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LA CRISI DELLA SPAGNA: CAUSE

Nel 1492 Cristoforo Colombo, per conto della Spagna, arriva in America: è un evento storico che avrà
enormi e innumerevoli conseguenze. Non a caso, il 1492 è l'anno tradizionalmente scelto dagli storici a
indicare la fine del medioevo e l'inizio dell'età moderna.
Fra le tante conseguenze, ci si aspetterebbe un durevole potenziamento dell'impero spagnolo.
Eppure, dopo neanche un secolo (1588) l' ”Invincibile Armata” subirà dalla flotta inglese una sconfitta che
segnerà l'inizio del declino spagnolo. Com'è possibile?
Tra le possibili cause, due sembrano prevalenti.

1. L'espulsione di ebrei e moriscos

Il 1492 è anche l'anno in cui termina la “reconquista”, con la caduta di Granada.


Pochi mesi dopo, Ferdinando II di Aragona e Isabella di Castiglia decidono l'espulsione degli ebrei dalla
Spagna (“decreto dell'Alhambra”), pena la morte e la confisca dei beni. Molti ebrei erano commercianti,
altri possedevano banche. L’editto non offriva nemmeno la possibilità di convertirsi.
Dopo la Riforma protestante, i re di Spagna si propongono come difensori della Chiesa cattolica.
Inizia anche la conversione forzosa dei musulmani.
Nel 1567 Filippo II vieta la lingua, l’abbigliamento e le tradizioni dei “moriscos”, i discendenti dei
musulmani che erano stati costretti a diventar cristiani. I moriscos matenevano una loro identità culturale
come popolo e spesso continuavano in segreto a praticare la loro religione.
Nel 1609 il figlio Filippo III decide l'espulsione di tutti i moriscos (accusati di cospirare insieme agli
altri nemici della Spagna, ovvero i corsari berberi, i protestanti francesi e i turchi, per favorire un’invasione
straniera). Nel giro di pochi anni (1609-1614) circa 300.000 persone sono obbligate a fuggire dalla
Spagna fra indicibili sofferenze.
La loro espulsione ha ripercussioni economiche negative.
La popolazione morisca è infatti una parte importante della classe lavoratrice: la loro espulsione provoca
un vuoto importante nell'artigianato, nella produzione di stoffe, nel commercio e nel lavoro dei campi, e di
conseguenza anche una diminuzione nella riscossione delle tasse.
La società spagnola finisce per essere composta essenzialmente da tre grandi classi sociali:
- I nobili. Disprezzano il lavoro, ritengono indegno dedicarsi ad attività manuali. Conducono una vita
all'insegna dello spreco e del lusso. Prendono possesso delle terre abbandonate dai moriscos cacciati.
- Il clero. I membri delle Chiesa sono ricchi e potenti.
- i contadini e i pastori. Sono poveri e analfabeti. Cosa hanno in comune con le altre due classi? Una
cosa sola: la limpieza de sangre, la purezza del sangue. In base a questo concetto, anche il contadino
più povero si sente comunque superiore a un arabo o un ebreo più ricco, perché nelle sue vene scorre
vero sangue spagnolo.
Con la cacciata di ebrei e moriscos, la borghesia è quasi inesistente.

2. La “maledizione” dell'oro

Con la conquista dei territori americani, cominciano ad affluire in Spagna enormi quantità d'oro e
(soprattutto) d'argento. Contrariamente a quanto si possa pensare, alla lunga questo ha conseguenze
negative, per almeno due ragioni.

2.1 - La circolazione di tanto argento e oro fa perdere valore alle monete.


La svalutazione della moneta provoca un aumento dei prezzi in tutta Europa (inflazione).
Questo favorisce i paesi in via d’industrializzazione, come l’Olanda, la Francia e l’Inghilterra:
a differenza della Spagna hanno una classe borghese (imprenditoriale) efficiente (con redditi non fissi,
ma “mobili”: al bisogno, possono alzare il prezzo dei propri servizi o delle proprie merci).
Tutti coloro che vivono grazie a un reddito fisso sono penalizzati1.

2.2 - Anche a causa dell'assenza della borghesia, le ricchezze provenienti dalle Americhe non sono
state investite in attività produttive. Sono invece state impiegate in modo poco produttivo:

• per finanziare le guerre;

• per arricchire i nobili e le altri classi “parassitarie” (che non producono lavoro né ricchezza).
All'inizio del '700, un censimento spagnolo relativo alle categorie sociali, segnala che i nobili sono
circa 723.000, i loro domestici circa 277.000, i burocrati 70.000 e i mendicanti circa 2 milioni.

La Spagna non sviluppa un settore industriale. Acquista i prodotti finiti dagli altri Paesi, diventando
così dipendente dalle nazioni europee più sviluppate.
Gradualmente però, il flusso di ricchezze diminuirà (anche per l'attività dei corsari inglesi).
Allora la Spagna si ritroverà indebitata, con un sistema economico antiquato e poco produttivo,
dipendente dagli altri Paesi.
LA “MALEDIZIONE DELLE RISORSE”
Quello che accade alla Spagna dopo la conquista dell'America non è un caso isolato.
Nella storia, è capitato più volte che un'abbondanza di risorse naturali (in particolare risorse non
rinnovabili come minerali e combustibili) abbia avuto effetti negativi o addirittura disastrosi
sull'economia dei Paesi che ne hanno usufruito.
Questo fenomeno viene chiamato appunto la “maledizione delle risorse” o anche il “paradosso
dell'abbondanza”.
Oggi ad esempio, un paese con dei giacimenti di petrolio è più ricco di uno che ne è privo.
Tuttavia ci sono moltissime eccezioni, casi nei quali paesi caratterizzati da un elevata quantità di materie
prime di valore si sono impoveriti. Un esempio è il Venezuela, Stato ricco di petrolio e di minerali come
carbone, bauxite, oro e nichel. Nonostante questo, il Paese ha un tasso di povertà dell’87% ed
un’inflazione del 4.000% nel 2017.
Le spiegazioni possibili al paradosso sono principalmente tre:
- La risorsa si esaurisce o perde il suo valore. Il Paese e i suoi cittadini non riescono più a mantenere il
livello di spesa e il tenore di vita a cui si sono abitutati.
- La disponibilità di risorse naturali porta un paese a esportare soprattutto materie prime ed importare
prodotti finiti. Questo porta uno Stato a trascurare il proprio settore industriale.
- L’azione del governo è fondamentale per trasformare la maledizione delle risorse in una benedizione.
Un’attenta politica può far sì che la ricchezza data dalle risorse naturali sia investita per sviluppare altri
settori chiave dell’economia. Tuttavia, sembra che la presenza stessa delle risorse naturali abbia un
effetto tossico sulle politiche adottate da uno Stato.
Fa crescere a dismisura il settore governativo in economia e può provocare instabilità politica, che può
assumere varie forme, dalla corruzione alla guerra civile2.

1. I proprietari terrieri, che ricevono un pagamento per l'affitto delle loro terre, iniziano a chiedere più denaro ai contadini
(visto che le monete valgono meno), impoverendoli ancora di più. Aumentano gli squilibri nella distribuzione della ricchezza.
2. La guerra civile che distrusse la Sierra Leone negli anni ’90 fu combattuta propio per il controllo dei diamanti.
La Repubblica democratica del Congo, un Paese definito a volte "uno scandalo geologico" per l'enorme concentrazione di
risorse naturali (diamanti, oro, terre rare come il coltan, cobalto, petrolio) è uno dei paesi più poveri e corrotti del mondo.

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