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L’Europa era divisa in:

- Europa dei castelli → alto Medioevo


- Europa delle città → basso Medioevo

Nell’Alto Medioevo le campagne erano il motore che permetteva alla società preindustriale di
andare avanti: il 90% della popolazione attiva era infatti impegnata nell’agricoltura e
nell’allevamento. Era una realtà che progressivamente a partire dal IV-V secolo comincia ad
acquistare sempre più importanza. Era il luogo dove si producevano le risorse per la vita
della popolazione. Vi risiedevano i proprietari terrieri che ne reggevano il governo e
utilizzavano il surplus delle campagne per pagare le tasse e mantenere l’apparato
amministrativo e religioso urbano.

In questi secoli fiorì il commercio: parte consistente dei prodotti di importazione venivano
consumati a Roma, e le persone si spostavano con un’incredibile facilità.
Tuttavia sono secoli di crisi, caratterizzati da epidemie, guerre, e da una crisi economica
generale. Questo calo demografico fu all'origine della trasformazione dell'ambiente
alto-medievale: meno uomini significano infatti meno terra da coltivare.
Un altro riflesso del calo della pressione demografica generale fu che meno terre furono
necessarie per la coltivazione dei cereali e si potevano allevare più animali, ed è per questo
motivo che la dieta medievale era straordinariamente ricca di carne.
Attorno all’anno 700 si iniziarono a percepire miglioramenti della crisi, caratterizzati da:

- Una rinascita, seppur lenta, delle città;


- una diminuzione dell’incolto e un aumento delle superfici coltivate;
- espansione islamica nella costa meridionale del Mediterraneo, che alimentano
commerci marittimi mediterranei;
- l’introduzione di una nuova moneta argentea comune, il denaro, che inizia a limitare il
baratto e che favorì una ripresa dei commerci, segnando un tentativo di dare
uniformità e coerenza a un sistema economico;
- la produzione venne sempre più indirizzata al consumo locale, e i contadini si
differenziano tra loro per il grado di dipendenza dal proprietario terreno e per il tipo di
oneri che gli dovevano.

Quattro sono le figure principali che caratterizzano il lavoratore della terra dal III al X secolo
nell’Europa occidentale:

1. Il piccolo proprietario indipendente, che viveva su terre sue e che poteva affittare
lavoratori;
2. L’affittuario libero, che pagava al proprietario un canone d’affitto in denaro o in natura
e prestazioni di lavoro obbligatorie (corvées);
3. Il servo legato alla terra;
4. Gli schiavi, di cui ne erano rimasti pochi causa della difficoltà nel reperirli.

Le curtes erano delle tenute all’interno delle quali una parte veniva data in affitti (pare
massaricia), mentre l’altra parte veniva gestita direttamente dal proprietario (pars
dominicum), lavorata grazie alle corvées degli affittuari.
Con la ripresa dell’economia, le ricchezze cominciano ad ingrossarsi; in particolare i
potentes diventano ancora più ricchi, a discapito della classe dei piccoli proprietari terrieri
che si assottigliava progressivamente. La triade dei poteri europei, la Chiesa, la monarchia e
l’aristocrazia, in questo secoli accumularono la base delle loro ricchezze.
Gli effetti reali di queste innovazioni sono discussi: è vero che le tasse imposte dallo Stato
scomparvero o si ridussero, ma aumentarono progressivamente gli obblighi verso il Signore
laico e l'ente ecclesiastico da cui dipendeva.

Tra il IX e X secolo la civiltà europea subì invasioni da parte di popoli barbari.


1. I primi furono gli scandinavi, chiamati “vichinghi” dagli anglosassoni o “normanni” dai
latini. Essi entrarono nel Mediterraneo e si stanziarono in varie regioni europee
cristianizzandosi: si fermarono per esempio nella regione costiera della Francia che
prese poi il nome di Normandia.
La capacità dell’Europa di assorbire diverse popolazioni venne anche testimoniata da
Guglielmo di Normandia, il quale nel 1066 invase l’Inghilterra, conquistandosi la corona
anglosassone.

2. L’Italia meridionale fu vittima dell’invasione di un altro popolo barbarico, che prende il


nome di saraceni. Erano una popolazione musulmana che conquistarono tutto il sud
Italia, dividendola in vari ducati e dichiarandosi vassalli del papa.

3. Alla fine del IX secolo gli ungari, un popolo nomado proveniente dalle steppe russe,
si insediarono nella pianura pannonica, da dove mossero ripetute e sanguinose
incursioni verso la Germania, tutta la Gallia e verso l’Italia settentrionale. Vennero poi
sconfitti dal re Ottone I, e iniziarono una campagna di cristianizzazione.

Queste invasioni barbariche avrebbero fornito da motivazione principale della costruzione di


città fortificate e dell’incastellamento, quel fenomeno che consiste nella costruzione di
roccaforti composte da mura di protezione, poste in un luogo sopraelevato, che hanno uno
scopo bellico. In particolare avevano la funzione di riparo da supposte invasioni e razzie, e
avevano il compito di accogliere al proprio interno la popolazione che viveva nei dintorni: in
cambio della loro protezione, coloro che venivano ospitati dovevano lavorare le terre del
signore che abitava il castello, creando quindi quel rapporto di protezione per prestazione
che prese il nome di “signoria”.

I castelli nacquero in seguito allo sgretolamento dell’impero carolingio: il territorio venne


smembrato in regni, contee, marche, ducati, a capo dei quali vi erano spesso famiglie di
conti e di marchesi. Queste grandi famiglie avevano progressivamente abbandonato i vecchi
costumi di successione paritaria tra i figli per adottare forme di primogenitura. Si crearono
lotte interne all’aristocrazia, che portarono a un periodo di anarchia: nacquero delle signorie
che possedevano funzioni come l’amministrazione della giustizia o la fiscalità, creando una
disgregazione dei poteri centrali.
Assieme all’ordinamento signorile, cioè un assetto economico e sociale, si sviluppò anche
un assetto giuridico, il feudo: si trattava di una pratica di relazione che consisteva in una
serie di diritti che il signore otteneva dal sovrano. Questi legami vassallatici basati sulla
fedeltà personale si diffusero progressivamente rinsaldandosi assieme alle signorie,
portando alla formazione di forme statali che vennero chiamate "monarchie feudali”: si trattò
dunque di una gerarchizzazione della società, dove i poteri locali vennero inquadrati in un
sistema di gerarchie basate sulla fedeltà personale.

Questa disgregazione dei poteri centrali in europa a un certo momento si arrestò:


- In Germania, venne attuata una politica di rilancio della figura monarchica e,
intervenendo militarmente in Italia, il capostipite degli Ottoni venne incoronato
imperatore del regno italico dal papa. Questo segnò la nascita di una nuova creature
politica: il Sacro romano impero, che rinacque in terra tedesca;
- In Francia, nel X secolo la famiglia dei conti di Parigi riuscì a impossessarsi del titolo
regio con Ugo Capeto, ma solo due secoli dopo con Luigi VI si iniziò a creare un vero
e proprio stato monarchico, basato sulla monarchia feudale;
- In Inghilterra, Guglielmo di Normandia organizzò il suo regno in una fitta rete di
castelli e possedimenti fondiari, concessi in feudo in cambio dell’omaggio
vassallatico al re. La Magna Charta Libertatum, un documento con il quale si
fissavano i diritti e i doveri di sovrano e sudditi, testimoniò come l’Inghilterra avesse
istituzionalizzato il rapporto tra il re e i potenti dello Stato. Si creò anche qui una
monarchia feudale.
A partire dal XI-XII secolo in Francia e in Inghilterra il processo di formazione delle
monarchie feudali gettò le basi territoriali per le future monarchie nazionali, ma altrove la
situazione non fu così lineare. Infatti gran parte dell’Europa era frammentata: in Germania, in
Scandinavia ma anche nella penisola iberica e italiana. La frammentazione dell'Italia fu
accentuata dalla crisi del papato, il quale diede vita a una struttura fortemente gerarchizzata.
Nacque tra il papato e l’imperatore la cosiddetta “lotta per le investiture”, riguardante il diritto
di nomina dei vescovi, e che si concluse con l’accordo di Worms che, tuttavia, non risolse
granchè.

A partire dall’anno Mille, l'agricoltura europea registrò un avanzamento tecnologico che portò
a una crescita esponenziale della popolazione, con tempo e modalità tuttavia sconosciuti. Il
numero di schiavi diminuì costantemente tanto che, anche per questo motivo, a partire
dall'VIII secolo si intensifica l'uso del cavallo non più solo per la guerra ma nell'agricoltura,
come mezzo di trasporto, e nell'industria. L'agricoltura infatti era arretrata, senza
l'introduzione di nuove macchine e tecniche. Con la rivoluzione agraria che prese atto in
questi anni, si cominciò a praticare un’agricoltura con rotazione triennale e si riprese l’utilizzo
di alcune macchine che non venivano utilizzate e che provenivano dall’Oriente:
- macchine per la lavorazione dei tessuti
- ferratura dei cavalli
- aratro pesante
- mulini a vento e ad acqua
Venne poi inventata per la prima volta una macchina completamente europea: la gualchiera,
una macchina idraulica per la follatura delle fibre tessili.
Tuttavia le innovazioni agricole introdotte su larga scala attorno al 1000 non produssero in
definitiva nessun cambiamento rivoluzionario; piuttosto consentirono alle grandi distese
agrarie dell'Europa centro-settentrionale di diventare coltivabili e di produrre gran numero di
prodotti.
Questi processi di trasformazione, nei poteri e nell'economia, determinarono cambiamenti a
tutti i livelli della scala sociale. La classe aristocratico-signorile passò da essere una “nobiltà
di fatto” a una “nobiltà di sangue”, veniva cioè trasmessa attraverso il sangue ed era
considerata composta da uomini più virtuosi.
Attorno ai castelli e alle Signorie viene poi a crearsi uno strato di combattenti, i cavalieri, che
diventarono il simbolo più evidente del potere signorile e che la Chiesa indirizzerà alla
protezione delle donne, dei più deboli e alla guerra contro gli «infedeli».

Tra l'XIII e l'XI secolo la condizione dei contadini peggiorò quasi ovunque in Europa: essi
videro aumentare il carico dei loro obblighi. La vecchia schiavitù si trasformò un po' in tutta
Europa in una soggezione personale del coltivatore alla terra (servitù della gleba). Dal XII
secolo in poi molti obblighi personali furono trasformati in censi (affitti) in denaro e si
instaurarono rapporti di conduzione delle terre scritti e monetari. Anche la piccola proprietà
si riprese.

Due questioni consentono di riassumere i caratteri salienti di questa Europa dell'Alto e pieno
Medioevo:

1. Si può parlare di un Europa feudale solo per pochi secoli dopo il XII secolo (qui si
parla di Europa signorile);
2. Le trasformazioni medievali e la concezione del 1000 come un anno di svolta NON
sono rivoluzionarie perché le trasformazioni furono lente e ci vollero anni per
manifestarsi.

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