proprio impero,
soprattutto a spese degli olandesi, i primi passi furono compiuti da Oliver Cromwell
nel periodo del Commonwealth e proseguirono dopo la restaurazione. Si
aumentarono le spese per la flotta militare e il primo Navigation Act fu approvato
nel 1651. Questa misura mercantilistica mirava a escludere gli olandesi dal
commercio con i possedimenti imperiali inglesi. La prima guerra anglo-olandese fu
combattuta per ottenere vantaggi commerciali ma ottenne scarsi risultati. Dopo la
restaurazione di Carlo II i Navigation Act furono riformulati ed estesi, si ingrandì la
flotta militare e furono combattute altre guerre contro gli olandesi. New York fu
presa nel 1664. Lungo la costa americana, furono fondate colonie inglesi. Le loro
economie crebbero rapidamente grazie all'esportazione di tabacco, riso, grano e
carne verso l'Inghilterra e i Caraibi. La popolazione delle colonie britanniche
americane aveva raggiunto quasi la metà di quella della madrepatria. Il commercio
degli inglesi e degli olandesi diede un forte impulso allo sviluppo delle loro
economie, che videro una forte crescita delle industrie manifatturiere e delle città.
Nel Medioevo circa tre quarti della popolazione era occupata nell'agricoltura, la
produzione manifatturiera si svolgeva prevalentemente nelle città e la popolazione
dispersa nei villaggi era composta da artigiani, preti, carrettieri e servitori delle
dimore di campagna. Nel 1500 le economie più avanzate erano quelle italiana e
spagnola, le cui città più grandi producevano i migliori prodotti manifatturieri. La
popolazione olandese era poco numerosa e l'Inghilterra era prevalentemente dedita
alla pastorizia. Alla vigilia della rivoluzione industriale si erano verificati cambiamenti
di grande portata. Le maggiori trasformazioni si erano avute in Inghilterra: la
frazione di popolazione occupata in agricoltura era scesa e l'urbanizzazione era
progredita più rapidamente che in qualsiasi altro paese europeo. La maggior parte
della popolazione era infatti impiegata in industrie manifatturiere i cui prodotti
venivano esportati in tutta l'Europa e, a volte, in altri continenti. I Paesi Bassi erano
ancora più urbanizzati dell'Inghilterra. La trasformazione fu molto meno accentuata
nel resto dell'Europa. Le condizioni di Spagna e Italia appaiono senza alcuna
modificazione nella distribuzione della popolazione. L'afflusso di tanto argento in
Spagna provocò un'inflazione più forte che in qualsiasi altro paese. Di conseguenza
l'agricoltura e l'industria manifatturiera spagnole persero competitività.
Il successo nell’economia globale ebbe conseguenze fondamentali per lo sviluppo
economico, fra le quali:
 La crescita dell’urbanizzazione e delle industrie manifatturiere accrebbe la
domanda della manodopera e portò ad alti salari.
 I salari alti determinarono per il settore agricolo una forte domanda di generi
alimentari e manodopera. Il risultato furono le rivoluzioni agricole in Europa e
Paesi Bassi.
 Il cambiamento nell’utilizzo delle forze energetiche sia in Inghilterra che nei
Paesi Bassi. Nel Medioevo il carbone di legna e la legna erano i principali
combustibili utilizzati nelle città, ma la forte espansione urbana ne fece
impennare i prezzi e portò alla ricerca di altri combustibili. Nel XVIII secolo
l’Inghilterra era l’unico paese con una grande industria carbonifera.
 Un’economia con alti salari generò un elevato livello di alfabetizzazione, di
capacità di far di conto e di capacità professionali in generale. L’aumento
dell’alfabetizzazione fu dovuto allo sviluppo di un’economia commerciale ad
alti salari. L’economia ad alti salari fornì ai genitori il denaro occorrente per
pagare gli studi dei figli.

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