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CAPITOLO 1

LA grande divergenza
La storia economica è la regina delle scienze sociali. Ha assunto un concetto globale
dal momento in cui ci si è chiesto perché alcuni paesi sono ricchi e altri poveri.
L’attuale divisione tra paesi ricchi e paesi poveri ebbe origine all’epoca in cui Vasco
Da Gama salpò per l’India e Colombo scopri le Americhe.
Possiamo quindi suddividere gli ultimi 500 anni in diversi periodi: il primo che va dal
1500 al 1800. Questo periodo viene chiamato era mercantilistica e ha inizio con i
viaggi di Da Gama e Colombo e si conclude con la rivoluzione industriale.
Le Americhe furono colonizzate e iniziarono a esportare zucchero, tabacco e
argento: gli africani venivano mandati in America come schiavi per favorire la
produzione di queste merci. L’Asia esportava all’Italia porcellane, tessuti e spezie.
Questo quadro mutò nel XIX secolo che da inizio al secondo periodo, chiamato catch
up. Quando Napoleone fu sconfitto a Waterloo, l’Inghilterra aveva raggiunto la
supremazia nell’industria. L’Europa occidentale e le Americhe fecero dello sviluppo
economico una priorità e per raggiungerlo hanno attuato delle politiche economiche
definite “standard”:
 Creare un mercato nazionale unico eliminando i dazi interni;
 Costruire una rete di trasporti;
 Creare una barriera doganale per proteggere le proprie industrie dalla
concorrenza inglese;
 Promuovere il ruolo delle banche al fine di stabilizzare la moneta e finanziare
gli investimenti industriali.
Questo sistema ebbe molto successo sia per l’Europa Occidentale che per il Nord
America. Alcuni paesi latinoamericani, adottarono queste politiche non ottenendo
però degli ottimi risultati. Si capii che queste politiche non funzionassero nei paesi
sottosviluppati. La tecnologia viene inventata per lo più nei paesi ricchi, i quali
sviluppano processi che impiegano una quantità maggiore di capitale per aumentare
la produttività della manodopera. La maggior parte dei paesi ha adottato qualche
misura di tecnologia moderna ma non abbastanza rapidamente da raggiungere i
paesi ricchi. I paesi che hanno colmato questo divario ci sono riusciti grazie al big
push, che consiste nella pianificazione degli investimenti per compiere un balzo in
avanti.
Nel 1820 l’Europa era già il continente più ricco. Il paese prospero era l’Olanda. Con
l’arrivo della rivoluzione industriale l’Inghilterra si posizionò al secondo posto tra i
paesi più ricchi. Gli altri paesi presentavano un reddito tra i 500 e i 700 dollari.
L’Africa si posizionava all’ultimo posto con 415 dollari. Dal 1820 ad oggi possiamo
notare come i paesi che erano già ricchi nel 1820, hanno continuato ad accrescere la
loro ricchezza, cosa che non capitò ai paesi già poveri inizialmente, come l’Africa.
Alcuni paesi però sono riusciti a colmare questo divario, un esempio è il Giappone
che nel 1820 era un paese povero e ora si ritrova ad essere uno dei paesi più ricchi.
L’Industrializzazione e la deindustrializzazione sono tra le cause principali del divario
tra i paesi ricchi e quelli poveri. La produzione manifatturiera era realizzata in Cina e
nel subcontinente indiano fino al 1720 poi, l’industria manifatturiera passò nelle
mani di Inghilterra, Stati Uniti e Europa. A questo punto l’economia asiatica diventò
economia del sottosviluppo.

I salari reali
Il Pil non è una misura adeguata del benessere. Non tiene conto di tanti fattori, per
giunta, in assenza di dati, è difficile da calcolare. Questi problemi possono essere
risolti calcolando i “salari reali”, ossia il tenore di vita che può essere raggiunto con i
guadagni individuali.
Per misurare il tenore di vita bisogna calcolare i salari con i prezzi dei beni di
consumo. Per fare questo occorre fare una media per costruire un indice. Questo
indice andrà a rappresentare il modo meno costoso per mantenersi in vita.
La dieta dei lavoratori nel 1500 è semivegetariana: legumi, olio e burro.
Francisco Pelsaert, un mercante olandese, durante una visita in India notò come per
la gente del posto, il sapore della carne era del tutto sconosciuta. La maggior parte
del reddito veniva speso in cibo e qualche volta in vestiti, combustibili e alcune
candele. Il principio fondamentale era capire se un lavoratore guadagnasse
abbastanza da poter mantenere tutta la sua famiglia.
Nel Medioevo i lavoratori fiorentini mangiavano pane ma nel XVIII secolo potevano
permettersi solo polena di granoturco, un cereale prodotto in America. Invece, i
lavoratori di Amsterdam e Londra, potevano mangiare pane bianco, birra e carne.
L’alimentazione presenta un forte impatto anche nella statura. Più il cibo è di buona
qualità, più le persone tenderanno ad essere più alte e ad avere una speranza di vita
più lunga. I soldati inglesi misuravano circa 1,72 mentre con il passare del tempo in
Inghilterra, Italia e Stati Uniti arrivarono a 1,76/78, mentre gli olandesi a 1,84.

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