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L’UNIFICAZIONE TEDESCA (p.

556-563)

Il progetto della Prussia


All’interno dell’area frammentata dell’impero tedesco, uno stato si mostrò più forte, organizzato e con
un'impronta militarista più aggressiva: la Prussia, già dal 1834 con un'unione doganale aveva cercato
di favorire il libero scambio delle merci nel territorio tedesco.
Con la crescita industriale deteneva il primato economico sugli altri stati tedeschi; lo sviluppo
economico però, vista la politica autoritarista, non garantiva potere politico alla borghesia industriale
che era sovrastata dagli Junker (ricchi proprietari terrieri e antichi feudatari) che imponevano un regime
autoritario e conservatore che però non ostacolava il processo di modernizzazione economica e
infrastrutturale nel paese, non sono mai stati emarginati da Federico II che anzi li aveva integrati nella
politica. La borghesia e gli Junker seppur lontani per interessi politici fecero fronte comune per
unificare il territorio tedesco con l'obiettivo di riuscire a investire nell’industria bellica o metallurgica.
La Prussia aveva caratteristiche sociali diverse dall'Italia, era più industrializzata e con un tasso di
alfabetizzazione che arrivava al 70%.

Bismark al potere
Nel 1861 salì al trono Guglielmo I (che aveva la reggenza già da 3 anni visto che il fratello era malato)
con l’ambizione di mettere in atto una politica nazionalistica e una riforma militare per riorganizzare e
potenziare l’esercito. La sua proposta trovò l’opposizione nella borghesia liberale che aveva la
maggioranza del Parlamento di Berlino, la cui approvazione era necessaria visti gli oneri finanziari della
proposta; per superare il conflitto con la Camera, il re nominò cancelliere Otto Von Bismarck,
esponente degli Junker ferreo oppositore del liberalismo e della democrazia.
Nel 1862 si inaugurò la concezione bismarckiana della politica che prese il nome di Realpolitik (politica
realista). Con l’appoggio della Corona, dell’esercito e dei funzionari dello stato la riforma fu approvata
affermando la supremazia della monarchia sul Parlamento.
Il potenziamento dell’esercito prevedeva: l’ammodernamento, il prolungamento del periodo di servizio
e il rafforzamento dei reparti permanenti.

Otto von Bismarck


Nato nel Brandeburgo da una famiglia della nobiltà agraria degli Junker. Fin da bambino frequenta la
corte degli Hohenzollern. Si laurea in giurisprudenza e inizia la sua carriera dell’amministrazione
pubblica, diventa noto per le capacità oratore. Viene mandato come ambasciatore a Pietroburgo e poi
Parigi. Nel 1862 dopo la spaccatura tra maggioranza liberare del parlamento e Guglielmo I venne
nominato cancelliere. Riesce a ottenere con la Guerra Austro-prussiana l’indipendenza della Germania
dall’influenza austriaca. I suoi successi in politica estera gli permettono di indebolire l’opposizione
liberale. La dieta di Francoforte (che riuniva tutti gli stati tedeschi sotto il controllo della corona
asburgica) viene sostituita dalla Confederazione della Germania del Nord con a capo la Prussia. Nel
1870 provoca la guerra contro la Francia da cui nacque il secondo Reich a cui capo viene messo
Bismark. È considerato il principale autore della unificazione tedesca.
Processo di unificazione
Bismark sosteneva che l’unificazione dovesse avvenire sotto il controllo dell’esercito prussiano,
piuttosto che con la diplomazia. Il primo passo era quello di assumere l’egemonia nella Confederazione
germanica sostituendo gli Asburgo.

Il processo di unificazione avviene mediante 3 guerre:


● 1864 —> Guerra contro la Danimarca in cui la Prussia era alleata dell’Austria; la battaglia fu
conclusa rapidamente ma Austria e Prussia entrarono in conflitto per la gestione dei territori
conquistati.
● 1866 —> Guerra Austro-prussiana: dichiarata guerra all’Austria (giugno 1866) Bismarck si
garantì l’alleanza con l’Italia e la neutralità della Francia. Nel luglio 1866 a Sadowa (Boemia)
l’esercito asburgico fu sconfitto da quello prussiano (più efficiente e moderno). Con le paci di
Praga e di Vienna l’Austria riconobbe la supremazia di Guglielmo I sugli Stati tedeschi del Nord e
diede il Veneto alla Francia (dopo lo consegnò all’Italia). Si creò così la Confederazione della
Germania del Nord con 22 Stati tedeschi con a capo Guglielmo I e Bismarck divenne cancelliere
federale. L’Austria uscì indebolita dal conflitto; a seguito delle crescenti tensioni etniche
interne, nel 1867 ci fu il compromesso austro-ungarico: l’imperatore Francesco Giuseppe unì le
due corone e si creò l’Impero austro-ungarico.
● 1870 —> Guerra Franco-prussiana: L’ostacolo principale all’unificazione tedesca dell’intera
Germania era costituito da Napoleone III: la Francia si oppose alla conquista prussiana degli
Stati meridionali per lo più cattolici.Nel 1868 la Prussia aveva sostenuto la candidatura di
Leopoldo Hohenzollern al trono di Spagna. Per paura di essere accerchiata nel luglio 1870 la
Francia dichiarò guerra alla Prussia (si scontrano due nazioni con forti ideali nazionalisti). Già
nel 1° settembre con la battaglia di Sedan si afferma la supremazia prussiana, l’esercito tedesco
era più efficiente e meglio organizzato. Napoleone III viene imprigionato, e nella Parigi assediata
viene instaurata la repubblica (4 settembre). Nel gennaio del 1871 la Francia fu costretta a
chiedere l’armistizio e questo aprì la strada all’unificazione della Germania (Stati meridionali
aderirono alla politica bismarckiana).

Esercito prussiano:
Con la Guerra Austro-prussiana del 1866 l’esercito venne riorganizzato grazie al generale von Moltke.
Vennero utilizzate nuove tecnologie belliche (fucile ad ago) e la capacità di movimento aumentò grazie
alla costruzione di reti ferroviarie e infrastrutture. La vittoria prussiana si basava dunque sulla guerra di
movimento utilizzata dalla Germania fino alla I Guerra Mondiale. La capacità di movimento era dovuta
anche alla coordinazione offerta da nuovi mezzi di comunicazione come il telegrafo.

Nuovo Reich
Il 18 gennaio 1871 (nella sala degli specchi di Versaille) venne sancita la nascita del Secondo Reich
tedesco, dopo il sacro impero germanico fondato nel 962.
Guglielmo I fu incoronato imperatore (Kaiser) tedesco; tuttavia i singoli Stati continuarono a
mantenere la loro autonomia.
Si giunse così all’unificazione della Germania, che però fu frutto della volontà di potenza unita alla
forza militare della Prussia, e non si fondò sulla partecipazione popolare (non ci fu un’ideologia liberale
e democratica).
L’impostazione aggressiva e colonialista venne messa in pratica nel maggio 1871 con il trattato di
Francoforte, il Reich impose le condizioni di pace alla Francia:

- Pesante indennità di guerra con la presenza di truppe di occupazione fino all'avvenuto


pagamento

- Cessione dell’Alsazia e della Lorena


Dall’umiliazione francese nacque il revanscismo, il forte desiderio di rivincita, che caratterizzò
l’atteggiamento francese tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento.

La Germania bismarckiana
Il Reich era una federazione di 25 Stati regionali, contava 40 milioni di abitanti e un’economia
industriale in forte sviluppo. Ogni stato manteneva il suo sovrano e una certa autonomia
amministrativa; tuttavia c’era la presenza di un forte governo centrale che prendeva le decisioni
riguardanti l’esercito, l’economia e la politica estera.
Bismarck, cancelliere imperiale, presiedeva il governo; era controllato solo dall’imperatore e non dal
potere legislativo, costituito dalla Camera (Reichstag) e dal Consiglio federale (Bundesrat) composto
dai rappresentanti dei singoli stati (un terzo appartenevano alla Prussia).
La politica conservatrice di Bismarck dovette affrontare:

- Partito cattolico (detto Zentrum, 1871) aveva grande consenso nella Germania meridionale
(Baviera); Bismarck intraprese un’azione anticattolica chiamata “battaglia per la civiltà” si fondava sul
carattere laico dello Stato: matrimonio civile, abolito controllo religioso sull’istruzione, espulsi i gesuiti.

- Partito socialdemocratico (1875). Bismarck nel 1878 varò le leggi eccezionali: limitavano la
libertà di stampa, di riunione e associazione, impedendo così la formazione di organizzazioni operaie.
Per indebolire i socialdemocratici fece un progetto di moderno Stato sociale: introdusse l’assicurazione
obbligatoria per infortuni sul lavoro, malattie e la vecchiaia.

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