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L’EUROPA AGLI INIZI DEL 700:

Durante il periodo compreso fra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento, la Spagna
aveva raggiunto la sua massima potenza politica ed economica grazie alla sua vasta rete di
possedimenti e all'argento proveniente dalle Americhe. Tuttavia, la guerra dei Trentanni
aveva evidenziato le contraddizioni interne del paese, caratterizzato da un'economia debole
e da una nobiltà improduttiva.
Nella seconda metà del Seicento, la Francia emerse come nuova potenza dominante grazie
al rinnovamento delle sue strutture politiche, all'intensificazione dei traffici commerciali e
allo sviluppo economico. Allo stesso tempo, la Spagna subì una crisi sempre più grave che
culminò con la guerra di successione spagnola e la successiva pace di Utrecht, che la
privarono della sua precedente importanza sullo scenario politico internazionale.
Tuttavia, la Francia non riuscì a sostituire completamente la Spagna come potenza
dominante in Europa. Altri paesi, come l'Inghilterra e le monarchie dell'Europa
settentrionale e centro-orientale, si stavano sviluppando rapidamente, consolidando la
propria economia e preparandosi a svolgere un ruolo sempre più importante sulla scena
internazionale.
GLI ASBURGO E L’IMPERO AUSTRIACO:
Nella seconda metà del Seicento e nella prima del Settecento, l'Europa centrale subì
importanti cambiamenti geopolitici, con la trasformazione dell'Impero in un Impero
austriaco e l'ascesa della Prussia. Dopo la guerra dei Trent'anni, la Germania era
frammentata in 350 Stati e l'Impero divenne una realtà formale. Durante il regno di
Leopoldo I, gli Asburgo rafforzarono il controllo sui loro possedimenti danubiani e
balcanici e l'Impero divenne un Impero austriaco. Questo impero includeva popoli e territori
molto diversi, come l'Austria, la Boemia, la Moravia, la Slesia e l'Ungheria. Il principale
pericolo per l'Impero austriaco proveniva dall'avanzata turca nei Balcani. Nel 1683 i turchi
assediarono Vienna, ma furono sconfitti dalle truppe polacche guidate dal re Giovanni III
Sobieski. Questo evento portò alla formazione della Lega santa, un'alleanza tra Austria,
Russia, Polonia e Venezia, che sconfisse i turchi nella pace di Carlowitz (1699).
Successivamente, con la pace di Passarowitz (1718), l'Austria acquisì anche la Serbia
settentrionale e la Valacchia. All'inizio del Settecento, l'Impero austriaco partecipò
vittoriosamente alla guerra di successione spagnola e ottenne le Fiandre meridionali, il
Ducato di Milano e il Regno di Napoli, acquisendo così un'influenza sull'Italia che sarebbe
durata fino al Risorgimento.
L’ASCESA DELLA PRUSSIA:
La guerra dei Trent'anni e le vittorie di Federico Guglielmo di Hohenzollern portarono
all'espansione territoriale del Ducato di Brandeburgo-Prussia e all'aumento del suo prestigio
politico. Federico Guglielmo mirò alla modernizzazione del paese e alla creazione di un
efficiente sistema amministrativo ed economico, bonificando territori e favorendo
l'insediamento di ugonotti in fuga dalla Francia per avviare attività commerciali. Inoltre,
rafforzò l'esercito e cercò di legare alla Corona la forte aristocrazia terriera degli Junker. Suo
figlio, Federico I, diventò il primo re di Prussia e accrebbe la potenza politica e militare del
paese nel XVIII secolo, creando nuovi problemi per la stabilità dell'Europa centro-orientale.

LA CRISI DELL’IMPERO OTTOMANO:


Il dominio ottomano nei Balcani era ancora solido all'inizio del Settecento grazie alla loro
gestione illuminata dei rapporti con le popolazioni locali e alla tolleranza religiosa che
permetteva a tutte le comunità di avere una propria leadership riconosciuta dallo Stato
ottomano. Ebrei e cristiani, infatti, avevano la possibilità di costituire un millet, ossia una
comunità religiosa guidata da un capo riconosciuto dallo Stato ottomano. In questo modo,
tutti i gruppi religiosi ed etnici venivano inseriti a pieno titolo nel sistema amministrativo e
civile. Il vertice dell'apparato statale era costituito dai ghilman, funzionari nominati
direttamente dal sultano (che, in questo modo, evitava i rischi connessi all'eredità della
carica), a cui potevano accedere anche i cristiani convertiti alla religione musulmana. Tra i
loro compiti vi erano la riscossione dei tributi, l'organizzazione dei censimenti e la gestione
dell'amministrazione dell'Impero. Gli spahi erano una casta nobiliare che si opponeva alle
politiche centralizzatrici del sultano, ma i giannizzeri, reclutati fra le popolazioni
sottomesse, erano obbligati al celibato e completamente sottoposti all'autorità del sultano,
riducendo lo strapotere dell'aristocrazia terriera. Tuttavia, il contrasto tra i feudi militari e il
potere centrale e la crisi economica causata dall'aumento demografico e dal mancato
sviluppo della produzione agricola e manifatturiera portarono alla decadenza dell'Impero
ottomano nel XVIII secolo.

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