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Impero austro-ungarico

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L'Impero austro-ungarico[N 6], o


Austria-Ungheria
semplicemente Austria-Ungheria[N 7][N 8],
intesa come k. u. k. Doppelmonarchie
(kaiserliche und königliche
Doppelmonarchie, "Duplice monarchia
imperiale e regia") o Donaumonarchie
("monarchia danubiana"), fu uno Stato
(dettagli) (dettagli)
dell'Europa centrale nato nel 1867 con il
cosiddetto Ausgleich ("compromesso") tra Motto: Indivisibiliter ac inseparabiliter
la nobiltà ungherese e la monarchia
(Indivisibilmente e inseparabilmente)
asburgica inteso a riformare l'Impero
austriaco nato nel 1804[2].

In virtù di questa riforma costituzionale


l'Impero austriaco divenne «monarchia
austro-ungarica» che, sotto l'identico
sovrano, riconosceva l'esistenza di due
regni distinti e in condizioni di parità, per
cui il Regno d'Ungheria si autogovernava
e godeva di una sua politica autonoma in
molti campi. Gli Asburgo (o Absburgo)[3]
erano dunque sia imperatori d'Austria sia
re di Ungheria. Il nome completo dello
Stato era «I regni e le terre rappresentate
nel concilio imperiale e le terre della
Corona di Santo Stefano».[N 9] Gli storici L'Impero austro-ungarico nel 1914, alla vigilia della Prima
individuano questo compromesso col guerra mondiale
nome di "duplice monarchia"[4][5][6]. Dati amministrativi
L'impero aveva una superficie di Nome completo I regni e le terre rappresentate nel
680 000 km² (era il secondo paese concilio imperiale e le terre della
europeo per estensione dopo l'Impero corona di Santo Stefano
russo) e nel 1910 contava 52 milioni di Nome ufficiale Die im Reichsrat vertretenen
abitanti. La capitale era Vienna, città che
Königreiche und Länder und die
passò dai 440 000 abitanti del 1840 ai
Länder der heiligen ungarischen
2 200 000 alla vigilia della prima guerra
mondiale, quando era la terza città più Stephanskrone
grande d'Europa. Austria e Ungheria (tedesco)
avevano costituzioni, parlamenti e A birodalmi tanácsban képviselt
ministeri separati (per l'Ungheria la királyságok és országok és a
capitale era Budapest). Il sovrano e i magyar szent korona országai
ministeri competenti per la politica estera, (ungherese)
la politica economica e quella militare
erano in comune. Accanto all'imperiale e Lingue ufficiali Tedesco, ungherese[1]
regio esercito comune esistevano anche Lingue parlate Italiano, sloveno, croato, romeno,
un esercito nazionale austriaco (kaiserlich- polacco, ceco, friulano, veneto,
königliche Landwehr) e uno ungherese slovacco, ruteno, yiddish, mòcheno,
(Magyar Királyi Honvédség). Le cimbro, ladino
questioni finanziarie (come la spartizione
delle spese comuni) e quelle commerciali Inno Kaiserhymne[N 1]
erano regolate da compromessi decennali Capitale Vienna
rinnovabili. Budapest
Trattandosi di un impero multietnico in Dipendenze Cisleitania
un'epoca di forte risveglio del Transleitania
nazionalismo, l'Austria-Ungheria fu Bosnia e Erzegovina
continuamente travagliata dalle dispute fra Concessione austroungarica di
gli undici gruppi etnici che lo
Tientsin
componevano. Tuttavia malgrado le
rivalità etniche nei suoi cinquant'anni di Politica
esistenza l'Austria-Ungheria conobbe una Forma di Stato Stato liberale
rapida crescita economica e una marcata
Forma di governo Monarchia costituzionale
modernizzazione, oltre a molte riforme
liberali. Il 28 luglio del 1914 l'Austria- Imperatore Francesco Giuseppe I (1867-1916)
Ungheria diede il via alla prima guerra d'Austria, Carlo I[N 2] (1916-1919)
mondiale invadendo il Regno di Serbia. re d'Ungheria,
ecc.[N 3]
Ministerpräsident[N 4] Elenco
Indice Nascita 12 giugno 1867 con Francesco
Giuseppe I
Storia
Nascita Causa Ausgleich
1867-1908 Fine 3 aprile 1919 con Carlo I
1908-1914 Causa Proclamazione della repubblica in
1914-1916 Austria e di una reggenza in
1916-1919 Ungheria[N 5]
Le terre dell'impero Territorio e popolazione
Etnie dell'Austria-Ungheria Bacino geografico Europa centrale
Religioni nell'impero nel 1910 Massima estensione 680 887 km² nel 1907
Forze armate austro-ungariche Popolazione 48 592 000 nel 1907;
Note 52 800 000 nel 1914
Annotazioni Economia
Fonti Valuta Fiorino (1867-1892)
Bibliografia Corona (1892-1919)
Voci correlate Religione e società
Altri progetti Religioni preminenti Cattolicesimo
Collegamenti esterni Religione di Stato Cattolicesimo
Religioni minoritarie Cristianesimo ortodosso,
Protestantesimo, Ebraismo, Islam
Storia
Nascita

Stendardo imperiale
con Stemma
semplificato (fino al Evoluzione storica
1915). Usato anche
Preceduto da Impero austriaco
per l'Impero d'Austria.
Succeduto da Repubblica dell'Austria tedesca
Ungheria
Dalla metà del XIX secolo l'imperatore
Regno dei Serbi, Croati e Sloveni
Francesco Giuseppe stava cercando una
Cecoslovacchia
soluzione per riappacificarsi con la
nazione magiara, quando nel 1866 esplose Ucraina
quella che sarebbe stata la guerra austro- Romania
prussiana, dalla quale l'Impero austriaco Polonia
uscì sconfitto. Dopo la battaglia di Italia
Sadowa (1866) i prussiani invasero in Ora parte di Austria
poche settimane la Boemia e arrivarono a
Ungheria
minacciare la stessa capitale austriaca
Rep. Ceca
(Vienna), costringendo la Casa d'Asburgo
a firmare la resa. Subito dopo la guerra Slovacchia
con la Prussia ripresero le trattative per Slovenia
ristabilire lo status quo con l'Ungheria. Le Croazia
delegazioni furono guidate da vari politici Bosnia ed Erzegovina
e statisti tra i quali Ferenc Deák, Friedrich Serbia
Ferdinand von Beust, e Gyula Andrássy il Italia
Vecchio, che giocarono un ruolo di Montenegro
prim'ordine al fine di ottenere un Romania
compromesso tra l'Austria e l'Ungheria.
Polonia
Nel 1867 si giunse a un accordo tra le due
nazioni e venne firmato l'Ausgleich, che Ucraina
divideva lo Stato asburgico in Cisleitania
(Austria) e Transleitania (Ungheria).
Politicamente i due regni erano uniti, ma in quanto a questioni interne erano due entità statali separate.

1867-1908

In seguito alla sconfitta subita con la Prussia e con l'Italia nel 1866 l'Austria perse ogni influenza sugli Stati
tedeschi e sulla Confederazione germanica. Quest'ultima, riunita sotto la guida dei prussiani, costrinse l'Impero
austro-ungarico a cambiare la politica espansionista asburgica dalla Germania ai Balcani, dove tuttavia si trovò
in competizione con l'Impero russo. L'interesse degli Asburgo negli affari balcanici venne riaffermato
dall'occupazione della Bosnia ed Erzegovina (1878). La possibilità di conflitto con la Russia in questa area
spinse l'Austria-Ungheria ad allearsi con l'Impero tedesco: nel 1879 venne stretta la Duplice alleanza con la
quale i due sovrani si promettevano vicendevole sostegno in caso di aggressione russa. La firma della Duplice
alleanza era stato l'ultimo atto del ministro degli esteri Andrássy, il quale si dimise poco dopo la firma; ma la
Duplice alleanza (dal 1882 al 1915 Triplice alleanza, con l'adesione dell'Italia) sopravvisse come il principale
fattore nella posizione internazionale della monarchia asburgica fino all'ultimo giorno dell'impero (novembre
1918).

Nel 1881 fu stipulata un'alleanza con la Serbia che, dopo il congresso di Berlino
(1878) si era rivolta all'Austria-Ungheria per chiedere protezione ed era di fatto
diventata uno Stato satellite della monarchia asburgica. L'Alleanza dei tre
imperatori – aggiornamento del 1881 della Lega dei tre imperatori firmata nel 1873
dagli imperatori di Russia, Germania e Austria-Ungheria – portò al riconoscimento
russo dell'egemonia asburgica sulla parte occidentale della penisola balcanica; i
firmatari dell'alleanza promisero di consultarsi a vicenda sui cambiamenti in atto
nell'Impero ottomano; l'Austria-Ungheria ricevette dalla Russia la promessa che Stendardo imperiale
con Stemma medio
non ci sarebbero state obiezioni a una possibile annessione futura della Bosnia ed
(fino al 1915). Usato
Erzegovina e in cambio alla Russia fu data assicurazione che sarebbe stata
anche per l'Impero
riconosciuta la sua posizione negli «stretti» (Dardanelli, mar di Marmara e
d'Austria.
Bosforo).

Nel biennio 1882-1883 l'Austria-Ungheria sottoscrisse due trattati difensivi (la


Triplice alleanza e l'Alleanza rumena) favoriti dal cancelliere tedesco Otto von Bismarck il quale, essendo
l'Austria-Ungheria il principale alleato commerciale della Germania, cercava di neutralizzare tutte le potenziali
fonti di conflitti per la monarchia asburgica. La Triplice alleanza fra Germania, Austria-Ungheria e Italia (20
maggio 1882) era innanzitutto un trattato difensivo contro un eventuale attacco della Francia all'Italia o alla
Germania e non faceva quindi cenno ai problemi esistenti tra l'Impero asburgico e il regno italiano; l'accordo
segreto tra Austria-Ungheria e Romania (30 ottobre 1883) era un accordo difensivo contro eventuali attacchi
della Russia. La Triplice alleanza e l'alleanza rumena rafforzarono non solo lo status quo internazionale, ma
anche quello interno della monarchia asburgica, indebolendo allo stesso i movimenti irredentistici in
Transilvania. Essendo un accordo diretto contro la Francia, la Triplice alleanza era importante soprattutto per la
Germania e l'Italia; mentre l'Austria-Ungheria ne era danneggiata.

La Germania fece perciò ogni sforzo per costringere Vienna a rinnovare la Triplice alleanza, minacciando di
ritirare la protezione tedesca contro un'aggressione russa; mentre non ebbero successo i tentativi della
diplomazia asburgica di evitare nuovi obblighi in Europa occidentale. Il ministro austriaco Kálnoky nel 1887
riuscì a eludere la richiesta italiana di appoggio della politica coloniale italiana, ma non fu capace di tenere
l'Italia fuori da un coinvolgimento nei Balcani. Kálnoky riconobbe all'Italia il diritto di chiedere un compenso
in caso di cambiamenti nello status quo territoriale nei Balcani, ma senza entrare nello specifico. In un certo
qual modo tutte le differenze di vedute e gli scontri tra austriaci e italiani sulla politica balcanica nel primo
decennio del XX secolo possono essere fatti risalire alla genericità e all'ambiguità con cui la clausola venne
inserita nel rinnovo della Triplice alleanza nel 1887 (clausola più tardi formalizzata nell'articolo VII del
trattato).

Sempre nel 1887 attorno alla Triplice alleanza venne costruito un sistema di alleanze e di accordi che
determinarono il completo isolamento della Francia e obbligarono le maggiori potenze europee a garantire lo
status quo lungo i confini dell'Impero ottomano. Col primo e col secondo "Accordo Mediterraneo", sottoscritti
rispettivamente il 12 febbraio e il 12 dicembre del 1887, la Gran Bretagna si univa ad Austria-Ungheria e Italia
interessate nel rendere impraticabile gli stretti alla Russia; Kálnoky abbandonò perciò la ricerca di accordi
diretti bilaterali con la Russia. Solo nel 1895 Goluchowski, che succedette a Kálnoky come ministro degli
esteri, decise di ripristinare le relazioni dirette di Vienna con l'Impero russo.

Nel 1897, in occasione della visita di Francesco Giuseppe e Goluchowski a San Pietroburgo, vennero
sottoscritti degli accordi austro-russi che affidavano il mantenimento dello status quo balcanico alla
cooperazione bilaterale di Austria-Ungheria e Russia, invece che a un sistema di alleanza multilaterale; si
puntava cioè a escludere l'Italia dai Balcani, diminuendo così il valore della Triplice alleanza. Gli accordi
austro-russi del 1897 vennero messi alla prova nel 1903, dopo una rivolta avvenuta in Macedonia. Dopo un
incontro tra lo zar Nicola II e Francesco Giuseppe a Mürzsteg nell'ottobre 1903 i loro ministri degli esteri,
Goluchowski e Lamsdorf, abbozzarono un programma di riforma dell'Impero ottomano. L'anno successivo fu
redatto un accordo di reciproca neutralità: la Russia sarebbe stata neutrale in caso di conflitto fra Italia e Austria
e l'impero asburgico neutrale in caso di conflitto fra Russia e Giappone; i conflitti balcanici erano
esplicitamente esclusi dall'accordo.

Dopo l'assassinio di Alessandro I di Serbia nel corso di una rivolta militare (11 giugno 1903) la dinastia dei
Karađorđević sostituì quella degli Obrenović. La politica espansionista serba, volta a unire in un regno serbo
tutti gli slavi meridionali, rese difficili le relazioni della Serbia con la monarchia degli Asburgo. L'Impero
austro-ungarico tentò di intimidire i Serbi con misure di tipo economico. Nel 1906 pertanto fu proibita
l'importazione di bestiame dalla Serbia: la cosiddetta "guerra dei maiali" che, invece di bloccare la Serbia, la
spinse piuttosto nel campo russo.

1908-1914

Una svolta nella politica estera austriaca si verificò nel 1906 quando il ministro degli esteri Goluchowski fu
sostituito dal primo ambasciatore austriaco a San Pietroburgo Alois Lexa von Aehrenthal. Aehrenthal tentò di
liberare l'Austria-Ungheria dalla sottomissione alla Germania e di intraprendere una politica balcanica
dinamica. Un primo passo fu la sua proposta di costruire una ferrovia attraverso il Sangiaccato di Novi Pazar;
ma l'opposizione congiunta russo-serba costrinse Aehrenthal ad abbandonare il progetto convincendolo che
qualsiasi avanzata austriaca nei Balcani avrebbe dato luogo probabilmente a una guerra con la Serbia e forse
anche con la Russia. Il rischio di un conflitto del genere crebbe in breve tempo. Nel luglio 1908, dopo un
colpo di mano, il movimento dei Giovani Turchi avviò la riforma costituzionale dell'Impero ottomano.
Temendo che il cambiamento potesse minare le posizioni asburgiche in Bosnia ed Erzegovina, nominalmente
ancora sotto sovranità ottomana, Aehrenthal tentò di rafforzare la posizione austro-ungarica nella penisola
balcanica.

Nel settembre 1908 Aehrenthal si incontrò col ministro degli esteri russo Aleksandr Petrovič Izvol'skij
accettando la proposta russa dell'annessione della Bosnia ed Erzegovina in cambio dell'appoggio austriaco al
passaggio di navi da guerra russe negli «Stretti» (Dardanelli, Mar di Marmara e Bosforo). Pertanto quando il 6
ottobre 1908 fu annunciata l'annessione della Bosnia ed Erzegovina da parte della Duplice monarchia, vi
furono reazioni violente da parte della sola Serbia. Quando tuttavia il ministro russo Izvol'skij scoprì che Gran
Bretagna e Francia si opponevano al passaggio delle navi russe attraverso gli Stretti, la Russia ritirò l'appoggio
provvisorio all'annessione austriaca della Bosnia ed Erzegovina, appoggiando le rivendicazioni della Serbia.
La situazione divenne seria, e per qualche tempo una guerra sembrò imminente. Nonostante le pressioni del
capo di stato maggiore austriaco von Hötzendorf, fautore della guerra preventiva, affinché l'Austria-Ungheria
decidesse per una politica aggressiva, Aehrenthal cercò di risolvere la crisi per via diplomatica. La Serbia
dovette venire a patti con la monarchia asburgica, dopo che un ultimatum tedesco (marzo 1909) aveva
costretto la Russia a ritirarne l'appoggio, e dopo che il governo turco aveva accettato l'annessione austriaca
della Bosnia ed Erzegovina in cambio di un compenso in danaro. La crisi bosniaca fu risolta; ma i serbi,
profondamente feriti nell'orgoglio nazionale, continuarono a fomentare agitazioni nelle province slave
meridionali.

L'annessione della Bosnia ed Erzegovina ebbe ripercussioni anche nei rapporti fra l'Austria-Ungheria e le altre
nazionalità slave nel regno. Da molti anni i cechi erano attratti dal movimento panslavo, tanto che un
congresso panslavo si era tenuto a Praga nel luglio 1908. Durante la crisi diplomatica dell'inverno seguente, i
cechi presero senza esitazioni le parti dei serbi e, il giorno del 60º anniversario dell'ascesa di Francesco
Giuseppe al trono, a Praga dovette essere dichiarata la legge marziale. Il conflitto nazionale si riversò sulla
monarchia: le attività parlamentari furono tutte bloccate dall'ostruzionismo dei parlamentari cechi. Il primo
ministro austriaco Beck si dimise nel novembre 1908; il suo successore, Richard von Bienerth-Schmerling,
dopo aver concluso poco con un gabinetto di ministri civili, tentò di placare le nazionalità inserendo nel suo
gabinetto dei Landsmannminister (rappresentanti
nazionali) (febbraio 1909). Tuttavia
l'ostruzionismo dei parlamentari slavi nel
Reichsrat, il parlamento austriaco, continuò. I
tedeschi, che controllavano il governo e
l'amministrazione centrale, continuavano ad
assegnare alla monarchia il ruolo di avamposto
della cultura tedesca; parallelamente gli slavi
volevano fare dell'Austria il punto di partenza per
le aspirazioni nazionali slave. Il leader agrario
ceco František Udržal affermò in parlamento:
"Noi desideriamo salvare il parlamento austriaco
dalla rovina assoluta, ma desideriamo salvarlo a
pro degli slavi di Austria che formano i due terzi
della popolazione del regno". Le aspirazioni
slave furono tuttavia indebolite dall'atteggiamento Composizione etnica della popolazione nell'Impero austro-
dei polacchi che rimasero fedeli al governo ungarico in base al censimento del 1910, la mappa non
centrale relegando il conflitto delle nazionalità a riporta correttamente l'exclave linguistica italiana di Zara
una disputa ceco-tedesca.

Anche il Partito Socialdemocratico d'Austria non riuscì a controllare gli antagonismi fra le diverse nazionalità
al suo interno. Nel 1899, al congresso del partito a Brünn i socialdemocratici avevano presentato un
programma di riforma nazionale basato su federalismo democratico che accordava il diritto delle decisioni
nazionali a unità territoriali formate in base alla nazionalità. Karl Renner e Otto Bauer, che più tardi divennero
leader del socialismo austro-tedesco, abbozzarono vari programmi per la soluzione del problema delle
nazionalità in alcuni libri pubblicati tra il 1900 e il 1910. Tuttavia questi sforzi non riuscirono a impedire ai
socialisti di dividersi anche lungo linee nazionali, tanto che nel 1910 i socialisti cechi si dichiararono
indipendenti dal Partito Socialdemocratico d'Austria. Il frazionamento politico (oltre cinquanta partiti nelle
elezioni del 1911) impedì a Bienerth, primo ministro d'Austria dal 1908, di formare un governo per cui il 28
giugno 1911 fu sostituito da Gautsch; ma anche costui non riuscì a comporre le divergenze fra tedeschi e cechi
e poco dopo (3 novembre 1911) passò la mano a Stürgkh. Stürgkh poté tirare avanti solo a forza di decreti,
governando in modo autoritario, limitando la democrazia e la libertà di stampa, finché non venne assassinato
durante la prima guerra mondiale.

Fin dalla crisi bosniaca (1908-1909) la diplomazia austriaca si era convinta che la guerra con la Serbia sarebbe
stata inevitabile in tempi brevi. La morte di Aehrenthal, l'autorevole ministro che era stato in grado di tenere a
bada chi propugnava la guerra preventiva contro la Serbia, avvenne in un periodo (febbraio 1912) in cui negli
stati balcanici erano vivi sentimenti anti-turchi nati con la guerra italo-turca in Libia. Il conte Berchtold, che gli
subentrò, fu remissivo alla politica aggressiva dei militari e dei membri più giovani della diplomazia. Durante
le guerre balcaniche del 1912-13, combattute dagli stati balcanici contro quanto restava dell'Impero ottomano,
l'Austria-Ungheria tentò per due volte, con la minaccia di un ultimatum, di costringere la Serbia a ritirarsi dalle
posizioni conquistate.

Nel febbraio e nell'ottobre 1913 furono prese in considerazione azioni militari contro la Serbia, ma entrambe le
volte né l'Italia né Germania furono disposte ad appoggiarla. L'Austria-Ungheria dovette perciò accettare senza
protestare i cambiamenti territoriali che cancellavano quasi completamente la presenza turca in Europa. Per
aver sostenuto la Bulgaria contro la Serbia nel corso della seconda guerra balcanica (1913), l'Austria-Ungheria
guastò i rapporti anche con la Romania, che aveva peraltro mostrato sentimenti anti-asburgici a causa del
trattamento delle nazionalità non-magiare in Ungheria. La Romania si unì così all'Italia e alla Serbia fra le
nazioni che sostenevano i movimenti irredentistici all'interno della monarchia asburgica. Nel 1914 il governo
austro-ungarico si era ormai convinto che l'integrità dell'impero richiedesse un'azione di forza contro i paesi
stranieri che mostravano simpatie per l'irredentismo.
1914-1916
Nel 1914, in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo,
esplose la prima guerra mondiale, dovuta a un complesso sistema di alleanze tra gli
Stati europei, che vide schierati da una parte le potenze centrali (Austria-Ungheria,
Germania, Impero ottomano e Regno di Bulgaria), dall'altra quelle occidentali
(Francia, Regno Unito e Italia) e la Russia. Gli eserciti degli Imperi centrali, quello
austro-ungarico e quello tedesco, riportarono numerosi successi iniziali sui due
fronti principali del conflitto, quello occidentale contro Francia e Inghilterra e
quello orientale contro la Russia, ma ad Ovest quella che sarebbe dovuta essere una Stendardo imperiale
(1915-1918).
"guerra lampo", si trasformò in una logorante guerra di trincea; l'ingresso in Guerra
dell'Italia aggravò ulteriormente la posizione austroungarica, ma la fine della
minaccia russa dopo la caduta della Romania e gli sconvolgimenti prerivoluzionari
consentirono a Germania e Austria-Ungheria di concentrare ingenti rinforzi sul fronte italiano e sfondare il
fronte presso Caporetto iniziando un'offensiva che avrebbe potuto essere decisiva, ma fu vanificata dalle crisi
interne dell'impero che minarono l'esercito imperial-regio. Nel 1916 morì Francesco Giuseppe, a questi
succedette Carlo I.

1916-1919

Gli eserciti degli Imperi centrali furono così lungamente bloccati entro i propri confini dagli alleati e Gran
Bretagna impose anche un efficace blocco navale. L'impossibilità di rompere questo accerchiamento provocò
gravi problemi nell'approvvigionamento e la penuria di cibo e materie prime cominciò a farsi sentire al fronte e
fra i civili. Ancora prima che le sconfitte militari decidessero il conflitto le spinte centrifughe delle diverse etnie
(nell'Impero austro-ungarico) e il conflitto sociale fra le classi (in Germania) fecero scoppiare in entrambi i
Paesi tensioni che pregiudicarono lo sforzo bellico e nell'Impero austro-ungarico si trasformarono in vere e
proprie rivolte; infatti le numerose nazionalità comprese nell'impero scelsero di proclamare la propria
indipendenza.

Queste rivolte e la sconfitta contro l'esercito italiano nella battaglia di Vittorio Veneto obbligarono l'Impero a
firmare l'armistizio con il Regno d'Italia nel 1918, le truppe italiane occuparono il Tirolo, Trento, Trieste,
l'armistizio tuttavia non riuscì a risolvere i problemi interni del Paese. Tra il 23 e il 24 marzo 1919 Carlo I fu
così costretto all'esilio e i domini asburgici furono definitivamente divisi in repubbliche indipendenti. Il 3 aprile
1919 il governo repubblicano austriaco, costituitosi il 12 novembre 1918, sciolse il governo imperiale austriaco
(che peraltro non era più funzionante), depose ufficialmente Carlo I dal trono austriaco e decretò l'espulsione
della famiglia Asburgo dall'Austria, confiscandone tutti i beni.

L'Impero austro-ungarico si dissolse tra il 1918 e il 1919, in seguito alla sua sconfitta nella prima guerra
mondiale. I suoi sovrani furono: l'imperatore Francesco Giuseppe I di Asburgo-Lorena (dal 1867 al 1916) e
l'imperatrice Elisabetta di Baviera, detta Sissi, (dal 1867 al 1898), in seguito l'imperatore Carlo e l'imperatrice
Zita (dal 1916 al 1919).

Attualmente i territori che appartenevano all'Impero austro-ungarico sono parte dei territori di tredici Stati
europei:

Austria
Ungheria
Repubblica Ceca
Slovacchia
Slovenia
Croazia
Bosnia ed Erzegovina
Serbia (Voivodina)
Italia (Trentino, Alto Adige, Conca di Tarvisio,
Friuli orientale e province di Trieste e Gorizia)
Montenegro (Bocche di Cattaro),
Romania (Transilvania, Banato orientale e la
Bucovina meridionale),
Polonia (Galizia occidentale),
Ucraina (Rutenia, Galizia orientale e la
Bucovina settentrionale).

Le terre dell'impero La distribuzione delle diverse nazionalità nell'impero


austro-ungarico in base al censimento del 1910
In molti testi le terre non facenti parte del Regno
d'Ungheria (quindi quelle "austriache") sono designate
con il nome di Cisleitania, poiché, dal punto di vista
degli austriaci, esse stavano a ovest del fiume Leita
(malgrado la Galizia a nord-est fosse considerata
"austriaca"). Tuttavia questa entità fino al 1915 non
ebbe un nome ufficiale e per questo motivo ci riferiva
ad essa come "i regni e le terre rappresentate nel
concilio imperiale". Il concilio imperiale (Reichsrat)
costituiva perciò il parlamento della Cisleitania.

Allo stesso modo anche la metà Transleitania


("ungarica") portava la designazione ufficiale di "Terre
della Sacra Corona Ungherese di Santo Stefano", con Austria-Ungheria nel 1914: in arancione, rosa e
riferimento al primo re cristiano dell'Ungheria. Col bronzo la Cisleitania; in blu e azzurro la
parlamento, rappresentante la Cisleitania e la Transleitania; in verde la Bosnia ed Erzegovina
connessione con le "Terre della Sacra Corona di Santo
Stefano", ci si trovava di fronte in pratica al primo
parlamento federale europeo, con un solo precedente
nel vecchio Impero austriaco.

I "regni e le terre" della metà Cisleitana dell'impero:

1. Arciducato d'Austria Inferiore


2. Arciducato d'Austria Superiore
3. Regno di Boemia
4. Margraviato di Moravia
5. Ducato di Slesia
6. Regno di Galizia e Lodomiria
7. Ducato di Bucovina
8. Regno di Dalmazia Trieste nel 1885
9. Contea Principesca di Gorizia e Gradisca,
Margraviato d'Istria e Città immediata di
Trieste, definiti con il nome collettivo di Litorale austro-illirico
10. Ducato di Carniola
11. Ducato di Stiria
12. Ducato di Carinzia
13. Ducato di Salisburgo
14. Principato del Tirolo
15. Terra di Vorarlberg

Le "terre" della metà Transleitana:

16. Regno d'Ungheria, incluse la Transilvania e Voivodina


17. Regno di Croazia e Slavonia
18. Città di Fiume

Parte separata dell'Impero, amministrata dal ministero comune delle finanze:

19. Condominio di Bosnia ed Erzegovina

Etnie dell'Austria-Ungheria
Composizione etnica
Nome dell'impero nelle lingue ufficiali:
(censimento 1910)[7]

tedesco: Österreich-Ungarn Tedeschi 23,9%


ungherese: Ausztria-Magyarország Ungheresi 20,2%
ceco: Rakousko-Uhersko Cechi 12,6%
croato: Austro-Ugarska
Polacchi 10,0%
italiano: Austria-Ungheria
Ruteni (ucraini) 7,9%
polacco: Austro-Węgry
romeno: Austro-Ungaria Rumeni 6,4%
serbo: Аустро-Угарска Croati 5,3%
slovacco: Rakúsko-Uhorsko Slovacchi 3,8%
sloveno: Avstro-Ogrska
Serbi 3,8%
ucraino: Австро-Угорщина
Sloveni 2,6%
Italiani 2,0%
Religioni nell'impero nel 1910
Serbocroati in Bosnia 1,2%
Religione o Austria- Bosnia ed
Austria Ungheria
confessione Ungheria Erzegovina
Cattolici 76,6% 90,9% 61,8% 22,9%
Protestanti 8,9% 2,1% 19,0% 0%
Ortodossi 8,7% 2,3% 14,3% 43,5%
Ebrei 4,4% 4,7% 4,9% 0,6%
Musulmani 1,3% 0% 0% 32,7%
Venti corone dell'Austria-Ungheria

Fonte: censimento del 31 dicembre 1910, pubblicato sul:


Geographischer Atlas zur Vaterlandskunde an der österreichischen
Mittelschulen. K. u. k. Hof-Kartographische Anstalt G. Freytag & Berndt, Vienna, 1911.

Forze armate austro-ungariche


Durante la prima guerra mondiale l'esercito austro-ungarico raggiunse quasi 8.000.000 di unità e combatté
lungo il fronte occidentale, meridionale e orientale rispettivamente contro l'Italia, la Serbia e la Russia. Esse
erano formate da tre organi principali:

esercito regolare o comune, reclutato indifferentemente su tutto il territorio imperiale;


Landwehr – la milizia territoriale austriaca – e quella ungherese Magyar Királyi Honvédség,
composte ciascuna da reclute e quadri etnicamente più omogenei delle rispettive aree
governative;
riserva territoriale austriaca e ungherese, composte da personale anziano e non adatto al
servizio ordinario.

Come guardia di palazzo, reparto cerimoniale addetto al sovrano, a Vienna esisteva la cosiddetta guardia
imperiale (o Kaiserlichegarde) divisa in varie compagnie tradizionali mentre a Budapest vi era un'analoga
guardia reale ungherese. Ambedue i reparti erano composti esclusivamente da ufficiali di lignaggio e non
avevano funzioni militari.

La difesa della contea principesca del Tirolo, che confinava col Regno d'Italia, era garantita dai cosiddetti
Tiroler Schützen (o Standschützen).

Note

Annotazioni
1. ^ In italiano: Inno imperiale.
2. ^ Il suo nome diventava Carlo IV quando era preso in considerazione come apostolico re
d'Ungheria.
3. ^ Titolo completo: imperatore d'Austria, apostolico re d'Ungheria, re di Boemia, Dalmazia,
Croazia, Slavonia, Galizia, Lodomeria e Illiria; re di Gerusalemme e così via, arciduca d'Austria;
granduca di Toscana e di Cracovia, duca di Lorena e di Salisburgo, di Stiria, di Carinzia, di
Carniola di Bucovina; grande principe di Transilvania; margravio di Moravia; duca dell'Alta e
Bassa Slesia, di Modena, Parma, Piacenza e Guastalla, di Auschwitz e Zator, di Teschen, di
Ragusa e Zara; conte di Habsburg e del Tirolo, di Kyburg, Gorizia e Gradisca; principe di
Trento e Bressanone; marchese della Bassa e Alta Lusazia e Istria; conte di Hohenems,
Feldkirch, Bregenz, Sonnenberg, eccetera; signore di Trieste, di Cattaro e della Marca vindica;
gran voivoda del voivodato di Serbia.
4. ^ Letteralmente "ministro presidente", in italiano significa "primo ministro".
5. ^ Dopo la prima guerra mondiale in Ungheria fu ristabilita de iure la monarchia, rappresentata
ufficialmente dall'ammiraglio Miklós Horthy: Carlo I tentò di farsi restaurare al trono ungherese
(come Carlo IV), ma ciò fu impedito dalle forze dell'Intesa. La monarchia venne poi abolita nel
1946.
6. ^ In tedesco: Österreichisch-Ungarisches Reich; in ungherese: Osztrák-Magyar Birodalom.
7. ^ In tedesco: Österreich-Ungarn; in ungherese: Ausztria-Magyarország.
8. ^ O anche, impropriamente, solo Austria. In tedesco: Österreich; in ungherese: Ausztria. Cfr.
(EN) Austria, in Encyclopædia Britannica, 9ª ed., 1878.
9. ^ In tedesco: Die im Reichsrat vertretenen Königreiche und Länder und die Länder der heiligen
ungarischen Stephanskrone; in ungherese: A birodalmi tanácsban képviselt királyságok és
országok és a magyar szent korona országai

Fonti
1. ^ (EN) Gilman Fisher, The Essentials of Geography for School Year, 1888–1889, Boston, New
England Publishing Company, 1888, p. 47. URL consultato il 19 giugno 2015.
2. ^ Storiadigitale Zanichelli Linker - Percorso Site, su dizionaripiu.zanichelli.it. URL consultato il 30
gennaio 2018 (archiviato il 31 gennaio 2018).
3. ^ Asburgo o Absburgo, su Sapere.it, De Agostini. URL consultato il 19 giugno 2015 (archiviato il 2 luglio
2015).
4. ^ Austria, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930. URL consultato il 18
maggio 2019.
5. ^ Impero austro-ungarico, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. URL consultato il 18 maggio 2019.
«Il risultato fu il 'compromesso' del 1867, che istituì la duplice monarchia austro-ungarica,
riconoscendo alla minoranza ungherese importanti concessioni.».
6. ^ Rudolf Distelberger e Manfred Leithe-Jasper, Il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Il tesoro
imperiale: arte profana e arte sacra, traduzione di Federico Canè, vol. 1, C.H.Beck, 2009, p. 13.
«Il nuovo impero austriaco copriva tutte le terre possedute dagli Asburgo a quell'epoca, cioè
le terre ereditarie d'Austria, nonché i regni di Ungheria e di Boemia. [...] Ciò fece nascere la
duplice monarchia imperiale e reale di Austria-Ungheria, unita nella persona del sovrano degli
Asburgo.».
7. ^ (EN) Robert A. Kann, The multinational empire (Empire reform), vol. 2, New York, Octagon
Books, 1950, p. 305, SBN IT\ICCU\PUV\0145422. Citato da: Storia Universale Feltrinelli, Vol.
XXVIII, Wolfgang J. Mommsen L'Età dell'imperialismo, Europa 1885-1918, p. 153,
Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 1970 (Ed. orig. Fischer Weltgeschichte 28: Wolfgang J.
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traduz. dal tedesco di Heidi Ascheri.

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132, 140–148, 184–215.

Voci correlate
Ausgleich
Concessione austroungarica di Tientsin
Impero austriaco
Stati Uniti della Grande Austria
Trattato di Saint-Germain-en-Laye (1919)
Unione personale

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Collegamenti esterni
(EN) Adam Augustyn (a cura di), Austria-Hungary, su Encyclopædia Britannica. URL consultato il
18 maggio 2019.
(EN) Austria-Hungary, su Microsoft Encarta. URL consultato il 19 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il
31 ottobre 2009).
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