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STORIA

DELLA
POLITIC
A
ESTERA
ITALIAN
A
INDICE:
- IL MEDITERRANEO
- LA GUERRA DI CRIMEA (1853-1856)
- L’UNITà D’ITALIA (1861)
- POLITICA ESTERA POST-UNIFICAZIONE
- GUERRA AUSTRO-PRUSSIANA (1866)
- CONQUISTA DI ROMA E GUERRA FRANCO-PRUSSIANA (1870)
- CONFERENZA DI BERLINO (1878)
- QUESTIONE TUNISINA
- TRIPLICE ALLEANZA
23.09

IL MEDITERRANEO
L’Italia da sempre, grazie alla sua posizione, ha un ruolo strategico nel Mediterraneo e, dunque, nelle
relazioni internazionali che lo riguardano.
Il Mediterraneo è stato caratterizzato dalla presenza dell’Impero Ottomano, che dall’800 fino alla 1° G.M. si
riduce costantemente a livello territoriale, a causa della pressione delle Grandi Potenze, fino alla c.d.
« Questione Orientale », ovvero fino alla dissoluzione dello Stato Ottomano nel 1920.
All’interno dello spazio lasciato da questo Stato agiranno le stesse forze che lo porteranno alla
disgregazione.
In senso religioso, progressivamente, in 1 secolo, il Grande Califfato si riduce territorialmente, fino a
dissolversi, e viene occupato da Potenze Cristiane (francesi, inglesi ecc..) —> infatti, finita la 1° G.M., la
parte araba dell’ex-impero soggiacerà ai c.d. « MANDATI », basati sugli Accordi Sykes-Picot.
Le forze che attuarono la progressiva riduzione dell’Impero Ottomano sono le Grandi Potenze Europee
Cristiane (Impero Asburgico, Regno di Prussia, Francia e Impero Russo) e l’Impero Britannico (fuori
dall’Europa).

1- GRAN BRETAGNA
All’epoca, l’Impero Britannico è la potenza egemone del Mediterraneo, poiché esso è un’arteria vitale per
arrivare nelle Indie (passando tra l’altro attraverso l’Impero Ottomano).
Inoltre, dobbiamo ricordarci che il Canale di Suez verrà aperto solo nel 1865 e dunque all’epoca c’era
ancora solo un istmo —> arrivati lì, bisognava scaricare le merci, caricare l’istmo, ricaricare e ripartire,
oppure proseguire a piedi attraverso l’allora Impero Persiano.
Dunque, parliamo di territori di enorme interesse per l’Impero Britannico.
Lo strumento utilizzato in Politica Estera dall’Impero Britannico per controllare i territori di interesse è la
Flotta Militare —> infatti, l’ammiragliato di Sua Maestà sostenne sempre il criterio del « Two-Power
Standard » (Naval Defence Act, 1889) = la flotta britannica doveva sempre essere numericamente almeno
uguale alla forza combinata delle due più grandi flotte militari al mondo(/della seconda e della terza flotta
militare più grandi al mondo) —> Strapotere Marittimo.
Grazie a ciò, l’Impero Britannico si assicurava il mantenimento dell’egemonia marittima, e nello specifico
dell’egemonia mediterranea.
Dunque, la Gran Bretagna è fortemente interessata alla vita dell’Impero Ottomano.

[[[La presenza inglese nel mondo ha lasciato tracce geopolitiche e di politica internazionale evidenti: es. Gli
inglesi sostennero da sempre l’indipendenza del PORTOGALLO, in quanto utile alla Gran Bretagna per
poter scendere con le navi verso il Mediterraneo, senza dover passare per coste spagnole (spagnoli nemici
storici degli inglesi) —> Ecco perché esiste un Portogallo indipendente, ma non una Catalogna = effetto
della politica britannica sul Mediterraneo.]]]

L’Impero Britannico prolungherà l’agonia dell’Impero Ottomano fin quando possibile, infatti l’Impero
Ottomano si dissolve nel 1920 e non nel 1820 perché Londra vuole così —> infatti, già dal 1815 (Congresso
di Vienna) le potenze europee proposero di favorire la dissoluzione dell’Impero Ottomano, ma Londra si
oppose, e farà di tutto per difenderlo fino alla 1° G.M.
Ovviamente, non vogliono il dissolvimento, ma accettano perdite territoriali dell’impero Ottomano.

2-IMPERO RUSSO
Vuole distruggere da subito l’Impero Ottomano, per realizzare il sogno di ottenere i « Mari Caldi ».
Infatti, è dal ‘700 che i Russi premono per scendere verso Sud.
1784—> Annettono la Crimea (grazie al Trattato di Küçük Kaynarca* del 1774), piazzando una base
militare a Sebastopoli. *Città in Dubrugia, Bulgaria
Dunque, ciò che gli manca è il controllo o la possibilità di passaggio degli Stretti del Mar Nero.
Per ottenerlo. I Russi hanno provato tutti gli strumenti possibili, ovvero la guerra, la diplomazia (cercare
un’alleanza con l’Impero Ottomano) o le sollevazioni delle popolazioni che vivono nell’Impero Ottomano, e
nello specifico nei Balcani, e che iniziano a rivendicare la loro indipendenza in base al principio di
nazionalità ( la maggior parte dei Balcani era Cristiano).
Dunque, i Russi ricorrono anche all’Ideologia Panslavista —> nata nell’800, è un’ideologia che pretende di
racchiudere tutti i popoli slavi all’interno di una Confederazione /Federazione con a capo la Russia, e dunque
che vuole creare un raggruppamento di Stati Indipendenti che condividono una comune radice linguistica
(Idea basata su una comunanza linguistica-culturale).
Dunque, parliamo di Serbia, Croazia, Bosnia, Polonia, Ucraina, Bielorussia, Russia ecc.. (Lingue Slave).
Tutta la storia del Mediterraneo è legata alle Politiche Estere Russa e Britannica —> L’Impero Ottomano
sopravvive fino alla 1° G.M. per effetto della contrapposizione tra Russi e Inglesi, i primi lo vogliono
distruggere, i secondi lo vogliono conservare.

[[[Durante la 1° G.M., trovandosi Russi e Inglesi alleati contro il Mondo Tedesco, raggiungono un accordo
per la spartizione dell’Impero Ottomano nel 1915 —> 1915, Accordo di Costantinopoli (noto anche come
Accordo sugli Stretti) tra Gran Bretagna, Impero Russo e Francia.]]]

Mito della Terza Roma—> I Russi si danno la missione salvifica di difendere il Cristianesimo (Ortodosso
ovviamente) nel mondo (Pilastro della Politica Estera Russa).
I Russi, arrivati a Vladivostok, iniziano a scendere verso Sud, creando arterie ferroviere per collegare la
Russia a « Mari Caldi », passando attraverso la Corea o la Penisola di Liaodong (=Manciuria).

3- MONDO TEDESCO- IMPERO ASBURGICO.


Potenza Mediterranea, che ha come porto principale sul Mediterraneo Trieste.
Dopo il 1815 (Congresso di Vienna), il Mondo Tedesco fu suddiviso in una Confederazione Germanica ( 40
Stati, in quanto uno Stato unito sarebbe stato una minaccia troppo grande): tagli Stati, i due più importanti
sono il Regno di Prussia e l’Impero Asburgico, e la capitale della Confederazione è Francoforte, dove
troviamo un Parlamento rappresentativo di tutti gli Stati delle Federazione e presieduto dallo Stato
Asburgico.
Ovviamente, anche il Mondo Tedesco guarda con attenzione il Mediterraneo: certo non la Prussia, che ha
come scopo la riunificazione dei tedeschi in un unico Stato, ma Vienna (Asburgo), che confina con gli
Ottomani, sì.
L’attenzione Asburgica si consoliderà sempre di più con il passare del tempo, soprattutto quando perderanno
prima il controllo della penisola italiana (1861) e poi il controllo sul Mondo Tedesco, a favore della Prussia
(1871).

4- FRANCIA
La Francia sviluppa un forte interesse per il Mediterraneo soprattutto a partire dal 1830, quando, per
distogliere l’opinione pubblica dalle problematiche della Politica Interna, effettuano una spedizione ad
Algeri —> Inizio della penetrazione francese nel Mediterraneo.

Dunque, l’Italia dopo il Congresso di Vienna è un insieme di Stati:


• Regno delle Due Sicilie
• Stato Pontificio
• Regno di Sardegna
• Modena
• Parma
• Granducato di Toscana
• Lombardo-Veneto in mano degli Asburgico, che si erano imposti come eredi dei territori della Repubblica
di Venezia, venuta meno nel 1797, ottenendo fi fatto la parte più sviluppata della Penisola.
Inoltre, gli Asburgo controllavano di fatto la Penisola grazie ad una serie di alleanze militari e di legami
familiari con i sovrani « italiani » (es. alla guida del Granducato di Toscana vi era un Asburgo).
Ricordiamo che nel 1815 a Vienna si decide di Restaurare il mondo pre-Napoleonico e Pre-rivoluzionario,
per eliminare, per quanto possibile, le novità (es. diritti civili e politici) —> Si vuole restaurare i Sovrani
Legittimi, eletti dirittamente da Dio (=Sovrani Assoluti), che governano arbitrariamente, senza Contro-
poteri.
E, dunque, l’Impero Asburgico tutela i Sovrani Assoluti della Penisola Italiana.
Di fatto, i Moti Rivoluzionari dell’800 avevano come scopo comune l’ottenimento di una Costituzione, che
limitasse i poteri del sovrano e che riconoscesse dei diritti alle persone (=passaggio da Sudditi a Cittadini).
E, dopo tutti i Moti Rivoluzionari Italiani (’20-’21; ’30-’31; ’48-’49) intervengono sempre gli Asburgo, che
si erano arrogati il diritto di proteggere i sovrani attraverso l’intervento militare.
Ciò ci permette di comprendere come sia vitale la lotta agli Asburgo per tutta la popolazione della penisola
—> Solo eliminando l’influenza Asburgica si può ottenere uno Stato di Diritto —> ESIGENZA DI
LIBERTà, ANCOR PRIMA DI UNITà.

[[[SVIZZERA: A Vienna, nel 1815, una clausola pone di non interferire negli affari svizzeri, caratterizzati
dalla convivenza tra popoli diversi, e di sottoscrivere un trattato internazionale di neutralità —> neutralità
garantita dalle Grandi Potenze.]]]

[[[BELGIO: Stesso discorso della Svizzera; Nel 1815, fanno parte dei Paesi Bassi, e dunque, nel 1830
effettuano la secessione su una base religiosa (Fiamminghi e Valoni sono Cattolici, e non Protestanti come
gli Olandesi). Parliamo dunque di un caso particolare perché il collante del Paese è la religione (=Pakistan o
Afghanistan) e non la cultura o la lingua. Gli Inglesi appoggiano la sua nascita, purché, come con la
Svizzera, le Grandi Potenze assumano l’impegno di garantirgli la neutralità (scopo= staccare pezzi al mondo
tedesco, e anche francese).]]]

24.09

LA GUERRA DI CRIMEA (1853-1856)


Parliamo dell’episodio da cui prende le mosse l’Unità d’Italia.
Inoltre, parliamo di uno dei passaggi della « Questione Orientale », in cui troviamo in azioni le stesse Grandi
Potenze di cui abbiamo parlato, con i loro obiettivi.
L’episodio ha origine dall’ennesimo tentativo russo di aprirsi un varco nel Mediterraneo, questa volta
puntando ad ottenere, con un accordo, il Diritto di Passaggio di Navi da Guerra negli Stretti.
Dunque, questa volta i Russi optano per la Diplomazia —> Vogliono un’Alleanza con l’Impero Ottomano.

N.B. Gli Stretti sono chiusi al passaggio di Navi da Guerra in tempo di pace dalla Convenzione di Londra del
luglio 1841, stipulata da Grand Bretagna, Francia, Prussia, Impero Asburgico e Impero Ottomano —>
l’Impero Ottomano accetta questa Riduzione di Sovranità (insistendo essa sul suo territorio), pensando si
assicurarsi così una « protezione » delle Grandi Potenze contro le aspirazioni russe.
Inoltre, la Convenzione stabiliva che, nel caso in cui l’Impero Ottomano fosse stato in guerra, esso avrebbe
potuto far transitare le Navi da Guerra Alleate tramite gli Stretti.

[[[Ad oggi, la Convenzione sugli Stretti vigente allivellò internazionale è quella di Montreux del 1936, la
quale stabilisce determinate clausole per il passaggio di Navi da Guerra negli Stretti in tempo di guerra,
soprattutto se la Turchia è neutrale nel conflitto (Divieto di passaggio per qualsiasi Nave da Guerra
belligerante) o se la Turchia è parte del conflitto (Diritto di Opposizione per i Turchi al passaggio di
qualsiasi Nave da Guerra).]]]
Dunque, nel 1853, i Russi tentano un’alleanza con l’Impero Ottomano per conseguire l’accesso agli Stretti,
ritenendo la situazione internazionale favorevole a tale opzione, che comprendeva ovviamente anche una
Pressione sugli Ottomani per convincerli ad accettare.
Di fatto, la Pressione consisteva in una Minaccia Militare —> Scendono nei Principati di Moldavia e di
Valacchia (che vanta il possedimento delle Foci del Danubio sul Mar Nero), avendo calcolato che nessuna
delle Grandi Potenze, nemmeno la Gran Bretagna, sarebbe intervenuta.
La valutazione russa si basava sul fatto che nel 1848-49 l’Europa era stata sconvolta da una serie di Moti
Rivoluzionari.

[[[ES.: L’impero Asburgico va quasi in pezzi a causa dei Moti Pro-Costituzione, che si uniscono ai già
esistenti Moti che rivendicano un’indipendenza basata sul Principio di Nazionalità —> l’unico collante
rimasto nell’Impero per i diversi popoli era solo quello Religioso (Es.: fino alla 1° G.M. il Latino rimarrà la
lingua ufficiale dell’Impero, utilizzata nei passaggi fondamentali della vita), il quale mano a mano andava ad
affievolirsi, sprigionando le varie istanze nazionali.
Di fatto, Vienna riesce a riprendere il controllo della situazione solo grazie all’aiuto militare dell’Impero
Russo, unico Stato non colpito dai Moti Rivoluzionari del ’48-’49: infatti, i Russi entrano in Ungheria e
reprimono l’insurrezione in nome di Francesco Giuseppe, imperatore asburgico. ]]]

Dunque, i Russi, essendo ben visti a Vienna, pensano che l’Impero Asburgico non interverrà sulle mire russe
negli Stretti.
Inoltre, Francia e Gran Bretagna sono di recente coinvolti in una controversia —> Infatti, in seguito ai Moti
Rivoluzionari del ’48-’49, Luigi Napoleone, nipote di Napoleone Bonaparte, era stato eletto Presidente della
Repubblica, e piano piano egli inizia ad involvere rispetto alle sue posizioni repubblicano-rivoluzionarie e
punta a creare uno Stato Autoritario, fino a proclamarsi, ex plebiscito, Imperatore con il titolo di Napoleone
III°—> 1852: la Repubblica si trasforma in Impero.
E gli Inglesi, ovviamente, lo ritengono un problema, in quanto la visione francese ora era quella di estendere
la sua influenza in Europa (naturalmente, nono parliamo del medesimo disegno di Napoleone Bonaparte, ma
comunque lo scopo era quello di estendere la propria influenza in Europa, e lo si vuole fare sfruttando il
Nazionalismo, ovvero si vuole incoraggiare le varie Nazionalità degli Stati multi-nazionali per ottenere una
trasformazione della Carta Politica Europea).
Dunque, le aspirazioni di Napoleone III° sono un pericolo per gli Inglesi.
Per questo, secondi i Russi non vi poteva essere più possibilità d’accordo tra Francia e Gran Bretagna per
bloccare il tentativo Russo di scendere verso gli stretti —> Si sarebbero potuti opporre solo gli Inglesi, ma lo
avrebbero fatto da soli, mentre il Concerto Europeo sarebbe stato dalla parte russa o comunque non solidale
con gli Inglesi.
Nonostante i calcoli, l’analisi russa risulterà errata —> Parigi offrirà un’alleanza alla Gran Bretagna contro
la Russia, in quanto è vero che Napoleone III° vuole modificare la Carta Politica Europea, ma sa che per
farlo veramente ha bisogno del « Lascia Passare » britannico, e dunque non può schierarcisi contro.
Aprile 1854—> Nasce il Fronte Occidentale, ovvero l’alleanza franco-inglese a favore dell’Impero
Ottomano e contro l’impero Russo.
Di conseguenza, Francia e Gran Bretagna entrano nel Mar Nero attraverso gli Stretti, assediando Sebastopoli
—> Inizia ufficialmente la Guerra di Crimea.

[[[In Crimea la maggior parte della popolazione è Tatara, popolazione turcofona e musulmana.]]]

Dunque, l’immenso Impero Russo è coinvolto in una guerra che riguarda solo una sua piccola porzione e per
questo la guerra potrebbe potenzialmente durare all’infinto.
Sapendo ciò, Francia e Gran Bretagna vanno alla ricerca di alleati—>Nello specifico, vorrebbero l’intervento
dell’Impero Asburgico, che dopo aver risolto il problema dei Moti, rimaneva sempre il centro d’Europa, in
quanto controllava il Mondo Tedesco e la Penisola Italiana.
Ovviamente, Vienna è titubante, poiché spaccata da due linee di pensiero: da una parte c’è chi sostiene che
bisognerebbe schierarsi con la Russia, visto la comunanza del sistema politico (=entrambi sono Stati
Assoluti) e l’aiuto fornito dai Russi nel ’49, mentre dall’altra c’è chi sostiene che l’ingresso russo nel
Mediterraneo è una minaccia troppo grande.
Alla fine, prevale la posizione filo-inglese e l’Impero Asburgico entra nel Fronte Occidentale, confidando
Francia e Russia sul fatto che il Mondo Tedesco, confinando con l’Impero Russo, sia in grado di portare una
minaccia militare terrestre concreta in territorio russo (cosa che ad esempio la Gran Bretagna non può fare).
Agosto 1854—> Francia e Gran Bretagna disegnano un Piano di Pace da imporre ai Russi dopo la guerra,
che prevedeva il trasferimento del controllo delle Foci del Danubio all’Impero Asburgico e la successiva
sottoposizione a regime internazionale della navigazione di queste Foci (si pensa allo stesso regime degli
Stretti del Mar Nero); Inoltre, il disegno prevedeva di inasprire la Convenzione di Londra del 1841,
aggiungendo la Smilitarizzazione del Mar Nero—> NO Navi da Guerra e NO Basi Militari
(=Smantellamento della base di Sebastopoli).
Gli Asburgo, visto il disegno, decidono di entrare nella coalizione, tuttavia, essendo ancora titubanti,
promettono di inviare un ultimatum ai Russi, ma non lo fanno—> Dunque, non si ottiene una vera alleanza
militare con gli Asburgo.

Ritenendo però l’apporto militare asburgico fondamentale per vincere il conflitto, Gran Bretagna e Francia
cercano, e trovano, una soluzione per costringere Vienna ad intervenire veramente—> Decidono di rivolgersi
al Regno di Sardegna, nemico per eccellenza degli Asburgo.
Infatti, dal 1848-49, e soprattutto dal 1852, ovvero quando Cavour diventa Presidente del Consiglio, tutti
conoscono l’obiettivo dei Piemontesi—> Espandersi verso il Lombardo-Veneto, sfruttando il Principio di
Nazionalità.
Tuttavia, nel ’48-’49 i Piemontesi vengono sconfitti dagli Asburgo e quest’ultimi non impongono ai
Piemontesi di limare la Costituzione, ovvero lo Statuto Albertino, solo perché interviene come mediatore il
Regno di Sua Maestà—>Regno di Sardegna è all’epoca l’unico Stato italiano con una Costituzione e dunque
è considerato come uno Stato all’avanguardia, terra di rifugio di tutti i Liberali Italiani (es. Pasquale
Stanislao Mancini, teorico dell’autodeterminazione nazionale, che si mette al servizio dei Savoia).
Dunque, Francia e Gran Bretagna pensano di rivolgersi ai Piemontesi e di sostenerli per convincere gli
Asburgo ad intervenire militarmente nella Guerra di Crimea—> Gli Inglesi iniziano ad orientare l’opinione
pubblica verso posizioni anti-asburgiche e pro-piemontesi.
Iniziati i negoziati con i Piemontesi, gli Asburgo si preoccupano. Ad esempio, nel Novembre 1855, la
Regina Vittoria e Napoleone III° ricevono Vittorio Emanuele II°
Nel frattempo, Cavour prende posizione per allearsi con il Fronte Occidentale, anche se molti erano contrari,
in quanto non era stata promessa alcuna « ricompensa » per il Regno di Sardegna —> Ma Cavour insiste sul
fatto che è necessario partecipare alla guerra per un fatto di Reputazione futura, ovvero bisogna stare dalla
parte dei vincitori.
Febbraio 1855—> Discorso di Cavour—> Sostiene che l’esperienza gioverà all’Italia, dato che i Moti
Rivoluzionari hanno ottenuto solo una maggior repressione austriaca e una sfiducia europea e dunque la
guerra offre la possibilità di rialzare la reputazione dell’Italia, dimostrando all’opinione pubblica
internazionale che l’Italia ha « senno civile per gestirsi da sola, assumendo le forme politiche più perfette
(intende il Parlamentarismo all’inglese) e provando il proprio valore militare».
Di conseguenza, piano piano gli Asburgo ripensano alla loro politica di non-azione.
Dicembre 1855—> L’Impero Asburgico invia un ultimatum ai Russi —> effetto della strategia franco-
inglese.

Di conseguenza, i Russi, davanti a quella alleanza, decidono di passare ai negoziati e chiudere le ostilità.
Marzo 1856—> A Parigi si firma il Trattato di pace, che stabilisce:
• Rinuncia Russa alla missione salvifica di Terza Roma, ovvero si rinuncia al protettorato sui cristiani
d’oriente, che ora spetta a tutte le Grandi Potenze.
• Convenzione Internazionale sul Danubio.
• Smilitarizzazione del Mar Nero—> i Russi smantellano Sebastopoli e da ora non possono più minacciare
concretamente l’Impero Ottomano.

Dunque, nonostante la presenza asburgica, il Piemonte partecipa alla Guerra di Crimea, grazie alla volontà di
Cavour, e viene di conseguenza ammesso alla Conferenza di Parigi del 1856.
E, chiuso il Congresso, il rappresentante inglese inizia a parlare della « Questione Italiana », o meglio di ciò
che Cavour ha presentato—> Italia prigioniera di governi illiberali e soggetta a due spinte: quella opprimente
degli Asburgo e quella dei Moti Rivoluzionari —> Le visioni inglese e francese diventano quella di Cavour.
Francia e Gran Bretagna sposeranno la visione di Cavour di voler instaurare in Italia la « forma più perfetta
di governo » perché:
• La Gran Bretagna ha quella forma di governo e se ne fa promotrice da tempo
• La Francia poteva così aumentare la sua influenza, giocando con il Principio di Nazionalità—> L’interesse
è quello di scalzare la preminenza del mondo tedesco sul Nord-Italia, per ottenerne l’influenza
Di fatto, dopo il 1856, lo scopo di Cavour è quello di convincere Napoleone III° a fare una guerra che egli
vuole già fare.

N.B. Lo scopo di Cavour non è il raggiungimento dell’Unità, bensì l’ottenimento dell’indipendenza italiana
dagli Asburgo.

27.09

L’UNITà D’ITALIA
Abbiamo ricordato il ruolo dello stato Piemontese nella Guerra di Crimea (ruolo di grimaldello di Francia e
GB per convincere gli Asburgo a partecipare alla guerra).
L’abilità di Cavour è quella di comprendere che l’indipendenza dell’Italia (=cacciata degli austriaci
dall’Italia) passa per il coinvolgimento delle grandi potenze, in particolare di quelle che storicamente si
erano opposte al mondo tedesco, ovvero Francia (soprattutto nell’Italia settentrionale) e Gran Bretagna.
Dopo il 1856, Cavour ritiene possibile avanzare con il progetto di « indipendenza » (= liberazione dagli
Asburgo) con il concorso della Francia, facendo coincidere il progetto piemontese ( quello di liberare la
pianura padana dagli austriaci e annetterla per i principio di nazionalità) e quello di Napoleone III° ( progetto
di rivisitazione dei confini europei attraverso il principio di autodeterminazione/di nazionalità a beneficio
della Francia) .
Dal 1857, Cavour ritiene possibile realizzare il suo progetto visto il compattamento che vi è stato di tutte le
anime che componevano il movimento nazionale italiano [vi erano diverse risposte all’indipendenza italiana:
c’è chi aveva pensato ad una confederazione di stati sotto il papa (ipotesi neoguelfa) ; c’è chi aveva
immaginato l’ipotesi di uno stato unitario (ipotesi mazziniana/repubblicana) ; c’era l’ipotesi tentata dai
piemontesi nel 1848/49 contro gli austriaci], in quanto l’ipotesi neoguelfa e quella mazziniana erano state
« sconfitte dalla storia », ovvero dimostratesi impraticabili ( l’ipotesi neoguelfa era nata nel 1847, quando
Pio IX° appena eletto aveva fatto pensare che il suo stato si potesse evolvere in senso costituzionale e che
quindi il papa potesse guidare una coalizione di stati costituzionali, ma dopo il 1848 la storia aveva
dimostrato che pio 9 non sarebbe andato verso quell’orientamento, in quanto era tornato, dopo il fallimento
della repubblica romana, ad essere restaurato come sovrano assoluto ; l’ipotesi mazziniana invece era stata
smentita dal fallimento delle insurrezioni che Cavour aveva definito « moti scomposti », realizzate con
mancanza di coordinamento ).
Dunque, la causa della libertà per molti italiani della Penisola nel 1856/57 si sposa con quella dell’Unità (=
solo attraverso uno sforzo comune si può raggiungere lo scopo della liberazione) e solo convergendo
sull’ipotesi piemontese, che coordina gli sforzi, è possibile ottenere l’obiettivo dei diritti e della democrazia (
ed in effetti il Piemonte è l’unico che nel 48/49 ha una costituzione).
Dopo la guerra di Crimea, nel 1857, si forma la Lega Nazionale, composta da tutti gli esponenti che avevano
animato i moti e l’indipendenza italiana ( Garibaldi, mania, Mazzini…). — COMPATTAMENTO
INTELLETTUALE SUL MODO DI OTTENERE L’INDIPENDENZA.

Tuttavia, ciò non bastava per l’indipendenza, bensì serviva anche la politica internazionale, infatti l’esercito
piemontese era pari a 100.000 uomini mentre l’asburgico era di almeno 200.000.
Dunque, questi soldati non potevano che venire dalla Francia di napoleone, che aveva lo stesso scopo di
Cavour, ovvero cacciare dalla pianura padana gli austriaci.
Dunque, dal ’58 in poi lo scopo di Cavour è solo di capire come convincere Napoleone III° a iniziare la
guerra (che già voleva comunque fare, ma non sapeva quando).
Per condizionare Napoleone III° (oramai un dittatore), sfrutta tutti gli strumenti della diplomazia, fino a
quando il francese accetta dii incontrare Cavour (Incontro di Plombieres, località termale del sud della
Francia) il 20 luglio del 1858: sanno che si incontrano per decidere quando e come fare la guerra all’impero
asburgico e in grandissimo segreto discutono di una serie di aspetti della futura guerra [per esempio,
dovevano stabilire il pretesto (ovvero come legittimare all’opinione pubblica la guerra), la sistemazione
futura della penisola Italia, battuto l’impero asburgico (decidono che si sarebbe costituito un grande stato del
Nord, ovvero un regno di Sardegna allargato fino al fiume Isonzo-ovvero confine tra veneto e Friuli Venezia
Giulia/confine orientale del veneto- con annessione del ducato di Modena e di Romagna- lasciando una parte
dell’Italia centrale in gestione ad un « familiare » francese —> si voleva una riduzione dello stato pontificio,
non ancora la sua eliminazione, in quanto la Francia era fortemente cattolica e quindi napoleone III° non
poteva immagine la fine del regno pontificio- ed infine il regno delle due Sicilia sarebbe rimasto tale, al
massimo con un cambio di sovrano, magari francese] e configurano un’Italia non unità, bensì frammentata,
con una maggiore influenza francese e nessuna influenza austriaca.
Napoleone III° giustifica la guerra all’opinione pubblica come guerra svolta per il « principio di
nazionalità », visto che si combattere per estendere i confini fino a dove ci sono i francesi, ovvero Savoia e
Nizza (importanza strategica delle due zone per avere dei confini riconoscibili e vantaggiosi a livello
strategico).
Gennaio 1859 —> Alleanza franco-piemontese, grazie al quale il Piemonte colma il gap militare con gli
Asburgo
Da gennaio al 23 aprile 1859 le cancellerie europee si muoveranno per impedire la guerra oramai imminente,
ma il concerto europeo è incapace di prendere una decisione comune e dunque il 23 aprile 1859, di fronte al
riarmo del Piemonte, Francesco Giuseppe, imperatore asburgico, invia un ultimatum a Torino, con una
dichiarazione di guerra [—> gli Asburgo, che dal 1815 comandavano l’Europa, intraprendono una grande
prova per uno Stato già stressato dalle nazionalità interne e dunque firma il suo primo certificato di morte
(l’ultimo sarà l’ultimatum alla Serbia nel 1914)].
Le truppe franco-piemontesi liberano la Lombardia, ma poi davanti al cosiddetto quadrilatero (sistema di
fortificazione austriaco- Mantova, Legnago, Verona e Peschiera del Garda) sono costrette a fermarsi e i costi
della guerra diventano sempre più ingenti, con diversi morti;
Dunque, Napoleone III° deve trovare un modo per continuare a giustificare la guerra all’opinione pubblica—
> motivazione di politica interna, che non riesce a trovare
Inoltre, c’è anche un motivo di politica internazionale che spinge napoleone III° a fermarsi con la guerra: la
Prussia.
Dunque, Napoleone III° chiederà a Francesco Giuseppe, nell’estate del 1859, di incontrarsi a Villafranca per
discutere della guerra ma anche delle incertezze, ovvero del fatto che mentre i due stati combattono, un terzo
attore « si gode » la situazione, ovvero la Prussia, che dal 1815 cerca di prendere il dominio sul mondo
tedesco.
Nell’estate del 1859 infatti i prussiani organizzano l’esercito per una guerra, col fine di tentare di, ora che
l’Impero Asburgico è impegnato a combattere con la Francia, di unificare la Germania sotto gli
Hohenzollern (dinastia che governa da Berlino la Prussia).
Dunque, Napoleone III° e Francesco Giuseppe discutono del rischio dell’unificazione della Germania e
decidono di firmare l’armistizio (Armistizio di Villafranca) e di abbozzare i « preliminari » di pace, nei quali
si stabilisce che:
• Fermare le operazioni militari.
• Il Veneto rimane agli Asburgo.
• La Francia ottiene la Lombardia, che la girerà al Piemonte.
Intanto, Cavour aveva organizzato dei moti rivoluzionari nel centro Italia, che si erano dotati di un esercito
comune guidato da un generale piemontese, e che chiedevano di essere ammessi al Piemonte (uno degli altri
motivi che aveva fatto preoccupare Napoleone III°)
• Restaurazione dei sovrani a Modena, in Toscana ecc.. .
Cavour, insoddisfatto dalla vicenda, si dimette dal governo, per dimostrare la guerra non riguardava un
allargamento dei confini piemontesi, ma riguardava una causa di liberazione nazionale (anche se poco dopo
torna al governo).
Per restaurare i sovrani nel centro-Italia, Francia e Austria iniziano a pensare come fare:
Napoleone III° non poteva certo fare guerra al Piemonte; poteva far scendere gli austriaci dal veneto, ma ciò
avrebbe comportato una nuova egemonia austriaca in Italia; dunque, Napoleone III° decide di prendere
tempo, fino a:
10 novembre 1859 —> Trattato di Pace ufficiale a Zurigo —> Tutte le condizioni di Villafranca decadono
perché non si trova una moda per realizzarle.
E dunque napoleone III° ritira fuori la questione di Nizza e Savoia.

Giugno 1859:
Plebisciti a suffragio universale (maschile) in tutta l’Italia centrale (principio di autodeterminazione
nazionale) —> tutto il processo di unificazione italiana è basata su questa idea, ovvero sul fatto che tutti
concorrano ad esercitare la propria volontà (novità assoluta).
Ovviamente, si può dire che tali plebisciti non siano stati del tutto legittimi/veri, tuttavia bisogna anche
considerare che il mondo d’allora era un mondo agricolo e la popolazione era all’80% analfabeta. —>
l’importante è che però comunque da ora chi vuole annettere dei territori deve legittimare all’opinione
pubblica mondiale la ragione, ovvero una causa di autodeterminazione nazionale (progresso della
democrazia nel mondo, per quanto poi questa volontà possa esser stata « viziata ») —> IRROMPE
NELL’AMBITO INTERNAZIONALE IL PRINCIPIO DI LEGITTIMAZIONE DI UN ANNESSIONE
TERRITORIALE.

Aprile 1860:
Movimenti nazionali a Palermo organizzano un’altra insorgenza nel Regno delle Due Sicilie e a Garibaldi
viene l’idea di giungere in soccorso a questi rivoluzionari.
Garibaldi, personaggio di fama mondiale all’epoca (si era fatto conoscere per le sue imprese militari in
America Latina, lottando per l’indipendenza di diversi paesini negli anni ’30) e che aveva degli ideali che
corrispondevano perfettamente alle esigenze e alla visione politica (parlamentarismo ecc.) della Gran
Bretagna (la Gran Bretagna era stata dietro l’indipendenza dei popoli sudamericani), viene considerato da
tutti l’uomo in grado id compiere questa impresa.
Dunque, Garibaldi da Quarto (territorio del regno di Sardegna —> agisce sotto l’occhio di Cavour, che lascia
organizzare l’impresa, dando una sola indicazione alla marina sarda: « lasciatelo passare, fermatelo solo se
sbarca a Civitavecchia », porto dello Stato della Chiesa) organizza una spedizione di 1000 uomini per andare
in soccorso ai siciliani.
I 1000 sbarcano a Marsala all’ombra della flotta britannica:
A Marsala esistevano delle manifatture/delle fabbriche del liquore Marsala, che erano di proprietà di
facoltosi cittadini britannici —> A protezione di queste industrie vi erano due bastimenti della flotta di Sua
Maestà e Garibaldi sceglie di approdare proprio lì ben sapendo di avere la copertura inglese.
Si avvia quindi, grazie alla decisiva simpatia della Gran Bretagna, l’operazione dei 1000:
Si profila un disegno unitario per la penisola, ed a Parigi iniziano a preoccuparsi e cercano di evitare tale
realizzazione, tentando di far rimanere unito il Regno delle due Sicilia, magari menomato della Sicilia:
Dunque, la Francia costringe Cavour ad iniziare trattative con il governo di Napoli per creare un’alleanza.
Cavour ovviamente farà di tutto per far fallire le trattative.

20 luglio, a Milazzo:
Garibaldi vuole approdare in Calabria per risalire, e anche in questo caso l’aiuto britannico è il fattore
decisivo:
La Francia, infatti, propone alla Gran Bretagna di effettuare un blocco navale nello Stretto per bloccare i
1000, ma gli Inglesi non accettano e dunque Napoleone III° deve rinunciare.
Dunque, Garibaldi attraversa lo stretto e il 7 settembre 1860 sarà a Napoli.
Arrivato a Napoli, Cavour pensa che il disegno unitario dal punto di vista della politica interna potrebbe
nascere sotto un segno diverso da quello del Costituzionalismo Moderato di cui lui è esponente —>
Garibaldi propone una visione repubblicana-socialisteggiante.
Dunque, Cavour decide di fermare l’esperienza dei 1000 con un’operazione militare:
Le truppe piemontesi rimaste in Centro-Italia invadono lo stato pontificio, giustificandosi davanti a Francia
Gran Bretagna e Chiesa, dicendo che lo scopo è impedire che Garibaldi arrivi a Roma facendo di
conseguenza scoppiare una guerra a livello europeo.
Garibaldi, ovviamente, accetta la decisione, e dunque incontra a fine ottobre Vittorio Emanuele II° a Teano
per consegnargli la « dittatura ».
Ciò che accade dopo è l’estensione della costituzione a tutta l’Italia —> grandezza di Cavour (che sarebbe
successo senza di lui? Dove sarebbe arrivato Garibaldi? Cavour è riuscito a inquadrare nel giusto binario
l’esperienza di Garibaldi —> processo unitario sotto una costituzione, ovvero lo Statuto Albertino).

17 marzo 1861 —> Proclamazione del Regno d’Italia.


L’unificazione ha un carattere rivoluzionario, grazie ai vari plebisciti del Centro-Italia —> OPERAZIONE
DI CONSENSO POPOLARE.

[[[Tale carattere non sarà presente nell’unificazione tedesca, la quale non sarà legittimata dal consenso
popolare, in quanto l’unificazione di Bismark si compie all’insegna del consenso dei sovrani della
confederazione germanica che acclamano Federico Guglielmo, re di Prussia, imperatore Di Germania —>
OPERAZIONE DI SOVRANI (Proclamato il 17 gennaio 1871 nella sala degli specchi di Versailles). ]]]
Dunque, nel 1861 nasce l’Italia grazie all’aiuto prima francese, poi a quello decisivo degli inglesi: la Gran
Bretagna voleva così tanto l’unità italiana in quanto comportava un grande sconvolgimento nel
Mediterraneo, ma senza il Piemonte il controllo della penisola italiana sarebbe passato ai francesi e dunque
la rivalità franco-inglese è l’elemento che spinge gli Inglesi a sostenere l’Unità Italiana, in modo da staccare
la penisola dalla Francia.

30.09

POLITICA ESTERA POST-UNIFICAZIONE


Abbiamo ricordato come il processo di Unificazione d’Italia sia anche e soprattutto frutto di una
competizione che si sviluppa dal 1859 al 1861 tra l’Impero Britannico e la Francia.
Gli Inglesi mandano in fumo il disegno di Napoleone III° ( scalzare l’influenza austriaca per inserire la
propria in Italia) favorendo l’Unificazione.
Proclamata l’Italia, si pone il problema del Riconoscimento Internazionale dello Stato, ovvero del suo
ingresso nella comunità internazionale.

30 marzo 1861—> la Gran Bretagna è la prima a riconoscere l’Italia.


Sostegno in funzione anti-francese.

Proclamato il Regno d’Italia, c‘era come primo obiettivo quello di sopravvivere, e quindi i riconoscimenti
internazionali erano fondamentali.
Questi Riconoscimenti non saranno immediati.

Giugno 1861—> Napoleone III° riconosce l’Italia.

Ma per avere il Riconoscimento da parte di Stati Assoluti , come Prussia e Russia, bisognerà attendere il
luglio 1862:
Infatti, Russi e Prussiani non avevano condiviso le modalità con le quali si era realizzata l’Unità d’Italia,
visto che era stata frutto di una rivoluzione e della complicità di un sovrano europeo, Vittorio Emanuele II°,
che aveva effettuano quella che, di fatto, era un’aggressione, scendendo con le truppe a Teano, e
comportando la dissoluzione del Regno delle 2 Sicilie, fortemente legato all’Impero Russo.
Infatti, l’unità d’Italia è di fatto un punto a favore della Gran Bretagna e un punto a sfavore della Russia.

La Spagna riconosce l’Italia solo nel 1865 (potenza cattolica).

L’impero Asburgico riconosce l’Italia solo nel 1866.

Il Riconoscimento significava anche eliminare i nemici nella comunità internazionale [ovvero farsi accettare
da quelli che possono attentare alla vita di questo Stato, come gli Asburgo o i Borbone (che sono fuggiti a
Roma, e che si danno da fare per rovesciare il nuovo ordine—> brigantaggio uno degli strumenti dei
Borboni) e il Papa (nel 1864 Pio IX° pubblica il Sillabo, nel quale condannava come errore ritenere che il
potere temporale dei Papi fosse finito)].

Oltre all’obiettivo del Riconoscimento, l’altro grande obiettivo italiano (che rimarrà fino alla 1° G.M.) era il
Completamento dell’Unità Nazionale—> si voleva l’annessione di tutte le terre abitate da italiani (i limiti
naturali erano fissati lungo la cresta delle Alpi a Nord, e all’ora in quei confini rientravano minoranze di altri
gruppi linguistici).
Al completamento dell’unità nazionale mancavano:
• Il Veneto
• Il Trentino e il Brennero
• Roma e la regione del Lazio

Ci si occupò subito di come prendere Roma:


22 marzo 1861—> Cavour pronuncia un discorso davanti al Parlamento Subalpino, ovvero quello che era il
Parlamento dell’allora Stato Italiano, nel quale ribadì che Roma doveva essere la capitale d’Italia (morale,
culturale, ideale e politica).
In questo memorabile discorso, Cavour spiegò che bisognava andare a Roma con il consenso dei francesi
(che dal 1849 avevano una guarnigione a Roma a difesa del Papa) e soprattutto senza offendere i cattolici,
ovvero senza dare l’impressione di soggiogare la volontà del Pontefice allo Stato Italiano.
L’idea di Cavour è quella esemplificata dalla frase « libera Chiesa in libero Stato »—> si sarebbe andati a
Roma senza intaccare le prerogative religiose del Papa, ovvero rispettando il Magistero della Chiesa
Cattolica e del Papa e, ovviamente, il Papa avrebbe dovuto rispettare la distinzione tra Potere Politico e
Potere Religioso.

A seguito del discorso di Cavour, il Parlamento Italiano, sito a Torino, votò, il 27 marzo 1861, un ordine del
giorno che approvava la politica di andare a Roma e prenderla senza la concezione della libera Chiesa nel
libero Stato e con il consenso della Francia.
L’obiettivo è dunque posto dal Parlamento Italiano e dunque diventa la politica estera italiana fino al 1870.

Ovviamente, il Papa non aveva riconosciuto lo Stato italiano (Pio IX° scomunica Cavour e Vittorio
Emanuele II° ) e non c’era modo di poter avviare delle trattative con egli.
C’è sempre più l’esigenza di ottenere Roma, perché la Sinistra Politica reclama di completare l’Unità, anche
senza il consenso del Papa (movimento democratico)—> pressione sulla democrazia.

1862—> Garibaldi tenta di andare a Roma con una spedizione e il governo italiano è costretto a bloccare la
sua avanzata (episodio di Aspromonte) per impedire che ci fosse uno scontro tra le truppe garibaldine e i
francesi, in quanto la guerra avrebbe costretto lo Stato italiano a scegliere.

Dopo il 1863, si inizia a trovare una soluzione, perché Napoleone III° si rese disponibile a dei negoziati con
lo Stato Italiano per evacuare le truppe francesi di stanza nel Lazio.
Napoleone III° governa una Nazione Cattolica, dove le tracce della Rivoluzione Francese sono evidenti, ma
una parte è rimasta cattolica/conservatrice e Napoleone III° per ingraziarsela non può certo abbandonare il
Papa.
Può quindi trattare l’evacuazione in cambio di una soluzione definitiva della Questione della Capitale—> la
soluzione definitiva immaginata da Napoleone III° era quella di spostare la Capitale da Torino a Firenze
(madre della lingua italiana).
All’epoca il governo era tenuto da Minghetti, bolognese che non amava i piemontesi (a molti italiani dava
fastidio il centralismo piemontese e dunque spostare la Capitale era perfetto) e dunque il Governo Italiano
accetta subito la proposta di Napoleone III°.

1864—> Convenzione di Settembre—> convenzione con la quale Italia e Francia prendono l’impegno l’una
a trasferire la capitale da Torino a Firenze, l’altra ad evacuare la guarnigione a difesa del Papa.
Il parlamento si trasferisce a Palazzo Vecchio e a Torino Vittorio Emanuele II° protesta fortemente (N.B.
eppure non disse nulla quando la capitale fu trasferita a Roma)
Dunque, risoluzione parziale del problema di Roma, eppure:

1867—> Garibaldi riprova una spedizione per liberare Roma e dunque Napoleone III° è costretto a
intervenire, partendo da Tolosa, sbarcando a Civitavecchia e arrivando allo scontro con Garibaldi.
La situazione torna al pre-1864—> francesi di nuovo a Roma.

Nel frattempo, La Marmora, Ricasoli, Rattazzi e Minghetti (successori di Cavour) iniziano a pensare all’altro
pezzo che manca, ovvero il Veneto.
Le soluzioni prospettate sono tre: entrare in una coalizione anti-asburgica, il c.d. « Inorientamento
dell’Impero Asburgico » oppure l’acquisto del Veneto.
Si organizzano varie missioni a Vienna ( che non riconosceva lo Stato Italiano) per fare offerte di acquisto
agli Asburgo.
A Vienna, gli Asburgo chiesero il perché della volontà di acquistarlo e gli italiani risposero in virtù del
Principio di Nazionalità (=è italiano) e l’impero Asburgico, Impero Multi-Nazionale per eccellenza, lo
ritenne folle e rifiutò le proposte.
Dunque, si prova un’altra strategia, ovvero quella del c.d. « Inorientamento dell’Impero Asburgico » —>
Cesare Balbo nel 1840 aveva pubblicato l’opuscolo « Le speranze dell’Italia », tra le quali aveva individuato
la speranza (per realizzare l’unità) dell’espansione ad Est (=verso i Balcani) dell’impero Asburgico con
contemporaneo rilascio di territori ad Ovest (=le terre irredente)
Idea basata sul « Balanced Power »—> soluzione a discapito dell’Impero Ottomano.
Per fare ciò ovviamente serve la politica internazionale, ovvero un contesto internazionale favorevole.
Fino alla 1° G.M. l’idea dell’Inorientamento dell’Impero Asburgico fu predominante nella politica estera
italiana, sempre volta al conseguimento dell’Unità Italiana.

GUERRA AUSTRO-PRUSSIANA (1866)


La terza soluzione era la guerra all’Impero Asburgico, ma dopo il 1861 trovare qualcuno disposto ad entrare
in una colazione anti-asburgica era difficile:
• Napoleone III° era rimasto scottato dal 1859
• I Russi non potevano ovviamente, in quanto amici degli Austriaci
• La Gran Bretagna non avrebbe certo partecipato

C’era però il Regno di Prussia, che aveva un grande interesse, in quanto dal 1815 rivaleggiava con l’Impero
Asburgico per la leadership all’interno della Confederazione Germanica.

Da sempre la Prussia chiedeva l’alternazione della leadership, ovvero la rotazione della Dieta Germanica in
diverse capitali, ma gli Asburgo si rifiutarono sempre.
Dunque, i Prussiani passano alle c.d. « Cooperazioni Rafforzate » , ovvero dei percorsi di maggior
integrazione di alcuni Stati ( lo stesso che fa l’UE oggi)—> legano a sé alcuni degli Stati della
Confederazione Germanica a scopo di creare un’unione più stretta all’interno della confederazione,
scalfendo così la leadership asburgica.
Davanti a ciò, gli Asburgo inviano un ultimatum alla Prussia e dunque quest’ultima decide di lasciar stare
(anche perché dietro gli austriaci ci sono i Russi).

Dunque, nel 1866, la Prussia, dopo aver tentato diverse forme di soft power ( diplomazia e diritto
internazionale), decide di passare all’hard power—> Bismark, cancelliere dal 1862, ritiene finito il tempo
della diplomazia, perché tanto gli Austriaci non si convincono e quindi decide di fare la guerra agli Asburgo
per trasformare la Confederazione Germanica, anche giuridicamente, e affermare il ruolo preponderante
della Prussia nel mondo tedesco.

Bismark anche dunque inizia a pensare a quali sono le posizioni delle altre Potenze:
I. Inglesi non hanno un interesse vitale ad intromettersi.

I. Russi sono fortemente interessati a ciò che succede ad un mondo confinante e dunque serve il loro
consenso—> l’arma di Bismark è quella di sfruttare le terre abitate da Polacchi, i quali all’epoca
vivevano in tante terre diverse dopo che lo Stato Polacco era stato spartito tra Asburgo, Russi e Prussiani
alla fine del 700.
(L’impero asburgico aveva il Granducato di Varsavia, il quale godette di una limitata autonomia per un
periodo breve e poi i Russi operarono una stretta autoritaria)
Dunque, c’era un movimento statuale polacco che cercava una sua dimensione statuale (che otterrà solo alla
fine della 1° G.M.)—> e proprio alle spalle dei polacchi nasce un’intesa tra Berlino e Pietroburgo, perché
davanti alle insorgenze dei polacchi nell’impero russo, la Prussia da piena collaborazione alla Russia per
schiacciare nel sangue i fermenti nazionalisti—> Bismark lega a sé la Russia, che già si era staccata dal
legame con gli Asburgo dopo la guerra di Crimea.
In cambio, la Russia promise di rimanere neutrale.

I. Bismark sente anche Napoleone III°, al quale non gli dispiace la guerra agli Asburgo, perché vuole
istigare una guerra europea tra Asburgo e Prussia per approfittarne—> se la guerra sarà lunga e
massacrante, Napoleone III° era convinto di poter intervenire come peso determinante, in quanto
neutrale in partenza.
Gli obiettivi di Napoleone III° sono:
• Cacciare gli Asburgo dal Veneto
• Satellizzazione della Penisola Italiana (=far risollevare i movimenti anti-unità e giovarne—>piano iniziale
di Napoleone III°)—> Infatti, Napoleone III° spinge gli italiani ad allearsi con la Prussia —> si avviano
negoziati tra Firenze e Berlino, sotto l’egida di Napoleone III°.
D’altronde i Prussiani erano favorevoli ad un’alleanza con l’Italia per:
- Motivazione strategica (morsa militare agli Asburgo).
- Contenere il programma francese.
• Possibilità di dire la propria nel mondo tedesco e magari spostare la frontiera francese lungo il Reno (che
da sempre, fino al 1945, è considerato il confine naturale e strategico tra francesi e tedeschi).

Dunque, l’8 Aprile del 1866, Italia e Prussia arrivano ad un’alleanza militare di tipo offensivo—> il trattato
conteneva chiaramente:
A. il pretesto per il quale si faceva la guerra
B. il bottino finale spettante a ciascuno
C. la durata (3 mesi per la Russia per fare la guerra agli Asburgo, altrimenti il trattato sarebbe decaduto).

[[[Ricorda: il Patto D’Acciaio del 1939 non aveva invece nulla di ciò]]]

Dunque, si entra in Guerra:


Anzitutto Napoleone III° sbaglia la sua previsione—> la guerra dura poche settimane (blitzkrieg), in quanto
gli austriaci non riescono a resistere alla strategia e alla tecnologia dei prussiani (telegrafo e rete ferroviaria
molto avanzati).
Di conseguenza, gli Asburgo chiedono l’armistizio.
Bismark, dopo Sadowa, che potrebbe facilmente scendere a Vienna e mettere fine all’Impero Asburgico,
decide di non farlo e di risparmiarlo.
Il risultato della guerra è la Trasformazione Giuridica della Confederazione Germanica e nessuna
Trasformazione Territoriale—> Bismark sa che se avesse preso Vienna tutte le popolazioni slave sarebbero
state attratte dall’influenza russa e dunque non vuole distruggere l’avamposto statuale che frena la presenza
Russa in Occidente (=Impero Asburgico come elemento di Balanced Power per Bismark).
Ciò ci dimostra la grandezza di Bismark, che frena le aspirazioni nazionaliste prussiane per mantenere saldo
il principio dell’equilibrio in Europa.

Sull’altro fronte, l’Italia fa un disastro—> Ciarlini e La Marmora guidano due contingenti, ma senza
consultarsi a causa di una rivalità tra i due per avere la leadership dell’esercito.
A luglio vanno in guerra sull’Adriatico e vengono malamente sconfitti (Sconfitta di Lissa).
Eppure, visto che i Prussiani hanno vinto, l’Italia ottiene il Veneto.
Infatti, Napoleone III° intervenuto come mediatore, vede consegnarsi il Veneto dagli Austriaci e lo gira
all’Italia

Trattato di Vienna dell’ottobre 1866—> l’Italia ottiene il Veneto (dove si fa un plebiscito) e soprattutto il
Riconoscimento Austriaco dell’esistenza dello Stato Italiano.
Nasce contemporaneamente il Fenomeno dell’Irredentismo—> movimento politico/ideale che dal 1866 in
poi continuerà a reclamare il Completamento dell’Unità Italiana, con la presa di Trento e di Trieste.
01.10

CONQUISTA DI ROMA E GUERRA FRANCO-PRUSSIANA (1870)


Evento fondamentale per la Storia dell’Europa, perché con la Conquista di Roma finisce il millenario Potere
Temporale ed in Europa finisce l’ultimo Stato che presentava la commistione di potere tra Religione e
Politica.
Parliamo dell’avvio della Laicizzazione definitiva dell’Europa, attraverso la separazione delle due sfere.

Dopo il 1864 (Convenzione di Settembre) la questione romana ha un nuovo tassello nel 1867 quando
Garibaldi riprova a prendere Roma, ma si scontra con Napoleone III°, che davanti a queste rivendicazioni di
Garibaldi e i suoi volontari, organizza una spedizione militare, sbarcando a Civitavecchia e fermando
Garibaldi alle porte di Roma.
L’episodio rende di fatto nulla per una parte la Convenzione di Settembre, ovvero l’evacuazione delle truppe
francesi da Roma.

Dunque, dopo l’ottobre 1867, si riavvia la trattativa tra Firenze e Parigi per ottenere l’evacuazione francese
da Roma, ma questa volta Napoleone III° è intransigente, perché ritiene impossibile far accettare
all’opinione pubblica francese l’idea di abbandonare al proprio destino il pontefice.
Tante trattative di questo periodo quindi falliranno per l’opposizione di Napoleone III° e di Pio IX°,
irriducibilmente contrario al Regno d’Italia.
Infatti, a lungo i cattolici italiani pensarono che l’Unità fosse un portato delle forze maligne della
massoneria.

La soluzione alla « Questione Romana » ci sarà solo nel 1870, nell’ambito della Guerra franco-prussiana,
ovvero una guerra europea che cambierà le sorti del continente:
Finora abbiamo visto una storia con al centro l’Impero Asburgico, con la sua influenza sul mondo tedesco e
sull’Italia, ma ora lentamente ha perso la sua influenza sull’Italia, venendone espulso nel 1866 e la sua
influenza sul modo tedesco dopo il 1866 perché la Prussia di rafforza (nascono due Confederazioni, una del
Nord ed una del Sud).

Bismark sa bene che l’unificazione delle Germania non è gradita da nessun’altra Potenza e dunque lavora sia
con la diplomazia per convertire le altre Potenze sia con la guerra per schiacciare chi vi si oppone.
Oppositori di una possibile unificazione tedesca non sono più gli austriaci, che oramai devono la loro
esistenza a Bismark, né la Gran Bretagna e la Russia che vengono convinte con la diplomazia, ma il più
grande oppositore si sa che è a Parigi.

Dunque, opera prima a livello diplomatico, guadagnando anzitutto il consenso Russo tramite la comune
intenzione di tenere sotto oppressione i Polacchi, avendo indebolito gli Asburgo, oramai nemici dei Russi, e
infine sfruttando la brama russa di mettere le mani sui territori Ottomani per aprirsi un varco verso il
Mediterraneo.

Poi, gli Inglesi accetteranno l’unificazione tedesca come contrappeso alla Francia di Napoleone III°, sovrano
inaffidabile per gli inglese, perché più volte, dal 1852 ad oggi, continuava a dare fastidio agli interessi
inglesi:
L’ultima azione fastidiosa era stata quella di ficcare il naso nelle questioni del Belgio, volendo far acquistare
alle imprese francese le vie di comunicazione belghe—> voleva inserirsi negli affari del Belgio, per
controllarli e il Belgio per gli Inglesi è sacro (infatti lo hanno neutralizzato). Dunque, la Gran Bretagna alla
fine accetterà l’unificazione tedesca come contrappeso alla Francia dei « dannati » Napoleoni.

In definitiva, ciò rende possibile a Bismark di fare la guerra alla Francia, perché è oramai isolata.

Parliamo della guerra che impropriamente è definita franco-prussiana (impropriamente perché non
combattono solo i prussiani, in quanto Bismark ha stretto alleanze militari con tutto il mondo tedesco).
Parliamo di un’altra guerra lampo:
19 luglio 1870—> Prussia dichiara guerra alla Francia.
2 settembre 1870—> sconfitta di Sedan, alle porte di Parigi (la sconfitta aprirà una fase drammatica per i
francesi (es.comune di Parigi) )
Gennaio 1871—> a Versailles il re di Prussia Federico Guglielmo viene acclamato imperatore tedesco da
un’assemblea di sovrani (tutti i sovrani tedeschi)—> nasce il secondo Reich, l’impero Guglielmino.

Di lì a poco, ci sarà un’alleanza tra Berlino e Vienna—> tutta la massa tedesca va ad unirsi, rivendicando
l’egemonia sull’Europa

Dopo 2 secoli e più di egemonia europea francese, la Francia perde per sempre la sua leadership sul
continente, oltre che all’Alsazia e la Lorena.
Da ora in poi, il pensiero fisso francese sarà quello di cercare di riprendere la leadership europea e dunque
nasce un conflitto tra Parigi e Berlino, che condizionerà la storia europea e mondiale, fino a dopo la II°
Guerra Mondiale, con l’avvio dell’integrazione europea (la rivalità, anche se rimane, si inquadra in una
cornice istituzionale).

Nel 1870, mentre si combatte la guerra franco-tedesca, i Russi mandano una nota diplomatica alle Potenze
che avevano sottoscritto il trattato di Parigi del 1856, ovvero Gran Bretagna, Francia, Impero Asburgico e
Piemonte, ora Regno d’Italia (più Russia ovviamente) dove c’era scritto che i Russi non si sarebbero più
sentiti obbligati a rispettare l’impegno di mantenere il Mar Nero smilitarizzato stabilito nel trattato del 1856
—> Denuncia Unilaterale.
Nessuno si muove in questo contesto di guerra generalizzata, e i Russi ottengono per primo il consenso di
Bismark su questa revisione del trattato del 1856—> i Russi riportano la flotta sul mar nero e riattivano la
flotta di Sebastopoli—> Rimilitarizzazione del Mar Nero.

In tutto ciò, l’Italia era stata alleata di entrambe (della Francia nel 1859, e della Prussia nel 1866) e quindi
l’opinione pubblica italiana e i partiti politici italiani vengono coinvolti nella guerra per stabilire quale parte
scegliere:
-Vittorio Emanuele II° ed altri, fino all’agosto 1870, vogliono entrare in guerra con la Francia, sentendolo
come una sorta di dovere—> pro-Francia.
-La Sinistra Parlamentare (=mazziniani come Crispi) pensa che il momento di debolezza francese poteva
essere sfruttato per prendere Roma ed inoltre Bismark sovvenzionava i partiti e le correnti che sostenevano il
non-sostegno della Francia—> pro-Germania

[[[Garibaldi invece sente di dover difendere i francesi, e guiderà i suoi in difesa dei francesi]]]

Sul finire della guerra, Napoleone III° entra nell’idea di ritirare le truppe da Roma in cambio di un aiuto
italiano, ma oramai per gli italiani è necessario fare un passo in più e prendere Roma
Nel settembre 1870—> la Sinistra Parlamentare minaccia le dimissioni in massa se il governo guidato da
Lanza non avesse immediatamente organizzato una spedizione per Roma—> minacciano una grave crisi
istituzionale, in cui non sarebbero più state considerate legittime le istituzioni della monarchia.
Dunque, nel settembre, si organizza la Breccia di Porta Pia: le truppe italiane scendono da Porta Pia, passano
per via XX settembre , oltrepassano il Tevere, e si bloccano lungo le mura leonine.
Le operazioni erano guidate da Emilio Visconti Venosta, Ministro degli Esteri, che immagina di accerchiare
le mura leonine e far sopravvivere, ridotto all’osso, lo Stato della Chiesa sotto la sovranità del Papa, affinché
egli possa continuare a svolgere agevolmente le sue funzioni di pontefice della Chiesa.
L’idea però non si realizza, perché a Borgo Pio si scatenano delle insurrezioni popolari anti-clericali e
dunque lo stesso Segretario di Stato Badia chiede aiuto all’esercito italiano per sedare le rivolte—> dunque
l’esercito italiano entra dentro Piazza San Pietro, facendo sparire di fatto lo Stato della Chiesa (anche se
molti giuristi cattolici negli anni dissero che lo Stato della Chiesa non era finito, perché le truppe non erano
entrate dentro la basilica di San Pietro).—> dunque, finisce del tutto lo Stato della Chiesa, che venne
completamente annesso al Regno d’Italia.

Pio IX° di conseguenza diventa suddito di Vittorio Emanuele II° e dunque si dovette immaginare come
regolarsi con questo cittadino particolare—> Venne emanata la Legge delle Guarentigie nel 1871, che dava
al pontefice tutte le garanzie possibili per svolgere il suo Ministero di Pontefice (si prevede che il Papa possa
ricevere posta segreta, ambasciatori in libertà, ecc..)
[[[N.B.:Ovviamente, la legge delle Guarentigie non pose fine ai problemi, perché Pio IX° continuerà a
rivendicare la sua sovranità territoriale .

Dunque, il contrasto tra Santa Sede e Stato italiano rimase (es. Pio IX° all’inizio dirà ai cattolici di non
partecipare alla vita politica dello Stato)

A livello internazionale, ciò continuerà a pesare fino alla 1° Guerra Mondiale—> dopo il 1870, nessun
sovrano cattolico oserà andare a Roma per incontrare Vittorio Emanuele II°.
Nel 1902, quando il Presidente della Repubblica Francese venne in visita a Roma, scoppiò una crisi tra
Francia e Santa Sede, che si concluse con la rottura delle relazioni diplomatiche.
L’idea che senza una sovranità territoriale non si potesse davvero guidare la Chiesa rimase fino alla 1°
Guerra Mondiale ed oltre, e da parte del Pontefice si usò la diplomazia per tentare di avere un pezzo di terra
sotto sovranità.
Certo passavano gli anni e la società si laicizzava, ma l’idea di avere un pezzo di terra rimane, magari con lo
sbocco al mare (=libertà).

Dunque, la questione romana continuerà a influenzare la Politica Estera Italiana (prima nei confronti dei
francesi, poi nei confronti dell’impero asburgico) fino alla 1° Guerra Mondiale, quando, con il Patto di
Londra, il Ministro degli Esteri, Sidney Sonnino fece prendere l’impegno a Francesi, Inglesi e Russi di non
ammettere alla conferenza di pace un rappresentante della Santa Sede, altrimenti egli avrebbe riaperto il
problema della questione romana.]]]

[[[Con la 1° Guerra Mondiale il mondo cambierà definitivamente, perché l’Impero Asburgico, potenza che
assicurava il mantenimento della questione romana a livello internazionale, si dissolse e dunque, non avendo
alternative, la Chiesa si piega all’idea di riprendere le trattative per ottenere un trattato con l’Italia [ottenuto
nel 1929 con Patti Lateranensi—> Trattato internazionale che fa nascere lo Stato-Città del Vaticano—
>l’Italia opera una cessione territoriale in favore del Papa + Concordato (strumento giuridico che regola i
rapporti tra uno Stato ed una Chiesa).]]]

Dunque, 1871—> grande sconvolgimento dell’Europa—> separazione definitiva tra potere Religioso e
potere Politico (idea di epoca dantesca, che si attua solo 500 anni dopo).

Dopo il 1871, risolto il problema del Veneto e di Roma, l’attenzione dell’Italia si sposta agli obiettivi del
completamento dell’Unità (presa di Trento e di Trieste) e lo spostamento dei confini lungo confini chiari e
strategici (=a Nord le alpi), dimenticandosi gli altri interessi tipici di uno Stato.

GUERRA RUSSO-OTTOMANA (1877-1878)


Ciò lo si vede bene durante una delle crisi europee che concernono l’Impero Ottomano—> 1875, in Bosnia-
Erzegovina ci sono rivolte cristiane contro gli ottomani e soprattutto contro i musulmani di Bosnia (= visti
come strumenti degli ottomani).
L’insurrezione è fomentata dai Serbi, che immaginano di poter replicare quello che hanno fatto piemontesi,
ovvero vogliono portare a compimento l’unità degli slavi del Sud.
Anche in Bulgaria insorgeranno i cattolici.

Da tutto questo caos, nasce un conflitto tra Ottomani e Russi, che intervengo in nome dei cristiani:
Aprile 1877—> i Russi arrivano quasi agli Stretti con le truppe, e immagineranno una nuova configurazione
dei Balcani,
Infatti, faranno sottoscrivere il 3 marzo 1878 agli Ottomani nei Preliminari di Pace di Santo Stefano—> Si
immagina la fuoriuscita quasi completa degli Ottomani dall’Europa (gli rimanevano solo la Penisola
Calcidica*, la Tracia e l’Albania) e la nascita dello Stato Bulgaro (composto dai confini del c.d. « Esarcato
Bulgaro », ovvero la Chiesa Ortodossa di Bulgaria, che nel 1873 si era staccata dalla Chiesa di
Costantinopoli)—> controllando lo Stato Bulgaro, il quale era dotato di sbocco sul Mar Egeo, i russi non
hanno più bisogno degli stretti.

*penisola che si trova nel sud-est della regione balcanica. Essa si protende nel Mar Egeo settentrionale, in direzione sud-est, fra il
golfo di Salonicco a ovest ed il golfo di Orfani a est. Politicamente la Calcidica appartiene alla Grecia e fa parte della regione am-
ministrativa (o "periferia") della Macedonia Centrale.

Ma inglesi e Asburgo intervengono e, con degli ultimatum, frenano le ambizioni della Russia—> alla
Conferenza di Berlino del 1878, Conferenza di Pace del conflitto, si decide che tutto ciò che si era
accaparrata la Russia torni sotto l’Impero Ottomano, nonostante i preliminari di Santo Stefano—> perdita
della possibilità per i Russi di entrare nel Mediterraneo:
La Bosnia e il Sangiaccato rimanevano sotto gli Ottomani, ma con la possibilità dell’Impero Asburgico di
occuparli (=amministrazione austriaca- diritto di guarnigione)—> Nei Balcani praticamente rimane quasi
tutto uguale, grazie agli inglesi che respingono l’avanzata russa.
Nascono diversi Stati Nazionali, ognuno con le proprie rivendicazioni nazionali.

In tutto ciò, gli italiani fanno ben poco, perché pensavano appunto solo a Trento e Trieste e dunque a
combattere gli Asburgo.

Fra 1871 e 1878, l’ossessione italiana sarà sempre questa, e si ricorrerà sempre a diplomazia e guerra
ovviamente.

Nel 1871, l’opinione pubblica italiana è divisa e i vari orientamento pro-francia o pro-germania sono
trasversali tra sinistra e destra: es.
• Nella Sinistra Mazziniana c’è una forte componente Gallofoba—> idea che la Francia avesse impedito
ogni mossa di Unità dell’Italia e che non riconoscere il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo—> pro-
Germania
• Ma a sinistra c’è anche Garibaldi che era andato a combattere con i francesi—> pro-Francia
• Componente cattolica—> anti-Bismark, in quanto protestante e fortemente anti-cattolico (kulturkampf)—>
pro-Francia
• Nella destra storica, la Destra Moderata è felice e fedele alla Francia perché ricordano il 1859 e vogliono
stare con la Francia perché ritengono la destra tedesca come destra conservatrice che vuole egemonizzare
l’Europa.—> pro-Francia

Per i francesi, gli italiani sono i traditori e punto—> nel momento del bisogno non hanno aiutato e si sono
presi pure Roma.
Per i tedeschi, gli italiani sono i traditori e punto—> nella guerra del 1870 non hanno aiutato contro la
Francia.

04.10

CONFERENZA DI BERLINO (3 marzo1878)


Dunque, tra il 1875-1878 i Russi cercano di riaprire la « Questione Orientale », sempre con lo scopo di
raggiungere il Mediterraneo.
I Russi sostengono cristiani e slavi e poi ricorrono all’elemento militare, avendo potuto Rimilitarizzare il
Mar Nero dopo l’unificazione della Germania (prezzo che Bismark paga alla Russia per ottenere
l’unificazione)
Luglio 1876—> Guerra serbo-turca
Aprile 1877—> Guerra russo-turca—> vincono i Russi che scendono nei Balcani entrano in Tracia e si
fermano prima degli Stretti (vicino a Costantinopoli) dove negozieranno i Preliminari di Pace di Santo
Stefano, bozza di un trattato di Pace futuro (3 marzo 1878).
Alla Conferenza di pace parteciperanno tutte e 5 le potenze firmatarie del trattato di Parigi del 1856 (Francia,
Italia, Gran Bretagna, Impero Asburgico e Prussia).
La bozza di pace racchiude il sogno russo—> un grande Stato Bulgaro vassallo della Russia con uno sbocco
sul mar Egeo—> i preliminari contemplano praticamente quasi la fine dell'impero Ottomano
Inglesi e Asburgo si oppongono e con la minaccia militare costringono i Russi a ritrattare.
Si va a Berlino (oramai capitale politica dell’Europa) dove la costruzione russa viene smontata—> effetto
politica inglese:
• Lo Stato Bulgaro non si realizza.
• Tutto ciò che era stato conquistato dai Russi torna agli Ottomani.
• L’acceso al Mediterraneo è di nuovo precluso ai Russi.

In tutto ciò, l’Italia aveva come obiettivo prima Veneto e Roma, poi l’idea ossessiva del completamento
dell’unità nazionale (rappresentata indicativamente da Trento e Trieste).
Emilio Visconti Venosta, colui che guida la politica estera italiana, ritiene che l’Italia non debba cercare
alleanze in quel momento, perché basta avere buoni rapporti con Inghilterra e Francia—> « Indipendenti
sempre, isolati mai. »

Questa politica entrerà in crisi a partire dal 1876 per effetto della Crisi Balcanica, perché appena scoppia la
crisi in Italia tutti pensano alla possibilità dell’Inorientamento degli Asburgo —> esso poteva espandersi nei
Balcani, lasciando le terre irredente all’Italia
Dunque, opinione pubblica e in particolare la Sinistra Parlamentare si accendono a questa possibilità.

Marzo 1876—> tramonta il lungo governo della destra storica e va al potere Agostino Depretis esponente
della sinistra storica, che aveva promesso risultati effettivi.
Dunque, la volontà dell’opinione pubblica si trasforma in attività diplomatica—> Si porta all’attenzione
internazionale i desiderati italiani.
La politica attuata però non avrà successo.
Ciò per la logica dell’idea generale che quando c’è un conflitto, chi non è nel conflitto e ne vuole rimanere
estraneo, deve limitare l’estensione del conflitto:
Nel 1876-77 la diplomazia europea è alle prese con l’obiettivo di limitare e spegnere il conflitto, ma ciò che
chiede l’Italia, ovvero territori a spese di una Stato neutrale (Impero Asburgico), va contro tale obiettivo —>
dunque, l’Europa non accoglie i desideri italiani, perché creerebbe il caos.
Soprattutto, la Germania non vuole sentirne di modificare i confini europei, in quanto Bismark ha ormai la
leadership dell’Europa—> diventa una potenza Conservatrice, per mantenere lo status quo.
Inoltre, l’Impero Asburgico per Bismark era uno strumento vitale perché era a difesa della spinta russa verso
Occidente (infatti nel 1866 l’aveva risparmiato).

Dunque, Bismark reagisce alle iniziative italiane, agendo, via diplomazia, ovviamente.
17 settembre 1876—> con l’Idea di perorare la causa italiana, l’allora Presidente della Camera, Francesco
Crispi va a trovare Bismark, e dalla voce di Crispi, che scrive una lunga lettera a Depretis, sappiamo la
risposta del cancelliere:
Crispi propone un’alleanza contro l’Austria, per ripetere quanto fatto nel 1866 (spacchettare l’Impero
Asburgico sulla base del principio di nazionalità) e gli dice che molte popolazioni tedesche sono ancora fuori
dai territori tedeschi, compreso il territorio asburgico; ma Bismark dice che per ora va bene cosi, perché ci
sono diverse problematiche interne da gestire, dunque e si è interessato al mantenimento della pace, per
concentrarsi sul consolidamento dello Stato Tedesco.

Tuttavia, l’incontro viene a conoscenza della Comunità Internazionale, dunque l’Italia da un’immagine di sé
di potenza revisionista, che non vuole la pace e della quale dunque non ci si può fidare.

Per un anno e passa infatti l’Italia sarà guidata dalla sua ossessione del Completamento Nazionale,
nonostante a livello europeo si discuta da tempo di dare una nuova conformazione alla penisola balcanica, in
una Prospettiva di Equilibrio tra le Grandi Potenze—> ovvero, intorno ad un tavolo, si concerta cosa ognuno
vuole
Mentre la logica italiana, fino alla fine, è una logica « romantica », ovvero di portare nel confine italiano,
questi italiani che secondo l’Unione nazionale non aspettavano altro.

Ciò significa che quando si andrà alla Conferenza di Pace di Berlino nel giugno-luglio 1878, la diplomazia
italiana non è preparata a sostenere un negoziato che abbia come presupposto l’equilibrio—> alla
Conferenza della pace, l’idea italiana è quella di terminare il periodo di irrequietezza italiana (governo
Cairoli, come Ministro degli Esteri Corti, formatosi nel 1878) che aveva rovinato l’immagine dell’Italia—>
vuole trovare un compromesso con le altre Grandi Potenze, ma tale compromesso le altre grandi potenze lo
hanno già trovato precedentemente, quando andavano a regolare come si sarebbe chiusa la questione
d’Oriente.
Infatti, in tutto questo negoziato, svolto prevalentemente fuori da seduti ufficiali si decise:
I. Smantellamento della Bulgaria.
II. Diritto austriaco di occupare la Bosnia e il Sangiaccato.
III. Gli inglesi ebbero Cipro, pezzo ottomano, che diventerà a breve una colonia britannica;
IV. La Francia, invece, ottenne il consenso della Gran Bretagna e della Germania di prendersi un compenso
a spese degli Ottomani, e dunque chiede la Tunisia, pezzo di terra sotto la sovranità ottomana.

L’Italia, avendo sempre rifiutato la logica dell’equilibrio per perseguire l’obiettivo romantico, fece cadere le
offerte fattegli in precedenza—> Bismark gli offrì l’Albania o qualche altra terra dell’Adriatico

Dunque, 1878, l’Italia torno con le mani vuote da Berlino mentre tutti avevano ottenuto qualcosa.

QUESTIONE TUNISINA
Dopo il 1878, l’Italia dovette far forte alla « Questione Tunisina », vissuta non in termini di equilibrio, ma in
termini di passione per la nazione/romantica—> in Tunisia esisteva una ricca e d’importante minoranza
Italiana, stabilitasi prevalentemente per l’attività di pesca (maggioranza siciliani, ma comunque appartenenti
a tutta l’Italia, che erano emigrati per lavorare, addirittura prima dell’Unità italiana—> circa 30.000 italiani,
che era una sorta di borghesia).
Dunque, l’Italia vuole impedire alla Francia di arrivare in Tunisia, dopo che essa ha ricevuto il consenso
della Germania e della Gran Bretagna—> sotto l’Impero Ottomano gli Italiani, grazie ad accordi precedenti,
potevano mantenere la loro identità, sotto i Francesi sicuramente no.

Nessuno in Italia pensò ad un compromesso con la Francia, come avevano pensato gli stessi francesi,
concedendo in compenso la Tripolitania e la Cirenaica.

Dunque, l’Italia, per impedire l’arrivo francese, cercò di costruire una presenza dello Stato italiano in
Tunisia:
• Essendo in vendita un tronco ferroviario Tunisi-La Goletta, inviano una compagnia italiana per acquistarlo
e ci riesce.
• Inoltre, allaccia la Tunisia e la Sicilia con un cavo telegrafico sottomarino, che per l’epoca era quasi un
collegamento territoriale

Ma gli sforzi servirono a ben poco, in quanto il Ministro degli Esteri Francesi, compreso l’obiettivo italiano,
intervenne dicendo agli Italiani di mettersi da parte—> specie di ultimatum.

Aprile 1881—> La Francia prepara la situazione a livello internazionale e trova il pretesto (ovvero, per la
Sicurezza—> avendo dal 1830 l’Algeria, ci sono tribù tunisine che colpiscono territori algerini e dunque
bisogna intervenire militarmente)
12 maggio 1881, i Francesi ottengono dal Bey di Tunisi il c.d. Trattato del Bardo, che affidava ai francesi il
protettorato sulla Tunisia

[[[Protettorato—> istituto giuridico dato dal trattato tra due Stati Indipendenti, in base al quale lo Stato più
debole affida la gestione dei proprio affari esterni all’altra Potenza, più forte]]].

Maggio 1881—> inizia il protettorato francese sulla Tunisia, che sarebbe durato fino al 1956
In Italia, nel maggio 1881, cade il governo a causa del risentimento dell’opinione pubblica per questo c.d.
« Colpo di Tunisi ».

La Francia si manifesta quindi come uno Stato nemico—> non solo voleva la Satellizzazione dell’Italia,
essendo quindi contraria all’Unità Italiana, ma ora impediva anche la politica estera italiana all’interno del
Mediterraneo (non avrebbe mai accettato di condividere responsabilità politiche nel Mediterraneo) —> idea
di alcuni politici italiani—> si accentua la gallofobia.
In più era vista come una minaccia militare.

Il « colpo di Tunisi » è il primo momento in cui l’Italia sperimenta « l’isolamento internazionale »: Ovunque
si reca, per chiedere aiuto per impedire il colpo di Tunisi, trova una porta chiusa —> Consapevolezza della
debolezza dell’Italia—> è difficile fare la politica voluta da Venosta, perché quella politica la fanno le grandi
potenze, i Paesi piccoli hanno bisogno di alleanze—> entra nella politica italiana il tema della necessità di
un’alleanza con gli Imperi Centrali (in quanto un’alleanza con la Francia diventa impossibile).

TRIPLICE ALLEANZA
A livello internazionale generale, tra il 1878 e il 1881 il sistema diplomatico europeo, per volontà di
Bismark, si ristruttura con la creazione di un nuovo legame—> Bismark ritiene ora che la sua politica di
solidarietà con l’Impero Russo debba oramai tramontare:
Infatti, la Crisi d’Oriente ha dimostrato a Bismark che la Russia è inaffidabile e governata da
ultranazionalisti (e panslavisti, ovvero coloro che intendono innescare la miccia per creare il mondo panslave
nei Balcani)—> ciò lo porta a corroborare l’idea che il bene maggiore per la sua Germania è quello di
sostenere la vita dell’Impero Asburgico, che ha appunto la funzione di contenere la spinta Russa nei Balcani
e nell’Adriatico—> dunque, bisogna assolutamente consolidare quella che dal 1867 si chiama Austria-
Ungheria (con la riforma costituzionale—> le corone sono entrambe sulla testa di Francesco Giuseppe, ma ci
sono due governi diversi, uno a Vienna e uno a Budapest, con solo i misteri della difesa, degli esteri e
dell’economia in comune).

Dunque, il suo pensiero diventa quello di mantenere buoni rapporti con i Russi sempre, ma al contempo
legare la Germania all’Impero Asburgico con un’alleanza di tipo militare.

Maggio-Giugno 1873—>Lega dei Tre Imperatori—>Alleanza tra Austria Russia e Germania.

2 ottobre 1879—> Alleanza Militare tra Vienna e Berlino —> si salda un legame (anch’esso romantico, in
quanto linguistico culturale ma anche giuridico) che mai e poi mai si riuscirà a rompere—> « Decisione di
morire insieme » (e così fecero nel 1918).
Nascono i c.d. « Imperi Centrali », che uniscono i tedeschi di Berlino e i tedeschi di Vienna e le loro
appendici (qualche slavo), che diventano ancor di più la guida d’Europa.

E dopo il 1881, la possibilità di un’alleanza per l’Italia non può che essere l’alleanza con il mondo tedesco,
che pesa militarmente (grazie al possesso del Trentino era molto facile a livello strategico fare la guerra
all’Italia) e politicamente sulla Penisola (visto che un’alleanza italo-francese diventa impensabile).

07.10
DALLA TRIPLICE AL 1896
La Triplice Alleanza legherà il Regno d’Italia ai due regni centrali, fin all’esordio della !à G.M. (circa 30
anni).
Le alleanze implicano conseguente a livello militare, politico, economico e culturale—> a nessuno sfugge
cosa abbia significato per noi italiani il legame con il mondo atlantico e nello specifico con gli Usa, che ha
condizionato politica estera, e molti altri aspetti (musica, poesia letteratura cinema ecc..)
E per la Triplice Alleanza è la stessa cosa.

Tra i motivi che avevano spinto l’Italia a pensare un avvicinamento agli Imperi Centrali, fino a giungere ad
una alleanza ex-trattato abbiamo ricordato la Crisi Tunisina (trattato del Bardo,1881)—> Nasce la rivalità
Francia-Italia, che esiste ancora oggi, anche se smussata oramai da diversi elementi, in primis l’UE.
Il Colpo di Tunisi, favorito da Germania e da Gran Bretagna come compenso dopo la Crisi del 1875-1878,
condiziona la situazione politica italiana, fino a determinare la caduta del governo e accende nuovamente
questa Gallofobia, che già preesisteva nell’opinione pubblica italiana, a ragione di alcuni atteggiamenti di
Napoleone 3 nei confronti del processo di unificazione italiano.

Dunque, il colpo di Tunisi è una delle ragioni per cui l’Italia si orienta verso un’alleanza con la Germania —
> l’altro dei due poli su cui oramai l’Europa si era divisa, oltre a quello Francese.

Insieme al colpo di Tunisi, militavano altre ragioni in favore di questa alleanza:


-La questione romana—> che dura ben oltre la conquista di Roma, in quanto implica i rapporti tra lo Stato
Italiano e questo suddito particolare, cui non solo tiene una parte importante dell’opinione pubblica italiana,
ma anche di quella internazionale (Francia e Austria fortemente pro-Papa)—> luglio 1881—> la questione
romana si riapre perché il feretro di pio 9 viene trasportato a San Lorenzo Fuori dalle Mura (morto nel 1878)
—> l’evento impone alle cancellerie europee di andare a protestare presso il governo italiano, accusandolo di
non aver sufficientemente protetto il pontefice—> risorge la questione romana e ciò implica che l’alleanza
con l’Impero Asburgico, potenza cattolica, può superare la questione romana, o comunque contribuire che
tale questione sia nuovamente attenzionata dalle cancellerie a livello internazionale.

-Ragione di politica interna—> Umberto I°, nuovo Re d’Italia, spinge verso le corti Conservatrici (Vittorio
Emanuele è infatti morto nel 1878)—> la monarchia vuole stare con i conservatori, non con i Repubblicani
Inoltre, la Monarchia spingeva per l’alleanza in quanto nel 1882 si approverà una nuova legge elettorale
(promessa dalla Sinistra Storica, con lo scopo di allargare il suffragio elettorale, che all’epoca era basata solo
sul Censo)—> veniva abbassato il censo e quindi allargato il suffragio (slogan: « lavoro, patria,
intelligenza », lavoro perché si rimaneva nell’ambito di un suffragio basato sul censo, quindi su chi lavorava;
intelligenza era aver seguito la scuola fino alla 4° elementare, che però potevano essere fino alla 2°
elementare se il cittadino avesse fatto il servizio militare, ed ecco la patria)
La monarchia dunque si vuole tutelare da questo allargamento del suffragio voluto dalla Sinistra e
stabilizzare Monarchia e Statuto Albertino (Monarchia Costituzionale)

Dunque 3 motivazioni, Colpo di Tunisi, questione romana e Politica interna (Stabilizzazione delle istituzioni

-Ma c’è di più, perché il programma della Sinistra, in politica estera rimane quello del completamento
dell’unità nazionale, già sperimentato per il Veneto, poteva avvenire con l’acquisto di terre (non sarebbe mai
accaduto) o una coalizione anti-asburgo, di cui però non c’era possibilità in quel momento storico, e quindi
se ne immaginò un altro—> Inorientamento—> il programma della sinistra era quello di tenersi vicino
l’Impero Asburgico, rafforzando l’amicizia con esso, per esplorare la possibilità che in futuro attraverso la
diplomazia a seguiti di un inorientamento dell’impero Asburgico l’Italia avrebbe potuto ottenere un
protettorato sulle terre irredente

Dunque, queste sono le motivazioni che portano alla Triplice alleanza, che è di fatto un’alleanza anti-
francese.

Anche la Triplice Alleanza fu un trattato molto chiaro, come tutti quelli di quell’epoca (a differenza della
Crisi della Legge odierna).
20 maggio 1882—> Firma della Triplice Alleanza:

-Art.1—> Nel caso che l’Italia, senza provocazione diretta, fosse per un qualunque motivo attaccata dalla
Francia, le due altri parti contraenti saranno tenute a prestare alla parte attaccata tutto il loro aiuto e le loro
forze —> la provocazione diretta veniva giudicata da Germania e Austria ovviamente
Tale stesso obbligo incomberà sull’Italia, nel caso di un’aggressione francese alla Germania, senza
provocazione tedesca.

-Art. 2 e 3 Se una o due delle Alte parti contraenti, senza provocazione diretta da parte loro, venissero
attaccate e si fossero trovate in guerra da due o più grandi potenze, il casus foederis si presenterà per tutte le
Alte parti contraenti

-Allegato al trattato (per volontà italiana) —> Dichiarazione ministeriale (comunicazione del min degli
esteri, p s mancini, dirigeva agli altri governi alleati)—> il Regio governo italiano dichiara che la
stipulazione del trattato non potrà in alcun caso essere considerata come diretta contro la Gran Bretagna —>
dichiarazione Mancini
La dichiarazione ha riscontro in due dichiarazione identiche di Berlino e di Vienna
Gli italiani pongono tale clausola in quanto non voleva affrontare un conflitto con la flotta egemone del
mediterraneo—> si assicurano che mai e poi mai il legame di alleanza con gli imperi centrali avrebbe
comportato una guerra con l’Inghilterra—> con l’Inghilterra potenza egemone nel Mediterraneo sempre
amici

Molti italiani ritenevano ci fosse maggior Solidarietà tra Vienna e Berlino a causa dell’alleanza militare del
1879

La triplice alleanza verrà rinnovata nel 1887, e altre quattro volte fino al 1912.

Finalmente l’Italia raggiunge attraverso l’alleanza la sicurezza, requisito indispensabile per l’esistenza di
ogni Stato.

Inoltre, l’alleanza con gli imperi centrali ha il significato di stabilizzare, non solo le istituzioni, mas anche ala
politica estera italiana, impedendo che questa politica estera oscilli/muti in continuazione sulla base dei
mutamenti di governo —> sistema politico italiano era talmente instabile allora che durante la crisi d’oriente
aveva distrutto la reputazione internazionale dell’Italia, per via della sua inaffidabilità (nessuno vuole fare
affari con qualcuno che cambia in continuazione) —> la politica estera non sarà più oggetto delle ondivaghe
elettorali decisioni dei partiti e potrà finalmente stabilizzarsi.

La Triplice Alleanza dopo il 1882 che impatto ha?:

-Ci si rende subito conto che é faticoso mantenere un’alleanza con il nemico storico—> Salvemini definirà
l’alleanza come un « Alleanza Innaturale »—> persiste l’attrito con l’impero asburgico, che si rinnova
costante mente con fenomeni di irredentismo, che comportano piccole piccoli tra Vienna e Roma—> fine
1882—> Guglielmo Oberndan —> giovani triestino ,irredento, che viene studiare a Roma, e varcherà il
confine per attentare alla persona di Francesco Giuseppe e una volta scoperto, verrà arrestato ed impiccato—
> in Italia nascono manifestazioni di Piazza.
Ancora, nel 1884 c’è il caso di Sebastiano Tecchio, presidente della camera, che un giorno parlando alla
camera di auguro che un giorno Trento e Trieste diventassero italiane e ne scoppio una protesta di Vienna—
> per evitare conseguenze, Tecchio fu costretto a dimettersi

-Inoltre, il tempo ci dimostra come questa Triplice Alleanza sia insoddisfacente, soprattutto perché il modo
cambia e le società anche, insieme a nuove preoccupazioni ed interessi della nuova opinione pubblica —>
es. con il colpo di Tunisi acquistano forza nell’opinione pubblica italiana anche le questioni del mediterraneo
e dunque del Nord dell’Africa, in un tempo in cui si era ormai scatenata la corsa all’Africa—> In questo
periodo l’Asia veniva colonizzata a seguito delle grandi esplorazioni politico-scientifiche e quindi
nell’attenzione della nuova generazione di italiani acquista forza l’attenzione verso il mediterraneo e
l’Africa.
Soprattutto da quando si è normata in Europa la corsa alla conquista coloniale in Africa, nasce tale
attenzione—> Infatti, una NUOVA Conferenza di Berlino del 1884-1885 fu indetta per dirimere la questione
della libera navigazione sul fiume Congo.
Tali negoziati porteranno a regolare la corsa alla conquista dell’Africa—> si decide che a seguito delle
missioni geografiche, lo Stato potrà accaparrarsi dei territori, notificando alle altre potenze l’acquisizione
della terra scoperta, affinché gli altri governi possano dire la propria
Si disciplinerà anche la colonizzazione dell’immenso bacino del Congo, stabilendo su questi fiumi la libertà
di navigazione e permettendo la colonizzazione dell’Africa senza che costi una guerra agli Stati Europei—>
Colonizzazione a tavolino, che non produce alcuna guerra tra Potenze europee, ex-regia di Bismark, che
vuole assolutamente evitare guerre europee, per mantenere la leadership

Dunque la conferenza di Berlino incoraggia questo Mal d’Africa europeo ed italiano

L’Italia all’inizio si occupa soprattutto della sponda mediterranea dell’Africa che si presenta:
-Una parte è già stata colonizzata —> Algeria e Tunisia francesi
-Marocco indipendente
-Il resto è Ottomano (Libia Egitto ecc)

Nel 1869 era stato aperto Suez, gestito da francesi ed inglesi, e l’Egitto inizia a vivere una storia di crescita e
di sviluppo
L’Egitto, parte dell’impero ottomano, aveva comunque una sua autonomia grazie all’ultima crisi egiziana del
1840, in cui il sovrano ottomano riesce trasmettere il titolo di pascià a suo figlio e crea così una sua dinastia,
la quale punta alla Modernizzazione del Paese, sotto l’influenza degli Inglesi—> per fare ciò però si
richiedono investimenti ingenti, e ovviamente vengono richiesti a Francesi ed inglesi—> l’Egitto si indebitò
cosi tanto che ad un certo punto gli occidentali non sapendo come far pagare gli egiziani, decisero di
amministrare essi stessi alcuni dei ministeri chiavi degli egiziani:
Il ministro dell’economia era un lord inglese
Il ministro delle opere pubbliche era un francese
Inghilterra e Francia iniziano a gestire l’economia dell’Egitto e lo fanno in base agli interessi dei creditori

L’Egitto davanti a tale ingerenza occidentale situazione decide di ribellarsi —> nasce un movimento di
stampo nazionalista guidato da Arabi Pascià, capo del governo egiziano
Come ogni movimento, c’erano frange estremiste che danno vita a scontri, uccidendo europei e facendo
quindi nascere l’idea occidentale di andare a sedare tale rivolta di stampo nazionale.
Per primi si muovo gli inglesi, che chiamano a raccolta le grandi potenze che avevano ,a garanzia collettiva
sull’Impero Ottomano, visto che l’Egitto era parte dell’impero ottomano

Conferenza di Costantinopoli—> 0 risultati

Gli Inglesi decidono di agire unilateralmente e si imbarcano in una spedizione anti-egitto


Cercano di coinvolgere fino all’ultimo i francesi che però si rifiutano per ragioni di politica interna—>
instabilità interna francese
Dunque gli inglesi vanno a Roma e propongono una cooperazione in tale operazione di polizia
internazionale, ma Mancini dice di no, in quanto ritiene che per fare tale operazione è necessario i concorso
di tutte le grandi potenze ed esso non c’era.

Mancini va a Vienna eBerlino, dove gli viene detto che l’Italia può fare come vuole e si ricordi che
l’alleanza non riguarda gli interessi del mediterraneo—> fate come volete, noi non aiutiamo

Inoltre ,dice di no perché nell’opinione pubblica italiana, infatuata dalla nazionalità, la rivoluzione nazionale
egiziana trae molta simpatia—> simpatia per il mondo arabo (costante della politica italiana da Mancini a
Mattei) —> c.d. Gran rifiuta italiano

Dunque gli inglesi fecero da sé e si insediarono sul canale di Suez—> iniziava l’occupazione britannica del
canale di Suez (che durerà fino al 1956)—< la politica britannica dal 1882 in poi sarà quella di far diventare
il titolo di occupazione temporaneo qualcosa di stabile e definito attraverso il riconoscimento delle grandi
potenze.
-Superata la crisi egiziana del 1882, emerge che la triplice alleanza aveva dimostrato di non tutelare i nuovo
interessi dell’Italia

Gli inglesi arrivano in Egitto e lo occupano—> occupano i gangli vitali del Paese (Suez e Nilo)
La situazione diventa presto complicata—> gli inglesi, anche loro influenzati dal Mal d’Africa, vogliono
controllare il Nilo e quindi iniziano scendere verso a sud con l’idea che per controllarlo bisogna controllare
le sue sorgenti —> scendono a Sud e nasce l’idea di costruire un impero che vada dal Cairo al Capo.

Sesil Rodzhe —> Grande imprenditore, che è uno dei grandi realizzatori dell’impero britannico in Africa
(diede il nome alla Rodesia) e che lascerà un patrimonio immenso, devoluti poi per far studiare molta classe
dirigente africana.

Dunque, gli inglesi da nord iniziano a scendere verso Sud, avanzando con le scoperte scientifiche. 8scoprono
il Lago Vittoria), ma iniziano a trovare qualche intoppo—> Si imbattono, nel Sudan, in un grande gruppo
guidato da un capo religioso e militare, Mahdi, che ripropone ai suoi compatrioti l’idea del ritorno alla
purezza delle sacre scritture —> 1884-1885, Mahdi anima la rivolta contro gli infedeli (occidentali cristiani
che stanno scendendo verso Sud distruggendo il mondo puro) e contro i sovrani di quella terra (Impero
Ottomano, rappresentato dagli egiziani in Sudan), ritenuti oramai decadenti e strumento degli occidentali.

La penetrazione cristiana aveva comportato la cristianizzazione di una parte della popolazione

Nell’altopiano del Corno d’Africa ci sono poi i Cristiani Copti da sempre

Dunque, il Sudan, pezzo dell’Egitto, messo a soqquadro dalla rivolta mahdista, impone agli inglesi la
guerra contro i Mahdisti
Gli inglesi per fare questa nuova operazione di polizia internazionale richiedono alle grandi potenze
1884 vanno a Roma di nuovo e questa volta Mancini, pressato dall’eccitazione dell’opinione pubblica per
l’Africa, convinto di aver fatto un errore ad aver detto di no nel 1882, dice di si a questa avventura—> si
prepara la spedizione italiana, nel fervore nazionale
Febbraio 1885—> le truppe italiane sbarcano a Massawa ( futura Eritrea, ora pezzo di costa dell’impero
Ottomano), con la finalità di (Mancini calcola « le chiavi del mediterraneo sono nel Mar Rosso ») andare in
Egitto (Sudan pezzo dell’Egitto) che comunque riguarda il Mediterraneo.
Arrivati a Massawa, mancini scrive agli inglesi per chiedere che fare, ma gli inglesi dicono di aver subito
una sconfitta (scontro di Cancum) contro le truppe di mahdi e dunque non ritiene più opportuni spendere
soldi e vite contro il Mahdi—> chiusura temporanea della questione inglese con Mahdi.

Gli italiani dunque rimangono a Massawa e non sanno che fare —> si insediano a Massawa, tra la
popolazione islamica, e nel gennaio 1887, nel corso di una perlustrazione si imbattono in un gruppo di
guerrieri di abissini, cristiani copti, e ne nasce uno scontro militare (a Dogali—> i 500 di Dogali).

Ecco come inizia il colonialismo italiano nel corno d’Africa


08.10

Primo episodio della storia del colonialismo nel corso d’Africa abbiamo detto che è Dogali il 26 gennaio
1887, contri i cristiani abissini

Dopo Dogali cade il Governo e c’è l’esigenza da parte degli italiani di trovare un modus vivendi con questi
abissini che vivono l’altopiano etiopico e che non hanno un confine di Stato e ritengono che la loro autorità
si spinge fino al mare e alle coste

Bisogna ricordare che anche l’operazione che si fa in Africa non viene supportata dagli Imperi Centrali e più
volte sollecitato, bismark rispose sempre che le finalità mediterranee o africane dell’Italia non riguardavano
l’alleanza, nella quale nulla fu scritto riguardo questo contesto.

Ciò provoca scontento evidentemente, davanti alle nuove esigenze italiane, tra cui l’attenzione particolare al
mediterraneo e all’Africa

Il testo di alleanza per essere modificato ha bisogno odi condizioni, tra cui la volontà della Germania di dare
soddisfazione all’Italia, e tale volontà è a sua volta condizionata dalla più ampia politica europea

Infatti tra il 1885 e il 1887, il sistema diplomatico europeo, fondato da Bismark sull’alleanza con russi e
austriaci, per tenere isolata la Francia , entra in crisi perché Bismark si rende conto che è difficile mantenere
l’amicizia con la Russia e al contempo con gli austriaci, nel momento in cui le due Potenze si contendono
senza accordi l’influenza sui Balcani
Infatti, nel 1878, alla fine del Congresso di Berlino, l’odierna Bulgaria era stata divisa in due
- Settentrionale—> Principato autonomo di Bulgaria con imperatore cristiano, sotto influenza ottomana —>
autonomia politica
- Meridionale—> Per volontà degli inglesi, era tornata sotto l’amministrazione e la sovranità dell’Impero
Ottomano (rumeria orientale, con Sofia) —> autonomia amministrativa
Mentre nella guerra era emersa la possibilità di creare una grande Bulgaria, ma il sogno era morto a causa
degli Inglesi

Nel 1885 le due porzioni bulgare erano state unite, dando vita a d un Moment odi tensione tra Russi e
Austriaci e ciò richiede a Bismark uno sforzo per impedire una rottura tra Russi e Austriaci, che avrebbe
comportato una guerra, ma soprattutto una possibile alleanza tra Francia e Russia, incubo di Bismark, perché
avrebbe dato alla Francia di uscire dall’isolamento.

Il sistema Bismarkiano dopo il 1871 era sempre quello di conservare lo status quo europeo, e per farlo era
necessario isolare la Francia e far andare d’accordo russi e austro-ungheresi.

Tra 85 e 87 la tensione che si genera tra Vienna e Pietroburgo a causa della Bulgaria, destabilizza il sistema
diplomatico bismarkiano, e ciò darà maggior peso all’Italia.
Su questa carta, l’Italia giocherà per avere modifiche della Triplice Alleanza

L’alleanza con l’Italia diviene infatti più importante, soprattutto in vista di una possibile guerra contro
un’alleanza franco-russa.

[[[Nel corso del tempo, ci sarà sempre questo problema dell’alleanza franco-russa—> la Francia non regge
l’equilibro con i tedeschi e dunque ha bisogno dei russi]]]

Consapevole della situazione, l’Italia, che ha come ministro degli esteri, Di Robilant, conduce un negoziato
con Berlino per esplorare quali possibilità vi siano per la difesa degli interessi italiani nel Mediterraneo e per
poter finalmente completare il programma della Sinistra Parlamentare, di scrivere su carta che in caso di
Inorientamento dell’Austria, quest’ultimi avrebbero lasciato all’Italia le terre irredente.
20 febbraio 1887—> si trova una soluzione diversa, in quanto il trattato del 1882 viene rinnovato
esattamente cosi com’era, ma si aggiungono due accordi separati, uno con la Germania, uno con l’impero
asburgico:
- Trattato separato Italia-Austria—> art. 1 le parti contraenti si impegnano ad usare la loro influenza per
impedire ogni modificazione territoriale che arrechi danno ad una delle due potenze in Oriente—> impegno
comune aka mantenimento dello status quo in Oriente —> cooperazione politico-militare.
Art. 2 tuttavia, nel caso che il mantenimento dello status quo nei Balcani o nelle coste delle isole ottomane,
divenisse impossibile, e che l’Austria o l’Italia si vedessero quindi nella necessità di modificarlo con un
occupazione temporanea o permanente da parte loro, tesle occupazione non avrà luogo che dopo un accordo
tra le due Potenze che stabilisca un compone equo per entrambe le Parti —> se lo Status quo non può essere
rispettato, e quindi ua delle due deve prendere delle terre in occupazione, tale occupazione deve avvenire
dopo un negoziato tra le due parti, basato sul principio dei Compensi.—> il sogno dell’Inorientamento trova
una sua realizzazione giuridica. —> infatti l’Italia intende che s l’Impero Asburgico si allarga
territorialmente ad Oriente, tale estensione poteva avvenire solo dopo un dialogo ed un compenso con Roma,
che per gli italiani sarebbe stato la concessione delle terre irredente
Tale soluzione viene imposta da Vienna, perché era BIsmark che impone questa soluzione a dei recalcitranti
austriaci, che non volevano ovviamente tale clausola.

Durante il negoziato gli austriaci fecero presente a Bismark che due cose andavano precisate nel trattato
separato con l’Italia:
-Se avessero cambiato titolo della loro occupazione ( da occupazione a sovranità) della Bosnia, (occupazione
posta dal trattato del 1878) non avrebbe questo dato diritto a compensi per l’Italia —> l’Austria infatti
prospettava la soluzione trialista (allargare il territorio alla Bosnia e poi elevare gli slavi del sud a terza
corona, dando cosi soddisfazione al sentimento nazionale degli slavi, non nella soluzione serba che voleva
uno stato di Jugoslavi, ma semplicemente creare uno stato degli slavi del sud all’interno dell’impero
asburgico
Bismark però duce di non fare presente ciò nel trattato
-Disponibili a dare compensi, ma ciò non possono riguardare terre abitate da italiani nell’impero asburgico
Anche in questo caso, Bismark dice di non chiarire nulla

Dunque, tale trattato non servirà a nulla, ma esso darà soddisfazione a tutte le parti

-Trattato separato Italia-Germania—> trattato che provvede alla tutela degli interessi italiani nel
mediterraneo—> ovviamente, la tutela era dai francesi (avevano Tunisia e Algeria e si stavano rivolgendo al
Marocco) e dunque gli Italiani volevano tutelare l’ultimo pezzo di costa del mediterraneo ancora libera
dall’influenza europea, ovvero Tripolitania e Cirenaica—> il trattato infatti afferma che:
« Se la Francia facesse atto di estendere la sua protezione o influenza sui territori di Tripoli o Marocco e che
in conseguenza di ciò l’Italia intraprendesse un’azione sui suddetti territori oppure ricorresse in Europa alla
guerra, lo stato di guerra tra Francia e Italia costituirebbe ipso facto a domanda dell’Italia, il casus foederis
per Berlino e Vienna, stabilito nella triplice alleanza »
« Se le sorti di ogni guerra intrapresa in comune contro la Francia inducessero l’Italia a cercare garanzie
territoriali con la Francia per la sua sicurezza, la Germania non vi porrà alcun ostacolo » —> se si fa la
guerra, e l’Italia alla fine della guerra, supposta come vinta, volesse ad esempio Nizza e la Corsica e la
Tunisia, per sicurezza strategica delle frontiere del regno e della sua posizione marittima, la Germania non si
opporrà in alcun modo.

Inizia dunque la lunga preparazione diplomatica dell’ingresso in Libia per l’Italia, la quale ci pensa solo per
il principio dell’equilibrio, non accettando che tuta la costa africana venisse preclusa agli italiani.

Dunque, nell’87 sembra sistemata la questione dell’alleanza tra Italia e imperi centrali

Questi tre trattati vennero poi fusi in unico trattato nel 1891—> Accordo Italo-austriaco divenne l’art. 7 del
trattato del 1891

Ottenuto il pezzo di carta, l’interesse degli italiani è quello del mantenimento dello status quo, però se la
guerra nei Balcani tra russi e austriaci nei Balcani dovesse scoppiare non sarebbe male per loro
Al potere va Crispi, dopo la morte di Depretis
Crispi voleva rimanere sempre più vicino e più stretto agli Imperi Centrali, perché con questa nuova clausola
è convinto che in un caos futuro dei Balcani possa ottenere compensi

Inizia dunque la politica di Crispi, che dal 87-88 diventa ancora più filo-tedesca per queste ragioni

Crispi ovviamente ha verso la Francia tutti i pregiudizi tipici della Sinistra italiana, a causa della vecchia
politica di Napoleone III°

1882—> l’Italia si era alleata con gli imperi centrali ,ma non aveva rotto i rapporti con la Francia

Invece la politica di crispi porterà alla rottura con la Francia

Gennaio 1888—> alla triplice alleanza si aggiunge una convenzione militare Italia-Germania, in base alla
quale l’Italia avrebbe fornito 200.000 uomini in caso di guerra franco-tedesca
L’accordo apre un periodo di tensione nei rapporti Roma Parigi

[[[Convenzione—> accordo tra tecnici, ovvero i militari


Alleanza—> accordo politico]]]

[[[ differenza NATO (convenzione militare) / Patto Atlantico del Nord (alleanza politica)
Ricorda De Gaulle del 1966 esce dalla NATO, non dal Patto Atlantico e la Francia vi rientra solo nel 2009
con Sarkozy) ]]]

Gli austriaci avrebbero dunque dovuto far passare 200.000 militare italiani per il loro territorio e dunque
dettero il loro assenso solamente nel caso in cui il conflitto si sarebbe allargato, andando a coinvolgere anche
russi e francesi, coalizzati contro il mondo tedesco —> allora in questo caso l’aiuto italiano sarebbe stato
veramente utile secondo gli Austriaci

Ovviamente, tale politica italiana rovina i rapporti con la Francia

La Francia reagisce cominciando la guerra commerciale con l’Italia:


1888—> scoppia una guerra doganale tra Italia e Francia—> i francesi denunciano e non rinnovano il
trattato commerciale con l’Italia
La Francia assorbiva quasi il 50% delle esportazioni italiane all’epoca
Le banche francesi detenevano l’80% del debito italiano
Le merci italiane trovano dunque il mercato frattense chiuso —> effetto della politica francese è la crisi
economica in Italia
Inoltre, tale guerra, facilita l’infeudamento dell’economia italiana a quella tedesca ovviamente

Dunque, la politica di Crisi ebbe tali aspetti negativi

Crispi cade nel 1891, e il suo successore Di Rudini, approfittò della situazione internazionale instabile, per
ottenere la fusione dei tre trattati —> Germania e Austria diventano responsabili per tutte le clausole presenti
nel trattato (si occupano entrambi i sia degli interessi nei Balcani dell’Italia sia in quelli mediterranei
dell’Italia)

Nel frattempo, Bismark nel 1890 era stato cacciato dal Cancellierato e la sua diplomazia entra in crisi:
Entra in crisi sull’assioma fondamentale che in qualsiasi condizione, pur alleati con gli Asburgo, bisogna
mantenere buoni rapporti con la Russia, perché se i russi solo liberi, si saldano con Parigi e ciò implica
potenzialmente la fine della Germania—> impedire l’accerchiamento del mondo tedesco.

I suoi successori perdono di vista tale assioma per diversi motivi:


- Ovviamente, in primis c’erano ragioni di bassa cucina—> per levare il posto di Bismark devo dire cose
contrarie a lui
- Inoltre, Bismark aveva ricorso molto al doppio-giochismo—> pur alleato dei Vienna, accordo con i Russi
—> chi viene dopo ritiene tale politica incoerente rispetto al legame con gli Asburgo
Nel 1883-> trattato di contro-assicurazione con i russi
I successori ritengono che qualsiasi pezzo di carta con i russi sia incoerente con l’alleanza con Vienna
Inoltre, la Germania di quegli anni era cambiata a livello economico, visto che sta per orrendo la strada che
gli permetterà di essere la Seconda potenza globale nel 1914

Dunque, la politica di Guglielmo II° (post-Bismark) cerca spazi economici e dunque non ci si accontenta più
di manette lo status quo, e sviluppa necessità di guardare con attenzione a nuovi spazi economici, in primis
l’Impero Ottomano —> tutto ciò comporta una diversità della politica estera tedesca rispetto a quella
precedente di Bismark

Tale pretesa di lasciare liberi i Russi, senza accordi, nonostante le richieste russe, avrà come conseguenza
l’avvicinamenti tra Parigi e Pietroburgo

La Francia non aspettava altro, essendo anch’essa cresciuta economicamente ed essendosi estesa a livello
coloniale (in Africa ed in Indocina)—> tale ricchezza serve i fini politici —> inizia una politica di sostegno
economico all’Impero Russo, il quale, negli anni ’90 dell’800, correva anch’esso alle colonie, ma non in
Africa, bensì verso l’Asia, per completare la colonizzazione di queste terre—> l’impero russo arriverà infatti
a Vladivostok e dunque ha bisogno di capitali, che troverà sul mercato francese

Dall’economia, si passa al dialogo politico:


Alleanza franco-russa—> cambia lo scenario europeo, in quanto lo Zar non avrebbe mai potuto immaginare
un accordo con i figli dei decapitato decide legittimati ex-Dio, regola fissa in Russia per gli Zar—> da dopo
il 1789, per ogni buon russo, la Francia era uno Stato canaglia
Eppure nel 1891, la disposizione della Russia muta e si pass alla scrittura di un accordo di tipo militare
(convenzione militare), in quanto a livello politico non volevano accordi per il momento (solo a fine 93
inizio 94 si arriva a due accordo politico)

L’alleanza franco-russa comporta che il peso italiano aumenta ancor di più per i tedeschi ed ecco perché
l’Italia ottiene la fusione dei tre trattati

Insomma, cambia l’Europa, la quale quasi sembra dividersi in due blocchi:


- Imperi centrali + Italia
- Alleanza franco-russa
- La Gran Bretagna non si è ancora schierata
L’incognita inglese rimarrà fino al 1914

Da che parte stanno gli inglesi, ci dà la misura su da che parte stanno veramente gl italiani.

Fino a che c’era Bismark, GB-Germania rapporti fantastici, poi in Africa sic sviluppa una competizione tra
inglesi e tedeschi—> I Boeri, ovvero olandesi-tedeschi, avevano colonizzato e creato due repubbliche,
Orange e Trasval, e nella risalita inglese dal Capo si scontrato con i Boeri, fino a che non si arriva ad un
attrito tra i due popoli colonizzatori—> guerra boera del gennaio 1896, durante la quale Guglielmo II° ha
l’idea di mandare un telegramma di incoraggiamento a Krughen presidente della repubblica del Trasval,
incoraggiandolo a resistere agli inglesi —> clima politico dell’epoca comporta un’asprissima crisi tra Londra
e Berlino, che coinvolge l’opinione pubblica —> Sovraeccitamento imperiale, che surriscalda le emozioni

Comincia a apparire una concorrenza tra GB e Germania in Africa, e di li a poco apparirà anche nell’Impero
ottomano , e dunque l’armonia creata e conservata da Bismark inizia conservarsi

L’episodio nel 1896 dei Boeri viene superato,

Gli Inglesi procedono verso nord, verso la colonia tedesca nell’Africa sud-orientale, ed inizia l’antagonismo
anglo-tedesco, che poi porterà alla guerra, mentre l’antagonismo franco-britannico, che era stato una costante
della storia Europea da Napoleone, viene meno a livello diplomatico.
In Italia, nel 1893, Crispi è tornato al potere e ha non brillante idea di aprire un contenzioso con gli abissini
—> Gli italiani erano arrivati a Massawa, in Eritrea, e a Dogali perdono con gli abissini;
Amara, Trigai, Gojam e Shoa (dov’è Addis Abeba) sono regioni abitate storicamente dagli abissini/etiopici
—> lo stato abissino dagli anni 80 dell’800 e fino all’inizio del 900 si espande attraverso campagne militari
sotto alcuni negus, che manu militari, allargano la loro autorità, quasi triplicando il territorio dello Stato,
soggiogando moltissime popolazione islamiche —> l’impero etiopico del 1888 è molto vasto e secondo la
visione italiana questi abissini sono dei guerrieri indomiti che nella vita sanno solo fare la guerra e hanno
come particolarità quella di essere guidati da negus, i quali ogni tanto decidono chi di loro, cristiani copti in
un mondo islamico, chi di loro deve essere il negus neghesti (re dei re) e se non trovano un accordo, si fanno
la guerra—> il negus neghesti in sostanza è eletto e ciò comporta che questi capi per divenire re dei re hanno
bisogno di armi e denaro—> sono dunque facilmente avvicinabili da chi ha armi e danaro da offrire, ovvero
gli occidentali (francesi, inglesi, italiani…)
Ciò comporterà, che Merevink, per vincere il titolo, firmerà accordi con l’Italia per ricevere denari ed armi

11.10

LA SVOLTA POLITICA ESTERA ITALIANA (1896-1902)


1889—> con gli Italiani, che sono sulla costa del mar rosso (in Eritrea), Merevink stringe il Trattato di
Uccialli—> « trattato di amicizia e di commercio tra Italia ed Etiopia », versione italiana:
Art. 17—>Sua maestà Re dei Re in Etiopia consente di servirsi del governo italiano per tutte le trattazioni di
affari che avesse con altre Nazioni—> politica estera
Dà sempre la priorità all’Italia in ogni possibile attività economica

Gli studiosi, confrontando la versione italiana con la versione amarica (lingua etiopica), vedono diverse
versioni, e la guerra del 1896 scoppierà proprio su l’interpretazione di questo trattato

Infatti, la definizione « consente di servirsi » destava dubbi sull’obbligatorietà o meno dell’articolo

Crispi avvia una politica dinamica verso gli abissini per tenere conto di questo articolo 17, ovvero chiede
Merenik come mai egli stia facendo attività di politica internazionale (Francia e Inghilterra) senza servizi
degli uffici del governo italiano —> ne viene fuori una disputa su questo articolo, in quanto gli abissini
negavano l’obbligatorietà

Dalla disputa, ne viene fuori una guerra—> 1° marzo 1896—> Sconfitta di Adua

Cade il governo e finisce l’epoca di Crispi—> la risonanza della sconfitta italiana è pari a quella che ebbe la
sconfitta dei russi nel 1904—> per gli europei di allora, africani ed asiatici erano inferiori, soprattutto a
livello militare.

La sconfitta di Adua rimane nella storia della politica internazionale italiana come un evento infausto e come
un evento da vendicare —> tale idea si conserverà fino a Mussolini, che se ne servirà.

Gli abissini prendono tale vittoria in modo drammatico—> è vero che hanno vinto, ma hanno vinto grazie ad
una superiorità schiacciante di uomini—> hanno compreso che rischio per loro rappresentassero l’Italia e le
sue ambizioni in futuro —> poche forze italiane avevano inflitto ingenti perdite agli abissini

Allora, per parare la minaccia, cercano degli amici—> Si rivolgono ad Inglesi e Francesi
A Crispi succede il Di Rudinì e al ministero degli esteri tornerà Visconti Venosta, il quale fa una politica
estera del Piede di Casa, di raccoglimento in Africa, che ha pochi importanti obiettivi volti al tentativo di
superare i problemi che aveva creato il periodo Crispino:

-Pace con l’Abissina —> 26 ottobre 1896—> Pace di Addis Abeba—> per la prima volta, si fissa un confine
tra l’Abissina e la costa su cui l’Italia reclamava il suo controllo—> Nasce di fatto una colonia civile italiana,
ovvero l’Eritrea (prima c’erano solo i militari)

[[[prassi del diritto internazionale europeo di allora: a livello di consuetudine, il conflitto si chiudeva sempre
con armistizio militare, negoziato, preliminari di pace (si firma una bozza di pace), e poi in caso negoziato e
congerenza di pace—> costante dello ius publicum europeo che viene interrotta per la prima volta a
Versailles, quando per la prima volta siedono al tavolo della pace solo i vincitori, che impongono le
condizioni ai vinti, e da quel momento sarà sempre così]]]

La maggior parte dei negoziati si concentrano sul problema dell’indennità di guerra, che secondo lo ius
publicum europeo, era una somma che pagava lo sconfitto, in quanto sconfitto
Infatti, per lo ius publicum europeo la guerra era legittima e dunque chi perdeva oltre ad avere qualche
svantaggio (es. territoriale) doveva pagare una somma (non perché aveva violato qualche regola—> come
nella seconda guerra mondiale per la Germania) solo per il fatto di aver perso.

Gli italiani faranno un lunghissimo negoziato per non definire l’esborso di denaro « Indennità di guerra », in
quanto quella definizione rimandava inevitabilmente alla sconfitta—> trovano un’altra formula

-Migliorare le relazioni con la Francia

Nel decennio Crispino infatti tali relazioni erano peggiorate e in particolare per due motivi:
Colpo di Tunisi
Guerra commerciale

E su questi due temi si lavora per migliorare le relazioni e Venosta ritiene inutile continuare a pensare di
poter mettere in discussione il protettorato francese sulla Tunisia.

Bisogna invece riconoscere alla Francia il protettorato sulla Tunisia e Din cambio chiedere garanzie per le
prospettive di vita della comunità italiana in Tunisia—> si ingaggia un negoziato e si stipulano 3
Convenzioni—> Le c.d. Convenzioni Tunisine del 1896:
• Convenzione relativa a commercio e navigazione che stabilità la libertà di commercio e di navigazione tra
Italia e Tunisia
• Convenzione relativa al regime consolare e di stabilimento degli italiani di Tunisia, che garantisse che gli
italiani avessero gli stessi diritti dei Tunisini e dei francesi, con delle prerogative, come ad esempio la
possibilità di aprire scuole in italiano, e attraverso tali prerogative mantenere la loro identità nazionale
• Convenzione di estradizione, per stabilire lo scambio di eventuali fuggitivi condannati da uno dei due
tribunali (francese o italiano)
Infatti molti criminali condannati da tribunali francesi scappavano in Italia e l’Italia non li estradava
(Dottrina Mitterrand degli anni ’80 al contrario)

Si sistema quindi la questione tunisina che era stata uno dei problemi fondamentali tra Italia e Francia che
aveva spinto l’Italia nelle braccia degli Imperi Centrali—> politica intelligente dei francesi

[[[Nel 1918 i francesi denunciano queste 3 convenzioni, poi verranno rinnovati con gli accordi Mussolini-
Laval del 1935 e poi nel 1945 l’Italia viene sconfitta e dunque non c’è più un contenzioso]]]

Due anni dopo, Luigi Luzzatti, ministro del commercio, ottiene un trattato di commercio
1898—> Trattato commerciale—> risoluzione anche del problema della guerra commerciale

DelCasse, ministro degli esteri, e Camille Barrère, ambasciatore francese a Roma per 26 anni, contribuirono
a tale trattato.
[[[1914—> Barrère finanzierà le correnti interventiste, tra cui quella di Mussolini, che riceve i soldi in
qualità di direttore di giornale]]]

Barrère voleva puntare non a far uscire l’Italia dalla Triplice Alleanza, ma a rendere inutile la Triplice
Alleanza per l’Italia —> vuole dimostrare all’Italia che la Francia non è un pericolo (e l’alleanza era in
funzione anti-francese)

21 novembre 1898—> Accordo commerciale

La diplomazia francese si dispone a negoziare anche sulle altre questioni mediterranee

Gli italiani avevano fatto impegnare i tedeschi in Tripolitania, sempre in funzione anti-francese, e dunque i
francesi vogliono trovare un accordo anche su quel frangente, sempre col fine di svuotare di senso la Triplice
Alleanza

Dal 1898 diventa pesante per gli italiani rivolvere il contenzioso mediterraneo con la Francia prece di nuovo
l’africa è fonte di urto tra due imperialismi (abbiamo già parlato del telegramma Kruger)

Nel 1898 si propone infatti uno scontro tra Francia e Gran Bretagna a Fascioda, nell’odierno Sudan, e
all’epoca Egitto—> gli inglesi decidono che è arrivato il momento di eliminare il Mahdismo, con il quale si
erano già confrontati nel 1885

Nel frattempo, gli inglesi hanno consolidato la loro presenza in Egitto, e hanno iniziato a costruire la ferrovia
che dal Cairo sarebbe andata, in prospettiva futura, verso il Capo —> dunque, per sicurezza, vogliono
eliminare il Mahdismo (Mahdi era morto, ma ci sono i suoi successori ovviamente).

Gli inglesi dunque arrivano a Kartun e scendendo verso Sud per porre il loro controllo, riprendono il Sudan,
arrivano a Fascioda e trovano un gruppo di militari francesi, i quali sono li perché il governo francese li
aveva inviati nel Chad (ex Congo francese), ovvero nel Sudan —> il governo francese lo fece perché
riteneva che s egli inglesi accettano la presenza francese nel Sudan, allora la Francia torna ad avere voce in
capitolo anche in Egitto, da dove dal 1882 si erano autoesclusi per motivi di politica interna, ovvero anno
della spedizione che portò gli inglesi ad occupare il Canale di Suez

Dunque, i francesi voleva mettere in discussione la presenza unilaterale degli inglesi in Egitto (stesso
ragionamento di Mancini—> le chiavi sono nel Mar Rosso)

Ne nasce una crisi internazionale violenta—> Addirittura si teme una guerra

Alla fine, Delcassé ritiene impossibile ed inopportuno politicamente giungere a uno scontro armato con gli
inglesi, soprattutto perché la Francia è ossessionata dal recuperare un ruolo in Europa, simboleggiato
dall’Alsazia e dalla Lorena per i Francesi—> Dal 1871 la Francia aveva perso la leadership europea e per
riprenderla era necessaria ovviamente l’accondiscendenza della Gran Bretagna—> la posta europea è molto
più alta di quella egiziana per Delcassé e dunque non vuole complicare i rapporti con la Gran Bretagna

Da questo momento, si va all’accordo con Parigi e Londra—> l’accordo è il fondamento di un nuovo


rapporto tra le due potenze—> nasce una solidarietà che si svilupperà con la 1° Guerra Mondiale, rimangono
poi vicine e solidali durante il ventennio tra le due guerre mondiali.
Le due potenze già dal 1897 sono accomunate dal medesimo Sistema Politico, sono entrambe due sistemi
democratici—> il rapporto si fonda a Fascioda, passa per la 1° GM , si rafforza nel ventennio tra le due
guerre, si rafforza nella 2 GM e arriva a duna sua maturazione post-2GM—> Nel 1949 entrano nel Patto
Atlantico e poi collaborano nel quadro europeo, fino alla Brexit

Dal punto di vista della politica internazionale, nel 1898, Delcassé con la sua rinuncia a Fascioda « inizia ad
inventarsi l’Occidente ».
Due potenze che si erano combattute per secoli, invertono il corso e avviano in lungo periodo delle
solidarietà e della pace, elemento fondamentale per la futura pace europea.

Tornando al 1898, l’accettazione di Delcassé che la zona del Sudan appartenga alla GB, sbocca in un trattato
del marzo 1899, che divideva l’Africa nord-occidentale in due zone di influenza, una inglese e una francese.
—> Accordo segreto nel contenuto

Si sistema il contenzioso imperialista tra Francia e GB, e dunque gli italiani da questo momento temono che
nella zona riconosciuta dagli inglesi alla Francia ci sia anche la Tripolitania —> ciò rende pressante
raggiungere un accordo con la Francia, per capire anzitutto cosa c’è negli accordi con gli inglesi

Barrère inizia a sostenere con Delcassé che è necessario spiegare agli italiani che loro ambizioni future non
si spingono sulla Tripolitania

Per negoziare ovviamente serve che l’altro dia qualcosa ovviamente, e dunque i francesi pongono come
condizione (per mettere per iscritto il disinteresse di Tripoli) il disinteresse italiano sul Marocco, sul quale i
Francesi stanno pensando di proiettarsi

Dicembre 1900—>Intesa franco-italiana —> disinteresse italiano verso il Marocco e disinteresse francese
verso la Tripolitania
14 dicembre 1900—> lettera di Barrère a Venosta per annunciare il disinteresse sulla Tripolitania
Risposta di Venosta—> disinteresse al Marocco
Inizi 1901—> Accordo ufficiale

Di fatto i rapporti tra Italia e Francia migliorano, ed essi contribuiscono a svuotare di senso la Triplice
Alleanza.

14.10

Il riavvicinamento italo-francese prende diverse forme:


-Convenzioni tunisine
-Accordo commerciale
-Chiusura del contenzioso mediterraneo per quanto riguarda la Tripolitania

Venosta oltre al rapporto con la Francia si preoccupa anche di altre cose che accadono nel Mediterraneo,
ovvero dei Balcani
In questo periodo, come sempre, a situazione è instabile:
In questo mosaico di nazionalità, troviamo diversi contrasti:
-La questione della Macedonia
-La questione armena (anche se non riguarda i Balcani)
Sia armeni che macedoni adottano la tattica del terrorismo internazionale
-La questione di Creta, la quale scoppia alla metà degli anni ’90 dell’800
Creta, terra ottomana, aspira all’unione con la Grecia e da parte di Atene c’è l’aspirazione dell’annessione
All’epoca, Creta era come oggi Cipro—> Due gruppi nazionali
Più del 20% erano turchi-musulmani e non greci-ortodossi

La convivenza diviene difficile, la questione accende gli animi turchi e nell’aprile 1897 scoppia una guerra
tra Grecia e Turchia (uno delle tante).

La popolazione cretese fa appello al Re di Grecia che sbarca a Creta e ne nasce un conflitto con i turchi.

Si pone alle cancellerie europee il problema ottomano, nel timore che il conflitto non rimanga localizzato,
ma possa coinvolgere le grandi potenze.

Le cancellerie europee si muovono per rendere il conflitto « regionale »

Gli Inglesi, i Russi e gli Austro-ungheresi principalmente.

La guerra comporta uno sconvolgimento nei Balcani che rischia di causare un conflitto austro-russo ed ecco
perché le due potenze avviando dei negoziati che porterà ad un accordo per mantenimento dello status quo
nei Balcani—> 1897

Dunque, durante la guerra greco-turca si arriva a tale accordo

L’accordo viene concluso perché in questo momento la Russia sta costituendo il suo impero coloniale ad Est
—> da vari anni, attraverso trattati « ineguali » con la Cina, la Russia ha ottenuto dei territori in Asia
orientale ed è arrivata a Vladivostok, estendendo la sua sovranità su territori che prima erano cinesi

I trattati ineguali sono una serie di trattati negoziati dalla Cina in condizione di inferiorità—> è già iniziato lo
spezzettamento della Cina.

Inizia la colonizzazione ad Est russa, arrivando a Vladivostok, ma poi non sanno più cosa fare, in quanto
essa è inutile essendo troppo a Settentrione per commerci, flotta ecc..

Quindi, la presenza russa, che si mantiene sempre a latitudini settentrionali, tenta sempre di andare verso
Sud.

Dunque, i Russi vanno verso la Manciuria, alla ricerca dei Mari Caldi.
Andando verso Sud, si scontrano con il Giappone, il quale è ormai in Corea.
Di li a breve ne scaturita per il controllo della Manciuria la guerra russo-giapponese del 1904

Tale premessa spiega la politica estera dell’Italia.

1897—> grazie allo sforzo Russo ad Oriente, si mantiene la pace nei Balcani, ovvero no guerra tra grande
potenze

Aprile 1897-……—> durata della guerra, che si conclude con la vittoria dell’Impero Ottomano, ma
intervengono le grandi potenze ed impediscono che l’Impero ottenga vantaggi territoriali dalla vittoria e
risolvono la questione di Creta—> rendono l’isola autonoma rispetto agli ottomani e mandano come
governatore un sovrano cristiano greco—> pro-forma rimane sovranità ottomana.

[[[Alla fine delle guerre balcaniche, Creta sarà annessa alla Grecia e le popolazioni turche di Creta saranno
espulse insieme a tutte le altre popolazioni turche/musulmane che abitavano nei territori greci—> i turchi
faranno lo stesso, espellendo i cristiani
Accordi del 1923—> Pace di Losanna—> scambio di popolazioni—> pace definitiva con la Turchia—>
finisce l’eredità dell’Ellenismo, ovvero tutte le popolazioni greche in Anatolia verranno buttati fuori.]]]
La guerra greco-turca è anche avvertita in Italia come rischiosa per l’asserto polito-territoriale dei Balcani, in
quanto si temono dei rovesciamenti e dunque si ritiene necessario mettersi d’accordo con gli altri per
difendere i proprio interessi.

L’Italia nei Balcani è interessata all’Inorientamento e le regioni Albanesi (che Bismark aveva proposto
all’Italia), all’epoca sotto gli ottomani.

In Albania molti si erano convertiti all’Islam, e infarti molta della classe dirigente turca proverà dall’Albania.
—> gli Albanesi rivendicavano semplicemente l’autonomia—> non vogliono creare uno Stato, vogliono
solo non pagare le tasse—> i veri modi rivoluzionare albanesi sono dovuti a ciò, per il resto non pensava a
fare uno Stato indipendente

Ovviamente si temeva la nascita di Serbia e Montenegro e la loro estensione su terre albanesi.

Gli Italiani guardano queste terre abitate da albanesi e cercano di entrarci in contatto:
Ad esempio, si parla agli Arberesch, albanesi che sono in Italia da secoli (Crispi e Craxi erano Arberesch).

Gli italiani non vogliono sollevare questioni di indipendenza, però in tale zona c’è anche l’interesse
dell’Impero Asburgico per la posizione strategica dell’Albania sull’Adriatico—> canale di Otranto/Valona

Quindi tra Italia e Austria si era iniziato a competere nelle regioni albanesi, per instaurare la propria
influenza

Nel 1897—> Italia eAustria, come con i Russi, si mettono d’accordo per il mantenimento dello status quo
dell’Albania—>c nessuno vuole la guerra

L’accordo prevede il mantenimento dello status quo fin quando le circostanze lo permettono
Se lo status quo non può essere conservato, si decise che le modificazioni si realizzino nel senso
dell’autonomia dell’Albania, ovvero si prevede di staccare le regioni albanesi dall’Impero Ottomano—>
interesse comune, che permette alle due potenze di poi decidere come spartire l’influenza sull’Albania.

Pensano di puntare all’indipendenza dell’Albania, perché altrimenti in futuro c’era il rischio di un’ingerenza
di altri Stati Balcanici, ovvero Serbia(autonoma dal 1812, indipendente dal 1878), Montenegro (indipendente
dal 1878) o Grecia.

Austria e Italia concorrono per il controllo della porta dell’Adriatico, ma non voglio assolutamente che alla
porta arrivi l’influenza di un altro Stato (interesse congiunto all’interno di una loro competizione), perché poi
i contendenti sarebbe diventati 3

Questo è il senso dell’intesa del 1897 Venosta-Golunoski —> febbraio 1901—> viene messa per iscritto.

Dopo il 1901 quindi l’Italia ha provveduto a difendere i principali interessi, mediterranei e balcanici.

Il riavvicinamento con la Francia viene poi poetato ancor aspi avanti nel 1901-02 dal governo Zanardelli ,
che aveva come ministro degli Esteri Prinetti

Parliamo di due irredentisti:


- Zanardelli—> sinistra storica
- Prinetti—> destra storica, imprenditore
In base allo Statuto Albertino, la Politica Estera era appannaggio del Re, del Ministro degli Esteri e del
Presidente del Consiglio.

Il Parlamento interveniva discutendo l’orientamento della politica estera, però i deputati non conoscevano
esattamente le clausole dei trattati segreti (le clausole esatte della Triplice Alleanza non erano conosciute dai
deputati)—> anche oggi è così.
All’epoca dunque il Ministro degli Esteri era un uomo di fiducia del Re, in quanto il Ministro degli Esteri
fungeva da Notaio della Corona—> spesso i matrimoni nella casa reali erano fatti con persone non italiani e
quindi c’era da gestire questa delicata questione del matrimonio e poi l’eventuale successione dei beni—> il
Ministro degli Esteri doveva essere gradito dal Re per queste funzioni.

Prinetti, come Zanardelli, aveva capito che il tempo sta passando, e che i compensi della Triplice Alleanza,
dopo 20 anni, ancora non si sono verificati.

Constatando tale realtà, Prinetti si domanda se tale Alleanza non darà mai dei veri frutti e da questa idea
muove la sua diplomazia, ovvero quella di rafforzare ulteriormente i rapporti con la Francia e con
l’Inghilterra, con lo scopo di ottenere le famose Terre Irredente, attraverso la guerra, per la quale serviva
ovviamente una coalizione.

Prinetti rimane legato alla Triplice Alleanza, la quale dà una sicurezza all’Italia, ma rende ad allargare la rete
dei rapporti con Francia, Inghilterra e magari con la Russia, potenze che poi disputeranno la guerra contro gli
Imperi Centrali—> Prinetti prepara l’Italia per due ipotesi:
-Se l’Austria si allarga con l’orientamento, otteniamo le terre irredente.
-Se ciò non funziona, abbiamo un’altra carta da giocare, ovvero Francia ed Inghilterra.

Il cancelliere tedesco definirà tali accordi come « Giri di Valzer »—> come una moglie che durante la festa
si permette giri di Valzer con un altro e non con il marito

Luglio 1902—> scambio di note tra Prinetti e Barrère che riprende le intese fatte da Venosta:
-Tripolitania
-Marocco

In più però si aggiunge—> Prinetti afferma:


-Nel caso che la Francia fosse oggetto di aggressione da parte di una o più potenze, l’Italia assumerà una
stretta Neutralità —> infatti, la Triplice Alleanza era un trattato di alleanza Difensivo!—> se la Germania
attacca senza provocazione Francese, l’Italia rimarrà Neutrale.
-Lo stesso sarà ove la Francia, in seguito ad una provocazione diretta, prendesse l’iniziativa di una
dichiarazione di guerra —> anche ciò compatibile con la Triplice

Barrère risponde:
-Se l’Itala è oggetto di aggressione da parte di una o più potenze, la Francia osserverà la Neutralità —> si
parla ovviamente dell’Austria

Prinetti si prende dunque l’assicurazione della neutralità francese in caso di guerra austro-italiana, che
sempre era possibile nella visione di due Irredentisti.

Inoltre, nel corso del tempo, più volte a Vienna si immaginò la possibilità di fare una guerra preventiva
contro l’Italia approfittando del vantaggio militare conferito dal Trentino, da cui gli austriaci potevano
facilmente entrare in Italia—> Vantaggio militare-strategico.

Con il 1902, la svolta di Prinetti è netta.

Inoltre, nel 1902 Prinetti si accorda con gli Inglesi sulla Libia, riconoscendogli il titolo di occupazione
sull’Egitto, con un altro scambio di note diplomatiche—> per gli Inglesi era ovviamente meglio avere gli
Italiani come vicini in Africa, che Francia o Germania, in quanto più modesta a livello militare.
Dunque, legami con Francia, legami con Inghilterra e manca solo la Russia, solo che tra le due potenze non
ci sono grandi interessi politici—> l’Italia troverà l’amore come mezzo—> Vittorio Emanuele III°, giovane,
si trova in sposa una principessa montenegrina (Elena di Montenegro), la quale era una signora slava figlia
del Re di Montenegro—> tutte le figlie del RE di Montenegro studiavano presso la corte dello Zar, e la
regina Elena aveva studiato insieme alle fanciulle dell’Aristocrazia russa a Pietroburgo, dove veniva
insegnato tutti ciò che serve per essere una brava moglie di una persona che aveva responsabilità di governo.
La regina Elena conosce il russo, l’aristocrazia russa, lo Zar—> attraverso il Montenegro si allaccia una
specie di legame con i matrimonio del 1896 (nel 1900 dopo l’assassini di Umberto, Vittorio Emanuele III°
diverrà Re).

Spirito dei tempi—> la regina Elena e Vittorio Emanuele III° sproporzionati—> lei altissima, lui bassissimo
—> la madre di Vittorio Emanuele pensava ai nipoti e dunque spinge tantissimo per questo matrimonio,
ovvero per « affinare il sangue della dinastia ».—> ciò comporta che i Savoia non possono essere razzisti
contro gli Slavi, anzi il contrario.

15.10

RAPPORTI ITALIA-RUSSIA
Rimanendo nella Triplice, l’Italia prepara una possibile colazione con le altre potenze (Gran Bretagna,
Francia e Russia).

Il matrimonio tra Vittorio Emanuele III° e Elena fu importante.

La Russia aveva più una visione dubbiosa che di amicizia—> l’Italia era nata sovvertendo l’ordine di Vienna
del 1815, aveva adottato un modello politico contrario a quello russo, si appellò al Principio di Nazionalità (e
la Russia aveva molti problemi su questo fronte), la Russia lo considerava un Paese opportunista
(« Balbettava un ruolo da satellite »).

1896—> Processo di apertura della politica estera italiana


Nello stesso anno avviene quel matrimonio tra Savoia e Elena.

L’attenzione data al Montenegro poteva essere un terreno di incontro tra Italia e Russia.

Il Montenegro è nei Balcani, luogo di interesse di entrambe le potenze, soprattutto in relazione all’Austria-
Ungheria

1891 e 1894—> Alleanza Francia-Russia

Con Prinetti, che segue le orme di Venosta, ottiene:


-Accordo con Francia
-Accordo con GB

Guarda poi alla Russia, in quanto l’intesa del 1897 tra Austria e Russia, sul gestire insieme la politica dei
Balcani non era piaciuta molto agli Italiani—> tanò’è che poi Venosta concluse l’intesa sull’Albania.

Prinetti Ibiza a considerare l’idea di prendere provvedimenti per evitare che l’Austria si metta d’accordo con
altri e quindi quando nel 1902 bisogna rinnovare la Triplice, l’Italia propone di estendere gli accordi presi ai
Balcani—> l’Austria si rifiuta e ottiene solo l’impegno austriaco a sostenere e non opporsi ad un’eventuale
occupazione italiana in Tripolitania.

Ciò non era poca cosa, perché ora all’Italia mancava solo il consenso Russo.
Tuttavia, nulla si risolve sui Balcani per l’Italia.
Prinetti prova allora a rivolgersi alla Russia, nonostante sarebbe stato meglio ideale entrare nel Duopolio
Austro-Russo attraverso l’Austria.

Allora nell’ambito di un giro di viaggi del nuovo Sovrano( nel 1900 VE re)—> prassi tipica:
E Prinetti decide allora di accompagnarlo a Pietroburgo.

Si decide in realtà che era più opportuno andare prima nei Paesi alleati ma:
Vienna non ci si andava, perché gli austriaci non andavano a Roma, a causa della solidarietà con il Papa.

A Berlino però bisognava andarci prima di andare a Germania, ma all’epoca non ci si riusciva ad andare
subito e quindi si pensa di rimandare il giro di un anno.

Però, Prinetti non vuole rimandare il viaggio a Pietroburgo, e quindi con l’aiuto di Barrère (che come
obiettivo voleva svuotare di senso la Triplice Alleanza), che tormenta l’ambasciatore russo a Roma,
organizza comunque la visita.

Anche i Russi comunque non erano contrari alla visita, in quanto volevano capire esattamente il contenuto
della Triplice Alleanza.

Però ciò non è ancora abbastanza per preoccupare veramente la Russia

1902—> viaggio a Pietroburgo e Prinetti incontra il Ministro degli Esteri—> propone uno scambio di vedute
più regolare—> ammicca a un’intesa politica, ma i Russi non prendono impegni.

Nel 1903 era prevista una visita dello Zar a Roma, ma all’ultimo si inventa una scusa—> la Russia non
voleva assolutamente aprire la questione balcanica anche all’Italia, allargando il duopolio con l’Austria.

1903—> Convenzione di Muster—> Austria. eRussia preparano un programma di riforme per le regioni
macedoni da presentare agli ottomani, e Prinetti sa ciò attraverso i giornali

1904—> Accordo di Pietroburgo—> Austria e Russia riconfermano l’intesa del 1897, si promettono la
neutralità in caso che una delle due si trovassero in conflitto con una potenza che l’ha aggredita o con una
potenza che avesse provato a sovvertire lo status quo nei Balcani (ovvero l’Italia per l’Austria)

1903—> Prinetti esce di scena

1904—> Francia e Inghilterra, dopo l’intesa del 1899 dopo la crisi di Fascioda, c’è un altro accordo:
Francia riconosce sfera di influenza inglese l’Egitto
GB riconosce sfera di influenza francese il Marcio
L’accordo prende il nome di Intesa Cordiale

Nel frattempo, la Germania sta rammodernando le sue capacità militari navali, e Francia e Inghilterra si
preoccupano

1905—> Il Kaiser va in Marocco e fa un Endorsment per l’indipendenza del Marocco—> la Germania inizia
una politica polemica nei confronti della Francia, fino ad arrivare ad una conferenza internazionale per
gestire il caso Marocco:
In realtà le cose non vanno come pensava la Germania, dunque alla conferenza ad alghesirar, Francia e Gb
sono schierate insieme e l’Italia è in una posizione al limite in quanto alleata della Germania, ma unita alla
Francia da accordi che mettevano di pari passo la questione marocchina e la questione tripolina
Nella conferenza dunque l’Italia non prende una posizione netta

La conferenza si chiude con la decisione che i Marocco sarà gestito a livello internazionale (poi se ne
occuperanno solo Spagna e Francia)

13 Dicembre 1906—> l’Italia firma un accordo tripartito con Francia e Inghilterra sull’Etiopia:
Si prendono l’impegno di mantenere lo status quo in Etiopia e di collaborare sulle questioni collaterali (es,
gestione delle ferrovie) e stabiliscono una futura spartizione dell’Etiopia in sfere di influenza (Etiopia
spartita in base agli interessi coloniali—> Italia la parte più vicina alla Libia, Francia la parte più vicina a
Gibuti, Inghilterra parte più vicina all’Egitto)
L’Etiopia nel frattempo era un Paese che si era allargato e l’elezione del negus neghesti metteva sempre in
agitazione i colonizzatori ,in quanto era un sistema instabile.

L’accordo segue la morte del negus neghesti Meverik

[[[Questo pezzo di carta del 1906 sarà ripreso da Mussolini nel 1935]]]

L’accordo prevede che nel caso in cui lo status quo venisse meno, i tre Paesi faranno tutti i sforzi necessari
per salvaguardare l’Etiopia e nello specifico:
-Interessi della GB e dell’Egitto sul bacino del Nilo, per regolare le sue acque.
-Interessi dell’Italia in rapporto all’Eritrea e alla Somalia—> in Eritrea c’erano gli Italiani e in Somalia
meridionale dalla metà degli anni ’80 anche (dopo l’operazione di Massawa aveva stabilito relazioni con i
potentati locali che avevano accettato la protezione italiana).
Interesse di prestigio e strategico.
Nel 1906 dunque l’Italia ha l’idea di farsi riconoscere dalla Francia e dalla GB degli interessi specifici nella
zona ad Ovest di Addis Abeba nell’Occidente Etiopico, mi odo che in futuro potesse allacciare un
collegamento territoriale tra Eritrea e Somalia (accerchiando e passando per l’impero etiopico)
-Interessi della Francia in rapporto al protettorato in Somalia francese, per ampliare la zona dii influenza.

In tutto ciò, 1904—> Guerra Russo-Giapponese


Il Giappone si era prima alleato con gli Inglesi—> 1902 Alleanza Militare.
Ciò comporta che nessuno aiuta la Russia rischiando di mettersi contro l’Inghilterra

1905—> vittoria giapponese—> si riaprono vecchie ferite:


Durante le operazioni, che si combattono su terra e su mare (Port Arthur), il Giappone ha quasi la meglio e la
Russia non può mandare il resto della flotta in supporto, in quanto essa era nel Mar Nero, e le Convenzioni
firmate fino ad allora, prevedevano che gli stretti turchi fossero chiusi al passaggio di navi militari russe —>
flotta intrappolata, quindi inutile
Prova allora a muovere la flotta nel Baltico, ma per arrivare in Giappone bisogna passar epe rie capo di
Speranza—> ci vogliono 12 mesi e arrivano in tempo perm la battaglia di Tsushima—> troppo tardi.

Pace di Portsmouth—> Russia rinuncia alla Manciuria e all’isola di Sakarhin.

La sconfitta comporta:
-Rivoluzione russa del 1905 (guerra che ha lo stesso effetto della sconfitta di Adua del 1895 in Italia).
-Chiude la campagna di espansione russa in Estremo Oriente; si inizia a guardare ad Occidente —> sempre
con lo scopo di arrivare ai Mari Caldi
-Nascita dei movimenti di resistenza asiatici contro la colonizzazione europea, perché dà l’esempio che una
nazione ben guidata può ribellarsi all’oppressione straniera, come ha fatto il Giappone, e lo Stato che
ambisce più di tutti a farlo è la Cina.

[[[Il Giappone dal 1868 stava rammodernando il suo Stato e si fece aiutare a livello limitare marittimo dagli
Inglesi e a livello terrestre militare dai Tedeschi—> i migliori nel campo.
Apice della rivoluzione—> vittoria 1°G.M.
1894-1895—> I Giapponesi staccano la Corea ai Cinesi (dal 108 a.C. uno Stato vassallo della Cina)]]]

Ce la si prende con lo Zar ovviamente per la sconfitta.

C’è da dire che tra i nuovi movimenti del 1905, non ci sono solo socialisti e antimonarchici, ma c’è una la
futura nuova classe dirigente liberale, che voleva una revisione del sistema monarchico—> infatti, con la
rivoluzione arrivano le prime rappresentanze locali ed una Duma.
Questi nuovi liberali scoprono poi che anche loro, come i loro colleghi dei Paesi che avevano il Parlamento,
dovevano andare in Parlamento e rendere conto della loro azione (es. Ministri degli Esteri)

I Liberali non volevano perdere lo status di grande potenza in Europa e dunque iniziano a ripensare al
problema degli Stretti, per tornare a essere veramente presente in Europa e nei Balcani soprattutto,
presupposto fondante della presenza russa in Europa.

Ministro degli Esteri nominato nel 1906 si pone subito tale problema, ovvero chiudere le ferite aperte
orientali e concentrarsi in Europa

1907—> Accordo Anglo-russo sul calco di quelli raggiungi tra Francia e GB—> si cerca di mettersi
d’accordo sulle specifiche sfere di influenza in Asia e nel Golfo Persico, eliminando le contese:
-Afghanistan resta protettore britannico, ma la Bg prende l’impegno di non condurre una politica ostile ai
Russi
-Persia resta indipendente, ma tagliata in due sfere di influenza (parte Settentrionale è influenza russa, parte
Meridionale è influenza inglese)
-Tibet—> proclamano il reciproco Disinteresse

Manca però il riferimento agli Stretti, perché gli Inglesi non vogliono—> il Ministro degli Esteri inglese usa
la tattica del « mm, poi vediamo » e i Russi ci credono

La Russia dunque struttura la sua politica estera incentrandosi su questa promessa inglese:
-La Francia è alleata è quindi darebbe il consenso
-L’Italia era ben conosciuta da Izsvolski, in quanto era stato giovane rappresentante presso la Santa Sede, e
voleva comunque tenersela buona—> termina la politica di assoluta freddezza russa nei confronti dell’Italia.

18.10

CRISI ANNESSIONE DELLA BOSNIA 1908-09


Nazione composita (Slavi, tra cui Croati o Serbi, Musulmani, anch’essi di lingua e cultura slava, ma che si
sono islamizzati, come alcuni Albanesi).
Un movimento nazionale slavo che ambisce ad una sua autonomia, ovvero un’autonomia di quelli definibili
Slavi del Sud (=Jugoslavi—> Croati, Sloveni, Bosniaci, Serbi, Montenegrini, Macedoni)
Sulla scorta del movimento nazionale italiano, il principato di Serbia, poi regno di Serbia, aspira a fungere da
elemento catalizzatore di questo elemento nazionale sud slavo, svolgendo una ruolo simile a quello del
Piemonte durante l’unificazione.
Il progetto alternativo viene concepito da Croati e Sloveni, slavi dell’Impero asburgico, i quali nella
maggioranza non desiderano la loro unione alla Serbia, in quanto temono il centralismo serbo, e in modo
alternativo preferirebbero costituire all’interno dell’Impero Asburgico uno stato slavo, affinché lo Stato
Austro-Ungarico divenisse un impero Austro-Ungarico-Slavo, secondo lo schema seguito al momento del
apertura agli ungheresi nel 1867—> componente più moderata rispetto ai Serbi, in quanto non vuole ridurre
il territorio austro-ungarico, ma vogliono un’autonomia all’interno dello Stato asburgico.
La crisi che ne scaturisce è un preludio alla 1° G.M., in quanto gli ingredienti sono gli stessi, cambia solo che
i Russi nella Crisi saranno più morigerati rispetto a dopo.

Nel 1908:
-Scadenza dei diritti di occupazione che l’Austria Ungheria aveva ottenuto sulla Bosnia con il trattato di
Berlino del 1878
-Salito al potere nell’Impero Ottomano dei Giovani Turchi, che si rifacevano alla tradizione della Giovane
Italiana Mazziniana—> volevano frenare il decadimento dell’Impero ed il suo progressivo disfacimento —>
meno aperti al dialogo, in quanto le loro riforme erano incentrate su un governo fortemente centralizzate

Il coincidere di queste due circostanze provocherà la crisi.

Infatti, la classe dirigente austro-ungarica, tenendo conto della politica sobillatrice della Serbia, che ambiva
alla Bosnia-Erzegovina, cerca una soluzione immediata per mettere un freno alla politica della Serbia e per
frenare l’interesse serbo verso la Bosnia. E l’Erzegovina
Il ministro degli esteri Herentals austriaco si propone di presentare una sorta di fatto compiuto alla comunità
internazionale—> annettere direttamente la Bosnia Erzegovina allo scadere dei 30 anni previsti a Berlino

Il problema è che serviva il consenso degli Stati co-firmatari della convenzione di Berlino e la prospettiva
non era delle migliori—> infatti, subito la Russia, che era più che mai disposta a cambiare il regime degli
Stretti turchi, pensa che sia la situazione perfetta per ottenere il consenso austriaco

E infatti la Russia propone un reciproco consenso—> Austria deve dare consenso all’apertura degli stretti
turchi e prevede compensi per Serbia e Montenegro e allora la Russia avrebbe dato consenso all’annessione
della Bosnia.

Inoltre, la Russia era turbata dal farro che è vero che il Montenegro aveva ottenuto l’Indipendenza nel 1878,
ottenendo il Porto di Antibali, ma il porto fu neutralizzato e l’Austria aveva il diritto di controllare la polizia
marittima e sanitaria del Montenegro—> ciò implicava ad esempio che quando Vittorio Emanuele si sposa
con Elena nel 1896, per andar a prendere moglie doveva arrivare in Montenegro, ma l’Austria nega al
principe il diritto denegarsi in Montenegro il diritto di recarsi in Montenegro scortato dalle navi della Marina
italiana (idea della portata del problema)

Dunque, izvolski propone si subordinare l’assenso della Russia all’annessione austriaca in cambio di alcuni
« compensi » alla Russia, alla Serbia e al Montenegro

Tuttavia, l’Austria decide di non negoziare con la Russia

A Buclau si incontrano i due ministri degli esteri, ma l’austriaco non prendere alcun impegno per iscritto —>
Izvolski non ottiene nulla di concreto, ma si auto-convince dell’accordo a tal punto che informa anche lo Zar
di ciò, dicendogli di non opporsi all’annessione austriaca della Bosnia.

Izvolski va a raccogliere i restanti consensi, ma si rende conto che i suoi progetti erano sbagliati:
-A Londra, gli fanno capire che aveva capito male—> NO Gb
-No della Francia a causa del no Inglese
-A Roma, viene a sapere che l’Austria ha deciso di prendere la Bosnia e di regolare la situazione solo con
l’Impero Ottomano—> l’Italia era stata avvertita da Herentals all’ultimo momento—> aggiramento degli
impegni presi con la Triplice Alleanza

Herentals aveva dato per scontato che l’Italia non avrebbe dato grandi problemi sull’azione in quanto
pensava di ricompensarla mettendo un buona parola con la santa sede, per spingerla a ammorbidirsi sul
divieto per i sovrani cattolici a venire a Roma

Izvolski poi informa Tittoni degli incontri con l’Austria e quindi egli si rende conto che ancora una volta
Russia e Austria si erano incontrati senza coinvolgere l’Italia per i Balcani

Avendo entrambi compreso le cose che Herentals non li aveva avvertiti di alcune cose, inizia a formarsi
l’idea che convenga trovare degli accordi tra di loro—> primo avvicinamento italo-russo
5 ottobre 1908—> notizia dell’annessione della Bosnia all’Austria

La notizia arriva in concomitanza alla dichiarazione d’indipendenza della Bulgaria


Dunque, abbiamo una doppia violazione della Convenzione di Berlino —-> shock generale, e soprattutto
russo

Italia e Russia devono prendere atto che l’Austria le ha mese davanti al fatto compiuto e non è disposta a
dare compensi.

Dunque, iniziano a pensare cosa fare, ma nel momento in cui c’è da porre un rimedio ognuna segue la sua
strada, nonostante la discussione di pochi giorni prima:
-La Russia insiste per la convocazione di una conferenza internazionale per far si che almeno Serbia e
Montenegro ottengano qualcosa—> vuole far avere alla Serbia dei compensi territoriali a spese dell’Austria
—> sembra quasi sul piede di guerra, ma l’Austria non cede, e se lo può permettere perché sa che alle spalle
ha il sostegno della Germania, tant’è che per risolvere la situazione interviene proprio la Germania

Marzo 1908—> Ultimatum tedesco in cui o si riscorse l’annessione austriaca o si fa la guerra era Germania
si schiera con l’Austria —> le altre potenze non avevano la minima idea di intraprendere una guerra e quindi
la Russia è costretta ad accettare la situazione così com’è.

Cos’ si chiude l’annessione della Bosnia-Erzegovina—>con un atto bilicare tra Vienna e Costantinopoli
l’Austria ottiene ciò che voleva, con la sola rinuncia dei suoi diritti sul Sangiaccato (territorio che separata
Serbia e Montenegro

Anche l’Italia ne esce scontenta, perché l’Italia non ottiene alcun compenso territoriale, o il compenso
consolatorio che aveva chiesto, ovvero l’apertura di un’università italiana a Trieste.
Ottiene solo l’impegno austriaco a rinunciare ai diritti di controllo della polizia marittima nel Montenegro—
> poca cosa.

Anche i Serbi ovviamente ne escono fortemente scontenti.

Antecedente 1° GM—> si parte sempre dalla Bosnia—> stavolta i Russi cedono, ma nel 1914 non lo
faranno. (Dietro Austria c’è la Germania e dietro la Serbia c’è la Russia)

La conclusione della vicenda mette in moto un processo di avvicinamento tra Italia e Russia:
-In Italia riemerge il dubbio sull’utilità della Triplice
-In Russia la politica austriaca determina una rottura dei rapporti con l’Austria-Ungheria, anche se non a
livello diplomatico ma le relazioni non torneranno mai più come quelle di un tempo.
Izvolski addirittura si dimettere dagli esteri, serbando rancore a vita per Herentals—> viene meno lo spiriterò
che aveva animato la loro intesa del 1897 sulla comune politica balcanica.

Un anno dopo, si arriva all’accordo tra Italia e Russia (primo atto politico bilaterale firmato dai due Paesi).

In quell’anno, la Russia tergiversa—> Tittoni aveva preparato l’accordo da molto tempo, ma Izvolski
risponde solo con scuse per molto tempo, perché stava cercando di capire se fosse possibile recuperare i
rapporti con l’Austria

Quando l’Italia ritira la proposta perché pensa che la Russia non voglia, Izvolski inizia a rincorrere l’Italia
per arrivare all’accordo.

Era rimasta in sospeso la visita dello Zar in Italia—> 24 ottobre 1909—> visita di Nicola II e firma
dell’accordo di Racconigi tra i due Paesi.
Rispetto alla proposta originale di Tittoni, aperto ad una possibile futura entrata dell’Austria (come aveva
provato a fare Prinetti nel 1902), la Russia insiste per un accordo solamente bilaterale e nel predisporre gli
articoli dell’accordo spinge per il fatto che l’accordo sia indirizzato contro l’Austria Ungheria, per sbarrarle
la strada dei Balcani—> in sede diplomatica, si concorderà una politica comune nei Balcani, incentrata sui
principi:
-Mantenimento dello Status quo
-Se si modifica l’assetto, Italia Russia si impegnano a favorire un libero sviluppo degli stati Balcani secondo
un principio di nazionali ed a esclusione di una terza potenza—> ovvero, i futuri assetti dei Balcani andranno
a vantaggio di stati balcanici (Serbia e Montenegro) ed ad esclusione dell’Austria

Izvolski propone anche di aggiungere una clausola che prevede che l’Italia si magna a riconoscere gli
interessi russi negli Stretti e a favorire soluzioni in merito, in cambio la Russia riconosce e s sostiene gli
interessi italiani in Tripolitania—> Tittoni accetta perché parliamo dell’ultimo consenso necessario per
l’Italia per entrare in Tripolitania.

Bisogna però aggiungere due cose:


-Mentre negoziava l’accordo con la Russia, l’Italia aha portato avanti un negoziato con l’Austria che aveva
la stessa struttura—> l’Italia vuole garantirsi un’intesa anche con l’Austria e infatti si prende l’impegnò di
mantenere lo status quo nel Balcani e a estendere il principio dei compensi previsto dall’art 7 della Triplice
anche al caso dell’occupazione del Sangiaccato dell’Austria—> l’Italia non ha abbandonato l’Austria
-Tittoni specifica ad Izvolski che firmando l’accordo, l’Italia non ha nessuna intenzione di abbandonare la
Triplice Alleanza, cosa che farà solo nel giorno in cui deciderà di farle guerra

Così si conclude la parabola dell’avvicinamento italo-russo, avvenuto come reazione alle reciproche disfatte
davanti all’Austria.

GUERRA ITALO-TURCA
La prova del 9 della debolezza dell’accordo è la guerra italo-turca.

La « Libia » è un territorio che non ha comunicazioni che si sviluppano Est-Ovest, ma solo Nord-Sud—> la
Libia è un cono vulcanico che nei secoli ha eruttato dalla sua base verso il Mediterraneo tutto ciò che c’era li
sotto (uomini, cultura, ricchezze ecc..) fin dai tempi di Roma Antica
Territorio ampiamente desertico ed oggi con le medesime vie di comunicazione di una volta.—> funzione
della Libia è portare verso il Mediterraneo chi e cosa arriva dal Sud Africa
Es. tra Tripoli e Bengasi non ci sono linee di comunicazione —< sarà poi una delle fisse di Gheddafi.

All’epoca la Libia era divisa in alcune regioni storiche (Tripolitania, Cirenaica e Fezzan)

La Cirenaica è stata influenzata per più di un secolo da Mohammed al Salusi (il c.d. « Il Senusso ») un
teologo/predicatore formatosi in Algeria e a La Mecca che si è ritirato in preghiera nel 1837 nell’oasi di
Giarabub, iniziando a fare predicazioni e proseliti (come fece Mahdi), promuovendo il ritorno alla purezza
delle scritture, priva della modernizzazione Occidentale e dei Giovani Turchi —> capo religioso e politico
che estende la sua autorità su tutta la regione e contribuendo alla formazione dell’identità della Cirenaica.
Dopo il 1910-11, avviata la colonizzazione della Libia, gli italiani si scontreranno con questa figura.

Crisi Marocchina, luglio 1912—> scontro tra il desiderio dei francesi, ottenuto il consenso inglese, russo e
italiano, di prendersi il Marocco in protettorato, ed opposizione tedesca attraverso navi da guerra.
Dietro la minaccia tedesca si cela il nuovo ruolo che ha la Germania nell’Europa e nel mondo, essendo
oramai la seconda potenza al mondo.
Lo scontro tra le due potenze diventa una scontro tra Impero Britannico e Germania.
Prima lo scontro globale era tra Russia e GB, mentre adesso era in scena anche il contendente tedesco, che
insiste soprattutto in Europa e nell’Impero Ottomano.

[[[L’esempio più emblematico è la ferrovia Berlino-Baghdad con sbocco nel Golfo Persico, mare di
competenza esclusiva inglese; progetto mai completato a causa della Prima Guerra Mondiale]]].

[[[Nel 1899 nasce il Kuwait, pezzo dell’Impero Ottomano per volontà inglese, che ci stabilisce un
protettorato e che serve a sbloccare l’eventuale futura avanzata della Germania nell’area.]]]

L’Italia si trova in mezzo allo scontro, e comprende che le mire tedesche coprono oramai anche il
Mediterraneo e quindi, sul chiudersi della crisi marocchina, aprono la questione della Tripolitania con
l’impero Ottomano—> vogliono ottenere velocemente un protettorato sull’area, avendo paura che in futuro i
tedeschi, oltre che i già temuti francesi, possano intromettersi.
27 settembre 1911—> l’Italia dichiara guerra all’Impero Ottomano solo per ottenere un documento scritto
che attesti il suo protettorato il Libia; l’Impero Ottomano non aveva oramai alcun interesse a difendere la
Libia e quindi l’Italia ottiene ciò che vuole (Tripolitania e Cirenaica si erano di fatto sempre autogovernate, e
la sovranità ottomana era puramente simbolica).
L’Italia vince velocemente controlli Ottomani, ma il problema è poi vedersela con i libici.

21.10

DALLA LIBIA AL DODECANNESO


Le trasformazioni economiche che la Germania subisce negli ultimi anni dell’800 e i primi del ‘900,
comporta una trasformazione delle generazioni, e la nuova classe dirigente sarà be. Diversa d quella
precedente, essendo più nazionalista, più estremista e più razzista della precedente.
Nascono anche nuovi desideri (es. Ferrovia Berlino-Baghdad).

La crisi marocchina, come tante altre crisi coloniali, si conclude senza arrivare ad una guerra, ma essa dà
l’avvio alle ultime battute dell’irosa italiana in Libia.

La presenza italiana in Libia viene perseguita almeno dal 1887 (primo rinnovo della Triplice Alleanza),
cercano di ottenere i consensi di tutte le grandi potenze, ultimo quello della Russia dato a Racconigi
(Piemonte) dalla Russia nel 1909.

Nel 1911 con la chiusura della crisi marocchina, con l’avvio dei negoziati per accordo tra Francia e
Germania, con cui la Germania finirà per riconoscere il dominio francese sul Marocco, il governo Giolitti ac-
celera i preparativi, e San Giuliano non vorrebbe arrivare ad una guerra, essendo possibile ottenere un
semplice accordo di protettorato.

[[[Ministro degli Esteri del governo Giolitti fu Antonino San Giuliano, nobile di Catania e fedelissimo di
Giolitti, che era arrivato agli Esteri molto anziano e poco prima di morire nel 1914 scoppia la prima guerra
mondiale e lui aveva la cotta—> nella corsi del 1914, quando l’Italia deve scegliere cosa fare, il ministro
passa gran parte del tempo a Fiuggi per beneficiare delle cure termali e chi lo vuole vedere deve andare li per
forza, compresi ambasciatori esteri]]]

Dunque, si arriva ad un compromesso—> sapendo che la Libia era essenzialmente inutile, se no in virtù del
principio dell’equilibrio tra potenze europee, si cerca di giungere ad un accordo con gli ottomani, tant’è che
la dichiarazione di guerra del 27 settembre 1991 è solo uno strumento di pressione per giungere ad un
compromesso.
La speranza è che si mantenga la sovranità dell’impero ottomano, che però riconosca la Libia come zona di
espansione ed influenza italiana.
L’espansione in Africa era un tentativo di bloccare l’espatrio di italiani verso il continente americano, ma in
tale caso non si parla neanche di questo.
Si sapeva che la Libia fosse uno « scatole di sabbia » e che quindi fosse impossibile far emigrare veramente
gli italiani lì—> per questo San Giuliano non vuole una guerra.

[[[1908—> nasce il partito nazionalista]]]


5 novembre 1911—> il governo Giolitti cambia politica, e fa una dichiarazione di assumere la sovranità sulla
Libia—> non c’è più la volontà di raggiungere un accordo, si voleva la cessione di quelle terre, non un
protettorato.
La politica cambia perché il 4 novembre c’è stato l’accordo definitivo tra Francia e Germania sul Marocco, e
dunque c’è il timore che una delle due in futuro avanzasse pretese sulla Libia.

In realtà, certamente ha valore quanto detto, ma possiamo aggiungere un’altra motivazione di matrice interna
—> Giolitti è bersagliato dai Nazionalisti che chiedono a gran voce un risultato concreto e dunque il governo
è spinto a questo passo estremo di entrare in una guerra da dover effettivamente vincere.

L’impero ottomano non aveva chissà quale esercito in Libia, ma solo qualche migliaio di uomini a Tripoli, in
quanto i libici si erano sempre autogovernati di fatto.

[[[Tripoli—> Tripolitania
Benghasi—> Cirenaica]]]

Dunque, per gli italiani è facile sconfiggere le forze ottomane, ma il problema è poi affrontare una guerra
non convenzionale (c.d. guerra simmetrica, guerriglia) in un mondo desertico contro i veri libici, tra cui i
seguaci del Senusso.
Di fatto, gli italiani arriveranno un po’ a Sud in Libia, ma non la controlleranno mai veramente a livello
militare se non nel 1920 grazie alle spedizioni del maresciallo Graziani.

La guerra con gli ottomani si combatte per mare, affinché essi accettino la sovranità italiana in Libia.
Per affondare un colpo, la marina italiana immagina di attaccare l’impero ottomano nel cuore
(Costantinopoli e gli Stretti), e allora si pensa di occupare una delle Isole all’imboccatura degli Stretti, ma
per farlo, dal punto di vista diplomatico bisogna preparare il background.

Dunque, gli italiani si rivolgono alle altre potenze, e tutti quanti non la vedono benissimo, per paura che ne
venga fuori una guerra più estesa, e inglesi russi e francesi decidono però di aiutare l’Italia comunque per
staccarla dalla Triplice.
I Tedeschi danno il consenso
A Vienna danno il consenso, ma gli ricordano che all’art. 7 della Triplice Alleanza c’è scritto che se lo status
quo delle isole ottomane dovesse essere modificato attraverso un’occupazione, l’altra potenza deve ricevere
un compenso—> praticamente la clausola voluta dagli italiani per dare vita all’Inorientamento, ci si ritorce
contro.

L’Italia pressa talmente tanto, che Berlino interviene e impone a Vienna di dire sì all’operazione senza
compensi, altrimenti l’Italia sarebbe finita per andarsene dalla Triplice.
Dunque, Vienna accetta, a condizione che l’occupazione avvenga ad isole più lontane dal cuore di
Costantinopoli, ovvero nelle Sporadi Meridionali (Rodi e ciò che sarà il futuro Dodecanneso).

Il capo di stato maggiore della marina militare italiana scrisse che:


Le isole davanti agli Stretti era utile per pressare i Turchi, ma andare a Rodi e dintorni era inutile.
Inoltre, Rodi non è una terra strategica e non rappresenta una minaccia per i turchi, inoltre, è priva di risorse
minerali e di punti di ancoraggio—> vantaggi materiali nulli, vantaggi militari dubbi.
Infine, dice che ci sono, solo a Rodi, 40000 pescatori di spugne, agricolture di sussistenza e basta.—> se si
occupa Rodi, bisogna dare sussistenza a questi uomini
Dunque, sarebbe il caso di non occuparla.

Eppure, una settimana dopo, 26 aprile, l’operazione si fa lo stesso, sempre per una motivazione interna—>
mentre si fa la guerra con la Turchia, l’opinione pubblica, soprattutto i giovani, chiedeva un risultato
concreto al governo e ciò spinge il governo ad organizzare il 18-19 aprile una spedizione per forzare gli
Stretti, ma essa sarà un fiasco militare ed allora pochi girini dopo si decide di soddisfare l’opinione pubblica
con il Dodecanneso.—> valore economico e militar nullo, se non negativo a livello economico.
Ottobre 1912—> dall’8 ottobre l’impero ottomano è in difficoltà e quindi Serbia e Montenegro gli
dichiarano guerra, e quindi i turchi vengono a patti con gli italiani, per concentrarsi sull’altra minaccia.

Pace di Losanna, 1912—> trasferimento dell’amministrazione civile e militare della Libia all’Italia, più ritiro
italiano dal Dodecanneso, nel momento cui i turchi si sarebbero ritirati dalla Libia.
N.B. I turchi lasceranno dei presidi in Cirenaica, e dunque l’Italia non abbandona il Dodecanneso

Dunque, la pace è il frutto dello scoppio di un’altra guerra contro i turchi.

L’evento ci dimostra quanto l’opinione pubblica pesi a livello politico e per il governo in carica.
Il governo italiano era instabile all’epoca e lo Statuto Albertino iniziava ad essere in adatto per uno Stato di
30 milioni di persone—> istituzioni « vecchie »
L'instabilità politica comporta una lotta politica all’interno sfrenata—> pressione sui governi per dare dei
risultati alle diverse fazioni, anche quando non è vantaggioso.

Inoltre, l’Italia nasce attraverso il principio di Nazionalità (autodeterminazione nazionale), e tutto sommato
mantiene nello spirito tale caratteristica, però nel 1912 fa qualcosa di nuovo rispetto a prima, ovvero vanno
in Europa, nel Dodecanneso, occupano terre occupate da « bianchi cristiani » e colonizzano la terra—>
evento diverso dalla colonizzazione dell’Africa per lo spirito dell’epoca —> tradimento dei valori che la
nazione italiana aveva coltivato in teoria.

Dal Dodecanneso l’iItalia non se ne andrà mai, e non lo chiameranno mai colonia, perché in Europa non ci
poteva essere una colonia, e dunque lo definiranno un « Possedimento italiano nel Mediterraneo »—> il
Dodecanneso veniva gestito dal ministero degli esteri e non dal ministero delle colonie.

Il Dodecanneso verrà tenuto fino alla fine della 1°GM e la sua amministrazione darà diversi problemi.

Dunque, l’Italia si butta in un’operazione assurda per la società del tempo, in base a dei semplici umori
dell’opinione pubblica (Cavour non avrebbe mai pensato ad una cosa simile)—> cambio generazionale, con
nuove istanze.

L’occupazione diventerà la spina nel fianco nel rapporto tra Italia e Grecia.

Diversi europei, ed italiani, avevano combattuto nel 1821 a fianco dei greci per l’indipendenza.
Nuove generazioni peggio delle precedenti??? (Aspetto morale).

22.10

GUERRE BALCANICHE
Dunque, l’impero ottomano concede la guerra con l’Italia a causa di nuove minacce provenienti dai Balcani.
Come ogni guerra, anche questa ha una attività da parte delle grandi Potenze e la coalizione degli Stati
balcanici è in qualche modo incoraggiata e sostenuta dall’Impero Russo (grande rivale del mondo tedesco
nella regione).
I Russi erano rimasti frustati dall’annessione della Bosnia-Erzegovina da parte austriaca, senza che Russia,
Serbia e Montenegro ottenessero dei compensi.

Durante la guerra italo-turca, la Russia riprova ad ottenere il suo desiderato bottino, e quindi prova a
negoziare un accordo con la Turchia, offrendo la sua protezione di Costantinopoli e stretti in guerra, in
cambio del permesso di poter transitare per gli Stretti con le navi militari.

Ma anche questo tentativo del 1911 fallisce.

Ciò viene a coincidere con un particolare fermento ripreso nel Balcani, e nello specifico la guerra aveva
attirato l’attenzione degli Stati balcanici, che ritenevo l’Impero Ottomano indebolito dal conflitto con l’Italia,
decidono di agire.

I Balcanici iniziano a parlare tra di loro, e la Russia si inserisce incoraggiando e orchestrando il dialogo—>
la prima mossa è mettere d’accordo Serbia e Bulgaria, i suoi Stati di riferimento, ma che avevano entrambi
lo stesso interesse per la Macedonia Storica [popolata da slavi (ortodossi ma divisi in bulgari, serbi e chi si
definiva macedone), greci, romeni (c.d. aromeni o kuzovalacchi), turchi musulmani e in Kossovo gli
albanesi]

I Russi vogliono liberarsi della presenza ottomana in Europa e favorisce una serie di trattati tra gli stati.

13 marzo 1912—>Serbia e Bulgaria—> il trattato prevede un annesso segreto che prevede un’azione
offensiva nell’ottica in cui si arrivi un domani a superare lo status quo turco nei Balcani e si concorda di
combattere insieme e di spartirsi i futuri territori:
-Serbia—> una parte delle regioni albanesi settentrionali
-Bulgaria—> una parte della Tracia
-Macedonia—> si decide che la parte settentrionale (attuale Kossovo) sarà sfera d’influenza e annessione
serba, e la parte meridionale sarà bulgara; la zona centrale resta (Skopje e dintorni) contesa e affidano la
decisione in futuro allo Zar, ossia la Russia, dopo la guerra.

Messesi d’accordo Serbia e Bulgaria arriva un altro accordo:

Accordo tra Grecia e Bulgaria—> I greci volevano la parte macedone di Salonicco e le isole dell’Egeo—>
rimane in sospeso però a chi dovrà andare la regione di Salonicco.

Infine, si inserisce il Montenegro che si mette d’accordo con la Serbia.

Ottobre 1912—> alleanza Serbia e Montenegro per spartirsi il Sangiaccato (corridoio che collega Serbia e
Montenegro).
Russia e Serbia ideavano una futura unione tra Serbia e Montenegro.

8 ottobre 1912—> Montenegro dà inizio alla guerra, e seguono tutti gli altri.

Tutti gli Stati riescono ad occupare le zone di loro interesse, Ele altre grandi potenze vedono:
-I Balcanici hanno stravinto oramai
-Serbia e Montenegro avanzano verso l’Adriatico, occupando il Sangiaccato e continuando a scendere.
-Bulgaria avanza talmente rapidamente che prende Adrianopoli e si ferma a 30km da Costantinopoli—>
terrore della Russia, perché rimane il dubbio su cosa vorranno fare gli Stati

La Russia si preoccupa molto per gli Stretti e l’Austria si preoccupa per il fatto che la Serbia era quasi
arrivata all’Adriatico.

Dunque le grandi potenze intervengono (i famosi 6 del 1856):


Conferenza di Londra—> ambasciatori di tutte le grandi potenze e ambasciatori di alcune potenze
belligeranti iniziano a discutere su come si può organizzare la nuova Europa Balcani, mantenendo un
principio di equilibrio nel Balcani.
L’idea austriaca è quella di togliere i territori ai Serbi, ma non annettendoli come fatto con la Bosnia, ma si
pensa di raggruppare tutti i territori su cui la Serbia avanza aspirazioni secondo un principio etnico —> si
pensa di riunire tutti i Villaiet albanesi per creare una Grande Albania.

[[[Kossovo, così come i territori albanesi, come meta di passaggio della Serbia per poter arrivare
sull’Adriatico, sua grande aspirazione]]].

[[[Gli albanesi non volevano distaccarsi dagli ottomani, volevano solo un’autonomia, però nel 1912 gli si
pone il prole della sopravvivenza, ovvero di evitare l’ingerenza di Serbia, Montenegro e Grecia, che
avrebbero sparato via la loro cultura, e quindi a quel punto decidono di unirsi, albanesi musulmani, cattolici
ed ortodossi, e di proclamare la loro indipendenza]]]

28 novembre 1912—> L’Albania dichiara l’indipendenza, sostenuta da Italia e Austria-Ungheria.

Però, il distinguo per l’Italia è che è d’accordo con l’indipendenza dell’Albania, anche perché sa che nei
Balcani è meglio muoversi con l’Austria (=accordi precedenti ponevano di decidere insieme cosa fare dei
territori albanesi)
L’Italia però è anche una potenza adriatica, dunque vuole stare nella penisola balcanica, ovvero avere
un’influenza nella zona, e in questo senso è sia alleata degli austriaci, sia degli inglesi, sia concorrente
dell’Austria—> la creazione dell’Albania creare un interrogativo, in quanto l’Austria insiste molto per far
assegnare la gestione di questo neo Stato all’Austria e all’Italia, ma l’Italia sa di essere più debole degli
austriaci, soprattutto perché nelle regioni albanesi ci sono cattolici ai quali si può appellare l’Austria, mentre
l’Italia no, essendo ancora formalmente in guerra con il pontefice.

L’Italia cerca quindi di controbilanciare, e quindi a Londra si schiererà nelle decisioni sostanziali con
Vienna, ma nel momento in cui c’è bisogno di stabile i confini esatti, cerca di collaborare anche con le altre
potenze, ovvero Francia, Inghilterra e Russia, che sono invece meno ben disposte all’idea di dare tutto questo
territori all’Albania, in quanto ognuna ha una regione di interesse e quindi è portata a sostenere gli Stati
balcanici che si trovano in quelle regioni:
-La Russia sostiene Serbia e Montenegro
-Francia e Inghilterra sostengono la Grecia, che è interessata in Macedonia e nell’Adriatico, in quella che è la
parte meridionale dell’Albania, ovvero dell’Epiro (che ha come punto di riferimento Valona).

Quindi mentre l’Austria sarà ferma sul punto, l’Italia cercherà di mediare—> il risultato saranno dei confini
decisi il 30 marzo 1913 in un trattato che sancisce:
-Perdita ottomana dei suoi territori in Europa—> tutti i Balcani vengono sottrati ai turchi.
-Tutti i territori tra la linea Midia e la linea Enos saranno spartiti tra i Balcanici, che hanno vinto la guerra.
-Una parte sarà l’Albania
-La Serbia non ottiene lo sbocco sull’Adriatico e come compenso le viene promesso uno sbocco
commerciale (ferrovia verso un porto sull’Adriatico; l’Austria offre Spalato, porto asburgico e l’Italia si
oppone, perché avrebbe compromesso gli equilibri) e le viene concesso una grande porzione del Kossovo.
-La Grecia ottiene una parte dell’Epiro
-La Bulgaria ottiene la parte dell’Albania vicino al suo confine.

Il risultato è che la metà degli albanesi sono ancora fuori dall’Albania Stato e solo alla fine della Jugoslavia
la situazione si modificherà.

Il problema dell’assetto deciso è che il trattato di pace non chiude la questione, dato che a Londra si era
decido che delle commissioni tecniche avrebbero confermato o meno le decisioni prese sulla carta.

Inoltre, la Serbia è rimasta insoddisfatta, in quanto non ha ottenuto l’Adriatico e quindi vuole qualcosa di
più, ovvero chiede altro territorio in Macedonia—> salta l’accordo tra Serbia e Bulgaria del 1912

Anche la Grecia vuole di più e rivendica la zona macedone di Salonicco, non assegnata

Nasce quindi la seconda guerra Balcanica—> guerra tra gli Stati Balcanici per prendersi una parte della
Macedonia Storica
Serbia e la Grecia si uniscono contro la Bulgaria

Si aggiunge la Romania, che fino a quel momento era rimasta neutrale, ma che comunque con il trattato id
Berlino aveva perso i territori che si affacciavano sul Mar Nero (Dobrugia) e quindi interviene nella guerra
per riprenderseli

La guerra finisce con la sconfitta della Bulgaria.

L’Impero ottomano sfrutta la situazione e si riprende Adrianopoli.

Agosto 1913—> Trattato di Bucarest—> La Bulgaria perde tutti i territori conquistati durante la prima
guerra:
-La sua parte della Macedonia viene spartita tra Grecia e Serbia
-Perde Adrianopoli, anche se mantiene una parte della Tracia

Eppure, la pace non è ancora fatta, perché i confini dell’Albania erano ancora in definizione e gli Stati
Balcanici non vogliono ritirare le truppe dai territori albanesi.
Dunque, l’Albanie nasce con grandi turbolenze.

[[[Crisi tra Serbia e Austria per l’Albania e si va sull’orlo della guerra]]]

Inoltre, in previsione della necessità di tenere in vita l’Albania, minacciata in tutti i suoi confini, porta le
grandi potenze a farsene garanti e a stabilire che l’Albania sarà dotata di un suo governo provvisorio a
Durazzo, supervisionato da una commissione internazionale comporta dalle 6 grandi potenze, che
controlleranno l’amministrazione dello Stato e si mette a capo del Regno un principe oggetto di grande
contesa, soprattutto tra Italia e Austria —> L’Austria voleva un principe cattolico e tedesco, e l’Italia si
oppone.

Alla fine si sceglie un principe tedesco (di Germania) Guglielmo di Witt, luterano—< egli viene lasciato a se
stesso, perché diventa oggetto di azione diplomatica tra austriaci e italiani e sopratutto non ha il sostegno
francesi, inglese e russo, le quali hanno accettato che nascesse la nascita dell’Albania, ma per bono pacis,
ovvero per non creare scontri, quindi non la vogliono proteggere.

Quello che salva il principe sarà lo scoppio della prima guerra mondiale, perché da quando nasce, l’Albania
sarà preda di:
-Scontri interni tra gli albanesi
-Pressing degli Stati Balcanici
-Il principe doveva creare uno Stato in una regione che si era di fatto sempre autogestita.

Il principe non sa che fare, ma quando scoppia la guerra, nell’agosto del 1914 parte per il fronte.
L’Albania non verrà più protetta da nessuno perché tutte le potenze sono occupate nella guerra.

[[[1830—> la Grecia, indipendente dai turchi, riceve un sovrano tedesco e lo tiene—> tali operazioni si
potevano ancora fare, ma 100 anni dopo non si possono più fare, senza fare i conti con la popolazione locale,
ovvero gli albanesi nel nostro caso, che sono tribù e clan come in Libia, e quindi non facili da controllare.
Stesso governo che viene imposto ai libici dopo la caduta di Gheddafi—> il nuovo capo fu deciso dalla
comunità internazionale ,e i libici non lo volevano nemmeno far sbarcare in Libia

Stessa cosa in Afghanistan, dove furono messi al potere afghani di nome, che in realtà avevano studiato
sempre in America e che erano al di fuori ormai dalla realtà afghana —> governo privo di seguito o di
consenso, dato che parliamo di elezioni truccate

Il caso Albanesi è uguale pecche ci offre un parallelo di State-building internazionale calato dall’alto]]].

Dunque, Guglielmo di Witt si salva—> preferisce andare al fronte, piuttosto che rimanere in Albania—>
dura 6 mesi.
L’Albania rimane priva di un governo per le Grandi Potenze, anche se ovviamente continuano a governarsi
con i vecchi usi che continuavano ad esistere.

Certo le presenze di truppe straniere, tipo quelle serbe, creano molti problemi.

Le guerre balcaniche durano poco, e quindi tutti sono convinti dal 1913 che oramai è tale il progresso della
tecnologia a livello bellico, che le guerre si chiudono rapidamente.
Dunque, tutti vanno alla guerra del 1914 convinti che la guerra è sopportabile tutto sommato.

[[[Così come gli occidentali pensavano negli ultimi 30 anni in Medio-Oriente.


Oggi scopriamo che siamo andati in Iraq nel 1990-91 e dopo averlo devastato, la situazione non è ancora
sanata.
E che siamo andati in Afghanistan e ci siamo rimasti 20 anni, senza risolvere nulla]]].

[[[N.B.Skopje città santa musulmana degli albanesi—> potere religioso e temporale uniti tra loro]]].

PRIMA GUERRA MONDIALE


1914—> scontro tra Serbia ed Impero Austro-Ungarico.
28 giugno 1914—> attentato all’Arciduca Francesco Ferdinando perdere al trono austriaco che si trova a
Sarajevo

Gavrilo Princip, attentatore, serbo della Bosnia, e memoro della società « giovane Bosnia », i membri della
quale erano sostenitori dell’idea della creazione di un grande Stato slavo indipendente
La società era in comunicazione con la società Mano Nera, società serba incriminata di aver organizzato
l’attentato.
Anche questa associazione infatti aveva tale scopo di creare un a grande Jugoslavia.

Dunque, si organizza l’attentato e si uccide l’arciduca perché al di la del ruolo istituzionale egli era
conosciuto come sostenitori del progetto trialista (aggiungere un terzo polo slavo ai 2 già esistenti).

I « giovani bosniaci » e gli irredentisti serbi non volevano restare parte dell’impero austro-ungarico, ma
volevano costituire uno Stato indipendente.

In realtà molti giovani bosniaci supportavano la soluzione trialista, e solo alcuni molto vicini ai serbi
avevano sostenuto tale attentato.

Quindi, si organizza l’attentato e succede che l’austria-ungheria che da tempo voleva risolvere l’irredentismo
interno, utilizza l’attentato come pretesto per risolvere il problema.

Essendo organizzato da un serbo bosniaco, l’Austria-Ungheria prepara una spedizione militare punitiva
contro la Serbia, atto già da tempo invocato dai reparti militari austriaci (parlavano di Guerra Preventiva
contro Italia e Serbia, per liquidare i due problemi).

[[[Guerra Preventiva come extra ratio per risolvere questioni politiche troppo difficili da risolvere, o per
ragioni di « sicurezza »]]].

Trovato il pretesto, il 23 luglio gli austriaci presentano un ultimatum alla Serbia, redatto in maniera tale da
essere rifiutato da chiunque—> si chiede alla Serbia di:
-Sciogliere le organizzazioni attive in Serbia che portano avanti attività anti-austriaca
-Espellere dall’esercito e dall’amministrazione tutti coloro che portano avanti propaganda anti-asburgica, che
secondo gli austriaci andavano individuate in base ad un elenco fornito dagli austriaci stessi
-Arrestare i colpevoli dell’attentato individuati dall’Austria
-Accettare che funzionari austriaci partecipino all’indagine e all’arresto dei coautori dell’attento che si
trovavano presumibilmente in Serbia

Si lasciano 2 giorni per rispondere all’ultimatum.


In caso di rifiuto anche di una sola indicazione, l’Austria avrebbe attaccato.

Il problema era che di per sé si trattava dell’0ennesima crisi austro-serba (1908, 1912, 1913) e in tutte queste
circostanze si era semper arrivati in quella situazione, ma fino a quel momento la guerra era stata evitata e
forse anche in questo caso tutti gli altri Stati lo pensavano.

Tant’è che si pensa di convocare una conferenza internazionale, per imporre alla Serbia di rimettersi alle
condizioni austriache —> idea del luglio 1914 proposta da Italia e Inghilterra.

San Giuliano ad esempio lo propone, per eliminare il pretesto della guerra e per attenuare le richieste
austriache.

Persino la Russia all’inizio lo pensa.

Ma le cose nel 1914 sono diverse da prima:


-La Germania si schiera con l’Austria—> nei primi giorni di luglio l’Austria informa la Germania della
volontà di fare la guerra, e la Germania dice di appoggiarla, in qualsiasi modo l’Austria deciderà di risolvere
la crisi—> anche la Germania era d’accordo con il risolvere il problema slavo nei Balcani, anche in caso
affrontando finalmente la Russia, che si mette sempre in mezzo ai Balcani—> dare un colpo militare per poi
trasformare la carta politica dei Balcani.
Anche se sia a Vienna sia a Berlino si calcola che non ci sarà neanche bisogno di combattere contro la
Russia, perché la Francia ira di non voler combattere e quindi la Russia lascerà perdere.

-Eppure, Francia e Russia si schierano dal lato della Serbia


Concoirè, francese con la fissa di Alsazia e Lorena, va in vista di Stato in Russia e incoraggia la Russia a
difendere la Serbia
E se ci sarà bisogno di fare la guerra, la Russia potrà contare sulla Francia.
La Russia dunque stavolta può non far capitolare la Serbia, bensì pensare di entrare in guerra.
Mentre nel 1913 la Russia aveva detto alla Serbia che c’era il rischio di perdere Belgrado in caso di attacco
austriaco, nel 1914 la Russia dice alla Serbia di poter contare su di lei.

Dunque, a Belgrado si decide di far decadere l’ultimatum.

Allora, l’Austria fa ciò che aveva premesso—> inizi la mobilitazione militare

25 luglio—> rifiuto serbo e Serbia mobilita il suo esercito e Austria mobilita l’esercito

29 luglio—> la Russia mobilita una parte del suo esercito contro l’Austria

30 luglio—> la Russia decide di mobilitare tutto l’esercito, per ragioni logistiche—> per raccogliere tutto
l’esercito c’è bisogno di molto tempo e quindi per cautelarsi iniziano a mobilitarsi

A Berlino però pensano che se la Russia ha mobilitato tutto è perché stavolta la Francia la sostiene e allora la
Germania presenta un ultimatum a Francia e Russia che lo fanno scadere

1 agosto—> dichiarazione di guerra tedesca alla Russia

3 agosto—> dichiarazione di guerra tedesca alla Francia

Piano Von Schliffen—> piano per rispondere alla guerra su due fronti—> battere rapidamente la Francia, per
poi vedersela piano piano con la Russia

Si va dunque all’applicazione dei piano Schliffen

Però per applicare il piano, la Germania passa per il Belgio ,il quale era neutralizzato dal 1831 per volontà
inglese, essendo esso prossimo alle coste inglesi—> dunque, invaso il Belgio, l’Inghilterra entra in guerra
con la Francia e con la Russia.

L’entente cordiale diventa un’alleanza militare—> 5 settembre 1914—> alleanza militare delle tre potenze a
livello formale —> no pace separata con i nemici, combattere insieme e decidere insieme le condizioni di
pace da imporre agli sconfitti.

L’impero ottomano sapeva che la sua vita dipendeva oramai dalla difesa britannica dalla volontà russa—>
vista l’alleanza, nell’agosto 1914 firma un trattato segreto di alleanza con l’Austria

A novembre 1914 entra in guerra, bombardando i porti russi sul Mar Nero.
Il sultano dichiara la guerra santa—> per combatter Ele potenze dell’intesa fa ricorso allo strumento
religioso—> guerra santa contro gli infedeli e si inizia la propaganda a favore dell’Islam.

La Germania finanzia tutta l’operazione di propaganda a favore dell’Islam per ribellarsi agli infedeli negli
imperi coloniali—> il sultano chiede alle masse musulmane presente negli imperi di Francia e di Gran
Bretagna di lottare contro gli imperialisti.

Tale idea di combattere contro gli infedeli non tramonta a fine guerra, ma la ritroveremo anche 20 anni dopo.

[[[Il presentimento ottomano era corretto perché nella primavera 1915 si firma l’accordo segreto di
Costantinopoli con cui Francia Inghilterra e Russia si spartiscono quello che resta del’Impero Ottomano.
Ci saranno poi gli accordi Sykes-Picot quando la vittoria sugli ottomani era oramai evidente]]]

Sul fronte delta triplice alleanza invece, l’Italia vede lo scoppio della guerra in modo ambivalenze, nel senso
che ci sono problematiche ma anche opportunità:
-Anzitutto, la triplice alleanza era un trattato difensivo, quindi l’Italia no n era obbligata ad entrare in guerra
a loro fianco—> 3 agosto scoppia il conflitto—> l’Italia dichiara la neutralità non essendo tra l’altro pronta a
sostenere una guerra

-L’Italia inizia a chiedersi cosa sarebbe successo post-guerra se si fosse disinteressata al conflitto—> se il
mondo tedesco fosse arrivato in Asia Minore? Se l’Intesa fosse arrivata sull’’Adriatico e in Asia Minore?
all’Italia non sarebbe andato nulla in entrambi i casi.

Da Londra l’ambasciatore italiano critica la neutralità, dicendo che se l’Italia avesse preso tale linea, i suoi
interessi sarebbero rimasti al massimo intatti, probabilmente inficiati dal « dispotismo teutonico ».
Combattere con l’Inghilterra invece avrebbe contribuito a migliorare la propria posizione nel Mediterraneo e
nell’Adriatico.

Da Berlino invece un altro ambasciatore afferma che la vocazione italiana è nel Mediterraneo e se vi è una
questione adriatica ve ne è anche una mediterranea, se irredente sono Trento e Trieste, non sono da meno
Nizza e Corsica—> bisogna entrare in guerra con il mondo tedesco, in quanto i tedeschi diranno sempre che
se l’Italia avesse partecipato pro-germania essa avrebbe ottenuto il sogno mediterraneo.

Insomma, l’Italia ha diverse seduzioni, e dunque il Paese, anche a livello dirigenziale, si spacca:
-Neutrali
-Pro-Germania
-Pro-Triplice Intesa
Situazione molto difficile.

Dunque, il governo sceglie intanto di dichiararsi neutrale il 3 agosto e di confermarlo il 5 dicembre.

Poi la prima strada seguita è quella di provare ad ottenere qualcosa dalla Triplice Alleanza, e si cerca di
negoziare con l’Austria i compensi in cambio della Neutralità (come vuole Giolitti) o della entrata in guerra
al fianco dei tedeschi (come vuole all’inizio Sonnino).

L’Italia si appoggia alla Germania perché l’Austria non ci pensa ad accontentare l’Italia, visto che sta
facendo una guerra per non accontentare la Serbia e quindi non ha senso accontentare l’Italia.

L’Austria accetta di parlarne solo perché la Germania insiste e alla fine prima concede di darle qualcosa
nell’Albania settentrione e alla fine si pare un minimo di darle una parte del Trentino.

L’Austria incalzata dalla Germania, accetta di cedere il Trentino a condizione che la cessione si operi alla
fine della guerra—> l’Italia non accetta, non essendoci certezze a fine guerra:
-Se l’Austria vince, non è detto che poi rispetti la parola data
-Se perde, peggio

Dunque fino alla primavera del 1915 si negozia, fino a che i negoziati falliscono.

A questo punto l’Italia deve rivedere le sue opzioni ,anche perché la guerra all’inizio sembrava in favore dei
tedeschi, poi però ai primi di settembre c’è la battaglia della Somme, mentre Russia e Serbia costringono
l’Austria a duna ritirata a Leopoli (in Galizia) e quindi l’esito della guerra inizi Ada apparire un po’ più
incerto—> si pensa di iniziare a dialogare con la triplice intesa, che da subito aveva dimostrato un interesse
per l’Italia
Francia e Russia avevano già pensato di proporre all’Italia di entrare in guerra in cambio di Trento, Trieste e
Valona.

Non mostrandosi favorevole l’Austria, il 4 marzo 1915 l’Italia matura la decisione di chiudere i negoziati
con l’Austria e avvia i negoziati con la triplice intesa a Londra.

L’Italia ora negozia il suo intervento in guerra, e ciò ha implicazioni più importanti rispetto al rimanere
neutrali—> dunque, chiede delle garanzie:
-Militari—> la Triplice intesa deve combattere con l’Italia fino alla fine della guerra e deve coordinare le
operazioni militari con l’Italia (quello che le tre potenze areano stabilito tra loro)
Vuole una convenzione navale con Francia e Inghilterra e una convenzione militare con la Russia.
Le condizioni militari vengono interamente accettate dalla Triplice Intesa, in quanto essa è fortemente
interessata all’intervento italiano, dato che ciò comporterebbe l’apertura di un altro fronte per gli austriaci ed
inoltre gli inglesi ad inizio guerra avevano imposto un blocco navale ai tedeschi e con l’Italia alleata anche la
via di rifornimento ex-mediterraneo per i tedeschi sarebbe stata chiusa.

-Territoriali—> l’Italia chiede di « chiudere le porte di casa » e di fare dell’Adriatico « un lago italiano,
controllando entrambe le sue coste » (nel dicembre 1914 l’Italia aveva già deciso di invadere Valona, senza
dire niente a nessuno—> atto unilaterale), ovvero chiede Trento, fino al confine con le alpi e il Monte
Nevoso, l’Istria e la Dalmazia, prosegui del litorale adriatico che è a popolazione molto mista e di interesse
serbo e ricca di isole interessanti a livello strategico.
Inoltre, si chiede di preservare Valona, chiedendone la sovranità, accettando però che lo Stato Albanese
finisca la sua breve esistenza (il resto dell’Albania sarebbe divenuto della Grecia nella parte meridionale e
della Serbia nella parte settentrionale).
Infine, chiede di conservare ciò che ha ottenuto dall’Impero Ottomano.

L’unica difficoltà è data dal fatto che la Russia si oppone alle richieste sull’Adriatico—> dal 4 marzo al 26
aprile 1915 è tutto un gioco interno alla triplice intesa, in cui Londra e Parigi cercano di convincere Mosca a
lasciargli quelle concessioni, che voleva invece dare ai serbi ed ai montenegrini.

Alla fine, 26 aprile 1915—> Patto di Londra—> si accettano le richieste italiane in toto, dato che la Russia si
rende conto che l’apporto italiano alla guerra è troppo più importante di quello slavo.

28.10

1914—> Sonnino diventa Ministro degli Esteri e sarà lui dunque ad aprire la trattativa con la Triplice Intesa.

La trattativa sarà veloce, in quanto il compromesso si basa su promesse di territori non propri, ma dei nemici.

L’unico punto su cui si discute è la Dalmazia, visto che la Russia vuole mantenere uno spazio di questa costa
orientale dell’Adriatico per i polli slavi—> alla fine della trattava, all’Italia si darà solo 1/3 della Dalmazia
ed alcune isole.

I principi a cui è ispirato il Patto di Londra sono:


-Il completamento dell’Unità Nazionale.
Si tratta di fare i confini di uno Stato, dunque parliamo di qualcosa di artificiale.
Sonnino non aveva immaginato infatti che i confini dovessero inglobare le più sperdute comunità italiane,
mischiate a zone dov era popolazione non è in maggioranza italiana.
Ciò che importava è che il confine fosse sicuro e riconoscibile, quindi basato su un dato geografico evidente
—> Si immagina quindi al Brennero e alle Alpe Giulie (Monte Nevoso) e non si mette ad esempio Fiume,
dato che lì vi sono italiani, ma sono pochi visto che il resto è composto da slavi—> sacrificio da fare, per
ottenere un completamento dell’unità efficace
-Chiusura delle porte di casa
Stesso discorso fatto da Cavour, quando egli parlò con Napoleone III —> la Savoia non aveva senso averla;
la Val d’Aosta è francese, però si trova dall’altra parte delle Alpi, quindi non ha senso per i francesi averla
ecc…
E quindi non si chiede Fiume —> logica Razionale e di Buon Senso.

Inoltre, il Patto di Londra riguardava anche l’Albania, mai concretizzatasi come Stato, e si decide di disfarla
nella sua gran parte—> La Serbia ed il Montenegro otterranno la parte Settentrionale l’Italia otterrà il
protettorato su Valona, che l’aveva già occupata nel dicembre 1914, e Coriza e Algirocastro, ovvero la parte
Meridionale, sarebbero state date alla Grecia

-Art 9 del Patto di Londra—> Francia GB e Russia riconoscono che l’Italia è interessata al mantenimento
dell’equilibrio nel Mediterraneo, ed essa dovrà, in caso di spartizione della Turchia, ottenere una parte equa
nelle regioni mediterranee prossime alla provincia di Antalya, dove l’Italia ha già interessi
Dunque in caso di spartizione dell’Impero Ottomano, l’Italia avrebbe ottenuto una parte equa di territorio.

Marzo 1915—> GB Francia e Russia stipulano il primo degli accordi per la spartizione dell’impero
ottomano, che affiderà alla Russia il controllo degli Stretti (c.d. Accordo di Costantinopoli) quindi la
spartizione dell’IMpero Ottomano era già iniziata

-Art. 10—> Si riconosce la sovranità italiana sulla Libia e sul Dodecanneso

-Art. 13—> Si riconosce che l’Italia può richiedere alcune compensazioni eque alle colonie che già possiede
dai territori di Francia ed Inghilterra, da aggiungere alle colonie già esistenti.
Non si parla dell’Etiopia, nonostante l’Italia abbia degli appetiti nella zona, rivelati dal trattato del 1906 tra
Italia, Francia e Inghilterra—> l’Etiopia non viene inserita perché Sonnino non vuole complicare la trattativa
per il Patto di Londra, mettendo un argomento particolarmente delicato.

-Art. 15—> Francia GB e Russia avrebbero respinto ogni tentativo di una rappresentate della Santa Sede di
partecipare alla Conferenza della Pace.

[[[Per la prima volta nella storia, alla conferenza di Pace ci saranno solo i vincitori, senza agli sconfitti.]]]

-Art. 12—> l’Italia si associa alla dichiarazione fatta dai 3 Paesi dell’Intesa allo scopo di lasciar el’Arabia e i
luoghi santi musulmani in Arabia sotto l’autorità di un potere musulmano indipendente.
Si imagina da parte dell’intesa di sostenere il nascente nazionalismo arabo contro i turchi
A partire dal marzo 1915, gli inglesi hanno avviato una trattativa importante con lo sceriffo della Mecca
Hussein per concordare con lui il sostegno degli arabi alla Lotta contro gli ottomani.
Hussein era un suddito del Califfo dell’Impero Ottomano, e gli inglesi lo scelgono perché è rappresentativo
della popolazione, ricoprendo una carica religiosa molto importante.
Parliamo della c.d. Corrispondenza MacMahon-Hussein volta a concordare la costituzione in futuro di un
grande Stato arabo indipendente, v senza confini ben definiti (ed infatti da qui nasceranno grandi
controversie—> ad esempio gli arabi diranno che c’entra anche tutta la Palestina, ma gli inglesi glielo
negheranno.

24 maggio 1915—> l’Italia entra in guerra con l’Impero Asburgico, dopo alcune settimane di caos politico
interno.
Infatti, in Italia troviamo:
-Neutralisti guidati da Giolitti, che non erano veri neutralisti, visto che volevano comunque pezzi dagli
Asburgo per la loro neutralità
Nel maggio 1915 Giolitti ebbe la possibilità di fare un governo, avendo la maggioranza, ma non lo fa, dato
che sa che non può mettere in atto il programma che ha fatto, ovvero quello del « parecchio ».
Inoltre, a maggio ci sono le c.d. Radiose Giornate, ovvero le sobillazioni guidate da D’Annunzio e da alcuni
partiti, volte a criticare le istituzioni, per spingere il Parlamento ad entrare in guerra.
Ma naturalmente ci sono forze esterne che spingono sull’intervento italiano.
Mussolini socialista diviene interventista.
Dall’ambasciata francese vengono ingenti finanziamenti per gli interventi, compresi quelli per Mussolini,
visto che aveva un giornale.
D’Annunzio quindi ha un peso nell’intervento dell’Italia.
Molto sostengono che url voto del parlamento sui crediti di guerra, quindi sul finanziamento delle
operazioni, è dovuto alle minacce di D’Annunzio.

Dunque, la maggioranza dell’opinione pubblica italiana comprende che se si vuole completare l’unità
d’Italia bisogna fare la guerra.

Allora, 24 maggio l’Italia dichiara guerra

Anche la Monarchia decide di dichiarare guerra, visto che pensa che di nuovo la polita interna, in questo
caso i nazionalisti, mettano in dubbio la Monarchia e il Parlamentarismo (establishment).

Quando l’Italia attacca l’Impero Asburgico, Francia e GB sono contenti, ma ricordano che nel Patto di
Londra, l’Italia si è impegnata ad intervenire anche contro Impero Ottomano e Germania.

Alla fine:
-20 agosto 1915—> l’Italia dichiara guerra all’Impero Ottomano
-28 agosto 1916—> L’Italia dichiara guerra alla Germania.

Passa quindi tantissimo tempo.

Gli alleati ovviamente protestano veemente, soprattuto Francia, che aveva tutto il peso militare tedesco sulle
frontiere, e Inghilterra.

Tale mancata dichiarazione di guerra alla Germania influenza le relazioni tra gli alleati, in particolare per il
fatto che GB Francia e Russia ebbero facile giustificazione nel non rilevare nulla all’Italia delle trattative
circa la spartizione dell’Impero Ottomano

Maggio 1916—> Sykes-Picot—> 2° accordo su tale spartizione—> spartizione tra GB e Picot sulla parte
araba dell’Impero Ottomano, composta solo da regioni storiche non da Stati all’epoca.
Le si dividono in due zone, A e B.
-Siria alla Francia
-Mesopotamia, cioè Iraq e Palestina all’Inghilterra

Inoltre, bisogna conciliare lo Stato Arabo Indipendente promesso ad Hussein, con le aspirazioni inglesi e
francesi sul mondo arabo.

Inoltre la Russia aveva Costantinopoli e sTRetti

[[[Shatt-el-Arab—> confine tra impero ottomano (sunniti) e Regno Persiano (sciiti)]]]

Qua do gli italiani si rendono conto che qualche accordo c’era stato, iniziano a chiudere costantemente di
essere inseriti nei negoziati.

Sonnino ottenne qualche informazione, solo dopo che adempiette agli impegni del Patto di Londra, ovvero
solo dopo la dichiarazione di guerra alla Germania.

Solo dopo, gli fu permesso accedere alla trattativa solo a fine 1916 inizio 1917, quando la guerra era già
andata avanti ed i 3 alleati dell'intesa iniziavano a perderne un pezzo , ovvero la Russia era sconvolta dalla
rivoluzione—> già dall’inizio del 1917 la Russia non è in grado di contribuire efficacemente alla guerra

Ciò spiega perché quando si andò a negoziare quale parte l’Italia doveva ottenere, i russi non c’erano nella
trattativa svoltasi in Savoia a San Giovanni di Moriana—> accordi firmati, ma con sotto riserva
dell’approvazione della Russia, che essa non diede mai a causa della rivoluzione.
Comunque, si stabilisce che l’Italia avrebbe avuto un’influenza (parliamo di influenza in primis economica,
come tutti gli accordi della triplice intesa di questo periodo, non di colonie) nella parte meridionale della
Turchia, ovvero in Anatolia, ed anche il porto di Smirne (oggi Izmir) sarebbe stata sotto influenza italiana,
dove la popolazione era turca o greca

Ciò spiega perché di lì a poco sulla zona di Smirne si concentrano anche le attenzioni della Grecia.

Estate 1915—> gli alleati occupano Salonicco, porto fondamentale perché permette agli inglesi di rifornire
l’esercito serbo di tutto quello che ha bisogno per combattere gli ottomani

Dunque, si invade la Grecia di fatto, neutrale a livello giuridico e nella quale si pongono le stesse domande
che si erano fatte poco prima in Italia.

La Monarchia greca (imparentata con Guglielmo II di Germania) è neutralista, perché si ritiene che dopo lo
sforzo delle guerra balcaniche c’è bisogno di riposo per ricostruire il Paese.

Ma c’è anche chi pensa che bisogni fare l’ultimo sforzo per il completamento dell’Unità Greca

A partire da Salonicco Inglesi e Francesi ingeriscono nella vita interna della Grecia, ed infatti sostengono
fortemente la fazione interventista greca—> addirittura sostengono la nascita di un governo alternativo ad
Atene, guidato da Venizelos, campione del nazionalismo greco, che concepisce la Megala idea della Grecia
—> ovvero una Grande Grecia, che tocca tutti gli Stretti e la costa turca con Smirne —> ferro di cavallo di
abbraccia tutto il Mar Egeo.

Dunque, tutta la zona che era stata assegnata come zona d’influenza italiana era oggetto dei sogni di
Venizelos.

In tale zona la popolazione era turca e greca, ed infatti le due popolazioni combatteranno fino all’ultimo
sangue per quella zona (concludendosi con la cruenta vittoria turca).

Estate 1917—> i Greci vengono spinti alla guerra, con Venizelos come guida, e gli promessa la stessa zona
di Smirne, già promessa all’Italia.

Italia, Grecia e Turchia—> da dopo la guerra ne nascerà un contenzioso.

Dunque, l’Italia e la Grecia entrano in guerra, e Bulgaria e Romania erano già entrati in guerra.

Alla Romania l’Intesa promette la Transylvania (terra mista divisa tra popolazioni ungheresi e rumene).

Alla Bulgaria promettono la Macedonia (roba Serba) e la Tracia (roba Greca).

1917—> Data storica perché nell’aprile entrano in guerra gli USA—> la storia delle relazioni internazionali
cambia.

29.10

Tra febbraio e marzo 1917—> rivoluzione dei cadetti in Russia

Poi, lentamente, la situazione degenera fino a portare alla realizzazione del colpo di Stato dell’ottobre 1917
Si accompagna alla defezione militare (non combatte più) e politica (la Russia esce dal conflitto con degli
atti di valore giuridico) della Russia, un’altra novità, ovvero l’ingresso degli USA nel conflitto—> aprile
1917

L’amministrazione Wilson si impegnerà nel caratterizzare l’intervento in guerra statunitense come un


intervento ispirato alla ridefinizione dell’ordine internazionale a livello globale.

Gli USA entrano in guerra perché i tedeschi conducono una guerra sottomarina con i sommergili, non
potendo competere con la marina inglese che ha imposto un blocco navale sulle coste tedesche.

La guerra sottomarina sicuramente significa atto di aggressione visto che gli USA sono uno Stato neutrale,
ma il principio che mette in discussione la guerra sottomarina è il principio della libertà di commercio e dei
mari—> principio ancor più importante per gli Usa, prima potenza economica al mondo in quel momento e
che si stava oramai proiettando verso l’oriente, ovvero l’Europa, dopo averlo già fatto con l’Asia a partire dal
1898, con la guerra ispano-americana.

Inoltre, Wilson vuole intervenire per mutare i principi ispiratori dell’ordine internazionale, i quali fino a quel
momento erano essenzialmente solo quello dell’Equilibrio (ancora ispiratore del Patto di Londra) e tale
equilibrio sottendeva il calcolo della forza).

Fino alle guerre balcaniche, la riconfigurazione della parte dell’Impero ùOttomano acquisita d altri era
gestita in base al principio dell’equilibrio.

Secondo Wilson, professore di diritto internazionale, bisognava raddrizzare il mondo e lo si poteva fare
grazie all’intervento statunitense e al suo moralismo.

In sostanza, Wilson vuole eliminare il principio dell’equilibrio e di sostituirlo con « la regola della legge »,
esattamente come in una società umana, in cui i membri si consorziano e si mettono d’accordo su un patto
fondamentale che possa regolare una vita priva di conflitto e di calcoli di forza.

Dunque, l’intervento USA è sostenuto principalmente da questo interesse, ovvero quello di cambiare il
sistema internazionale, a partire da dove esso era nato e si conservava, ovvero in Europa.

La guerra marina ha una sua importanza, così come il tentativo fatto dai tedeschi di aizzare il Messico contri
gli USA, ma probabilmente sono più occasioni per Wilson per spingere l’opinione pubblica Usa ad
acconsentire a compiere tale missione universale.

Wilson fa parte di quella élite statunitense che comprende che gli USA non possono più rifiutarsi di
assumere impegni globali, accantonando la tradizionale politica isolazionista.

Aprile 1917—> USA entrano in guerra al fianco di Inghilterra e Francia

3 marzo 1918—> trattato di Brest-Litovsk

Tra dicembre 1917 e marzo 1918—> in piena crisi della Russia, chiudendosi di conseguenza un fronte intero
per combattere la guerra, a Parigi a Londra e Washington si fa di tutto per galvanizzare e convincere la
Russia a non fare la pace con gli imperi centrali e l’impero ottomano.
Inoltre, l’8 gennaio 1918—> Wilson emette pubblicamente i c.d. 14 punti, ovvero i suoi obiettivi i guerra.

All’interno troviamo punti di carattere generale, strutturale:


-rimozione di tutte le barriere economiche
-libertà dei mari
-democrazia
14°- dare una legge alla comunità internazionale, ovvero dare uno statuto alla « Società delle Nazioni »

E punti a carattere specifico, che riguardano il futuro degli Stati belligeranti:


-Non si parla di smembramento, ma di autonomia—> si parla di principio di autodeterminazione dei popoli, i
quali hanno diritto all’autonomia

Inoltre, un punto parla dell’Italia:


9°- si dovrà realizzare una modifica delle frontiere dell’Italia lungo linee chiaramente riconoscibili sulla base
de principio di nazionalità.—> Wilson dedica un punto ali gonfie orientale italiano.

Invece, il Patto di Londra era stato fatto sulla base del principio del completamento dell’unità italiana e sul
principio della sicurezza strategica, portando il confine italiano ad includere la minoranza tedesca sud-
tirolese e mezzo milione di parlanti-slavo—> Wilson invece mette in difficoltà da subito gli italiani, che,
leggendo la dichiarazione, iniziano a domandarsi che fine farà il Patto di Londra.

Dal nomare 1917 il governo è guidato da Orlando e Sonnino, che si iniziamo ad interrogare circa l’impatto
degli USA sui confini italiani

Infatti, il 1° punto dei 14 punti affermava che la diplomazia segreta apparteneva oramai al passato, e ciò che
ne è frutto non verrà riconosciuto dagli USA—> il Patto di Londra era segreto—> gran problema per l’Italia.

La defezione della Russia e quindi la chiusura del fronte orientale, portano alla disfatta di Caporetto, visto
che gli austriaci possono concentrare le loro forze su un unico fronte.

A livello internazionale, tutti danno per spacciata l’Italia dopo Caporetto.

Invece, l’Italia dopo Caporetto resiste:


-Il governo cambia,
-Sonnino rimane Ministro degli Esteri, dato che era il garante e rappresentante del Patto di Londra
-Come Primo Ministro arriva Orlando
-Alla fine vincerà la guerra.

Ciò colpisce a livello internazionale.

1918—> il nuovo governo ha quindi a che fare con il programma di Wilson:


-Alcuni, come Sonnino, si preoccupano per il Patto di Londra ed iniziano a pensare che bisogni a tutti costi
difendere il Patto
-Altri, come Orlando o altri ministri, pensano che una volta che gli USA sono entrati in guerra e hanno tale
programma, non si può più non prenderlo in considerazione e rimanere ancorati al Patto di Londra.

Dunque, l’opinione del governo e dell’Unione pubblica sono divise.

L’ingresso statunitense in guerra entusiasma tutta quell’opinione pubblica, tra cui gli intellettuali come
Salvemini che aveva visto l’ingresso in guerra con occhi Mazziniani—> non solo completare l’Unità, ma
abbattere finalmente tutti i sovrani assoluti rimanenti—> interventisti democratici.

Altri vogliono trovare un compromesso con Wilson —> pensano che sia necessario superare il Patto id
Londra, trovando un altro accordo, magari in armonia con gli Slavi e con le altre nazioni europee.
I Serbi nel frattempo, nel 1917, avevano iniziano a realizzare il disegno di Unità Jugoslava

Luglio 1917—> bozza d’accordo tra il governo Serbo ed alcuni esponenti di questi movimenti jugoslavi
provenienti dalla Bosnia, che aveva come fine quello di realizzare alla fine della guerra il Regno dei Serbi,
Croati, Sloveni, ovvero un Regno Jugoslavo—> il patto viene firmato a Corfù, dove si è ritirato il governo
serbo e l’esercito serbo dopo che alla fine del 1915 gli imperi centrali hanno invaso la Serbia costringendoli
a scappare —> la marina militare italiana va in soccorso di 150.000 soldati serbi e li porterà a Corfù e nelle
altre isole greche, pronti per rientrare in futuro nel conflitto.

Ovviamente, l’Italia non chiede il permesso ai greci per trasportare lì i militari serbi.
Dunque, luglio 1917, inizia a prendere forma il progetto Jugoslavo, e Serbi, Croati e Sloveni erano anche
dentro l’impero asburgico, e questi non avevano la stessa idea di quelli di Corfù—> gli slavi asburgici
pensano per ora a combattere a difesa dell’impero asburgico, dato che guardano alla soluzione trialista,
dunque ad una soluzione dentro l’Impero Asburgico.

Quindi, a Roma ci si converte all’idea di trovare un accordo con tutti i popoli che aspirano alla libertà in
Europa, dovendo inevitabilmente non far più affidamento sul Patto di Londra.

Ad esempio, Albertini, direttore del Corriere della Sera, farà moltissima propaganda aper ciò

8-10 Aprile 1918—> a Roma si svolge il congresso internazionale denominato « Il Congresso delle
Nazionalità Oppresse », dove ci sono tutti i rappresentati dei popoli dell’Austria che cercano autonomia e
quindi puntano allo smembramento dell’Impero Asburgico.

Anche se in realtà non tutti sono d’accordo, come Sonnino, che afferma di non negoziare con persone non
esponenti di uno Stato—> Sonnino comprende che questo appoggio agli slavi minaccia il Patto di Londra,
perché dal punto di vista della nazionali esso aveva posto troppi territori, non spettanti nella logica
dell’autodeterminazione dei popoli.

Inoltre, Sonnino ragiona in termini realistici e ritiene che uno Stato Jugoslavo non abbia futuro, perché tra
Serbi Croati e Sloveni ci sono troppe differenze—> pensa che gli sforzi per fare quello Stato provenga da
una semplice minoranza, che trae la sua forza dalle grandi potenze, ovvero Francia ed Inghilterra, i quali li
sostengono per bloccare l’influenza italiana sulla penisola Balcanica.

Tale discorso che si apre nel 1918 spiega bene perché, quando la guerra si chiuderà e l’Italia firmerà il 3
novembre 1918 l’armistizio con l’Austria, alla conferenza della pace il governo italiano, rappresentante di un
Paese diviso sul da fare, non otterrà nulla non avendo una strategia definita.

Inoltre, bisogna specificare alcune cose:

Nelle clausole dell’armistizio del 3 novembre, c’è scritto che l’Italia può occupare militarmente tutti territori
che le sono stati promessi con il Patto di Londra che sono asburgici—> le truppe italiane seguono la ritirata
degli austriaci dal Trentino arrivando fino al limite delle Alpi Giulie (Monte Nevoso)
Poi, a metà novembre 1918, siccome a Fiume un gruppo di italiani crea un Consiglio Nazionale Italiano,
l’esercito italiano legge l’armistizio e trova una clausola dove c’è scritto che si possono occupare anche punti
strategici importanti che servono per motivi strategici o di mantenimento dell’ordine pubblico, anche oltre la
linea armistiziale —> dunque, l’esercito italiano entra a Fiume, essendoci dei disguidi tra la comunità
italiana e quella slava.

Dunque, l’esercito italiano occupa tutto in Istria e, quando ci sono occupazioni militari, o si convince il
governo di appartenenza delle truppe o bisogna fare la guerra, per scalzare l’esercito.

L’Italia dunque cerca di realizzare un fatto compiuto, sperando che nessuna grande potenza si metta poi in
mezzo per fare una guerra per scalzare l’Italia da lì.

Inoltre, la mossa italiana convince i più recalcitranti tra i croati, gli sloveni e i servi dell’impero asburgico,
quelli che pensavano alla soluzione trialista e che sprezzavano i serbi di Belgrado (visit come pseudo-turchi,
barbari e retrogradi), ad accettare di entrare in uno Stato federale, sotto la corona serba.

1918—> Prima che l’Austria si dissolvesse, essi volevano rimanere nell’Impero Asburgico, essendo cristiani
e conservatori, eppure dopo iniziano a trattare con la Monarchia serba, chiedendo che alla conferenza della
pace essa difenda le terre nazionali slave contro l’Italia

1° dicembre 1918—> il Re serbo dichiara pubblicamente in cui promette l’impegno del governo serbo a
contrastare le pretese italiane in Istria alla conferenza della apace, dove la Serbia siederà come paese
vincitore —> nasce davvero il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, visto che si uniscono anche gli slavi
dell’Impero Asburgico.
Tali slavi sapevano di quanto contenuto nel Patto di Londra, perché i Bolscevichi, preso il potere, pubblicano
tutti i documenti segreti, per seminare zizzania e rompere il modo dei Capitalisti.

Allora, si arriverà alla conferenza della pace con uno Stato Jugoslavo che si sta realizzando su una base
federale, ma che di fatto è guidato dalla Serbia, e uno Stato Italiano che non ha una linea definita.

Inoltre, nel Regno di Jugoslavia, non si dava alcun riconoscimento alla comunità musulmana, e non ci sarà
mai fino all’invenzione americana del 1995—> nascita della Bosnia-Erzegovina—> si crea un’identità
musulmana, che non era mai stata considerata fino ad allora—> la Bosnia viene creata come identità
religiosa, ma non sono mai stati contemplati, sono semplicemente serbi, croati o sloveni, di religione
musulmana.

Inglesi e Francesi sostengono ovviamente gli Jugoslavi per bloccare l’influenza italiana.

Gli USA anche sostengono subito gli Jugoslavi perché essi erano legatissimi alla Russia, ed essi avevano
perso l’appoggio russo al momento della conferenza della pace, essendo essa occupata con la Rivoluzione, e
dunque vi si sostituiscono gli statunitensi, pensando che altrimenti tra qualche anno essi torneranno nelle
braccia russe.

Ciò ci dice che gli USA sono entrati nel Mediterraneo e che la GB si sta mettendo piano piano da parte.

04.11

CONFERENZA DELLA PACE DI VERSAILLES


L’Italia non riconosce ovviamente il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni.

4 novembre 1918—> truppe italiane si spingono fino ad occupare i confini stabiliti nel Patto di Londra.

Pochi giorni più tardi le truppe italiane, avendo notizia che a Fiume si stavano creando degli incidenti tra
italiani, slavi e truppe francesi, con la giustificazione di una clausola dell’armistizio e con il pretesto del
mantenimento dell’ordine pubblico, occupano Fiume—> fatto compiuto, sperando di poterne tenere il
controllo.
Ovviamente, già a novembre 1918, tale occupazione provoca un attrito con gli alleati, non essendo previsto
dal Patto di Londra.

Inizia quindi a Fiume una tormentata vicenda—> gli italiani faranno entrare truppe francesi ed inglesi a
Fiume per dare all’occupazione un carattere multilaterale, anche se la preponderanza militare italiana è di
gran lunga superiore—> gesto simbolico.

Si genera una situazione che si aggraverà nei mesi successivi—> ci saranno ulteriori incidenti tra comunità
italiana e slava, e tra truppe italiane e francesi.

La Conferenza del aPace si avvia quindi con questo attrito tra Italia e alleati, che le rimproverano tale atto e
che lo aggiungono ai vecchi rimproveri circa il comportamento dell’Italia nell’averci messo un anno e mezzo
ad entrare in guerra, nonostante gli impegni presi.

Insomma, se ci aggiungiamo che i rapporti con gli USA ancora non sono certamente buoni, possiamo
concludere che l’Italia arriva alla Conferenza isolata—> no sostegno degli alleati, che la rimproverano; no
sostengo di Wilson che ha in mente un altro mondo

Alla Conferenza ci sono solo i vincitori: Francia GB USA Italia e Giappone, le quali , escluso il Giappone
che si occuperà solo di ciò che interessa l’Asia, prenderanno le grandi decisioni sul nuovo mondo.

Andando a stringere, tali decisioni sono prese da 4 persone—> i capi dei governi italiano, inglese, francese
ed americano (che stanno a Parigi con le loro delegazioni).

Ogni delegazione alloggia in una parte della città.

Quando gli USA usciranno di scena, saranno in 3 a decidere tutto.

Le questioni italiane, come tutte quelle discusse alla Conferenza della pace, saranno dunque gestite da 4
persone alla fine.

Dunque, quelli che si occupano dei confini italiani sono Wilson Clemenceau Lloyd-George e Orlando, che
fanno parte del c.d. Consiglio Supremo.

Si parla anzitutto del confine Settentrionale dell’Italia:

Sonnino voleva portarlo sulla cresta delle Alpi, ovvero al Brennero.


Però, dentro i confini stabiliti al Brennero, ci sono 200.000 tedeschi, abitanti parlanti lingua tedesca ed ex-
cittadini dell’impero Asburgico, ovvero del Sud Tirolo.

Nonostante si sbandieri il principio di nazionalità come criterio per rifare il sistema politico internazionale,
nel caso della minoranza sudtirolese, esso non viene considerato, dato che sono sconfitti—> Con relativa
facilità gli italiani ottengo il consenso di prendere Trentino ed Alto-Adige

Il problema si verifica quando si discute del confine Orientale, dove si confrontano le ragioni di due
vincitori, Italia e Serbia, per la quale si era fatta la guerra alla fine e riconosciuta dagli alleati per bloccare
l’influenza italiana nella penisola balcanica, visto che essa era rimasta da sola, crollati gli imperi centrali e
l’impero Russo.

Dunque, a Roma si sospetta che inglesi e francesi sostengano lo Stato Jugoslavo per opporsi alla sua grande
influenza.

La nascita del nuovo Regno è tormentata, visto che gli slavi dell’Impero Asburgico non volevano stare sotto
il Re serbo, soprattutto la componente croata, cattolica e conservatrice.

Gruppi di croati infatti resistono alla visione serba, come il partito contadino di Radic.
L’Italia reagisce allora finanziando tali componenti, che non vogliono far nascere na neo-nata federazione
jugoslava.

Accanto i croati ci sono gli albanesi del Kossovo, e anche loro quindi vengono finanziati.

Ci sono e si finanziano anche le organizzazioni macedoni, che vogliono stare sotto la Bulgaria

Dunque l’Italia applica una politica sotto-traccia per far « esplodere » la Jugoslavia.

La Jugoslavia è invece sostenuta soprattutto da Wilson, isto che rientra nel suo schema di sostegno alla
piccole Nazioni e di demolire il Patto di Londra, frutto di quella diplomazia europea che egli vuole lasciarsi
alle spalle.

Inoltre, gli USA sono arrivato in Europa e nel Mediterraneo, allora lago dell’Europa (all’epoca l’Africa era
colonizzata dall’Europa) e sanno che se vogliono acquisire consensi in Europa devono scalzare il legame tra
le popolazioni slave e la Russia.

Insomma, è quasi un’anticipazione della Guerra Fredda—> per rimanere in Europa bisogna avere degli
amici, e, per farceli, bisogna scalzare la presenza della Russia—> primo tentativo statunitense di affermarsi
come potenza europea.

Alla Conferenza si inizia a febbraio a discutere le questioni italiane, ad aprile si entra nel vivo del dialogo, e
gli italiani si presentano, visto che non avevano potuto risolvere la dialettica interna per portare un punto di
vista unico, con un programma che assume l’aspetto di un programma massimo—> vogliamo tutto il Patto di
Londra + Fiume —> contraddizione—> principio dei confini sicuri per il Brennero + principio di nazionalità
per Fiume.

Anche la delegazione jugoslava ha un programma massimo, che arriva fino ad una parte del Friuli.

Wilson cerca quindi un compromesso—> propone di spaccare in due l’Istria, ma l’Italia non accetta

Si discute cosi animatamente che Wilson, il 23 aprile 1919, fa pubblicare su un giornale francese un appello
alla nazione italiana, invitando il popolo italiano a seguire le sue indicazioni—> scavalca il governo.

Wilson era convinto infatti che il governo italiano non rappresentasse più il popolo, ma che fosse una specie
di dittatura oppure che il distacco tra il Paese reale e il Paese legale fosse divenuto cosi ampio che quelle
istituzioni non rappresentassero più i cittadini e che quindi bisognava fare un appello direttamente ai
cittadini.

Dunque, per protesta la delegazioni italiana si ritira dalla Conferenza della Pace, torna a Roma, ed ottiene
una maggioranza ampissima alle Camere—> riconferma della sua politica.

All’ingerenza segue il Compattamento Nazionale (quasi sempre succede cosi).

Dunque, per una settimana l’Italia non partecipa alle riunioni della Conferenza della Pace—> verrà chiamata
la Settimana della Passione (era Pasqua).

Nel frattempo, il 6 maggio 1919, tre persone, Clemenceau ì, Lloyd-George e Wilson convincano il primo
ministro greco Venizeros e lo informano che gli italiani a partire da marzo/aprile di quest’anno hanno
iniziato a compiere sbarchi simbolici ad Alia e prato vicini, in quella zona che, secondo gli accordi di San
Giovanni di Moriana, doveva essere attribuita all’Italia.

Tutto ciò per compiere sempre una sorta di fatto compiuto.

Dicono di sapere che gli italiani stanno organizzando un altro sbarco a Smirne (non lo sapevano in realtà),
che era stata proposta sia ad italiani sia a greci e che Venizeros voleva includere nel suo sogno
Allora, gli dicono di organizzare subito una sbarco di gruppo greche su Smirne per battere sul tempo gli
italiani, tanto loro 3 sono contenti se lo fanno

Venizeros ovviamente esce contentissimo dalla riunione e dà subito ordine di effettuare lo sbarco.

Marzo 1919—> l’esercito greco sbarca a Smirne, affluendo nell’Anatolia Centrale e continuando verso
l’interno—> fatto compiuto.

Nasce il caos—> arrivati lì i greci con l’0intento di fare un fatto compiuto e di ripulire la zona di tutti gli
elementi non parlanti greci e non ortodossi, ovvero i turchi—> ne derivano dei massacri

Tanto che viene nominata una Commissione d’Inchiesta Internazionale, la quale conferma le denunce turche.

La reazione più sorprendente è la reazione nazionalista dei turchi (non degli ottomani o dei sudditi del
califfo, bensì dei turchi nazionali)—> infatti, il leader della reazione è Kemal, generale, che organizza la
riscossa nazionale della Turchia.

Kemal si ritira verso l’interno, ovvero ad Ankara e da lì inizia la riconquista della Turchia e l’operazione di
resistenza contro i greci.

Dunque, dal maggio 191, la rivalità tra Italia e Grecia su Smirne, viene risolta dalle grandi potenze a favore
della Grecia e dà vita alla ripresa del conflitto Greco-Turco.

Kemal e i nazionalisti turchi si battono stavolta non più per territori lontani, ma per un territorio interno,
ovvero per i turchi, non per gli ottomani in generale.

La guerra durerà fino al 1923 e si verificheranno delle vere pulizia etniche.

Dunque, Francia GB e USA li lasciano combattere

Venizeros concluderà la sua carriera politica prendo fine all’Ellenismo in Turchia—> i greci che erano li da
Omero, erano rimasti li nell’Impero ormano, bizantino e poi ottomano, eppure non si risalvano in questo
conflitto tra nazionalità—> una cultura sterminata.

Tali vicende sono segrete (incontri e verbali)

Tornando all’Italia, quando si torna a Parigi si ricomincia discutere del confine orientale, ma non ci sono più
spazi per trovare un compromesso.

Si immaginò un grande Stato cuscinetto tra Italia e Jugoslavia, ovvero uno Stato libero di Fiume, perché
contenga le terre contese—> ma non si trova l’accordo

Giungo 1919—> finisce il governo, e arrivano Nitti come capo del governo e Tommaso Di Vettori come
ministro degli esteri.

Essi vanno a Parigi all’inizio di luglio con l’idea di chiudere la questione adriatica.

9 luglio—> incidenti a Fiume molto gravi—> scontro tra truppe italiane e francesi, con 9 morti
Clemenceau protesta violentemente e i 3 alleati richiedono di creare una Commissione d’Inchiesta per capire
ò’origine del incidente e proporre soluzioni affinché non si verifichino mai più incidenti simili.

La Commission d’Inchiesta dunque inizia a lavorare.

Gli Italiani capiscono che, qualunque sia l’andamento dell’inchiesta, il risultato sarà che l’Italia dovrà
ritirarsi da Fiume o comunque dovrà perdere il controllo militare di Fiume.
Insomma, la questione adriatica si inasprisce, soluzioni alla conferenza della pace non se ne trovano, ed
arriva il momento in cui arriva il rapporto dell’inchiesta a Parigi, il quale chiede agli italiani di ritirare le
truppe da Fiume e per il mantenimento dell’ordine pubblico ci arriverà un contingente britannico.

Nitti accetta di dare tale ordine alle sue truppe e lo fa il 10 settembre (stesso giorno in cui si firma il trattato
di Saint-German con l’Austria

12 settembre—> a Venezia, D’Annunzio, che da tempo ha avuto sollecitazioni di organizzare una spedizione
per andare a Fiume, quando sa che le truppe italiane devono ritirarsi da Fiume, organizza da Ronchi (oggi
Ronchi dei Legionari, vicino Trieste) una spedizione a Fiume, occupandola.

Tale atto è un atto in cui le istituzioni strumentalizzano D’Annunzio—> al 10 settembre gli italiani avevano
perso Fiume, avendo perso il controllo militare, e visto che le truppe dovevano ritirarsi, ci vanno i volontari,
ovvero i Legionari.

Questo spiega, non la posizione di NItti che sembra non avesse complicità, ma le complicità che
D’Annunzio trova a tutti i livelli dell’apparato militare del governo—> D’Annunzio opera sostenuto da
quelli che nelle istituzioni volevano tenersi Fiume.

Settembre 1919—> nasce la Reggenza del Carnaro a Fiume, ovvero un esperimento sociale, che
sopravviverà fino al dicembre 1920 grazie all’esercito italiano più vicino che lo rifornirà del cibo e del
necessario per sopravvivere.

Ciò complica le relazioni con gli alleati—> l’Italia richiede Fiume dicendo di non sapere come richiamare
D’Annunzio.

Autunno 1919—> Wilson è tornato negli USA, perché nel 1920 ci saranno le elezioni e quindi deve
preparare la campagna.

Negli USA sta montando però l’opposizione a Wilson, ovvero quella che non ha mai creduto nella politica
internazionalista ed interventista di Wilson—> dicono di aver tradito la tradizione isolazionista e i Cinesi—>
dicono di aver fatto la guerra per conquistare il mercato cinese, non dell’Europa di cui non si interessano
minimamente.

L’opposizione legge poi che nel testo delle SdN due pezzi della Cina, ex colonie tedesche, andranno al
Giappone, perpetuando uno stato di colonia—> i cinesi non ratificheranno mai il trattato di Versailles.

Ciò investe Wilson, cosi come il fatto che nel testo delle SdN c’è scritto che gli Usa interverranno come
Gendarme del Mondo—> l’opposizione non voleva assolutamente.

Ecco che monta la resistenza contro lo statuto della SdN—> sembrava che la SdN violasse la Costituzione
Americana, visto che prevedeva un aiuto automatico in caso di pericolo di una delle parti—> secondo i
puristi della costituzione non si può fare ciò in America—> è il Senato che decide se si via in aiuto, non si
decide automaticamente.

Ed allora in Italia si capisce che Wilson non verrà riconfermato e quindi decide di aspettare—> In Italia si
tifa la vittoria del partito Repubblicano, il quale usa come programma elettorale « il ritorno alla normalità »,
ovvero l’isolazionismo e il taglio delle tasse.
Quindi, la trattativa si continua in mod serrato a Arrigi, ma in realtà si attende l’uscita di scena di Wilson,
dopo la quale l’unica soluzione è trovare un accordo direttamente tra Roma e Belgrado.

Aprile 1920—> iniziano i contatti diretti tra Belgrado e Roma, per trovare un accordo.

2 novembre 1920—> elezioni USA—> Wilson sconfitto

12 novembre 1920—> Giolitti e il primo ministro serbo firmano il c.d. Trattato di Rapallo:
-l’Italia ottiene il confine sicuro (Patto di Londra), ovvero le Alpi Giulie, tanto gli USA sono fuori scena, la
GB non ha un interesse così grande da fare una guerra

-Fiume—> si crea un piccolissimo Stato, contiguo all’Italia, ovvero lo Stato libero di Fiume.

Fiume se la prendono gli italiani e Susak, ovvero il sobborgo di Fiume, gli slavi

Si pone in segreto che in futuro Susak (e Porto Baros, porto di Susak) farà parte della Jugoslavia, quando
nascerà lo Stato di Fiume.

-L’Italia ottiene molti isole importanti della Dalmazia

I Serbi accettano il compromesso perché il loro maggior protettore, ovvero gli USA, è uscito di scena.

Inoltre, l’accordo è fatto dal governo jugoslavo, che in realtà oramai riflette la predominanza dei serbi
all’interno della federazione.

Nel 1920 si sono sparati nel Parlamento mentre si discute della Costituzione—> la corruzione Jugoslava non
si sta realizzando in modo armonico

Dunque, i Serbi fanno l’accordo affinché gli Italiani smettano di finanziare gli oppositori della nascita della
Jugoslavia e li aiutino a creare e dare vitalità a tale Stato, tormentato dai dissapori tra le varie nazionalità.

Solo che, a Rapallo, fanno un accordo sulle spalle di Sloveni e Croati, coloro che avevano detto ai Serbi di
unirsi a loro, solo se i serbi li avessero difesi dagli Italiani—> per loro è un tradimento

A questo punto, dopo il 1920, gli Italiani dovranno decidere che parte sostenere.

05.11

POST 1° GUERRA MONDIALE


Vittoria Mutilata—> Fiume non era stata inclusa nel Patto di Londra, ma comunque era stata posta come
indipendente e la linea di confine ottenuta era molto buona, ma allora dove sta questa Vittoria Mutilata?

Inoltre, nel dicembre 1920, l’esercito italiano provvede a sgomberare D’Annunzio, il quale dichiarerà guerra
all’Italia, dando vita ad un piccolo scontro, e le truppe italiane rientrano a Fiume—> si ripristina la
situazione pre settembre 1919, quando D’Annunzio era entrato a Fiume
Ciò rende intuibile che questo Stato libero di Fiume non nascerà mai, perché di fatto l’Italia ristende la sua
sovranità a Fiume.

Ciò che sarà fatto nel 1924—> lo Stato occupato dagli Italiani non nascerà, e ci si mette d’accordo con gli
Jugoslavi per spartirselo —> a loro Susak e a noi il resto di Fiume

Insomma, il programma massimo italiano viene raggiunto.

Naturalmente si cederà qualche isola della Dalmazia, ma è normale essendo un negoziato.


Comunque il risultato di Giolitti e Sforza fu un ottimo risultato, a spese degli jugoslavi, che accettano per le
ragioni già esposte prima.

Possiamo quindi certificare che la Vittoria non è stata Mutilata per quanto riguarda i confini orientali italiani.

Dunque, a livello internazionale non esiste il mito della Vittoria Mutilata—> è qualcosa di tutto interno, che
viene dato in pasto all’opinione pubblica per aumentare il dissenso verso le istituzioni.

Sono in effetti anni di confusione e di crisi sociale ed economica.

Dobbiamo concludere ora il discorso circa i vantaggi che l’Italia ottiene dalla fine dell’Impero Ottomano,
promessi dagli Accordi di San Giovanni di Moriana.

Nella primavera 1920, mentee gli italiani negoziano con gli alleati sul confine orientale, abbiamo ricordato
che nella zona turca si combatte—> scoppia la guerra greco-turca a causa della promessa fatta a Venizeros di
dare alla Grecia un pezzo di Turchia

15 maggio—> truppe greche sbarcano in Turchia e scatta la reazione di Mustafa Kemal (poi Kemal Ataturk)

Mustafa Kemal non vuole ricostituire l’Impero Ottomano, ma vuole solo la ricostituzione di una Turchia
nazionale—> vuole unire quelli che parlano turco—> progetto nazionale.

Popolazioni turcofone si estendevano verso la zona Caucasica, come gli Azeri, ed infatti con il passare del
tempo, Mustafa Kemal svilupperà il progetto come Pan-turanismo (o Pan-turchismo) —> nasce una realtà
nuova, basata sul concetto di nazione.

Maggio 1919—> si va in guerra, la quale durerà fino all’ottobre del 1922.

Venizeros è stato inviato da Francesi, Inglesi ed Americani, di contro all’ipotesi che l’Italia potesse
realizzare un fatto compiuto su Smirne.

Tale premessa ci dice già da che parte l’Italia sta—> naturalmente è una posizione molto ambigua, che sarà
la causa della fine dei progetti di espansione economica in Turchia.

Infatti, l’Italia voleva essere amica dei Turchi, ma contemporaneamente avere qualcosa nella zona turca
d’influenza promessagli dagli alleati, nemici di Kemal.

Infatti, sappiamo che l’Impero Ottomano fu smembrato:

-La parte araba viene staccata, con lo scopo di creare uno Stato Arabo unico, che si dovrà conciliare con le
zone d’influenza poste da Sykes-Picot

Per conciliare le cose si sceglie l’idea dei « Mandati », ovvero la SdN affidava quelle terra a francesi e
inglesi per portarle all’indipendenza.

Le decisioni di Sykes-Picot diventano mandati internazionali

Gli inglesi avranno i mandati su Iraq e su Palestina

I francesi avranno i mandati sulla Siria e sul Libano

Laddove trovarono resistenza, come in Siria, si fece la guerra—> si arriva a spaccare la Siria, creando il
Libano—> presero la comunità cristiana maronita e costruirono uno Stato allargandolo dal punto di vista
territoriale, finendo per metterci dentro anche altre comunità di religione islamico—> dunque, non solo
separano sue territori che da sempre erano semplicemente Siria (il Libano è una costa siriana; Beirut è il
porto di Damasco da millenni)
Nasce quindi uno Stato composito, che ancora oggi fa molta fatica a trovare stabilità.

Quindi il 10 agosto 1920 con il trattato di Sèvres a francesi e inglesi vanno quei Mandati, che verranno
affidati in futuro dalla SdN.

Gli Italian costatano che quindi francesi ed inglesi hanno realizzato le loro aspirazioni sui pezzi dell’impero
ottomano, e tentano quindi di realizzare le loro, che ricadevano non sulla parte araba, ma sulla Turchia, dove
nel frattempo imperversato una guerra

Durant i negoziati di Sèvres, l’Italia ottenne un accordo a tre con francesi ed inglesi, nel quale l’unica cosa
che poterono fare inglesi e francesi era di promettere che nella zona tracciata negli accordi di San Giovanni
di Moriana francesi ed inglesi si sarebbero auto-limitati dal punto di vista economico, ovvero nel richiedere
concessioni economiche (impegno self-restraint).

Dunque, l’Italia ottiene una piccola soddisfazione, rispetto a quella che immaginava, ma comunque è
qualche cosa che viene data.

Di fatto, le imprese italiane saranno restie a mandare ad investire lì perché sono spaventate dalla guerra che
imperversa in quei territori.

La guerra continua, e gli italiani hanno come priva idea quella di andare a mettersi d’accordo con Mustafa
Kemal, che non è riconosciuto da Francia e Gran Bretagna, le quali riconoscono il governo dell’erede del
sultano a Costantinopoli—> il governo di Ankara non è riconosciuto dalla comunità internazionale, tant’è
che Sèvres si fa con il governo di Costantinopoli.

Ma la stessa idea di negoziare con Mustafa Kemal ce l’hanno i francesi, i quali devono stabilire un confine
tra Siria e Turchia.

Anche perché se la Grecia avesse vinto, ottenendo quindi Smirne, essa avrebbe controllato l’accesso agli
Stretti, a tutto beneficio dell’Impero Britannico, grande protettore della Grecia.

Quindi iniziano anche dei piccoli attriti tra altri vincitori, non solo con l’Italia.

Quindi la grandezza della diplomazia di Mustafa Kemal è quella di speculare sulle rivalità tra i vincitori,
separandoli, ma anche su quelle tra vincitori e vinti
I primi a cadere nella rete di Mustafa Kemal sono i Bolscevichi, che confinano con la Turchia e che stanno
passando un momento difficilissimo, dovuto anche alla guerra civile

Kemal si rivolge ai Bolscevichi chiedendogli anzitutto di essere sostenuto nella sua battaglia contro gli
Occidentali e d è disposto a sistemare il confine con l’URSS

Marzo 1921—> diplomazia di Mustafa Kemal fa l’accordo segreto con i Bolscevichi, sistemando la
questione del confine ed ottenendo degli aiuti

Poi, passa agli occidentali e con l’Italia è facile

Ottobre 1921—> accordo con i francesi, con i quale si sistema in confine tra Turchia e SIria, e i francesi
riconoscono Kemal

Con gli italiani si raggiunge un accordo, ma che ha la difficoltà già menzionata—> l’Italia chiede ad Ataturk
che il suo governo, quando si insidierà come sovrano territoriale della Turchia, conceda all’Italia, sulla zona
che corrisponde a quanto assegnato da Francia e GB nel patto tripartito, delle concessioni economiche

La Turchia accetta ma chiede come condizioni che l’Italia si ritiri dalle coste turche e che le concessioni non
siano tutte concentrate sulla stessa zona, perché altrimenti la zona sarebbe di fatto sotto il controllo italiano,
non turco (specie di colonizzazione).
Davanti a tale condizioni, l’Italia capisce che se le accetta verrà svalutato il Patto Tripartito (strumento che
dava vita all’equilibrio nel Mediterraneo Orientale) ed il principio dell’equilibrio era troppo importante per
l’Italia, per rimanere al passo con gli altri.

Ma tale visione inficiò l’accordo—> l’Italia fa l’accordo, ritira le truppe, ma non trovò mai soluzione al
dilemma.

L’Italia si arrovella nella situazione per molti mesi, e nel frattempo i Turchi avanzano verso Sud, diventando
la situazione pericolosa a livello militar per gli italiani che sono sulla corta, essendo pochi uomini.

Tutto ciò comporterà che nell’estate 1922 le truppe italiane si ritirano dalla costa meridionale turca, non
concretizzarono le concessioni economiche, e quindi tutto quello che era stabilito dall’articolo 9 del Patto di
Londra e dagli accordi di San Giovanni di Moriana fu vanificato.

Dunque, qui forse quale Mutilazione/Recriminazione da parte degli italiani sarebbe stata giustificata, eppure
nessuno le fece e la Vittoria Mutilata continuò ad essere un kilo che si concentrò su un concetto più
passionale per l’opinione pubblica, ovvero Fiume.

Quindi alla fine della prima guerra mondiale, a parte in Turchia, non c’è dubbio che la vittoria era stata
seguita d aut successo diplomatico italiano, visto che le premure i SOnnino erano completare l’unificazione
nazionale chiudere le porte di casa, e tali due criteri erano stati completamente soddisfatti

L’Italia ne esce vittoriosa dunque, guadagnato anche lo status di grande potenza dal 1920 al 1940, forse
venendo anche sopravvalutata, ma di fatto lo fu (Gli USA sono tornati nell’isolazionismo e la Russia era
temporaneamente fuori gioco).

Tutto ciò era stato realizzato dall’Italietta di Giolitti, eppure:

30 ottobre 1922—> Mussolini diventa capo del governo e ministro degli esteri

Mussolini cavalcò gli umori dell’opinione pubblica—> egli non aveva idee di politica internazionale—> se
guardiamo i suoi scritti sulla questione orientale si trova di tutto, un continuo mutare secondo la logica
dell’opportunismo politico.

Ad esempio oggi sappiamo che quando Giolitti e Sforza vanno a Rapallo, Mussolini scrive a Sforza di essere
d’accordo, e poi alla stampa egli parla di Vittoria Mutilata.

Mussolini cerca di diventare quindi uomo di governo anche per quanto riguarda la politica internazionale ed
è per questo che spesso si è parlato di Addomesticamento della Classe Diplomatica a Mussolini—> essi
spiegavano al neofita come funzionasse il mondo della politica internazionale.

Raggiunto il potere, Mussolini diventa un responsabile e viene giudicato fuori dall’Italia in maniera negativa
—> non può essere apprezzato da chi per valori e convinzioni si ispiri a un modello democratico, ovvero
Francia, Inghilterra e USA, ovvero l’Occidente in via di formazione.

Mussolini non era comparabile con la classe dirigente inglese, secondo gli inglesi, ne aveva condizioni
radicali circa la democrazia e la libertà.

Però, Mussolini aveva certamente una qualità rispetto ad altri dell’epoca come Lenin e Stalin—> nei primi
anni di governo, adotta una politica liberista, ovvero si concentra su alcuni punti fondamentali, per esempio
il risanamento dei conti pubblici ed in pagamento odio denti inter-alleati, quindi è un uomo che viene
accettato da questo punto di vista

In altri termini, egli entra nel mondo della dominanza economica occidentale capitalista, non è un
sovvertitore come Lenin e Stalin, che invece voglio cancellare quel mondo e sovvertirlo
Quindi in questo senso Mussolini viene accettato, visto che di fatto riporta anche un po’ di stabilità politica
in Italia, la quale fu tormentata da tantissimi governi negli anni pre-fascisti—> come si fanno a fare accordi
con un’entità cosi sfuggente, come i governi pre-fascismo?

Dunque, Mussolini garantisce la stabilità politica, entrando nella dominanza economica dell’Occidente

Ed anche a livello di politica estera, fino al 1936 Mussolini fa una politica di Conservazione dello status quo,
quindi di pace—> lui chiacchiera di vittoria mutilata, ma nei fatti non c’è nulla da rivendicare e quindi mira
a conservare lo status quo che è perfetto per l’Italia essendo diventata una Grande Potenza—> ha i confini
sicuri, non ha più il problema degli Asburgo, nei Balcani non c’è più il mondo tedesco e quello russo

Ecco perché Mussolini fa una politica di Conservazione, legata a Francia e GB—> rimane all’interno della
cornice dell’intesa, visto che dal 1914 tra l’altro si era stabilito che gli alleati avrebbero fatto una politica
comune fino alla firma dell’ultimo trattato id pace (ovvero Losanna nel 1924).

Ad esempio, Italia e Francia hanno concordato e continuerà a concordare fino al 1936, che mai si sarebbe
potuta accettare l’unificazione tra Italia e Austria —> tant’è che ciò viene inserito nel trattato di Versailles e
nel trattato di Saint-Germain.

Solidarietà basta su interessi concreti.

Quindi, dal punto di vista dell apolitico europea Mussolini adotta questa politica di Conservazione e di
Rispetto dei Trattati di Pace, frutto della vittoria italiana della guerra.

Ma Mussolini un po’ opportunista lo è e sulla questione dell’Anschluss pensa che in futuro l’Italia si potrà
liberare da questo incubo, magari venendo a patti con la Germania.

08.11

POLITICA ESTERA FASCISTA ANNI ‘20


Inizia quindi la politica estera fascista.

No politica revisionista—> non si cercano imperi

Le preoccupazioni del governo sono concentrate sulla ripresa economica.


A livello diplomatico negli anni ’29 vengo a chiusura alcune vicende che erano già state caratteristiche della
politica estera dell’Italia liberale

La questione orientale si chiuderà con il trattato di Losanna del 1923/24

Inoltre, nel gennaio 1924 viene a chiusura il contenzioso con la Jugoslavia, lasciato dagli accordi di Rapallo
del 1924

L’esordio di Mussolini come Ministro degli Esteri non è tra i migliori perché nell’agosto 1923 la politica
estera italiana si caratterizza per un atto di forza nei confronti per la Grecia

Infatti, nell’agosto 1923 un generale italiano, Tellini, a capo di una Commissione che deve fissare i confini
dell’Albania, viene ucciso durante un attentato probabilmente organizzato da una banda greca.

Con il Patto di Londra si era decisa la spartizione dell’Albania

Durante la guerra l’Albania è teatro di guerra.

Quando gli austriaci battono i serbi ed essi dovranno andare sulle coste dell’Albania per poi essere portati
dalla marina italiana a Corfù, gli Austriaci danno vita ad uno Stato Albanese, per mostrargli la loro
intenzione futura di riportare l’Albania agli antiche confini, ambizione da sempre degli antichi nazionalisti
albanesi.

Lo Stato comprendeva il Kossovo, ma non il sud, quindi comprendeva solo una parte dell’Albania storica
(cosi come a Londra nel 1913 si era deciso di dare vita ad uno Stato Albanese solo su una parte della
regione)

Dunque, con il Patto di Londra si era deciso di spartirsela

Alla fine della guerra l’Albania è occupata dalle truppe alleate (italiani a Valona, francesi, serbi)

Verso la fine della guerra, verso il 1918, constatando che sta per nascere il Regno dei Serbi, Croati e
Jugoslavi, la diplomazia italiana, e in particolare Sonnino, muteranno orientamento e si schiereranno per una
rinascita dell’Albania secondo i confini del 1913 (ovvero quelli che più o meno ci sono oggi)—> quindi gli
italiani si schierano per una diversa soluzione

Gli Albanesi sono felici di ciò, ma lo sono meno raccesi ed in particolare gli inglesi che volevano rispettare il
Patto di Londra, dando una parte al Regno Jugoslavo ed una parte alla Grecia

Nel corso della conferenza del apace, dopo le dimissioni gi Orlando e Sonnino nel giugno 1919, la nuova
politica di Nitti e Tittoni è quella di ripensare di nuovo il futuro dell’Albania mettendosi d’accordo con la
Grecia in modo da dare alla Grecia la parte meridionale dell’Albania (coriza e Girocastro) e di lasciare il
resto sotto controllo italiano, escludendo quindi sul Regno Jugoslavo —> accordi Tittoni-Venizeros luglio
1919

Tale idea però ben presto verrà meno e gli italiani torneranno sulla posizione di Francia e Inghilterra, e gli
Albanesi

Gennaio 1920—> congresso albanese, e indicando come soluzione soddisfacente dei confini già ampi,
avvieranno una guerra contro gli occupanti, in particolare gli italiani, che sono ancora a Valona.

La rivolta di Valona si chiude nel giugno/luglio 1920 con l’evacuazione delle truppe e l’accordo con il
governo provvisorio albanese secondo il quale l’Italia avrebbe sostenuto la rinascita dell’Albania nei confini
del 1913.
Dal 1920 quindi l’Italia guarda ad una rinascita dell’Albania ed addirittura insisterà affinché l’Albania
diventi membro della SdN ed essa viene ammessa non avendo un governo riconosciuto da tutti e non avendo
dei confini riconosciuti da tutti, visto che dovevano essere ancora stabiliti.

La SdN aveva clausole di difesa ed integrità dei suoi membri, dunque l’Italia voleva assicurarne la difesa
dalle minacce che potevano venire o dalla Grecia o dagli Jugoslavi, che volevano i porti albanesi da sempre.

Nel corso del 1921, gli italiani negozieranno con inglesi e francesi per ottenere la riconferma dei confini del
1913 e la otterranno con qualche modifica—> anche francesi e inglesi dunque accettano che l’Albania non
venga più spartita come scritto nel Patto di Londra

9 novembre 1921—> gli italiani avranno un riconoscimento da francesi e inglesi, ovvero di poter intervenire
in Albania nel caso in cui lo Stato pericolasse

Gli italiani riterranno tale dichiarazione come garante dello stabilimento di un privilegio dell’Italiano seguire
le vicende albanesi—> una sorta di tutela.

Arrivato Mussolini, siamo nel punto in cui si stanno mettendo i cippi ai confini dell’Albania—> la
conferenza della pace ha inviato una commissione sui luoghi che sta disegnando i confini ed a capo di essa
c’è il generale italiano, che viene ucciso probabilmente da bande greche, perché essa non condivideva la
rinascita dell’Albania, aspirando alla parte meridionale albanese popolata da abitanti di religione ortodossa e
grecofoni

Agosto 1923—>Scoppia la crisi tra Italia e Grecia


Mussolini chiede pesanti riparazioni con un ultimatum, che i greci respingono

31 agosto 1923—> l’Italia risponde bombardando Corfù e occupandola, per prenderla come pegno affinché
la Grecia adempisse alle richieste italiane

La Grecia è membro della SdN quindi nasce una iris internazionale, che viene risolta rapidamente perché le
grandi potenze trovano un accordo

La fRancia sosterrà per aiutare l’Italia che la SdN non è competente dal punto di vista giuridico a trattare
questa questione, bensì è competente l’organo che ha inviato la commissione Tellini a tracciare i confini,
ovvero la Conferenza della Pace, ovvero la Conferenza degli Ambasciatori delle grandi potenze

Quindi la competenza passa alla Conferenza degli Ambasciatori ed essi la risolvono tra di loro (inglesi,
francesi ed italiani) —> la soluzione che si trova è l’imposizione alla Grecia di una cospicua somma di
denaro ed una sorta di cerimonia di espiazione, ovvero di richiesta di scuse

Si da una punizione alla Grecia, visto che i rapporti erano pessimi tra Grecia ed Italia, visto che c’era il
contenzioso della conquista italiana del Dodecanneao e della competizione su Smirne—> attrito con Grecia e
GB era aumentato

Mussolini prende la palla al balzo per dare una lezione alla Grecia e mostrare un volto diverso dell’Italia, ma
la soluzione della questione si trova con l’escamotage francesi, i quali sono favorevoli a chiudere la
questione dal parte italiana perché della Grecia non gli interessa, ma gli interessa della Germania

I francesi vogliono schiacciare la Germania attraverso il pagamento delle riparazione, l’esecuzione del
trattato di Versailles affinché non torni una grande potenza

Per avere la possibilità di imporre alla Germania l’esecuzione del trattato di pace senza ance gli altri vincitori
obiettino a tale politica e magari di dichiarino in dissenso, i francesi hanno bisogno dell’aiuto italiano

Gennaio 1923—> Crisi della Ruhr—> la Francia occupa la Ruhr


La politica italiana appoggia i francesi e ne viene quindi poi ricambiata sulla questione della soluzione del
concezione che si apre nell’estate del 1923 con la Grecia

L’incidente con la Grecia viene facilmente superato.

Si procede quindi a concludere il negoziato con i Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, lasciato aperto dopo il
trattato di Rapallo.

27 gennaio 1924—> Italiani e Serbi giungono all’accordi di Roma con il quale chiudono la questione di
Fiume attraverso la spartizione dello Stato Libero di Fiume, la cui spartizione era già stata immaginata da
Sforza del 1920

All’Italia va Fiume, e ai Serbi Porto Baros

L’opinione pubblica reagisce con grande entusiasmo—> grande strumento per Mussolini per rivendicare un
punto a favore visto che l’Italia liberale non c’era riuscita, ma in realtà sappiamo oche tutto era già stato
preparato

Dunque dal gennaio 1924 i rapporti tra Roma e Belgrado sembrano buoni, nonostante la diffidenza
reciproca, dato che il contrasto tra italiani e serbi stava sul futuro dell’Albania.

Si prende anche l’impegno a non ingeriti negli affari interni dell’Albania, visto che essa è in preda ad una
sorta di anarchia interna

Questo impegno gli italiani ed i serbi lo ribadiranno più avanti, nel giungo 1924, quando questa guerra
intestina in Albania si chiuderà con la vittoria di uno dei contendenti, ovvero Fan Noli, un vescovo ortodosso
« di ispirazione progressista » (ovviamente nel 1920 cosa significa vescovo progressista?) —> egli diviene
Presidente della Repubblica

Fan Noli ha il controllo dell’Albania, ed il suo rivale principale si chiamava Ahmed Bey Zogu, ex ufficiale
ottomano originario del Nord dell’Albania, nelle regioni adagiante al Kossovo

Zogu (che lentamente si cambiava nome per lasciarsi alle spalle la vicinanza con gli ottomani per
nazionalizzare il suo nome in Re Zog) nel giungo 1924 è sconfitto e si ritira nel Nord dell’Albania e da li
oltrepassa il confine e va in Kossovo

I Kossovari lo mettono in contatto con i servizi serbi, e dal Kossovo Zogu organizza la riscossa per eliminare
Fan Noli

In questo senso, i Serbi non rispettano quell’impegno preso di non interferire negli affari interni albanesi,
visto che sostengono uno dei contendenti.

Grazie all’appoggio serbo, nel dicembre 1924, Zogu riconquista l’Albania, costringendo Fan Noli all’esilio
prima in Francia e poi negli USA.

Dicembre 1924—> l’Albania comincia ad essere più stabile politicamente.

Ma Zogu ha un programma a carattere nazionale—> non è nient’altro che un nazionalista albanese, che certo
non vede bene l’oppressione dei suoi connazionali da parte dei Serbi in Kossovo, quindi prima li utilizza per
controllare dall’Albania e dall’inizio del 1925 si rivolge costantemente a Roma per avere degli aiuti.
Ovviamente, gli italiani che non hanno digerito ,’ingerenza serba sono felici di accontentarlo

Febbraio 1925—> accordi economici segreti

Agosto 1925—> Patto di Alleanza segreto con Zogu contro la Serbia nel quale vi era presente all’articolo 5
una cd clausola irredentistica —> si diceva che se alla fine dell a guerra condotta contro i Serbi si avranno
compensi territoriali l’italiani impegnava a far ottiene all’Albania le regioni occupate da Albanesi, ovvero il
Kossovo

I Serbi come contromossa pensano di parare la minaccia italiana con un protettore e lo troveranno nella
Francia.

La Francia si legano alla Jugoslavia, perché dopo la 1° GM sono i garanti dello status quo europeo, imposto
dai trattati di pace—> la Francia negli anni ’20 non sarà soddisfatta dalla sicurerà collettiva garantita dalla
SdN, ma stridulerà alleanze politico-militari con gli Stati ad Est della Germania, non potendosi più alleare
con la Russia, oramai Bolscevica:

La Francia stringe accordi con:


-1921—> Polonia
-1924-25—> Cecoslovacchia
-1926—> Romania
-1927—> Jugoslavia

Su ciò cozza con la politica estera italiana.

Inoltre, i Francesi ospiteranno gli esuli del Fascismo

Quindi i rapporti con la Francia si incrineranno per questi due motivi (Jugoslavi ed Esuli)

Dunque Mussolini vuole qualcosa di più—> addirittura alcuni diplomatici ritengono che l’unico modo per
avere il controllo dell’Albania è andarci con le truppe, visto l’instabilità interna—> alcuni già immaginano
un’invasione albanese (NB Non Mussolini)

Ma Mussolini si oppone all’operazione militare, dato che ritiene possibile negoziare con l’Albania una serie
di accordi che possano legare l’Albania all’Italia in mod imperituro

Novembre 1926—> Patto di amicizia e di sicurezza

Certi poi dell’alleanza franco-jugoslava, stringono un patto pubblico, da registrarsi alla SdN, in modo che
tutti sappiano che l’Albania è alleato italiano

Il programma di Mussolini è quindi quello di legare l’Albania attraverso questo accordo pubblico e di
trasformare l’Albania da una Repubblica ad un Regno, facendo nomina re Zogu e dargli in sposa una figlia
di Re Vittorio Emanuele III

Mussolini stesso lo scrive su un appunto per i suoi collaboratori—> il suo schema è quello delle relazioni tra
Inghilterra e Portogallo (come scrive sui suoi appunti)—>dal 1300 i portoghesi sono stati sempre alleati
dell’Impero Britannico, e ciò ha permesso ai portoghesi di staccarsi dal resto e diventare indipendenti dalla
Spagna.

L’idea di Mussolini è dunque questa—> l’Albania rimane indipendente, ma legata all’Italia con un patto e
con un vincolo di tipo matrimoniale, legando le due corone.

Questo piano viene realizzato tra il 1927 ed il 1928

Ne l1927 trattato di alleanza pubblico e si avvia la trasformazione interna dell’Albania

2 settembre 1928—> si ha la trasformazione, quando una commissione di notabili eleggerà Zogu Re degli
Albanesi (Re degli Albanesi, non dell’Albania—> si elegge Re degli Albanesi anche oltre confini)
In quello stesso torno di tempo, agli inizi di settembre 1928, vi è uno scambio di note segreto tra Zog e
Mussolini, con cui si concorda l’impegno italiano ad ampliare i confini dell’Albania con il Kossovo in caso
di guerra con la Jugoslavia (non potendo mettere una causa nel trattato pubblico, essendo esso appunto
pubblico)
Quindi, questo è il risultato dell’attrito tra Italia e Francia—> azione e reazione

Inoltre, non bastando ciò, dal 1927/28 i rapporti tra Italia Francia i rapporti degenerano—> la diplomazia
italiana attua una politica non più di collaborazione con Belgrado, ma una politica che punta al suo
smembramento, sostenendo le sue forze centrifughe interne (come nel 1918)

Dal 1925 i contribuenti italiani forniscono ingenti somme a Zogu, ed una parte di questi fondi vanno in
Kossovo, per far organizzare politicamente i kossovari

Quindi, oltre agli Albanesi, si finanziano:


-I Macedoni che vorrebbero unirsi alla Bulgaria o essere indipendenti
-Il partito nazionalista Croato, ovvero gli Ustacia di Ante Pavelic

Inoltre, si fanno una serie di accordi di amicizia che tendono ad isolare la Jugoslavia:
-Settembre 1926—> Trattato Italia-Romania, con cui si riconosce la Bessarabia ai rumeni, incrinando le
relazioni con i Russi
-Aprile 1927—< Trattato Italia-Ungheria
-Maggio 1928—> Trattato Italia-Turchia
-Settembre 1928—> Trattato Italia-Grecia

Negli anni ’20 dunque, lo scopo della diplomazia è finalizzata a risolare la Jugoslavia —> Mussolini cambia
la sua politica nei confronti di Belgrado.

L’Albania rimarrà, nonostante i rapporti freddi che inizieranno a fine anni ’20 visto che Zog non sopporta
l’invadenza degli italiani, un grand pozzo in cui vanno a finire i denari italiani, visto che l’Albania fino al
1939 rimarrà quasi come una Regione Italiana, nonostante tutte le critiche fatte alla gestione dei soldi da
parte di Zog.

Zog da parte sua rimprovera agli italiani la loro invadenza (società di pesca a Valona e Durazzo, Banca di
Albania comprata dalla Banca di Napoli ecc…)

Lo stesso Zog pensa che la minaccia all’integrità dell’Albania possa ora provenire dall’Italia

Dunque i rapporti toccano il punto massimo nel 1928, poi rimangono in stasi fino al 1939, quando Hitler
ormai ha messo a segno i suoi colpi, e a quel punto gli Italiani occupano l’Albania—> quel gruppo
all’interno del ministero degli Esteri che riteneva di dover invadere l’Albania, prende il sopravvento a Roma.

1928 è anche l’anno degli accordi tra Italia ed Etiopia—> essi sistemano la situazione con un Paese che era
stato in guerra con l’Italia nel 1896.

Dell’Etiopia sappiamo che il 13 dicembre 1906 ci sono stati gli accordi tripartiti tra GB Francia e Italia si
mettono d’accordo per spartirsi l’Etiopia in caso di sfaldamento dell’Etiopia ognuno assegnandosi una certa
zona dell’Etiopia (GB il Nord, Italia Ovest, Francia Est, e dell’Etiopia sarebbe rimasto un piccolissimo
impero)

Dell’Etiopia no nei parla durante io Patto di Londra, però l’Etiopia è presente nei documenti italiani, ma si
decide el 1915 che le esigenze di chiudere del Patto di Londra non permettono di porre questo problema

Nemmeno alla Conferenza della Pace si pone il problema, ma si inizia a ragionarci

Si immagina al Ministero delle Colonie, con il Ministro Colosimo, di venire ad una spartizione dell’Etiopia
dando effettiva applicazione all’accordo del 1906

Quindi Mussolini nel 1922 non inventa la questione etiopica, ma riprende il negoziato con Francia e GB

Ovviamente GB e Francia ed Etiopia non sono disposti a fare nulla per accontentare gli italiani
La guerra civile svoltasi in Etiopia sta volgendo a termine con la vittoria di Ras Tafari Mahonnen (il quale è
l’ispiratore della musica Rasta)

Ras Tafari diventerà imperatore nel nomare 1930 con il nome di Haile Selassie

A lui si ispirano alcuni pensatori politici che hanno poi dato vita al movimento Rastafari e al
Rastafarianesimo e che vedono in quest’uomo una sorta di messia

Infatti, parliamo di un’epoca in cui l’unico vero stato indigente in Africa è l’Etiopia, ovvero è quello che ha
resistito agli occidentali

Non solo, ma Ras Tafari come imperatore avvierà una sorta di predicazione che riguarderà in particolare il
ritorno in Africa degli Africani, quindi il successo del Rastafarianesimo è negli USA, nell’America Latina e
nella Jamaica, dove si sente ancor fi più negli anni ’20 il problema della dissipazione razziale.

Nel 1936 verrà scacciato dagli italiani e la sua fama accrescerà, anche perché negli USA si farà una grande
propaganda contro l’Italia che ha invaso l’Etiopia.

11.11

QUESTIONE ETIOPICA
1906—> Accordo tripartito tra Italia, Inghilterra e Francia sul futuro dell’Etiopia—> Se l’Etiopia pericola,
esse si sarebbero spartite in zone d’influenza l territorio .

Gli italiani pensano di poter usare tale strumento anche alla fine della 1° GM—> durante la guerra gli
appetiti coloniali italiani aumentano e quindi la trattativa sull’Etiopia viene rimessa a negoziati meno
ufficiali di quelli della Pace, che toccano argomenti più importanti, ovvero il completamento dell’unità e
l’ottenimento di confini sicuri.

Il Patto di Londra all’art 13 prevedeva che all’Italia spettassero rettifiche minori dei territori coloniali—>
infatti Londra concede un piccolo pezzo di terra (il cd Piccolo Giubba) che servisse come adempimento
dell’art. 13.

Invece la Francia non concesse nulla, rimanendo inadempiente.

Durante la 1° GM in Etiopia si è assistito ad una guerra intestina, al termine della quale ne uscirono vincitori
l’Imperatrice, Zao di Tu, e soprattutto Ras Tafani, ovvero Haile Selassie, il quale diviene reggente ed uomo
più importante dell’Impero Etiopico.

Quindi lo Stato che vive questo periodo di instabilità interna, sembra facilitare le aspirazioni italiane, la
quale pensa quindi di recuperare lo strumento del 1906.

Quindi i 3 confinanti, non trovando un accordo tra loro, si fecero una concorrenza per ottenere l’egemonia
sull’Etiopia, a scapito l’uno dell’altro
IN particolare, la Francia a partire da Gibuti inizia una politica di penetrazione economica in Etiopia (es.
Ferrovia Gibuti-Addis Abeba) tanto che pensarono di poter estendere il loro controllo su Addis Abeba

E pensavano che il modo migliore per dare stabilità all’Etiopia fosse quello di farla aderire alla SdN,
affinché tutti dovessero rispettare la sua integrità, come scritto nello Statuto (= al pensiero italiano
sull’Albania)

1922/23—> si scatena una lotta politica sul tema dell’adesione dell’Etiopia alla SdN—> Francia favorevole,
Italia e GB contrari

I Media italiani ed inglesi sostengono che in Etiopia esiste ancora la schiavitù e che quindi prima di essere
ammessa deve dimostrare di essersi civilizzata, iniziando dall’abolizione della schiavitù.

Questa campagna fatta da inglesi e italiani, tuttavia non frenò l’adesione Etiopia alla SdN, perché alla fine
proprio il governo di Roma e di Londra per non scontentare Ras Tafari, e quindi per ingraziarselo, decisero
di togliersi questo veto, e quindi nel 1923 l’Etiopia fu ammessa alla SdN, con tutte le condizioni necessarie
alla modernizzazione—> rapporto particolare tra Francia e Etiopia

Per questo, Ras TAfari sfruttando la solidarietà dei francesi, aprirà un negoziato con Parigi per ottenere a
Gibuti (=Somalia francese) un Porto Franco, dato che l’Etiopia, essendo circondata, non aveva uno sbocco al
mare.

Il negoziato però non va, visto che i francesi sono restii a qualsiasi tipo di concessione

1924—> Ras Tafari fa un giro in Europa, per capire s qualcun’altra è disposto a dare all’Etiopia uno sbocco
al mare.

A Londra e a Parigi non otterrà nulla.

Giugno 1924—> A Roma rivolge a Mussolini la medesima richiesta—> l’Italia propone un Porto Franco
all’Etiopia ad Assab, in Eritrea—> Ras Tafari contropropone che l’Italia non conceda un Porto Franco, ma
chiede una cessione territoriale e su questo i negoziati si arenano

Nonostante il fallimento dei negoziati, Ras Tafari continua ad appoggiarsi sulla Francia.

Il sodalizio è talmente forte, che sembra che la Francia abbia quasi un’egemonia sull’Etiopia, e gli inglesi
iniziano quindi a preoccuparsi, avendo gli inglesi in Etiopia le sorgenti del Nilo, fondamentale per loro.

GLi inglesi quindi vanno dagli italiani, timorosi della preponderanza francese in Etiopia, e si mettono
d’accordo per rivitalizzare l’accordo del 1906 ed immaginare una futura spartizione dell’Etiopia

1925 Accordo Mussolini-Graham—> Italia e GB decidono che il governo inglese aiuterà il governo italiano
presso il governo etiopico ad ottenere la possibilità di costruire una ferrovia che colleghi l’Eritrea alla
Somalia passando ad Ovest di Addis Abeba e riconosce su quella terra a dOvest riconosce l’influenza
esclusiva dell’Italia
Come contropartita il governo inglese aveva il riconoscimento italiano come zona esclusiva inglese la zona
delle sorgenti del Nilo e l’Italia prometteva di aiutare il governo inglese ad ottenere il permesso a fare opere
idrauliche per irreggimentare le sorgenti

L’accordo fu pubblico, essendoci solo impegni economici, ma comunque Ras Tafari si preoccupò—>
l’Etiopia e la Francia protestano, e Ras Tafari minaccia di adire la SdN perché la CIG sai pronunciasse
rispetto alla compatibilità dell’accordo in relazione all’indipendenza dell’Etiopia.

Dunque le reazioni furono molto forti e quindi di fatto l’accordo del 1925 decade, ovvero non si applicò mai.

A questo punto, gli italiani riprendono la politica di collaborazione con Ras Tafari, il quale ha bisogno
dell’aiuto italiano, visto che sta cercando di diventare Negus Neghesti, e quindi gli servono denari.
1930—> Ras Tafari viene eletto imperatore

2 agosto 1928—> In cambio gli italiani ottengono un trattato di amicizia e di arbitrato

E ancora, accanto al trattato è allegata una convenzione che stabilisce che in futuro verrà costruita dalle
imprese italiane una « Camionabile », ovvero una strada, che colleghi Assab (con il porto) al villaggio
Dessie, ovvero la prima cittadina Etiopica al di là del confine Eritreo-Etiopico.

Di questa Camionabile non si completano i lavori però—> i suoi progetti vengono costantemente insabbiati
per i motivi più svariati.

Insomma, dietro a questa mancanza di volontà di Haile Selassie, c’è la diffidenza verso l’Italia—> tale
Camionabile che cosa trasporterà? Non è che serve facilitare le operazioni militari italiane se scelgono di
fare la guerra?—> ecco le esitazioni etiopi e quindi la strada non si costruirà mai.

E per gli italiani è una delusione.

Nel frattempo, l’Italia sa bene che dentro l’Impero Etiopico le spinte centrifughe sono ben lungi dall’essere
scomparse e quindi dal 1930 la diplomazia italiana comincia a studiare una nuova strategia

Non più Strategia Centrale (accordo con il governo), ma accordo con i negus periferici o sostegno ad i vari
gruppi etnici che sono in Etiopia che non sopportano la guida di Haile Selassie e gli Abissini

La Strategia Periferica viene ideata da Gasparini, governatore dell’Eritrea all’epoca, il quale fa come
esempio l’impero asburgico:
C’erano Austriaci ed Ungheresi che tengono sotto le altre nazionalità, e l’Impero Etiopico faceva lo stesso.

1929/1930—> la politica non viene subito messa in atto, visto che c’è la grande crisi economica e si è
impegnati ancora in Libia sulla riconquista delle posizioni italiane perse durante la 1° GM, a causa della
guerriglia portata avanti dalla confraternita della Selussia dalla Cirenaica —> si fanno costantemente
operazioni di polizia contro i ribelli della Cirenaica, compiendo ovviamente anche molti atti efferati (cosa
che sai un pallino fisso di Gheddafi—> necessità di risarcimento da parte dell’Italia per tutti i danni arrecati
durante il colonialismo)

Le operazioni militari in Libia finirono nel 1932 con l’impiccagione del capo dei ribelli, Omar Al Buttar

Si avvia cosi una nuova fase, che non solo deve combattere contro le necessità porta dalle crisi economica,
ma anche dalla destabilizzazione porta dall’ascesa al potere di Hitler in Germania.

RAPPORTI ITALIA-GERMANIA ANNI ’20


Rapporti pessimi perché uno ha vinto la guerra e l’altro ha perso, uno ha imposto un trattato di pace e l’altro
lo subisce e tenta di modificarlo.

In particolare gli italiani stanno attenti ad alcune clausole, la principale delle quali riguarda il divieto di
Anschluss, iscritto sia nel trattato di Versailles che in quello di Saint-German, entrambi del 1919, il primo di
giungo, l’altro di settembre.

Dunque, si vuole assolutamente conservare l’indipendenza dell’Austria, per non far pesare di nuovo sulla
testa dell’Italia un mostruoso Stato tedesco, che possa attirare la minoranza sudtirolese

1918—> nascita della Repubblica di Weimar, ed il Parlamento tedesco vota l’annessione dell’Austria alla
Germania—> finalmente egli austriaci si sono liberati dalle loro appendici e possono unirsi ai loro
connazionali tedeschi

Di conseguenza, anche i Sudeti votano la loro annessione a Weimar


Allora, ecco che l’Italia ha una solidarietà con la Francia, perché anche loro aborrano l’Anschluss.

Torna il problema della Germania.

Italiani e francesi, nonostante la concorrenza nei Balcani ed in Etiopia, hanno questa comunanza primordiale
di interessi, visto che riguarda la sicurezza in Europa, ma Mussolini già dal 1922 fa un suo ragionamento
sull’Austria—> guardando la mappa, dice certamente che l’Italia deve impedire l’Anschluss, ma più
interesse dell’Italia ce l’ha la Francia ad impedirlo—> se le cose mutano in Europa l’Italia ha la possibilità
di, per avere sicurezza lungo il Brennero, fare un accordo con la Germania, mentre la Francia non può.

Negli anni ’20 in Germania dilaga il Pangermanesimo e che il Diktat è orribile dal punto di vista
dell’autodeterminazione dei popoli—> inizia la propaganda Pangermanista (es. Film « Vola aquila rossa del
Sud Tirolo »—> film sull’oppressione dei Sud Tirolesi da parte dell’Italia, ovviamente privo di veridicità)

Dunque, i rapporti tra Italia e Germania sono pessimi, ma bisogna sempre ricordare il ragionamento di
Mussolini—> per la Francia, la Germania è un problema maggiore, visto che l’Italia può sempre fare un
accordo—> pensa che l’Anschluss sia un problema più francese che italiano, e quindi se la Francia vuole una
mano contro la Germania deve dargli qualcosa, ovvero un « pezzo » di Impero Etiopico.

Anche tra partito fascista e partito nazional-socialista ci sono pessimi rapporti—> Hitler ha un programma
Pangermanista e Razziale, che non piace agli italiani in generale.

1932—> Mussolini fa un libro su un’intervista con Ludvig, giornalista ebraico austriaco, in cui Mussolini
dice che le razze non esistono, e che il fascismo è una cosa che riguarda solo l’Italia e non esportabile.

Ovviamente, poi cambiò idea.

Quando iniziò il processo di riavvicinamento alla Germania e nel 1938 si emanato le Leggi Razziali in Italia,
Mussolini ritirò quel libro dal commerciò e fu rimesso in commercio privo di queste parti

Mussolini non vorrà mai incontrare Hitler, nonostante per quest’ultimo il primo fu un modello e chiedesse
spesso degli incontri, fino al 1934, ovvero quando Hitler diventa Cancelliere della Germania.

Hitler attraverso Giuseppe Renzetti, ufficiale dell’esercito italiano in Germania che aveva aperto una sua
Camera di Commercio in Germania, entra in contatto con i capi nazisti, li segue, ed intuisce che essi saranno
il futuro della Germania—> inizia a tempestare l’ambasciata italiana per creare dei legami tra Italia e
Germania.

1930—> Mussolini riceve Renzetti e lo assolderà con il compito di essere informatore dell’Italia all’interno
del partito nazional-socialista visto che conosce da vicino tutti i nazisti più importanti

La classe diplomatica inizia ad odiarlo quindi, visto che l’ha scavalcata, soprattutto Elisabetta Cerruti,
moglie dell’ambasciatore italiano a Berlino, Cerruti, la quale scriverà il libro « Visti da vicino », nel quale
lascerà impietosi ritratti dei gerarchi nazisti:
Uno di questi profili lo dedica a Giuseppe Renzetti (lo chiama « l’Innominato della Politica Estera Italiana »)

L’unica cosa che piace a Mussolini di Hitler è che egli sia nel Mein Kampfs sia nel libretto « La Questione
SUdTirolese » sostiene che la Germania deve estendersi a tutti i tedeschi, tranne che per i tedeschi
sudtirolesi, visto che per farlo ha bisogno dell’aiuto italiano—> addirittura Hitler verrà messo sotto processo,
ma poi scagionato, con l’accusa di essere al soldo degli italiani, quindi pagato dagli italiani per farlo—>
Hitler riesce però a dimostrare che il suo è un programma politico e non è pagato dagli italiani

La prima volta che Mussolini incontra Hitler è nel 1934, visto che Hitler diventa Cancelliere della Germania,
non è più un semplice capo di un partito politico—> giugno 1934, parlano a tu per tu, come sperato da tanto
tempo da Hitler.
1931—> l’unica cosa ottenuta prima era che Goering, futuro capo dell’aviazione del Terzo Reich, riuscii, in
visita in Italia, una foto con dedica di Mussolini ad Hitler.

Quando Hitler viene in Italia, si incontrano in Veneto, prima a Venezia e poi a Stra—> Hitler fa un appello
per il ristabilimento di « condizioni democratiche », quasi fosse un antesignano degli esportatori della
Democrazia

12.11

POLITICA ESTERA DI MUSSOLINI ED HITLER


Per capire cosa intendesse Hitler, bisogna capire cosa fa Mussolini quando Hitler sta per accedere alla
Cancelleria tedesca

Grandi era un giovane cresciuto da Mussolini, preso da lui nel 1925 per fare il Sottosegretario al Ministero
degli Esteri—> in un modo di ambasciatori anziani, Grandi viene visto con perplessità, avendo egli 27 anni,
e non è ben accettato all’inizio.

Eppure, essendo volenteroso, inizia a studiare moltissimo per recuperare il gap, e diventa il fedelissimo di
Mussolini, inserito in una vecchia burocrazia dello Stato.

Grandi cresce dunque come allievo/delfino di Mussolini e questa sua esperienza al Ministero degli Esteri gli
varrà la nomina dal 1929 al 1932 di Ministro degli Esteri, fino al 1929 occupato da Mussolini stesso.

La Fase Grandi rappresenta, nella politica estera italiana, una politica meno irruente e più d’attenta agli
aspetti formali, come la SdN, che però nient’altro era che la politica che Mussolini voleva che Grandi
svolgesse.

In questo periodo si constata la crescita esponenziale del Partito Nazional-Socialista, che diverrà il partito di
maggioranza relativa, e farà comprendere all’Italia che quella forza avrebbe preso il comando del governo, in
un mondo politico come quello tedesco compitamente unico nella volontà di rovesciare il Patto di Versailles.

Quindi tra il 1932 e il 1933, l’Italia pensa anzitutto come arginare il Revisionismo della Germania che
oramai sembrava incontenibile.

L’idea di Mussolini, e di altri come Salata, è quella di proporre un trattato ad Inglesi Francesi e Tedeschi,
ovvero quelli che firmarono il Patto di Locarno, che aprisse la strada alla modifica dei trattati di pace, che
nelle intenzioni di Mussolini doveva essere una modifica limitata e controllata dalle altre potenze firmatarie
con la Germania—> si parte dalla base che la SdN non funziona più, soprattuto il suo meccanismo di
revisione dei trattati, e quindi è necessario trovare un altro strumento, ovvero quello che sarà ricordato come
Patto a Quattro.

In particolare, si sarebbe dovuto decidere le revisioni più gravose per la Germania, come le mutilazioni
territoriali subite in Oriente o la Renania, che secondo Versailles doveva rimanere smilitarizzata, o il
problema dei Sudeti.
Mussolini pensa di poter discutere con la Germania, dandole qualche soddisfazione—> ad esempio si può
rivedere il Corridoio Polacco oppure la questione dei Sudeti, dirottando il revisionismo di Hitler, potendo
cosi impedire ogni tipo di revisione agli altri confini della Germania, in particolare quello Tedesco-
Austriaco.

Questo è il Patto a Quattro, o Patto Mussolini, o Patto Salata, ovvero arginare il Revisionismo tedesco, visto
che la SdN non era oramai in grado di funzionare efficientemente.

Gli inglesi sono d’accordo, visto che dal 1921 voleva far tornare la Germania a crescere.

La Francia dirà di no, proponendo alcune modifiche al Patto al Quattro che ne snatureranno le finalità—>
non si parlava più di modifica dei trattati, ma ad esempio di rivedere la clausola della SdN sull’integrità delle
Nazioni.

Ovviamente, i Francesi dicono di no perché Cecoslovacchi e Polacchi erano alleati dei francesi.

Il Patto a Quattro, firmato nel 1933, non sarà quindi mai ratificato—> si studia per capire le intenzioni
dell’Italia e le sue preoccupazioni sulla Germania dell’epoca, oramai dal gennaio 1933 guidata da Hitler, con
vice-Cancelliere Von Papen, moderato di centro che si allea con Hitler non prendendo seriamente la sua
propaganda.

Dunque, il Patto a Quattro fallisce nel 1933

Nel frattempo, la Germania sta prendendo iniziative in modo unilaterale—> in Austria

Già dal 1928 Mussolini finanzia una corrente politica, ovvero le Heimwehren, guidate da Staremberg, che
come tutte le formazioni politiche del mondo tedesco, hanno una milizia.

Staremberg, nobile austriaco, spera che questa Austria possa rinascere dal punto di vista nazionale, ma non
aderendo alla Repubblica di Weimar, quindi volendo impedire anche lui l’Anschluss—> nazionalista, non
Pangermanista.

Quindi, si inizia a finanziare la fazione di Staremberg, e, non solo, ma dal 1932, dopo che è fallito un
tentativo di Anschluss economico, ovvero unione doganale con gli accordi del 1931, a causa dell’intervento
italiano e francese, e quindi dopo Cher si era capito che la crisi economica aveva accentuano la volontà di
unirsi, Mussolini inizi ad agire molto più profondamente in Austria avviando una serie di colloqui con il
capo del Partito Cristiano, ovvero Dollfuss.

Dal 1932 in poi, DOllfuss più volte si reca in Romagna, nello specifico a Rocca delle Ragnate, dove c’è
Mussolini, e discutono delle prospettive future austriache, visto che egli non vuole l’unione con la Germania,
che significherebbe l’unione con il Partito Nazional-Socialista, che ha una visione atea della vita.

Si avvia quindi la tradizione del mondo tedesco di venire al mare in Italia, sulle coste dell’Adriatico.

Mussolini consiglia a Dollfuss, visto che l’Austria è una Repubblica democratica, e per evitare l’Anschluss,
di compiere una svolta autoritaria—> mettere fine al regime democratico, prima che lo faccia il partito
Nazional-Socialista austriaco, vincendo le elezioni ed allenandosi con Hitler.
Se si leva la Democrazia, si levano i partiti e quindi si elimina la componente Nazional-Socialista.

Dollfuss si convince lentamente eche la ricetta di Mussolini è quella giusta, e quindi dal marzo 1933 fino al
gennaio 1934 si compie questa svolta autoritaria, che significa anche la modifica della costituzione austriaca,
attraverso una sofferta lotta politica interna

Gennaio 1934—> a Vienna c’è la guerriglia urbana tra i gruppi militari di Staremberg e di Dollfuss contro il
Partito Socialista, che si conclude con la vittoria del Fronte Patriottico (Heimwehren, Partito di DOllfuss ecc)
, guidato da Dollfuss.
Maggio 1934—> nuova costituzione che faceva dell’Austria « una Stato federale, cristiano, tedesco, e a base
corporativa (aggettivo che fa capire come l’ispirazione fosse l’Italia) ».

L’Austria diventa uno Stato come l’Italia Fascista e viene ispirata da Mussolini, e tutti lo sanno, anche
Hitler—> i Socialisti ed i Nazional-Socialisti vengono arrestati e messi fuori legge, in quanto Rivoluzionari
—> non c’è più opposizione.

Se questa è la situazione, si capisce di cosa parlano Hitler e Mussolini ne giugno 1934 quando si incontrano
a Venezia, e poi a Stra.

Si parla quindi della situazione austriaca, ovvero di uno Stato divenuto una Dittatura e in qualche modo sotto
controllo italiano.

Suvic, sottosegretario agli Esteri, presente al momento dei colloqui, riporta cosa si sono detti, scrivendo una
lettera a Dollfuss—> Suvic comunica a Dollfuss di stare tranquillo, e che Hitler ha detto di non condividere
la politica di Dollfuss, dicendo che l’Anschluss è al momento fuori discussione, però se vengono rispettate
alcune condizioni:
-il Cancelliere austriaco deve essere una personalità indipendente, non appartenente ai partiti in lotta
-occorre indire le elezioni affinché il popolo astriamo possa esprimere la sua volontà—> richiesta di
democrazia
-i nazi devono partecipare al governo in proporzione del risultato delle elezioni
Chiede quindi il ripristino delle condizioni Democratiche (essendo convinto che in delle lezioni libere il
partito Nazional-Socialista vince, e poi si farà l’Anschluss)
Mussolini risponde che Dollfuss semplicemente si sta difendendo, e che non si dovesse discutere
dell’Austria finché non ci sarà una vera tranquillità nello Stato, visto che sono in atto diversi atti di
terrorismo nel Paese (organizzati dai tedeschi ovviamente)—> modo per dire no.

Hitler se ne va scontento, e continuano quindi con gli atti di terrorismo

Luglio 1934—> uno di questi attentati fallirà perché le Heimwehren entreranno in azione e bloccano il
tentativo di Colpo di Stato che mettono in atto le cellule terroristiche organizzate dai tedeschi—> tuttavia,
riescono ad uccidere Dollfuss, colui che teneva insieme la coalizione di potere.

L’assassinio di Dollfuss elimina l’uomo chiave che riusciva a tenere insieme i diversi umori—> il successore
Suschling non avrà le stese capacità

Luglio 1934—> Mussolini muove delle truppe al Brennero, per mostrare i muscoli in chiave anti-Anschluss

Ma comunque la Comunità internazionale si preoccupa

Settembre 1934—> Italia Francia e Inghilterra si riuniscono e riaffermano di voler difendere l’integrità
austriaca

Sempre alla fine del 1934, accanto a tali avvenimenti, si sta discutendo e realizzando il secondo tentativo di
bloccare Hitler a livello diplomatico attraverso una coalizione internazionale, che possa fungere da
deterrente dal revisionismo tedesco

Il tentativo origina:
-dalla Francia

-dai Russi, visto che Stalin legge nel Mein Kampfs che lo spazio vitale per i tedeschi è ad Oriente, e
soprattutto in Ucraina, definito il granaio dell’Europa—> dal 1932 inizia un lento riavvicinamento con i
francesi, che però odiano in realtà essendo essi i garanti dello status quo in Europa, che ai russi ovviamente
non piace moltissimo, avendo perso molte terre, ed i garanti dell’allargamento dei confini Polacchi in
Ucraina e Bielorussia, ed i garanti della politica del Cordone Sanitario contro il Comunismo—> l’odio però
può essere superato da un odio ancora più intenso, ovvero quello provato nei confronti della Germania
L’idea di Barthou è di restaurare l’alleanza franco-russa come pre-prima guerra mondiale—> Barthou anche
pensa che la SdN non funziona più per la sicurezza europea, e quindi bisogna tornare al Balanced Power
Europeo.
E la sua politica è sposata dalla Russia e dentro la politica di Barthou entra anche l’Italia—> stessa logica
della prima guerra mondiale.

Da qui nasce il cambiamento della posizione Francese nei confronti delle richieste Italiane—>
Si inizia a negoziare con gli italiani di tutti i problemi, uno tra questi il contenzioso tra Italia e Jugoslavi
sull’Albania, in cui la Francia si era alleata con la Jugoslavia.

Ecco quindi che per discutere anche di quello, Barthou inizia a parlare con il Regno di Jugoslavia, di fatto
oramai una dittatura serba, raccomandandogli di risolvere il contenzioso con l’Italia.

Ottobre 1934—> Alessandro I° va a Marsiglia a trovare Barthou ed entrambi vengono uccisi—>


probabilmente potrebbero essere stati i Nazionalisti Croati che patteggiavano e venivano finanziati dalla
Germania.

Tuttavia ciò non ferma le trattative—> ormai la bozza dell’accordo è pronto.

Il successore di Barthou, Laval verrà a Roma il 6 gennaio 1935, per firmare gli accordi Mussolini-Laval:
La cosa più importante concordata è l’Indipendenza e l’Indennità della Austria—> divieto di Anschluss

Prima però di elaborare tale politica comune, bisogna risolvere i contenziosi, e questa è la finalità degli
accordi—> risolvere tutti i contenziosi esistenti dal 1861:

-Tunisia—> la comunità italiana sarebbe diventata tutta francese, eliminando l’autonomia nazionale degli
italiani.

-Etiopia—> si riprende l’accordo del 1906, visto che con gli inglesi nel 1925 si era riusciti a rivederlo—>
chiedono ai francesi di aiutare a sciogliere l’Etiopia—> gli accordi infatti stabiliscono che la Francia si
impegnava in applicazione dell’accordo dele 906 a non cercare in Etiopia altro vantaggio che il
mantenimento dei suoi interessi economici sulla ferrovia Gibuti-Addis Abeba—> il resto spettava agli
italiani.

Di fatto, Laval diede mano libera agli Italiani, e Mussolini ritiene dunque di poter risolvere la questione
Etiope a livello diplomatico.

Si apre dunque la porta alla fine dell’Impero Etiopico.

Gennaio 1935—> c’è già un contenzioso aperto tra Italia ed Etiopia alla SdN per un incidente al confine tra
Somalia italiana ed Etiopia—> c’è già una questione etiopica aperta—> quindi quando i francesi danno
mano libera, c’è già un contenzioso, e i francesi seguono le richieste italiane.

Rimane solo che andare a Londra e chiedere la riconferma di quanto detto nel 1925—> gli inglesi prendono
la fascia etiope ad Ovest di Addis Abeba, e l’Italia il resto, riportando l’Etiopia alla semplice vecchia
Abissinia.

Molti nazionalisti italiani, fortemente anti-clericali, scrivevano all’epoca libri « Italia grande potenza
musulmana »—> si ha Eritrea, Libia e Somalia—> dopo il 1929 ovviamente ciò non ha più spazio.

E la lotta in Etiopia era una lotta per liberare i musulmani dall’oppressione dei cristiani copti etiopi.
15.11

SVOLTA NELLA POLITICA ESTERA FASCISTA: 1936


Abbiamo quindi tratteggiato la politica estera fascista dal 1922 al 1935, dimostrando come Mussolini
rimanga essenzialmente all’interno dell’alleanza con gli alleati, nonostante le varie difficoltà.

Abbiamo poi mostrato le distanze tra Italia e Germania, due politiche antitetiche negli anni ’20 e agli inizi
degli anni ’30.

Passiamo ora alla rivoluzione di tale politica, dovuta anzitutto alla Crisi Etiopica.

Mussolini vuole rivitalizzare l’accordo del 1906, prima con l’accordo del 1925 con l’Inghilterra e poi con gli
accordi Mussolini-Laval del 1935, fatto dalla Francia per ottenere l’ingresso dell’Italia nella coalizione di
sicurezza in chiave anti-tedesca.

Dunque, gli accordi Mussolini-Laval risolvono tutti i contenziosi tra Francia e Italia nati dall’unificazione in
poi, e stabilisce una politica comune verso l’Anschluss e in chiavi anti-tedesca.

In questo momento a Roma si pensa di farsi pagare il sostegno alla Francia con questo vantaggio coloniale in
Etiopia, importante per il consenso interno fascista—> avere un impero era uno status di prestigio e quindi
dava consenso.

Renzo De Felice intitola il volume dedicato alla crisi etiopica « Gli Anni del Consenso ».

Dunque, Mussolini ottiene il consenso francese a prendersi l’Etiopia, ovvero, attraverso le pressioni, di
ridurre l’Etiopia privandola di tutte quelle terre che l’Impero Etiopico aveva ammesso nell’800, in
prevalenza musulmane.

Questa intesa viene seguita tra maggio e giugno del 1935 da due convenzioni militari:
-Accordo Badoglio-Gamelin (i due capi di stato maggiore dell’esercito)
-Accordo Valle-Denain (i due capi di stato maggiore dell’aviazione militare)

Si concorda come agire militarmente in caso di Anschluss

Dal gennaio 1935, Mussolini invia un telegramma all’ambasciata a aLondra dove c’era Grandi per discutere
con gli inglesi l’applicazione del trattato del 1906 sulla base di quanto ottenuto da Parigi il 6 gennaio.

Si registra subito che gli inglesi non sono subito disponibili a venire incontro agli italiani

Maggio 1935—> Si crea un fronte per protestare contro il riarmo unilaterale tedesco realizzato da Hitler nel
marzo, in violazione del trattato di Versailles.

Le tre grandi potenze si riuniscono a Stresa e fanno una dichiarazione di protesta, ribadendo l’impegno
all’indipendenza austriaca, ma la dichiarazione è minata dalle discussioni ancora in corso tra Italia e GB

Gli inglesi nomineranno una Commissione d’Inchiesta, guidata da Maffey, per studiare se le richieste
italiane, ovvero un’espansione degli interessi italiani in Etiopia, danneggiasse gli interessi coloniali della
GB.
Passa il tempo, e da Londra non arriva nessuna risposta, perché il governo inglese al suo interno ha due linee
diverse:
-La prima fa capo a Vansittart, sottosegretario agli Esteri, che vuole accondiscendere alle richieste italiani,
perché la ritiene troppo importante per una colazione anti-tedesca.

-La seconda fa capo a Eden, ministro del governo, che ritiene che bisogna sostenere l’Etiopia, soprattutto ora
che c’è il contenzioso con l’Italia alla SdN, perché l’opinione pubblica, come dimostrano i sondaggi, è
sensibile ai temi della sicurezza collettiva, della pace e quindi al fatto che un membro della SdN possa cadere
vittima di una congiura di una grande potenza.

Finisce per prevalere la tesi di Eden—> il governo conservatore sta affrontando una campagna elettorale nel
1935—> ecco l’attenzione all’opinione pubblica—> le lezioni ci sarebbero state a novembre—> tutta
l’attività del governo conservatore è diretta ad acquisire sul consenso dell’opinione pubblica.

Per i conservatori si tratta di essere competitivi con i Laburisti, anche loro sostenitori della SdN

Quindi il governo britannico continuò a perseguire l’obiettivo della vittoria elettorale

Agosto 1935—> dopo un ultimo tentativo, si chiude il negoziato e sempre a scopo elettorale gli inglesi
iniziarono a fare manovre dimostrative con la flotta nel Mediterraneo—> strumento tipico

Ma, dicono a Mussolini di non preoccuparsi, visto che non hanno intenzioni aggressive o di guerra, tanto
meno avrebbero per esempio creato problemi per il passaggio delle navi italiane verso l’Etiopia attraverso il
Canale di Suez.

Le manovre militari svolte infatti rispondono semplicemente ad una logica elettorale e propagandistica per
dimostrare che la GB rispetta la SdN e le piccole potenze

Mussolini ritiene di fare la stessa cosa e autorizzò delle limitate manovre militari ai confini tra l’Eritrea e
l’Etiopia—> 3 ottobre—> le camicie nere entrano per alcuni km dentro l’Etiopia

Dimostrazione di forza che serviva all’opinione pubblica italiana

L’Etiopia chiede aiuto alla SdN e gli inglesi sostengono allora le Sanzioni—> la SdN sanziona l’Italia

Le Sanzioni non furono efficaci (non era compreso materiale da guerra ad esempio oppure la vendita di
petrolio, che lo fornivano i russi, a cui dell’Etiopia non importava nulla)

1933—> Italia e Russia—> Patto di amicizia—> Stalin vuole Mussolini nella coalizione anti-tedesca

Dunque, le Sanzioni sono una farsa, ma necessarie per le elezioni inglesi

14 novembre 1935—> si svolgono le elezioni ed il partito conservatore stravince.

Si forma un nuovo governo conservatore, che sarà retto dai conservatori fino al 1945, subentrando la guerra.

Risolto il prole a elettorale, il 15 novembre, Hoare, ministro degli esteri, invia a Laval un messaggio
comunicando che la GB è favorevole alla distensione con l’Italia e che bisogna trovare una strategia

Dicembre 1935—> Piano Laval-Hoare—> si tendeva ad accontentare quasi tutte le volontà italiane, visto
che i 2/3 dell’Etiopia sarebbero andati all’Italia, ed il restante 1/3 sarebbe rimasto all’Etiopia corrispondeva
le 4 province storiche dell’Abissinia, sulle quali magari estendere un protettorato

Il piano verrà dato in pasto all’opinione pubblica in Francia, e arrivata la notizia in GB succede il finimondo
e Hoare è costretto a dimettersi.
A quel punto, ogni prospettiva di accordo con Francia e GB per l’Italia tramonta e quindi Mussolini decide
di risolvere il tutto manu militari.

Stavolta, ci vanno Badoglio e l’esercito militare in Etiopia

9 maggio 1936—> a Piazza Venezia Mussolini comunica che l’Italia ha creato un Impero—> Proclamazione
dell’Impero.

Nel moneto in cui tramonta la prospettiva dell’accordo e Mussolini decide di andare in guerra, egli ha
necessità di trovare un amico in Europa—> è tale e tanta l’avversione maturata da Mussolini nei confronti di
Inglesi e soprattuto dei Francesi (visto che fino a gennaio erano d’accordo con l’Italia e poi hanno seguito la
Gran Bretagna—> la Francia ovviamente lo fa sempre in chiave anti-tedesca) che il 6 gennaio 1936
Mussolini chiama l’ambasciatore tedesco a Roma, Von Hassel (colui che nel 1944 provò ad uccidere Hitler,
ma non ci riuscì e morì impiccato), e gli spiega che tra Italia e Germania non si sono stabili buoni rapporti,
ma invece relazioni distese possono essere stabilite e bisogna prima di tutto risolvere il problema austriaco
che ha diviso i 2 Paesi

Insomma, viene fuori la vecchia opzione di Mussolini che per difendere il Sud Tirolo poteva mettersi
d’accordo anche con la Germania—> Mussolini è convinto di ciò

Quando Von Hassel lo comunica in Germania, gli chiedono di richiederlo a Mussolini per essere sicuri e per
quanto sono stupiti

Febbraio 1936—> ministro degli esteri austriaco viene chiamato a Roma e gli si dice che l’Italia favoriva un
accordi tra Austria e Germania e la diplomazia italiana accompagnò l’accordo dell’11 luglio 1936 austro-
tedesco, basato sullo slogan « Due Stati, un Popolo », il che significava che lo Stato più piccolo doveva
conformare la propria politica a quella dello Stato più grande—> Ad esempio, c’era scritto che si
legittimatavi la propaganda del partito nazional-socialista in Austria e si consentiva a tel artato di fare
propaganda con proprio mezzi di stampa.

Settembre 1936—> Italia chiude la borsa dei finanziamenti a Staremberg e alle Heimwehren.

Quindi, il 1936 è un anno di rottura con la politica tradizionale che Mussolini seguiva dal 1919—> si passa
dal campo degli alleati al campo tedesco—> scelta irreversibile —> dai Paesi anti-revisionisti ai Paesi
revisionisti.

Il 1936 è anche l’anno del consolidamento del rapporto italo-tedesco.

L’amicizia si consolida per un altro evento, luglio 1936-aprile 1939—> Guerra Civile Spagnola—> evento
di rottura per l’Europa perché l’opinione pubblica si compatta in due blocchi—> funge da catalizzatore della
spaccatura in Europa.

Ottobre 1936—> Protocolli di Berlino—> Italia e Germania decidono di riconoscere i golpisti di Franco.

Metà Ottobre 1936—> Appaiono presso le coste spagnole i primi carghi dell’URSS di armi e di volontari

A quel punto, paventando e temendo di una Spagna egemonizzata dalle forze sovietiche, Mussolini e hitler
decidono con i protocolli di Berlino di sostenere Franco, anzitutto riconoscendolo.

Nonostante si dichiarò alla SdN il Non Intervento, intervennero in qualche modo tutte le potenze.

Non c’è amicizia o similitudine tra Franco e Mussolini—> Franco è un dittatore conservatore tradizionalista
come Dollfuss, mentre il Fascismo aveva il sé il germe della Rivoluzione.

Ad esempio Cantalupo, inviato in Spagna, scrive a Mussolini che tra Franco e Mussolini c’è distanza
ideologica—> nella compagnino della destra spagnola, non on possiamo stare con i franchisti, ma più vicini
sono i Falangisti, che hanno un pensiero più simile al Fascismo, ovvero rivoluzionario »
Il primo impegno a Guadalajara, marzo 1937, gli italiani vengono sconfitti perché nessun coordinamento si
era riuscito a stabilire tra le forze franchiste e quelle italiane, visto che i franchisti non volevano che le
operazioni fossero condotte dagli italiani—> ci sono quasi due guerra parallele

Dopo Guadalajara Mussolini vuole solo vendicarsi della sconfitta, con un colpo secco che fiacchi il governo
legittimi di Madrid e restituisca agli italiani l’onore, e tempesta Franco in questo senso, e Franco risponde
sempre in modo dilatorio, tant’è che la guerra dura fino al 1939.

La Guerra Civile Spagnola porta a Gennaio 1937—> Gentlemen’s Agreement tra Italia e GB con il quale gli
inglesi, preoccupati dall’intervento italiano in Spagna che immaginano possa portare a modifiche territoriali,
come ad esempio la cessione delle Baleari (cosa insensata essendo Franco un convinto nazionalista), e gli
italiani si impegnano al mantenimento dello status quo nel Mediterraneo.

Mussolini ottiene in cambio il rafforzamento della propria posizione nei confronti della Germania —>
dimostrare ad Hitler la vicinanza con gli Inglesi.

Il 1937 è l’anno in cui i rapporti italo-tedeschi si rafforzano ancora di più, dopo che Mussolini ha abdicato ad
un altro impegno oche aveva preso con i trattati di pace e con i Patti di Locarno—> quello di difendere la
smilitarizzazione della Renania.

Marzo 1936—> Hitler rivitalizza la Renania—> momento fondamentale della storia pollici dai Hitler—>
tutti si aspettano che la Francia muova guerra, ma nessuno si muove, perché gli Inglesi non voglio entrare in
guerra e la Francia ha bisogno degli inglesi—> tutti in Germania si convincono che Hitler ha fiuto politico.

Mussolini è in questo totalmente schierato con Hitler—> ormai ha cambiato politica e le tesi del ministero
degli esteri italiano a livello giuridici sono identiche a quelle sostenute dal ministero degli esteri tedesco —>
la rivitalizzazione della Renania è giusta perché incompatibile con l’alleanza franco-russa.

24 Settembre 1937—> Mussolini va a Berlino per la prima volta, e ricambia la visita di Hitler del 1934.

Mussolini rimane impressionato dell’efficienza militare tedesca mostratagli durante la visita.

Pronunciando un discorso a Berlino, Campo di Maggio, Mussolini disse « il Fascismo ha una sua etica:
parlare chiaro e diretto e quando si è amici manicare insieme fino in fondo »—> vuole dire che l’homo
novus fascista non era come l’italiano cittadino dell’Italia liberale, ma era temprato con la mentalità fascista,
e allora è un uomo con principi di coerenza, che non tradisce e mantiene la parola data.

Insomma, non è come l’Italia che nel 1915 tradì la Triplice Alleanza, ma stavolta marceranno insieme fino in
fondo.

Novembre 1937—> l’Italia aderisce al Patto Anti-Comintern, stipulato l’anno prima da Germania e
Giappone

Ciò consente a Ribbentrop di ottenere dall’Italia in quella occasione che gli italiani in caso di Anschluss non
avrebbero più fatto nulla.

Tant’è che a febbraio 1938—> Anschluss.

Hitler viene accolto come liberatore dall’opinione pubblica austriaca.

L’Italia avrebbe voluto essere informata dell’operazione, ma la Germania non lo fece—> Hitler inviò una
lettera a Mussolini a cose fatte, in cui si scusava di non averlo informato prima perché la situazione si era
complicata e di non dimenticarsi mai del gesto italiano

Marzo-Settembre 1938—> Crisi dei Sudeti


3 milioni di tedeschi che abitano in Cecoslovacchia
Crisi primi interna—> il partito secessionista sudato e il governo di Praga cercano un accordo, fino al
settembre 1938, quando Hitler Norimberga afferma che Praga debba parlare con la Germania per quanto
riguarda i Sudeti.

30 settembre 1938—> Conferenza di Monaco—> annessione tedesca dei Sudeti

Maggio 1938—> Hitler viene a Roma, e durante la visita si parlò di come garantire a d’esempio il confine
ormai italo-tedesco, vista l’annessione dell’Austria, e si inizi aa parlare di un possibile trattato di alleanza.

Nel pieno della vittoria politica di Hitler, Mussolini inizi aa capire che forse aveva sbagliato, perché sopra la
testa dell’Italia c’è uno Stato enorme dopo l’Anschluss e dopo i Sudeti—> si ricrea lo status di inferiorità del
1913 dovuta all’esistenza degli Imperi Centrali

Tant’è che Mussolini chiama Badoglio, capo di Stato maggiore delle forze militari, dopo l’Anschluss e gli
dice che la Germania si è fortificata e che bisogna iniziare a costruire delle fortificazioni contro la Germania

L’esercito italiano inizia a costruire il c.d. Vallo de Littorio, che continueranno a costruire freneticamente
fino al 1941.

Hitler, dopo l’Anschluss, assicura a Mussolini che rinuncia al Sud Tirolo

Politica ambigua—> l’avvicinamento con la Germania va di pari passo con la paura della Germania
(all’interno di un’alleanza e di una guerra fianco a fianco, l’Italia finisce di costruire una difesa contro il suo
alleato)

L’opinione pubblica inizia dopo l’Anschluss a preoccuparsi e l’umore preoccupato viene fomentato anche
dal Papa—> Pio XI° non tollera che Roma, città santa, sia tappezzata dalle croci uncinate

Infatti, i diplomatici italiani faticheranno a disegnare il corteo attraverso il quale passerà l’automobile di
Hitler ,visto che Pio XI° non vuole che gli si avvicini al Vaticano

Pio XI° addirittura se ne va a Castel Gandolfo quando Hitler è a Roma

D’altre parta nell’eNciclica del marzo 1937 Pio XI° aveva condannato Nazismo e Comunismo, in quanto
ideologie atee

Primo assaggio di diffidenza dell’opinione pubblica italiana nei confronti della Germania, e ciò lo rende
prudente sull’alleanza

Forse, Ciano, ministro degli Esteri, firmò un trattato di cui non conosceva il testo né lui né Mussolini—> non
è una certezza, ma c’è questa ipotesi—> ciò ci fa riflettere su come munizionava e su come funziona la
burocrazia Italiana

18.11

OCCUPAZIONE ALBANIA E PATTO D’ACCIAIO


Passo ulteriore che cambia la storia—> Hitler, già avendo annesso Austria e Sudeti, punta a smembrare ciò
che rimane della Cecoslovacchia, Paese non tedesco, e quindi Hitler non ha alcuna motivazione di tipo
nazionale

Marzo 1939—> Hitler smembra la Cecoslovacchia, per propositi di potenza e soprattutto perché specula dei
contrasti apertisi nello Stato Cecoslovacco tra Cechi e Slovacchi

Sono gli Slovacchi, guidati da un prete cattolico, a rivolgersi ad Hitler per liberarli dall’oppressione del
giogo ceco

Accade quindi lo smembramento di uno Stato nato alla fine della prima GM senza che francesi, russi o
inglesi muovano un dito

La reazione inglese è la fine dell’Appeasement, politica di negoziato di Hitler—> si decide che alla prossima
mossa di Hitler si opterà per la guerra

Germania 1939—> ha annesso Austria, Sudeti e domina de facto la Cecoslovacchia—> praticamente ha


quasi realizzato un compattamento territoriale tra quelli che erano prima Germania e Impero Asburgico—>
diventa una potenza egemone a livello territoriale in Europa.

Allora, se la Germania è diventata come la Germania+Impero Asburgico, i suoi interessi si spingono, come
prima, sull’Europa centro-orientale e sui Balcani—> motivazione per la quale si giunge all’occupazione
dell’Albania

7 aprile 1939—> Operazione in codice Oltre Mare Tirana—> l’Italia occupa l’Albania, in reazione allo
smembramento della Cecoslovacchia

L’Albania per tutti gli anni ’30 aveva instaurato rapporti freddi con l’Italia, a causa dell’ingerenza che l’Italia
voleva esercitare, mal vista da Re Zog

Quando si realizza l’Anschluss, Mussolini e Ciano, Ministro degli Esteri dal 1936 (si inaugura la politica
filo-tedesca, visto che sia Ciano che la figlia di Mussolini erano fortemente filo-tedeschi), pensano che in
futuro dovranno occupare l’Albania, in reazione alla mossa di Hitler

Mussolini fa tale operazione per una motivazione politica, ovvero la paura che l’influenza, politica ed
economica, della Germania, già massiccia nei Balcani, essendo essa il maggior partner dei Paesi Balcanici
—> la diplomazia italiana da avvio a tale progetto di controllo militare-territoriale dell’Albania, nel timore
che Re Zog si buttasse nelle braccia tedesche.

Nell’ottica italiana, L’Albania diventa un terreno di rivalità tra mondo tedesco e mondo italiano, come prima
del prima guerra mondiale

Ovviamente l’Italia non avverte la Germania, visto he Hitler non l’aveva mai fatto in precedenza, ivi
compreso nel caso della Cecoslovacchia

L’operazione in Albania fu preparata molto bene, attaccando da 4 punti diversi, ovvero da 4 porti diversi—>
si spara qualche colpo a Durazzo, ma per il resto il regime di scioglie, senza grandi resistenze

L’operazione fu preparata ovviamente contattando nei mesi precedenti i politici locali dell’opposizione
cercando di stabilire un contatto stabile

I politic locali ovviamente vogliono sostituirei al regime, e Mussolini promette il suo impegno nel
realizzarlo, anche attraverso finanziamenti

L’Italia lo fece egregiamente perché comportò pochissimi morti


A livello istituzionale, l’Albania non viene annessa, ma diventa un protettorato italiano, quindi si mantiene
con questa formula del protettorato un governo albanese a Tirana, collaborazionista

Quindi, rimane un governo fatto di albanesi, dotato di una limitata autonomia essendoci l’occupazione
mistiare italiana

Si stabilisce poi un’unione personale—> Vittorio Emanuele III° diventa Re d’Albania—> « Vittorio
Emanuele III° Re d’Italia, Imperatore d’Etiopia e Re d’Albania

E si tenta in tutti i modi di essere molto attenti con l’opinione pubblica albanese, per non suscitare episodi di
resistenza, e quindi continuano le elargizioni e il coinvolgimento di una parte della classe dirigente albanese,
prima all’opposizione—> buona commistione tra italiani e albanesi

Agli albanesi vengono garantiti gli stessi diritti civili e politici degli italiani (strano da parte di un regime che
ne 1936 aveva adottato leggi razziali e nel 1938 leggi anti-semite)

« Le truppe italiane in Albania »—> libro che riporta alcuni documenti inviati da Badoglio, colui che ha
preparato l’occupazione, a Mussolini:
Giugno 1939—> Badoglio rileva degli errori nell’occupazione
-Il primo scaglione del corpo di spedizione è stato organizzato frettolosamente, e le truppe celeri non erano
ben organizzate, ciò senza dire che in un terreno come quello albanese, montuosa e prive di buone strade,
hanno finito per perdere la loro caratteristica di celerità.
-Tra l’altro i richiamati non erano ben addestrati e non conoscevano le armi, i mezzi di collegamento e di
trasporto, e quindi è stato necessario un corsi di addestramento intensivo.
-Le dotazioni di artiglieria erano minime, cosi che davanti alla resistenza albanese si è dovuto far
affidamento all’artiglieria delle navi.
-Il tiro di queste navi non poteva essere tempestivo ed efficace visto che i telegrafi della nave non riuscivano
a far comunicare i comandanti, essendo essi mal addestrati e quindi incapaci di usare la radio.
-Inoltre, il concetto di sbarcare in quattro punti diversi e distanti, ha messo le truppe alla mercé delle forze
albanesi.
-Infine le operazioni di requisizione di navi hanno presentato un pò di difetti, come il fatto che i reparti che
dovevano sbarcare per primi furono imbarcati in piroscafi più lenti e non adatti al carico dei mezzi e alle
coste albanese.
-Sono stati inviati fusti di gasolio, anziché di benzina, al porto di Durazzo, rendendo inutilizzabili i mezzi.

Inoltre, Badoglio fa anche un quadro sociale della situazione albanese:


Dice che bisogna ammirare ai giovani, i quali sentono di più la necessità di cambiamento
Molti albanesi pensano alla possibilità di realizzare la grande Albania, ovvero Albania+Kossovo, all’ora
serbo—> è conveniente usare tale irredentismo

Quadro quasi ridicolo, tra l’altro è Badoglio che ha ideato l’operazione, quindi non si capisce bene chi
avrebbe dovuto provvedere…
Tutto ciò, un anno prima dell’entrata in guerra.

Tant’è che gli albanesi chiedono a Ciano di aiutare la causa del Kossovo, anzitutto con aiuti economici

Si impiega quindi tanto tempo a capire chi e come finanziare

Si redasse una lista di nomi importanti del Kossovo, in primis gli esponenti musulmani

Insomma, questa è l’occupazione italiana in Albania, dovuta alla sua importanza strategica, ovvero permette
il controllo dell’altra parte del canale di Otranto, e non la si vuole far cadere in mano tedesca

22 maggio 1939—> Patto d’Acciaio


Ci sono varie ipotesi, addirittura che l’alleanza sia stata firmata d aCiano, con consenso di Mussolini, anche
se Mussolini non conosceva il testo e pensava di dare il consenso a sottoscrivere un testo diverso—>
l’ipotesi non è folle, vista la preparazione dell’occupazione dell’Albania

Si è cercato di ricostruire i passaggi del negoziato, ma ad un certo punto i documenti non coprono più alcuni
giorni di negoziato

Mussolini inizia il negoziato nel maggio 1938, quando Hitler viene a Roma
Si discute di un accordo che impegnava Italia e Germania a non attentare alla loro integrità territoriale—>
Patto di Non Aggressione
Il negoziato continua per tutto il 1938, e ogni documento, anche quelli scritti da Mussolni, dimostrano che le
sue idee non erano quelle di firmare un testo come quello firmato il 22 maggio 1939, visto che:
29 ottobre 1938—> Mussolini scrive che:
« Per quanto riguarda un’alleanza, se si tratta di un’alleanza difensiva, non è necessario, perché nessuno è in
grado di attaccare gli Stati totalitari; se si tratta di un’alleanza offensiva, occorre concordare chiaramente gli
scopi, e occorre che sorga un’amicizia radicata e profonda tra tedeschi ed italiani »
Come ha fatto tale amicizia a sorgere in 5 mesi?

E ancora, un patto che si discute nel gennaio 1939 è un patto difensivo


Art. 3 se una delle potenze è oggetto di un’aggressione non provocata, le altre forniranno aiuto e assistenza

Addirittura si pensava di coinvolgere anche i Giapponesi

Ancora, 5-6 maggio 1939—> Mussolini scrive che le due potenze dell’asse hanno bisogno di almeno tre
anni di pace, vispo che l’Italia deve sistema l’Albania, pacificare l’Etiopia, rinnovare gli armament,
realizzare l’EUR a Roma per festeggiare il ventennio e ritirare tutti gli italiani emigrati in Francia e trasferire
le industrie di guerra dalla vale del Po all’Italia meridionale—> tutti argomenti usati per rimandare

12 maggio—> i tedeschi presentano un’altra proposta, che cambiava radicalmente i termini del negoziato—>
l’alleanza diventava offensiva, visto che si diceva che s una delle parti entra in complicazioni belliche con
un’altra l’altra parte l’avrebbe immediatamente affiancata
Casus foederis confuso e no obiettivi, a differenza di quanto scritto da Mussolini a ottobre

Il progetto viene presentato il 12 maggio, ma dal 13 maggio al 21 maggio Mussolini è in Piemonte, quindi lo
vede solo Ciano

Ciano chiama Mussolini per chiedere il consenso di firmare, e il 22 maggio a Berlino si firma il Patto
d’Acciaio—> non si capisce ne perché ne come Mussolini abbia acconsentito.

Mussolini torna a Roma il 21 maggio, quando il Patto d’Acciaio è stato praticamente firmato, lo legge e non
sappiamo le sue impressioni
Prende carta e penna e scrive un appunto, nel quale di nuovo ribadisce tutto quello che aveva detto
sull’alleanza—> non deve scattare entro 3 anni, ecc..

Chiude il memorandum e lo dà a Cavallero, suo generale, per portarlo ad Hitler—> 31 maggio 1939
« Memorandum Cavallero »—> come se Mussolini avesse voluto ribadire i suoi pensieri

Ma ai tedeschi non interessava—> gli italiani non sanno nulla dei preparativi di guerra dei tedeschi

L’unico vantaggio del Patto è il Preambolo—> la Germania riconosce il confine al Brennero, ma nel 1939
solo l’Italia poteva continuare a fidarsi di Hitler
19.11

Dunque, il Patto d’Acciaio viene concluso senza che si stabiliscano Finalità o Durate dell’alleanza offensiva.

Quindi, se si vuole individuare gli obiettivi del Patto, si incontrano diverse difficoltà.

Il documento che dovrebbe indicare quali erano gli obiettivi dell’Italia è un discorso che fa Mussolini al
Gran Consiglio dei Fasci, indicato da tutti come « il discorso della Marcia Oceanica »:

Notte del 4-5 Febbraio 1939—> in pieno negoziato, Mussolini dice che la politica italiana « non può avere e
non ha obiettivi continentali di ordine territoriale europeo. Salvo l’Albania.
Il Mediterraneo è la prigione dell’Italia, della quale bisognava rompere le sbarre per guadagnare la libertà
degli oceani. Le sbarre di questa prigione sono la Corsica, la Tunisia, Malta e Cipro e le sentinelle della
prigione sono Gibilterra e Suez »

Questa prospezione geografica è frutto della cultura geopolitica—> uso strumentale della geografia, nato in
Germania

Tutte le idee di Mussolini iniziano a condirsi di espressioni come « Spazio Vitale »

Il compito dell apolitica italiana era « di rompere in primo luogo le sbarre della prigione », solo per la
Corsica prevedeva un’annessione all’Italia, per ragioni di tipo nazionale, e in quanto vecchia ambizione
dell’irredentismo italiano, e prevede poi un protettorato per la Tunisia, altra vecchia ambizione, cessioni a
Gibuti.

L’unico aspetto del discorso che fa pensare ad obiettivi di carattere territoriale è la sua idea di come
procedere per la marcia sull’Oceano, una volta rotte le sbarre del Mediterraneo.
« Rotte le sbarre, la politica italiana non può avere che una parola d’ordine: marciare all’Oceano. Quale
Oceano? L’Oceano Indiano, saldando attraverso il Sudan, la Libia con l’Etiopia; oppure l’Oceano Atlantico,
attraverso l’Africa settentrionale francese. »

Mussolini indica quindi le finalità di questo « Impero Italiano », ma è molto vago non sapendo neanche
quale Oceano scegliere

Quinid, tutto ciò lascia ancora in sospeso l’interrogativo sui fini della guerra che Mussolini voleva
probabilmente condurre

E allora, mentre la politica estera italiana dal 1919 al 1936 ha finalità chiare e coerente, dopo il 1936 si mette
con la Germania che vuole sovvertire l’ordine, ma non ha obiettivi, tanto’è che non riesce mai a precisarli

22 maggio 1939—> si firma il Patto d’Acciaio e i tedeschi già stanno preparando l’attacco alla Polonia—>
cosi Hitler chiede il Corridoio Polacco alla Polonia e da qui scoppia l’invasione

Eppure l’Italia non ne sapeva nulla, nonostante l’obbligo di consultazione posto dal Patto

Iniziano ad arrivare dall’ambasciata italiana a Berlino notizie della prefazione di questo attacco, ma nulla di
ufficiale perviene dal governo tedesco.

Vengono opinioni diverse dall’ambasciata ovviamente:


-Attolico, l’ambasciatore, sostiene che la Germania si sta preparando alla guerra
-il cognato di Ciano, che sta all’ambasciata anche lui, scrive a Ciano dicendo che il vecchio ambasciatore
esagera
Quindi c’è incertezza rispetto a ciò che farà la Germania, fin quando 12-13 agosto 1940 Ciano va a
Salisburgo e incontra Hitler e Ribbentrop per chiedere notizie sicure sui programmi tedeschi—> Ribbentrop
dice che stanno preparando la guerra e che a breve scoppierà—> Ciano protesta violentemente avendo
l’Italia detto di aspettare 3 anni e soprattutto ribadendo che sicuro la GB interverrà davvero stavolta—>
Ribbentrop dice di non avere paura, perché è in preparazione l’accordo Molotov-Ribbentrop del 23 agosto

Quindi, Ciano informa Mussolini ed egli il 29 agosto 1939, non sapendo come districarsi dagli impegni presi
nel Patto d’Acciaio, secondo il quale sarebbe stato costretto ad intervenire, and aun documento a Berlino
dichiarandosi disposto ad intervenire, se la Germania avesse fornito una serie di materiali per permette
all’Italia di sostenere il conflitto

Parliamo del cd. « Lista al Molibdeno », uno dei prodotti richiesti per costruire le armi
Era una lista infinita, probabilmente complita volutamente affinché i tedeschi dicessero di non poterla
soddisfare, e giustificando il non intervento

Tant’è che la Germania dice di fare da sola

1° settembre—> Germania attacca la Polonia, e l’Italia dichiara la non belligeranza, che altro non era che la
neutralità di fatto

Intervengono i Sovietici in Polonia e lentamente nell’autunno 1939 gli italiani scoprono che l’Europa
Orientale viene progressivamente spartita da un evidente accordo tra URSS e Germania, cioè dal protocollo
segreto inserito nel patto Molotov-Ribbentrop

Insomma, il Patto Molotov-Ribbentrop poneva che l’Europa Orientale e i Balcani erano di nuovo oggetto di
discussione tra tedeschi e russi, senza tener conto dell’Italia—> problema tipico della politica estera italiana

Il Patto mette in moto una gigantesca macchina revisionistica

Fino al maggio 1940 non si combatte a Occidente—> drole de guerre

21 Ottobre 1939—> Italia e Germania si mettono d’accordo—> Accordi Ciano-Makenzen—> si decide che
entro il dicembre 1939 i Sud Tirolesi scelgano se rimanere in Italia, tenendo la cittadinanza italiana, oppure
optino per la cittadinanza tedesca ed emigrino.

Decideranno i Capi famiglia e tutti coloro che hanno 21 anni, ovvero la maggior età.

Su 267.000, optarono per la Germania 185.000, però poi solo 70.000 emigrarono effettivamente.

Tali 70.000 tornarono dopo la Seconda Guerra Mondiale tra l’altro, creando un nuovo problema.

Per il resto gli italiani assistono impotenti spettatori a ciò che fa la Germania

10 maggio 1940—> Germania invade la Francia, che crolla in poche settimane

l’Italia sperava che la Francia tenesse un minimo, ma in mese i francesi sono costretti all’armistizio.

La situazione precipita in Italia—> Mussolini scrive al Re che l’Italia non può rimanere non belligerante,
davanti ad un Europa che dopo il crollo della Francia è diventata un Europa germanizzata

Estate 1940—> Mussolini cerca di mettersi d’accordo con gli inglesi, e fallito, Hitler prova ad attaccare la
GB —> molti ritengono che gli inglesi perderanno la guerra, tra cui Mussolini

Fine maggio 1940—> Mussolini da l’ordine di avviare i preparativi per la guerra contro GB e Francia.

10 giungo 1940—> Dichiarazione di guerra


Ma con quali finalità si entra in guerra? Probabilmente per partecipare alla sistemazione dell’Europa da parte
dei futuri vincitori

Si entra in guerra per avere il titolo di partecipare alla sistemazione dell’Europa al fianco della Germania

Mussolini si moderò il 24 giugno 1940, ovvero quando discusse l’armistizio con la Francia—> si modera da
sé, perché già a fine maggio/inizi giugno, contemporaneamente all’avvio della guerra contro Francia e GB, a
Roma si discute la guerra parallela, ovvero una guerra alla Jugoslavia e/o una guerra alla Grecia, in funzione
di proteggere il Mediterraneo dai tedeschi, a cominciare dall’Adriatico, da sempre conteso tra mondo tedesco
e mondo italiano, e oramai fortemente attratto dal Reich.

Ecco che di li a poco Mussolini prepara la guerra in Grecia, guerra parallela alla Germania ed in
competizione con la Germania

Dunque, ecco che l’Italia ha degli obiettivi chiari, ovvero controllare militarmente l’altra sponda
dell’Adriatico, per evitare l’influenza tedesca in quella zona.

In Grecia c’è il dittatore Metaxas, e dall’ambasciata italiana ad Atene giugno documento che dicono che la
Grecia si sta rivolgendo alla Germania, visto che la GB, sua protettrice storica, è sotto scacco

Si dice che ormai tutta l’economia greca è in mano tedesca

Naturalmente, dell’attacco alla Grecia Ciano ne parla con Ribbentrop nel giugno 1940, ma il tedesco gli dice
di aspettare ad aprire un altro fronte, prima bisogna battere gli inglesi

Gliene riparla ad Agosto, in piena Operazione Leone Marino, ma Ribbentrop ripete la stessa cosa, e quindi
l’Italia spaventata dal fatto che caduta l’Inghilterra poi la Germania avrebbe controllato il mondo, prepara di
corsa la spedizione in Grecia

Si sceglie la Grecia perché la Jugoslavia era troppo legata ed oggetto di interesse della Germania, quindi si
rischiava un attrito

Agosto 1940—> si inizia a preparare una guerra in Grecia, a partire dall’Albania—> Ciamuria, terra
albanese sotto controllo greco dove si incontrano i combattenti Ciamurioti, ovvero albanesi i quali iniziano a
sobillare il nazionalismo albanese per rivendicare la Ciamuria

Si trova quindi un incidente, ovvero che un Ciamuriota è stato ucciso, ch è stato ucciso un albanese—> si
prepara tutto

Mussolini decide di non dire nulla allora, visto i vari no dei tedeschi

Comunque però il tempo passa e quindi l’effetto sorpresa viene meno—> i Greci riarmano e concentrano le
truppe al confine con l’Albania, avendo compreso la volontà italiana

Inoltre passa l’estate, e tutte le guerre si fanno l’estate

27 settembre 1940—> si firma il Patto Tripartito tra Germania, Italia e Giappone, contro gli USA

Italia eGermania riconosco al Giappone di farsi una sfera d’influenza in Asia ed il Giappone riconosce che
alla fine della guerra Italia e Germania abbiano la loro sfera d’influenza in Europa, senza però stabilire una
distinzione tra la sfera italiana e quella tedesca (si dice che all’Italia spetta il Mediterraneo, ma è vaga come
idea)

Ecco, che si arriva alla guerra di Grecia.

12 ottobre 1940—> i tedeschi entrano in Romania, che aveva già perso la Bessarabia e la
Bucovina in favore dell’URSS e i tedeschi entrano per prendere i pozzi petroliferi in Romania
E quindi per questo motivo Mussolini è spinto ad accelerare le operazioni per la Grecia, immaginandola una
questione facile da liquidare

Mussolini comunicherà ad Hitler in persona il 28 ottobre 1940 che le operazioni contro la Grecia erano
iniziate

15 ottobre 1940—> Riunione tra Mussolini, Ciano e alcuni ufficiali militari

Trombetti, ufficiale, tiene appunti—> Memorandum Trombetti:


Si concordò che le operazioni di attacco alla Grecia sarebbero state avviate a partire dall’Albania e si decide
di fare un’operazione particolare, essendo le infrastrutture terrestri albanesi inesistenti praticamente:
Si concorda di occupare l’Epiro-Ciamuria, poi marcia su Atene, realizzabile dopo aver avuto il controllo sul
Golfo di Arta, accessibile tramite un piccolo stretto a Preveza
Addirittura, Visconti Prasca, comandante truppe italiane in Albania, disse che si poteva porta nel Golfo di
Arta tre divisioni in una sola notte

Quindi, Badoglio appuntò il 16 mattina tale layout dell’operazione

Il Golfo di Acta diventa centrale

Badoglio incontra Pricolo e Cavagnari, capi di stato maggiore della marina e dell’aviazione che spiegano a
Badoglio che tale operazione non si può fare

La marina stessa valutava il Golfo di Acta inutile visto che lo stretto di Preveza che lo mette in collegamento
al mare, è limitato da un bassissimo fondo di 5 metri

Badoglio va da Ciano e spiega tutto—> Ciano appunta che militarmente non può giudicare, e che quindi
Badoglio debba parlare con Mussolini, ma nessuno glielo disse non avendone il coraggio

Si annullò quindi l’operazione nel Golfo di Acta e quindi si dovette attaccare la Grecia partire dal’Albania,
con tutti i limiti infrastrutturali dell’Albania

I greci, che aspettavano l’attacco da 6 mesi, dopo 2 settimane passano la controffensiva ed entrano in
Albania

Per i Greci il « Grande Oki » ovvero il grande NO pronunciato all’invasione italiana—> 28 ottobre, festa
nazionale Greca.

A quel punto gli albanesi si scaldano, visto che hanno i Greci dentro casa ora.
Naturalmente, Hitler dice che se vogliono posso dare una mano, ma l’Italia rifiuta perché l’operazione era
stata organizzata per non far prendere ai tedeschi la Grecia

La conclusione è che la guerra parallela e in competizione con la Germania si chiude, per l’irresponsabilità
delle autorità fasciste

L’ambasciatore Grazzi, ambasciatore italiano ad Atene, ricorda tale evento come il « Principio della Fine »
di Mussolini

In tale periodo matura in Hitler la decisione di sentire s e i Sovietici sono favorevoli ad entrare nel Patto
Tripartito—> il dialogo si sposta tra Berlino e Mosca

Ma ovviamente Stalin voleva l’Europa Orientale e quindi non accetta le promesse tedesche in Asia—> si
rompe in negoziato nel novembre 1940

Dicembre 1940—> Hitler decide di fare la guerra all’URSS quando le condizioni atmosferiche l’avrebbero
permesso
Nel frattempo, si prepara tale operazione andando a controllare la zona balcanica, in mod che venga
stabilizzata e pacificata

Iniziano i negoziato con la Jugoslavia e la Bulgaria, la prima negozia volentieri all’inizio e la seconda
aderisce al Patto Tripartito.

22.11

OPERAZIONE BARBAROSSA
Hitler teme che la tensione crescente con l’URSS possa portare la Germania ad essere chiusa da una nuova
alleanza tra URSS e GB—> nel Mein Kampfs aveva detto che questa era stata la causa della sconfitta e
quindi prepara l’attacco all’URSS, nel momento in cui ci saranno condizioni climatiche favorevoli.

Mentre si prepara il tutto, Hitler ritiene che sia indispensabile stabilizzare i Balcani, ovvero ottenerne un
grado di controllo.

Inizia con il far aderire la Bulgaria di Re Boris al Patto Tripartito nel marzo 1941

La Romania entra nel Patto Tripartito

Il problema si pone con la Jugoslavia—> marzo 1941 trattative che porteranno ad una intenzione del
governo serbo di aderire, ma come conseguenza ci sarà il Colpo di Stato a Belgrado di coloro i quali
ritengono che è necessario guardare al futuro e rimanere ancorati al legame con la GB, visto che pensano che
anche l’alleanza con la Germania non avrebbe impedito la spartizione della Jugoslavia—> non si fidano di
Hitler.

Per questa ragione tali serbi fanno un colpo di Stato mandando un chiaro messaggio a Berlino che l’alleanza
non si sarebbe stipulata

7 aprile 1941—> Germania affiancata dall’Italia attacca la Jugoslavia e, dopo averla sconfitta in due
settimane, la smembra
Infatti l’esercito jugoslavo è composto da tanti contingenti di nazioni diverse, ed esso si dissolve
rapidamente, comportando il crollo dello Stato

20 aprile 1941—> Si decide concordemente a Vienna tra Ribbentrop e Ciano come spartirsi la Jugoslavia
(NB carta simile a quella poi creata dall’UE, sul principio di nazionalità):

-Non viene prevista l’esistenza di una Slovenia

-Croazia—> fa da perno della ricostruzione, perché è la nazione più grande che ne fuoresce e si decide che
essa sarà indipendente, ma sotto Protettorato italiano e unita alla corono italiana, visto che al trono sarebbe
andato un Savoia—> in realtà comanderanno sempre gli Ustacia di Ante Pavelic

I tedeschi ritenevano che la Croazia debba entrar nella zona di influenza tedesca, e Ribbentrop non vole
cedere su ciò, ma poi Mussolini scrisse direttamente ad Hitler una sorta di appello all’amicizia con l’Italia
affinché dicesse a Ribbentrop di cedere su questo punto
Dentro la Croazia venne compresa la Bosnia-Erzegovina

La Croazia attuale è più grande della Croazia di allora, perché non ha la Bosnia, ma ha tutti i territori che
dopo la 2° GM sono stati ceduti dall’Italia

Una buona parte dei croati guardava ai tedeschi, non dimenticando il contenzioso con l’Italia, ma comunque
accettano il Protettorato italiano, così com gli Ustacia, al soldo italiano dagli anni ’30

-Montenegro ridiviene indipendente, ma sempre sotto Protettorato italiano

-Serbia perde il Montenegro (annesso nel 1919), il Kossovo, le altre terre albanesi e le terre macedoni

-Si discute se lasciare una Macedonia indipendente—> alla fine, si decide la spartizione del territorio
Macedone tra Bulgaria e Albania (che tra le varie, ottiene il Kossovo), grazie alle richieste di Re Boris.

-Infine, il Kossovo, riguardo cui Hitler e Mussolini decisero che la Serbia lo cedesse all’Albania, è più
piccolo del Kossovo oggi rimasto indipendente—> una parte di esso, la zona di Mitroviza (nord-est del
Kossovo), fu lasciata alla Serbia perché in quella zona ci sono delle miniere di piombo e zinco che Hitler
riteneva indispensabili per lo sforzo bellico della Germania e quindi, lasciandole alla Serbia, la Germania,
che aveva il controllo militare in Serbia, avrebbe potuto sfruttare tali miniere.

Avevamo detto che gli albanesi, ed in particolare gli albanesi del Kossovo, cercano di prendere contatti con
Mussolini, affinché li liberi dall’oppressione Serba—> quando i Serbi nel 1912-13, ovvero durante le Guerre
Balcaniche, occupano il Kossovo, operano una sorta di pulizia etnica, attraverso diversi metodi:
-Violenza
-Accordo con i Turchi—> all’epoca nella zona c’erano gli Ottomani, e quindi nell’ambito del trasferimento
delle popolazioni tipico della 1° GM, Belgrado e Costantinopoli stipularono un accordo per il trasferimento
in Turchia di turchi e il trasferimento in Jugoslavia di jugoslavi—> ciò che succedeva era che i turchi erano
20/25.000 di ceto borghese e commercianti, che non volevano andare in Turchia, visto che venivano spedite
ad Est per lavorare la terra, mentre, per Turchi si iniziò a volontariamente confondere religione e nazionalità.
Siccome si volevano mandare via gli albanesi musulmani, si cominciò a giocare su questa confusione—> Sei
musulmano? Allora sei turco—> tale accordo portò in Anatolia circa 250/300 mila persone
-Riforma agraria—> i Serbi fecero una riforma agraria, ovvero la redistribuzione delle terre attraverso la
divisione dei grandi latifondi, in modo da favorire il ceto medio—> in Kossovo le terre erano di proprietà
albanese, e sui loro latifondi vivevano molte persone che lavoravano la terra in condizioni di sudditanza—> i
Serbi spezzano i latifondi albanesi e quando vanno a ridistribuire la terra privilegiano i Serbi—> molte terre
andarono ad ex militari Serbi, che entrarono in possesso di questi appezzamenti senza saper minimamente
coltivare e molto spesso quindi finirono per apprendere a lavorare la terra gli albanesi che prima
controllavano tali latifondi

Ecco perché gli Albanesi sentono molto la lotta di liberazione e per questo si affidano all’Italia—> Draga,
capo del movimento di liberazione, scriverà una lettera di elogio di Mussolini e dei Savoia

É una popolazione musulmana, e Ferad Draga è il capo della umma musulmana, con sede a Skopje, città
santa per loro.

I Nazionalisti albanesi in Kossovo, e nello specifico Daga, studiano le percentuali delle varie popolazioni
nella zona, e ad esempio mostra che Mitroviza è stragrande maggioranza albanese

Presenta una carta a Mussolini, che è la stessa identica cartina mostrata dall’Albania al congresso di Berlino
del 1878 per spiegare quali sono i territori albanesi (e tutt’oggi i Nazionalisti Albanesi pensano ciò)

A Roma si fanno studi su come sistemare il territorio albanese e si immagina che si potrebbero annettere gli
abanesi all’Albania e i romeni alla Romania oppure ipotizzano che l’Albania potrebbe estendersi fino ai
confini della Romania, inglobando anche una parte di popolazione che era romena—> pensano ciò per unire
territorialmente Albania (che avrebbe avuto i confini al Danubio) e Romania, in modo da creare in mezzo ai
Balcani due Stati non Slavi, per spaccare la massa Slava in due, mi odo da controllare meglio la zona e per
impedire la diffusione del Comunismo, cui, secondo Mussolini, erano molto sensibili gli Slavi, visto la
comunanza con la cultura russa—> ovviamente, il progetto non si realizzò mai

Nel 1941 chiamarono Draga a Roma, per convincerlo che la soluzione senza Mitroviza potesse andar bene ai
Kossovari e per convincere gli altri kossovari

Giugno 1941—> L’Italia chiama una Commissione di Albanesi per discuterne, ma la Commissione presentò
un Memorandum in cui ribadivano tutti i punti, compresi Mitroviza

Inoltre, fecero grande difficoltà sulla spartizione della Macedonia, perché iniziano a reclamare uno ad uno i
villaggi ed i corsi d’acqua dati alla Bulgaria—> secondo la Commissione, sarebbero rimasti con Mitroviza e
le zone diventate Bulgare alcune decine di migliaia di albanesi fuori dall’Albania—> e quando Roma
propose lo scambio di popolazioni e la Commissione disse assolutamente di no, perché cosi in futuro, vista la
presenza di questi albanesi, avrebbero di nuovo potuto replicar le loro richieste

Insomma gli italiani entrano in quella che Churchill chiamò la Polveriera dei Balcani, scontrandosi con i
problemi della zona

Alla fine Mussolini decise di accontentarli staccando un pezzo di terra dal Montenegro, visto che nella zona
di Dulcigno, un porto, c’erano diversi albanesi

Vittorio Emanuele III° scrisse a Mussolini pregandolo di non togliere terre ai montenegrini, perché altrimenti
si sarebbero irati e lo sapeva bene avendo la moglie montenegrina, ma Mussolini decise di procedere
comunque con la cessione

Così, a luglio si comunica la decisione ai Montenegrini e il 13 luglio, in Montenegro, scoppia


un’insurrezione che dilaga nei Balcani, passando per la Serbia, e i Balcani non riescono ad essere pacificati
—> la politica estera italiana si infila quindi in una situazione molto più grande di lei

Quindi, in conclusone, ciò che Hitler, con Mussolini, pensava e sperava di fare, ovvero stabilizzare e
pacificare la zona, non riuscì al cento per cento, e si dovette sempre intervenire militarmente per calmare le
acque

Ecco perché Hitler, quando nel 1945 cominciò a meditare sul perché avesse perso la guerra, iniziò ad
indicare Mussolini come causa principale, visto che ha attaccato la Grecia e lo costrinse ad intervenire nei
Balcani, dovendo gestire poi quella polveriera—> ovviamente non è vero ciò, visto che dice che l’operazione
in Russia sarà rinviata di diverse settimane per gestire i Balcani, ma in realtà è lui che fece diversi errori
strategici nella campagna di Russia

22 giugno 1941—> Operazione Barbarossa—> fallisce perché Hitler cambia i piani e quindi si rimarrà
bloccati in Russia.

Mussolini dichiarò guerra all’URSS e andò con una preveggenza anche in guerra contro l’URSS

Dicembre 1941—> Mussolini dichiarò guerra agli USA

Leggendo il Patto Tripartito, non ci sono obblighi ad impegnarsi al fianco del Giappone, essendo un patto
difensivo, quindi come unica spiegazione logica si individua quella della fedeltà, ovvero rimanere fedeli alla
Germania e al Giappone—> atto privo di motivi razionali.

Dicembre 1941—> Entrata in guerra degli USA

Gennaio 1942—> GB e USA decidono di privilegiare la guerra nel Mediterraneo, oltre che di creare l’ONU

8 novembre 1942—> sbarco USA nel Mediterraneo, ovvero in Algeria e in Marocco—> cambia per sempre
la storia del Mediterraneo
POLITICA ESTERA FASCISTA NEL MEDITERRANEO ALLA FINE DELLA GUERRA
Il Mediterraneo che Mussolini davanti è un Mediterraneo colonizzato

Nel partito fascista, nel 1922, si discute si approva una mozione che punta alla Decolonizzazione e contraria
ai Protettorati

1936—> i Palestinesi iniziano le rivolte contro Israele e verranno finanziano da Mussolini

L’Egitto anche è legatissimo all’Italia, e anche se dal 1922 hanno l’indipendenza, la GB mantiene la sua
influenza militare sul Canale di Suez

L’Etiopia viene spacciata come una guerra contro i Cristiani Copti, per liberare i Musulmani

La grande contraddizione di Mussolini è solo la Libia

Ma comunque è il periodo in cui si parla di Italia come grande potenza musulmana

Attraverso Radio Bari passa il fior fiore dell’intellighenzia musulmana, in modo da fare propaganda anti-
inglese

Gli anni ’30 sono dunque anni di grande apertura al mondo arabo, soprattutto dopo lo stratto del 1936 con la
GB

Inoltre, il Fascismo ha un modello diverso da quello Nazista e nel 1938/39 sembra funzionare e applicabile
nei Paesi Arabi, perché avrebbe portato la Modernizzazione secondo la propaganda fascista

Tutto ciò favorisce l’appeal del Fascismo nel Mondo Arabo, che pur di liberarsi dal giogo francese e inglese
si sensibilizzano alla causa fascista

Esattamente come in Asia il Giappone si mostrò come capo delle decolonizzazione dell’area

In Egitto, fino al 1952, la corona egiziana è legatissima all’Italia—> Re Farouk fu eliminato dai Colonnelli e
il padre di Farouk era cresciuto in Italia ed era compagno di scuola di Vittorio Emanuele III°

Quando negli anni ’20 e ’30 Re Farouk punta alla modernizzazione, si rivolge all’Italia

Tutto ciò si ritroverà nella politica di Mattei

Tutto ciò comporta un corredo di accordi

28 aprile 1942—> scambio di note tra Ciano, tedeschi, il Presidente del consiglio iracheno in esilio (quando
inizia ad inclinare verso l’asse, gli inglesi lo cacciano) e il Gran Mufti di Gerusalemme, massimo capo
religioso in Palestina—> si dice che l’Italia è disposta ad appoggiare la nascita di un Grande Stato Arabo e
l’eliminazione del foyer ebraico in Palestina—> ovviamente, per i tedeschi significava Shoah, già iniziata.

25.11
RESA INCONDIZIONATA DELL’ITALIA E AVVIO DEI NEGOZIATI PER LA PACE
Abbiamo parlato dell’impressionante rapidità con cui gli USA riescono ad organizzare un’azione militar
Enel Mediterraneo che prenderà corpo l’8 novembre 1942, ovvero nemmeno in un anno, e sbarcano in
Marocco e Algeria territori parte dell’Impero francese e controllati dalla Francia di Vichy, ovvero la Francia
di Petain, collaborazionista dei tedeschi

Eppure lo sbarco viene organizzato di fatto su terre sotto il controllo della Francia di Vichy, quindi la Francia
collabora—> si può definire una Benevole Neutralità

In Libia dal 1940 gli italo-tedeschi stanno combattendo contro gli inglesi, concentrati in Egitto, con una serie
di andirivieni lungo il confine

L’ultima volta che gli inglesi sferrarono una controffensiva vincente fu a partire dal 23 ottobre 1942 quando
travolsero le difese italo-tedesche

8 novembre 1942—> in Algeria e Marocco sbarcano gli alleati, per chiudere da est e da ovest gli italo-
tedeschi in una tenaglia

Battaglia di El Alamein—> vittoria inglese —> sacrario di El Alamein —> simbolo amicizia italo-egiziana,
tutt’oggi conservato

Tutti in Europa sanno che la guerra sta per chiudersi a vantaggio degli alleati, e anche l’Italia, essendo il
Paese più vicino alle operazioni militari, capisce che deve sbrigarsi a correre ai ripari

Ecco perché già alla fine del 1942, Monarchia e Stato maggiore dell’esercito italiano segretamente avviano
contatti con gli alleati per cercare di comprendere come uscire dal conflitto

Essi propongono agli alleati il rovesciamento di Mussolini attraverso un Colpo di Stato dell’esercito,
l’imposizione temporanea della dittatura dell’esercito, guidata dalla Moarchia, magari lontano dalla penisola,
a cominciare dalla penisola, e a livello politico, il cambiamento di fronte, ovvero gettarsi nel conflitto contro
la Germania

Più volte reiterarono la richiesta, ma si scontrarono con i no alleati, perché Churchill e Roosevelt avevano
deciso che in via di principio nessuno Stato avrebbe potuto negoziare le proprie condizioni di armistizio o di
pace, ma tutti avrebbero dovuto sottoscrivere rese incondizionate

Insieme all’esercito e alla monarchia, all’inizio del 1943 agisce anche un gruppo di Fascisti, come Ciano,
Grandi (ministro della giustizia), Bottai (ministro dell’istruzione nazionale) i quali tentano di convincere
Mussolini a chiudere il conflitto, ma non ci riescono, tanto che agli inizi del febbraio 1943 Mussolini li
elimina dal governo e li disloca—> rimpasto politico

Ma anche Mussolini ave capito che lo sbarco alleato fosse un presagio molto triste perno’Italia, e quindi
aveva immaginato un’altra exit-strategy, la quale la espresse in una serie di lettere ad Hitler, nel tentativo di
convincerlo a chiudere il fronte con l’URSS per poi riportare tutte le truppe del fronte russo nella penisola
italiana e combattere dunque l’arrivo degli alleati nel Mediterraneo

A queste perorazioni, Hitler rispose sempre di no visto che non bisognava fidarsi di Stalin, il quale
probabilmente si sarebbe poi scagliato contro la Germania ed inoltre la guerra che i nazisti stanno facendo è
una guerra di sterminio e di annientamento—> è una guerra tutta ideologica—> Hitler sta combattendo
l’ultima battaglia contro il Bolscevismo, che ritiene una battaglia essenziale, e infatti è durante la battaglia di
Russia che si decide la Shoah (conferenza di Banzee, gennaio 1942)—> si decide di eliminare le radici
biologiche del comunismo ovvero l’ebraismo—> visione tedesca

Quindi Hitler non accetterà mai l’invito di Mussolini, e cerca di prendere tempo

Primavera 1943, i due attori che agiscono per trovare exit strategy, da una parte Monarchia e Esercito, e
dall’altro Fascisti, si congiungono, per eliminare l’unico vero ostacolo, ovvero Mussolini
Hanno strategie diverse, visto che i primi vogliono entrare con gli alleati in guerra e i secondi vogliono
conservare il Fascismo

Questi attori sono coloro che agiscono la notte tra il 23 e il 24 luglio 1943 quando il Gran Consiglio del
Fascismo vota un ordine del giorno nel quale c’è scritto che sul comando delle forze armate secondo lo
Statuto Albertino viene ripreso dal Re —> l’ordine del giorno Grandi esautora Mussolini da comandante
dell’esercito

Poco dopo, Mussolini viene arrestato a villa Ada e viene portato a Campo Imperatore

Il Partito fascista si scioglie automaticamente—> si vanifica il consenso dopo anni

Estromesso Mussolini, e nominato Badoglio a Primo Ministro, continuano i contatti con gli alleati per
arrivare all’armistizio, mandando il militare Castellano in diversi luoghi, come Lisbona

Anche stavolta gli alleati non acetano le proposte italiane di negoziato

Gli anglo-americani chiedono la firma di una resa incondizionata, anzitutto di tipo militare, e l’armistizio di
tipo militare, in 10/20 righe, è definito armistizio breve

Esso fu firmato il 3 settembre 1943 e Cassibile dal generale Castellano per contro di Badoglio e gli alleati
fecero presente he l’armistizio politico sarebbe dipeso dall’atteggiamento che gli italiani avrebbero tenuto
nei confronti della Germania ovvero se gli italiani avessero collaborato alla lotta contro la Germania

Dal 3 all’8 settembre gli italiani avrebbero potuto avere forse la possibilità di mitigare le future condizioni
politiche, che gli sarebbero stati imposte

Si iniziò col difendere la capitale—> Badoglio chiese agli alleati uno sbarco al Nord di Roma, tra il Lazio e
la Liguria, di circa 15.000 uomini, ma gli alleati dissero che era un’operazione troppo onerosa, ma dicendo
che avrebbero contribuito, inviando una divisione di paracadutisti su Roma, per controllare i centri strategici
di Roma

Il capo di questa 82esima divisione fu il generale Maxwell Taylor, il quale vene inviato la sera del 7
settembre a prendere accordi con Badoglio su come cooperare per la difesa di Roma

Racconto di Taylor nelle sue memorie:


« Sbarcato da una nave italiana a Gaeta, mi racconto che fu portato a Roma in ambulanza tramite la via
Appia, man mano che ci avvicinavano si vedevano sempre più tedeschi. Siamo stati portati a Palazzo
Caprara, dove avremmo dormito. L’incontro era fissato per la mattina dopo. Non ci aspettavano ciò visto che
lo sbarco sarebbe dovuto avvenire il 9 e quindi insistemmo perché Badoglio ci ricevesse subito. Non ci
riuscimmo, anzi ci portarono in una sala allestita con un banchetto pantagruelico. Il Generale Carboni ci
raggiunse dopo una e dovevamo tentare di fargli capire la nostra fretta. La visita venne finalmente
concordata. Salimmo su un auto e andammo da Badoglio, che si presentò in vestaglia da camera. Mi resi
conto che non sapeva che entro quella giornata gli alleati si aspettavano che annunciasse la cessazione delle
ostilità »

Taylor riporta il tutto ad Eisenhower, dicendogli che se si lancia l’operazione, i tedeschi impallineranno tutti,
non avendo gli italiani preparato nulla

E così vi fu la mancata difesa di Roma

8 settembre 1943, sotto minaccia degli alleati, e dopo dei telegrammi tra Badoglio ed Eisenhower (vedi
scambio di note « Monkey e Drizzle »), Badoglio andò alla radio e pronunciò il discorso con cui comunicava
la resa incondizionata e ci fu lo sbando—> di li a poco i tedeschi avviarono l’operazione Akze e in tutta
rapidità scesero la penisola, costrinsero il governo e il Re ad andare a Brindisi, visto che Roma non era difesa
Inoltre, dobbiamo capire quanto sia stato tragico il conflitto in Italia, tanto che si arrivò per la liberazione
dell’Italia all’aprile del 1945, quindi ci volle un anno e mezzo per risalire la penisola—> infatti la geografia
italiana offre un’ottima possibilità di resistenza e di guerriglia, come fecero i tedeschi

Mussolini nel frattempo fu liberato da Campo Imperatore e fu portato in Germania dove fu


convinto/costretto a rilanciare il progetto di una Stato fascista, costruire. aSalò la Repubblica Sociale Italiana
e gettando l’Italia nella guerra civile—> senza Salò probabilmente non ci sarebbe stato neanche il conflitto
tra gli italiani, perché nella maggior parte dei casi gli italiani avrebbero semplicemente reagito contro i
tedeschi

Dal settembre 1943 inizia quindi un altro capitolo della storia d’italia, che si apre con

29 settembre 1943—> armistizio lungo—> a Malta Badoglio incontra Eisenhower e firma la resa
incondizionata—> documento articolato, attraverso il quale tutto ciò che riguarda lo Stato italiano è messo
nelle mani dei vincitori (amministrazione, economia, politica ecc..)

L’Italia viene schiacciata dai vincitori

Si avviava quindi un momento nero, con l’Italia divisa in due da una guerra civile e per gli alleati, che già
controllano un bel pezzo della penisola, si inizia a discutere su come governare il territorio all’interno della
coalizione—> bisogna creare un organo che lo governi e prenda decisioni

Si decide alla Conferenza dei ministri degli esteri a Mosca—> ottobre 1943—> si crea una commissione
alleata di controllo, con dentro i rappresentanti dei 3 alleati e su proposta di Eden si decide che il governo
deve essere comune, però le maggiori responsabilità e peso spetteranno ai rappresentanti delle potenze che
realmente occupano quel Paese, quindi nel casso italiano, inglesi e americani—> i sovietici accettano e tale
decisione è spesso definita il Precedente Italiano—> tutti gli altri sconfitti avrebbero subito la stessa sorte

L’URSS otterrà quindi un peso maggiore in Europa orientale, dove libererà diversi Stati

Quindi si pone un controllo schiacciante per gli anglo-sassoni in Italia e per questo motivo il governo italiano
cerca di trovare una sponda nell’URSS—> aprire all’URSS sperando che essa dia una mano a risollevare
questo governo italiano

Gli italiani hanno ottenuto il titolo di Combelligeranti, non alleati, associati o appartenenti alle Nazioni Unite
—> titolo puramente volto. Assimilar l’impegno italiano contro i tedeschi, ma la combelligeranza non ebbe
mai alcun significato pratico
Marzo 1944—> Accordi Prunas-Vishinskij (membro sovietico della commissione alleata di controllo che si
occupava dell’Italia) che segnavano le riprese delle relazioni diplomatiche tra Italia e URSS—> non si parla
di riconoscimento, visto che lo fecero gli anglo-americani a nome di tutta la colazione con l’armistizio

(((La partecipazioni di Togliatti e di altri comunisti al governo italiano fu una scelta di Stalin, il quale aveva
immaginato che fino a quando la Germania non sarebbe stata sconfitta, i comunisti dove vano collaborare nei
governi, perché c’era bisogno di proteggere la Patria dei comunisti, ovvero l’URSS)))

Dal punto di vista diplomatico gli accordi non dettero i risultati sperati, perché gli anglo-sassoni protestarono
contro gli italiani, e l’URSS non disse nulla
26.11

TRATTATO DI PACE SECONDA GUERRA MONDIALE ITALIA


Nel frattempo, gli Alleati nel maggio 1944 sfondano la Linea Gustav e il 4 giugno 1944 arrivano a Roma

6 giugno 1944—> gli alleati sbarcano in Normandia

A giugno quindi il comitato di legazione nazionale pretende di entrar Enel governo e nascerà un governo non
più di militari, ma guidato dalle forze resistenziali

Il governo sarà guidato da Bonomi, vecchio politico dell’Italia liberale (era ministro della difesa all’epoca
del trattato di Rapallo) e rimarrà al governo fino al giungo 1945

Bonomi inizia rappresentare la nuova Italia e anche Bonomi è costretto a sottoscrivere le clausole
dell’armistizio di Malta, affinché personalmente si ritenesse obbligato a quelle clausole, cosi come tutti fino
al trattato di pace

Bonomi batté il tasto sulla pericolosità a livello sociale e sul pericolo di una rivoluzione comunista, affinché
gli Usa si sensibilizzassero e dessero a Bonomi la possibilità di avviare almeno una amministrazione
autonoma

Effettivamente il tasto dell’anticomunismo funzionò—> Churchill e Roosevelt si incontrano ad Hyde Park a


New York e in questo incontro concordarono che certamente all’Italia potevano essere rilasciati alcuni
controlli e mansioni per dare la possibilità di fare qualche cosa sempre sotto controllo alleato e diedero un
cospicuo aiuto economico al governo

L’Italia chiese poi di entrare nel negoziato di San Francisco, ma gli dissero di no, nemmeno come osservatori
—> l’Italia resta comunque considerata come un Paese sconfitto e l’ONU all’inizio era riservato solo ai
vincitori

25 aprile 1945—> finisce la guerra e si inizia a pensare al trattato di pace, sempre con la speranza che lo
sforzo italiano compiuto nell’anno e mezzo contro Salò e tedeschi fosse apprezzato in tal mod da estrapolare
la posizione dell’Italia rispetto a quella degli altri satelliti della Germania—> grande illusione

Nel frattempo, man mano che si chiudevano le ostilità in Europa, il governo italiano dovette occuparsi dei
suoi confini, visto che la posizione di sconfitto accelerò le ambizioni dei propri vicini

I Francesi di De Gaulle, entrato nell’ottobre 1944 a Parigi (solo allora viene riconosciuto) e divenuto
Presidente del Consiglio, sconfineranno in Val d’Aosta—> nasce il timore che tale avanzata possa preludere
ad una richiesta di annessione di quella regione, visto che si parla francese li e quindi si fecero pressioni
sugli altri alleati affinché premessero su De Gaulle di ritirare le truppe, cosa che avvenne nel giugno 1945 e i
francesi si ritirarono

Inoltre c’è il problema del Sud Tirolo, visto che gli alleati non sanno come collocare l’Austria, ovvero se
come sconfitta o come vincitrice/vittima di Hitler

1945—> i vincitori concordano che la futura Germania deve perdere l’Austria e quindi bisogna staccarla
dalla Germania e al fine di consolidare tale Stato e dargli un’identità, immaginarono di restituirle il Sud
Tirolo

Anche ciò preoccupa Roma

La terza questione, ancora più pericolosa, è l’avanzata delle truppe di Tito sul territorio italiano—> le truppe
il 1° maggio 1945 occupano Trieste
Infatti, a Yalta nel febbraio 1945 anglo-americani e sovietici fissano una linea di incontro tra gli eserciti,
ovvero il fiume Elba e su questo tratto meridionale non c’erano accordi tra Tito e anglo-americani

Si scatenò quindi la c.d. corsa a Trieste—> da una parte gli anglo-americani che risalgono l’Italia per triste e
dall’altra Tito dalla Jugoslavia con lo stesso scopo—> sappiamo infatti che le occupazioni preludono alle
annessioni e quindi 1° maggio arriva prima Tito con l’ambizione di portare il confine Jugoslavo sull’Isonzo

Inizia quella che i triestini ricordano come la Primavera di Trieste

Trieste aveva però un’importanza strategica—< nel maggio 1945 la Germania viene occupata in 4 zone di
occupazione, 3 occidentali e 1 sovietica, (lo stesso per Berlino), ma la stessa sorte tocca anche all’Austria e a
Vienna, divise in 4 zone d’occupazione—> e allora si comprende l’importanza di Trieste come porto di
riferimento e di rifornimento delle truppe di occupazione occidentali che sono nella Baviera e in Austria

Gli occidentali chiedono quindi a Stalin di intervenire presso Tito, visto che erano legati ideologicamente, e
di farlo evacuare dal porto di Trieste—> e Stalin lo fece, visto che anche lui aveva i suoi interessi da
conciliare con gli anglo-americani

Stalin manda quindi un ultimatum a Tito, dicendogli che non lo avrebbe coperto, e quindi le truppe jugoslave
si ritirano da Trieste e stipulano un accordo con i comandi alleati—> si stabiliscono due zone di
occupazione, una alleata e una jugoslava

Giugno 1945—> generale Morgan, inglese, stipula con il suo omologo jugoslavo Yovanovic una linea di
demarcazione per fissare le due zone d’occupazione:
-Zona A
-Zona B

Quindi, al 1945 gli anglo-americani hanno la Zona A grazie a Stalin, e gli jugoslavi la Zona B sotto
occupazione

Se vediamo oggi il confine italo-croato-sloveno possiamo constatare che è molto simile a quella linea
Morgan—> dove sono arrivati con le truppe più o meno non si sono più mossi

Sempre a giugno, risolto il problema italo-jugoslavo, il governo italiano accoglie di nuovo tutti gli elmetti
della Resistenza, in particolare quelli che venivano dal Comitato di liberazione dell’alta Italia—> nasce un
governo rappresentativo di tutte le forze democratiche resistenziali italiane
Inoltre, di li a poco, De Gasperi diviene Presidente del Consiglio, e già dal dicembre 1944 era Ministro degli
Esteri

Il nuovo governo è espressione della nova Italia e ciò accentua l’impressione che questo governo non debba
essere giudicato per i misfatti compiuti dal fascismo—> la maggior parte di loro sono stati perseguitati dal
fascismo

Ciò alimenta l’illusione che la nuova Italia si può presentare agli alleati vincitori con un nuovo volto e non
subire una pace punitiva, come già si preannunciava, l’avrebbero subita Bulgaria Romania Finlandia e
Ungheria

Si inizia ad osservare quindi il comportamento delle grandi potenze nella stesura dei trattati di pace

Potsdam luglio 1945—> gli alleati stabiliscono una procedura per questi trattati di pace ed immaginano le tre
grandi potenze di occuparsi loro stessi di ciò, rappresentate dai tre ministri degli esteri

Il council of foreign ministers aveva il compito di occuparsi della pace con la futura Germania, quando essa
avrebbe avuta un vero governo, idoneo e legittimo, e avrebbe dovuto elaborare tutti i trattati di pac Econ i
satelliti della Germania

Dunque tutti i trattati di pace furono decisi da 3 Paesi, pur se la coalizione ONU raggruppava già 21 Paesi
Questi 3 uomini rifanno la carte dell’Europa e del Mondo e gli italiani constatano che anche la loro
posizione, già da qua che si riunisce nel settembre 1945 a Londra tale Council, è del tutto equiparata agli altri
satelliti della Germania

Tutto ciò che gli italiani fecero per emanciparsi dalla loro posizione non servì a nulla e si dimostrò quindi
che il titolo di combelligerante non aveva valore a livello giuridico—> erano semplici alleati del Patto
Tripartito

Addirittura il 13 luglio 1945 l’Italia dichiara guerra al Giappone, nel disperato tentativo di entrare nella
comunità della Nazioni Unite, ovvero tra i Paesi Vincitori

Ciò spiega perché la Svizzera entrerà nell’ONU solo nel 2002 e spiega il tramonto dell’ONU—> nel SC ci
sono i vincitori della guerra, ma il mondo è andato avanti

Si comincia a pensar anche al trattato di pace con l’Italia, e quindi prima della conferenza di Londra, De
Gasperi scrive al segretario di stato statunitense Burns che cosa ritiene una pace giusta:
-Per quanto riguarda il confine orientale, si riteneva giusto fissare il confine sul confine etnico, ovvero la
linea Wilson—> linea proposta nel 1919 dal presidente USA
-Nessuna modifica al confine settentrionale, ovvero nessuna cessione territoriale in Trentino all’Austria,
ovvero del Sud Tirolo
-Nessuna cessione territoriale ai francesi, che iniziano ad avanzare delle loro piccole richieste, ovvero chiedo
Tende e Briga, due villaggi al confine, nell’alta valle del Roia, vicino a Monaco, utili a livello militare e
strategico, avendo rinunciato alla Valle d’Aosta—> esigenza di tipo militare per i francesi
-Conservazione delle colonie—> Dodecanneso e Albania ovviamente le restituiamo, così come l’Etiopia—>
Libia, Eritrea e Somalia devono però rimanere italiane, magari usando lo strumento giuridico della
Trusteeship, ovvero l’Amministrazione Fiduciaria —> in pratica differenzia ke colonie prenasceste e le
colonie fasciste

La risposta di Byrnes sarà in 5 righe—> si dice che l’Italia si deve rendere conto delle necessità generali,
ovvero i compromessi tra le grandi potenze, ma anche doveva avere piena comprensione dei legittimi
interessi dei suoi vicini

De Gasperi sarà sentito altre tre volte, e per ben due volte la sua presenza davanti ai vincitori fu una mera
formalità, cioè non ci fu un dialogo—> lo ascoltarono per cortesia

De Gasperi venne ascoltato nel settembre 1945 a Londra, e due volte nel 1946

Ciò che emerge dalla lunga relazione è che gli alleati decidono:
-Ad Occidente l’Italia deve dare Tende e Briga ai francesi

-A Settentrione il confine deve rimanere immutato—> gli anglo-americani cambiano posizione sull’Austria
perché l’hanno cambiata i Sovietici, che ora vogliono favorire gli italiani per impedire che l’Austria, che loro
considerano sconfitta e un Paese che si sta orientando verso gli anglo-americani, esca dalla guerra ingrandita
e se l’Italia ha il confine al Brennero lo deve alla posizione di Stalin, cui gli anglo-americani si
conformarono
Inoltre, agli austriaci non erano concesse ulteriori rettifiche minori al confine, perché avrebbero indebolito le
comunità tedesche in Italia

-A Oriente, si decise che era bene inviare una commissione d’inchiesta che verificasse su terreno come erano
etnicamente divisi gli italiani dagli slavi—> la commissione guidata dai 4 rappresentanti delle 4 potenze, si
recarono in Istria per indagare—> grande farsa perché il risultato dei lavori non fu una proposta al consiglio
dei ministri degli esteri, ma furono 4 proposte di confine diverse—> guardando quelle 4 linee, esse
rispecchiano perfettamente egli allineamenti dell’URSS alla Jugoslavia e degli occidentali all’Italia, con 3
gradi diversi ( tra gli occidentali, gli USA proposero quella più favorevole all’Italia, poi gli inglesi la medio
favorevole, e infine i francesi la meno favorevole, visto che era semplicemente a metà tra quella americana e
quella sovietica, mentre la Russia propone la più favorevole alla Jugoslavia)—> non c’è niente di scientifico
Ci sono quindi 4 proposte, ognuna basata sui propri interessi e quindi durante la conferenza di pace si
immaginò un’altra soluzione—> effettuare un ulteriore compromesso a partire dalla linea francese che era
già una linea di compromesso—> la zona A sarebbe divenuta uno Stato a sé, ovvero lo Stato libero di
Trieste, sotto controllo di un governatore proposto dal SC—> compromesso—> tutta immaginazione, perché
l’unica cosa concreta era che la linea Morgan divideva due eserciti e basta —> infatti, il SC non riuscì a
nominare nessun amministrazione visto che poi scoppierà la guerra Fredda ed il SC si paralizza—> l’unica
cosa concreta che rimane è la divisione tra le due occupazioni dei due eserciti, separate dalla linea Morgan
appunto

29.11

Abbiamo parlato dello Stato libero di Trieste che sarebbe dovuto nascere da un compromesso tra le visioni
delle grandi potenze, che poi di fatto non si realizzerà mai nel concreto—> soluzione semplicemente
immaginata

La linea scelta fu la linea mediana tra quella americana, più favorevole alle rivendicazioni italiane, e quella
sovietica, più favorevole alle rivendicazioni jugoslave, proposta dai francesi

Quando con il trattato id pace il confine fu segnato, tutta la Zona B venne annessa alla Jugoslavia, eccetto il
territorio libero di Trieste, che rimase occupata dagli anglo-americani

Inoltre, dobbiamo dire altro sul trattato id pace, che ebbe una lunga gestazione—> si negozia a partire dal
1945 da parte del consiglio dei ministre degli esteri

Durante la gestazione De Gasperi fu ascoltato per la seconda volta nel maggio 1946, proprio in relazione al
confine orientale e ai risultati della commissione d’inchiesta

3 maggio 1946—> anche questa volta l’audizione di De Gasperi fu una mera formalità, visto che il trattato di
pace viene deciso solo dai vincitori, come nella 1° GM, e spazio per i vinti non ce n’è

Il consiglio dei ministri degli esteri alleato giunse a conclusione della bozza pressoché definita del trattato
nell’estate del 1946

Tale bozza di fatto prevedeva quello che abbiamo già detto


-Ad oriente Stato Libero di Trieste, amministrato da un governatore scelto dal SC, sentite Italia e Jugoslavia
—> il SC non lo farà mai per la Guerra Fredda
-Ad occidente, trovavano spazio le rivendicazioni francesi, ovvero Tenda e Briga
-A settentrione, si decide che, grazie alla posizione sovietica, non si stacca il Sud Tirolo, anche perché De
Gasperi a metà 1946 inizia le trattative con l’Austria per giungere a dun accordo sul trattamento della
minoranza tedesco-austriaca nel Sud Tirolo—> settembre 1947—> accodi De Gasperi-Gruber—> De
Gasperi punta a. Riconoscere una serie di diritti a tale minoranza, con la speranza che tale iniziativa venga
seguita anche da altriPaesi europei, e in particolare che Tito voglia emulare l’Italia, concedendo agli italiani
in Jugoslavia uno statuto che gli garantisse la conservazione di comunità italiana
-Per le colonie, si stabiliva che visto che il consiglio non aveva trovato una soluzione definitiva, le grandi
potenze avrebbero continuato a trattare e decidere di comune accordo entro 1 anno dalla entrata in vigore del
trattato di pace
Il trattato entro in vigore nel settembre 1947—> quindi dal settembre 1947 al settembre 1948 avrebbero
trattato, e in caso non avessero trovato un accordo, avrebbero rimesso la decisione all’AG dell’ONU

IL trattato fu firmato il 10 febbraio 1947, ed entrò in vigore 6 mesi dopo la firma

Un’altra parte del trattato riguarda le riparazioni—> risarcimento alla Jugoslavia, alla Grecia e ai vincitori in
generale
Un’altra ancora Limitazioni sulla flotta e sull’esercito

Insomma, ne nasce una bozza pressoché definita, che fu inviata all’organo che rappresentava la vera
conferenza della pace, ovvero la Conferenza dei 21—> conferenza dei membri ONU

La conferenza dei 21 non poté intervenire, ma poteva fare solo proposte al consiglio dei ministri, di
emendare il trattato—> quindi aveva pochi poteri di incidere il trattato e il tutto rimaneva in mano alle grandi
potenze

Comunque, al parlamento francese, dove si svolgevano i lavori della conferenza della pace, fu chiamato a
parlare per la 3° volta De Gasperi, che pronunciò il discorso del 10 agosto 1946—> discorso memorabile
perché gli italiani furono messi a conoscenza della bozza del trattato di pace e definitivamente crollarono
tutte le speranze che questa nuova Italia aveva nutrito circa un trattamento più favorevole rispetto agli altri
satelliti dell’Asse

De Gasperi—> « tutto fuorché la vostra personale cortesia è contro di me « —> frase memorabile

La cosa che stupisce è che il preambolo del trattato di pace con l’Italia porta una menzione della
capitolazione senza condizioni che non corrisponde alla verità e gli italiani lo criticano

Il preambolo infatti, contro cui si scagliano De Gasperi e Saragat, afferma che « considerando che l’Italia
divenne parte del Patto Tripartito e divenne nemico degli alleati, ed è quindi responsabile della guerra;
considerando che sotto usa pressione degli eventi militari il regime fascista fu abbattuto il 25 luglio ’43 e
l’Italia si arrese senza condizioni il 3 settembre (non viene nominato l’antifascismo) considerando che dopo
l’0armistizio le forze italiane presero parte attiva alla guerra contro la Germania (un riconoscimento dopo il
settembre 43 c’è un riconoscimento all’esercito, ma no alla resistenza)

É ciò che colpisce, perché non si evidenzia alcun contributo da parte dell’Italia democratica della Resistenza
alla liberazione del’Italia

De Gasperi allora, visto ciò, fece questo discorso, dicendo che il preambolo non menzionava il popolo
italiano, protagonista dell’antifascismo, e criticò poi le clausole territoriali, usando per il confine orientale
quelle espressioni, cole « porte aperte » (espressione simile a quella di Sonnino) e critica l’arretramento dei
confini italiani, la nascita di Trieste, e il fatto che cerca 400.00 italiani rimasero fuori dai confini, senza
alcune protezione

Insomma, il discorso di De Gasperi non cambio nulla al trattato, ma qualche piccola modifica al preambolo
l’apportò—> « Considerando che in seguito alla vittoria delle froze alleate e con l’aiuto degli elementi
democratici del popolo italiano il regime fascista è stato rovesciato ecc…
Considerando che dopo l’armistizio, sia le forze governative che quelle delle resistenza, hanno prese parte
attiva alla guerra contro la Germania…. »

Insomma viene riconosciuto un piccolo ruolo alle forze antifasciste, che però di fatto non comportò la
modifica di nessuno dei 90 articoli del trattato

Tra l’altro, prima della firma, l’Italia comunica che ha raggiunto la firma degli accordi De Gasperi-Gruber e
quindi nel trattato si menzionano—> si dice che le grandi potenze prendono atto di tale accordo De Gasperi-
Gruber

Nell’accordo De Gasperi-Gruber, 5 settembre 1946, si stabilisce che l’Italia si impegna a creare:


-Una legislazione per concedere insegnamento primario e secondario del tedesco
-L’uso del tedesco a livello ufficiale
-Il diritto di stabilire nomi di famiglia tedeschi, che siano stati italianizzati negli ultimi anni
-L’uguaglianza dei diritti
-L’esercizio di un potere legislativo ed esecutivo autonomo—> si immagina un’autonomia (oggi il Trentino
Alto Adige è una regione autonoma, con una provincia autonoma, ovvero la Provincia di Bolzano—> tale
status nasce da questo)
-Entro un anno, rivedere il regime delle opzioni di cittadinanza quale risulta dagli accordi Ciano-Mukensen
dell’ottobre 1939, che prevedevano la possibilità dei Sud Tirolesi di andarsene, per farli tornare in Italia

Da ciò nasce la questione alto-atesina così come la conosciamo oggi

Infine, si va alla firma del trattato, il 10 febbraio 1946—> data di ricorrenza in Italia per le Foibe oggi—>
infatti, in base al trattato, l’Italia perdeva i territori ad oriente (i territori dell’Istria, della Dalmazia e di Fiume
—> tutta la zona B praticamente, tranneFiume, dove si sperava che nascesse uno Stato libero) e venne scelta
questa data appunto come giornata del ricordo delle foibe

Il Friuli Venezia Giulia non era nient’altro che 4 province—> Trieste, Pola, Fiume e Gorizia—> all’Italia
rimaneva solo la Gorizia, visto che Trieste era dentro il territorio libero di Fiume

Inoltre, possiamo dire qualcosa a livello di dibattito sulle Foibe:


Le Foibe sono state un fenomeno trascurato fino alla fine della guerra fredda, per tanti motivi, tra cui il
rapporto con Tito—> rapporto molto delicato, ma oggi sappiamo anche molto interessanti
Poi sono iniziati gli studi, che hanno messo in luce oltre al carattere anti-nazionale o di pulizia etnica, anche
il carattere di lotta al fascismo che hanno avuto le Foibe—> si creano in un particolare clima in cui c’è
conflittualità tra fascismo e comunismo nella zona
Ma non c’è dubbio che hanno anche carattere di espulsione cacciata degli italiani da quelle zone
Inoltre, se si considerano i 350 mila italiani espulsi dalla Jugoslavia, non si può che dire che all’Italia è
andata molto bene, sopratutto se si paragona ciò a quello che tocca alla Germania con le annessioni di
Polonia, URSS e Cecoslovacchia a scapito della Germania dopo la guerra—> territori da cui partiranno 10
milioni di tedeschi, senza mai farvi ritorno—> vera tragedia
Insomma, per aver perso la guerra, la vicenda è andata piuttosto bene agli italiani, guardando i destini tipici
degli sconfitti.

Inoltre, gennaio 10947 De Gasperi va negli USA, poco prima della firma del trattato, e ricorda che a
riceverlo non c’è nessuno, tranne l’ambasciatore italiano
Va poi ad un convegno dove lo hanno chiamato a parlare
De Gasperi insomma si fa conoscere dall’amministrazione americana e inizia ad accrescere la sua
reputazione—> tornerà con nulla a livello politico, ma con un copioso aiuto economico, favorito anche dalle
elezioni di recente tenutesi in Italia, che lo hanno visto vincere

Si crea dunque un clima migliore, ma il trattato rimane tale

Nasce in Italia il dibattito sulla ratifica del trattato id pac, che si svolge all’intento della costituente, dove
molto voci si alzano in senso contrario, la più importante quella di Benedetto Croce

Croce afferma che è umiliante il fatto che non si riconosca l’Italia antifascista, ma il dibattito sulla ratifica è
un dibattito simbolico, perché chiaramente anche la non-ratifica da parte della Costituente non avrebbe
inficiato il trattato di pace:
art. 90—> « Il presente trattatoDEVE essere ratificato dalle potenze alleate e dall’Italia ed entrerà in vigore
dopo le ratifiche della GB, Francia, USA e URSS, 6 mesi dopo la firma

Dunque, il dibattito è puramente simbolico

Estate 1947, quando il trattato venne infine ratificato dalla costituente grazie all’opera di De Gasperi che
comprende che la firma del trattato è un passaggio important epe rie reinserimento nella Comunità
internazionale e chiudere il capitolo della guerra e del Fascismo
Mentre avviene la ratifica, siamo nell’estate del 47, e convenzionalmente scoppia la Guerra Fredda, ovvero
inizi di fatto quella crisi nella coalizione vincitrice che avrebbe oi portato alla divisione in due dell’0Europa
e del mondo—> i punti fondamentali dello scoppio sono le impressioni occidentali che l’URSS persegua un
disegno espansionista, anche a livello ideologico e la loro reazione, che si sostanzia nella dottrina Truman
del marzo 1947 b(aiuti economic a Grecia e Turchia) e poi nel piano Marshall del 5 giugno 1947

Nel marzo 1947. Truman va al congresso e pronuncerà il discorso in cui chiede aiuti economici a Grecia e
Turchia, che sono dentro al Mediterraneo, visto che entrambe sono minacciate da questo dinamismo
sovietico, nel senso che in Grecia c’è ancora la Guerra Civile tra i seguaci del Re, che combattono per il
regime legittimo che è tornato in Grecia, e le forze della resistenza guidate dal partito comunista, quindi una
guerra civile tra filo-occidentali e filo-comunisti (la resistenza è alimentata da Tito) e gli inglesi chiedono
agli Americani di sostituirli (la crisi economica in Europa è drammatica nel 1947) e quindi gli americani
accettano il compito, per consolidare il governo legittimo contro la pressione comunista; la Turchia invece
non era stata in guerra nella 2 GM, ma Stalin già dal 1945 pressava la Turchia, minacciando di rivedere i
trattati sui confini, se la Turchia non avesse accettato di modificare la convenzione sugli Stretti, nella
direzione di dare il controllo degli stretti solo ai Paesi rivieraschi, escludendo quindi gli europei e gli USA.
Quindi, gli americani sono richiesti dagli inglesi di interessarsi della Grecia e della Turchia e allora gli
americani scendono nel Mediterraneo, toccando gli antichi interessi inglesi (non a caso Grecia e Turchia
verranno inserite subito nella NATO)

Insomma, nel 1947, guardando anche la sponda africana, il Mediterraneo è occupato dagli americani, che si
sostituiscono agli inglesi—> se prima la nostra stella erano gli inglesi, prima che Mussolini decidesse di
rovesciare tutto, ora l’Italia deve guardare agli USA

Truman, marzo 1949, in occasione della discussione sul se far entrare l’Italia nella NATO o meno, dice:
-« In due GM l’Italia si è dimostrata un alleato inutile ed infido, avendo sempre cambiato campo »
Gli si fa poi presente che i francesi hanno posto la Francia come condicio sine qua non (infatti i francesi
volevano spostare la linea difensiva del Patto Atlantico e allontanare la minaccia dai loro confini ed inoltre
l’Algeria all’epoca è francese, abitata da francesi, e quindi immaginano di fare dell’Algeria tre dipartimenti
francesi, e quindi bisogna inglobare l’Italia nella linea di difesa, per crearne una coerente) e Truman:
-Disse che preferiva un patto senza Italia, ma si rese conto che doveva accettarlo

La Scelta Atlantica è fatta quindi da una minoranza italiana, guidata da De Gasperi, il quale poi trascina tutta
la Democrazia Cristiana

Gli italiani chiedono di aderire ai fondi del Piano Marshall, visto che era un’esigenza vitale per la
ricostruzione—> l’interesse americano in cambio è ovviamente quello di creare un impero, ma un impero su
invito—> non obbligano, ma accettano chi gli si avvicina—> si viene invitati nell’Impero, chi vuole entra e
chi non vuole no

Nel 1948-49 ci sono socialisti e comunisti italiani ferocemente anti-americani e anche nella DC ci sono
correnti diffidenti, anti-capitalisti, pro-neutralismo

Ma dalla 1947 la politica di De Gasperi è revisionare le condizioni della pace, e quindi fa di tutto per entrare
nel campo atlantico, compreso aderire alla NATO
02.12

POLITICA ESTERA ITALIANA DAL 1955 FINO AD OGGI


(Tale parte è affrontata sui saggi, visto che il libro dice molto poco. I saggi sono diversi dai manuali, visto
che sono saggi di ricerca, quindi non bisogna memorizzare ogni aspetto, ma bisogna solo selezionare bene le
notizie)

POLITICA ESTERA ITALIANA ANNI ‘50


Abbiamo parlato del trattato di pace e dello scoppio della guerra fredda
Ratifica del trattato di pace e poi la politica di De Gasperi che punta alla revisione del trattato, quindi al
miglioramento delle condizioni politiche ed economiche del trattato e contemporaneamente al reinserimento
dell’Italia nella comunità internazionale una volta superato lo status di sconfitto

Lo si fa dopo il 1947, non senza qualche errore e difetto di prospettiva

Ad esempio, il 22 gennaio 1948 Hernst Bevin, segretari di stato britannico, lancia una proposta alla camera
britannica di unico e mistiare dei Paesi dell’Europa Occidentale che scaturisca da un accordo contro la
Germania, ma che guardi anche più al di là della Germania, visto che ormai un Paese diviso non è più la
principale minaccia

L’appello di Bevin all’unione delle forze per la difesa dei valori dell’Europa Occidentale è figlio della
volontà dei Paesi Europei di trovare una sponda negli USA dal punto di vista militare

Nel 1947 i Paesi Europei Occidentali hanno un problema di difesa e avvertono tale insicurezza e si
rivogliono agli USA, unica potenza in grado di portelli proteggere d a una minaccia che viene dall’URSS

Gli USA come risposta diranno che è necessario che i paesi Europei dimostrino la loro volontà di unirsi per
rispondere alla minaccia militare sovietica, rifiutando l’idea di legarsi in mod bilaterale agli Stati Europei—>
la loro idea che è gli Stati Europei dimostrino la volontà di unirsi e a tale volontà seguirà poi lo sforzo
statunitense—> logica multilaterale

Già dal Piano Marshall, gli USA infatti stanno cercando di federare l’Europa Occidentale

Infatti i primi vagiti dell’UE , ovvero dell’integrazione europea, sono spinti e voluti dagli USA che sono i
veri padri dell’UE

Spinelli, Rossi ecc non esistono il tale narrazione, perché si agitano a livello politic, promuovendo la
diffusione dell’ideale, ma non sono i protagonisti dell’integrazione—> il progetto giunge oltre-atlantico con
l’idea di mettere insieme i Paesi Europei e di superare il problema della Germania, al fine di creare un
mercato unico che possa, sull’esempio degli USA, promuovere la crescita economica che secondo coloro che
sono i pensatori del Piano Marshall, è la basa della stabilità politica e dunque della Democrazia

Gli USA danno quindi questo input e manterranno tale spinta in funzione anti-sovietica fino almeno alla fine
degli anni ’60

Tale Europa che nascerà nel 1951 e poi nel 1957 è un’Europa messa in piedi da Stati Nazionali che per
motivi concreti puntano sull’integrazione europea, anche addirittura sull’abbandono della sovranità per
alunne materie

Tale Europa occidentale deve dialogare con gli Usa in un mondo che viene ispirato dai criteri libero-
scambiasti—> gli USA già immaginano di fatto la Globalizzazione, che è semplicemente il tentativo di
plasmare il mondo ad immagine e somiglianza degli Stati Uniti—> grandi agglomerati che dialogano e
commerciano, eliminando le barriere

E l’Italia dal 1948-49 si inserisce in questo contesto


Comunque, la priorità europea è quella della sicurezza e gli USA li obbligano a trovare un obbligo comune
prima di legarsi agli Stati

La proposta di Bevin spero trova freddezza a Roma dove de Gasperi risponderà all’appello che l’Italia non
può prendere impegni a livello internazionale che implichino uno schieramento politico perché si è in
prossimità delle elezioni dell’aprile 1948 (siamo nel gennaio 1948)

Inoltre, ci sono correnti importanti all’intento della stessa DC (es, corrente di Dossetti) che ispirano la loro
visiona politica al Neutralismo (la futura democrazia cristiana), inoltre altri partiti non tollerano l’aggancio
agli USA—> le perplessità di de Gasperi sono anche di naturai interna

Inoltre, i governo De Gasperi punt aa barattare l’adesione italiana al futuro Patto di Bruxelles, ch sei firmerà
il 17 marzo 1948, con delle revisioni alle clausole al trattato di pace

Tale politica di De Gasperi provocherà una iris once gli Usa e GB nel marzo 1948 che vedono
nell’atteggiamento del governo italiano un atteggiamo che gli inglesi definiscono « ricattatorio »

L’Italia quindi non farà parte del Patto di Bruxelles

Le elezioni ci saranno nell’aprile 1948 e gli italiani votano per la collocazione occidentale, ovvero per la DC
e quindi De Gasperi si getta nella polito internazionale con il proposito di inserire l’Italia nella coalizione
europea che sta nascendo

Il consiglio d’Europa nasce su spinta alle congresso dei movimenti federalisti che si tiene all’Aia nel maggio
1948—> tale progetto è fatto da Stati, che decidono di fare proprio le idee di questo congresso, per vedere se
possono creare un’istituzione comunò e come volevano gli americani, perché è evidente che per creare un
mercato unico, vi debbono essere autorità comuni che regolino il mercato, quindi autorità sovranazionali

Nel 1949 si avvia quindi la grande stagione europeistica di De Gasperi e di Sforza, ministro degli esteri
repubblicano

Tale stagione europeistica e di inserimento nell’alleanze occidentali li porterà anzitutto a far aderire l’Italia al
Patto Atlantico

Si sostiene, il 9 maggio 1950, l’idea di Schumann—> i francesi chiedono l’abbandono della sovranità
nazionale sul carbone e sull’acciaio—> OCEE

Il consigli d’europa maggio 1949

Alleanza atlantica 4 aprile 1949

Patto di Bruxelles 17 marzo 1948

Sono tutte organizzazioni che puntano a compattare l’Europa, e si basano sull’idea di Schumann—> i
francesi lo propongono come soluzione alla possibile rinascita della Germania

Infatti la RFT nasce con delle limitazioni di sovranità, ovvero economica politica estera e difesa, e per questo
la Germania per bocca di Adenauer, suo cancelliere dal 1949, farà presente che non si può avviare la
ricostruzione se la Germania non rientra in possesso di questi aspetti in cui la sua sovranità era limitata

E nessuno vuole restituire tali poteri ai tedeschi, in primis i francesi, ed ecco perché Schumann e Monnet
studiano tale soluzione sovranazionale che ha lo scopo di non restituire alla Germania la sua sovranità su tali
materie, ma di metterla in comune—> sono pronti a cedere un pezzetto di sovranità solo per evitare di
restaura ai tedeschi

Gli USA premono che si ridia alla Germania i suoi poteri, e quindi i francesi sono disposti a mutilare la loro
sovranità pur di non restituire tali sovranità alla Germania
E questo è il processo che si avvierà con il 1950 quando partono i negoziati per la costruzione della CECA, a
cui l’Italia si affianca pur non avendo carbone e pochissimo acciaio—> l’Italia all’epoca però ha una
grandissima risorsa, ovvero la forza lavoro, fondamenta per tali industrie

De Gasperi pensa quindi che bisogna unirsi a questi Stati che mettono insieme le risorse affinché all’intento
di un accordo internazionale l’Italia possa proteggere i proprio migranti—> gestione dei flussi, per
organizzare la migrazione

E cosi De Gasperi sosterrà il progetto, sempre francese, che ha l’idea di creare un esercito europeo—> pur di
non restituire ai tedeschi la sovranità sul loro esercito, l’idea francese è quella di creare un esercito comune
—> Piano Pleven

Proposta che scontenta gli USA—> che lingua e come si coordinano tali soldati? Che armamenti usano?—>
per gli Usa è una poiana illusorio

L’idea USA è invece di riarmare i tedeschi, ma mettendo l’esercito tedesco dentro un’altra gabbia, ovvero
l’Organizzazione dell’Atlantico del Nord (NATO) , che non è l’Alleanza Atlantica, ma la sua
organizzazione, che prevede il comando americano e ciò avrebbe stemperato, secondo gli USA, le paure
degli altri europei riguardo l’esercito tedesco

Dunque, l’integrazione europea e la NATO non sono nient’altro che della gabbie dorate per limitare la
Germania

De Gasperi alla proposta Pleven ci crede e la sostiene, addirittura lo vorrebbe rafforzare puntando a superare
i, metodo funzionalità intergovernativo con cui si sta perseguendo l’integrazione europea per giungere più
rapidamente possibile agli Stati Uniti d’Europa

De Gasperi farà propria un’ispirazione che viene da Spinelli e dai movimenti federalisti, e proporrà ai
francesi durante il negoziato, di inserire quello che sarà l’aRticolo 38—> articolo che riguarda il compito che
avrebbe avuto l’organo parlamentare della comunità europea di difesa—> gli si affidava ill compito di
prepare una Costituzione dell’Europa in senso federale o confederale

A livello pratico, l’idea fu un fallimento, perché anche se gli Stati che facevano parte della CECA la
firmarono, non la ratificarono

La Francia non firmò perché le forze politiche Gaulliste, nazionaliste, prendono la maggioranza relativa in
parlamento e non ratificheranno il progetto

Visto che. Francesi non la ratificarono, neanche gli italiani la ratificarono, visto che in realtà neanche il
parlamento italiano era entusiasta dell’ipotesi federalista—> nel 1953 De Gasperi esce dal governo e dalla
segreteria della DC e nell’agosto 1954 il trattato CED non viene ratificato

Inoltre, all’epoca il parlamento italiano era stato occupato con la riforma elettorale,

Quindi nel 1954 la CED viene sconfessata e si riprende la vecchia soluzione americana—> inserire la
Germania nella NATO e nel Patto Atlantico—> 1955 la Germania entra nel 1955 ed entrerà anche
nell’Unione Europea Occidentale insieme all’Italia (ex-Patto di Bruxelles)

Nel 1955 dunque l’Italia viene finalmente ammessa nelle Nazioni Unite, attraverso un accordo tra URSS e
USA

l’Italia sta avviando la grande ricostruzione, ovvero il boom economico che in pochi anni trasformerà il
Paese

Quindi è un’Italia che cambia completamente—> è un’Italia reinserita nelle organizzazioni occidentali,
nell’ONU ed è una grane potenza economica ed industriale
Ecco perché per esempio l’Italia sarò alla guida di un altro tratto importante di integrazione europea, che è
quello che va dal 1954 al 25 marzo 1957—> il rilancio Europe che si ha dopo il 1954 è segnato da tappe
italiane—> conferenza di Messina, maggio-giungo 1955, Venezia e poi Roma nel marzo 1957

I trattati di Roma producono il trattato CEE, mercato comune, e il trattato EURATOM, condivisione
tecnologia atomica

I Francesi accettano il mercato comune dopo tante difficoltà—> essendo super protezionisti, non vogliono i
mercato unico europeo, mentre i tedeschi lo vogliono fortemente ed i loro mercati tradizionali ad Oriente
sono chiusi dal modello comunista ed ecco che ha bisogno di mercati per ripartire—> i francesi però sono
molto interessati all’atomo e al nucleare, visto che gli USA, l’URSS e la GB (dal 1949) hanno l’atomica

Inoltre, sono in piena crisi di decolonizzazione

Vogliono quindi la collaborazione degli altri Paesi europei per il nucleare ed è questo che porta all’accordo
tra tedeschi e francesi—> un vuole una cosa l’altro un’altra e si vengo incontro

Ma senza la crisi di Suez, ovvero lo scacco madornale che fu per gli inglesi e i francesi, la Francia no
avrebbe forse firmato la CEE, perché il mercato unico presuppone cessione di sovranità nazionale—> quindi
la crisi francese dà un colpo al protezionismo francese

L’Italia dunque non è più quella di una volta:

-Ha risolto il problema Orientale, anche se provvisoriamente


Tito nel 1948 si allontana dall’URSS e scivola lentamente verso l’Occidente, rimanendo però comunista, e
mai entrando nelle istituzioni Occidentali e puntando al nuovo verbo che si diffonde dalla conferenza di
Bandung del 1955, ovvero il Non-Allineamento (Cina, India, Egitto, Cina, Giappone…)
Insomma, Tito si ispira a tale principio di Non-Allineamento, però tra il 1953 e il 1954 Tito fa degli accordi
con Grecia e Turchia (Patto di Bled), che sono alleanze—> ma Grecia e Turchia sono membri NATO e
quindi indirettamente si inserisce nell’alleanza atlantica
Ciò mette in difficoltà l’Italia, che onde consapevolezza che quella linea (linea Morgan) non si può cosi
rapidamente modificare, e che allora è opportuno puntare a far tornare l’amministrazione italiana la dove
c’era l’amministrazione anglo-americana, ovvero a Trieste—> Memorandum di Londra del 1954—> esso
provvede alla sostituzione dell’amministrazione militare anglo-americano con quella italiana, rimanendo il
confine pur sempre un confine provvisorio perché non c’è stato un trattato con la Jugoslavia, quindi la
questione rimane aperta

-Il nuovo slancio è simboleggiato da alcune figure, che esprimo le nuove esigenze italiane di colosso nel
Mediterraneo

-Inoltre, non ha colonie visto che il trattato di pace stabilità che i vincitori avrebbero discusso della sorte
delle colonie per un anno e poi l’avrebbero rimessa all’AG, e non avendo preso decisioni, la questione va
all’AG, dove nel 1949 gli italiani faranno un grande sforzo per rimanere in Africa

[[Elezioni aprile 1948—> uno degli argomenti già importanti che furono messi nella campagna elettorale
furono da una parte il ritorno di Trieste, slogan della DC, e dall’altra i ritorno i nAfrica, che divenne lo
slogan del PC, cioè volendo dire, se votate noi, l’URSS ci sosterrà per rimanere in Africa (pia illusione) ]]

Bevin e Sforza presentarono un compromesso che immaginava la divisone della Libia nelle tre regioni
storiche, spartite tra GB Francia e Italia—> il compromesso però non passo nell’AG e quindi di fatto l’Italia
usci all’Africa, ottenendo solo l’amministrazione fiduciaria per 10 anni della Somalia a partire dal 1950,
mentre l’Eritrea fini federata all’Etiopia e la Libia fini di nuovo come Stato unico, sotto la guida di Re Idris,
che era nient’altro che il nipote del Senusso (quindi veniva dalla Cirenaica) e he collocherà la Libia
all’intento dell’Occidente diventando uno Stato che viveva di rendita grazie al petrolio e ospitando a Tripoli
e a Toblok rispettivamente una base americana e una inglese —> altro pezzo del controllo americano del
Mediterraneo—> la situazione rimane tale fino 1969, quando Gheddafi prende i potere con un colpo mistiare
-Dunque l’Italia guarda al Mediterraneo con una nuova prospettiva, diversa da quella inglese e francese, non
avendo colonie, e mette una certa paura perché si può permettere di abbracciare gli slogan della
decolonizzazione dell’antimperialismo—> può guardare all’Africa con un occhio diverso rispetto ai francesi
che fino al 1956 hanno. Ancora le colonie sotto controllo (e l’Algeria fino al 1962, come pezzo di Paese)
Le figure più importanti in questo senso sono Fanfani, segretario DC e presidente del Consiglio e ministro
degli esteri, Moro, La Pira, Gronchi, uomini ex-dossettiani, che or anon rinnegano l’occidente, e che
vogliono fare un ponte tra Nord e Sud, tra Oriente ed Occidente, e queste figure hanno anche un braccio
esecutivo, l’ENI di Mattei

Nel 1953 nasce l’ENI su iniziativa di Mattei, che ritiene che non si debba smantellare le vecchie aziende di
Stato nate sotto il facciamo, come AGIP, che aveva appunto come missione quella di ricercare il petrolio,
dando all’Italia energia per l’industrializzazione, negli anni ’50 la spaventosa industrializzazione italiana
richiede energia, che l’Italia non ha di suo—> l’intuizione di Mattei è proprio quella di capire che anche
senza avere risorse proprie si può ugualmente stare sul mercato del petrolio dove all’epoca dominava
l’oligopolio della 7 Sorelle

Mattei, quale presidente ENI dal 1953, lancia tali iniziative audaci in campo internazionale con l’idea di
rompere l’oligopolio al fine di inserire l’ENI all’intento del mercato mondiale del petrolio e lo fa con una
serie di accordi, incidendo anche sulla politica interna e sulla economia Italia—> idea delle australe, dello
sviluppo dell’automobile ecc sono tutte idee ENI, che non è più solo un’azienda petrolifera, ma che punta a
controllare anche la chimica e la parte meccanica, acquisendo per esempio la nuova Avignone—> diventa
quindi una sorta di Holding, o di piovra che assorbe pezzi dell’industria italiana e con sii fa politica estera,
facendo accordi con gli Stati produttori più vantaggiosi rispetto a quelli proposti dalle 7 Sorelle

Il più importante è nel 1957 con l’Iran dello Sciò, su richiesta del governo iraniano, che non sopporta più le 7
sorelle e quindi è più disposto a fare affari con l’ENI—> l’Iran propine la formula che sarà poi definita
« formula Mattei » (75% al Paese produttore e 25% alla compagnia)

Tali operazioni naturalmente hanno dei facilitatori, ovvero dei mediatori, i quali spesso sono parte dei
governi di questi Paesi produttori di petrolio (nel fascicolo di tali accordo compaiono i cd cash bonus—>
compensi per intermediazione, che venivano messi a bilancio dell’ENI, ovvero di un’azienda pubblica, che
vengono dati ad alcuni personaggi contigui al governo iraniano e versati in conti svizzeri, e he nel bilancio
dell’ENI configurano come consulenza tecnica)

Ecco perché si pensa che nell’ottobre 1962 Mattei venga ucciso, o dalle 7 sorelle o da qualche italiano
contrario allo strapotere dell’ENI

Certamente, si può riflettere che Mattei ha molti meriti, ma egli è nomina da De Gasperi nel 1953 e poi crea
un impero economico con i soldi del contribuente di cui lui è al comando e con tale impero economico
domina la vita politica, finanziando le correnti interne della DC e finanziando i partiti politici che si
affiancheranno al governo, farà il proprio quotidiano, finanzierà la pubblicità ed i film, e interverrà in tute le
vertenze sindacali—> insomma diventa un contro-potere della Stato e quindi una minaccia alla Democrazia
—> grande macchina del Consenso, non eletta dais cittadini ma nominata dal Presidente del Consiglio

03.12
BUCO

06.12

Abbiamo ricordato come la scelta aAtlantica fu una scelta discussa all’interno della DC e tali forze, in
disaccordo con De Gasperi, emergono a partire dal ’58 Enel ’63 come Centro-sinistra democristiana, che
conducono una politica estera di un’Italia diversa, reinserita nel sistema internazionale—> nasce il cd
NeoAtlantismo—> politica estera autonoma che corrisponde alle nuove esigenze do un Italia come potenza
economica, pur rimanendo nel blocco occidentale

All’interno di questa nuova politica, l’Italia si pone con un nuovo approccio sia verso il mondo Africano sia
verso il mondo Arabo—> evolve una politica di cooperazione internazionale

Quindi, abbiamo detto di come l’Italia s inserisca nel dibattito sul Medio-Oriente

1956—> Crisi di Suez—> posizione di condanna dell’attacco anglo-francese in accordo con gli israeliani

1967—> Risoluzione 242 (ambigua)—> l’Italia trova una perfetta corrispondeza nella risoluzione perché ci
sono due linee anche nel governo italiano—> Nenni (filo-israeliano) e Fanfani (filo-arabo)

Successivamente, abbiamo parlato del problema Sud Tirolese, in cui il negoziato arriva fino al 1969—>
Accordi di Copenaghen—> si chiude decidendo che si aspetta che l’Italia si conformi agli obblighi De
Gasperi-Gruber, trovando 139 clausole da rispettare

Anni 60 e anni 70 sono accompagnati dal difficile rapporto con la Jugoslavia


Accordi 1954—> Memorandum di Londra sarebbe dovuto essere un accordo provvisorio, che aveva
semplicemente posto il cambio di amministrazione sulla Zona A
Quindi la linea Morgan era pur sempre una linea provvisoria e dunque anche dopo il 1954 rimane il
problema di un confine mobile /instabile

Questione importante a livello interno, come per quella alto-atesina, perché mobilita l’opinione pubblica e i
partiti politici

Dopo il 1954, innanzitutto, bisogna ricordare che la Jugoslavia, tr il 1955 e il 1956, avvia un riavvicinamento
con l’URSS—> nel 1948 rompe con l’URSS e si riconcilia con l’URSS di Kruscev nel 1956—> URSS che
punta alle Vie Nazionali al Socialismo—> visione lanciata nel XX congresso del PCUS—> si dice ai partiti
comunisti minori che non c’è bisogno di ricalcare il modello sovietico per arrivare al potere, quindi
attraverso una rivoluzione, ma che ci si può arrivare attraverso una via autonoma e nazionale, adatta al
contesto locale

Politica dinamica di un URSS che ha superato il gap atomico con gli USA (che on significa solo avere
l’atomica, ma anche la capacità di lancio, ottenuto solo nel 1957 dai sovietici, nonostante essere in possesso
dell’atomica dal 1949)—> ciò gli permette di fare una politica molto più dinamica ed assertiva
Ci si piò quindi riconciliare con Tito, accusato da Stalin di non essersi conformato all’ortodossia comunista
—> si avvia quindi la riconciliazione

Tito comunque rimarrà legato all’Occidente, nonostante riprenderà la cooperazione con l’URSS

Tale cooperazione comporta il timore albanese, guidata da una dittatura comunista di Ember Ora,
affermatosi nel 1945—> gli albanesi ritengono che la copertura che Tito ha dall’URSS possa aumentare le
ambizioni di Belgrado di interferire nella politica albanese

Quindi, la reazione è la rottura tra Albania e l’URSS—> quando la Jugoslavia aveva cattivi rapporti con
l’URSS, l’Albania era fedelissima all’URSS, ma quando l’URSS si riconcilia con la Jugoslavia, l’Albania
rompe con l’URSS

Rompendo con l’URSS, l’Albania, alla ricerca di un appoggio internazionale, si rivolgono ad un altro
gigante, e lo trovano nella Cina:
1961—> Albania espelle i sottomarini sovietici che sono di stanza a Valona—> atto ostile—> c’erano due
sottomarini a carica atomica, più una nave d’appoggio a Valona
Ottobre 1961—> XXII congresso—> Si apre la controversia Sino-Russa, e uno degli oggetti di scissione è
l’Albania—> lo scontro di interessi nazionali viene mascherato dallo scontro ideologico—> l’URSS accusa
l’Albania di essere revisionista, mentre la Cina la difende

Ciò è utile per capire che la Cina fa già una politica europea, essendo nel Mediterraneo, sostenendo l’Albania

Ma la rottura tra URSS e Albania viene vista con favore anche dall’Italia—> la soddisfazione è in un primo
momento, nel 1961, la partenza dei sottomarini a carica atomica dalle coste italiane ed iniziano quindi a
corteggiare l’Albania

Quindi, si avvia un tentativo di avvicinamento, soprattuto perché con i passare degli anni, gli italiani temono
che l’Albania possa ospitare missili cinesi ()infatti l’Albania rimarrà legatissima ai cinesi fino almeno al
1975)

La Cina finanziò i movimenti di liberazione nazionale nel Mediterraneo, soprattutto quello Algerino e quello
Egiziano, fin da prima, quindi la Cina, nonostante ePaese in via di sviluppo, sviluppa la sua presenza nel
Mediterraneo, in funzione anti-occidentale e anti-sovietica
La Cina attua una politica di contenimento della presenza sovietica in Europa e nel Mediterraneo,
esattamente come quella americana, appoggiandosi alla base di Valona (dal 1069 infatti Cina e URSS
arrivano allo scontro)

Il caso della Jugoslavia ripropone le dinamiche post 1° GM ovvero lo scontro tra le nazioni

La disputa tra croati, serbi e sloveni non si è placata e riprende vigore negli anni ’60—> il 1968 in
Jugoslavia rappresenta l’avvio di un movimento che poi verrà chiamato la primavera corata, che culminerà
nel 1971 con il venir fuori dei contenziosi nazionali—> si inizia con croati e sloveni e si finisce con gli
albanesi del Kossovo—> nascono manifestazioni che richiedono maggior autonomia, economica e nazionale
(es. lingua)

La polemica comporterà un momento di destabilizzazione della Jugoslavia, visto che le manifestazioni sono
frutto dei partiti comunisti locali, quindi il partito comunista locale si divide secondo nazioni—> situazione
difficile per Tito

In questo stesso anno, 1968, i Paesi dell’Europa Orientale possono contattare che l’URSS, nonostante le
apertura ala vita nazionale al socialismo, nei confronti di questi Paesi non ha mutato effettivamente politica
visto che nel 1968 si apre la primavera di Praga, e i sovietici nell’agosto 1968 occupano la Cecoslovacchia,
reprimendo la ricerca di un comunismo con un volto umano—> nasce la Dottrina Brezhnev—> laddove le
conquiste dei lavorati siano minacciate da altre proposte politiche, vanno represse, anche a livello mistiare,
perché è una cos ache riguarda tutti i Paesi comunisti—> limitazione della sovranità nazionale—> Dottrina
che secondo i Cinesi è da condannare perché intacca la sovranità nazionale (dottrina Brezhnev uguale a tutte
le teorie occidentali post guerra fredda—> dottrine che intaccano la sovranità nazionale a livello giuridico)—
> ciò ingenera grande paura per Tito, che ritiene che forse lo stesso metodo di ingerenza e di intervento
militare, i sovietici protesero utilizzarlo per la Jugoslavia, Paese instabile, magari chiamati in causa dai
comunisti sloveni o croati

Quindi, 1968, Tito teme l’URSS e la dottrina Brezhnev, ed ecco che dal ’68 si rafforza di nuovo un dialogo
con l’Italia, con la richiesta di Tito, fatta nel settembre 1968, che gli italiani permettano alla Jugoslavia di
spostare le truppe al confine orientale, prendendo l’impegno a non aggredire la Jugoslavia—> 2 ottobre 1968
—> il ministro Medici si imponga a non far nulla che possa nuocere la Jugoslavia

Chiaramente la posizione di Tito è interessante per l’Italia, perché invece di avere le truce del Patto di
Varsavia ai confini con l’Italia, esse sono più in là

Inoltre, 1971, la Jugoslavia chiede all’Italia una cooperazione militare difensiva, ma gli italiani dicono di no ,
avendo paura che se effettivamente le ipotesi di Tito si concretizzassero, ovvero se l’URSS entra a Belgrado,
l’Italia non vuole essere trascinata in una guerra

Tali due passaggi sono interessanti per capire come lentamente si spiani la strada anche al negoziato per la
soluzione della questione di Trieste—> la strada è tracciata da Moro, Colombo e Tito, con l’idea di chiudere
tale questione, essendo passati quasi 30 anni dalla guerra

Si presenta all’opinione pubblica il fatto che l’Italia non ha la sovranità sulla zona A, ma solo
l’amministrazione, e si approfitta del clima favorevole con il PCI, per chiudere il contenzioso con Belgrado

In politica internazionale, la collaborazione DC-PCI, si apre quindi alla Jugoslavia

!0 novembre 1975—> Trattato di Osimo, con il quale finalmente il confine orientale viene riconosciuto da
entrambi e giuridicamente l’Italia ottiene la sovranità sulla zona A, ovvero su Trieste

Con il 1975 quindi si risolve il problema del confine con la Jugoslavia e si avvia una stagione di
cooperazione con la Jugoslavia, in cui nascere l’AlpeAdria, che nasce nel 1968, e che raggruppa regioni
(Veneto, Sloveni, Croazia…)—> nasce una cooperazione regionale

Il Trattato di Osimo è negoziato nella stagione della Grande Distensione, e della Conferenza di Helsinki di
agosto 1975, con i suoi 3 cesti, ovvero stabilizzazione dei confini a livello europeo, cooperazione economica
e diritti umani (oltre alla limitazione degli armamenti nucleari)

Insomma, il trattato di Osimo è parte del processo della Distensione tra i blocchi e quindi è accompagnato da
questa politica della grandi potenze

Infine, bisogna guarda il Mediterraneo, dove dal 1972-73 si riapre la questione palestinese

Guerra del Kippuir—> ottobre 1973—> per la prima volta ideassi produttori del petrolio utilizzano il
petrolio come arma potlica—> i Paesi OPEC aumentano il prezzo del greggio di 4 volte in poche settimane,
effettuano tagli sulla produzione e tutto il necessario per aumentare il prezzo con lo scopo di boicottare
l’Occidente che ritengono troppo colluso con Israele

I limiti di tale politica è che USA e URSS il petrolio ce l’avevano comunque, mentre l’arma del petrolio
colpisce in particolare l’Europa, e l’Italia—> la politica estera italiana, come quella francese, devia da quella
posizione di equidistanza che aveva assunto nel 1967 e prende un indirizzo molto più filo-arabo, certo mai
rinnegando l’esistenza di Israele

Simbolo della nuova posizione presa con Moro è la dichiarazione dell’Ottobre 1973 e la posizione del
comitato politico della CEE nel novembre 1973 riunito a Bruxelles e che firmerà un documento che giudica
inammissibile le posizioni territoriali ottenute con la forza e chiede l’applicazione integrale della
Rivoluzione 242m del 1967, ovvero che Israele si conformi a quanto stabilito nella Risoluzione ius versione
francese, ovvero che evacui TUTTI i territori occupati
Inoltre, c’è anche una condanna degli insediamenti israeliani—> svolta filo-araba dell’Europa occidentale e
anche l’Italia, nel gennaio 1974, senza mettere in discussione il diritto di esistenza di Israele, appoggia il
diritto dei Palestinesi ad avere una casa e nell’ottobre 1974 Moro accoglie una rappresentante di Arafat (capo
dell’OLP, nata nel 1964)

Siamo nel 1972-73, e questo è anche il momento in cui si parla del Lodo Moro, ovvero l’accordo che l’Italia
fa con l’OLP o con altre organizzazioni palestinesi per evitare che in Italia queste organizzazioni compiano
attentati—> in cambio l’Italia da l’impunità rispetto alla preparazione di attentati sul suolo italiano contro
obiettivi al di fuori dell’Italia

Su ciò ci sono diversi studi e indagini della magistratura—> da alcuni documenti sappiamo che nel 1973 ad
Ostia vengono fermati ed arrestati alcuni palestinesi con armi che chiaramente facevano pensare
all’organizzazione do un attentato—> vergano processati e condannati e sembra che i contatti dei. Servizi
segreti con alcuni corrispondenti arcai e con la Libia Gheddafi hanno come risultato l’inizio di questa
trattativa, ovvero i palestinesi chiedono la liberazione di questi rei condannati, in cambio di questa promessa
di non svolgere attentati in Italia—> ovviamente, non ci sono accordi scritti, quindi non sappiamo quanto
duri il Lodo, e tale episodio è del 1973

Nel dicembre 1973 c’è un altro attentato a Fiumicino molto grave, sempre organizzato da palestinesi, e
quindi non si capisce come si inserisce l’accordo e perché sia stato fatto

Tutto ciò ovviamente rende difficile capire come siano andate le cose, ma sicuramente dal 2973 al 1982 in
Italia non ci sono stati già attentati—> eppure anche oggi ci si chiede perché l’ISIS non abbia mai colpito
l’Italia

Comunque, l’idea del Lodo Moro è anche accennata nelle lettere di Moro a politici italiani durante la
prigionia—> scrive una serie di lettere, ed. In un paio di esse, 28 aprile 1978, fa riferimento a tale trattativa
con i palestinesi, compiendo un’analogia (=« visto che lo Stato ha trattato con i palestinesi, perché non tratta
con le BR? »)

Inoltre, un quotidiano Frances Enel 2019 riporta un’intervista a Bonnet, ex capo dei servizi francesi, il quale
dice che i francesi facevano gli accordi con le organizzazioni terroristiche anche palestinesi per evitare che
esse facessero attentati in Francia—> si potevano organizzare attentati, ma non in Francia
Ciò apre una grand riflessione sul comportamento dei Paesi Europei

Comunque, sul Lodo Moro rimangono molti dubbi

Comunque, fino al 1982, in Italia non ci sono attentati, e nel 1982 c’è l’attentato alla sinagoga di Roma, il
quale comporta un grosso ripensamento da parte delle forze politiche, in particolare del PCI, circa la
posizione filo-palestinese tenuta fino ad allora

Nel dicembre 1985 ci saranno poi altri attentati, che riguardano però il caso libico

Inoltre, sul finire degli anni ’70, la posizione dell’Italia e dei Paesi della CEE compie un altro salto in
direzione filo-palestinese dovuto al secondo shock petrolifero, avvenuta one l1979, quando in Iran arriva
Komehini e l’instaurazione della repubblica Islamica che da subito si pone in conflitto con Occidente e USA
—> q979 secondo shock petrolifero che spegni era CEE a marcire ancor adi più l’accento filo-palestinese

13 giugno 1980—> Dichiarazione di Venezia del coniglio dei ministri della cEE che afferma il principio
dell’autodeterminazione nazionale dei palestinesi e sostiene che i negoziati di pace vadano perseguita
attraverso anche la partecipazione dell’OLP

In quegli anni, 1978, c’è la pace tra Egitto e Israele (fine 1978 accordi di Camp David, e 1979 trattato di
pace tra Israele e Egitto, con cui per la prima volta un Paese arabo riconosce Israele in cambio del ritiro
israeliano dal Sinai occupato nel 1967)—> Sadat magherà con la vita l’atto
I Paesi Occidentali vogliono far accettare ai Paesi Arabi il diritto di Israele ad esistere—> si tratta di mediare

Il Medio-Oriente diventa semper più tormentato, visto che per effetto della nascita della Repubblica Islamica
si avvia la guerra tra Iran ed Iraq dal 1980 al 1988 per il confine dello Shatt El Arab, e in tale periodo l’Iraq
di Saddam Hussein viene premiato dall’Occidente per questo sforzo di contenimento dell’Iran, venendo
finanziato e rifornito di armi (gli USA addirittura riconoscono l’Iraq nel 1984)

1990—> Hussein invade il Kuwait forte dell’appoggio che sente dall’Occidente—> si sbaglierà

Inoltre, gli anni ’80 vedono come protagonista Andreotti, ministro degli esteri dall’agosto 1983 al 1989,
anno in cui diventa Presidente del Consiglio, fino al 1992

L’Italia degli anni ’80 si confronta con la ripresa dello scontro tra le due grandi potenze, dopo l’apice della
distensione di Helsinki—> anni di rinnovata Guerra Fredda

In tale confronto tra USA e URSS; l’Italia ha la sfida della richiesta da parte dei Paesi Europei rispetto al
riarmo atomico dell’URSS con missili di medio raggio, ovvero i cd SS-20, schierati a partire dalla metà degli
anni ’70 e che riportando l’Europa Occidentale nell’insicurezza e che la spingono a pressare gli Usa affinché
si schierino i missili Cruise e Pershing, i cd Euromissili, deciso e presa con la doppia risoluzione della
Guadalupa del 1979 (con una si decide di trattare ope altri tre anni con l’URSS affinché smantellasse gli SS-
2o e con l’altra si decideva che s era trattativa fosse fallita, la NATO avrebbe installato gli Euromissili)

In Italia verranno schierati a Comiso tali missili a medio-raggio

Craxi, presidente del consiglio, si impegna a convincere l’opinione pubblica della bontà di schierare gli
euromissili, davanti ad una grande opposizione, e alla fine la spunta il governo, e nel 1983 verranno schierati
(e smantellati nel 1987)

09.12

Abbiamo parlato del 1979, quando l’Italia prende l’impegno ad installare gli Euromissili, realizzato a partire
dal 1983, con governo pentapartito guidato da Craxi e Andreotti agli Esteri, che sostengono tale battaglia a
livello interno per l’installazione dei missili a Comiso

Il PCI e organizzazioni di tipo pacifista si oppongono all’installazione e ciò comporta una polemica interna
molto accesa, così come nella RFT, dove l’SPD si oppone

Nonostante le opposizioni interne, i missili vengono installati e l’installazione degli Euromissili è


considerato uno dei fattori del perché la Guerra Fredda finisce—> infatti, il riarmo atomico della NATO
rivela la debolezza dell’URSS; spingendola alla trattativa, che si avvierà con Gorbachev, che va al potere nel
1985, e che avvia la riforma delle istituzioni sovietiche, con parole d’ordine Glasnost e Perestroika

Gorbachev è l’epigono di un pensiero di sinistra che si sviluppa in europa nel tentativo di coniugare il
sistema Socialista, che già si era costruito in Europa orientale, con i diritti umani, le libertà individuali e la
Democrazia, che avevano fatto irruzione nel sistema internazionale con l’ONU e soprattutto con l’atto finale
di Helsinki ed il suo 3° cesto

Il tentativo di coniugare diritti e libertà con il sistema socialista impegnerà Gorbachev dal 1985, insieme alla
ristrutturazione del sistema economico sovietico, visto che esso da tempo manifesta crepe, come
stagnazione, mancato sviluppo—> sfida enorme ed inedita
Per fare la ristrutturazione interna, adotta una distensione con l’Occidente, per disimpegnare l’URSS dal
teatro globale al fine di trovare le risorse necessarie per fare la riforma del sistema interno

In queste condizioni infatti, non può sostenere una corsa al riarmo, che d’altra parte gli USA tentano di
imporre con Reagan e con la proposta dello Scudo Spaziale, sistema che disobbedirebbe la teoria della
MAD, mutua distruzione assicurata

L’installazione degli Euromissili sarà il primo dei punti negoziali che Gorbachev affronterà con
l’amministrazione americana—> 8 dicembre 1987, per la prima volta USA e URSS decidono la distruzione
di un’intera categoria di armi—> ma già con il 1987 la politica di Gorbachev manifesta debolezze, a livello
economico, dove le riforme non riescono a far decollare l’economia, e l’introduzione di concetti come libertà
e diritti, portano all’emergenza dei movimenti nazionali, legati alla libertà

In tutta l’Europa Orientale si chiede il distacco dal modello sovietico e anche all’interno dell’URSS stessa si
avviano le proteste per giungere all’indipendenza, come in Lituania, Lettonia, Estonia ed altri, che aspirano
all’indipendenza

Insomma, la situazione sfugge di mano a Gorbachev fino a condurlo nel novembre 1989 di fatto a legittimare
il processo di unificazione tedesca—> crolla il muro di Berlino, anche per il consenso che la leadership
sovietica dà al fenomeno e si pone a partire dal novembre 1989 il problema dei problemi in Europa (come
nel 1815, 1870, 1919 e 1945)—> la riunificazione della Germania

L’Italia non ha certamente un ruolo come lo hanno i 4 grandi vincitori della 2° GM, che hanno trattenuto la
competenza della riunificazione dal 1945

Tra i 4, quelli che hanno le maggiori responsabilità sono sovietici ed americani, tuttavia l’Italia condivide
con i Paesi Europei le incertezze circa la riunificazione della Germania

In Europa, nessuno è contento di assistere alla riunificazione—> Tatcher, conservatrice, Mitterrand ecc..

I Francesi si aggregano alla vecchia idea statunitense per risolvere la riunificazione—> idea di riunificare la
Germania ponendola all’interno di due gabbie, come già pensato nel 1945, nelle quali la RFT già si trovava,
ovvero la NATO e l’UE

Dunque nel 1989, l’idea viene riprema e realizzata con il concorso della Francia—> Mitterrand accetta,
anche se non troppo contento, sapendo di non poter impedire la riunificazione

Contrariamente a quello che proponeva Gorbachev, ovvero che la Germania si riunificasse, ma neutralizzata,
oppure che si riunificasse entrando a far parte sia del Patto di Varsavia sia nella NATO

Vinse alla fine l’idea americana, con la quale i francesi furono d’accordo

Si pone una gabbia che controlli il riarmo tedesco e che la riunificazione acceleri il processo di integrazione
europea, il quale aveva sempre segnato i passo

Infatti, la vera svolta che diede a tutti noi l’illusione che l’Unità dell’Europa fosse vicina avviene tra il 1989
e il 1992, per effetto della questione tedesca, esattamente come i primi passi l’Europa li fece intorno alla
questione tedesca—> la pressione è talmente forte, ovvero il fatto che la riunificazione avvenga all’interno di
un quadro europeo, Mitterrand, con il consenso italiano, propone l’unificazione monetaria—> introduzione
dell’Euro, che serve a strappare ciò che i tedeschi hanno di più caro nel 1989, ovvero la sovranità monetaria,
ed il Marko, che era la moneta dominante in Europa in tempi pre-Euro—> ovunque si andava in Europa
orientale o balcanica, si ci si portava dietro i Marki

Febbraio 1992—> Trattato di Maastricht in cambio della riunificazione—> infatti Kohl accoglie la scelta
dell’unificazione europea, come assicurazione del futuro della Germania

L’Europa nasce dunque dal problema tedesco e si unifica per stringere dentro una gabbia la Germania
Quindi, gli italiani appoggiano la riunificazione della Germania, secondo lo schema tradotto in concreto
dalla fRancia

Gli inglesi ovviamente non sono troppo d’accordo—> la riunificazione della Germania in Europa è una delle
radici della Brexit, ovvero la volontà di non sottomettersi alla strapotenza tedesca

Comunque, per la Germania, fino al 1992, l’integrazione europea è una condizione che pongono gli altri, a
cui ovviamente Kohl aderisce, ma scelgono gli altri

Dopo l’unificazione, per i tedeschi l’integrazione europea sarà una scelta, non più una scelta quasi obbligata,
come sarà fino al 1992

Inoltre, il principio su cui si basa la riunificazione tedesca è il principio di nazionalità—> fenomeno


identitario

Stesso principio per il quale Bismark si riunisca nel 1870, cambiando la storia d’Europa

La Germania è il primo caso in Europa dove si punta di nuovo a trasformare la carta politica europea sulla
base del principio nazionale—> infatti cambia il confine sull’Elba in Europa, ovvero quei confini che
dovevano essere immutabili e si apre una sorta di vaso di Pandora, dove si assiste nei prossimi 20-25 anni
alla nascita di altri 15 Stati nazionali, alla faccia di chi dal 1945 aveva immaginato che lo Stato nazionale
fosse in declino, come Spinelli

I fenomeni identitari continuano a segnare la storia dell’Europa—> Maastricht è l’apice della costruzione
europea, e dopo Maastricht si fa qualcosa, ma dopo Maastricht l’organo che ha più peso tra i vari organi UE
è il Consiglio Europeo, non il Parlamento—> addirittura adesso il Consiglio è all’apice della struttura, ed
esso non è nient’altro che i rappresentanti degli Stati Nazionali

L’Italia quindi consapevolmente punta all’integrazione europea, per far possibilmente smussare più possible
le asperità delle questioni nazionali, stendando in un futuro migliore per l’Europa

L’Italia coltiva anche la speranza che questo trattato di Maastricht, con i suoi parametri, fungesse da vincolo
esterno, ovvero un vincolo per le politiche di debito pubblico italiano, che scoppia negli anni ’70, esplode
negli anni ’80, senza possibilità che il sistema politico riesca a frenarlo

Guido Carli, Ministro del Tesoro dell’epoca, spera e convince Andreotti che tale vincolo dall’esterno, possa
imporre al sistema politico italiano indisciplinato e spendaccione, dei vincoli, che altrimenti non si sanno
dare

Non si immaginava che tutto ciò si sarebbe ritorto tutto contro—> il vincolo esterno l’ha voluto l’Italia,
come strumento di disciplina di un sistema politico irresponsabile

Proprio nel periodo in cui si negozia il trattato id Maastricht, risorge la questione del Sud Tirolo, perché il 17
luglio 1989 l’Austria aveva presentato domanda di adesione alla Comunità Europea, e la Commissione dette
parere positivo nell’agosto 1991 (in pieno negoziato di Maastricht) e quindi, in questo periodo, i Sud Tirolesi
continuarono a chiedere il completamento del pacchetto del 1969 (137 provvedimenti) e chiesero anche
l’ancoraggio internazionale—> rispunta fuori la richiesta Sud Tirolese che le norme a garanzie di una
comunità nazionale avessero una garanzia internazionale

Davanti a tali richieste che venivano da Bolzano, il governo Andreotti e De Michelis cedette, accettando di
trovare tra ancoraggio nella convinzione che si andava verso l’Unità dell’Europa e che era necessario
guardare a tali questioni nazionali n mod diverso rispetto ai decenni precedenti anche perché tanto si sperava
nell’UE —> cambiamento di politica italiana—> prima non c’era mai stato l’ancoraggio austriaco o
internazionale, e la questione era prettamente nazionale, mentre l’ancoraggio, realizzato attraverso l’invio di
una nota al governo di Vienna, con la quale si trasmettevano i teti delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente
del Consiglio italiano al Parlamento il 30 gennaio 1992, nelle quali figura l’elenco di tutti i provvedimenti
attuati dal 1969 e chiedendo all’Austria di visionare e dire che ne pensavano

Gli austriaci studiano il pacchetto, lo portano in Parlamento, e nel giugno 1992, in una seduta trasmetta in
TV, vota su queste norme e le approva con l’82% dei voti a favore e autorizza il governo a rilasciare la cd
Quietanza Liberatoria, ovvero una nota con cui il governo austriaco riconosce che l’Italia ha finalmente
realizzato tutte le Nore del pacchetto e quindi risolto il contenzioso nazionale della minoranza Sud Tiro, che
discendeva dagli accordi De Gasperi-Gruber del 1946—> i maligni dal 1992 in poi dissero che fu un errore,
perché l’internazionalizzazione della questione sud tirolese, trascinando in mezzo il mondo tedesco, fu un
errore

I Tedeschi mettono in moto una macchina, con la loro riunificazione, che devasta l’Europa, soprattutto
quella Orientale—> mette in moto la nascita di Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Estonia, Lettonia,
Lituani, Ucraina, Bielorussia, che nascono sul principio di uti possidetis—> si staccano gli Stati che prima
appartenevano ad agglomerati più grandi, sulla base dei confini pre-esistenti—> e qui nascono tutti i
problemi, in primis quello ucraino—> l’Ucraina mantiene i confini uguali a quelli che aveva dentro l’URSS

Tutta l’Europa viene rifatta sul principio di nazionalità dalla riunificazione tedesca in poi, ma ad esempio in
Ucraina no e per questo la Russia protesta tanto

Anche la Jugoslavia va in pezzi sulla base dell’uti possidetis, e quindi i nuovi Paesi pretendono di staccarsi
mantenendo i confini di prima, senza considerare che dentro quei confini non ci sono solo Croati o Sloveni,
ma anche Serbi ad esempio

Quando i Croati dichiarano l’indipendenza, anche i Serbi vogliono essere indipendenti dalla Croazia, così
come per la Bosnia—> ecco perché scoppia la guerra, soprattutto in Bosnia, dove tracciare i confini era
all’epoca molto difficile

Dicembre 1991—> finisce l’URSS

L’Italia, rispetto a quello che accade, assume la stessa posizione rispetto alla dissoluzione dell’URSS—>
hanno paura che la dissoluzione scateni guerre e che l’applicazione dei principi di autodeterminazione
nazionale e uti possidetis insieme, in modo contraddittorio, crei il panico in Europa—> ecco perché si vuole
frenare e supervisionare, ex-comunità internazionale, il processo

La posizione italiana è però una posizione di minoranza, perché in Europa molti fintano alla dissoluzione
della Jugoslavia—> quando Croatia e Slovenia si dichiarano indipendenti, gli italiani non vogliono
legittimare subito i movimenti, ma altri invece lo vogliono fare subito, in primis la Germania

I tedeschi rompono la solidarietà europea, e riconosco per primi Croazia e Slovenia, seguiti subito dopo dalla
Santa Sede, che riceve le pressioni dal loro cattolico croato

Ecco, gli italiani si trovano spiazzati e alla fine, non potendo impedire il riconoscimento id Croazia e
Slovenia, l’Italia segue per una serie di motivi (si constata che la Jugoslavia p impossibile da conservare,
visto che la guerra è già andata avanti, in più l’Italia tiene conto della sAnta Sede, e poi la classe dirigente
del nord-est che spingono per il riconoscimento per ragioni di espansione economica; infine, per non
rompere il fronte comunitario europeo—> si vuole procedere tutti insieme perché, come scrive De Michelis,
in caso contrario, « si sarebbe scatenata sui Balcani una competizione distruttiva tra Italia e Germania »)

Inoltre, l’Italia è investita da Mani pulite in questo periodo, quindi molto debole e non in grado di gestire la
questione Jugoslavia—> la gestione della crisi jugoslava è affidata a francesi, americani, russi, inglesi e
tedeschi—> l’Italia rimane fuori per gestire la faticosa crisi interna del 1992-1994 —> ristrutturazione dl
sistema politico

Inoltre, in questo periodo, l’Italia si è confrontata per la prima volta con i fenomeno di immigrazione di
massa, sconosciuto fino ad allora
Schengen cambia tutto—> l’Italia non entra subito in Schengen perché non ce la vogliono i francesi, visto
che già all’epoca c’era il problema di molti immigrati in Italia

É li che nasce tutto ciò a cui assistiamo oggi—> infatti, l’Italia, con legge Martelli, regola i flussi migratori
per essere accettata a Schengen

La prima migrazione è quella Albanese—> un Paese isolato e sottosviluppato dopo che la Cina l’abbandona,
dal 1991-92 entra in un’agonia, visto che lo Stato si scioglie sotto la pressione popolare, visto che la classe
dirigente è incapace di aiutare la popolazione—> marzo-agosto 1991—> una masa di profughi albanesi
giunge in Italia

« Nessun Paese ha offerto disponibilità ad accoglimenti di quote albanesi giunti ad agosto, solo l’Italia,
malgrado gli appelli lanciati, ha risposto all’appello, offendo quel sostengo economico e quell’iniezione di
fiducia necessaria ad un popolo per tornare in patria »

Subito dopo, il governo italiano avviò l’operazione Pellicano—> 1991-94 per 4 anni un contingente di
truppe italiane, disarmate, 800 uomini, sono di stanza in Albania per distribuire tutto ciò di cui a popolazione
ha bisogno, a carico del contribuente italiano—> operazione che si studia a Roma con il concorso del
governo albanese, tra tante incertezze—> l’esercito, in un Paese dove il ricordo del 1939 era ancora vivo,
viene visto male, ma comunque tutto ciò avvenne pacificamente—> l’esercito ritorna, ma con un programma
di cooperazione, non per conquistare

Operano solo gli italiani per frenare tale migrazione—>evidentemente il prole atona solo l’Italia, ma non c’è
alcun aiuto da parte della comunità internazionale

In questi anni, matura anche la questione del Kossovo

Nel 1997 l’Albania ripiomba in una grand crisi—> guerra civile—> l’Italia mette in piedi l’operazione Alba
per frenare il tutto, convincendo parte della comunità internazionale

In questi anni, maturano le condizioni per la guerra in Kossovo, pezzo dell’Albania—> quando nel 1997, a
seguito della guerra civile, le caserme vengono depredate di tutte le armi (anarchia), si risolleva la questione
nazionale Kossovara
Nasce l’esercito di liberazione nazionale del Kossovo

Dal 1997-98 si scatena la guerriglia in Kossovo e si rimette in discussione l’unità della Serbia, che era
sopravvissuta a Dayton nel novembre 1995, ovvero alla dissoluzione della Jugoslavia—> accordi che creano
la Bosnia-Erzegovina, mostro costituzionale, avendo due nazioni in un Paese

Con Dayton si decide di espellere i vari cittadini non della nazione in questione, non riuscendo a trovare altre
soluzioni—> in Croazia i Sebi vengono cacciati in Serbia ecc..—> pulizia etnica

Rimane però in Serbia il Kossovo, nonostante la sconfitta, e la questione Kossovara dipende forza
dall’anarchia albanese—> è la questione nazionale albanese che scatena la questione kossovara

1991, la questione kossovara non è ancora fondamentale e sta esplodendo la questione jugoslava, eppure
l’allora primo mistico albanese viene a Roma per parlare con Cossiga e dice « ci sono 3 opzioni per gli
albanesi del Kossovo: se la Jugoslavia diviene una federazione, il Kossovo deve divenire una repubblica
autonoma; se la Federazione Jugoslavia sopravvive, il Kossovo deve avere una sua repubblica; se la
Jugoslavia si dissolve, il Kossovo deve far parte dell’Albania »

Gli italiani ovviamente non sono d’accordo e vogliono attenuare gli attriti—> divergenza tra Albania e
l’Italia—> nonostante l’amicizia, gli albanesi guardano ad altri per la liberazione del Kossovo, ovvero gli
USA
Febbraio-Marzo 1999—> quando esplode la crisi del Kossovo con attentati di dubbia origine, e i kossovari
aumentano le loro rivendicazioni, chi agisce per risolvere la questione sono americani, russi, inglese,
francesi, tedeschi e pure italiani questa volta

Marzo 1999—> I negoziati avvengono nel castello di Rambouillet in Francia, e i rappresentati del Kossovo
chiedono l’indipendenza, con il consenso americano—> i Serbi non firmano l’accordo ovviamente e per
rappresaglia del mancato accordo, visto che la situazione era degenerata nella violenza, la NATO bombarda
Belgrado—> nasce il concetto di Ingerenza Umanitaria

La NATO cambia il casus foederis—> 24 aprile 1999—> i casi di stato e di governo degli Stati NATO
firmano un documento di 65 articoli e lo chiamano « Alliance Strategic Concept »—> laddove c’era il casus
foederis, questi lo chiamano concetto strategico dell’alleanza—> mistificazione delle parole—> si parla
semplicemente del cambiamento del casus foederis ed infatti nei 65 articoli c’è scritto che l’alleanza bada
alla difesa degli Stati membri, ma si allarga il concetto di sicurezza, e si dà alla NATO la possibilità di
intervenire per crisi esterne ali Stati membri, che mettono in pericolo la sicurezza (crisi economiche,
finanziare, violazioni di diritti umani ecc….—> pasticcio con dentro tutto)—> si dà una base giudica ai
bombardamenti NATO che altrimenti non avrebbero avuto alcuna legittimazione—> tale documento fu
firmato da Capi di Stato e di governo, che modifica un trattato firmato dal Parlamento, senza passaggio
parlamentare

Sempre nel 2010 ci fu un altro concetto strategico—> documenti che servono a dare un senso all’alleanza

Data la legittimazione, iniziano i bombardamenti

In Italia, D’Alema, allora capo del governo, appoggia l’ingerenza umanitaria e l’intervento in Serbia

Giugno 1999—> Resa Serba

A questo punto, il Kossovo diventa una sola di protettorato internazionale, in attesa dell’indipendenza che i
Kossovari programmano nel 2008, oggi non riconosciuta da molti Paesi, anche UE—> l’Italia non vorrebbe
riconoscere l’indipendenza kossovara, per l’idea che bisogna semplicemente dialogare, ma ala fine la
riconosce per le varie pressioni internazionali

2014—> Putin, dopo aver ammesso la Crimea, pone come esempio il Kossovo, quando gli occidentali lo
criticano—> in entrambi i Paesi si è fatto i referendum, in Crimea pacificamente, dov’è il problema?

10.12
ITALIA E LIBIA ANNI ’80

Periodo complesso, e pieno di dubbi, soprattutto per quanto riguarda gli attentati
2 agosto 1980—> strage di Bologna
É stata trovata anche una pista libica, visto che nel 1969 un gruppo di ufficiali effettua un colpo di Stato,
detronizzando la Monarchia che regnava fin dal 1945 (casa Sinussita)—> gli inglesi decidono di dare
l’indipendenza alla Libia nel 1945, sia per le risorse sia per la sua posizione rilevante a livello geografico
(infatti vennero installate due basi, una inglese ed una statunitense) —> dal 1952 la Libia è collocata
nell’Occidente
Dal 1969, Gheddafi mette in discussione tale posizione nel campo Occidentale

Le prime iniziative di Gheddafi saranno la Nazionalizzazione dell’impresa estrattiva petrolifera libica, con la
richiesta di maggiori introiti alle grandi compagnie petrolifere, e l’Espulsione degli inglesi e degli americani
dalle loro basi—> dal 1969 quindi la collocazione internazionale della Libia non è chiara e questo preoccupa
molto l’Italia, in tempi di Guerra Fredda, data la vicinanza geografica

Gheddafi non è un banale dittatore, ma a livello ideale si ispira a Nasser, ovvero all’antimperialista, all’anti-
colonialismo e alla collocazione tra i Non Allineati

Gheddafi si pone come emulo di Nasser, soprattutto quando l’Egitto dopo il 1973 comincerà a slittare verso
il campo Occidentale sotto la guida di Sadat, fino a firmare gli accordi di Camp David, riconoscendo Israele

Gheddafi continuerà a ritenere Israele una impostura, e continuerà ad animerà il Fronte del Rifiuto, ovvero i
Paesi Arabi che irriducibilmente si battevano contro l’esistenza di Israele

La Libia diviene un Paese che ospita centrali terroristiche, con il compiti, secondo Gheddafi, di animare le
lotte di indipendenza Nazionale, quindi la guerriglia che sostiene Gheddafi non ha matrici religiose—>
Gheddafi è laico, benché abbia grande rispetto per l’Islamismo, avendo avuto una educazione religiosa

Gheddafi si presenta sempre come un Laico, vagamente Socialista (come Assad padre, o Saddam Hussein)—
> danno importanza alla religione, ma non sono fondamentalisti

Gheddafi sosterrà sempre che il suo obiettivo è sostenere le lotte di Decolonizzazione, solo che intende non
solo quelle in Africa o in Asia, ma anche quelle in America Latina, contro l’imperialismo USA, oppure
quelle dei movimenti separatisti in Spagna, oppure quelle dei Nord Irlandesi—> tale sostegno generale
genera delle ostilità diffuse nei confronti di Gheddafi, come lo farà il suo atteggiamento nei confronti del
mondo arabo—> Gheddafi odia Sadat, ritenendolo un traditore, e Sadat ricambia l’odio

Lo odiano i Francesi per i suoi propositi di emancipazione dell’Africa Francofona

Anche gli USA lo odieranno, visto che pista libica viene spesso fuori in quella lunga stagione di terrorismo
che si avvia negli anni ’70

Insomma, Gheddafi lancia la sua sfida al mondo e i primi a raccogliere questo guanto di sfida sono gli
Italiani, visto che in Libia ancora vivono, come eredità del colonialismo, 30/40 mila italiani

Gheddafi tuttavia nel 1970 decide di espellere tale comunità, in una giornata, 7 ottobre, che per i libici da
quel momento diverrà il « giorno della Vendetta », festa nazionale

Ogni anno, in occasione della festas, i politici libici chiedono a gran voce risarcimento per i Dani el
colonialismo

Moro, Ministro degli Esteri, ritiene che sia opportuno non spedare il filo del dialogo con la Libia e di
intavolare una trattativa, primo per le risorse energetiche (nel 1973 c’è il primo shock petrolifero che piega
l’Occidente) poi perché è fondamentale ch era Libia non si collochi nel campo dell’URSS essendo
vicinissima alla Sicilia—> ragione geopolitica e ragione energetica

Si Ibiza quindi questo rapporto difficoltoso, che porterà nel 1974 ad un primo accordo di cooperazione, nel
quale c’è un po’ di tutto—> cooperazione per l’estrazione petrolifera (ENI), per l’estrazione del gas,
tecnologica, infrastrutturale

All’inizio degli anni ’80, l’interscambio commerciale tra Italia (50 milioni di abitanti) e Libia (3 milioni di
abitanti) è la metà di quello tra Italia e USA (250 milioni di abitanti)—> la collaborazione è tale, che
all’inizio degli anni ’80, in Libia, lavorano circa 20.000 italiani
Passano altri interessi, di tipo politico, tra Italia e Libia, perché gli italiani inizieranno ad apprezzare
Gheddafi, quanto uno perché il regime conserva la stabilità in Libia

Questi italiani dunque, in qualche modo, sostengono il regime di Gheddafi, al contrario di tutti gli altri Paesi
Occidentali, GB e USA in testa, che spesso in accordo con Paesi arabi nemici di Gheddafi vogliono
assassinarlo

Sono noti alcuni episodi in cui i Servizi Italiani intervengono per bloccare tentativi di colpo di Stato per
detronizzare Gheddafi

Inoltre, ci sono episodi in cui l’Italia garantisce che in Italia, dove c’è la più grande comunità libica extra-
africana, non i sarà appoggio a forze anti-Gheddafi

Anzi, in molti casi, i Servizi e le forze dell’ordine Italiani sostennero l’attività repressiva che gruppi armati
inviati da Gheddafi in Italia facevano contro gli oppositori—> es. Carico di quotidiani che doveva arrivare d
aLondra a Fiumicino e viene intercettato dia Servizi Italiani, che comprendono che è stato stampato da
oppositori di Gheddafi e il SISMI lo dice ai politici, dicendo di impedire la diffusione dei quotidiani,
trovando un escamotage—> c’è un appunto che poneva il quesito circa il caso di instaurare una collaborare
più efficace con i Servizi libici, per frenare la propaganda anti-Gheddafi in Italia

Nella sentenza/ordinanza che il giudice Priore ha fatto su Ustica, dove in 100 pagine ha ricostruito la politica
estera italiana, risulta che nel febbraio 1980 il SISMI consegnò al rappresentante dei servizi libici in Italia un
elenco di 23 dissidenti Libici, richiesti da Gheddafi e la commissione di inchiesta che ha indagato scrive « da
quel giorno scatta in tutta Italia una campagna di eliminazione di questi dissidenti, le esecuzioni vennero
affidate a killer professionisti, assoldate dai servizi libici ed inviate in Italia »

Quindi, sicuramente ci fu una collaborazione, anche se non sappiamo tutto—> ci sono comunque evidenze
che il regime veniva protetto dall’Italia, comportandosi in modo opposto al resto dell’Occidente

Inoltre, alcuni di questi esecutori inviati da Gheddafi vengono catturati, processati, e condannati, però nel
corso del tempo arriva la richiesta da Tripoli che bisogna riconsegnarli—> dagli anni ’70 i Libici useranno
l’arma di trattenere i pescherecci siciliani a Tripoli con la scusa di spionaggio ed essi diventano materia di
scambio tra i due governi—> operazioni delicate

Questi scambi sono riusciti e quindi condannati per reati di assassinio vengono scarcerati e restituiti alla
Libia, il che significa che c’è tutto un pezzo dello Stato che collabora con Gheddafi —> diplomazia, servizi
segreti e magistratura

Naturalmente altro aspetto che viene fuori sono le vendite di armi—> i PVS chiedono all’Italia armi (ancor
oggi tra i primi dieci Paesi produttori di armi, all’epoca tra i primi cinque) e non c’è dubbio che in Libia
arrivano armi italiane e istruttori italiani

Tutto ciò sostanzia il rapporto tra Italia e Libia, riconosciuto come Paese che ospita centrali di terrorismo

Come diceva Andreotti è anche vero che i vicini non si scelgono e con quelli bisogna sforzarsi di dialogare

Quindi a partire da Moro nel 1974 (accordi cooperazione), si mantiene questo contatto con la Libia, non
priva di tensioni ovviamente

Questo rapporto si tenta in continuazione di alimentarlo di buoni propositi—> ad esempio far uscire
Gheddafi dal Fronte del Rifiuto, e si immagina di poterlo convincere attraverso dialogo e cooperazione

Certo non è facile e tra i momenti di tensione tra Italia e Libia, vi è anche quello relativo al caso di Malta—>
I MALtesi ottengono l’indipendenza dalla GB nel 1964, divengono membro del Commonwealth, ospitando
una base militare britannica, tuttavia dal 1972 il governo maltese guidato dal socialista Dom Mintoff, chiede
costantemente finanziamenti in cambio della continuazione dell’ospitalità maltese alla base militare
britannica, minacciando in caso contrario che avrebbe affittato le basi all’URSS
Insomma, tutto ciò accade dal 1979, quando scade un ultimo contrattato di affitto della base, e si teme che
Malta possa effettivamente scivolare verso l’URSS, che nello stesso periodo di tempo (1974-75) ha perso il
grande scalo militare-portuale che era l’Egitto, visto che Sadat ha scelto l’Occidente, e quindi Malta è un
ottimo avamposto

Ecco, che Malta addiviene il centro id una contesa diplomatica, tra l’Italia, che non vuole assolutamente che
Malta scivoli verso l’URSS, l’URSS e la Libia, che tenta di intromettersi nella contesa, utilizzando il petrolio
e i finanziamenti

Alla fine l’Italia la spunta grazie alla diplomazia—> 15 settembre 1980—> accordo bilaterale in base al
quale Malta prometteva la sua neutralità, impegnandosi a non ospitare sul suo suolo basi militari e a non
cedere scali portali ad altri Paesi, ed in cambio l’Italia dava moltissimi finanziamenti (60 milioni di dollari,
un credito di 15 milioni di dollari per progetti d inviluppo e 4 milioni di dollari all’anno fino al 1983)

E quando questo trattato viene vigliato in bozza, il 2 agosto 1980, è lo stesso giorno in cui salta la stazione di
Bologna, e colui che ha materialmente stipulato il protocollo, ministro del governo, Zamberletti, ricordato
per essere colui che fonda la protezione civile, scriverà un libro nel quale esporrà le sue opinioni circa il
collegamento tra la firma del protocollo alla Valletta e la bomba alla stazione di Bologna come atto di
reazione di Gheddafi contro l’Italia, che aveva fatto sfumare l’idea di Gheddafi di controllare Malta

Dicevamo poi che si cerca di convincere Gheddafi a riconoscere Israele

Eppure, la diatriba si inasprisce con l’arrivo di Reagan, uomo che incarna i valori dell’uomo medio
americano, che penna ache non si può considerare un terrorista una persona con cui dialogare, e che quindi il
terrorismo, anche politico, va trattato con operazioni di polizia, come un criminale

Gli italiani combattono il terrorismo negli anni ’60 e quindi hanno un approccio diverso, ritenendo che si
debba eliminare le cause del terrorismo —> è inutile catturare i singoli terroristi, bisogna andare alle radici
del perché viene compiuto l’atto—> ma gli USA non la pensano così, e preferiscono colpire le basi dei
terroristi (schema poi seguito con l’Afghanistan) e la Libia diviene uno di questi Paesi—> lenta escalation e
tensione nei rapporti tra USA e Libia, che erano stati segnati da una controversia che riguardava il Golfo di
Bengasi—> il governo libico sostiene che a sud della linea che racchiude il golfo, il mare è sovranità libica, e
Gheddafi chiama quella linea la linea della Morte—> chi la supera muore—> e gli USA la superano perché
contestano l’interpretazione giudica, perché ritengono che per il diritto internazionale tutto quel golfo non
possa considerarsi sovranità libica, e quindi ogni tanto la attraversano, Gheddafi invia aerei, e gli USA ne
abbattono qualcuno
Tale tensione aumenta negli anni ’80 per soffocare nella decisioneUSA; nell’aprile 1986, di compiere un atto
di guerra contro Gheddafi, motivato da alcuni fatti precedenti, cioè un’escalation di attentati

Ottobre 1985—> un gruppo di palestinesi attaccherà la Nave Achille Lauro, nave italiana in acque
internazionali, uccidendo un cittadino americano, e ne nascerà una grossa controversia, perché si instaura
una trattativa, visto che gli uomini tengono in ostaggio tutto l’equipaggio e i viaggiatori, e Craxi chiederà a
Sadat di trovare un interlocutore, e viene trovato Abu Abbas, uno dei capi della lotta palestinese, il quale
riesce a convincere, così sembra, gli attentatori a rilasciare i viaggiatori e sale egli stesso su un aereo in
direzione della Jugoslavia, ma mentre sta on volo alcuni caccia americani intercettano l’aereo e lo
costringono a scendere a Sigonella—> nasce lo scontro tra italiani che affermano che il caso spetti alla
magistratura italiana e gli USA che sostengono che spetti a loro—> tensione tra militari americani e italiani

Craxi e Reagan dialogarono, e alla fine gli americani desistettero, l’aereo giunse a Fiumicino e poi se ne
andò in Jugoslavia

Gli americani sempre sostennero che Abu Abbas era un semplice terroristica, che giocava a fare il piromane
e il pompiere, ovvero che avesse lui architettato tutto—> le indagini degli anni seguenti diedero ragione agli
USA e il 27 dicembre 1985, a Fiumicino ci fu un attentato, contemporaneamente a Vienna—> riesce fuori la
pista Libica
E tali attentati aveva l’appendice nell’attentato di aprile 1986 alla discoteca di Berlino, frequentata da
militari americani e ciò fa scattare la rappresaglia americana

L’Italia si rifiuta di partecipare alla rappresaglia, dicendo che è inutile e che genera solo una contro-reazione,
ma gli USA avevano comunque deciso di procedere comunque, anche senza di loro

Infatti, 15 aprile 1986, arrivano gli aerei americani che bombardarono puntano strategici libici, ovvero una
caserma dove viveva Gheddafi, con l’obiettivo di uccidere Gheddafi e di sollevare una sommossa anti-
Gheddafi

Per reazione, Gheddafi spara due missili contro Lampedusa, che però si inabisseranno prima—> su ciò mille
teorie

In realtà, quando si lanciano tali missili, le autorità italiane fanno una riunione del consiglio supremo, sotto
la guida del Presidente della Repubblica, per decide cosa fare in caso di nuovo attacco, e si decide di fare la
guerra ove la Libia avesse nuovamente attentato al territorio italiano

I libici vengono subito contattati, e sostengono che i missili sono stati lanciati contro la base radar americana
a Lampedusa e che l’attacco no era diretto all’Italia

Ci sono poi i contatti tra i servizi libici e italiani

L’aprile 1986 segna un momento di raffreddamento dei rapporti anche tra Italia e Libia

Si rilancerà il dialogo economico con la visita del giugno 1991 di Andreotti in Libia, e con la firma di una
nuova collaborazione molto importante, sperando che ciò accompagnasse il proposito della soluzione della
questione arabo-palestinese

Il dialogo però si interruppe nuovamente perché nel 1991 sembra che si siano trovati le prove di altri due
attentati:
-Attentato del dicembre 1988 a Lockerbie con 259 vittime + 17 schiacciate dal veicolo
-Attentato all’aereo Francese in partenza dal Congo verso Parigi che esplose con 170 vittime

Novembre 1991, GB USA e Francia chiedono l’estradizione dei sospettati libici, e il regime di Gheddafi
rifiuta—> inizia il braccio di ferro e alla fine i Paesi impegnano l’ONU a votare una risoluzione che
comminava sanzioni alla Libia e di fronte ad una pronuncia dell’ONU, l’Italia è costretta a conformarsi—>
l’Italia cerca di spingere Gheddafi a consegnare i responsabili—> 1996, il dialogo porterà ad un primo
accordo il 4 luglio sotto il governo Prodi-Dini, che è il cd « Comunicato Dini-Muntasser » (ministri degli
esteri dei due Paesi) che contiene una cosa che Gheddafi chiedeva dal 1969, ovvero che gli italiani
risarcissero i libici per i danni compiuti dal colonialismo o che almeno chiedessero scusa facendo i conti con
il loro passato
Nel comunicato, per la prima volta nella storia dell’Occidente coloniale, l’Italia esprimeva « il rammarico
per le sofferenze arrecate al popolo libico a seguito della colonizzazione e si impegnava per quanto possibile
gli effetti per superare il passato e avviare una nuova era di amichevoli relazioni tra i due popoli »—> atto
mai fatto da nessuno

Tale trattativa con la Libia si fa in modo Bipartisan (Andreotti, D’Alema e Berlusconi)

Il Comunicato apre ad una nuova stagione tra Italia e Libia, che ha come sua base la consegna dei sospettati
da parte di Gheddafi agli accusatori Occidentali—> Gheddafi si conforma all’ONU; capendo, su spiegazione
italiana, che quella è la base per ripartire, eliminando le sanzioni, in un mondo completamente nuovo, dove è
comparso il fondamentalismo islamico, come fenomeno terroristico e politico, che anche Gheddafi teme
(molti documenti dimostrano che Gheddafi critica la Fratellanza Musulmana)—> visione completamente
diversa da quella di Gheddafi, che per quanto religioso, ha una visione secolarizzata

30 agosto 2008—> Trattato di Bengasi—> altro trattato storico, anche se non è durato molto, perché ha
avuto l’attenzione di Paesi asiatici ed Africani per il suo Preambolo, il quale affermava « Ritenendo di
chiudere definitivamente il passato, per il quale l’Italia ha già espresso il proprio rammarico, seguono » una
serie di clausole di collaborazione militare, economica e migratoria sopratutto, al fine di frenare i flussi
migratori
Trovava posto anche il famoso risarcimento che Gheddafi aveva sempre chiesto agli Italiani—> l’Italia sulla
base delle proposte libiche si impegna a reperire i fondi necessari per la realizzazione di progetti
infrastrutturali nella somma di 5 miliardi di dollari, per 250 milioni di dollari all’anno per 20 anni, in
particolare per fare l’autostrada che collegasse Bengasi a Tripoli e varie altre opere
Gli italiani tali soldi li avrebbero trovati estraendo un maggior quantitativo di petrolio tramite l’ENI
Le opere venivano svolte dalle aziende italiane

Insomma, finalmente si instaurano rapporti felici, e dopo il 2008, gli italiani avranno la porta aperta in Libia,
come ci dicono diversi documenti nei quali si trova che ad esempio un diplomatico francese, parlando con un
collega, disse che gli italiani avevano il monopolio in Libia—> lamentela circa il fatto che i francesi non
riescono ad accedere al mercato libico

Probabilmente, le lamentele animano poi la reazione seguita alle Primavere arabe, iniziate nel 2010 in
Tunisia, e arrivate nel 2011 in Libia

Ne nasce una grande montatura mediatica organizzata da Al-Jazeera, di proprietà del Qatar

Tutto ciò che venne raccontato dunque non si sa quanto sia reale

Quando parte la rivolta in Libia, truppe del Qatar e di altri Stati, sono già in Libia, e si va quindi alla guerra,
che tutt’oggi non è finita, destabilizzando la Libia per sempre

Ciò fa apprezzare l’abilità diplomatica italiana che dal 1974 è riuscita a mantenere la stabilità in Libia,
proteggendo Gheddafi, e sapendo che, caduto lui, ci sarebbe stato il caos e basta in Libia

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