Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
556-563)
Bismark al potere
Nel 1861 salì al trono Guglielmo I (che aveva la reggenza già da 3 anni visto che il fratello era malato)
con l’ambizione di mettere in atto una politica nazionalistica e una riforma militare per riorganizzare e
potenziare l’esercito. La sua proposta trovò l’opposizione nella borghesia liberale che aveva la
maggioranza del Parlamento di Berlino, la cui approvazione era necessaria visti gli oneri finanziari della
proposta; per superare il conflitto con la Camera, il re nominò cancelliere Otto Von Bismarck,
esponente degli Junker ferreo oppositore del liberalismo e della democrazia.
Nel 1862 si inaugurò la concezione bismarckiana della politica che prese il nome di Realpolitik (politica
realista). Con l’appoggio della Corona, dell’esercito e dei funzionari dello stato la riforma fu approvata
affermando la supremazia della monarchia sul Parlamento.
Il potenziamento dell’esercito prevedeva: l’ammodernamento, il prolungamento del periodo di servizio
e il rafforzamento dei reparti permanenti.
Esercito prussiano:
Con la Guerra Austro-prussiana del 1866 l’esercito venne riorganizzato grazie al generale von Moltke.
Vennero utilizzate nuove tecnologie belliche (fucile ad ago) e la capacità di movimento aumentò grazie
alla costruzione di reti ferroviarie e infrastrutture. La vittoria prussiana si basava dunque sulla guerra di
movimento utilizzata dalla Germania fino alla I Guerra Mondiale. La capacità di movimento era dovuta
anche alla coordinazione offerta da nuovi mezzi di comunicazione come il telegrafo.
Nuovo Reich
Il 18 gennaio 1871 (nella sala degli specchi di Versaille) venne sancita la nascita del Secondo Reich
tedesco, dopo il sacro impero germanico fondato nel 962.
Guglielmo I fu incoronato imperatore (Kaiser) tedesco; tuttavia i singoli Stati continuarono a
mantenere la loro autonomia.
Si giunse così all’unificazione della Germania, che però fu frutto della volontà di potenza unita alla
forza militare della Prussia, e non si fondò sulla partecipazione popolare (non ci fu un’ideologia liberale
e democratica).
L’impostazione aggressiva e colonialista venne messa in pratica nel maggio 1871 con il trattato di
Francoforte, il Reich impose le condizioni di pace alla Francia:
La Germania bismarckiana
Il Reich era una federazione di 25 Stati regionali, contava 40 milioni di abitanti e un’economia
industriale in forte sviluppo. Ogni stato manteneva il suo sovrano e una certa autonomia
amministrativa; tuttavia c’era la presenza di un forte governo centrale che prendeva le decisioni
riguardanti l’esercito, l’economia e la politica estera.
Bismarck, cancelliere imperiale, presiedeva il governo; era controllato solo dall’imperatore e non dal
potere legislativo, costituito dalla Camera (Reichstag) e dal Consiglio federale (Bundesrat) composto
dai rappresentanti dei singoli stati (un terzo appartenevano alla Prussia).
La politica conservatrice di Bismarck dovette affrontare:
- Partito cattolico (detto Zentrum, 1871) aveva grande consenso nella Germania meridionale
(Baviera); Bismarck intraprese un’azione anticattolica chiamata “battaglia per la civiltà” si fondava sul
carattere laico dello Stato: matrimonio civile, abolito controllo religioso sull’istruzione, espulsi i gesuiti.
- Partito socialdemocratico (1875). Bismarck nel 1878 varò le leggi eccezionali: limitavano la
libertà di stampa, di riunione e associazione, impedendo così la formazione di organizzazioni operaie.
Per indebolire i socialdemocratici fece un progetto di moderno Stato sociale: introdusse l’assicurazione
obbligatoria per infortuni sul lavoro, malattie e la vecchiaia.