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CAPITOLO 19

LE GUERRE DI SUCCESSIONE
Preoccupazione principale dell'intera Europa è quella di mantenere un equilibrio
geo-politico internazionale, fattori religiosi o ideologici non definiscono più gli
schieramenti politico-militari. Nell'ultimo decennio del XVII secolo le grandi potenze
europee si misurarono con l'esigenza di ridefinire gli equilibri continentali che erano stati
stabiliti con la pace di Vestfalia del 1648, rispetto ai quali erano intervenuti almeno due fatti
nuovi. Il primo era costituito dalla spinta espansionistica della Francia di Luigi XIV, il quale
aveva avviato un progetto di preponderanza europea tale da inquietare l'Inghilterra e
l'impero. Il secondo risiedeva nella ormai irrefrenabile decadenza della Spagna che apriva
la prospettiva di un vuoto di potere. La Guerra di successione spagnola fu un evento decisivo
per la storia europea, rappresentando la prima crepa negli equilibri politici che si erano
determinati in Europa a seguito della Pace di Vestfalia (1648), che aveva sancito la fine della
Guerra dei 30 anni, tramite la quale chiudeva il sipario la stagione delle guerre di religione,
tramontava l’egemonia continentale spagnola ed emergevano nuove potenze come Svezia, Olanda
e Brandeburgo - Prussia. Da questo momento le guerre furono favorite per lo più da diatribe di
natura dinastica, dalla sovrapposizione delle diverse zone d’influenza e dai crescenti interessi
commerciali delle potenze europee, le quali erano territorialmente espresse dai possedimenti
coloniali, tramite cui si determinò un’evoluzione extraeuropea dei conflitti politici, in un mondo
dove l’asse portante degli scambi commerciali si era spostato dal Mediterraneo all’Atlantico. A
seguito di ciò in Europa si affermerà per tutto il XVII Secolo uno scenario rinnovato dove alla
supremazia spagnola subentra un ordine geopolitico multipolare, nel quale ogni forza ambisce ad
un’egemonia territoriale parziale tramite una determinata sfera d’influenza, impedendo a tutti i
costi che uno Stato potesse prevalere sugli altri; il tutto intessuto in un gioco diplomatico
manovrato dalle élite nobiliari, in quanto le principali dinastie europee erano strettamente
imparentate tra loro tramite matrimoni politici. La prima delle guerre di successione nasce
appunto dal tentativo da parte delle principali potenze del continente di bloccare le ambizioni
espansionistiche della Francia di Luigi XIV di Borbone.

Alla morte di Carlo II, ultimo degli Absburgo di Spagna, il quadro delle alleanze si definì
con il trattato dell'Aja (1701) tra Inghilterra, impero e Province Unite, concepito in
contrapposizione a Luigi XIV deciso a imporre un Borbone sul trono spagnolo. . Dopo pochi
anni, nel 1700, per il sovrano francese si presenta una nuova situazione favorevole alle sue
aspirazioni, alla base del primo dei grandi conflitti dinastici del XVIII Secolo: il Re di Spagna Carlo II
muore senza eredi, diversi sovrani europei rivendicano il trono in forza delle loro parentele con la
nobiltà spagnola, primo tra tutti lo stesso Re di Francia, marito di un’infanta di Spagna, seguito
dall’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, marito della sorella di Carlo II, e da Vittorio Amedeo II di
Savoia, figlio di una principessa spagnola. Le diplomazie delle principali potenze europee per
scongiurare la guerra verificano la possibilità di una spartizione della smisurata eredità del sovrano
iberico, ma la pubblicazione del suo testamento rende totalmente vano questo tentativo, in
quanto il sovrano morente aveva designato come erede universale Filippo D’Angiò (Filippo V),
nipote di Luigi XIV, ponendo come unico vincolo il divieto di unire le due corone. Nonostante
quest’ultima clausola tutte le altri grandi potenze europee non misero da parte i loro timori, ben
comprendendo i rischi della creazione di un colosso franco-spagnolo retto saldamente nelle mani
dei Borboni, espressione di istanze universalistiche non molto dissimili da quelle che rivendicava la
Spagna asburgica fino a non molto tempo prima. Quindi si profilava anche il fantasma di una
grande potenza extraeuropea che fondeva in sé due enormi imperi coloniali, e proprio per questo
motivo i primi ad essere preoccupati e a mobilitarsi per opporsi a tale prospettiva furono gli
inglesi, i quali dopo la sconfitta della Invincibile Armata di Filippo II si erano elevati al rango di
potenza marittima mondiale, cercando di consolidare sempre più i loro possedimenti d’oltremare,
trovando nelle Americhe e nelle Indie i francesi come loro principale rivale.

In un primo momento dopo iniziali successi franco-spagnoli, le operazioni volte sui vari fronti
andarono a favore della Grande Alleanza. Le cose sembravano peggiorare per la Francia, ma ci
furono due avvenimenti che smorzarono la tenacia di Inghilterra e Olanda: l'Inghilterra si trovò in
difficoltà con la caduta del ministero whig a Londra, seguito da un governo tory più sensibile alle
richieste dei proprietari terrieri contro le tasse di guerra. La Spagna si trova a far fronte alla
scomparsa prematura di Giuseppe I.
 Il quadro delle alleanze si definì con il trattato dell'Aja (1701) tra Inghilterra, impero e
Province Unite, concepito in contrapposizione a Luigi XIV deciso a imporre un Borbone sul
trono spagnolo. La riscossa francese e il cambiamento di governo in Inghilterra
(i tories erano contrari a continuare la guerra) favorirono l’accordo finale, che fu accelerato
dalla morte dell’imperatore Giuseppe I (1711): il successore fu infatti quel Carlo d’Asburgo,
che la coalizione antifrancese aveva candidato alla corona spagnola (Carlo VI). Poiché
nessuna potenza (tranne l’impero) intendeva riunire nelle stesse mani le corone di Spagna
e dell’impero firmarono i trattati di pace a Utrecht nel 1713. La riunione dei possedimenti della
casa d’Austria a quelli della Corona di Spagna in una sola persona avrebbe alterato sostanzialmente
l’equilibrio politico europeo: essa costituiva un pericolo assai più imminente e grave di «monarchia
universale» che non l’ascesa al trono spagnolo di Filippo V. 
Questi trattati stabilivano un nuovo ordine politico che sarebbe rimasto a lungo alla base
dell'equilibrio europeo: ►a Filippo d’Angiò con il nome di Filippo V, rimaneva Madrid, fu ribadita
l’incompatibilità con la corona francese; ►a Carlo d’Asburgo divenuto Carlo VI come indennizzo
per la mancata successione, passavano i possedimenti spagnoli di Olanda e Italia, tranne Sicilia e
alcune province milanesi assegnate a Vittorio amedeo ii; ► l’Olanda ottenne alcune piazzeforti; ►
l’Inghilterra ebbe sostanziosi guadagni territoriali e una serie di privilegi commerciali tra cui
l’asiento(=monopolio dell’importazione di schiavi neri nelle sue colonie) e il “vascello di
permissione”(=diritto di inviare ogni anno una grossa nave carica di mercanzie nel Nuovo Mondo).
Risultato della guerra di successione in Spagna: → sostituzione dell’egemonia austriaca
all’egemonia spagnola in Italia → affermazione definitiva della supremazia marittima e
commerciale inglese → nelle relazioni internazionali si afferma un concetto politico già emerso nel
secolo precedente: equilibrio europeo da difendere contro ogni progetto egemonico attraverso la
diplomazia e alleanze militari.

L'Italia e la guerra di successione polacca (1733-1738).


Scoppiò nel 1733, in seguito alla morte del re di Polonia Augusto II di Sassonia. La dieta,
che secondo le leggi della monarchia elettiva polacca doveva scegliere il nuovo re, si trovò
di fronte a due candidature: quella di Augusto III, figlio del re defunto, sostenuta da Russia,
Prussia e Austria; e quella di Stanislao Leszczynski, suocero di Luigi XV, sostenuta dalla
Francia. L’equilibrio raggiunto con la Pace di Nystadt viene sconvolto da un problema di
successione polacco: morto il sovrano eletto, un principe di Sassonia, i nobili polacchi eleggono
come successore il Principe Stanislao Leszczyński nel 1733; questi non era titolare di uno Stato, ma
era il suocero del re di Francia Luigi XV. Questa scelta dei nobili polacchi viene contestata da quelle
potenze che si affacciano su quell'area (Prussia, Russia, Austria) perché non vogliono una presenza
francese. La Francia a questo punto dichiarò guerra all’Austria, la Guerra di
successione polacca, alleandosi con la Spagna, sancendo il patto di
famiglia fra le due case regnanti borboniche.

La guerra di successione austriaca (1740-1748).


La Prammatica Sanzione del 1713 rappresenta il distacco della legge di successione
austriaca dalla legge salica, che vietava la successione al trono per via femminile,
imponendo la successione al trono per primogenitura e, sussidiariamente, anche per via
femminile.  Non tutti i sovrani europei avevano riconosciuto la legittimità dell’atto
dell’imperatore, nonostante la sua lunga e laboriosa attività diplomatica. Alla morte di
Carlo VI la Francia e gli elettori di Sassonia e Baviera non riconobbero la successione di
Maria Teresa.
In Italia gli austriaci resistono alla avanzata franco-spagnola, e anzi si spingono fino alla repubblica
di Genova. Nel 1746 Giovan Battista Perasso, detto Balilla, lancia un sasso contro i soldati austriaci
e dà il via alla rivolta genovese che fa ritirare gli Austriaci.
La pace fu siglata ad Aquisgrana il 17 ottobre 1748. Francesco di Lorena e Maria Teresa
conservarono la sovranità imperiale; alla Prussia fu confermato il possesso della Slesia; a
Filippo di Borbone, figlio del re di Spagna, venne assegnato il ducato di Parma e Piacenza
(prima austriaco).

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